Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. Comprendere dove nel mondo, perché e con quali dinamiche spaziali si sviluppa la criminalità organizzata

Olimpiadi 2024: la sicurezza passa anche attraverso Europol ed Interpol

Anche se mancano ancora 248 giorni alla Cerimonia di apertura delle #Olimpiadi2024, che si terranno a Parigi, iniziano le intese per garantire la sicurezza dell'evento.

La cooperazione tra le forze dell'ordine è fondamentale per garantire la sicurezza in occasione dei grandi eventi internazionali.

#Europol ha firmato un accordo con la Francia per sostenere il paese ospitante dei Giochi olimpici e paralimpici del 2024 nel rafforzamento della sicurezza in occasione di questo importante evento globale. Con questo accordo, Europol faciliterà lo scambio di informazioni operative e la cooperazione internazionale tra le autorità di contrasto durante i giochi.

L'accordo prevede diverse importanti disposizioni volte a garantire la sicurezza e il successo dell'evento: – aumento della preparazione operativa, – sviluppo di canali speciali per una rapida cooperazione durante l'evento, – miglioramento della previsione strategica per anticipare e affrontare situazioni complesse in modo rapido ed efficiente.

Durante l'evento, Europol invierà una squadra speciale per fornire assistenza nelle disposizioni di sicurezza ai Giochi olimpici e paralimpici di Parigi 2024. Gli esperti di Europol lavoreranno in stretta collaborazione con la Sezione centrale per la cooperazione operativa di polizia (#SCCOPOL) del Dipartimento per la cooperazione operativa internazionale del ministero dell'Interno francese, nonché con esperti di #INTERPOL appositamente dispiegati per rafforzare la sicurezza durante l'evento.

Nel passato, il centro operativo di Europol (che gestisce il flusso costante di dati tra Europol e i suoi partner 24 ore su 24, 7 giorni su 7, il che lo rende la porta d'accesso di tutte le informazioni operative e di intelligence veicolate attraverso l'Agenzia) ha fornito sostegno a una serie di importanti eventi internazionali, tra cui il vertice del G20 in Germania (2017), il vertice del G7 a Taormina (Italia) (2017), il gay pride di Amsterdam (2017), il campionato europeo di calcio UEFA 2020, la Coppa del mondo FIFA 2022 e la Coppa del mondo di rugby 2023 in Francia.

Per saperne di più sulle Olimpiadi di Parigi 2024

https://olympics.com/it/olympic-games/paris-2024


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Operazione BELENOS. Scoperti movimenti illeciti di 18 milioni di euro di denaro contante, potenzialmente legati al riciclaggio di denaro, alle attività criminali transnazionali e al finanziamento del terrorismo.

L'Ufficio europeo per la lotta antifrode (#OLAF) ha reso noti i risultati dell'operazione #BELENOS, realizzata in 25 Stati membri dell' #UE (Italia compresa), che ha individuato 400 casi di flussi di cassa illeciti accompagnati e non accompagnati, principalmente nel traffico aereo (77,6 %), nel trasporto stradale (18 %), nel trasporto marittimo (3 %) e nelle spedizioni postali (0,6 %). Le autorità doganali hanno scoperto almeno 64 casi di potenziali legami con il riciclaggio di denaro per circa 3 milioni di EUR e 20 casi di potenziali legami con sanzioni contro la Russia per la sua aggressione nei confronti dell'Ucraina per circa 180,000 EUR. Inoltre, 34 casi di importi inferiori a 10,000 EUR sono sospetti di essere collegati ad attività criminose. In totale, sono state coinvolte quasi 420 persone fisiche.

