Liberamente

Pensieri, parole, opere senza omissioni

Cosa vogliamo di piu'? Viviamo in un mondo di frustrati, cerchiamo negli altri la perfezione quando noi perfetti non lo siamo, abbiamo bisogno di consensi perché questo ci esalta e se nessuno ci considera ci lodiamo da soli, cerchiamo la bellezza perché averla a fianco è fonte d'invidia, ma vogliamo anche l'intelligenza altrimenti la bellezza dovrebbe stare muta, se è bella ed intelligente allora siamo gelosi, se non è né l'una e nell'altra è emarginata. Se uno è bello e l'altro intelligente c'è disparità perché il bello vorrebbe che l'intelligente fosse anche bella altrimenti che figuraccia, ma l'intelligente di contro vorrebbe che l'altro fosse intelligente perché la bellezza da solo l'annoia. Insomma si può sapere che vogliamo?

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Il sasso Riflessione della sera. La persona distratta vi è inciampata. Quella violenta, l'ha usato come proiettile. L'imprenditore l'ha usato per costruire. Il contadino stanco invece l'ha usato come sedia per riposarsi. Per i bimbi è solo un giocattolo. Davide uccise Golia mentre Michelangelo ne fece un capolavoro di scultura. In ogni caso, la differenza non l'ha fatta il sasso, ma l'uomo. Durante il tuo cammino in questa vita non esiste sasso che tu non possa sfruttare per la tua crescita. Usalo bene e sarai ricompensato.

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Vecchio proverbio irlandese Ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare: o stai bene, o stai male. Se stai bene non ti devi preoccupare, ma se stai male ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare: o guarisci, o muori. Se guarisci non ti devi preoccupare, ma se muori ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare: o vai in paradiso, o vai all'inferno. Se vai in paradiso non ti devi preoccupare ma sei vai all'inferno ti ritrovi tanto preso a salutare gli amici, che non hai nemmeno il tempo di preoccuparti. Non ti preoccupare!

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Milano, violenta dal 1976 “Milano violenta” film poliziottesco del 1976 per la regia di Mario Caiano. Tutto ha inizio da una rapina in uno stabilimento. Un operaio avverte la Polizia che interviene. Due banditi fuggono con i soldi mentre il capo detto “il Gatto” si sottrae alla cattura e minaccia di uccidere gli ostaggi. Una trama veloce e poco curata, sceneggiatura semplice e di scarsi effetti in compenso tanta violenza e sangue. Oggi a Milano, a parte qualche scena cinematografica girata qua e là, si girano filmati sui social di violenze, rapine, risse e accoltellamenti. La regia è di chi in quel momento assiste alla scena oppure è complice se non artefice del male fatto. Non è che sia cambiato molto dal 1976 perché Milano purtroppo non ha perso lo smalto di essere tra le città piu' pericolose d'Italia. Le borseggiatrici della linea M2 vengono addirittura invitate nei talk-show politico-demenziali delle reti Rai dove con orgoglio mostrano la loro faccia e raccontano con boria e dovizia di particolari come rubano soldi e cellulari dalle tasche dei passeggeri. Sono intoccabili! Le baby-gang occupano ampi spazi nei quartieri piu' bassi ed in centro dettano legge, mentre nei pressi della stazione Centrale lo street-fighter non è piu' un videogioco ma una giostra al singolar tenzone dove ci rimettono anche persone che non c'entrano nulla. Milano, città del denaro spietata verso chi non ne ha – per affittarsi una casa da soli, in media, serve uno stipendio di almeno 2.500 euro al mese – è non per caso il territorio italiano dove avvengono più reati. Circa 6mila l’anno su centomila abitanti, più di Rimini e Torino, seconda e terza città in classifica. Milano è prima in Italia per densità di furti con destrezza e nei negozi; seconda per rapine e furti con strappo; dodicesima per risse. Nel 2021 sono stati denunciati 95.300 furti, 3.350 rapine, 1.800 lesioni dolose. A Milano rischi di passare nel posto sbagliato al momento sbagliato, una casualità oramai che dura dal 1976 e non solo perché Milano è dal secolo scorso una città da bere e da divorare.

