Transit

JulianAssange

Dieci righe 90

(#FreeJulianAssange)

Rimandare. Un verbo che per alcuni appare sempre coniugato all'infinito. Non è così, mai. Non lo sarà, ma speriamo assolutamente di essere smentiti, per #JulianAssange. Sapete tutti benissimo qual è la sua vicenda e di come si trovi da anni -troppi, fossero anche giorni- rinchiuso in un carcere di “massima sicurezza” britannico. Sapete tutti benissimo che gli #USA ne bramano (altro termine sarebbe riduttivo) l'estradizione (qui) e per un unico scopo: punirlo a vita per avere osato dire ciò che sanno tutti -di nuovo-. Ovvero che sono criminali e che l'esportazione che gli riesce meglio è quella della loro (sottolineato cinquanta volte) “#democrazia”, quella che li rende i guardiani non eletti di un mondo che ritengono libero se, e solo se, sta alla loro mercè. Questo post è stato scritto solo per ricordarci che la lotta di #JulianAssange è la nostra lotta e chi continua a difendere una serie di prevaricazioni e di abusi che nulla hanno a che fare con l'idea di umanità, è solo uno sciocco (se gli dice bene.) Un pericoloso idiota nella realtà. (A&D)

#Blog #DieciRighe #Wikileaks #DirittiCivili #DirittiUmani

Mastodon: @alda7069@mastodon.uno X: @alda7069 Telegram: https://t.me/transitblog Friendica: https://poliverso.org/profile/danmatt/profile

Gli scritti sono tutelati da “Creative Commons” (qui)

Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com

Dieci righe 90

(#FreeJulianAssange)

Rimandare. Un verbo che per alcuni appare sempre coniugato all'infinito. Non è così, mai. Non lo sarà, ma speriamo assolutamente di essere smentiti, per #JulianAssange. Sapete tutti benissimo qual è la sua vicenda e di come si trovi da anni -troppi, fossero anche giorni- rinchiuso in un carcere di “massima sicurezza” britannico. Sapete tutti benissimo che gli #USA ne bramano (altro termine sarebbe riduttivo) l'estradizione (qui) e per un unico scopo: punirlo a vita per avere osato dire ciò che sanno tutti -di nuovo-. Ovvero che sono criminali e che l'esportazione che gli riesce meglio è quella della loro (sottolineato cinquanta volte) “#democrazia”, quella che li rende i guardiani non eletti di un mondo che ritengono libero se, e solo se, sta alla loro mercè. Questo post è stato scritto solo per ricordarci che la lotta di #JulianAssange è la nostra lotta e chi continua a difendere una serie di prevaricazioni e di abusi che nulla hanno a che fare con l'idea di umanità, è solo uno sciocco (se gli dice bene.) Un pericolo idiota nella realtà. (A&D)

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Dieci righe 90

(#FreeJulianAssange)

Rimandare. Un verbo che per alcuni appare sempre coniugato all'infinito. Non è così, mai. Non lo sarà, ma speriamo assolutamente di essere smentiti, per #JulianAssange. Sapete tutti benissimo qual è la sua vicenda e di come si trovi da anni -troppi, fossero anche giorni- rinchiuso in un carcere di “massima sicurezza” britannico. Sapete tutti benissimo che gli #USA ne bramano (altro termine sarebbe riduttivo) l'estradizione (qui) e per un unico scopo: punirlo a vita per avere osato dire ciò che sanno tutti -di nuovo-. Ovvero che sono criminali e che l'esportazione che gli riesce meglio è quella della loro (sottolineato cinquanta volte) “#democrazia”, quella che li rende i guardiani non eletti di un mondo che ritengono libero se, e solo se, sta alla loro mercè. Questo post è stato scritto solo per ricordarci che la lotta di #JulianAssange è la nostra lotta e chi continua a difendere una serie di prevaricazioni e di abusi che nulla hanno a che fare con l'idea di umanità, è solo uno sciocco (se gli dice bene.) Un pericolo idiota nella realtà. (A&D)

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Dieci righe 58

(Assange)

