L'Appeso. Tatuaggio che mi sono fatto, una decina di anni fa, sull'interno dell'avambraccio sinistro. Non ricordo adesso se fosse il quarto o il quinto dei sette che ho. Mi piacque perché una delle interpretazioni che avevo letto di questo Arcano Maggiore (non conosco assolutamente i Tarocchi) è che rappresenta l'inversione degli schemi. Assolutamente in linea con un precedente tatuaggio che m'ero fatto, un aforisma di Samuel Butler che recita, nella versione che ho conosciuto, “La gallina è solo il modo con il quale un uovo fa un altro uovo”.
Lo trovai uno splendido esempio di cambio di paradigma, di prospettiva.
Mi sono fermato poi a 7 tatuaggi, già ben prima del Covid sicché qualche anno lo è, però l'ultimo mi è particolarmente caro.
È una frase arrangiata tratta dalla canzone di Jarabe de Palo “Depende” nella versione spagnola e che recita:
“Aquí estamos de prestado. Uno nace y luego muere y este cuento se ha acabado.”
Ah, l'unica motivazione che mi ha spinto a cominciare, tra l'altro a 53 o 54 anni, a farmi dei tatuaggi è stata “Perché sì”, non sono riuscito a trovarne a posteriori altre che mi convincessero di più.
Stamattina mi sono alzato presto, ho sparecchiato la tavola di ieri sera, avevamo avuto una coppia di amici a cena per festeggiare il compleanno di questa amica, proprio di San Valentino (un giorno come un altro per nascere, no?).
Ho caricato la lavastoviglie la cui la sistemazione finale la fa comunque mia moglie, io non so nemmeno dove vanno messe le pastiglie, quale programma impostare (so che è l'eco) e come si fa partire. Ho per consuetudine apparecchiato per la colazione e preparato le medicine del mattino. Poi sono tornato al computer.
La routine del risveglio prevede che attorno alle 7:45 ( ma a volte anche alle 8) giungano dalla camera i rumori delle due che si alzano. A volte compare prima la cana, a volte prima mia moglie. Stamattina la cana.
Dopo il bacino di “Buon mattino” ed il reciproco bollettino “come hai dormito stanotte?”, mia moglie porta giù in giardino la cana per i bisogni (con me non li fa!).
Io intanto preparo la ciotola con i crocchini ed un po' di “umido” ad insaporire (le volte che ho dimenticato l'umido la cana, arrivando alla ciotola, si è voltata a fissarmi con lo sguardo a dire “Eh stamattina 'sta merda cos'è?”.
Al loro rientro si può cominciare. Come ultima operazione proprio prima di sedermi accendo l'interruttore alla caffettiera elettrica.
Sedendomi stamattina ho trovato accanto al mio piatto le prime violette della stagione, me l'ha raccolte mia moglie. Piacevole sorpresa!
(https://pixelfed.uno/i/web/post/796300597102514996)
20250214 Tanto per vedere come funziona qui, un ricordo:
Ricordo sempre il nostro primo San Valentino. C’eravamo messi insieme da pochissimi giorni, il 5 di febbraio. Doveva essere un Febbraio caldo perché c’erano già le violette. Ne comprai un mazzetto, erano profumatissime.
Trepidante te le consegnai sul Lungarno davanti a Piazza Carrara dove c’era il nostro Liceo. Mancavano pochi minuti ad entrare.
Tu prendesti questo mazzetto di violette tra le tue mani, lo guardasti e poi, lo ricordo sempre con commozione, mi dicesti:
“Io non sono innamorata, sicché non ti ho comprato nulla!”
Suonò la campanella ed entrammo, ognuno nella sua classe.
Io avevo Filosofia alla prima ora, si commentava il “Panta Rei” di Eraclito.
Io pensai solo “ Eraclito, Ma te lo vai a troncà dove devi te e tutti quei greci di merda”
Tutto sommato non è andata poi così male, giusto pochi giorni fa abbiamo festeggiato i nostri 48 anni di “messinsieme”, sicché...