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Laboratorio di energie. Il secondo principio della termodinamica cita testualmente: “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.” Importante è il gioco delle parole contenuto in questa “semplice” frase che in buona sostanza emettono una sentenza scientifico-quantistica che il buon vecchio Lavoisier e successivi colleghi si beava di aver scoperto nel suo principio della conservazione universale. Tanto di cappello ma vorrei però uscire dall' “aula” di chimica per entrare in quella di “Quantistica-Spirituale” dove sono sicuro che pur rimanendo da solo, complice la pochezza di consapevolezza di taluni avventori dell'aula stessa, applicherò il principio di Lavoisier al pensiero ed alla sua energia ma non dal punto di vista scientifico. Prendiamo un'antenna rice-trasmittente. Essa continua ad inviare e ricevere segnali costantemente. Accantoniamola per un'istante. Poi passiamo al pensiero. Il nostro pensiero mentre formula ipotesi e decisioni non svanisce ma rimane sempre presente e produce una serie di altri “mondi paralleli” nei quali questa stessa energia va a produrre altre energie che si ritroveranno in piu' corpi contemporaneamente. Ora riprendiamo l'antenna rice-trasmittente che abbiamo accantonato, questa rappresenta la nostra anima come veicolo di trasporto di queste energie infinite, tali per cui durante il processo della reincarnazione (vedi mondi paralleli di cui sopra) esse sono il fattore determinante delle possibili ed incomprensibili paure e dei grandi ed inaspettati successi di incarnazioni ricche di talento e di prodigi.

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Attacca l'asino dove lo vuole il padrone Il titolo fa riferimento ad un vecchio proverbio lombardo che in poche parole significa che per seguire con rettitudine un certo percorso spesso o quasi sempre dire di si senza obiezioni. Entra in gioco l'elusione perché eludere è l'unica soluzione ai tanti problemi che affliggono questo “malo-mondo”. Eludere, citando dal dizionario della lingua italiana significa: “Sottrarsi con malizia a un obbligo, a un impegno ecc.” L'asino, quindi possiamo anche attaccarlo dove vuole il padrone ma possiamo anche evadere da quello schema antico e rigoroso imposto con manipolazione mentale. Senza fare rumore con molta destrezza e leggerezza uscirne fuori una volta per tutte da quelle dissacranti negazioni che quotidianamente ci vengono imposte da coloro che poi si assumeranno la responsabilità in caso che il povero asinello si faccia male durante il suo cammino. A noi elusori non ci rimane altro che stare a guardare con estrema soddisfazione colui che ha commesso il piu' grave errore che possa esistere sulla faccia della Terra.

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Consumismo compulsivo Non sappiamo precisamente quando nasce la società dei consumi così come la conosciamo oggi. È difficile, anche tra gli accademici, trovare un punto di inizio: risalendo a circa un secolo fa, prima degli anni Venti del Novecento, si arriva agli albori della produzione di massa, che è ciò che rende possibile il consumo di massa. Dagli anni Venti del secolo scorso le tecnologie e le tecniche di produzione hanno permesso di creare beni a buon mercato – più o meno – da vendere alla maggioranza della popolazione. L’esempio perfetto è l’automobile. Poi ovviamente è arrivata la Seconda Guerra Mondiale, che ha fatto seguito alla Grande Depressione del ‘29. Il sistema è stato rimesso in piedi con la grande espansione degli anni Cinquanta, in particolare con gli interventi dei governi per stimolare l’edilizia abitativa, la costruzione di strade, l’industria automobilistica e tanti altri settori. Con gli anni '60 e '70 i consumi hanno iniziato ad aumentare esponenzialmente fino a raggiungere gli anni '80 e '90 dove gli indici economici hanno segnato un ulteriore aumento di consumi compulsivi, il frenetico shopping (anche online recentemente), il bisogno assoluto di comprare e di volere a tutti i costi qualcosa di cui magari già avevamo comprato in precedenza e stipato nei cassetti. Lo shopping compulsivo è la versione patologica del normale e sano gesto dell’acquisto: se ne snatura cioè la finalità, sostituendo la necessità dell’oggetto con una spinta emotiva patologica, e la modalità non è più una scelta ma un’ossessione. Parrebbe che in Italia il 5,5% della popolazione soffre di questa patologia compulsiva. La persona sente il bisogno non tanto dell’oggetto che vuole comprare, quanto del gesto stesso dell’acquisto. Coloro che ne soffrono peraltro non descrivono più solo il piacere insito nell’andare a fare shopping, quanto piuttosto la tensione, il disagio, il senso di non potersene privare che vivono, arrivando all’attenzione clinica in una condizione talvolta drammatica, perché magari hanno speso tutti i soldi che avevano, hanno mentito ai loro familiari, utilizzando soldi e risorse di nascosto, omettendo acquisti. Inoltre spesso queste persone hanno una situazione sociale compromessa e stentano a rimanere collegati con la realtà tanto da destabilizzare gli equilibri nelle famiglie. Ansia, fobie, depressione, bassa autostima sono le principali cause che conducono l'individuo alla frenesia di voler a tutti i costi comprare qualcosa. Cure? Praticamente poche se non deglutire qualche anti depressivo che nella storia delle medicina moderna è equivalente a come bere un sorso di acqua fresca quindi senza sortire nessun effetto. La trappola d’oro del consumismo alletta facilmente i meccanismi complessi della nostra mente evoluta, sempre avida di stimoli e alla perenne ricerca di qualcosa in cui tenersi impegnata perché priva di forti stimoli positivi.

