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BISTOCCU

Una volta ho letto questa bella riflessione:

“Puoi organizzare un bel picnic ma non puoi prevedere il tempo”

E oggi è andata proprio così. Ieri sera avevo messo nel bagagliaio le due sdraine e l'ombrellone, già avevamo pagato l'abbonamento comunale per il parcheggio (Residenti nel Comune); Due banane e due bottigliette d'acqua per la colazione di mezza mattinata. Tutto pronto per la prima mattinata stagionale di mare. E niente, stamattina c'era un vento da camminare con i sassi in tasca.

La prossima finestra di lancio è ora prevista per lunedì prossimo, il sabato e la domenica non andiamo al mare, troppa gente con la quale statisticamente sei poi costretto a forme di socializzazione, fosse anche di pura cortesia.

Che poi noi alle 11, raramente le 12 e già sbaracchiamo. Magari in luglio ci s'arriva che manco sono le 7 e già si fa il bagno. Piano B: il solito bar vicino casa con giardino. Gli ombrelloni chiusi per via del vento ma non si stava male, alzi. Aria fresca e sole caldo che sembrava di essere in montagna. Molto piacevole. Al solito, letto, scritto, chiacchierato, pensato.

Per pranzo un gran bel BISTOCCU condito con pomodori, melanzane sott'olio e (tanto) aglio. (mai avuto problemi con vampiri). È un pane simile alle freselle che abbiamo trovato all'Eurospin di Oristano quando ci siamo stati per il primo compleanno del nipotino.

La clip è tratta da “Gemina” di Ralf lllenberg (3 elle, non mi chiedete perché) presente nel CD “Close to the heart” del 1995 ( e tanto è un giorno che ce l'ho…) Era un po' che volevo mettere questo brano. L'ho scorciato perché dura più di 4 minuti, tanto se lo volete ascoltare per intero vi ho dato tutte le indicazioni per trovarlo su YT (ho controllato, c'è). Verso la fine del brano (quello intero) c'è una bella risata di bambino che mi è sempre piaciuta. Bella anche la copertina del CD.

https://pixelfed.uno/p/Sarvegu/828960995353097262

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Cosa-fanno-le-rondini-vecchie

Cosa fanno le rondini vecchie? Stamattina io e moglie siamo andati con la Rha in auto a farle fare una passeggiata, poi al circolo lì vicino in una zona quieta. C'è un comodo dehors, dei tavolini all'ombra, ci siamo presi un caffè, abbiamo letto (lei ed io), scritto (io, matrici e appunti per riflessioni), lasciato vagare la mente (io ma a tratti m'è sembrato anche lei). In quel tempo che siamo stati lì, tra i vari avventori dopo un po' è venuta una coppia, molto anziana, tutti e due con il bastone. Anche loro si sono presi un caffè (anzi, un ginseng!), hanno fatto due chiacchiere tra loro, un paio di riflessioni su un telo frangisole da sostituire nel loro gazebo, altre cose così. Dopo un po' se ne sono andati via. Altri avventori, poi un'altra coppia molto anziana, in particolare lei, camminava male. Si sono accomodati ad un tavolino prossimo a quello dov'era stata la coppia di prima. Avranno preso senz'altro qualcosa ma non ho fatto caso, ero perso nei miei pensieri. Stavo pensando che gli anziani, pian piano, perdono inevitabilmente la loro mobilità. Lo vedo con mia madre che va per gli 89. Guida ancora (che ansia!) ma rimanda sempre di più le sue sortite autonome. Se per convenzione la terza età inizia a 60/65, moglie ed io siamo ancora dei giovani anziani. Ma ci stiamo inoltrando, è un fatto. E mi son messo ad immaginare come potrebbe essere il nostro “fading”, il nostro “uscire di scena” al rallentatore. Non la morte, quella mi preoccupa il giusto. Il lento decadimento, quello era il fulcro delle mie intime riflessioni. Poi sono successe due cose. C'è una vecchia casa accanto al circolo, di quelle a due piani più solaio. La mia attenzione è stata presa nell'osservare che lungo tutto il cornicione del tetto, tra i travetti, ci sono decine e decine di nidi di rondini ed altrettante decine di rondini volavano e ci si infilavano garrendo. È la loro stagione della gioventù! mi son detto. Ho provato a fare loro qualche foto ed anche un video. Nate d'un cane solo in una foto se ne intravede una e bene la sua ombra sul muro della casa. Nei video qualcosina in più ma bisogna prima sapere cosa voleva far vedere il video. Ma insomma non è questo il punto. Sono delle giovani rondini, hanno una breve stagione davanti a loro e sono pieni di incombenza, e trovati un partner, e fai una casa o risistema una vecchia, e accoppiati, e cova le uova, e dai da mangiare a questi figlioli, e “fai questo e fai quello” (cit. mia madre per dire che in una casa c'è sempre da fare) Cosa è la vita quando sei bambino? Ho letto una volta una bella frase: è un insieme di infiniti domani. E cos'è quando sei grande? E quando sei vecchio? Cosa fanno le rondini vecchie? Qual è il loro equivalente di andare al bar a prendere un caffè tanto non ci insegue nessuno e non abbiamo da preparare per nessuno se non per noi?