Tredici anni fa #JulianAssange pubblicava il video dell'uccisione di dodici civili #Afgani. Glielo aveva consegnato la soldatessa #Manning. A quasi due anni dal ritiro degli #USA da quel martoriato paese, il giornalista americano si sta letteralmente consumando in una prigione #Inglese. Se volete conoscere la sua storia, continuo a consigliarvi il libro di #StefaniaMuarizi “Il potere segreto” (qui). Le “democrazie” occidentali continuano nella gara su chi si dimentica per primo di questo uomo, che ha la sola colpa di aver detto la verità. Lo sapete, se avete a cuore questa vicenda. Chi la insabbia, chi lo tortura è lo stesso che comanda, in qualche maniera, le nostre vite, i #SocialNetwork, il liberismo, l'avidità di denaro che mette in ginocchio i più poveri. Julian Assange deve essere liberato, perchè se vogliamo -dobbiamo- Noi essere liberi non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo chinare la testa. Mai e mai. E mai. (D.)

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Il fatto che sia arrivato alla lettura de “Il potere segreto” (ed. “Chiarelettere” . acquistabile su https://www.illibraio.it/librerie/) di @smaurizi@mastodon.social solo in questi giorni, renderà queste brevi note di commento piuttosto inutili. In moltissimi, e di certo più bravi, ne hanno scritto e parlato nei mesi scorsi: la stessa Maurizi è molto attiva e i suoi incontri con il pubblico e la stampa numerosi. Quindi, come sempre, cercherò una minima sintesi.

L'opera della Maurizi ha grandi meriti. Il primo è indubbiamente quello di essere un'opera di inchiesta: di quelle inchieste che nel mondo veloce e spesso superficiale della “comunicazione” in Internet si fa poco, ormai, e di certo pochissimo in Italia. La sua passione per la vicenda di #JulianAssange e di #Wikileaks travalica il limite della semplice informazione. Entra nel personale, cambia la vita e dovrebbe, comunque, essere divulgata in maniera capillare. Il valore di quello che viene narrato è esiziale per comprendere una società prona verso il potere persuasivo e nascosto di pochissimi Stati che sono sovrani, in qualche modo, su tutto il mondo. La portata di #Wikileaks è ancora sottovalutata e distorta, proprio ad opera di quegli elementi e governi che hanno un grandioso interesse nel perseguire un assoluto controllo sulle vite delle persone, di tutte le persone. I loro soldi, le loro idee, le loro debolezze vengono usate in nome di una ipotetica “lotta al terrore (o al terrorismo)” che è una scusa. Semplicemente una scusa. Banale, traballante, inumana, inaccettabile, ma sempre una scusa.

Ed ha il merito di riportare, con puntualità, le tappe di una prigionia assurda da qualsiasi contesto la si guardi: quella di #JulianAssange, che ha avuto quel coraggio che pochissimi altri hanno dimostrato nella storia dell'informazione. E per questo, per il solo fatto di aver svelato l'ipocrisia violenta e senza scrupoli di stati in guerra perenne (ma mai sul loro suolo), di aver detto alla gente la verità anche su se stessi, è vessato, perseguitato in maniera inumana. Non lo dice solo la Maurizi: lo dice l'ONU, lo dicono centinaia di organizzazioni umanitarie, ovunque. Eppure siamo così impregnati di retorica imperialistica ad ogni livello che scambiamo, anche se facciamo finta di non saperlo, la nostra libertà con una finta morale buona e giusta: imposta con le armi, con la sopraffazione, ma giusta.

#JulianAssange continua la sua battaglia senza voce: Stefania Maurizi, mettendoci la propria (e pagando tutto letteralmente di tasca sua) e scrivendo questo libro diviene, a sua volta, megafono di un'informazione realmente al servizio della nostra libertà. Quella che ci permette di vivere in una bolla di beata ignavia, che abbiamo barattato con una finta pace.

Leggete il “Potere segreto” e parlatene. E' una cosa giusta come poche. (D.)

(Piccola nota a margine. A livello sintattico la ripetizione di molti dati e di accadimenti -in maniera eguale per tutta la lunghezza del libro- lo ha reso, a mio parere, a volte un po' lento. Si potrebbe rivedere la stesura, in alcune parti, per rendere il tutto più agile. Ripeto: opinione da lettore. Senza acrimonia: oserei dire per affetto.)

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