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Cosa sarà del 2024? L'astrologia è risaputo non è una scienza esatta e come tale lascia sempre un po' di beneficio di inventario. L'astrologia è altresì una scienza esoterica che spesso ed anche giustamente viene professata da veri esperti professionisti studiosi e ricercatori che si avvalgono anche di strumenti di ricerca divinatori. Uno di questi esperti che recentemente ho seguito attraverso i canali social, ha tracciato un profilo astrologico per il 2024. “Il 2024 nei primi mesi è ancora dominato dal rigore, dall'austerity come già nel 2023. Saturno, per tutto l'anno sarà nel segno dei pesci, confermato un periodo di conservazione, di ritorno ai valori del passato. Tanti sentiranno l'esigenza di vivere in maniera piu' sicura, con maggiori certezze, ci sarà in generale la necessità di seguire le regole. Gradualmente, percorsi come il matrimonio o la convivenza saranno presi in considerazione. Ci sarà inoltre, un grande desiderio di instaurare relazioni sincere, basate sulla lealtà”. Prosegue l'astrologo. “C'è una novità all'orizzonte: il nuovo transito di Giove che dalla fine di maggio, in un segno di aria, i Gemelli, potrebbe portare una liberazione, un momento di riflessione, la necessità di allontanarsi dal percorso imposto degli altri. Giove rafforza la creatività e aumenta il desiderio di avere figli. Saranno mesi di crescita e affermazione per i piu' giovani, anche se la fantasia dovrà fare i conti con la realtà. Non mancherà uno sbocco per coloro che vogliono farsi largo nella vita. Il transito di Urano nel Toro, iniziato nel 2018, risveglia le passioni e la propria coscienza ambientale. Il richiamo alla responsabilità dei pianeti lenti si unirà alla capacità creativa di Giove, all'energia che Marte regalerà con il suo passaggio, sempre nel segno dei Gemelli, nel mese di agosto. Non saranno abbattuti con facilità muri e atteggiamenti di intolleranza, ma possiamo sperare, che dopo l'estate, parta un lungo processo di rinnovamento, cambieranno le regole del gioco e dovremo essere bravi ad adattarci.” A voi la scelta di credere; il libero arbitrio ci permette di prendere qualsiasi decisione in merito ed è importante portare rispetto per coloro che svolgono l'attività di astrologo e cercare di vederli da un punto di vista piu' consapevole e mai con un punto di visto becero e accecato dalla paura.

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Il Capodanno italiano ed i suoi riti. Noi italiani siamo un popolo con una lunga storia di rituali scaramantici e superstizioni legati al cibo e alla tavola. Secondo le tradizioni di Capodanno in Italia, per l’ultimo dell’anno sulla tavola non devono mai mancare cotechino e lenticchie, meglio se mangiate con le mani. Non solo, devono esserci anche uva, da mangiare allo scoccare della mezzanotte, frutta secca, melagrana, frutta rossa e una candela rossa. Per allontanare la malasorte il peperoncino rosso deve essere sempre presente. Un divertente rituale da fare è il bacio sotto il vischio in segno di buon auspicio, rituale di origine celtica e sassone. Gli antichi romani usavano regalare alle persone care una borsa piena di lenticchie in segno di buona sorte. Inoltre le lenticchie ricordavano agli antichi romani la forma di una moneta. E il cotechino? Il cotechino è un insaccato molto grasso e speziato ed è il simbolo del benessere. In passato erano in pochi a permettersi di mangiare la carne di maiale, da qui nasce l’usanza di consumarlo come augurio di prosperità. Anche l'uva trova spazio nelle tavole italiane. Fin dall’antichità l‘uva è sempre stato simbolo di abbondanza. Da questo pensiero nasce il famoso proverbio: «chi mangia uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno»… E ce lo auguriamo. Anche per scoprire il significato di questo frutto e la sua importanza sul tavolo del cenone di capodanno, dobbiamo andare indietro nel tempo. Secondo la mitologia greca e romana, il melograno era la pianta sacra a Giunone e a Venere. Era quindi simbolo di fertilità e ricchezza per i loro gustosi chicchi rossi. Un cesto con frutta secca mista rappresenta sicurezza, prosperità ed è un buon antidoto contro la cattiva sorte. Ed infine parliamo dei tanto amati e “odiati” datteri. Conservate gelosamente il nocciolo del primo dattero che mangerete, sarà il vostro portafortuna segreto per tutto il nuovo anno secondo un antichissimo rituale scaramantico arabo. L' Italia è un Paese ricco di tradizioni e di grandi usanze che fortunatamente qualcuno ancora ricorda ma è essenziale tenerle in “vita” per non dimenticare mai ciò che siamo stati e le nostre radici. Largo ai posteri... Mah...Speriamo. Buon anno!

