SALMO – 2

IL SIGNORE SOSTIENE IL SUO CONSACRATO 1 Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano?

2 Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato:

3 “Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!“.

4 Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro.

5 Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera:

6 “Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna”.

7 Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.

8 Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane.

9 Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai”.

10 E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra;

11 servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore.

12 Imparate la disciplina, perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia. _________________ Note

2,1 Sorto originariamente come inno per l’intronizzazione del re (vv. 6-9), questo salmo regale esprime la certezza che il Signore sosterrà sempre il suo consacrato, nonostante i mutamenti e le alterne vicende della storia. Tutto ciò in Israele si rendeva visibile nella dinastia davidica, depositaria delle promesse e delle benedizioni messianiche (2Sam 7). Questo spiega la lettura messianica del Sal 2 e la sua applicazione (insieme con il Sal 110) a Gesù, Figlio di Dio e messia (At 13,33; Eb 1,5; 5,5).

2,9 Le spezzerai: le forti immagini alludono, probabilmente, all’uso degli antichi di scrivere i nomi dei re e delle città nemiche su vasi di argilla, che venivano poi frantumati per simboleggiarne la caduta e la fine.

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Approfondimenti

Salmo 2 – Congiura contro il Signore e il suo Messia Salmo regale (+ oracolo e motivi sapienziali) Il carme risale all'epoca preesilica. Vi sono diverse incertezze testuali. Il salmo è senza titolo e probabilmente dovette essere il primo e far da prefazione all'intera collezione dei salmi. Infatti At 13,33 citando il v. 7 del Salmo 2 «mio figlio sei tu, oggi ti ho generato» lo riferisce al salmo primo. Il simbolismo presente è quello spaziale, temporale, militare, antropomorfico e sociale. Nel TM il ritmo è quello classico di 3 + 3 accenti. Si divide in quattro strofe in cui intervengono quattro protagonisti:

  1. i nemici ribelli (vv. 1-3),
  2. Dio (vv. 4-6),
  3. il re (vv. 7-9),
  4. il salmista (vv. 10-12ab).

Il v. 12c con l'espressione «Beato chi in lui si rifugia» fa da inclusione con il Sal 1,1 ed è perciò un indizio della precedente fusione tra il Sal 2 e il Sal 1.

vv. 1-3. Nei vv. 1-2 con una serie di iperboli si descrive la rivolta dei popoli vassalli guidati dai loro re e principi per scrollarsi di dosso il dominio del re. Nel v. 3 si riporta in discorso diretto la loro intenzione, il loro programma di insubordinazione e di indipendenza.

vv. 1-2. «le genti... i popoli... i re... i principi»: sono iperboli. Il piccolo stato d'Israele, anche al tempo di Davide, non è stato mai una grande potenza mondiale d'allora, anche se ha avuto alcuni popoli vicini sottomessi e tributari per qualche tempo, come gli Edomiti, i Moabiti, gli Ammoniti... «le genti» (gôyim): sono di per sé i popoli pagani, che difatti stanno fuori dell'alleanza sinaitica, e quindi considerati per la loro idolatria nemici d'Israele e di Dio stesso. «contro il Signore e contro il suo Messia»: si sottolinea che la ribellione al re è anche ribellione al Signore di cui il re è luogotenente, il “consacrato” sulla terra. «Messia»: è così chiamato il re della dinastia davidica, in quanto è stato “unto” (in gr. christos) prima di accedere al suo alto incarico (cfr. 1Sam 16,13). Il titolo di “Unto del Signore” è spesso applicato a un re storico: cfr. 1Sam 24,7.11; 26,9.11.16.23; 2Sam 1,14.16; 19,22. Questo titolo tuttavia viene riferito esplicitamente al Messia solo in Dn 9,25.

v. 3. «Spezziamo le loro catene...»: è il programma di ribellione dei popoli sudditi. Le figure della metonimia e della metafora indicano qui la rottura del giogo della sottomissione cioè del trattato di vassallaggio con il re israelita.

vv. 4-5. «Se ne ride... li schernisce.. li spaventa»: il riso beffardo di Dio, antropomorficamente, indica la sua suprema autorità e dominio, ed è fonte di terrore per i suoi nemici (cfr. Is 17,13). È ricordato altre volte nei Sal 37,13; 59,9, ma anche altrove nella Bibbia: cfr. Gb 9,23. «chi abita i cieli»: il Signore appare in trono come nel Sal 29,10 in Is 6,1-2.

