Transit

Internet

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Qualche giorno fa, se stavate su “X”, qualcuno avrà saputo di che umore eravate. No, non i vostri “follower”; meglio, non solo. All' “UVM” nel Vermont è stato, già da tempo, messo a punto e migliorato un sistema di indagine denominato “Edonometro”. Detta in soldoni un modello virtuale che analizza l'umore che facciamo trasparire quando inviamo ai nostri amici, o al mondo intero (se vogliamo), un post. Non importa l'argomento o se sia una risposta ad un un altro “cinguettio”: l'edonometro analizza giornalmente cinquanta milioni di tweet e traccia una mappa dei sentimenti espressi sui #SocialMedia. Quindi, almeno in parte, dell'umore di una massa imponente di persone.

L'utilizzo attivo di tale mezzo è ancora abbastanza lontano. Le variabili linguistiche e la difficoltà di un apparato meccanico nell'interpretare le sfumature letterali rendono l'edonometro uno strumento in evoluzione permanente, ma già abbastanza efficace per poter valutare parecchie situazioni generalizzate: sappiamo, quindi, se le cose sono viste con, per esempio, prudenza, o panico, o se, più semplicemente, la gente è arrabbiata e delusa. Appare chiaro come un tale sistema possa, nel futuro (anche se in parte lo sta già facendo) essere assai utile per uno screening psicologico ad uso della sanità pubblica o, più prosaicamente, per indirizzare messaggi pubblicitari sempre più mirati.

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Ma al di là di tali considerazioni ciò che potrebbe farci riflettere sull'immediato è il cambiamento del “mezzo” #Internet, della rete. Se l'affermazione “Il mezzo è neutro: è l'uso che ne fai che lo rende più o meno utile, più o meno pericoloso, più o meno efficace” l'abbiamo recepita, adesso la possiamo ribaltare. Noi siamo il mezzo. L'utente è il mezzo. Chi fa un post non usa solo i Social media: lui è la piattaforma cui guardare. Il suo umore, le parole che usa, l'atteggiamento che ha nei confronti degli altri sono il mezzo. E' un'evoluzione in senso personalistico di internet: è divenuto la rete “delle cose” e chi lo fa girare, chi lo influenza è il singolo, staccato dal resto.

Ciò che potrà divenire questa nuova concezione della rete lo stiamo già scoprendo. Sarebbe utile arrivare ad una consapevolezza piuttosto profonda, intanto, di come noi tutti siamo stati cambiati da questa evoluzione della comunicazione. Renderci conto che si vuole che i nostri sentimenti siano valutabili, spendibili; che ciò che proviamo e che esprimiamo vada al di là della nostra opinione personale e che io, proprio io, sono una rotella dell'ingranaggio. Ci stiamo dentro, non siamo più fuori pensando che le conseguenze si limitino alla “perdita” di follower o di pochi like ai nostri post.

Oltre la gratificazione personale, ci giochiamo perfino l'umore: se stare su “X” o Facebook ci crea ansia e depressione, anche questo disagio ha un suo scopo. E non lo decidiamo. Noi, ingenuamente, continuiamo regalare anima e mente a coloro che vogliono creare persone modellate su un sistema che mira al profitto: potete pensare, se volete, ai bozzoli di “Matrix”, creati per dare linfa vitale al mondo che tutti credono reale. Invece è fittizio, come lo è la notorietà che ognuno di noi pensa o vuole avere. Quasi a tutti costi.

Quindi un mezzo che ingabbia, quasi senza via d'uscita. E tutti, tutti sanno che la porta che conduce al vero cambiamento non è quella di un PC, ma della vita: occorre definirla “reale”? A quanto pare sì. Ed è quella in cui le idee, i confronti, gli scontri, le chiacchiere, lo stato umorale di altri e tutto ciò che ogni giorno incessantemente vogliamo far sapere (ed è un bene, spesso, sia chiaro) devono tradursi in atti, in fatti. Azioni che migliorino noi stessi e la società, prima che tutto si confonda irrimediabilmente. Là fuori.