Come decidono che non è più per loro un'altra migrazione e restano semplicemente lì ad aspettare il compimento del ciclo?

********************************************** Qui inserire la seconda cosa. Ma non ancora, non ancora. (cit. Il Gladiatore) **********************************************

Quanto segue adesso è un'appendice inutile, potrebbe essere tagliata, farne oggetto appunto di una appendicectomia

Cosa fanno le rondini vecchie? Mi è proprio garbata, me la sono segnata perché potrebbe essere il titolo di un mio prossimo libro, un bel titolo. Ne ho già scritti parecchi di libri. Voglio dire, quanto meno il titolo… Ho solo da mettere sotto a ciascuno un (bel) po' di righe ma insomma, l'impianto, nella mia testa, c'è tutto. In realtà due libri li ho scritti ed anche stampati in proprio in una decina di copie ciascuno. Il primo “Case di bambino” l'ho scritto per fare il regalo a mia madre per un suo compleanno qualche anno fa. Tra l'idea di farglielo per regalo, la sistemazione del materiale che avevo “messo lì da parte” negli anni precedenti e il tempo di spedizione e consegna dei libri in tempo per il compleanno c'erano così pochi giorni che alla fine il libro è stato sì gradito e piaciuto da parentame ed amici intimi, ha sì soddisfatto il mio desiderio di poter dire “ho scritto un libro” ma anche avrebbe meritato il sottotitolo di “Manuale del refuso, come inserirli a cazzo e con grazia”… Me n'è rimasta una copia, la mia personale, che conservo come una reliquia. Nel tempo ho fatto la revisione completa del testo, ho cambiato/aggiunto/sostituito alcune parti (mi si dice che anche il mio collega A.M. abbia fatto la stessa cosa; lui addirittura la prima stesura non la pubblicò mai, e alla seconda stesura, che fu la prima ad essere pubblicata, cambiò anche il titolo. Per inciso secondo me fece bene, “Fermo e Lucia” proprio non si può sentire!) e poi alla fine ne ho stampata un'altra dozzine di copie per una serie di richieste di amici che non l'avevano letto. Purtroppo non ho trovato più la prima copertina, autoprodotta, e nella seconda versione ne ho messa una, la Torre Leon Pancaldo di Savona, scaricata dalla rete. Poi ho raccolto in un libro una serie di racconti che avevo pubblicato in diversi siti, sai di quelli da un tanto al chilo, prova ne è che con il tempo tutti questi siti hanno cessato di esistere. Il titolo è “Racconti minimi e brevi”. Le coppia di damino e damina veneziani in vetro che compaiono nella copertina non ci sono più “per intero”. Spolverandoli si sono separati. Incollati non hanno poi retto ad una seconda spolverata. Incollati ancora ora stanno in un vecchio bicchiere tappato con un coperchio trasparente, impolverato. Di questo secondo libro m'è rimasta solo la mia copia personale. Di entrambi, mi sono fatto furbo, conservo in un cloud il solo pdf. La mia produzione cartacea si è fermata lì ma anche la mia produzione letteraria “seria”. Al più qualche pezzo come questo ed è tutto dire.

