SALMO – 46 (45)
DIO, NOSTRO RIFUGIO E NOSTRA FORZA 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto.
2 Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
3 Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare.
4 Fremano, si gonfino le sue acque, si scuotano i monti per i suoi flutti.
5 Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell'Altissimo.
6 Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell'alba.
7 Fremettero le genti, vacillarono i regni; egli tuonò: si sgretolò la terra.
8 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
9 Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra.
10 Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi.
11 Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
12 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
_________________ Note
46,1 Il salmo sembra evocare la vittoria insperata d’Israele sull’esercito del re assiro Sennàcherib che, nel 701, aveva cinto d’assedio Gerusalemme (Is 36,1-37,38). È il primo dei cosiddetti “canti di Sion”, cioè di quei salmi che celebrano la città santa come dimora di Dio e luogo ideale, dove pulsa il cuore della fede d’Israele (gli altri sono Sal 48; 84; 122 e per alcuni anche 137).
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Approfondimenti
Canto dell'Emmanuele Cantico di Sion
È il primo dei salmi identificati come “Cantici di Sion” (Sal 46, 48, 76, 87). Per i vari motivi che vi si intrecciano (cosmici, storici, profetici, escatologico-apocalittici) il salmo si presta a diverse interpretazioni. Quella storica più seguita, sebbene le allusioni del salmo siano piuttosto generiche, si riferisce alla spedizione militare in Palestina (701 a.C.) del re assiro Sennacherib, al tempo del re Ezechia (2Re 18,13-19,37; Is 36,1-37,38). Il salmo è un inno altamente poetico e chiaro teologicamente. Vi si sviluppa prevalentemente il simbolismo bellico, cosmico e quello materno. L'inclusione tra i v. 8 e 12, data dal ritornello «Il Signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe», rende il blocco dei vv. 8-12 piuttosto compatto. Alcuni autori, per motivi di carattere formale, suppongono tale ritornello anche dopo il v. 4. Il ritmo nel TM è dato da 4 + 4 accenti.
Divisione:
- vv. 2-4 (I strofa): Dio sicurezza del suo popolo negli sconvolgimenti cosmici;
- vv. 5-7 (II strofa): Dio nella sua città, sicurezza contro gli sconvolgimenti cosmici e storici;
- v. 8: ritornello;
- vv. 9-11 (III strofa): certezza della vittoria di Dio;
- v. 12: ritornello.
v. 2. «per noi»: l'espressione, che si ripete anche nei vv. 8 e 12 (nell'originale ebraico) ed è richiamata negli stessi versetti anche da «con noi» (‘immānû), denota un certo sentimento di fierezza da parte dei fedeli che si sentono appartenere al popolo eletto. «Rifugio e forza»: sono due immagini con sfumatura bellica.
v. 5. «Un fiume e i suoi ruscelli...»: in contrasto con le acque turbolente, sconvolte dal terremoto del v. 4, si presentano, rievocando quelle del paradiso (Gn 2,10-14), le acque calme, fecondatrici della città di Sion che danno gioia. Non si tratta di una descrizione realistica del sistema idrico di Gerusalemme (la fonte del Ghicon, e il torrente Cedron son ben poca cosa a confronto), ma di un'enfatizzazione e idealizzazione con chiare allusioni teologiche. Il Signore è la sorgente di acqua viva (cfr. Is 33,21; Ger 2,13; Gl 4,18) e dal suo tempio uscirà l'acqua abbondante e fecondatrice (Ez 47,1-12). «la città di Dio»: non si nomina né Gerusalemme, né Sion, ma è chiaro che si tratta di Gerusalemme, cfr. Sal 87,3; Is 60,14.
v. 7. «Fremettero le genti... egli tuonò...»: sinteticamente, con quattro verbi, come rapide pennellate, si descrive l'assalto dei nemici (primo emistichio) e il pronto intervento liberatorio portentoso di Dio (secondo emistichio), cfr. Sal 2,1; 48,5-6; Is 17,12-14. «egli tuonò»: ci si riferisce al tuono con valore teofanico. La voce di Dio è paragonata al tuono la cui potenza atterrisce, cfr. Sal 18,14; 29,3; 76,7; 1Sam 7,10; Ger 25,30; Am 1,2; Gl 2,11; Gl 4,16.
v. 8. Il ritornello, che si ripete anche nel v. 12, sintetizza la teologia del salmo e conferma la fede espressa dal v. 1. Esso è formato da quattro titoli divini: «Il Signore degli eserciti (JHWH ṣebā’ôt)»: l'appellativo designa l'aspetto bellico ed è molto usato da Isaia (50 volte). «è con noi (‘immānû)»: richiama l'Emmanuele (‘immānû-ēl), il «Dio-con-noi» di Is 7,14; 8,8.10. «una rocca»: l'appellativo «rocca» (miśgāb), di carattere militare, indica una fortezza imprendibile (cfr. Sal 9,10; 18,3; 27,1; 48,4; 59,10; Is 33,16; Ger 48,1). «Dio di Giacobbe»: è un titolo divino arcaico (cfr. Is 2,3; Sal 20,2; 75,10; 76,7; 81,2.5; 84,9; 94,7).
v. 11. «Fermatevi e sappiate..»: l'appello al riconoscimento della sua divinità è rivolto da Dio in prima persona come in Is 33,10-13 ed è caratteristico degli oracoli profetici (cfr. Ger 16,21; Ez 6,7.13-14; 7,4; 1Re 20,28).
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)