SALMO – 4
PREGHIERA DELLA SERA 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide.
2 Quando t'invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! Nell'angoscia mi hai dato sollievo; pietà di me, ascolta la mia preghiera.
3 Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore, amerete cose vane e cercherete la menzogna?
4 Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco.
5 Tremate e più non peccate, nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore.
6 Offrite sacrifici legittimi e confidate nel Signore.
7 Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene, se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?“.
8 Hai messo più gioia nel mio cuore di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.
9 In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. _________________ Note
4,1 Intensa preghiera individuale, che esprime gratitudine per la salvezza ricevuta. Quanti esitano ad abbandonarsi in Dio e si affidano invece agli idoli (vi allude il v. 3: cose vane) sono esortati a rinnovare la fiducia nel Signore che fa prodigi per il suo fedele (v. 4).
4,1 Nei titoli del Salterio è frequente l’espressione Al maestro del coro. Potrebbe trattarsi di colui che, nel tempio, aveva l’incarico di dirigere il canto.
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Approfondimenti
Salmo 4 – Fiducia e gioia nel Signore Salmo di fiducia. Il carme ispira serenità e pace. La simbologia è di carattere agricolo e liturgico. C'è inoltre il contrasto tra luce e tenebra (vv. 7-9) e tra Dio e gli idoli (= cose vane) (v. 3). Il ritmo nel TM è di 4 + 4 accenti.
Divisione:
- v. 2: appello introduttivo;
- vv. 3-6: esortazione ai vacillanti nella fede;
- vv. 7-9: testimonianza del salmista.
v. 2. «mia giustizia»: è un appellativo divino. La giustizia di Dio è principalmente salvezza, liberazione, speranza, ma anche intervento di giustizia tendente a liberare il suo fedele da una situazione di male e di sofferenza, e dichiarazione di innocenza per chi è calunniato (Sal 17,2). «mi hai liberato»: alla lett. «mi hai portato al largo». Parafrasando il tutto: «dalle strettezze dell'angoscia, mi hai condotto all'aperto».
vv. 3-6. Il salmista esorta i dubbiosi a optare definitivamente per il Signore, che fa prodigi e ascolta il suo fedele (v. 4), ad abbandonare gli idoli (= cose vane... menzogna) (v. 3), ad avere timore del Signore e non peccare (v. 5), a offrirgli sacrifici e ad avere fiducia il lui (v. 6). In questi versetti si delinea un processo di conversione a Dio: riconoscere (v. 4), temere e riflettere (v. 5) ed espiare, offrendo un sacrificio cultuale, come segno di conversione interna che introduce alla piena confidenza in Dio (v. 6).
v. 3. «cose vane... menzogna»: così sono chiamati dispregiativamente gli idoli, cfr. Sal 40,5; Am 2,4.
v. 6. «sacrifici di giustizia»: l'espressione richiama il titolo divino di v. 2: «Dio, mia giustizia». Questi sacrifici, previsti dalla liturgia del tempio e dovuti al Signore (Dt 33,19), hanno valore se sono uniti all'offerta di se stessi (cfr. Sal 51,19; Dn 3,39-40).
vv. 7-9. Davanti all'incertezza e al dubbio di «molti» che nel buio dell'esistenza quotidiana si sono smarriti, l'orante risponde con la testimonianza della sua vita.
v. 7. «il bene»: la voce “bene” (tôb) ha una vasta gamma di significati. Esprime perciò la totalità dell'azione salvifica divina. «Risplenda...»: è la richiesta dei “molti smarriti che nelle loro difficoltà del credere e dell'agire invocano la benevolenza divina. L'intera espressione si richiama alla benedizione sacerdotale di Nm 6,25-26.
vv. 8-9, «gioia... pace»: con immagini agricole (abbondanza di vino e frumento) il salmista testimonia la sua fede e fiducia nel Signore. Infatti «solo» da lui vengono gioia, pace e sicurezza.
Nel NT il v. 5 è citato da Ef 4,26; per la gioia nella tribolazione (vv. 8-9) cfr. 2Cor 7,4; Gal 5,22; 1Ts 1,6.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)