FELICE SERINO
POESIE
LA COMPOSIZIONE DELLA LUCE (2015)
106 L'INDEFINITO
è nello spazio delle attese nel bianco del foglio nel buco nero del grido di munch
l'indefinito è nell'aprirsi del fiore nel fischio del treno in un lancinante addio nell’intaglio dello scalpello su un marmo abbozzato
l'indefinito è in noi sin dallo strappo di sangue della nascita
107 ANCORA A SORPRENDERCI
dici non siamo che ombre al sole della morte indossiamo l'inverno di un corpo caduco
ma dai muri il verde grida in folti ciuffi e gli alberi si cambiano d'abito e al guaiolare dei gatti s'affaccia pettegola la luna
ancora a sorprenderci in fermento la vita
e tu che vai filosofando
108 SEI ALTRO
forse meglio l'attesa a dipanare e sdipanare le ore che l'appagamento senza più desideri: il libro di poesie fresco di stampa fra le mani e ti ritrovi ora in una sorta di vortice le parole vive strappate all'anima vagano leggere non più tue ma del mondo mentre tu sei altro
109
VELE
acqua mutata in vino perché continui la festa
così al banchetto del cielo con l'Agnello sacrificato acqua e sangue dal Suo costato dal sacro cuore vele le vele rosse della Passione nella rotta del Sole per gli erranti della terra
110 NELLA FRAGILITA' DEI GIORNI
un sé perduto nella fragilità dei giorni e questa insaziabilità dell'anima da vivere come una croce
laghi d'occhi vaganti in cieli di spleen sull'eco d'un io espanso
e in sé disperso
111
MAREMONDO
gettato dentro il maremondo a masticarmi kronos
avevo smesso di capriolare in quel naturale mare materno
tornerò ad essere un grumo appena
come quando impastato di una luce di mistero mi fondevo col respiro del cosmo
112 SOGNO TRAVESTITO
dove generi giorni dissipati dove non ti travolgano le acque del dolore la realtà è sogno travestito da clown dal perenne riso -dietro la maschera una tristezza che invade
113 QUI CI STA BENE UNO SPAZIO
ecco vedi la poesia deve respirare nascendo dal bianco innalzarsi come cresta d'onda per poi immergersi fino allo spasimo in profondità d'echi e ancora su con lo slancio felice d'un enjambement
vedi la poesia è una tipa selettiva sfoglia scandaglia spoglia immagini le riveste a sua somiglianza
porta sogni e nuvole al guinzaglio
114 LA POESIA
in luce di sogno ti seduce la vita altra
nella dimora del sangue veleggiano navi di nuvole
un ventaglio di palpiti apre la casa della mente
115
NELL'INFINITO DI NOI
(visione)
abbracci senza mani di corpi immateriali
i nostri volti unificati
noi fatti d'aria
tu ed io
una sola persona
116 IL POSTO RISERVATO
chi mai ti toglierà quel posto da Lui riservato secondo i tuoi meriti altro è la poltrona accaparrata a sgomitate trespolo che pur traballa come in un mare mosso finché uno tsunami non la rovescia la vita
117 LE VENE CARICHE DI NOTTI
(stato depressivo)
le vene cariche di notti a carpire vertigini all'abisso
laddove è a confondersi col sogno la vita
il tuo imbuto a risucchiarti
118 ECHI D'INFANZIA
bacia il sole immense distese a maggese
così anche il cuore in fioritura
con l'eco dei gridi di ragazzini a frotte tra sciabolate di luce
vedermi uscire dal ricordo nell'agitarsi in quella corsa dei grembiuli come ali in voli bianchi verso casa
119 NELL'INQUIETO MIO CIELO
[ispirandomi alla figura di Giobbe]
nell'inquieto mio cielo ferite gridano il Tuo nome
disseminato altrove fiorirà il mio spirito
sì fiorirà
come nel cuore della pietra la Bellezza di angelica veste
120 AL CROCEVIA DEI VENTI
(la fatica dello scrivere)
magari ti soccorra una voce fatta carne scavata nel sogno complice la luna
una quasi presenza al crocevia dei venti
121 GOCCE DI SOGNO
navigare di nuvole pigre nel cielo della mente da queste aspettarti quasi sprizzino gocce di sogno come da mammelle
come nasce una poesia ti chiedi e inatteso ti si offre un appiglio in quel dondolarsi del bambino al parco
ti lasci condurre come un cieco e non sai mai dove ti porta poesia