v. 6. «Io l'ho costituito...». è Dio stesso che parla. La sua dichiarazione solenne fa da antitesi a quella spavalda dei popoli ribelli di v. 3. Si ribadisce con questo oracolo sia l'elezione del sovrano davidico, sia quella di Gerusalemme come capitale e centro di culto. Le due elezioni sono strettamente unite e interdipendenti (cfr. Sal 132,13.17).

vv. 7-9. In questi versetti il re, facendo eco all'oracolo del v. 6, ribadisce direttamente la sua figliolanza divina e il compito ricevuto dal Signore di rappresentarlo sulla terra.

v. 7. «Annunzierò il decreto...»: il sovrano sente la necessità di proclamare il decreto (hōq), il “protocollo regale” che legittima e autentica il suo potere regale, per far subito fronte al suoi vassalli ribelli, che volevano approfittare del suo inizio di governo. Per il rito d'intronizzazione cfr. 2Re 11,12; «Tu sei mio figlio...»: qui viene detto del re come singolo individuo: cfr. Sal 110,3. Si tratta di una filiazione simbolica, di una dichiarazione giuridica di adozione. Viene richiamato 2Sam 7,14. «io oggi ti ho generato»: ci si riferisce all'“oggi” della liturgia che rende attuale e operativa la filiazione (Sal 95,8). È il rito di incoronazione che richiama alla nascita spirituale del re.

v. 8. «Chiedi a me..»: è la seconda parte del decreto, ove si sollecita la richiesta di un dono per un buon governo. Probabilmente ciò faceva parte del rituale dell'incoronazione (cfr. Sal 20,5; 21,3.5; 2Sam 24,12).

v. 9. «Le spezzerai... »: è la terza parte dell'oracolo. Si assicura la vittoria completa fino all'annullamento dei nemici. L'immagine del vasi d'argilla ricorda il rito di esecrazione praticato nel mondo orientale. I vasi o le statuette riportanti i nomi dei nemici, venivano frantumati per significare simbolicamente e magicamente l'annullamento dei nemici (cfr. Ger 19,1-2.10.15).

vv. 10-12ab. Dopo la rassegna dei tre principali attori: i nemici, Dio e il re, interviene a conclusione il salmista con un appello di tipo sapienziale ai nemici, per esortarli a desistere dalle loro mire. Li invita alla saggezza, a sottomettersi a Dio e a servirlo. La ribellione è inutile e vana contro Dio che può distruggerli nella sua ira.

v. 11. «servite Dio..»: “servire Dio” significa dargli culto. L'invito viene rivolto a stranieri! È un segno di apertura universalistica. Cfr. anche Sal 102,23. «e con tremore esultate»: il testo qui è corrotto. Alcuni traducono, congetturando, «e baciategli i piedi con tremore». L'immagine, nota nell'Antico Oriente, è un gesto caratteristico del vassallo nei confronti del suo signore e richiama l'atto di sottomissione dei sudditi, cfr. Sal 8,7; 18,39; 45,6; 47,4; 72,9; 110,1; Gs 10,24; 1Re 5,17; Is 49,23; 51,23. Qui, poiché si riferisce a Dio, è un audace antropomorfismo.

v. 12. «e voi perdiate la via»: è una metafora che suggerisce lo smarrimento che, se avviene in luoghi deserti e impervi, porta alla sicura morte, cfr. Sal 1,6. «Beato chi in lui si rifugia»: è una beatitudine aggiunta al salmo che ha la funzione di inclusione con il Sal 1,1, nell'ipotesi della precedente fusione dei due salmi.

Nel NT si cita spesso il Sal 2. Il v. 1 è citato da At 4,25-26; il v. 7 da At 13,33 e da Eb 1,5 e 5,5; i vv. 8-9 sono citati da Ap 2,26-27. In Ap 12,5 e 19,15 si cita il governo con «lo scettro di ferro» di v. 9. Inoltre nei racconti evangelici del battesimo e della trasfigurazione di Gesù si può vedere un'allusione al v. 7: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Un'allusione in chiave escatologica del salmo è presente anche in 1Cor 15,24-28.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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