SALMO – 149

INNO DI LODE A DIO PER LE SUE VITTORIE

1 Alleluia.

Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell'assemblea dei fedeli.

2 Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion.

3 Lodino il suo nome con danze, con tamburelli e cetre gli cantino inni.

4 Il Signore ama il suo popolo, incorona i poveri di vittoria.

5 Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli.

6 Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani,

7 per compiere la vendetta fra le nazioni e punire i popoli,

8 per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro,

9 per eseguire su di loro la sentenza già scritta. Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Alleluia.

_________________ Note

149,1 L’invito alla lode è rivolto soprattutto ai fedeli (probabilmente quanti, nell’epoca maccabaica, si battevano per mantenere vive le tradizioni religiose e la fede del popolo d’Israele, perseguitato dai sovrani ellenistici). Nel suo contesto liturgico, questo salmo si presenta come una viva preghiera della comunità radunata, che implora la vittoria definitiva di Dio su tutte le forze del male e il trionfo del suo regno sull’arroganza dei potenti.

149,3 Lodino il suo nome con danze: la danza era considerata parte integrante del rito liturgico.

149,6 spada a due tagli: un’arma micidiale, molto temuta nell’antichità.

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Approfondimenti

Inno trionfale di Dio e dei fedeli Inno

Il salmo può avere come sfondo storico l'epoca di Neemia (cfr. Ne 3-4) (V sec.) o, più probabilmente, quella dei Maccabei (II sec.). C'è infatti una stretta corrispondenza con il movimento degli ḥasîdîm (i pii, i fedeli) e 1Mac 2,42. La voce stessa ḥasîdîm, in forma assoluta, facendo pensare a una categoria di persone, ricorre solo nel Sal 149 ai vv. 1 e 5 in tutto l'AT; inoltre, la lingua è piuttosto recente e offre contatti con testi del postesilio e soprattutto con il Tritoisaia. La stessa espressione «canto nuovo» è postesilica (cfr. Sal 33,3; 96,1; 98,1). Il salmo, sebbene di carattere nazionalistico, oltrepassa le circostanze storiche precise per allargarsi al contesto universale escatologico della lotta tra il bene e il male, il cui esito è la vittoria del bene e l'avvento del regno di Dio. Il contesto liturgico del salmo è indicato tra l'altro dall'espressione «assemblea dei fedeli» (v. 1) e dalla menzione della danza e degli strumenti musicali (v. 3). Il v. 3 è costruito in modo chiastico. Il Sal 149 conclude di fatto il Salterio, data la chiara funzione dossologica del Sal 150, che chiude, oltre il quinto libro dei Salmi, anche l'intero Salterio. Il ritmo nel TM è dato da 3 + 3 accenti. Tra gli elementi di struttura ricordiamo i sette appellativi alla lode, la voce «fedeli» (ḥasîdîm) (vv. 1.5.9), che facendo inclusione divide il salmo in due parti, le tre proposizioni finali: «per compiere» (v. 7), per «stringere» (v. 8), «per eseguire» (alla lett. «per fare») (v. 9), che sono costruite simmetricamente nella seconda parte. Nel salmo prevale una simbolica musicale, laudativa e marziale.

Divisione:

v. 1. «canto nuovo»: è chiamato «nuovo» non in quanto è ultimo, ma in quanto è il canto escatologico delle salvezza definitiva, cfr. Ger 31,31; Ez 36,26; Gdt 16,13. «assemblea dei fedeli»: è la qᵉhal ḥasîdîm = assemblea dei fedeli) (1Mac 2,42). Sono i pii Israeliti, che fedeli a Dio e alle tradizioni dei padri, lottarono a fianco di Giuda Maccabeo (cfr. 1 e 2 Mac), ma nell'economia del salmo l'espressione acquista valore simbolico universale. Si tratta di tutti coloro che lottano per la vittoria del bene sul male.

v. 2. «Creatore»: alla lett. «creatori»: si tratta di un plurale di eccellenza o di intensità come «Dio» (’elōhîm).

v. 4. «incorona gli umili di vittoria»: l'espressione poetica, che rievoca l'immagine della regalità (cfr. v. 2), esprime l'abbondante e completa salvezza (vittoria) che gli umili (‘anāwîm) ottengono dal Signore, sì da partecipare con lui alla gloria regale del trionfo (cfr. Is 60,1.19-20; 61,10).

v. 5. «sorgano lieti dai loro giacigli»: alla lett. «facciano festa sui loro giacigli». L'espressione è variamente interpretata. Più probabilmente, in senso traslato, si vuole alludere alla gioia, alla lode incessante di Dio vincitore sul male da parte dei suoi fedeli, che non deve venir meno neanche di notte (cfr. Sal 63,7-8; Dt 6 7). La traduzione della BC con il verbo «sorgere» allude alla prontezza e disponibilità a collaborare con Dio nella lotta contro il male.

v. 6. «Le lodi di Dio... la spada a due tagli»: è indicato l'atteggiamento da tenersi da parte dei fedeli. Essi non solo devono lodare il Signore con la bocca, ma anche con l'operato, collaborando a questa battaglia contro l'ingiustizia e per la vittoria del bene. «spada a due tagli»: è l'arma offensiva più micidiale e pericolosa del tempo (cfr. Gdc 3,16; Prv 5,4; Is 41,15).

v. 7. «compiere la vendetta... e punire»: i due termini designano la realizzazione del giudizio di Dio sulle nazioni che opprimono Israele e lottano contro il bene. Tale giudizio, già compito esclusivo di Dio (Is 34,8; 35,4; 61,2), è ora demandato al vero popolo d'Israele, al gruppo dei «fedeli». Per questo concetto cfr. Zc 9,13-15.

v. 8. Come conseguenza dell'agire punitivo del popolo di Dio, ogni altra regalità e altro potere contro Dio verrà incatenato, annullato, soccombendo a quello divino.

v. 9. «per eseguire su di essi il giudizio già scritto»: i «fedeli», nell'agire contro ogni ingiustizia e prevaricazione, non fanno altro che eseguire una sentenza già scritta contro i nemici di Dio e del suo popolo. Il «giudizio già scritto» si riferisce, oltre alla metafora del «libro della vita», agli oracoli profetici contro i pagani (cfr. Is 13-23.34; Ger 46-51; Ez 25-32.35; Am 1,3-2,15; Na 1,1-3,19).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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