SALMO – 95 (94)
INVITO ALL’ADORAZIONE
1 Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.
3 Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi.
4 Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti.
5 Suo è il mare, è lui che l'ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra.
6 Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
7 È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce! 8 “Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
9 dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere.
10 Per quarant'anni mi disgustò quella generazione e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie”.
11 Perciò ho giurato nella mia ira: “Non entreranno nel luogo del mio riposo”.
_________________ Note
95,1 Tutta la comunità d'Israele è chiamata a stringersi attorno al suo Dio, nelle cui mani è posto il destino dell’uomo e dell’intera creazione. L’oracolo dei vv. 8-11 presenta Dio stesso che invita il popolo a questa profonda adesione a lui, esortandolo a evitare l'atteggiamento di ingratitudine e di sufficienza tipico dei suoi antenati, all’epoca del deserto.
95,8 Vengono evocati gli episodi narrati in Es 17,1-7 e Nm 20,1-13.
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Approfondimenti
Invito al pellegrinaggio al tempio Salmo di pellegrinaggio
Il carme è vivace e affine al Sal 81. È in distici, e il metro nel TM è di 3 + 3 accenti. Lo sfondo liturgico induce a collegarlo con l'ingresso processionale nel tempio. Risale molto probabilmente al postesilio. La simbologia è spazio-temporale, antropologica, liturgica, profetica e antropomorfica.
Divisione:
- v. 1-7: invito alla solenne celebrazione;
- vv. 8-11: ammonizione oracolare.
vv. 1-7. A livello di struttura si noti che all'invito del v. 1 e a quello del v. 6 seguono le motivazioni introdotte da kî (= perché) nel TM, da titoli cosmici (vv. 4-5) e dal titolo di elezione (v. 7).
vv. 1-2. «Venite..»: è un invito insistente a presentarsi davanti al Signore nel tempio per ringraziarlo solennemente, cfr. Sal 47,2; 100,2.
v. 3. «Poiché grande Dio..»: è la prima motivazione: la grandezza di Dio e la sua superiorità su ogni altra divinità dei popoli pagani, cfr. 96,4-5; 97,7; 98,2.
vv. 4-5. «Nella sua mano»: è un chiaro riferimento alla creazione (cfr. Gn 1; 2; Sal 8; 19; 29; 104). Tutto dipende ed è concentrato nelle mani di Dio («sue mani»), a differenza delle divinità pagane, di cui ognuna aveva un settore particolare da governare.
v. 6. «Venite...»: è il secondo invitatorio che prepara la motivazione: quella dell'elezione e dell'alleanza del v. 7. Comporta in più, rispetto al primo (v. 1), il gesto di profonda adorazione.
v. 7. «Egli è il nostro Dio... popolo del suo pascolo...»: è la formula dell'alleanza che richiama la seconda motivazione del ringraziamento (Es 19,5-6). L'immagine del gregge (cfr. Sal 23,1-2) arricchisce la formula dell'alleanza e richiama l'esodo, cfr. Sal 74,1; 79,13; 100,3.
vv. 8-11. Il salmista, dopo il lungo e solenne invitatorio, con un oracolo, induce Dio stesso a parlare e a ricordare le disposizioni per una vera adorazione e un giusto rendi mento di grazie. A differenza dell'ammonizione simile del Sal 81,9-17, qui non si accenna alle promesse divine, ma solo alla minaccia del castigo.
v. 8. «Ascoltate»: alla lett. «Oh, se ascoltaste...». È un invito in forma deprecativa. «Non indurite il cuore...»: la durezza del cuore o della cervice, segno di caparbietà e ostinazione nel male, è spesso contestata al popolo nel deserto, cfr. Es 32,9; Dt 9,6.13. «Meriba... Massa»: per gli episodi di Massa (= tentazione) e Meriba (= contestazione), cfr. Es 17,1-7; Nm 20,2-13. Essi diventano simbolo di incredulità, cfr. Dt 6,16; 8,2; 9,22; 33,8; Sal 78,18; 81,8; 106,32.
v. 11. «perciò ho giurato...»: cfr. Nm 14,22-35; Dt 1,34; 2,15. E un giuramento di esplicita condanna. Dio rigetta il popolo rompendo l'alleanza, rifiutandogli il possesso della terra, una clausola del patto. «luogo del mio riposo»: è la terra di Canaan, terra promessa da Dio al suo popolo al termine delle lunghe e difficili peripezie nel deserto, cfr. Es 33,14-15; Dt 12,9.
Nel NT la lettera agli Ebrei cita l'oracolo del Sal 95 secondo i LXX e lo commenta (Eb 3,1-4,11).
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)