L'operazione BELENOS mirava a controllare i movimenti di contante accompagnato e di contante non accompagnato (trasmesso a mezzo trasporto, posta o corriere), pari o superiore a 10,000 EUR in entrata o in uscita dall'UE, ai sensi del REGOLAMENTO (UE) 2018/1672 del #PARLAMENTOEUROPEO e del Consiglio del 23 ottobre 2018 (relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nell'Unione o in uscita dall'Unione). Inoltre, alcuni Stati membri partecipanti hanno effettuato controlli basati sull'analisi dei rischi sui movimenti di denaro contante all'interno dell'UE, conformemente alle rispettive legislazioni e politiche nazionali.

L'operazione BELENOS è stata guidata dalle autorità doganali francesi, in collaborazione con le autorità doganali spagnole ed #Europol in qualità di co-leader, e con il sostegno dell'OLAF e della Commissione europea (#DGTAXUD). È stato effettuata in 25 Stati membri dell'UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.

Cosa fa l'OLAF?

La missione dell'OLAF consiste nell'individuare, indagare e fermare le frodi con i fondi dell'UE.

L'OLAF : • svolge indagini indipendenti sulle frodi e sulla corruzione che coinvolgono i fondi dell'UE, in modo da garantire che il denaro di tutti i contribuenti dell'UE raggiunga progetti in grado di creare posti di lavoro e crescita in Europa; • contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'UE indagando sulle gravi violazioni commesse dal personale dell'UE e dai membri delle istituzioni dell'UE; • sviluppa una solida politica antifrode dell'UE.

Nella sua funzione investigativa indipendente, l'OLAF può indagare su questioni relative a frodi, corruzione e altri reati lesivi degli interessi finanziari dell'UE riguardanti: • tutte le spese dell'UE: le principali categorie di spesa sono i fondi strutturali, la politica agricola e i fondi per lo sviluppo rurale, le spese dirette e gli aiuti esterni; • alcuni settori delle entrate dell'UE, principalmente dazi doganali; • sospetti di gravi comportamenti scorretti da parte del personale dell'UE e dei membri delle istituzioni dell'UE.

Una volta completata l'indagine, spetta all'UE e alle autorità nazionali competenti esaminare e decidere in merito al seguito dato alle raccomandazioni dell'OLAF.

Per saperne di più

https://anti-fraud.ec.europa.eu/index_it


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Attualità: il mandato di arresto europeo (MAE), uno strumento operativo per le Autorità Giudiziarie e le Polizie dell’Unione Europea

Recentemente abbiamo parlato della ricerca di latitanti in ambito #UnioneEuropea (vedi qui). Di seguito trattiamo di uno strumento operativo che consente e la ricerca e la cattura da parte delle Forze di Polizia dell' #UE di soggetti inseguiti da un mandato emesso dall'Autorità Giudiziaria.

Il MAE. Che cos’è

Operativo dal 1° gennaio 2004, il #mndatodiarrestoeuropeo ha sostituito i lunghi procedimenti di estradizione tra gli Stati dell'UE. È infatti un procedimento giudiziario semplificato di consegna ai fini: – dell'esercizio dell'azione penale, – dell'esecuzione di una pena, – di una misura di sicurezza privativa della libertà.

Un #MAE emesso dalle autorità giudiziarie di uno Stato membro è valido in tutto il territorio dell'Unione europea. Un'autorità giudiziaria di uno Stato membro dell'UE perché si proceda all'arresto di una persona in un altro Stato membro e la si consegni allo Stato membro richiedente ai fini sopra richiamati. Il meccanismo si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie. Opera mediante contatti diretti tra autorità giudiziarie. Nell'applicare il MAE, le autorità devono rispettare i diritti procedurali degli indagati/imputati (diritto ad essere informato, a nominare un avvocato e un interprete, nonché al gratuito patrocinio) come stabilito dalla legge nel paese in cui sono stati arrestati.

Cosa cambia rispetto alle procedure di estradizione tradizionali?

