Cooperazione Internazionale di Polizia

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ARRESTO DI LATITANTI. NEGLI ULTIMI GIORNI CADONO NELLA RETE DEGLI INVESTIGATORI ITALIANI DUE RICERCATI IN BULGARIA E ALBANIA

Nei giorni scorsi, grazie alla attività di cooperazione internazionale di polizia, carabinieri e Polizia di Stato italiana hanno arrestato 2 latitanti, condannati a significative pene detentive, rispettivamente con l'ausilio delle Polizie bulgara e albanese.

A Genova è stato arrestato dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri il latitante Gaspare Ofria.

Nipote del noto boss mafioso Gaetano Badalamenti, era destinatario di un provvedimento definitivo di condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione.

Latitante da circa 2 anni, era stato condannato nel 2023 perchè doveva espiare un cumulo di pene relativo ad alcune condanne subite negli anni precedenti, tra cui una per bancarotta fraudolenta in concorso, un’altra per uso illecito di carte di credito in concorso, ed infine un’ultima per la violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Dopo numerosi mesi d’indagine e grazie alle attività svolte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, tra cui servizi di osservazione nei confronti dei familiari, è stato localizzato a Sofia, in Bulgaria, ove a seguito dell’emissione da parte della Procura della Repubblica di Genova di un Mandato di Arresto Europeo (MAE), su indicazione degli investigatori è stato tratto in arresto dalla Polizia bulgara in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Dopo la convalida dell’arresto dall’Autorità Giudiziaria locale, è stato tradotto in Italia su un volo aereo, ed è atterrato a Roma-Fiumicino, ove gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Genova e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Genova, hanno eseguito nei suoi confronti il provvedimento definitivo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, trasferendolo in un istituto penitenziario.

A Caserta un latitante da 25 anni, albanese, condannato a 21 anni di carcere è stato arrestato dalla Polizia di Stato.

Al termine di attività di indagine durata circa un anno, condotta dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il Dipartimento di Polizia Criminale albanese, in collaborazione con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ha arrestato, nel suo Paese il 52 enne S.A.

L’uomo era irreperibile dal 2000.

E’ ritenuto essere l’organizzatore di un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, a carattere transnazionale, che ha trasportato, tramite imbarcazioni clandestine, cocaina dall’Albania all’Italia, destinata all’intero litorale domitio.

L’arrestato, secondo le risultanze investigative, avrebbe avuto un ruolo apicale nell’associazione, con il compito di organizzare il trasporto in ogni sua fase, dalla partenza dall’Albania, all’arrivo in Italia, sino al Napoletano, dove lo stupefacente veniva nascosto e custodito, prima di essere rivenduto.

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Fase della cattura/1

Arrestato in Turchia grazie all'attività di intelligence della Polizia italiana un “Signore della droga” albanese

Si tratta di un ben noto “Signore della Droga” albanese, ed è stato localizzato ed arrestato ad Instambul in Turchia a seguito di una serrata attività di intelligence svolta dalla Polizia di Stato italiana (Servizio centrale operativo e sua Sezione Investigativa di Firenze) sotto la regia di Interpol e Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

Fase della cattura/2

Il 40enne Dritan Rexhepi, di origini albanesi, era considerato dalla Giustizia italiana latitante, poiché colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Firenze su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze, nell’ambito dell’operazione LOS BLANCOS effettuata dalla Squadra Mobile, e condannato in primo grado a 20 anni di reclusione, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Era ricercato ambito Interpol ed inseguito da un avviso rosso.

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Arrestato a suo tempo in Italia e condannato a 16 anni dal Tribunale di Firenze, nel 2011 era evaso dal carcere di Voghera (Pavia). Successivamente arrestato in Belgio per aver commesso diverse rapine era evaso anche dal carcere belga. Nel 2014 è stato nuovamente catturato in Ecuador per traffico internazionale di stupefacenti e, durante il suo periodo di detenzione nel carcere di Guayaquil, era riuscito, con l’utilizzo di chat criptate, a costituire un cartello di narcotraffico albanese dedito alla produzione, trasporto e distribuzione di quantitativi di cocaina, prodotti in Colombia e distribuiti poi in Europa. Era stato condannato a 13 anni di reclusione, si era reso nuovamente irreperibile nel 2021

È uno dei più importanti criminali albanesi, noto in tutto il mondo tanto da essere inserito nella lista dei più ricercati di Scotland Yard a causa dei suoi stretti legami con l'Inghilterra. È ritenuto infatti il leader del cartello criminale denominato “ “Kompania Bello” dedito alla produzione, trasporto e distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina, prodotti in Colombia, trasferiti in Europa e distribuiti con il marchio esclusivo “BELLO”.

Funzionari turchi hanno affermato che l'uomo soprannominato il “re della cocaina” è entrato nel paese tramite l'aeroporto di Istanbul con un passaporto colombiano registrato a nome di “Benjamin Omar Perez Garcia”.

Interessante notare che l’operazione si è compiuta dopo breve tempo da un vertice Italia-Turchia in materia di sicurezza (3° tavolo tecnico), ad Ankara tra il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza - vice capo della Polizia preposto al coordinamento delle Forze di polizia, Stefano Gambacurta, e il capo della Polizia nazionale turca Erol Ayyildiz.

Nella circostanza la delegazione italiana era composta da rappresentanti del Dipartimento della Pubblica sicurezza, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, nonché dagli Esperti per la sicurezza e per l'Immigrazione presenti in quella area geografica, ed ha incontrato i vertici delle strutture di law enforcement turche, analizzando i risultati conseguiti nei settori dell'antiterrorismo, della lotta alla criminalità organizzata, dell'attività antidroga, del contrasto all'immigrazione irregolare e al traffico di esseri umani.

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