Cooperazione Internazionale di Polizia

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Il progetto SIRIUS di EUROJUST e EUROPOL per l'accesso alle prove elettroniche

Qualche giorno fa abbiamo parlato di OSINT (Intelligence da Fonti Aperte) e dell’utilizzo che ne farà #EUROPOL nella identificazione dei crimini di guerra commessi dalla Russia nel corso dell’invasione di parte del territorio ucraino (rileggi qui). Ebbene, si è parlato anche delle potenzialità dell’ #OSINT nella conferenza #SIRIUS, tenutasi il 21 e 22 novembre scorsi presso la sede centrale di Europol all’Aja ed anche online. La conferenza ha riunito le autorità giudiziarie e Forze di Polizia non solo dei 27 stati Membri dell’ #UE, nonché rappresentanti ed esperti del settore pubblico e privato, per creare e promuovere una rete internazionale di competenze nel campo delle prove elettroniche. Si è trattato della quinta conferenza annuale di SIRIUS.

Più della metà di tutte le indagini penali oggi include una richiesta transfrontaliera di accesso a prove elettroniche detenute da prestatori di servizi. Ciò può includere il contenuto di SMS, e-mail o app di messaggistica o dati che identificano il particolare utente di un servizio e la sua posizione. In un ambiente online in rapida evoluzione, gli investigatori e i pubblici ministeri devono fronteggiare la complessità e un elevato volume delle informazioni.

Il progetto SIRIUS, che è co-attuato da #Eurojust (Agenzia dell'Unione Europea per la Cooperazione Giudiziaria in Materia Penale) ed Europol, è un punto di riferimento centrale nell'UE per la condivisione delle conoscenze sull'accesso transfrontaliero alle prove elettroniche. Offre una varietà di servizi, come linee guida, corsi di formazione e strumenti, per facilitare l'accesso ai dati detenuti dai fornitori di servizi. Questi servizi sono a disposizione delle forze dell'ordine e delle autorità giudiziarie tramite una piattaforma e un'applicazione. A tutt'oggi, SIRIUS serve una comunità di autorità competenti di 45 paesi, che rappresentano tutti gli Stati membri dell'UE e un numero crescente di paesi terzi, nonché la Procura europea (EPPO). Inoltre, SIRIUS facilita anche le opportunità di condividere esperienze con i colleghi, sia online che di persona.

Il progetto SIRIUS funge da punto di riferimento per l'ottenimento di dati elettronici da SP con sede in altre giurisdizioni. SIRIUS fornisce una piattaforma riservata per la condivisione di conoscenze e migliori pratiche sia per le forze dell'ordine che per le comunità giudiziarie. Il progetto SIRIUS mantiene un archivio aggiornato dei dati di contatto di oltre 1000 aziende; Le autorità competenti sono quindi in grado di recuperare più indirizzi in un'unica operazione per gestire in modo più efficiente volumi di informazioni complessi e di grandi dimensioni.

È possibile accedere ai prodotti e ai servizi SIRIUS tramite la piattaforma di esperti di Europol (#EPE). Le sue risorse sono a disposizione delle Forze di Polizia e giudiziarie di tutti gli Stati membri dell'UE, nonché dei paesi terzi che hanno un accordo operativo con Europol o con Eurojust. La comunità SIRIUS sull'EPE rappresenta tutti i 27 Stati membri, promuovendo la cooperazione e il sostegno all'interno dell'Unione europea.

Ogni anno, il progetto SIRIUS pubblica il SIRIUS EU Digital Evidence Situation Report, un rapporto disponibile al pubblico che raccoglie i punti di vista delle autorità giudiziarie, delle forze dell'ordine e dei prestatori di servizi (SP) sui metodi e le sfide della raccolta di dati elettronici a livello transfrontaliero ai fini delle indagini e delle azioni penali. Il report riferito al 2022 può essere scaricato qui: https://www.eurojust.europa.eu/publication/sirius-eu-digital-evidence-situation-report-2022

Per saperne di più su Eurojust: https://www.eurojust.europa.eu


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Il Consiglio d'Europa contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali sui minori online

In precedenti interventi abbiamo parlato dell'impegno delle Istituzioni dell'Unione Europea nella lotta contro lo sfruttamento e agli abusi sessuali sui minori online, segnalando le attività di #EUROPOL (vedi qui) e di #CEPOL (vedi qui).

Oggi vi vogliamo parlare di quanto messo in campo dal Consiglio d'Europa (#COE).