Piccola nota personale. Centocinquanta post, se non si scrive per mestiere, possono essere tanti. In effetti l'impegno è discontinuo, ma anche bello. Proprio perchè non obbligato. Grazie soprattutto alla mia amatissima moglie Alessandra, per la pazienza e per avermi fatto capire, a forza di dai, la profonda vacuità di tutto questo, che era e resta un esercizio personale per non addormentarsi.

Le foto sono di Lasse Hoile.

#Rete #Opinioni #Post #Blog

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(Fine corsa)

Me lo ricordo bene quel periodo in cui già iniziavi a pensare che #Twitter e #Facebook fossero un po' uno schifo, ma la gente ti rispondeva che stavano tutti lì. Quindi. E basta. Quindi. Poi la cosa si è trascinata, come una rete bucata dal granchio blu: inutile, fa scappare qualsiasi cosa che, poi, viene mangiata dal predatore. Quindi -appunto- è passato tutto in cavalleria, per usare un'espressione dei miei tempi.

C'è la pancia. Quella che ti fa scrivere cento post al giorno perchè i tuoi neuroni si nutrono di apprezzamenti. La via più semplice è scrivere contro il Governo (che se lo merita), a favore delle popolazioni mondiali massacrate da chiunque, dei #Vip che mangiano i tuoi like a colazione e li sputano pure. Sei contento così, tra i cento e i mille cuoricini.

C'è l'incazzatura e quella, i neuroni, li fa morire. Però è liberatoria, fa fare carriera tra i compulsivi dei like, fa avanzare in graduatoria tra quelli che le medaglie le hanno perchè le regole inconsistenti, ridicole ed offensive dei #SocialMedia li bloccano. Così poi tornano ancora più livorosi, ma si sentono un Achille sulla spiaggia di Troia.

(FC2)

C'è la testa, che si cerca di usare, magari associandola ad un italiano corretto (in linea di massima), la cosiddetta profondità che bisogna far stare in pochi caratteri, però. Non ci si può permettere, a nessun stadio, di annoiare alcuno. La soglia di attenzione è quella di un sasso di fiume, ma lanciato a caso da un ponte. Fa un bel rumore, quando atterra.

C'è chi è bravo, e c'è sempre stato. C'è chi ci prova e farebbe meglio a coltivare zucchine. C'è chi non c'è ed è pure meglio, che a fare massa sono miliardi (il guaio è che le tastiere, a forza di “dai”, le conosciamo bene) e miliardi di troppo. E' la rete, bruttezza. Fare il giro e ritrovarsi con una mano davanti e l'altra dietro è costante.

Tutto questo a dire che la via d'uscita è indicata a colori variabili, ma tanti sono daltonici. Il libero arbitrio esiste, ma ci muoviamo a scatti come la Bella di “Poor Things”, circondati da creature fantasiose, perlopiù con la testa di cazzo e le mani libere -purtroppo-. Adattarsi o crepare, ma sarebbe troppo tranchant: meglio illudersi che la prossima fermata è un pollice in più. Dove volete voi.

Il fine corsa non c'è mai. Tanto ci siamo venduti anni fa, quando ci sentivamo rispondere “Quindi? Ci sono tutti.” come se fosse merito, come se dire al mondo “Eccomi” non avesse monetizzato ogni singola parola, ache e soprattutto quelle che non sappiamo. Molto semplice. (D.)

