SALMO – 93 (92)
INNO A DIO, RE
1 Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare.
2 Stabile è il tuo trono da sempre, dall'eternità tu sei.
3 Alzarono i fiumi, Signore, alzarono i fiumi la loro voce, alzarono i fiumi il loro fragore.
4 Più del fragore di acque impetuose, più potente dei flutti del mare, potente nell'alto è il Signore.
5 Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore.
_________________ Note
93,1 Questo inno trionfale appartiene ai “salmi della regalità del Signore” (vedi Sal 47; 96-99). La regalità del Dio d'Israele appare nello splendore del tempio, simbolo di stabilità e nel suo dominio su tutte le forze disgregatrici.
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Approfondimenti
Dio è re stabile nel mondo e nella sia legge Inno della regalità del Signore (JHWH)
Il salmo celebra in modo entusiastico la regalità del Signore, che si riflette nella stabilità del mondo e del suo trono, e in quella dei suoi insegnamenti. La tematica annunciata nei primi due versetti è il cardine e la tesi che si sviluppa nel carme. Come tutti gli “Inni della regalità di JHWH” il salmo 93 è soggetto a vari tipi di interpretazione che vanno da quella mitologica a quella storico-escatologica. Vi sono vari punti di contatto con il Sal 29. La composizione può risalire all'inizio della monarchia, e perciò si è in presenza di una testimonianza, sebbene succinta, della poesia e teologia dell'antico Israele. L'atmosfera è quella di una marcia festosa e i pensieri e le immagini si svolgono in un crescendo che raggiunge l'apice nel v. 4c. Per lo stile notiamo che si passa dal pronome personale di terza persona (vv. 1.3.4) a quello di seconda (vv. 2.5), Predomina, inoltre, il campo semantico riferentesi alla monarchia; ma è presente anche quello relativo alla battaglia cosmica e alla stabilità. A livello contenutistico il salmo si può dividere in: v. 1ab (introduzione): acclamazione e presentazione del Signore-re; vv. 1c-4 (corpo): la stabilità del suo trono; v. 5 (epilogo): la legge come esercizio della regalità divina su Israele . Ma tenendo conto degli indizi letterari di struttura (inclusioni) è meglio dividere il salmo come segue:
- vv. 1-2: solenne acclamazione e presentazione di JHWH-re;
- vv. 3-4: esaltazione-sfida delle acque primordiali e vittoria di Dio;
- v. 5: Dio legislatore nel suo tempio santo.
Nei vv. 1-2 il metro nel TM è di 2 + 2 accenti a differenza del resto del carme (3 + 3) che dà più cadenza al ritmo. Il v. 2, in seconda persona, si rivolge direttamente al Signore esaltando la stabilità del suo trono e la sua eternità.
v. 1. «Il Signore regna»: ebr. JHWH mālāk. Tale acclamazione, che corrisponde a «Viva il re» (cfr. 2Re 11,12), si trova anche in Sal 96,10; 97,1 e 99,1. Essa ha valore atemporale e si riferisce alla qualità stabile e profonda della regalità di Dio. A differenza della formula analoga mālāk JHWH (Sal 47,9; Is 52,7) in cui l'accento è posto sul verbo mlk (regnare), accentuando così il valore dinamico-ingressivo del significato, l'espressione pone l'accento sulla persona stessa del Signore (JHWH) e sulla sua regalità, qualità stabile ed esclusiva. «si ammanta... si cinge...»: si descrive il Signore-re-guerriero, rivestito delle sue insegne e armi. Il mantello (cfr. Sal 104,2) è ricordato due volte in forma chiastica: «di splendore si ammanta-si ammanta il Signore (JHWH)» (gē’ût labēš-labeš JHWH). Lo splendore del mantello è simbolo di trascendenza. «si cinge di forza»: cfr. Gb 38,3; 40,7. Si presenta Dio come eroe supremo, suggerendo la sua onnipotenza, cfr. Sap 5,17-20. «rende saldo il mondo»: la regalità del Signore si manifesta nella stabilità del mondo, a lui dovuta, e che nessun cataclisma né maremoto (cfr. vv. 3-4) può sconvolgere, cfr. Sal 24,1-2; Prv 8,27-29.
v. 2. «Saldo è il tuo trono»: ci si può riferire alla saldezza del trono nei cieli e a quello a esso strettamente collegato sulla terra: il tempio di Gerusalemme e l'arca dell'alleanza in esso conservata (cfr. Sal 29; Is 66,1; Ger 17,12).
v. 3. «Alzano i fiumi...»: cfr. Sal 29. Si sente l'eco della sfida cosmica a Dio degli elementi primordiali. Il verso è ben costruito secondo lo schema stilistico cananeo: abc/abd/abe. «Alzano i fiumi» si ripete per tre volte in modo assordante, progressivo e incalzante, come tre assalti al trono di Dio. I «fiumi» per sineddoche rappresentano le acque dell'oceano primordiale (cfr. Sal 24,2; 46,5; 89,26; Is 44,27; Gio 2,4).
v. 4. La potenza di Dio esce vincitrice contro l'assalto arrogante delle acque primordiali, cfr. Prv 8,29; Gb 38,8-11. La vittoria di Dio simboleggia anche la vittoria contro i nemici del suo popolo, cfr. Ab 3,8.13. «potente nell'alto è il Signore»: l'aggettivo «potente» (’addîr) è adoperato nell'originale una volta al plurale e una al singolare nello stesso verso. L'uso del plurale riferito a Dio (’elōhîm) è da considerarsi come plurale di maestà. L'espressione, suggestiva nella sua semplicità e pregnanza, è il climax del salmo e la risposta e contrapposizione a questo ripetuto alzarsi e sollevarsi delle acque dei fiumi del v. 3. Si esprime così sinteticamente l'onnipotenza assoluta del Signore.
- All'esercizio della regalità divina vittoriosa nel cosmo si associa nella mente del salmista quella esercitata, nella storia, sul suo popolo con l'alleanza. La prescrizione delle leggi, come presso gli antichi monarchi orientali, è segno di regalità e di dominio. «Degni di fede...»: l'espressione ne’emnû può tradursi «stabili, infallibili...». Anche nel dare le sue leggi Dio mostra la sua regalità eterna e la stabilità del suo trono (cfr. v. 2). Del v. 5 nel suo testo consonantico, diversamente dal testo vocalizzato dai masoreti, è passibile anche un'interpretazione più “arcaicizante” in conformità alla mitologia soggiacente a tutto il salmo. Così si può tradurre: «Il tuo trono è stato fermamente stabilito / nel tuo tempio i santi ti glorificano/ o JHWH, per la lunghezza dei giorni». Il versetto è così più in linea con il pensiero del salmo e ribadisce in chiusura, con un'inclusione, la sua affermazione principale: la vittoria di Dio sulle forze primordiali e la stabilità del suo trono.
Nel NT si cita il v. 4 in Ap 19,6.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)