Seppure spesso vi sia confusione tra #UE e Consiglio d'Europa, in realtà questa è una organizzazione internazionale del tutto indipendente dagli organi dell'Unione, fondata il 5 maggio 1949, e che ha come obiettivo principale la promozione dei diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto in Europa. La sua sede si trova a Strasburgo, in Francia. Tra i fondatori del Consiglio d'Europa ci sono la Francia, il Regno Unito, l'Italia. Attualmente conta 46 Stati membri (vedi nota a pie' pagina). Attraverso la sua azione, contribuisce a garantire la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini europei e a promuovere la cooperazione tra gli Stati membri.

Il progetto del Consiglio d'Europa per porre fine allo sfruttamento e agli abusi sessuali sui minori online (EndOCSEA@Europe+) ha lanciato il suo nuovo pacchetto di formazione per le forze dell'ordine, i giudici e i pubblici ministeri per migliorare le loro capacità operative nell'affrontare l' #OCSEA, una sigla che per l'appunto indica tale tipo di sfruttamento. Si tratta di una attività che prosegue progetti similari, e che – iniziata a settembre di quest'anno – è previsto termini il 31 agosto 2025, ed è mirata sopratutto a contrastare il fenomeno in Georgia, Montenegro e Repubblica di Moldova.

Ricordiamo che in ambito dell'intero territorio europeo a tutela dei minori operano la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (Convenzione di Lanzarote) e collegata a questa, per l'aspetto dell'adescamento e degli abusi online, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica (Convenzione di Budapest).

Gli Stati Membri del Consiglio d'Europa sono: Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaigian, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Repubblica di Moldavia, Monaco, Montenegro, Olanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia. Portogallo, Romania, San Marino, Serbia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Regno Unito


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CEPOL, la sua Cybercrime Academy e l'impegno nella lotta contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali sui minori.

Vi abbiamo già parlato qui di #CEPOL, l'Agenzia dell' #UE per la formazione delle forze dell'ordine, così come dell'impegno di #EUROPOL e delle polizie europee nella lotta al commercio di materiale pedopornografico (leggi qui).

Su questo ultimo argomento CEPOL offre opportunità di formazione ai funzionari ed agli ufficiali delle forze dell’ordine dell’UE, per aiutarli a migliorare le proprie conoscenze e competenze. CEPOL inoltre contribuisce allo sviluppo di una rete di funzionari delle forze dell’ordine specializzati, che continuerà a cooperare a livello transfrontaliero.

Lo sfruttamento sessuale dei minori online è in continua evoluzione, grazie ai progressi tecnologici.

La CEPOL Cybercrime Academy (#CCA) , inaugurata nel 2019, ha come priorità principale la progettazione e l'erogazione di programmi di formazione specificamente rivolti ai funzionari delle forze dell'ordine che combattono i crimini informatici, compresi lo sfruttamento e l'abuso sessuale online dei minori: – Corso Sfruttamento sessuale minorile (#CSE) su Internet – Operazioni sotto copertura , – Corso Sfruttamento sessuale minorile – Identificazione delle vittime e – Strategie per rintracciare autori di reati sessuali su minori e attività online .

Inoltre la piattaforma di formazione delle forze dell'ordine di CEPOL , #LEEd , offre agli utenti registrati una serie di webinar registrati pertinenti che coprono diversi argomenti sullo sfruttamento sessuale minorile.


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EUROGENDFOR PASSAGGIO DI CONSEGNE DA ARMA DEI CARABINIERI A GUARDIA CIVIL SPAGNOLA

Si è tenuta nei giorni scorsi a Roma presso la sede del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, la riunione del Comitato Interministeriale di alto livello (#CIMIN) che ha funzioni di controllo politico e indirizzo strategico sulla Forza di Gendarmeria Europea (#EuroGendFor) e di coordinamento politico-militare tra i Paesi membri.

Nella circostanza è avvenuto il passaggio di consegne del CIMIN tra la presidenza italiana uscente e la Guardia Civil spagnola (immagine sopra). Il CIMIN è presieduto con turno annuale da uno Stato membro Il ministro Tajani ha sottolineato come “la Forza di Gendarmeria Europea è uno strumento essenziale di gestione delle crisi e fornisce capacità indispensabili, specialmente nell’ambito delle missioni civili dell’Unione Europea. Un esempio concreto ne è stato il dispiegamento nel quadro di Eulex Kosovo, a guida italiana. Altrettanto strategico è il contributo di EuroGendFor alla missione UE in Libia, a contrasto del traffico di migranti”, ricordando inoltre che “l’Italia attribuisce grande importanza al fronte Sud. Nord Africa, Corno d’Africa e Sahel richiedono un nostro concreto impegno per lo sviluppo del Continente, e il sostegno alla stabilità di quei Paesi, fornito anche attraverso EuroGendFor, è cruciale”.

