SALMO – 99 (98)
INNO A DIO, RE GIUSTO E SANTO 1 Il Signore regna: tremino i popoli. Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra.
2 Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli.
3 Lodino il tuo nome grande e terribile. Egli è santo!
4 Forza del re è amare il diritto. Tu hai stabilito ciò che è retto; diritto e giustizia hai operato in Giacobbe.
5 Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo!
6 Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuele tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva.
7 Parlava loro da una colonna di nubi: custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato.
8 Signore, nostro Dio, tu li esaudivi, eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati.
9 Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio!
_________________ Note
99,1 È la santità di Dio il motivo che ritma questo inno, con cui si chiude la piccola serie dei “salmi della regalità del Signore” (vedi Sal 47). Questa santità (che nella Bibbia esprime separazione e trascendenza insieme) da una parte fa di Dio il Signore di tutta la terra e, dall'altra, lo rende vicino al suo popolo (rappresentato nelle tre grandi figure carismatiche della storia di Israele: Mosè, Aronne, Samuele, v. 6).
99,5 sgabello dei piedi di Dio: il monte Sion, ma anche l’arca dell’alleanza (vedi Sal 132,7).
99,7 colonna di nubi: riferimento a Es 33,9.
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Approfondimenti
Il Signore regna in Sion e su tutti i popoli Inno della regalità del Signore (JHWH)
Il salmo canta la regalità del Signore che siede in Sion e si erge eccelso sopra tutti i popoli. È l'ultimo, e anche il più originale, dei “Salmi della regalità” del Signore. Vi si differenzia dagli altri in particolare per la ricchezza teologica, il lirismo e il tenore morale. Sebbene inizi con l'espressione «Il Signore regna» (JHWH mālāk) si distacca dai Sal 96-98, che si ispirano al Deuteroisaia per il contenuto salvifico-escatologico, e si avvicina di più al Sal 47 e, in parte, anche al 93 per il suo aspetto celebrativo-cultuale. Il Sal 99 mostra così di essere legato al tempio e al culto, alla teologia della santità e dell'alleanza; ma non è facile definire il suo impiego in una precisa cerimonia o in una particolare festa. E preesilico (VII o VI sec. a.C.). A livello letterario è ben strutturato; il metro nel TM è un po' incerto; gli accenti sono per lo più 4 + 4 a eccezione dei vv. 5 e 9 in cui sono 3 + 3 + 3. C'è un simbolismo spaziale di base, cui si affianca quello cultuale-regale-giudiziario. Qualcuno divide il salmo in due parti (vv. 1-5; 6-9), ma generalmente viene diviso in tre parti (vv. 1-3; 4-5; 6-9) basandosi sul ritornello «è santo» (vv. 3.5) e l'espressione «Il Signore è santo» del v. 9. Ogni parte termina con un ritornello (vv. 3.5.9). Nella prima si esalta la maestà e l'universalità della regalità divina; nella seconda l'attenzione si sposta sulla potenza della regalità che si esercita nella giustizia e nel suo esercizio; nella terza si esalta la regalità divina che si è manifestata più direttamente nel popolo eletto e nella storia della sua alleanza con il Signore, ma in particolare nella pazienza di Dio e nell'esaudire i tre grandi intercessori: Mosè, Aronne e Samuele.
v. 1. Il versetto è costruito con un parallelismo sinonimico, e con tratti tradizionali. Al primo membro di ogni emistichio esaltante la regalità, corrisponde l'effetto di risonanza delle creature, prese dal sacro timore reverenziale. «Il Signore regna»: così iniziano anche i Sal 93,1; 97,1. «siede sui cherubini»: il titolo è riportato anche in Sal 80,2; 2Re 19,15; Is 37,16. Ci si riferisce all'arca dell'alleanza che era sormontata da due cherubini, considerata trono di Dio sulla terra (Es 25,22; Nm 7,89; 10,33-35; Sal 68,2; Dn 3,53-56).