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gatti

aggiornamento 13 maggio 2025

Midnight Cats – Stray Black Cats & Deep Bass Groove Jazz Night dal canale jij cats jazz su youtube https://www.youtube.com/watch?v=lemLMRdb8KI&ab_channel=jij~CatJazz~

Non c'è un vero motivo per il quale metto questo suggerimento di ascolto. Sto cazzeggiando al computer prima di mettermi “al lavoro” ed ho visto questa clip; di solito scarico solo l'mp3, stavolta l'animazione con i gatti mi è garbata e mi mette di buon umore.

Ieri sera a letto nel recap mentale della giornata prima di addormentarmi ho visualizzato i contenitori e le palline. Palline nere e contenitori di vari colori. (probabilmente associavo mentalmente il colore alla capacità del contenitore) Le palline scorrevano, rimbalzando, da sinistra verso destra. (questo dipende ovviamente da come sono stato abituato a leggere e scrivere. Fossi stato di cultura araba o ebraica sarebbero scorse da destra verso sinistra) Via via le palline si infilavano nei vari contenitori. Poi mi devo essere addormentato. Stamattina uno tra i primi pensieri da cosciente è stato di “vedere” un possibile approccio nella ricerca della soluzione: – Prima seleziona un gruppo di contenitori “NC”. (per esempio il secondo, il quarto ed il penultimo contenitore) – Determina la capacità complessiva “Max” di quel gruppo di contenitori. – Fai scorrere da 1 a Max palline ordinatamente nei vari contenitori del gruppo. (prima una sola pallina, poi due palline ecc ecc fino a MAX palline) Il numero complessivo di tutte le operazioni È la soluzione.

Well, thanks to the prick! Scivilo te il python!

Ora però prima un buon caffè (con biscotti) con moglie

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Solstizio

Aggiornamento 12 maggio 2025 sulle Matrici Rettangolari a valori [0,1] Ho cambiato la descrizione del campo di valori; penso che {0,1} potesse far pensare “nel campo dei Reali”. Invece no, sono proprio possibili i soli valori o zero o uno. Ma queste sono quisquilie. Grazie ad un paio di brillanti (me lo dico da solo) osservazioni, sono riuscito oggi a semplificare in maniera considerevole il programma; ho solo penato per dire a python cosa io volessi. Una parte ci sono riuscito, un'altra parte non intende ragioni ed ho dovuto trovare delle “allungatoie” per arrivare alla meta. Comunque rispetto a prima i risultati sono importanti. Se con il vecchio programma l'ultimo valore per le 3 x 10 a 15 elementi aveva richiesto poco più di 3 ore, con questo me l'ha scodellato in meno di 6 secondi. Merito certo delle osservazioni di cui sopra ma anche demerito del vecchio programma che era… prolisso. Questo mi ha portato ad estendere la ricerca fino alle 3 x 12 ed ottenere i risultati cercati in tempi “ragionevoli”. Le 3 x 12 sono 68,7 miliardi e l'ultimo valore, quello con 18 elementi “1” (9 miliardi e 75 milioni di possibilità) me l'ha fornito in 2 minuti e 10 secondi; 833 Fondamentali per la cronaca. Visto la pazienza che ho messo con il vecchio programma, potrei ora estendere lo studio ad ordini superiori fino, penso, alle 3 x 14 (quasi 4400 miliardi di matrici possibili) ma sarebbe un farlo per “tigna” e non è questo lo scopo. Spoiler: C'è una via di semplificazione ancora più potente e, direi, definitiva. Passa però per un quesito al quale non so rispondere (al momento) con una risposta “concisa” ma solo con una “prolissa”. Supponiamo di avere n palline e m contenitori. I contenitori hanno capacità diverse, per esempio un contenitore può contenere solo 1 pallina, un altro 5 palline, un altro 3 ecc ecc fino fai conto a z palline. Ci possono inoltre essere contenitori della stessa capacità che sono comunque considerati distinti. Sia C la capacità massima dell'insieme di contenitori, cioè C è il massimo numero di palline che riempirebbe contemporaneamente tutti gli m contenitori. Date n palline con n compreso tra 1 e C, in quanti modi diversi possono essere distribuite le palline tra gli m contenitori considerando inoltre che ogni contenitore non dev'essere per forza riempito ma può rimanere anche vuoto o parzialmente riempito? La soluzione “prolissa” passa ovviamente per il calcolo combinatorio con in più la complicazione del “non necessario completo riempimento” dei contenitori. Ma ce n'è una “più concisa”. So che c'è, ne sento le tracce ma ovviamente ora come ora mi è inafferrabile. Il quadro della foto l'ho fatto io. L'ho intitolato Solstizio d'inverno perché l'ho finito appunto il 21 dicembre 2024

