Seconda lettera ai Tessalonicesi – Capitolo 1

Intestazione 1Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.

Ringraziamento e preghiera 3Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. 4Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. 5È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. 6È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono 7e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo, insieme agli angeli della sua potenza, con 8fuoco ardente, per punire quelli che non riconoscono Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9Essi saranno castigati con una rovina eterna, lontano dal volto del Signore e dalla sua gloriosa potenza. 10In quel giorno, egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto, perché è stata accolta la nostra testimonianza in mezzo a voi. 11Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, 12perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.

Approfondimenti

(cf 1-2 TESSALONICESI – nuova versione, introduzione e commento di RINALDO FABRIS © FIGLIE DI SAN PAOLO, 2014)

Dopo l'intestazione, ricalcata su quella della 1Tessalonicesi, in un ampio esordio, che comprende il rendimento di grazie e una preghiera per i destinatari si presenta la situazione critica della comunità cristiana di Tessalonica, esposta a persecuzioni e tribolazioni. Tuttavia l'autore non solo rende grazie a Dio per la fede rigogliosa e l'amore reciproco dei fratelli, ma è fiero della loro perseveranza e fedeltà in mezzo a tutte le prove che subiscono. Egli prende lo spunto da questo stato di cose per annunziare il giusto giudizio di Dio che cambierà la sorte dei perseguitati e dei per­secutori. Quelli che sono giudicati degni del regno di Dio, per il quale ora soffrono, troveranno sollievo quando il Signore Gesù si rivelerà dal cielo nella sua gloria co­ me protagonista del giudizio di Dio . Invece i persecutori , che non conoscono Dio e hanno rigettato il vangelo del Signore Gesù, saranno condannati alla rovina eterna. In un quadro antitetico, i ribelli a Dio e refrattari del vangelo sono contrapposti a quanti hanno accolto la testimonianza dei predicatori del vangelo. Alla fine i mit­tenti della lettera pregano perché Dio li renda degni della chiamata, portando a compimento ogni loro progetto di bene, a gloria del Signore Gesù Cristo. Con l'an­titesi tra il diverso destino dei due gruppi – salvezza per i fedeli e rovina per gli in­ fedeli – s'intende esortare e incoraggiare i destinatari della lettera a perseverare nel loro cammino di fede.

Nel testo originale greco la sezione 2Ts 1,3-10 è formata da un solo lungo periodo, senza interpunzioni. Si può tracciare quest'articolazione del testo dell'esordio:

Preghiera di ringraziamento

Dio retribuisce secondo giustizia i fedeli tribolati e gli oppres­sori increduli:

Preghiera per i tessalonicesi:

Per la prima volta nella nostra lettera compare il sostantivo apokálypsis (rive­lazione), che richiama la tradizione apocalittica, dove predomina il tema del «giu­dizio di Dio», come risposta ai giusti sottoposti a prove e tribolazioni (2Ts 1,7).


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