#SocialMedia #Internet #Opinioni #Blog

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Dieci righe 103

(Testamento)

Con la semplicità delle persone qualunque (non è spregiativo), viene da chiedersi perchè un testamento sia messo on-line ovunque. Che sia quello di un personaggio pubblico frega meno di zero (è quello di #Berlusconi, ovviamente -(qui)–). Non conosciamo tutta la faccenda, ma dovrebbe essere perlomeno discutibile che vi siano immagini di questi documenti. Poi che si sappia a chi e quanto (#DellUtri gongola, le persone oneste meno) è un altro paio di maniche. Naturalmente, nel 2023 quasi 2024, sembra tutto dovuto, tutto fattibile e tutto a portata di chiunque. Sembra. Poi ci si sveglierà da questa ubriacatura e saranno acidissimi. Finite voi la frase. (A&D)

#Blog #DieciRighe #Internet #Opinioni #Italia

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Dieci righe 95

(Migranti)

Perchè? Per cosa? (Qui)

A volte ci chiediamo, consapevoli della nostra pochezza e del fatto che scrivere in #Internet non cambia proprio nulla, quale possa essere il destino dell'idea che abbiamo dell'umanità. Un'idea che appare, a molti, troppo astratta, troppo benevola per convivere con la realtà. Ma è proprio questo il punto: l'umanità è il totale delle idee e delle azioni che mettiamo in pratica verso gli altri, verso tutti gli altri. Passa attraverso qualsiasi atteggiamento, in qualsiasi luogo frequentiamo (sì, anche al lavoro), con chiunque si ponga in contatto con noi, in ogni momento, anche in una discussione tra marito e moglie. Dove si perde, di continuo? In quale attimo esatto finisce? Con quale pensiero distorto ed egoistico, ipocrita, duro e spietato finisce? Dove svanisce in nome e per conto di una presunta “supremazia” che è stata inventata di sana pianta per arricchire gente che è nata esattamente nella stessa maniera di coloro che si reputano senza valore? Perchè continuiamo a digitare tutti questi punti interrogativi? Perchè le risposte sono sempre le stesse e valgono sempre meno? (A&D)

#Blog #DieciRighe #Migrazioni #Migranti #UE

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Dieci righe 30

L' #ironia è diversa dal fare una battuta efficace ed immediata. Penso sia intuitiva, questa cosa. Come per ciò che vale la pena, essere ironici è faticoso e non riesce. A me quasi mai. Arte sottile prendere in giro le persone senza scadere nella facile deriva della volgarità (che non è, per forza, una cosa negativa: anche quella bisogna saperla usare) e senza scoprirsi immediatamente. Il fraintendimento è abbastanza scontato: porsi sullo stesso piano dialettico o di pensiero di chi fa (è) l'ironico senza carpirne i movimenti, l'intonazione della voce, i gesti diviene problematico. Questo è su #Internet. Un equivoco eterno. D'altro canto abbiamo appurato che la Rete non è stato quel veicolo di crescita che si credeva, non del tutto. E' divenuto il rifugio preferito per esercitare stupidità e volgarità. Cose che non costano fatica. Nessuna ironia, in questo. (D.)

#Blog #DieciRighe #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 8

Il filo rosso che lega tutti noi in ogni ora del giorno (e per qualcuno anche della notte), è quello del telefono. Dall'avvento del portatile, del “telefonino” sono passati molti anni e già da un po' i collegamenti #Internet sono fatti per la maggior parte dai nostri dispositivi telefonici. A quanto pare (qui) ci si accorge che i giovani non si fanno troppi scrupoli ad usarlo anche a scuola. Non ci perderei tanto tempo, su questa cosa. Ogni giorno vedo adulti, anzi persone molto in là con gli anni che ne fanno un uso a dir poco discutibile. Molto ma molto intenso. E non, non è sempre e solo lavoro. D'altro canto a me piace dire che l'educazione non si impara a scuola. O te la danno o... (D.)

#Blog #Me #Personal #Opinions #Opinioni #Telephone #Telefono

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C'è stato un tempo in cui avrei voluto essere famoso in #Internet. Poi ci sono stati due problemi irrisolvibili (allo stato attuale): il mio carattere e la mia stupidità. Il primo è abbastanza evidente, se riuscite a seguire il poco che metto sui #SocialNetwork (in particolare #Mastodon.)

Il secondo (o la seconda) non è abbastanza vasta per competere con quella di coloro che sono davvero famosi in rete. Come vedete, davvero non c'è nulla da poter fare. Per fortuna. (D.)

#Personal #Personale #Opinioni #Opinions

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