122 L'ALTALENA
è poesia quel dondolarsi del corpicino quasi fatto d'aria e avvertire l'alone di mistero nella figura del nonno dietro il giornale -il confondersi delle lettere all'occhio attento
nel suo sangue un tripudio d'azzurro nell'affacciarsi l'emozione di giovani voli
123 DA MONDI DI VETRO (visione)
da mondi di vetro mi giungeva il respiro di cieli anteriori dov'ero sollevato su ali d'aquila dimora del mio centro luce del sangue lì custodita in comunione col palpito degli astri
124 LA CASA DELLE NUVOLE
cieli d'acqua e cavalli d'aria
lì custodisco ore sfilacciate e segrete pene -oh giovinezza di deliri e notti illuni
lì dove il turbinio degli anni è rappreso in un palpito che nell'aria trema
125 LA PENNA NELLA LUCE
(ad un agnostico)
e tu a ripetere non credo nei miracoli tutte balle ma se sei in vita è già un miracolo sai che si perpetua nell'oltre
glissando sul tuo intercalare io t'intingo la penna nella luce scrivo per Dio e la sua gloria
tu segui pure le tue ombre fantasmi che ti succhiano la vita
126 LUNA PARK
ride la piccola Margot alle smorfie del papà che si rade “suvvia ti porto alle giostre” e lei s'illumina di gioia e poi a cavalcioni sulle larghe spalle nella fantasmagoria delle luci
un po' ci si attarda
nell'aria ancora calda di fine settembre
riverbera una miriade di
stelle negli occhi innocenti
mentre le nasconde
il resto del viso una montagna
di zucchero filato
127
L'ORA CHE DALL'ALTO
l'ora che dall'alto giungerà come un ladro ti troverà a mani vuote e cosa dunque Gli offrirai se non lune lacerate dai cani della notte e capestri di nebbie nel delirio dei giorni e vomiti esiziali di una vita in perdita
128 AGLI OCCHI DEL CIELO
agli occhi del cielo padrone dei tuoi beni sarà la ruggine
quando avranno rovesciato i tuoi forzieri gli angeli della morte
e tu non avrai più nome
allora la tua casa vuota sarà preda della gramigna e di avvoltoi affamati
mentre a essere elevato sarà il plebeo che condivideva il pasto coi cani
129 LETTERE AMO INDORARE
finché loro ci sono e hanno le mani nel sangue quasi presenze
percezioni inconsce a ravvivarle come in padella a fuoco vivo galleggianti in olio bollente dagli scoppiettanti schizzi
insieme a parentesi a guisa di unghie-di-luna appena scottate
ecco che il cuore madido di luce ci si nutre
invaghito di lettere appena pescate dall'inferno dell'olio
130
ALLUCINATE VISIONI
la sensazione di cadere in un vuoto vertiginoso
ma si era soltanto assopito
le voci confuse della tivù si fondevano con le sue allucinate visioni di fosfeni
più netta la linea di demarcazione
ora che la sua testa emergeva come da alti muri d'acqua
131
MUNCH
nel buconero del Grido spiralante la vertigine
la raccolgo dentro un foglio
vedi
pesco sogni di ragno rimasti nell'intreccio della tela
132 RICORDO UN ANGELO
da piccolo ricordo un angelo raffigurato al soffitto
con lui mi confidavo quando la febbre mi teneva a letto
nell'azzurra volta trovavo altre nuove figure lassù nascoste mute testimonianze di mie visioni
così passavo le ore pomeridiane mentre una lama di luce cadeva obliqua dalle socchiuse persiane
133 FIORE NERO
l'avvicendarsi degli anni a cogliere il nero fiore della morte
i figli emigrati in cerca di eldorado
e l'anima che ha perso pezzi del suo cielo
trasudano presenza della tua metà le fredde pareti e
le lettere d'amore ingiallite nel fondo del baule
134 L'INESPRIMIBILE
questo rebus che sei intreccio d'anima e istinto sul bordo del tempo vago sogno in te specchiato l'indefinito di te
un sé dilatato in cieli ancestrali dove l'esistere è il suo pensarsi
135 LUCE AL TUO PASSO
(ad un figlio)
reinventati la vita
non t'accorgi d'essere vivo per apparire
dai una mano di bianco alla tua anima d'autunno
migliora la tua aura
fermati estatico davanti ad un volo o l'esplodere gemmante di un fiore
ringrazia il Signore
