SALMO – 123 (122)

PREGHIERA FIDUCIOSA A DIO 1 Canto delle salite. Di Davide.

A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli.

2 Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.

3 PietĂ  di noi, Signore, pietĂ  di noi, siamo giĂ  troppo sazi di disprezzo,

4 troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

_________________ Note

123,1 Gli occhi del salmista si elevano a Dio, imploranti e in fiduciosa attesa. Quegli occhi diventano gli occhi di tutta la comunità d’Israele che, in mezzo a difficoltà interne ed esterne, attende da Dio salvezza e liberazione.

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Approfondimenti

Occhi e mani rivolti al Signore Salmo di fiducia (+ motivo di supplica)

Il salmo può rispecchiare il periodo storico del ritorno dall'esilio babilonese, quando l'entusiasmo iniziale cedette allo scoraggiamento per gli ostacoli interni ed esterni intervenuti nell'opera di ricostruzione, specialmente da parte dei popoli circostanti (cfr. Ne 2,19; 3,36). Il salmo è profondamente unitario e dotato di commovente lirismo. Il ritmo nel TM è quello elegiaco della qînâ (3 + 2 accenti). Il fulcro del carme è dato dalla triplice ripetizione del verbo «avere pietà» (bnn) (vv. 2b-3a). La supplica è al singolare nel v. 1 e al plurale nei vv. 2-4. La simbologia è somatica (occhio, mani...), spaziale e della sazietà (vv. 3b-4).

Divisione:

v. 1b. «A te levo i miei occhi..»: è l'atteggiamento della preghiera biblica (cfr. Sal 121,1). «che abiti nei cieli»: i cieli sono considerati la sede celeste di Dio ove egli ha il suo trono, cfr. Sal 2,4; 11,4; 1Re 8,27.30.

v. 2. Il gesto dell'alzata degli occhi, è come quello di un servo o di una serva verso il suo padrone o padrona, quindi è segno di implorazione e di fiduciosa attesa.

v. 4. «scherni dei gaudenti»: questi personaggi sono gli spensierati che si sentono tranquilli (cfr. Am 6,1), si mostrano indifferenti nei riguardi di Dio e lo sfidano con arroganza (cfr. Is 5,19); «disprezzo dei superbi»: è quel disprezzo da parte di chi è orgoglioso, presuntuoso e umilia i poveri e i giusti, che sono particolarmente protetti dal Signore. In queste categorie di persone si possono scorgere i nemici oppressori di Israele e i popoli che nel postesilio hanno creato problemi per la ricostruzione della nazione.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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