v. 2. «Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli»: il testo ebraico è costruito chiasticamente, avente alla fine del primo emistichio e all'inizio del secondo questi due aggettivi. Sono così indicati l'asse orizzontale (grande) e l'asse verticale (eccelso).
v. 3. «il tuo nome»: è la stessa persona di Dio: cfr. Sal 8,2; 97,12. «grande e terribile»: cfr. Dt 10,17; Sal 111,10; Is 57,15 (cfr. Sal 76). Si denota con questi attributi la trascendenza divina. «perché è santo»: la santità di Dio più delle altre qualità divine sottolinea la sua purissima trascendenza. «santo» (qādôš) è l'aggettivo fondamentale e più ricorrente nel salmo (quattro volte nei vv. 3.5.9); significa di per sé «separato, allontanato da ogni impurità». Il Signore è «santo» (cfr. 1Sam 2,2; Is 6,3; Am 4,2; Os 11,9). Ma questa separazione-trascendenza non lo esclude dall'essere attivo nella storia. Anzi proprio nella storia salvifica egli manifesta la sua «santità» (Is 29,23; 41,14; 43,3).
v. 4. «Re potente»: alla lett. «potenza di re». L'espressione ha valore di superlativo (= potentissimo). «tu hai stabilito ciò che è retto»: Dio ama la giustizia ed è la fonte della giustizia e del diritto. Queste sono la base e il fondamento stabile del mondo e della storia.
v. 5. «Esaltate il Signore..»: si invita a lodare e ad adorare il Signore, che anche nella legge manifesta la sua santità, radice della stessa regalità. L'invito si ripete quasi identico in inclusione nel v. 9. «sgabello dei suoi piedi»: secondo il v. 9 è il monte Sion «il suo monte santo» in genere, ma in senso più diretto è l'arca dell'alleanza (Sal 132,7; 1Cr 28,2) e per estensione il tempio che custodiva l'arca e la stessa città di Gerusalemme posta su «monte santo», e infine la terra stessa nei confronti del cielo, sede del trono divino (Is 66,1; Mt 5,35).
vv. 6-8. Con brevi cenni al periodo esodale si ricordano Mosè, Aronne e Samuele, come «custodi» e «mediatori» (vv. 6-7a) dell'alleanza, e si esalta l'accondiscendenza di Dio nei loro confronti, ma anche la sua pazienza e severità, essendo stati a volte anch'essi trasgressori (v. 8).
v. 6. «Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti»: sono chiamati sacerdoti, essendo della tribù di Levi e per la loro funzione mediatrice. «Samuele»: funse da mediatore in particolare nella fondazione della monarchia (1Sam 7,8-9; 12,16-25). Il binomio Mosè e Samuele come intercessori sacerdotali è sviluppato in particolare da Geremia.
v. 8. «un Dio paziente»: è il Dio che si manifesta in particolare nell'esodo (cfr. 34,6-7); «pur castigando i loro peccati»: quali?: una mancanza di fede (Es 32,1-6; Nm 12,1-15; 14,26-35; 20,12-24; 27,13-14; Dt 3,23-26), il troppo parlare di Mosè (Sal 106,33), o il parlare invece di operare? (Nm 20,8-10). Di Samuele non sono menzionate nella Bibbia particolari trasgressioni, ma i tre si possono considerare come “tipi” della vicenda di tutto il popolo eletto di fronte all'alleanza. Anche i grandi mediatori del passato sono stati bisognosi di perdono! (cfr. Sap 11, 23).
v. 9. «Esaltate il Signore...»: è il terzo invito del salmo a lodare il Signore e ad adorarlo. Fa inclusione con il v. 5. La motivazione è la sua santità e la fedeltà all'alleanza con Israele, espressa dall'invocazione «nostro Dio» (cfr. Es 20,2; Dt 5,2.6-16; 6,16).
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)