fai pace con la vita che mordi e ti morde
è luce al tuo passo l'angelo che sulle tue orme cammina
136
IL TUO SANGUE CHE VOLA ALTO
(a Madre Teresa)
non ombra che occulti la tua anima di piccola donna immensa come il mare specchio alla bellezza
la verità è il tuo sangue che vola alto planando su celestiali lidi
oltre
le sere che chiudono le palpebre sul cerchio opaco del male
non v'è ombra a coprire il grido di luce in te gemmante
137 SGUARDI E IL TRACIMARE
sguardi e il tracimare di palpiti alle rive del cuore
aria dolce come di labbra incanutire di fronde nella liquida luce
138
FLEBILI ECHI DI CONCHIGLIA
fai che voltarti alle spalle ampie aperture d'un livido cielo dove gorghi hanno succhiato linfa ai molteplici io
ancora flebili echi di conchiglia dal mare aperto dei ricordi che il sogno criptato fa suoi
139
FINESTRE D'ARIA
fa strano guardarlo mentre il bacio deponi come su freddo marmo
dici sembra dormire
se immagini di aprirgli la spaziosa fronte vedresti attraverso finestre d'aria
come uccelli aleggiare alfabeti felici che dicono l'inesprimibile
140 FINE ANNO
semmai un aggancio la mano del vicino ora che un senso di sperdimento è la vita rivoltata ma le volte che vi hai sputato
girovagare tra luminarie e vetrine ti richiamano all'incanto del bambino mentre ti lacera dentro la morte del clochard sotto i portici nel gelo
141
SOGNO DI CARTA
alti muri di carta laceri strati e strati senza via d'uscita labirinti mentali ove galleggiano improbabili parole e voci bagaglio d'un viaggio kafkiano
142
MI PIACE IL TUO GARBO
(a mia moglie Angela)
ora dici mi piace ancora il tuo garbo e un pizzicotto mi chiedi per vedere se non è un sogno nel letto abbracciati nel dolce tepore l'attesa che salga la luce e c'inondi grati al cielo d'essere insieme sembra anniluce o primavere scandite che han visto le nostre tenerezze i silenzi
143
POESIA SI FA
è che poesia si fa da sé nel seme del suo autocrearsi
è nella danza del calabrone sul fiore nel gioco della luce con l'ombra attaccata ai piedi nelle parole bagnate in un lancinante addio
casa della poesia è dove nasce l'onda la radice del vento il volo aquilonare è vedo non vedo in una grazia velata
poesia è la bellezza che tiene in scacco la morte
144 CASA DI RIPOSO
sono io oggi
ad imboccarti
al pomeriggio poi il solito
giro nel viale
lo scricchiolio delle ruote sul selciato
gli alberi vedi han perso la bella chioma
ed è ancora clemente il tempo
tu adagiata in una smarrita indolenza
riflesso
nei tuoi occhi il cielo
t'asciugo con garbo un filo
di bava lucente
ora che non hai più voce
mi giunge eco di madre
mangia se stesso chi
non si dà
145
FUNAMBOLI
metti noi due guardali in bilico sulla corda tesa dell'esistere a contare gli anni come grani nelle curve dei silenzi gli abbagli nel vuoto del cielo lo sporgersi sul tempo che viene
e le cicatrici di luna nelle primavere risalendo in luce da inverni amari di catarro e croci
146 SE GRATTI L'ARGENTO
[ispirata leggendo “Finzioni”, di J. L. Borges]
paradosso temere di sparire se gratti l'argento dello specchio
quasi non t'appartenessi
realtà sfumata nel mistero
non sei che parvenza sognata da un dio
nell'insondabile suo cielo d'esagoni e sfere
147 LUCE D'AMORE
carne che presto si dissolverà nell'aria occhi che rideranno al cospetto dell'Assoluto
il tempo è breve delle ombre allungate sul cuore
invaderà tutto l'essere quella Luce che addenti
148 POESIA TI LIBRI
dal sangue un nascere d'ali poesia ecco ti libri in verde cielo d'alfabeti dove l'anima si ascolta e la vita si guarda vivere
149
ROSA D'AMORE
vita che ti attraversa in un vento di luce
angelicato fiore rosa che si schiude fra cristalli dell'inverno
150
AUSCHWITZ
impigliato il cuore al filo spinato sui prati di sangue
decorati dal fiore dell'urlo mai dissolto nell'aria tremante -grido che cammina nella memoria della storia
coperto dal velo di pietà