Cooperazione Internazionale di Polizia

ArmadeiCarabinieri

A PALERMO L'INCONTRO TRA COMANDANTI DI GENDARMERIA FRANCESE E CARABINIERI

Palermo ha ospitato il Direttore Generale della Gendarmerie Francese, Gen. D'A. Rodriguez, che è stato accolto dal Comandante Generale dell'#ArmadeiCarabinieri Teo Luzi. Il Generale Rodriguez ha visitato gli assetti dell'Arma impegnati nel contrasto a Cosa Nostra. In particolare con il #ROS vi è stato un approfondimento e confronto sull’evoluzione della criminalità organizzata di tipo mafioso e le sue propaggini in ambito internazionale. Nell'incontro tra i due Comandanti si è parlato anche di #cybercrime.

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Pestifici contraffatti nel mirino delle polizia europee

#Europol ha sostenuto due importanti operazioni contro il traffico di pesticidi illegali nell' #UE. La prima indagine ha preso di mira un'azienda importatrice di pesticidi contraffatti dalla Cina, replicando i prodotti di una nota multinazionale. L’indagine ha coinvolto il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell’ #ArmadeiCarabinieri (#NAS) di Padova, la Polizia Nazionale rumena (#PolițiaRomână) ed #Eurojust.

In un'altra indagine contro i pesticidi illegali, la Guardia civile spagnola (#GuardiaCivil) e la Guardia nazionale repubblicana portoghese (#GuardaNacionalRepublicana) hanno preso di mira un'azienda spagnola che importava illegalmente pesticidi portoghesi vietati in Spagna con la scusa di false denominazioni dei prodotti.

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Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: Concluso il corso “Caschi blu della cultura” in Brasile, simulate situazioni di emergenza climatica.

A Rio de Janeiro si è recentemente svolto il corso “I Caschi Blu della Cultura. Il Patrimonio Culturale in caso di catastrofe: rischi e interventi di sicurezza”. La missione addestrativa, tenuta dal 24 giugno al 2 luglio 2024 da esperti italiani del Ministero della Cultura e del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, ha voluto trasmettere ai paesi partecipanti quali Brasile, Cile, Colombia e Paraguay il modello italiano di tutela del patrimonio culturale attraverso sessioni teoriche ed esercitazioni pratiche, tra cui la simulazione di una inondazione e un focus rivolto alla sicurezza di beni archivistici e librari in ragione delle esigenze di tutela del territorio ospitante.

#Armadeicarabinieri #Caschibludellacultura

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NAZIONI UNITE: IL VERTICE DEI CAPI DELLE POLIZIE AMBITO ONU

Il quarto vertice dei capi di polizia delle Nazioni Unite (UNCOPS 2024) ha riunito ministri, capi di polizia e alti rappresentanti delle organizzazioni di polizia regionali e professionali presso la sede delle Nazioni Unite a New York, dal 26 al 27 giugno, per confermare l'impegno nel rafforzamento della pace, sicurezza e sviluppo a livello internazionale per tutti, attraverso il ruolo abilitante di ciascuna polizia nazionale e delle Nazioni Unite.

Al Vertice l'Italia ha confermato il pieno impegno dei Carabinieri nel garantire sicurezza e prosperità. Ha sottolineato la vocazione dei Carabinieri alla costruzione di capacità attraverso le sue missioni internazionali e i centri di formazione, come il Centro Internazionale di Eccellenza per la Protezione dell'Ambiente a Sabaudia ed il CoESPU a Vicenza.

#Armadeicarabinieri #COESPU #CENTROINTERNAZIONALEECCELLENZAPROTEZIONEAMBIENTESABAUDIA

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Contraffazione monetaria. Euro falsi da Lecce al resto d'Europa