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FONDAMENTALI-2-x-3 Aggiornamento 3 maggio 2025 sulle Matrici Rettangolari a valori in {0,1}

Dopo un bel po' di tentativi sono riuscito a scrivere un buon py che mi ha portato decisamente un bel po' avanti nella mia ricerca nelle matrici “FONDAMENTALI”. “Matrici Fondamentali” è una mia propria definizione; tra me e me e per me l'ho sempre chiamate così e manco so se ho usurpato una definizione già esistente.

Quello che ho in testa di fare è di trovare, per ogni gruppo di matrici “tra loro equivalenti”, cioè ottenibili una da un'altra con solo operazioni di spostamento di righe e/o colonne(*), una matrice che “rappresenti” quella “Famiglia di matrici” e definirla “Fondamentale”.

(*) escludo al momento l'operazione di trasposizione; nelle matrici quadrate l'operazione di trasposizione consente di considerare “matrici equivalenti” matrici che con la sola operazione di spostamento righe/colonne non è possibile ottenere. Può essere un'opportunità ma occorre “mettersi d'accordo prima”; ecco perché ho scelto di lavorare con le matrici rettangolari;

Con questo programma che ho scritto in Python ho lavorato con le matrici rettangolari 3 x n con n compreso tra 4 e 10. Sembra banale (ed in valore assoluto lo è) ma cmq già una 3 x 10 porta comunque a valutare 2 alla 30 matrici, pari a un bel carico di 1.073.741.824 matrici. Un miliardo e quasi 74 milioni di possibili rettangolini del piffero 3 x 10 fa cmq la sua porca impressione. Lo scopo della mia ricerca, se così la posso chiamare, non è certo di trovare “per nome” tutte le fondamentali (cosa per altro facile in sé) ma è di trovare la logica della loro formazione; resto convinto sia una progressione geometrica. Al momento ho questi dati “grezzi”: matrici possibili Fondamentali 3x4 4.096 89 3x5 32.768 190 3x6 262.144 386 3x7 2.097.152 734 3x8 16.777.216 1.324 3x9 134.217.728 2.284 3x10 1.073.741.824 3.790 Ciascuno poi declinato per numero di elementi nella Fondamentale di riferimento. Sono comunque arrivato al limite delle capacità del mio programma. Per esempio per trovare le Fondamentali 3 x 10 a 15 elementi (378 matrici) ho dovuto comunque aspettare più di 3 ore per avere il risultato: va al di là della mia pazienza. Mentre aspettavo mi fornisse gli ultimi dati, ho intravisto una ulteriore possibilità di “sfoltimento” nella ricerca. Nei prossimi giorni vedo di implementarla. Non che sia risolutiva, probabilmente mi consentirà di arrivare a definire le 3 x 11 o massimo le 3 x 12 a parità di tempo/pazienza ma dovrebbe essere propedeutica per lo step successivo, le matrici 4 x n. Poi se trovo la “Legge” bene e se no ciccia!
Ad maiores matrices!

