SALMO – 92 (91)

INNO DI LODE DEL GIUSTO 1 Salmo. Canto. Per il giorno del sabato.

2 È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo,

3 annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte,

4 sulle dieci corde e sull'arpa, con arie sulla cetra.

5 Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l'opera delle tue mani.

6 Come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri!

7 L'uomo insensato non li conosce e lo stolto non li capisce:

8 se i malvagi spuntano come l'erba e fioriscono tutti i malfattori, è solo per la loro eterna rovina,

9 ma tu, o Signore, sei l'eccelso per sempre.

10 Ecco, i tuoi nemici, o Signore, i tuoi nemici, ecco, periranno, saranno dispersi tutti i malfattori.

11 Tu mi doni la forza di un bufalo, mi hai cosparso di olio splendente.

12 I miei occhi disprezzeranno i miei nemici e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure.

13 Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano;

14 piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.

15 Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi,

16 per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c'è malvagità.

_________________ Note

92,1 Con il suo tono gioioso e musicale, questo salmo è considerato il canto della festa, il canto del sabato (secondo l’indicazione posteriore del titolo, v. 1). Motivo di tanta gioia è l’agire di Dio in favore del suo fedele, reso forte davanti alle minacce dei nemici e saldo davanti all’avanzare della vecchiaia.

92,13 palma e cedro: evocano bellezza e longevità. Il Libano era famoso per i suoi cedri.

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Approfondimenti

L'amore e la fedeltà di Dio Salmo di ringraziamento (+ motivi innici e sapienziali)

Secondo il titolo e la Mishnah (Tamid) è il canto del sabato. Ancor oggi è cantato all'ingresso del sabato, al tramonto del venerdì. È una lirica gioiosa, musicale (vv. 2-5), piena di ottimismo che annuncia l'amore e la fedeltà di Dio. Il nome del Signore (JHWH) ricorre sette volte. C'è un'inclusione tra i vv. 2-4 e 13-16 soprattutto con il verbo «proclamare» (lᵉhaggîd). Il corpo del salmo (vv. 5-12) è a struttura chiastica concentrica con al centro l'espressione «l'eccelso per sempre, o Signore» del v. 9. È l'unico salmo che inizia con l'aggettivo ṭôb (= buono), tradotto da BC con «bello». È presente la simbologia della polarità (empio-giusto), del mondo vegetale, musicale, del tempo e dello spazio.

Divisione:

vv. 2-4. L'introduzione ampia e solenne, come negli inni, ha elementi dei salmi di ringraziamento (cfr. 9,2-3; 34,3-4), tra cui «dar lode», verbo caratteristico del ringraziamento (tôdâ). Il salmista vuole «dar lode» (= ringraziare) il Signore, «cantare» con un canto liturgico accompagnato da strumenti musicali.

v. 2. «È bello.»: alla lett. «È bene» (ṭôb). «o Altissimo»: (cfr. Gn 14,18-20) è il titolo antico di Dio usato spesso nei salmi per indicare la sua trascendenza.

v. 3. «annunziare»: il modo più alto di lodare il Signore è raccontarne le meraviglie, scaturite dal suo «amore» e dalla sua «fedeltà». «al mattino... lungo la notte»: cioè ininterrottamente.

v. 5. «meraviglie... opere delle tue mani»: sono gli atti di Dio della creazione e della storia salvifica, cfr. Sal 36,7; 40,6; 104,24; 139,14; Rm 11,33.

v. 6. «Come sono grandi...»: «Come» indica meraviglia. Il poeta è estasiato nella contemplazione della grandezza di Dio, cfr. Sal 8,2.10.

vv. 7-8. Alle meraviglie di Dio e all'insondabilità dei suoi pensieri, il salmista collega la stoltezza dell'uomo, che non riconosce Dio (cfr. Sap 17), e perciò agisce contro la sua legge.

v. 8. «germogliano come l'erba...»: sul successo passeggero dei peccatori, cfr. Sal 36,2; 73,17-20; Is 40,6-7.

v. 9. «ma tu sei l'eccelso per sempre...»: in contrasto con la fugacità dell'empio e la sua eterna rovina, l'orante ci fa contemplare Dio nella sua immutabilità eterna e trascendenza, cfr. Sal 9,8.37; 11,4; 14,2. Siamo al vertice dell'inno.

v. 11. «forza»: alla lett. «corno». È segno di potenza (Sal 75,5-6; 89,18; 132,17; 148,14; Lc 1,69). «cospargi di olio splendente»: l'olio evoca l'ospitalità (Sal 23,5); la gioia (Sal 45,8) e la sacralità (Sal 133,2).

v. 12. «I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, e contro gli iniqui...»: il salmista si sente fortificato e irrobustito dal Signore, e come un generale vittorioso compiaciuto già guarda dall'alto con disprezzo i nemici e gli empi in rotta, di cui sembra ascoltare notizie infauste di grida, di sangue e di morte.

vv. 13-16. Per contrasto con la misera fine degli empi e dei malfattori, nemici di Dio (v. 8.10.12), l'orante con immagini del mondo vegetale descrive la floridezza del giusto, già preannunciata nel v. 11.

v. 13. «cedro del Libano»: i cedri del Libano sono famosi per la loro robustezza e longevità.

v. 14. «piantati nella casa del Signore»: il giusto è rappresentato in modo simile nel Sal 1, ma «piantato lunghi corsi d'acqua». Qui si accenna all'area del tempio del Signore, come segno di ancora maggiore fertilità per la prosperità degli alberi.

v. 16. «per annunziare..»: in inclusione con il v. 3, così fortificato e protetto dal Signore il salmista, giusto, è pronto a proclamare la rettitudine del Signore, la sua giustizia e stabilità eterna come roccia di difesa, cfr. Dt 32,4; Sap 12,12-13. Il motivo finale del salmo è riportato anche dai Sal 18,50; 21,14; 30,13.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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