SALMO – 126 (125)
LA GIOIA DEL RITORNO 1 Canto delle salite.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare.
2 Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: “Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.
4 Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb.
5 Chi semina nelle lacrime mieterĂ nella gioia.
6 Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.
_________________ Note
126,1 Più che al ritorno dall’esilio babilonese (a cui sembrerebbe riferirsi una diversa traduzione del v. 1: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion”), questa supplica sembra alludere al ritorno nella situazione di armonia e di pace in cui il Signore colloca l’orante (e la sua comunità ) dopo alterne vicende di dolore, di sofferenza e di pericolo.
126,4 i torrenti del Negheb: in questa regione arida le piogge primaverili portano acqua ai torrenti e fanno rivivere la natura.
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Approfondimenti
Dal pianto alla gioia Supplica collettiva (+ motivi di ringraziamento e sapienziali)
Il salmo in pochi versi esprime con intenso lirismo i genuini sentimenti di gioia, di riconoscenza e di supplica. Il ritmo nel TM è di 4 + 3 accenti nei vv. 1-3 e di 3 + 2 nei vv. 4-6. La voce «Signore» (JHWH) ricorre quattro volte nei vv. 1-4. Al termine del 2b e all'inizio del v. 3a c'è la ripresa dell'espressione «grandi cose..», assai comune nei “Salmi delle ascensioni”, cui il nostro formalmente appartiene. La simbologia riguarda il campo della gioia, lo spazio, il tempo e la vita agricola.
Divisione:
- vv. 1-3: ricordo gioioso e riconoscente della liberazione passata;
- vv. 4-6: supplica per il rinnovo dei prodigi.
v. 1. «ricondusse»: il salmista accenna al secondo esodo (Is 40-55) che realizzò la profezia di Ger 30,18 e Ez 34,16. «ci sembrava di sognare»: più che la descrizione dell'effetto psicologico di un'improvvisa e inaspettata liberazione, qui si accenna all'attuazione delle “visioni” profetiche. Infatti il verbo ebraico usato ḥlm (sognare) ha un nesso con tali visioni (cfr. Gl 3,1).
v. 2. «la nostra bocca si aprì al sorriso...»: si ricorda l'entusiasmo e la gioia piena per la liberazione e il ringraziamento al Signore con «canti di gioia» (cfr. Is 35,10; 54,1). «si diceva tra i popoli...»: cfr. Ger 33,9; Ez 36,23-24. Al contrario della domanda ironica e blasfema «dov'è il loro Dio?», espressa dai popoli altre volte (Sal 42,4.11; 79,10), qui le nazioni straniere si ricredono e riconoscono apertamente l'operato prodigioso di Dio a favore del suo popolo.
v. 4. «Riconduci, Signore...»: la traduzione è incerta per la corruzione del testo. Si può tradurre anche: «cambia Signore le nostre sorti». L'espressione richiama per inclusione quella simile del v. 1, ove il verbo šwb (ritornare) gioca un ruolo importante. «come i torrenti del Negheb»: il paragone è pregnante e significativo. Suppone la conoscenza geografica della terra palestinese. I torrenti (wadi) del Negheb (= regione a sud della Palestina) sono secchi per mancanza di pioggia, ma al suo cadere si riempiono a tal punto da essere travolgenti nella furia precipitosa delle acque che danno vita (cfr. Is 35,6-7).
v. 5. «Chi semina nelle lacrime...»: il salmista cita forse un proverbio come espressione di speranza nell'esaudimento della supplica del v. 4. L'immagine è presa dal mondo agricolo. Alla fatica e alla privazione della semina segue la gioia e l'abbondanza del raccolto, cfr. Sal 30,6. Per la gioia del tempo del raccolto cfr. Sal 4,8; Is 9,2; 61,3.
v. 6. «Nell'andare se ne va e piange...»: tutto il versetto è un'amplificazione del detto proverbiale di v. 5, insistendo sull'immagine agricola della semina e del raccolto.
Nel NT la liberazione di Pietro in At 12,9 richiama la stessa esperienza di “sogno” di v. 1 del salmo. L'espressione «grandi cose ha fatto il Signore..» dei v. 2b-3a riecheggia in Lc 1,49. Per il riferimento all'immagine agricola della semina e della mietitura, che ricorre spesso nel NT, tra l'altro cfr. Mt 13,3-9.18-32.36-43 e paralleli; Gv 4,35-38; 12,24; Gal 6,7-10; 1Cor 9,11; 15,36; 2Cor 9,6-7.10. Al cambiamento delle «lacrime» in «giubilo» dei vv. 5-6 fanno eco tra l'altro Mt 5,5; Gv 16,20; Ap 21,4.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
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