A Lecce, i Carabinieri hanno arrestato un contraffattore di denaro e smantellato una sofisticata stamperia. Sono stati sequestrati oltre 100 000 euro in banconote contraffatte e oltre 10 000 euro in criptovalute. L'operazione è stata preceduta dagli arresti di acquirenti di quantità di banconote false in Italia e in Francia. Gli investigatori di polizia in Austria, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Spagna (con l'ausilio di Europol) avevano rintracciato un gruppo criminale, composto da due ulteriori persone accusate sin dal febbraio 2024. I falsificatori sono responsabili della produzione di banconote in euro contraffatte altamente convincenti, che hanno offerto in vendita tramite un popolare servizio di messaggistica crittografato. La stamperia usata per contraffare le banconote in euro di varie denominazioni (5, 10, 20 e 50) era dotata di strumenti e materiali utilizzati per produrre contraffazioni altamente sofisticate. L'analisi della Banca centrale europea ha confermato che le caratteristiche di sicurezza forgiate sulle banconote, come gli ologrammi, erano di alta qualità. I Carabinieri hanno anche sequestrato i dispositivi elettronici dei venditori e il loro canale online utilizzato per pubblicizzare e vendere le banconote false. In seguito a rapporti di banconote contraffatte di alta qualità in Austria, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Spagna, Europol ha sostenuto questi paesi nello sviluppo di un quadro di intelligence. Tracciando oltre 170 attività di vendita, gli investigatori hanno scoperto che gli acquirenti potevano ordinare banconote in euro contraffatte di varie denominazioni tramite un canale di comunicazione dedicato. I produttori accettavano il pagamento in criptovalute e organizzavano le fatture false da inviare via posta. Oltre a facilitare lo scambio di informazioni, #Europol ha finanziato e coordinato diverse attività operative, fornendo un supporto analitico per identificare i paesi in cui la valuta contraffatta è stata distribuita.

#Armadeicarabinieri #contraffazione


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600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro

600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro sono state recentemente presentate nella sede dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma.

Si tratta in prevalenza di opere di antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati. I beni sono stati riportati in Italia grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri TPC con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense.

Per le attività di indagine il #TPC si avvale della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.00 da recuperare. Attualmente è attivo un innovativo strumento che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, denominato “Stolen Works Of Art Detection System” (S.W.O.A.D.S.) che elabora la ricerca nel Web e social networks, senza soluzione di continuità, di opere d’arte trafugate.

Secondo l’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, diffuso nei giorni scorsi dal TPC, sono stati recuperati 105.474 mila beni d’arte dal valore stimato di oltre 264 milioni di euro.

“Oggi è una bellissima giornata per il patrimonio culturale della Nazione per il rientro in Patria di centinaia di opere d’arte sottratte ed esportate illecitamente all’estero – ha detto il ministro della Cultura, Gennaro #Sangiuliano –. Grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione, insieme alla preziosa collaborazione delle autorità statunitensi, registriamo un ulteriore successo su questo fronte”. Riportare in Italia questi beni permetterà anche “di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati – ha aggiunto il ministro – privando le comunità di pezzi importanti della loro identità. Fondamentale, anche in questa lunga e articolata attività, è stata la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Ministero che rappresenta il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui oltre 1.3 milioni di opere da ricercare”.

L’Operazione “Symes”, grazie alla attività svolta in sinergia dal Comando Carabinieri TPC e la Direzione generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio (ABAP) con il supporto giuridico dell’Avvocatura dello Stato fin dal 2007, ha consentito il recupero e il rimpatrio di una moltitudine di reperti archeologici di inestimabile valore provento di attività illecita di scavo clandestino. Si tratta di un vero e proprio tesoro di circa 900 pezzi tra i quali sculture, gioielli, bronzetti, ceramiche a figure rosse e nere, riconducibile alla figura di Robin Symes, noto trafficante internazionale di reperti antichi, di cui una parte considerevole recuperata negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con la Procura di New York. Nonostante la distruzione della documentazione commerciale relativa alla attività di commercio internazionale di materiale archeologico, le Autorità coinvolte hanno ricostruito la mappa del traffico clandestino del materiale scavato ed esportato dal territorio italiano, oggetto dello straordinario recupero a favore del Ministero della cultura. Dal 2001, gli Stati Uniti adempiono ad un accordo bilaterale con l’Italia per combattere il traffico di antichità, e insieme continuano a lavorare per proteggere, preservare e promuovere la cultura e le arti.

