SALMO – 76 (75)
CANTO DI VITTORIA 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto.
2 Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome.
3 È in Salem la sua tenda, in Sion la sua dimora.
4 Là spezzò le saette dell'arco, lo scudo, la spada, la guerra.
5 Splendido tu sei, magnifico su montagne di preda.
6 Furono spogliati i valorosi, furono colti dal sonno, nessun prode ritrovava la sua mano.
7 Dio di Giacobbe, alla tua minaccia si paralizzano carri e cavalli.
8 Tu sei davvero terribile; chi ti resiste quando si scatena la tua ira?
9 Dal cielo hai fatto udire la sentenza: sbigottita tace la terra,
10 quando Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra.
11 Persino la collera dell'uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa.
12 Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli, quanti lo circondano portino doni al Terribile,
13 a lui che toglie il respiro ai potenti, che è terribile per i re della terra.
_________________ Note
76,1 È questo il terzo dei “canti di Sion” (vedi nota a Sal 46). Dio è visto ergersi a difesa della città, sua dimora, e intento a sbaragliare i nemici che la minacciano (l’appellativo terribile al v. 8 intende designare questa sua opera di difensore della città). Il salmo probabilmente allude alla vittoria riportata sull’esercito del re assiro Sennàcherib che, nel 701, aveva assediato Gerusalemme (2Re 19,35).
76,3 Salem: l’antico nome di Gerusalemme (vedi Gen 14,18).
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Approfondimenti
Inno a Dio splendido e terribile in Sion Cantico di Sion
Sulla scia dei Sal 46 (di cui è chiamato “salmo fratello”) e 48, il Sal 76 celebra Dio grande e terribile abitante in Sion, che mostra la sua potenza invincibile, sconfiggendo i suoi nemici e salvando gli «umili» della terra. Come per i Sal 46 e 48 i sostenitori dell'interpretazione storica adducono prevalentemente la circostanza della disfatta di Sennacherib alle porte di Gerusalemme (701 a.C.) sotto il re Ezechia (2Re 18,13-19,37). La traduzione greca dei LXX sembra accreditare tale tesi aggiungendo dopo il titolo (v. 1) l'espressione odē pros ton Assyrion (canto sull'Assiro). Tuttavia, come per i precedenti salmi, l'interpretazione storico-escatologica, che va al di là del fatto storico particolare, è più convincente. La simbologia spaziale è evidente: Sion e Dio dimorante in essa sono al centro della scena. È presente inoltre la simbologia militare (vv. 2-7) e quella giudiziaria (vv. 8-13). La lingua è arcaizzante e il salmo è ben ordinato e equilibrato nel suo impianto strutturale. Gerusalemme è chiamata con il nome antico di Šālēm (Gn 14,18; Eb 7,1-2). Non manca una certa solennità. Il ritmo nel TM è dato prevalentemente da 3 + 3 accenti. La divisione è in quattro strofe, di cui le prime due hanno carattere specificatamente bellico, e le altre giudiziario. Le prime due iniziano con un participio passivo (nifal) in posizione enfatica: «conosciuto» (nôda‘), «splendido» (na’ôr).
Divisione: vv. 2-4 (I strofa): scena bellica in Gerusalemme; vv. 5-7 (II strofa): scena bellica sui monti; vv. 8-10: (III strofa): scena giudiziaria in cielo; vv. 11-13 (IV strofa): scena giudiziaria sulla terra.
v. 2. «Dio è conosciuto». Il participio «conosciuto» (nôda‘) è in posizione enfatica. Indica una conoscenza vera, profonda secondo il significato biblico del verbo «conoscere». «in Giuda e in Israele»: a ragione del parallelismo sinonimico dei due emistichi, il binomio Giuda-Israele ha forza di coppia di termini-polari, indicanti la totalità del popolo eletto e soprattutto l'unità religiosa nella professione di fede in Dio (cfr. Sal 114,2). «è grande il suo nome»: la grandezza di Dio (nome = Dio stesso) è contemplata dal punto di vista della sua permanenza in Gerusalemme (v. 3) e della sua azione liberatrice in favore de suo popolo (v. 4).
v. 3. «Gerusalemme»: in ebr. Šālēm. E una designazione poetica e arcaizzante di Gerusalemme. In Gn 14,18 si parla di Melchisedek come «re di Salem». Chiamando Sion con tale nome la si vuole collegare ad Abramo (Gn 14) e a Davide (Sal 110,4) e farvi risalire l'origine del culto. Nel Sal 46,5, si accenna al Dio «altissimo» (‘elyôn) di cui Melchisedek era sacerdote (Gn 14,18-19).
v. 4. «Qui spezzò...»: si indica il trionfo del Signore con simboli militari. «saette, scudo, spada, guerra»: cfr. Sal 46,10. Con la figura retorica della sineddoche è significata la totalità delle armi belliche, e la completa vittoria di Dio (Is 3,25; 21,15; 22,2; 30,32; Os 1,7; 2,20).
v. 6. «furono spogliati i valorosi...»: tutte le immagini di questo versetto denotano lo smarrimento dei nemici colti di sorpresa nel sonno, atterriti e confusi dall'azione militare sorprendente del Signore. Vengono alla mente le imprese rapide e fulminee descritte in particolar modo nel libro dei Giudici, cfr. Gdc 7,16-22.
v. 7. «Dio di Giacobbe»: cfr. Sal 20,2; 24,6; 46,8.12; 84,9. «carri e cavalli»: c'è il richiamo all'esodo (Es 15,1).
vv. 8-10. La scena si trasforma in giudiziario-escatologica. Dopo il Dio «conosciuto» e «splendido» che inizia le strofe precedenti, ora si incontra il Dio «terribile» (nôra’) in atto di giudicare dal cielo, sua abitazione eterna per eccellenza.
v. 8. «chi ti resiste...»: l'irresistibilità all'ira divina, è caratteristica del genere profetico-apocalittico, cfr. Gl 2,11; Ml 3,2.
v. 10. «per giudicare»: il verbo «giudicare» è di carattere militare-giuridico e di grande importanza nella teologia dei salmi (Sal 9-10,20; 35,23; 44,23.26; 74,22). «per salvare tutti gli umili della terra»: si sottolinea l'aspetto positivo del giudizio di Dio.
vv. 11-13. La scena giudiziaria si sposta sulla terra. Si accenna agli effetti della sentenza di Dio (v. 11) e si invita a essere fedeli al Signore «adempiendo i voti fatti», e a prestargli il culto dovuto portandogli «doni», in segno anche di sottomissione, se si vuole tener lontana la sua ira. Egli infatti è «terribile», soprattutto verso chi si vuole confrontare con lui: i potenti e i re della terra. Essi, colpiti dalla sua ira, rischiano anche di morire (Sal 2,12).
v. 11. «L'uomo colpito dal tuo furore...»: secondo Ger 13,11 e Sal 109,19, anche chi è stato colpito dalla potenza e giustizia di Dio, riconoscendolo, gli rende lode. Ma il v. 11 è soggetto anche ad altre interpretazioni a causa della corruzione del testo.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)