Termini rigorosi: il Paese in cui la persona è arrestata deve adottare la decisione finale sull'esecuzione del mandato d'arresto europeo entro 60 giorni dall'arresto. Se la persona arrestata acconsente alla consegna, la decisione è presa entro 10 giorni. La persona ricercata deve essere consegnata il più rapidamente possibile a una data convenuta tra le autorità incaricate, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale relativa all'esecuzione del mandato d'arresto europeo. Doppia incriminazione: per 32 categorie di reati, non si procede a verificare che l'atto costituisca un reato in entrambi i paesi. L'unico requisito è che sia punibile con una pena edittale massima della reclusione di almeno tre anni nel paese che ha emesso il mandato. Per gli altri reati, l'arresto può essere subordinato alla condizione che l'atto costituisca un reato nel paese d'esecuzione. Assenza di intervento a livello politico: le decisioni vengono prese unicamente dalle autorità giudiziarie, senza alcun tipo di considerazioni politiche, quindi in linea di principio, gli Stati membri dell'UE non possono più rifiutare la consegna dei propri cittadini, a meno che assumano la competenza per l'azione penale o l'esecuzione della pena privativa della libertà nei confronti del ricercato.

Esistono garanzie?

Il paese che esegue il MAE può chiedere le seguenti garanzie: a. dopo un certo periodo la persona avrà diritto a chiedere una revisione, nel caso in cui si sia trattato di una condanna all'ergastolo; b. il ricercato può trascorrere il periodo di detenzione nel paese d'esecuzione, se si tratta di un cittadino o di un residente (abituale) in tale paese. Vi sono motivi tassativi per rifiutare il MAE? Un paese può rifiutare la consegna della persona oggetto del mandato solo nel caso in cui si applichi uno dei seguenti motivi per il rifiuto obbligatorio o facoltativo: Rifiuto obbligatorio: – la persona è stata già giudicata per lo stesso reato (principio del ne bis in idem); – minori (il soggetto non ha compiuto l'età prevista per la responsabilità penale nel paese d'esecuzione); – amnistia (il paese d'esecuzione avrebbe potuto perseguire il soggetto e il reato è stato amnistiato in tale paese). Rifiuto facoltativo: qualche esempio: – mancanza di doppia incriminazione per i reati che non siano compresi tra i 32 reati di cui all'articolo 2, paragrafo 2, della decisione quadro sul MAE; – giurisdizione territoriale; – procedimento penale in corso nel paese dell'esecuzione; – prescrizione.

Per saperne di più

https://e-justice.europa.eu/content_european_arrest_warrant-90-it.do


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L'assemblea generale per celebrare il 100° anniversario dell'Interpol si svolgerà tra due settimane presso l'Austria Center Vienna.

Per la conferenza sono attesi, dal 28 novembre al 1° dicembre, circa 1.300 delegati provenienti da 195 paesi membri dell' #Interpol e altri 200 collaboratori dell'organizzazione di polizia. Sono attesi inoltre 35 ministri degli Interni.

Circa 600 agenti delle forze dell’ordine in abiti civili e in uniforme provenienti da Direzione per la sicurezza e l’intelligence dello Stato (DSN), Direzione delle forze speciali (DSE) e Ufficio statale di #Vienna per la protezione della Costituzione e la lotta al terrorismo (LVT) garantiranno la sicurezza degli ospiti di alto rango. La pianificazione delle misure di sicurezza è costantemente impegnativa a causa dell'attuale situazione politica mondiale: “Avremo qui rappresentanti di Israele e Palestina, ma anche delegati di Russia e Ucraina”, ha spiegato Andreas Holzer, direttore dell'Ufficio federale della polizia criminale. “Abbiamo bisogno, ad esempio, della logistica, di un servizio navetta per l'aeroporto, ma ovviamente anche di alloggi di cui dobbiamo verificare la sicurezza. E anche la questione del cibo non è così facile. Naturalmente bisogna procedere con sensibilità. Non si può servire solo arrosto di maiale” agli ospiti internazionali.