Tra i beni recuperati si segnalano 600 reperti archeologici risultati essere provento di furto ai danni di enti statali italiani o di scavi illeciti, esportazioni clandestine e ricettazione. I beni sono stati localizzati negli USA sia d’iniziativa del Comando TPC, ma anche a seguito d’indagini proprie, svolte dal District Attorney’s Office e dall’HSI, uffici che hanno poi sequestrato i reperti finiti in possesso di note istituzioni museali statunitensi, galleristi, collezionisti e intermediari del settore, nonché noti trafficanti internazionali. I beni, che si riferiscono all’arco temporale dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., sono testimonianze storico-scientifiche riconducibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale, provenienti dalle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

#Armadeicarabinieri #SWOADS #Ministerocultura #cultura #operazionesymes


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Cooperazione bilaterale con gli Emirati Arabi Uniti. A Dubai corso di formazione sul riciclaggio di denaro

Il corso è stato rivolto a 60 operatori del Ministero dell’Interno emiratino, nonché appartenenti alle sette Forze di Polizia, alla Magistratura e all’Unità di Informazione Finanziaria (FIU).

Foto di gruppo dei partecipanti

La formazione è stata svolta su cinque giorni dall’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di polizia del nostro Dipartimnto della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, con l’Esperto per la Sicurezza italiano presso la locale Ambasciata ed in risposta a una specifica richiesta dell’Ufficiale di collegamento emiratino in Italia.

Durante il corso la delegazione italiana, che era composta da rappresentanti di varie articolazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno (vedi nota 1), dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, si è confrontata con i discenti emiratini su molteplici aspetti inerenti il sistema di law enforcement, le attività formative e le attività connesse al contrasto e al riciclaggio di denaro, avviando un proficuo dialogo su cui basare i futuri sviluppi di una reciproca collaborazione in tale ambito.

Sono state svolte sette sessioni, nelle quali i docenti italiani hanno illustrato il sistema normativo italiano come esempio per intaccare i patrimoni illeciti in particolare della criminalità organizzata transnazionale, e approfondito tematiche quali la prevenzione al contrasto al riciclaggio di denaro nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, i crescenti fenomeni di frode attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, l’approccio “follow the money” quale strategia chiave che consente di seguire il flusso di denaro illecito attraverso i circuiti finanziari globali, l’utilizzo dell’Asset Recovery Office come strumento per la localizzazione e congelamento dei beni provento di attività criminali, l’evoluzione della normativa italiana in tema di giochi e scommesse, i dettagli tecnici inerenti le criptovalute, le metodologie di trattamento, il prelievo e la confisca degli asset virtuali, con un focus sulla collaborazione internazionale che consente di accedere ad una vasta gamma di dati finanziari e bancari, cruciali per ricostruire i complessi schemi di riciclaggio.

I lavori hanno riscosso il plauso della delegazione emiratina che ha espresso sentimenti di gratitudine per l’expertise italiana, per l’ organizzazione e la capacità di coordinamento delle Forze di polizia assicurata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, auspicando una prosecuzione della collaborazione in ambito formativo, al fine di avviare un percorso di creazione e condivisione di esperienze e di buone prassi e consolidamento di similari capacità in favore degli esperti di settore.

Nota 1: Servizio relazioni internazionali-Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle FF.p.,Direzione Centrale della Polizia Criminale, Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato

#DipartimentodellaPubblicaSicurezza #MinisterodellInterno #ArmadeiCarabinieri #GuardiadiFinanza #Dubai #Espertoperlasicurezza


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OPERE D’ARTE TRAFUGATE. LA BANCA DATI DELL’INTERPOL E L’ATTIVITÀ DEI CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE. E C’È ANCHE L’ APP PER ANDROID E IPHONE

Recentemente sono state rese note le attività svolte lo scorso anno dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale #TPC (https://www.beniculturali.it/comunicato/26175). Si tratta di una articolazione dell’#Armadeicarabinieri che è posta nel contesto del Ministero della cultura, con una struttura centrale, e Nuclei e una Sezione nelle varie Regioni italiane. È un comando istituito sin dal 1969, a rinforzo dell’articolo 9 della Costituzione italiana (“la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) che, in oltre mezzo secolo di vita, ha restituito ai legittimi proprietari, pubblici e privati, più di tre milioni di beni culturali. Molti dei beni culturali dei quali parliamo vengono recuperati all’estero, e ciò presuppone una collaborazione internazionale e un database nel quale catalogare quelle sottratte da ricercare mediante indagini. Lo scorso anno si è consolidata la collaborazione con il Manhattan District Attorney's Office di New York (DAO), l’Homeland Security Investigations (HSI) – Immigration and Customs Enforcement (ICE) ed il Federal Bureau of Investigation (FBI), così da individuare, sequestrare e rimpatriare 1.093 opere d’arte di pregevole valore, provento di furti e/o scavi clandestini, esportazioni illecite e ricettazioni, per un valore complessivo (oltre a quello storico-culturale) di centinaia di milioni di euro.