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Il ruolo dei pagani oggi Oggi essere pagano non è molto diverso da come lo era un tempo. Pagani e cristiani se le davano di santa ragione gli uni perseguitavano gli altri poi qualcuno creò la religione cattolica e il ruolo dei “gentili” cosi venivano chiamati i politeisti si affievolì nel tempo dileguandosi tra le varie forme neologistiche ma senza scomparire completamente. Il ruolo dei pagani oggi è ancora ben inquadrato nella cultura italiana ed europea forte di un bagaglio di grandi conoscenze e di tradizioni popolari che si sono tramandate nei secoli grazie soprattutto a cristianesimo che si è divertito arrogantemente a bandire sui ceppi ardenti coloro che sapevano e conoscevano le essenze ed i segreti pensando che una volta bruciati tutti e tutte le cose sarebbero finite nel mucchio di cenere. Invece il paganesimo o neopaganesimo oggi vive, respira, parla, scrive con le stesse motivazioni, anzi motivazioni molto piu’ forti di prima annullando lentamente e sostituendo altrettanto il surrogato religioso del cristianesimo occidentale. Una religione non muore mai. I suoi resti sono recuperati da quel che segue. I primi cristiani si stabilirono in templi pagani, di cui trasformarono i significati. Non ci fu tabula rasa. Tutta la cultura è un palinsesto. Allora saranno i cristiani a ringraziare i pagani di aver posto le basi per le loro cattedrali e saranno ancora i cristiani a ringraziare i pagani per averli illuminati di preghiere e indotti a studiare scritture che già nella notte dei tempi erano intrise di simbologie arcane ed esoteriche, Bibbia in primis (ne riparleremo). La gente comune è abituata a pensare ai dogmi come a delle regole che imprigionano il pensiero e i comportamenti dell’uomo. Il dogma, secondo la logica cristiana, è un atto di fede davanti al quale l’uomo rinuncia alla sua capacità critica perché deve credere. Ma questo appartiene esclusivamente all’ambito cristiano. Sia chi afferma il dogma cristiano sia chi nega il dogma cristiano, è sempre un cristiano. Il dogma cristiano dice ai fedeli cristiani: “Anche se ritenete che Dio non può aver creato il mondo come raccontato dalla Bibbia, lo dovete credere come atto di fede e agire nel mondo come se Dio avesse creato il mondo e, pertanto, fosse padrone del mondo.” Il paganesimo ribatte con molta precisione che il mondo è divenuto per trasformazione in sé e per sé e queste trasformazioni rappresentano l’aspetto divino del mondo. Sono gli Dèi che agiscono e divengono nel mondo di cui i pagani, come gli Dèi, si trasformano e ne fanno parte. Dogma? Certamente, è un dogma. Un principio su cui il paganesimo non può mediare. Pertanto se ragioniamo il pagano è responsabile delle proprie azioni e quindi attraverso le sue scelte costruisce il proprio futuro. Dal lato opposto c’è chi dice che per lavorare bisogna credere in Dio. Per migliorare non devo lavorare, dicono, ma confidare in Dio, nella sua provvidenza, sperare che Dio agisca benevolmente nei loro confronti. Ecco è qui che nasce la disparità secolare tra il pagano politeista o meno e tutte le altre forme di religioni monoteiste laddove tutte le azioni dipendono da Dio ma proviamo nell’esempio a commettere un omicidio, non verrà arrestato Dio e nemmeno verrà processato Dio ma condannato colui che ha commesso il reato. I responsabili del destino sono loro non Dio. Eppure i cristiani vivono questa contraddizioni pensano che Dio sia colui che determina la loro vita, ma vivono in una società civile che li ritiene responsabili per ogni scelta e ogni decisione che fanno. Il paganesimo è responsabilità del proprio essere perché privo di regole costrittive e dettati religiosi quindi liberale nelle scelte e anti-conformista.

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