L'ordine del giorno comprende argomenti come la criminalità informatica e la criminalità organizzata e saranno discussi anche gli attuali sviluppi legati alla crescente minaccia del terrorismo a livello mondiale.

Perchè il centenario viene celebrato proprio a Vienna?

Per riportare l'Interpol nel luogo in cui è stata fondata. Come abbiamo raccontato qui, l'organizzazione è nata nel settembre 1923 su iniziativa dell'allora presidente della polizia viennese Johann Schober al Congresso internazionale della polizia criminale a Vienna.

I costi per ospitare la conferenza saranno interamente a carico dell'Austria.


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Sapevate che l'Europa ha una propria bacheca virtuale con le foto dei criminali più ricercati?

Si tratta di https://eumostwanted.eu/, sito alimentato da #ENFAST, rete di operatori di polizia degli Stati membri UE, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per localizzare ed arrestare latitanti. Nei giorni scorsi #EUROPOL, che supporta il progetto, ha lanciato la rinnovata campagna #Beournexthero, invitando nel caso si riconoscesse qualcuno dei ricercati, a comunicarlo in modo anonimo tramite il sito.

La pagina web euromostwanted


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Proseguono le attività addestrative dei carabinieri a favore di polizie di Stati esteri. È terminata la Sessione nell'ambito della “Missione Bilaterale di Addestramento delle Forze di Polizia somale e gibutiane” (MIADIT SOMALIA 17): la missione è il risultato di un accordo di cooperazione trilaterale tra lo Stato italiano e quelli somalo e gibutiano, ed è volta a favorire la stabilità e la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa.

In particolare sono terminati i corsi di specialità rivolti ai poliziotti e ai gendarmi gibutiani, per “Infermieri per quadrupedi”, di “Tecniche di polizia per personale femminile” e “Lotta al traffico di rifiuti”.

Le attività formative sono state svolte da istruttori dell’ #ArmadeiCarabinieri presso le Accademie di Polizia a Gibuti e della Gendarmeria ad Artà.

Il corso per Infermieri per quadrupedi ha formato il personale che si occuperà della gestione delle emergenze sanitarie nel settore dei cinofili. Gli ufficiali veterinari dell'Arma hanno trattato materie teoriche sull'anatomia, fisiologia, gestione del cane e relative malattie, riservando una parte pratica sulle metodologie chirurgiche e sull'interpretazione della diagnostica per immagini.

Il corso di Tecniche di polizia per personale femminile, è stato invece tenuto dalle istruttrici della #MIADIT e frequentato dalle allieve della polizia locale. Si è basato sul tema dei diritti umani, sulla violenza di genere, sulle tecniche di controllo, perquisizione e ammanettamento e al servizio di osservazione, controllo e pedinamento.

Con il corso di Lotta al traffico di rifiuti, a favore degli allievi gendarmi, si sono affrontati i temi dell' “ambiente”, della tutela della salute e sulle conseguenze di una non corretta gestione dei rifiuti, approfondendo i principali scenari internazionali in ambito di traffici illeciti di rifiuti.

Per saperne di più

https://www.carabinieri.it/arma/arma-all'estero/proiezione-internazionale

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Logo CEPOL

CEPOL è un’agenzia dell’Unione europea che si dedica allo sviluppo, all’attuazione e al coordinamento della formazione rivolta ai funzionari di quelle che vengono definite “autorità di contrasto” (al crimine transnazionale, ndr).

Dal 1° luglio 2016, data che segna il suo nuovo mandato giuridico (vedi la nota 1 a pie' di pagina), la denominazione ufficiale di CEPOL è infatti «Agenzia dell’Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto».

La sede centrale di #CEPOL è ubicata a Budapest (Ungheria).

CEPOL favorisce la cooperazione e la condivisione di conoscenze tra i funzionari delle Forze di Polizia degli Stati membri dell’UE e di paesi terzi, su questioni derivanti dalle priorità dell’UE nel settore della sicurezza, in particolare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità.