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still-standing

Da un po' di anni ho questa suoneria sul cellulare quando mi chiama mia moglie; l'ho “creata” estrapolando dei versi dalla canzone di Elton John “I'm still standing” ed editandola con Audacity. L'ho trovata calzante, mi piace. Mia moglie ha subito una mastectomia del seno sx per un carcinoma infiltrante nel gennaio 2017 passando poi per tutta la trafila prevista dalla chemio terapia che l'ha veramente “provata”. Io all'inizio l'ho presa male ma male male male. Lei invece, spaventata questo sì, ha affrontato, passatemi il termine, “di petto” la situazione ed anche con il supporto del nostro terapeuta ha accettato, introiettandolo, il principio di realtà, il “qui e ora”. Ma ne è uscita bene, pian piano sempre più fiduciosa e aperta al mondo. Dopo 5 anni di esami confortanti “Alien” si è invece ripresentato, una recidiva posizionata nella stessa zona ma dietro ad una costola e questa volta in modo inoperabile perché adiacente alla pleura. L'immunoterapia sta facendo miracoli, Alien si è da subito ridotto ed ora è irrilevabile. Certo, è stato preso in tempo e certo, di tumore ci si cura ma non si guarisce, occorre sempre stare in allarme; ecco perché la periodica Tac (ora passata a 5 mesi di distanza) è sempre vissuta con tensione che si scioglie quando l'esito è poi ok. Per altri 4 mesi si vive molto molto bene, pur con le limitazioni del caso, per poi, avvicinandosi la data della successiva Tac, aumentare comprensibilmente il tasso di “fibrillazioni”, di inespressi “e se?” Un passo alla volta, un passo alla volta. Dedico questa riflessione a chi ne possa aver bisogno.

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folla

Georges Brassen “ Les passantes” Ho sempre amato questa canzone. Pensavo fosse di De André. Davvero poco tempo fa mi sono imbattuto in questa versione francese che è invece la versione originale. Forse forse la preferisco, è di Georges Brassen (ma il testo non è suo ma di Antoin Pol, Georges l'ha “solo” musicata e cantata [e mi ci dici niente!]). Do comunque il merito a Fabrizio di aver riconosciuto una bellissima canzona e di averla interpretata variando pochissimo il testo. Non ci sono rimasto male che non fosse sua. Questa volta no. Mi era capitato invece la prima volta quando ho scoperto che “Suzanne” non era sua ma di Leonard Cohen, artista che non conoscevo e che poi è diventato il mio cantautore preferito in assoluto, l'unico per il quale ho vinto la mia pigrizia e sono andato ad un suo concerto a Verona e due volte a Lucca. Va be', sono andato anche ad un concerto di De André che però non cantò perché pioveva e poi a uno di Renato Zero ma perché piaceva alla mia ragazza di allora (che è tuttora la mia ragazza da 48 anni e 2 mesi il prossimo 5 aprile) Ascoltando Cohen ho così scoperto che anche “Nancy” è sua e la versione di De André ne è una (molto bella) cover. A proposito, sapete perché si dice cover? (io, da poco, mi sono imbattuto in una verosimile spiegazione) L'altro cantautore che apprezzo tanto tanto è Maxime le Forestier che ho conosciuto, musicalmente parlando, da ragazzino in campeggio con i miei. Una ragazzina, belga, un po' più grande di me suonava la chitarra e cantava una canzone in francese ed io non capivo nulla. Però era bella, la canzone (lei non ricordo ma penso proprio che gli ormoni non mi si fossero ancora messi in moto) e soprattutto ero rimasto scioccato che pronunciasse “PSILVIAAA attandemuaa”, cazzo c'entrava quella P??? Vai, uno di questi giorni faccio una foto musicale con la canzone di Maxime che amo particolarmente: L'Éducation Sentimentale” ma questa è tutta un'altra histoire.

