SALMO – 61 (60)

PREGHIERA DI UN ESILIATO 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Di Davide.

2 Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera.

3 Sull'orlo dell'abisso io t'invoco, mentre sento che il cuore mi manca: guidami tu sulla rupe per me troppo alta.

4 Per me sei diventato un rifugio, una torre fortificata davanti al nemico.

5 Vorrei abitare nella tua tenda per sempre, vorrei rifugiarmi all'ombra delle tue ali.

6 Tu, o Dio, hai accolto i miei voti, mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome.

7 Ai giorni del re aggiungi altri giorni, per molte generazioni siano i suoi anni!

8 Regni per sempre sotto gli occhi di Dio; comanda che amore e fedeltà lo custodiscano.

9 Così canterò inni al tuo nome per sempre, adempiendo i miei voti giorno per giorno.

_________________ Note

61,1 Suppliche e lamenti per la situazione difficile dell’orante e per la sua lontananza dal tempio di Gerusalemme si intrecciano, in questo salmo di lamentazione, con la preghiera per il re e per la stabilità della sua discendenza.

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Approfondimenti

L'esule prega con nostalgia il Signore Supplica individuale (+ motivi di fiducia e regali)

Il salmista, in una situazione difficile e lontano dalla sua terra, supplica il Signore, suo rifugio, sua rupe e torre di salvezza, di essere salvato. La simbologia è di carattere spaziale, temporale, regale e di intimità (cfr. v. 5). Questo salmo, insieme ai due successivi (Sal 62; 63), forma un trittico per affinità di simboli e per l'invocazione di Dio come «rupe» (ṣûr). Nota specifica del salmo è il riferimento ai «voti». Il Signore li ha ascoltati (v. 6) e l'orante li «scioglierà» adempiendoli (v. 9). A livello di struttura c'è un'inclusione con il verbo «ascoltare» (šm‘) nei vv. 2 e 6 e con l'espressione «miei voti» (nᵉdārāy) nei vv. 6 e 9. I vv. 4 e 6 nell'originale sono introdotti da «perché»; la motivazione del v. 4 segue a una supplica (v. 3) e quella del v. 6 succede a un proposito (v. 5).

Divisione: * v. 2: introduzione; * vv. 3-8: supplica: * v. 9: ringraziamento.

v. 2. «Ascolta»: l'invocazione sarà esaudita nel v. 6, ove, in inclusione con questo versetto, il salmista afferma di essere stato ascoltato. «il mio grido»: ill «grido», In parallelismo con «preghiera», è qui quello di lamento e di dolore (cfr. Sal 17,1; Ger 7,16), mentre altrove può essere di gioia (cfr. Sal 30,6; Is 48,20).

v. 3. «confini della terra»: l'espressione è vaga. Può indicare l'orizzonte (Sal 19,7; 135,7) e anche la lontananza (Is 5,26; 42,10; 43,6). Qui può richiamare l'esilio o un paese straniero, ma più in generale sembra essere un'iperbole per indicare la lontananza. «rupe inaccessibile»; è il monte del tempio, la santa montagna di Sion, una volta piazzaforte gebusea, cfr. 27,5.

v. 4. «Tu sei per me rifugio»: è la motivazione dell'invocazione del v. 3. Con inevitabile risonanza il salmista è passato dall'identificazione della «rupe inaccessibile», come luogo, all'identificazione come persona. Dio è infatti «rifugio» e «torre salda» davanti al nemico, cfr. Sal 18,3; Prv 18,10. Dio stesso, «rifugio», conduce come un pastore alla rupe di rifugio che è il suo tempio.

v. 5. «Dimorerò..»; alla lett. «Voglio dimorare» (il verbo ebraico è un coortativo). In questo versetto appaiono immagini che denotano intimità unitamente a protezione, di fesa, diritto d'asilo. «nella tua tenda»: Si riferisce al tempio con un richiamo alla «tenda del convegno» del deserto, cfr. Sal 15,1. «all'ombra delle tue ali»: Sal 57,2; 63,8.

v. 6. «perché tu, Dio, hai ascoltato i miei voti...»: si indica la motivazione del proposito del v. 5. Un probabile oracolo divino, ricevuto tramite un sacerdote nel tempio (Sal 4,4; 65,3), dà la sicurezza al salmista dell'esaudimento divino. «i miei voti»: si tratta qui della prima parte di un voto (riguardante Dio), cioè di richieste che vengono esaudite, mentre, nel v. 9 della seconda parte, di adempimenti susseguenti alle promesse fatte a Dio nell'atto di invocarlo, riguardanti l'uomo. «l'eredità»: la voce «eredità» (yᵉrušah) è preferita da Dt 2-3 e Ger 32, e riguarda il possesso della terra promessa, così come indica il verbo da cui deriva yrš (= ereditare).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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