Proprio della banca dati vogliamo parlare: in Italia il traffico illecito di beni culturali viene contrastato con il supporto di piattaforme e archivi informatici sviluppati nel corso degli ultimi decenni. Il crescente utilizzo dei canali telematici per il traffico di opere sospette e la natura internazionale della criminalità di settore ha portato ad individuare alcune aree di potenziamento delle soluzioni e metodologie impiegate, con successo dal TPC, in modo da evolverle ed espanderle sia in termini tecnologici (es. big data, machine learning) che architetturali (blockchain). Si tratta di un approccio che consente alla Banca Dati dei carabinieri (denominata S.W.O.A.D.S., ovvero Stolen Works Of Art Detection System) di convogliare tutte le nuove funzionalità, unendo la raccolta dei dati effettuata in forma automatica – dal Web, dal deep Web, dai social media – a quella derivante dalla trasmissione delle fotografie di beni ottenute nel corso di ordinarie attività operative da parte degli addetti delle forze di polizia. Sviluppata come entità separata, la piattaforma italiana va a costituire la base di partenza per uno o più eventuali progetti di respiro internazionale, che prevede la realizzazione di una rete S.W.O.A.D.S. costituita da diverse cellule nazionali comunicanti e interoperanti. Una simile rete, sviluppata a livello internazionale, permette di contrastare e prevenire con più forza i reati contro al patrimonio culturale, incrementando al contempo il numero dei recuperi dei beni trafugati. Tale aspetto concettuale è stato ben compreso da #Interpol, che ben ha chiaro che il traffico di beni culturali è un'attività a basso rischio e alto profitto per i criminali legati alla criminalità organizzata, e come dalle opere d'arte rubate agli artefatti storici, questo crimine può coinvolgere tutti i paesi, sia che essi siano origine, transito o destinazione. Pertanto, Interpol ha fatto proprio il concetto proposto dall’Italia di tale banca dati “federata”, costituendo uno #SWOADS che combina descrizioni e immagini di oltre 52.000 oggetti. È l'unica banca dati a livello internazionale con informazioni certificate di polizia sugli oggetti d'arte rubati e scomparsi. I paesi inviano informazioni sugli oggetti rubati, che vengono aggiunti al database. In conformità con le norme sul trattamento dei dati, solo le informazioni fornite da enti autorizzati (Uffici centrali nazionali INTERPOL e specifiche organizzazioni partner internazionali, come UNESCO, ICOM e ICCROM) sono inserite nel database, ove vengono ospitati solo gli oggetti completamente identificabili.

Ci piace inoltre segnalare che da tale Banca Dati è gemmata una App: si tratta della ID-Art, che aiuta a identificare i beni culturali rubati, ridurre il traffico illecito e aumentare le possibilità di recuperare gli oggetti rubati. Accessibile al pubblico, l'app ID-Art può essere utilizzata quindi non solo da da agenti di polizia, funzionari doganali, ma dal pubblico in generale, collezionisti privati, mercanti d'arte, giornalisti, studenti o appassionati d'arte per accedere al database dell'INTERPOL delle opere d'arte rubate per verificare se un oggetto è registrato come rubato, creare un inventario delle collezioni d'arte private, segnalare un oggetto come rubato oppure siti culturali potenzialmente a rischio o scavi illeciti. ID-Art può essere scaricata (naturalmente gratuitamente) per dispositivi mobili Apple e Android.


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ANCHE ADDESTRAMENTO ALLE UNITA' CINOFILE DELLA POLIZIA DI GIBUTI TRA LE ATTIVITA' SVOLTE DAI CARABINIERI NEL CORNO D'AFRICA

Nel blog vi abbiamo già parlato dell'attività addestrativa dei militari dell' #Armadeicarabinieri a favore dei poliziotti e dei gendarmi di #Gibuti, per “Infermieri per quadrupedi”, “Tecniche di polizia per personale femminile” e “Lotta al traffico di rifiuti”. Torniamo sull'argomento per segnalare che ulteriori corsi si sono conclusi nell'ambito delle attività denominate “MIADIT 20”.

