SALMO – 138 (137)
INNO DI RINGRAZIAMENTO 1 Di Davide.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
2 mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltĂ : hai reso la tua promessa piĂą grande del tuo nome.
3 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.
4 Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca.
5 Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore!
6 Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile; il superbo invece lo riconosce da lontano.
7 Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva.
8 Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l'opera delle tue mani.
_________________ Note
138,1 Scampato da un grave pericolo, il salmista esprime lode e gratitudine a Dio per il suo intervento, che gli ha dato salvezza e nuovo vigore.
138,8 l’opera delle tue mani: così l’autore del salmo definisce se stesso.
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Approfondimenti
Il Signore guarda l'umile Salmo di ringraziamento
Il carme corrisponde allo schema tradizionale dei salmi di ringraziamento, terminando con un atto di fiducia e una petizione. Il verbo «ringraziare» (ydh) ricorre tre volte (vv. 1.2.4). Il ritmo nel TM è prevalentemente di 3 + 3 + 3 accenti. La simbologia è cosmica, fisiologica e antropomorfica.
Divisione:
- vv. 1-3: ringraziamento;
- vv. 4-6: inno;
- vv. 7-8: fiducia per il futuro.
v. 1b. «hai ascoltato le parole della mia bocca»: questa frase manca nel TM. Si trova nei LXX e nella Vulgata. Indica il motivo del ringraziamento. «davanti agli angeli»: così nei LXX e nella Vulgata; ma alla lett. «davanti agli dei». Altre versioni antiche traducono: «davanti ai re» (Syr), e «davanti ai giudici» (Targum). La BC, sulla scia dei LXX e Vg, riferisce la voce «dei» (’elōhîm) agli angeli, nella loro funzione di membri della corte celeste (cfr. Sal 8,6; 29,1; 50,1; 82,1; 86,6-9; Is 6,1-4). Il salmista vuole dare la massima ufficialità e solennità alla sua azione di grazie. L'espressione «davanti agli dei», se lasciata come giace, può anche significare: «in contrasto ai (presunti) dei». Il che indicherebbe una professione di fede nell'unicità dell'intervento salvatore di Dio nei suoi riguardi.
v. 2. «hai reso la tua promessa...»: la traduzione della frase è incerta. Il salmista ricorda la prontezza con cui Dio è intervenuto a liberarlo (cfr. v. 7).
v. 6. «e guarda..»: è un antropomorfismo. Lo sguardo di Dio indica salvezza (Nm 6,25-26). «ma al superbo volge lo sguardo lontano»: al contrario, allontanare lo sguardo da qualcuno significa rovina e perdizione. Dio lo allontana dal superbo, cfr. Is 2,10-19.
Nel NT il v. 6 è ripreso dal Magnificat (Lc 1,48); il v. 8 riecheggia in Fil 1,6.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
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