La foto l'ho scaricata in rete

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Tutti-i-sentieri-del-bosco Sentieri Erano settimane che stavo cercando questa particolare fotografia e non riuscivo a trovarla. L'ho anche cercata sul mio profilo di facebook perché sapevo di averla postata, anni e anni fa, quando ancora avevo l'applicazione sul cellulare (2,5 cellulari fa, poi l'ho disinstallata e mai più installata in quelli successivi) ma non c'è stato verso. Facebook me l'aveva anche riproposta come ricordo non più tardi di un annetto fa, sicché per esserci c'era. Però sapevo che prima o poi l'avrei ritrovata per caso in una delle tante pennette o in un HD portatile o in uno dei tanti cloud (gratuiti). E così è stato, proprio oggi, cercando una vecchia vignetta umoristica da mandare ad una mia amica che oggi compie 50 anni (bella tappa!). Come fotografia non è assolutamente un gran che, non ho nemmeno bisogno di ammetterlo perché è evidente in sé. Ma per me è indissolubilmente legata ad una mia intima riflessione che feci mentre percorrevo proprio quel sentieri lì e che dette origine ad uno dei pochi aforismi dei quali sono certo ed orgoglioso padre. Magari “dice” soltanto a me, magari “solo a me” ripropone sentieri di pensiero che si perdono e si ricongiungono e deviano ancora e si diramano. Ve la propongo così come mi venne in mente: “Tutti i sentieri del bosco, prima di essere sentieri, erano bosco”

La clip musicale è tratta da “Struggle For Pleasure – Wim Mertens” . Anche questo brano l'ho inseguito per anni. Era inserito in una serie radiofonica che trasmettevano, mi pare il mercoledì, anni ed anni ed anni fa. A quel tempo non c'era Shazam e probabilmente manco internet, sicché era una serie ben ben vecchia. Ascoltavo volentieri la puntata e soprattutto la sigla di chiusura, appunto questa. Qualche anno fa ho trovato il brano su youtube per caso, manco sapevo chi fosse questo Win Mertens. L'ultima mania che m'è presa è di fare clip musicali con un'unica fotografia, poi le salvo su un cloud nella cartella “Foto musicali”

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giusto una prova per vedere se ci viene subito la foto, dopo lo elimino gatto-caff

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IMG20250316144557 Sliding doors Approfittando della giornata con un po' di sole, siamo andati a far due passi in città a vedere la situazione dell'Arno sui lungarni. Pensavo di parcheggiare in via Luigi Bianchi e poi passare per Borgo Largo ma non avevo fatto i conti con la partita rimandata ieri causa maltempo, così sono andato a parcheggiare in via Bonanno accanto a Farmacia. Proseguendo accanto alle mura per sboccare su lungarno Simonelli, siamo passati accanto agli Arsenali Repubblicani dove c'è la Mostra fotografica di Elliott Erwitt che, senza falsa modestia, non sapevo chi fosse. Però sono curioso, una Mostra è una Mostra fosse anche di “taglio e cucito”, c'è sempre qualcosa da vedere che non sapevi sicché siamo andati a visitarla. Magari un pelo caruccio il biglietto d'ingresso, if you ask me. Vi riporto un estratto di quello che dice di lui Wikipedia:

“Elliott Erwitt, (1928 – 2023), è stato un fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l'attimo decisivo.”

Quelle esposte sono tutte in bianco e nero tranne due, decisamente minori, che lo ritraggono. Dice sono autoscatti. Qualcuna l'avevo già vista senza ovviamente sapere di chi fosse (e ora, per quello che può servire, lo so). Tra queste una che mi era rimasta impressa per un particolare: “Segregated Water Fountains” dice del 1950 in Carolina del Nord. Non per il cartello White su un lavandino e Colored per l'altro. Per il lavandino ben pulito mentre l'altro molto sporco. L'avevo trovata una cattiveria inutile.

La foto che presento l'ho fatta io con il cellulare, non è mi è venuta particolarmente bene però su internet non ne ho trovate altre che evidenziassero altrettanto bene la “disparità di comportamento”.

Il brano musicale è “Omnia sol temperat” dai Carmine Burana di Orff. Mi è sempre piaciuto quando recita Ama me fideliter Fidem meam nota De corde totaliter Et ex mente tota Sum presentialiter Absens in remota Quisquis amat taliter Volvitur in rota Li trovai versi dolcissimi proprio ed anche per il modo nel quale vengono cantati.

https://postimg.cc/vgVnRBVD https://pixelfed.uno/i/web/post/806932659838833054 (con il brano)

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