CEPOL riunisce una rete di istituti di formazione negli Stati membri dell’UE, sostenendoli attraverso l’erogazione della formazione sulle priorità in materia di sicurezza, sulla cooperazione nell’attività di contrasto e sullo scambio di informazioni. CEPOL lavora anche con gli organismi dell’UE, gli enti internazionali e i paesi terzi al fine di garantire che le minacce alla sicurezza più gravi siano affrontate con una risposta collettiva.

L’attuale offerta di CEPOL comprende attività formative residenziali, apprendimento online (cioè webinar, moduli online, corsi online, ecc.), programmi di scambio, piani formativi comuni, ricerca e scienza.

Unità nazionale CEPOL

Per l’Italia, l’Unità Nazionale CEPOL (CNU) è stata costituita all’interno della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.

Logo della Scuola

La CNU :

  • rappresenta l’Italia alle riunioni gestionali ed organizzative presso CEPOL;
  • assicura la cooperazione tra CEPOL e le Agenzie delle Forze dell’ordine nazionali, i rispettivi istituti di formazione, le università ed i centri di ricerca nazionali con accordi di partenariato vigenti;
  • organizza attività didattiche CEPOL sul territorio nazionale con la collaborazione dell’Agenzia stessa, delle Organizzazioni europee ed internazionali e degli Stati membri (corsi, conferenze, seminari, visite studio, riunioni);
  • favorisce la più ampia partecipazione, sia in qualità di docente che di frequentatore, del personale delle forze di polizia alle attività didattiche dell’Agenzia, sia residenziali che online;
  • gestisce la partecipazione del personale delle Forze di polizia al programma di scambio europeo con gli stati membri ed i paesi partner dell’UE ed alla piattaforma di formazione online LEEd (Law Enforcement Education);
  • sviluppa le necessarie attività di studio, ricerca e proposta in relazione all’evoluzione dell’Agenzia stessa, sul piano dell’organizzazione generale, dei contenuti della formazione e dei metodi di insegnamento;
  • diffonde sul territorio nazionale i risultati innovativi, nella loro dimensione europea, delle attività complessive di CEPOL;
  • contribuisce all’attività di comunicazione nazionale e dell’Agenzia, anche promuovendone le rispettive iniziative;
  • partecipa alle attività della rete delle Accademie partner di FRONTEX, dell’Associazione delle Accademie Europee di Polizia (AEPC) e di altri progetti internazionali.

Nota (1) Regolamento (UE) 2015/2219 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015

#ScuoladiPerfezionamentoperleForzediPolizia

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Carabinieri CITES

Il commercio di specie selvatiche. L'attività dei carabinieri forestali in ambito europeo ed internazionale.

La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) in vigore dal 1975 (in Italia dal 1980 ed attualmente applicata da oltre 180 Stati), protegge oltre 40.900 specie minacciate di estinzione – circa 6.610 specie di animali e 34.310 specie di piante – dall'eccessivo sfruttamento, regolamentando il commercio internazionale. Questo commercio è vario e va da animali vivi e piante ai prodotti da essi derivati. Ciò include prodotti alimentari, pelletteria, legname, esemplari morti, parti (come l'avorio) o derivati (come medicinali a base di animali o piante). La #CITES mira a garantire che il commercio internazionale di animali e piante selvatiche non minacci la loro sopravvivenza.

L'azione dell'Unione Europea

CITES

L'UE è un'importante regione di destinazione, transito e origine per molte delle specie protette dalla CITES. I “regolamenti dell'UE sul commercio di specie selvatiche” sono un insieme di leggi dell'UE attuate in modo uniforme in tutti i paesi dell'UE, per far rispettare le disposizioni della CITES. L'UE ha adottato norme rigorose per garantire che i prodotti della fauna selvatica entrino nel mercato dell'UE solo se sono di origine legale e sostenibile. L'applicazione dei regolamenti rimane di competenza di ciascun paese dell'UE.