Sono intervenuti anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: “l’importanza di EuroGendFor nella gestione delle crisi è stata recentemente rimarcata dalla menzione nel Civilian Compact dell’Unione Europea che individua in essa uno degli strumenti per rendere le missioni civili della UE sempre più efficaci, strutturate, flessibili e solide”, ed il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, che ha segnalato come: “la presenza di EuroGendFor sia oggi rafforzata, grazie a una rilevanza sempre crescente nelle missioni dell’Unione Europea, specialmente nei Balcani occidentali (Bosnia e Kosovo) dove schiera il contingente più numeroso”. EuroGendFor – il cui Quartier Generale è in Italia, a Vicenza – è composta da Forze di Polizia a ordinamento militare degli Stati membri dell’Unione Europea, ed è uno strumento di gestione delle crisi a disposizione delle Organizzazioni internazionali, quali #UE, #ONU, #OSCE, #NATO.

Le missioni di polizia nella gestione delle crisi internazionali sono uno strumento essenziale per la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della stabilità internazionale. Il valore aggiunto che EUROGENDFOR può fornire alla gestione delle crisi internazionali, in termini di potenziale da offrire, è duplice: uno strumento appropriato per agire in un ambiente non favorevole, in particolare durante le missioni di sostituzione, e una capacità di dispiegamento rapido. EUROGENDFOR include l’ #ArmadeiCarabinieri, la Guardia Civil spagnola, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guarda Nacional Republicana portoghese, la Marechaussée olandese, la Gendarmeria Militare Polacca e la Gendarmeria romena, oltre alla Lituania in qualità di partner ed alla Turchia ed alla Repubblica di Moldova quali osservatori.

Per saperne di più https://servizi.carabinieri.it/arma/arma-all'estero/eurogendfor

Sulla cooperazione tra forze di polizia a status militare vedi anche https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/la-fiep-associazione-che-raggruppa-le-forze-di-gendarmeria-ed-a-statuto


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Operazione BELENOS. Scoperti movimenti illeciti di 18 milioni di euro di denaro contante, potenzialmente legati al riciclaggio di denaro, alle attività criminali transnazionali e al finanziamento del terrorismo.

L'Ufficio europeo per la lotta antifrode (#OLAF) ha reso noti i risultati dell'operazione #BELENOS, realizzata in 25 Stati membri dell' #UE (Italia compresa), che ha individuato 400 casi di flussi di cassa illeciti accompagnati e non accompagnati, principalmente nel traffico aereo (77,6 %), nel trasporto stradale (18 %), nel trasporto marittimo (3 %) e nelle spedizioni postali (0,6 %). Le autorità doganali hanno scoperto almeno 64 casi di potenziali legami con il riciclaggio di denaro per circa 3 milioni di EUR e 20 casi di potenziali legami con sanzioni contro la Russia per la sua aggressione nei confronti dell'Ucraina per circa 180,000 EUR. Inoltre, 34 casi di importi inferiori a 10,000 EUR sono sospetti di essere collegati ad attività criminose. In totale, sono state coinvolte quasi 420 persone fisiche.

L'operazione BELENOS mirava a controllare i movimenti di contante accompagnato e di contante non accompagnato (trasmesso a mezzo trasporto, posta o corriere), pari o superiore a 10,000 EUR in entrata o in uscita dall'UE, ai sensi del REGOLAMENTO (UE) 2018/1672 del #PARLAMENTOEUROPEO e del Consiglio del 23 ottobre 2018 (relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nell'Unione o in uscita dall'Unione). Inoltre, alcuni Stati membri partecipanti hanno effettuato controlli basati sull'analisi dei rischi sui movimenti di denaro contante all'interno dell'UE, conformemente alle rispettive legislazioni e politiche nazionali.

L'operazione BELENOS è stata guidata dalle autorità doganali francesi, in collaborazione con le autorità doganali spagnole ed #Europol in qualità di co-leader, e con il sostegno dell'OLAF e della Commissione europea (#DGTAXUD). È stato effettuata in 25 Stati membri dell'UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.

Cosa fa l'OLAF?

La missione dell'OLAF consiste nell'individuare, indagare e fermare le frodi con i fondi dell'UE.

L'OLAF : • svolge indagini indipendenti sulle frodi e sulla corruzione che coinvolgono i fondi dell'UE, in modo da garantire che il denaro di tutti i contribuenti dell'UE raggiunga progetti in grado di creare posti di lavoro e crescita in Europa; • contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'UE indagando sulle gravi violazioni commesse dal personale dell'UE e dai membri delle istituzioni dell'UE; • sviluppa una solida politica antifrode dell'UE.

