SALMO – 70 (69)

IMPLORAZIONE NELL’ANGUSTIA 1 Al maestro del coro. Di Davide. Per fare memoria.

2 O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto.

3 Siano svergognati e confusi quanti attentano alla mia vita. Retrocedano, coperti d'infamia, quanti godono della mia rovina.

4 Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: “Ti sta bene!”.

5 Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: “Dio è grande!” quelli che amano la tua salvezza.

6 Ma io sono povero e bisognoso: Dio, affréttati verso di me. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: Signore, non tardare.

_________________ Note

70,1 Già presente integralmente in Sal 40,14-18, questa composizione appartiene al genere delle lamentazioni individuali.

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Approfondimenti

Vieni presto, mio Dio Supplica individuale

Questo salmo appartenente al salterio “elohista” è riprodotto in un modo più completo nella forma “jahvistica” nel Sal 40, 14-18, di cui con poche varianti costituisce la strofa finale. Il salmo è unitario e ha un proprio titolo. Un'inclusione data dall'imperativo «vieni presto» (ḥûšāh) (vv. 2.6) ne racchiude la struttura. L'espressione «in memoria» (lᵉhazkîr) contenuta nel titolo fa pensare all'uso liturgico del salmo nel sacrificio dell'azkārâ (cfr. Lv 2,2-16; 5,11-12; 6,8). Il salmo è diventato famoso per il versetto iniziale (v. 2) usato come invitatorio in molte celebrazioni liturgiche. La struttura è la seguente:

v. 3. «quanti attentano alla mia vita»: il Sal 40,15 attenua l'espressione dicendo: «quanti cercano di togliermi la vita».

v. 4. «quelli che mi deridono»: lett. «quelli che dicono: ah, ah!». Pare di sentire risate sguaiate e di scherno!

v. 5. Si capovolge qui la triplice azione malvagia dei nemici dei vv. 3-4. Dio causa nell'orante e in quelli che gli sono fedeli gioia e allegrezza. Infatti mentre i nemici cercano il fedele per rovinarlo, Dio colma di gioia e allegrezza coloro che lo cercano (v. 5a); inoltre, alle derisioni dei nemici, i fedeli oppongono la loro professione di fede nella potenza di Dio; e infine, all'odio dei nemici e al loro cinico piacere di far del male, contraccambiano l'opera salvifica di Dio con l'amore.

**v. 6. «Ma io sono povero e infelice»: il salmista si definisce «povero» (‘onî) e «infelice» (’ebyôn), due termini basilari nella teologia dei salmi (cfr. Sal 9-10). «mio aiuto e mio salvatore»: lett. «mio aiuto e mia liberazione». Al binomio indicante la povertà e la miseria del salmista, si contrappone un altro riferito a Dio come «difensore e protettore» di tutti gli oppressi. «Signore, non tardare»: il salmo si chiude con l'accorato appello di carattere escatologico. La salvezza senz'altro arriverà!

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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