Regolamento di base

Il regolamento [CE] n. 338/97 del Consiglio, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio, stabilisce le disposizioni generali per l'importazione, l'esportazione e la riesportazione, nonché per il commercio interno dell'UE di esemplari di specie.

L' attività dei carabinieri forestali

Sequestro

L’ #ArmadeiCarabinieri è la forza di polizia deputata ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico di specie tutelate (cosiddetto Enforcement) sull’intero territorio nazionale, e lo fa attraverso 50 uffici CITES che rilasciano mediamente circa 80.000 certificati l'anno, riguardanti animali riprodotti in cattività, ma anche zanne ed oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, tessuti e pellicce pregiati, piante ornamentali, legname e prodotti derivati dal legno, e sono quotidianamente impegnati in attività di verifica, indagini di polizia giudiziaria ed intelligence.

Il crimine ambientale

Va sottolineato che Il crimine ambientale è altamente redditizio, e che le sanzioni sono molto più basse ed è più difficile da individuare. Questi fattori lo rendono molto attraente. Il coinvolgimento nel traffico illegale di rifiuti e di specie animali e vegetali in via di estinzione è attuato quindi anche da gruppi della criminalità organizzata.

Per saperne di più

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GdF e Mossos d'Esquadra contro il traffico di droga

Risale a metà ottobre scorso un’operazione congiunta della Guardia di finanza italiana e dei Mossos d’Esquadra (la Polizia della Cataluña iberica) sotto la supervisione di #Europol, contro il traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale.

Fase dell'operazione in Catalona

In Italia (ove l’attività ha preso il nome convenzionale di Madera) le attività investigative hanno condotto all'individuazione dei canali di approvvigionamento e della rete di spaccio di hashish e marijuana per circa 30 tonnellate, ricostruendo traffici per 42 milioni di euro e un giro di contante di 26 milioni di euro in poco più di un anno e portando alla cattura, richiesta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano e disposta dal GIP del Tribunale, di 50 soggetti.

In Cataluña la parallela attività è stata denominata Magenta. Sono state eseguite 20 misure di custodia cautelare emesse dalla magistratura iberica. È l'indagine più ampia e di ripercussione che i Mossos d'Esquadra abbiano condotto in ambito internazionale. A livello catalano, i Mosso hanno perquisito abitazioni delle località dell'area metropolitana di Sant Esteve Sesrovires (Baix Llobregat Nord) e Piera (Anoia).

Una piantagione scoperta

Le indagini delle due forze di polizia sono servite a scoprire due reti criminali distinte ma interconnesse, una dedita al traffico di droga e l'altra destinata ad attività di riciclaggio e frode fiscale.

Sostanze sequestrate

Per questo ultimo aspetto in particolare, l'indagine si è focalizzata sulla ricostruzione delle modalità di pagamento utilizzate dai narcotrafficanti, i quali, per saldare gli acquisti delle partite di droga, si avvalevano di “servizi bancari” abusivi gestiti da soggetti di etnia cinese, che fungevano da veri e propri “centri di raccolta” del denaro da trasferire in Spagna con un “un meccanismo di rimessa informale di denaro denominato fei’chi en, simile alla hawala islamica”. I commercianti cinesi ricevevano contante che trasferivano in modo anonimo dietro il pagamento di una commissione.