I Carabinieri hanno svolto il proprio mandato anche grazie al sostegno della Base Militare Italiana di Supporto – BMIS in Gibuti, usufruendo delle strutture addestrative poste a disposizione da Polizia e Gendarmeria dello Stato africano e sotto il coordinamento del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).

Il ciclo formativo, della durata di 12 settimane, ha previsto l’erogazione di corsi tecnico-professionali finalizzati a perfezionare le capacità di intervento nelle operazioni di polizia (tutela e sicurezza pubblica, controllo del territorio e delle persone sospette, interventi risolutivi in caso di grave minaccia, procedure di intervento operativo volte alla prevenzione e repressione della criminalità, corsi tattici finalizzati a incrementare le capacità di risposta in situazioni di rischio) nonché l’esecuzione di corsi specialistici mediante nei settori della circolazione stradale, del contrasto agli stupefacenti, della “Guida Sicura”. Inoltre sono stati trattati argomenti in ambiti qualificati: Rilievi Balistici, Antifalsificazione, Tutela del Patrimonio Ambientale.

In particolare, è stato svolto un corso di addestramento delle “unitè cynophile” della Gendarmerie Nationale Djiboutienne. Nel corso delle cinque settimane di attività teoriche e pratiche, gli istruttori cinofili dell'Arma dei Carabinieri appartenenti al “Centro Carabinieri Cinofili” di Firenze, hanno addestrato le unità cinofile gibutiane al fine di migliorare le capacità operative nella ricerca di esplosivi e sostanze esplodenti, nelle tecniche di contrasto di potenziali minacce. L’obiettivo del corso – culminato con una cerimonia svolta alla Gendarmeria Nazionale “Cheick Moussa” di Arta – è stato formare binomi cane-conduttore, in grado di svolgere, in totale autonomia, operazioni di polizia in supporto ai reparti speciali dell'antiterrorismo, attività di rinvenimento di materiale esplodente e sostanze esplosive, perquisizioni negli edifici, arresti e gestione di individui ostili. Oltre a quello di trasmettere nozioni teorico-pratiche sulla gestione del proprio cane nelle operazioni di servizio, il compito degli addestratori è stato quello di fornire indicazioni su come gestire logisticamente un reparto cinofilo, aspetto essenziale per il benessere e il mantenimento in salute dell’animale.

#canipoliziotto #unitàcinofili #MIADIT


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MAXI OPERAZIONE DEL ROS CONTRO IL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI DAL SUD AMERICA ALL’EUROPA. LA COCAINA MOVIMENTATA DA UN CARCERE ITALIANO GRAZIE ALL’UTILIZZO DI CRIPTOFONINI

Svela tutte le caratteristiche del traffico di stupefacenti dal Sud America all’Europa l’attività investigativa del ROS ligure dell’ #Armadeicarabinieri conclusasi in questi giorni: la pianificazione del trasporto mediante reti criptate (o che chi utilizzava gli smartphone riteneva tali), l’invio della cocaina via mare tramite container (in un porto di destinazione affidabile) o in aeroporti, la supervisione di una potente organizzazione criminale italiana e la compartecipazione della mafia balcanica, il supporto al contrasto da parte di #Eurojust ed #Europol. Il porto di Genova I fatti: il Ros dei carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di #Genova, Como e Reggio Calabria, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Genova su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese. Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, con la complicità di lavoratori operanti nello scalo portuale, rivenduta a terzi, oppure destinata ad altre organizzazioni criminali, grazie alla ricompensa con una percentuale (in denaro o in cocaina), intorno al 20% del prodotto importato, o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico in #porto. L’associazione per delinquere secondo gli investigatori era diretta da un soggetto che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre 2015 mentre cercava di recuperare un carico 148 chili di cocaina, in concorso con un latitante) questi, pur detenuto, comunicava con i complici per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam. Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti. Agli indagati vengono così contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, per complessivi 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro, oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività di una cosca di #ndrangheta). Agli indagati sono state sequestrate anche diverse armi, tra cui due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP, pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65. I reati contestati sono stati commessi dal settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato del contributo informativo di #Europol, che ha fornito le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato #EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi #SkyEcc e della collaborazione di #Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc. Per saperne di più su Encrochat leggi qui (in inglese): https://www.europol.europa.eu/media-press/newsroom/news/dismantling-encrypted-criminal-encrochat-communications-leads-to-over-6-500-arrests-and-close-to-eur-900-million-seized


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