Nella sua funzione investigativa indipendente, l'OLAF può indagare su questioni relative a frodi, corruzione e altri reati lesivi degli interessi finanziari dell'UE riguardanti: • tutte le spese dell'UE: le principali categorie di spesa sono i fondi strutturali, la politica agricola e i fondi per lo sviluppo rurale, le spese dirette e gli aiuti esterni; • alcuni settori delle entrate dell'UE, principalmente dazi doganali; • sospetti di gravi comportamenti scorretti da parte del personale dell'UE e dei membri delle istituzioni dell'UE.

Una volta completata l'indagine, spetta all'UE e alle autorità nazionali competenti esaminare e decidere in merito al seguito dato alle raccomandazioni dell'OLAF.

Per saperne di più

https://anti-fraud.ec.europa.eu/index_it


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Attualità: il mandato di arresto europeo (MAE), uno strumento operativo per le Autorità Giudiziarie e le Polizie dell’Unione Europea

Recentemente abbiamo parlato della ricerca di latitanti in ambito #UnioneEuropea (vedi qui). Di seguito trattiamo di uno strumento operativo che consente e la ricerca e la cattura da parte delle Forze di Polizia dell' #UE di soggetti inseguiti da un mandato emesso dall'Autorità Giudiziaria.

Il MAE. Che cos’è

Operativo dal 1° gennaio 2004, il #mndatodiarrestoeuropeo ha sostituito i lunghi procedimenti di estradizione tra gli Stati dell'UE. È infatti un procedimento giudiziario semplificato di consegna ai fini: – dell'esercizio dell'azione penale, – dell'esecuzione di una pena, – di una misura di sicurezza privativa della libertà.

Un #MAE emesso dalle autorità giudiziarie di uno Stato membro è valido in tutto il territorio dell'Unione europea. Un'autorità giudiziaria di uno Stato membro dell'UE perché si proceda all'arresto di una persona in un altro Stato membro e la si consegni allo Stato membro richiedente ai fini sopra richiamati. Il meccanismo si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie. Opera mediante contatti diretti tra autorità giudiziarie. Nell'applicare il MAE, le autorità devono rispettare i diritti procedurali degli indagati/imputati (diritto ad essere informato, a nominare un avvocato e un interprete, nonché al gratuito patrocinio) come stabilito dalla legge nel paese in cui sono stati arrestati.

Cosa cambia rispetto alle procedure di estradizione tradizionali?

Termini rigorosi: il Paese in cui la persona è arrestata deve adottare la decisione finale sull'esecuzione del mandato d'arresto europeo entro 60 giorni dall'arresto. Se la persona arrestata acconsente alla consegna, la decisione è presa entro 10 giorni. La persona ricercata deve essere consegnata il più rapidamente possibile a una data convenuta tra le autorità incaricate, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale relativa all'esecuzione del mandato d'arresto europeo. Doppia incriminazione: per 32 categorie di reati, non si procede a verificare che l'atto costituisca un reato in entrambi i paesi. L'unico requisito è che sia punibile con una pena edittale massima della reclusione di almeno tre anni nel paese che ha emesso il mandato. Per gli altri reati, l'arresto può essere subordinato alla condizione che l'atto costituisca un reato nel paese d'esecuzione. Assenza di intervento a livello politico: le decisioni vengono prese unicamente dalle autorità giudiziarie, senza alcun tipo di considerazioni politiche, quindi in linea di principio, gli Stati membri dell'UE non possono più rifiutare la consegna dei propri cittadini, a meno che assumano la competenza per l'azione penale o l'esecuzione della pena privativa della libertà nei confronti del ricercato.

Esistono garanzie?

Il paese che esegue il MAE può chiedere le seguenti garanzie: a. dopo un certo periodo la persona avrà diritto a chiedere una revisione, nel caso in cui si sia trattato di una condanna all'ergastolo; b. il ricercato può trascorrere il periodo di detenzione nel paese d'esecuzione, se si tratta di un cittadino o di un residente (abituale) in tale paese. Vi sono motivi tassativi per rifiutare il MAE? Un paese può rifiutare la consegna della persona oggetto del mandato solo nel caso in cui si applichi uno dei seguenti motivi per il rifiuto obbligatorio o facoltativo: Rifiuto obbligatorio: – la persona è stata già giudicata per lo stesso reato (principio del ne bis in idem); – minori (il soggetto non ha compiuto l'età prevista per la responsabilità penale nel paese d'esecuzione); – amnistia (il paese d'esecuzione avrebbe potuto perseguire il soggetto e il reato è stato amnistiato in tale paese). Rifiuto facoltativo: qualche esempio: – mancanza di doppia incriminazione per i reati che non siano compresi tra i 32 reati di cui all'articolo 2, paragrafo 2, della decisione quadro sul MAE; – giurisdizione territoriale; – procedimento penale in corso nel paese dell'esecuzione; – prescrizione.