Gli imprenditori cinesi “ricevevano contante da trasferire in Spagna, in modo anonimo, veloce e non tracciabile, dietro pagamento di una commissione variabile dall’1,5% al 2%. Il metodo di pagamento dello stupefacente si basava sulla compensazione senza trasferimento fisico di valuta, secondo partite di credito debito bilanciate tra connazionali cinesi inseriti in un circuito criminale transnazionale e che offrono analogo servizio all’estero”. Il trucco era semplice: “per l’accettazione del controvalore nominale della somma versata in Italia veniva utilizzato un codice di riconoscimento, tipo token, solitamente rappresentato dal seriale di una banconota di piccolo taglio, consegnata dal corriere al collaterale spagnolo”. Solo in caso di coincidenza tra il seriale della banconota e il numero comunicato dal punto di raccolta in Italia, la compensazione poteva considerarsi andata a buon fine. Inoltre “il denaro consegnato dai trafficanti di droga negli esercizi commerciali cinesi – nell’ordine delle decine di milioni di euro – veniva subito dopo 'venduto' a una diversa associazione criminale composta da imprenditori italiani operanti nel settore dell’acciaio e della plastica, dediti a sistematiche frodi Iva con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con bonifici all’estero verso Cina, Svizzera e Hong Kong”.

#GuardiadiFinanza #MossosdEsquadra

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Carabinieri in Israele tra diplomazia e cooperazione.

Gli Stati Uniti hanno chiesto all’Italia di inviare due carabinieri in Israele per lavorare nell’ufficio del Coordinatore della sicurezza per Israele e l’Autorità palestinese a Gerusalemme.

La richiesta è stata accettata dal Ministero della Difesa italiano.

Due ufficiali dei carabinieri sono in partenza dall'Italia con destinazione il Medio Oriente per essere impiegati nello scenario della guerra tra Palestina e Israele, senza svolgere alcun ruolo operativo. A rivelarlo è il comandante generale dei Carabinieri, Teo Luzi, durante un'intervista rilasciata alla trasmissione POST del Tg2 RAI.

Il loro compito, ha spiegato il generale sarà quello di “dialogo tra i vertici della polizia palestinese e quelli israeliani, sotto il coordinamento dell'amministrazione americana”. I prescelti, così come spiegato dal Generale Luzi sono “colonnelli che hanno esperienza di area, che hanno già un quadro relazionale con le autorità di polizia israeliane e palestinesi. Hanno partecipato all'addestramento sul posto della polizia palestinese, che noi facciamo da 8 anni con soddisfazione”.

Il logo della Missione MIADIT in Palestina

I carabinieri hanno infatti una lunga esperienza nella missione Miadit 16, di addestramento della polizia palestinese di stanza a Gerico.

Nel 2012 il Ministero degli affari esteri italiano si accordò con l'omologo ministero dell'Autorità Nazionale Palestinese al fine di ricevere il supporto dell’ #ArmadeiCarabinieri per addestrare le Forze di sicurezza interna. Venne istituita la Missione Addestrativa Italiana in Palestina (#MIADIT), presso Gerico. La prima edizione della missione si svolse nel periodo aprile – giugno 2014. I compiti della missione sonostati : – l’addestramento delle Forze di Sicurezza del Ministero dell’Interno della Palestina consistente nell’addestramento al tiro, nell’apprendimento delle tecniche di polizia, della gestione dell’ordine pubblico, delle tecniche investigative, nella protezione del patrimonio culturale; -promuovere un approccio sistemico verso i territori palestinesi, in sinergia con gli sforzi e le iniziative poste in essere dagli altri stakeholders presenti in Palestina; – concorrere alla creazione delle condizioni per la stabilizzazione dei territori palestinesi; – incrementare la presenza e l’influenza nazionale nell’area, sul piano bilaterale e delle principali organizzazioni internazionali di riferimento. Sintesi delle funzioni dei carabinieri nelle missioni all'estero

La missione era articolata su due cicli annuali di 12 settimane ciascuno: al febbraio 2022, erano stati addestrati un totale di 3800 uomini delle forze di polizia palestinesi. Il 14 ottobre scorso il Ministro della Difesa italiano ha disposto il ritiro Carabinieri impegnati nella Missione Miadit in Palestina “a causa del deterioramento della situazione sul terreno”. > Written with StackEdit.


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