Per saperne di più

https://e-justice.europa.eu/content_european_arrest_warrant-90-it.do


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30 anni dal Trattato di Maastricht: dal Gruppo Trevi alla European Drugs Unit, in vista di Europol.

Oggi sono 30 anni dalla entrata in vigore del Trattato di #Maastricht (7 febbraio 1992 firma del Trattato istitutivo dell'Unione Europea, 1 novembre del 1993 data della effettiva entrata in vigore). lbro delle firme del Trattato Il Trattato di Maastricht ha istituito l'Unione Europea strutturandone le politiche in tre macro-aree: i tre pilastri dell' #UE. Il terzo pilastro era riferito alla cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (GAI) per la costruzione di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, in cui vi fosse collaborazione contro la criminalità a livello sovranazionale. I tre pilastri I primi passi nella cooperazione in materia di sicurezza e giustizia all’interno dell’allora Comunità Europea si erano avviati nel 1975, quando fu creato il Gruppo TREVI, composto dai ministri della giustizia e degli affari interni degli Stati membri. Il #gruppoTrevi era una rete intergovernativa di funzionari nazionali dei ministeri della giustizia e degli interni al di fuori del quadro comunitario. Fu proposto durante il Consiglio europeo di Roma dell'1-2 dicembre 1975. Il lavoro del gruppo si basava sulla cooperazione intergovernativa tra i dodici Stati della Comunità europea per contrastare il terrorismo e coordinare le attività di polizia nella Comunità europea. L'acronimo è stato individuato in “Terrorisme, radicalisme, extremisme et violence internationale”. Le riunioni ministeriali semestrali del gruppo Trevi erano preparate da incontri di alti funzionari, inizialmente due e successivamente cinque gruppi di lavori. Il Gruppo TREVI non era quindi un organo della Comunità, ma un’iniziativa di cooperazione intrapresa di comune accordo dai Governi dei Paesi membri, i cui connotati informali permettevano la salvaguardia degli interessi nazionali. “Trevi” lavorava su tre livelli: Ministeriale (attraverso incontri semestrali dei Ministri dell’Interno), Alti Funzionari (riunioni semestrali) e i Gruppi di lavoro (cui partecipavano funzionari del Ministero dell’Interno/Ministero della Giustizia, alti funzionari di polizia, funzionari dell’immigrazione e delle dogane e rappresentanti dei servizi di sicurezza interna). La cerimonia della firma del Trattato Il Trattato sull’Unione Europea (sopra, la cerimonia della firma) diede una veste ufficiale alla cooperazione interstatale svolta informalmente dal Gruppo TREVI. Il Trattato dedica il Titolo VI alle “Disposizioni relative alla cooperazione nei settori della Giustizia e degli Affari Interni”, prevedendo all’articolo K.1, punto 9 “la cooperazione di polizia ai fini della prevenzione e della lotta contro il terrorismo, il traffico illecito di droga e altre forme gravi di criminalità internazionale, compresi, se necessario, taluni aspetti di cooperazione doganale, in connessione con l'organizzazione a livello dell'Unione di un sistema di scambio di informazioni in seno ad un Ufficio europeo di polizia (Europol)”. Inoltre, l’articolo K.3 prevede: “gli Stati membri si informano e si consultano reciprocamente, in seno al Consiglio, per coordinare la loro azione; essi instaurano a tal fine una collaborazione tra i servizi competenti delle loro amministrazioni”. Il Consiglio dell’Unione Europea, nell’ambito delle competenze del Trattato di Maastricht relativamente alle materie del Titolo VI, il 2 giugno 1993 fissava poi le linee guida dell’European Drugs Unit (EDU), ufficio embrionale da cui è sorta l'attuale #Europol.

Per saperne di più: – il podcast Market Mover de Il Sole 24 ore “L’Ue compie 30 anni. A 30 anni dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht quanto è maturo l'esperimento politico ambizioso dell'Unione politica e monetaria?”, ascoltabile qui –> https://www.spreaker.com/user/ilsole24ore/market-mover-puntata-del-31-10-2023 – Trevi, Europol and the European state di Tony Bunyan, reperibile qui –> https://www.statewatch.org/media/documents/news/handbook-trevi.pdf


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