Transit

informazione

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(News)

Nel suo film “La giusta distanza” (del 2007, che sembra un secolo fa), Carlo Mazzacurati narra la vicenda di un giovane, apprendista giornalista, che non riesce, in merito ad un fatto di cronaca, a mantenere la “giusta distanza” dai fatti, come gli ha suggerito il suo mentore. Ovvero non riesce ad approfondire abbastanza quel che accade per averne una visione imparziale, il più possibile corretta e scevra da opinioni ed idee personali: quello che, nella teoria, ogni giornalista dovrebbe tendere a fare nel suo mestiere.

Da parte di molte testate giornalistiche e di TG d'ogni canale è un muoversi nelle direzioni più disparate: dapprima per rimanere “sul pezzo” e, passata la fase di “picco” della notizia, per estendere all'infinito una serie di tematiche, perlopiù allarmistiche e con un alto tasso di sensazionalismo, fino a coprire intere giornate di trasmissione.

E' anche un po' il limite, per esempio, dei canali “All News”, dove per ventiquattro ore al giorno si trasmette ogni sorta di dettaglio, di accadimento, di vocio per coprire la giornata intera. Reiterando all'infinito le stesse cose (non può accadere qualcosa di clamoroso ogni ora), si finisce con il “caricare” la notizia fino allo spasimo, spesso inserendo note di colore che rendono la narrazione volutamente altisonante, pervasiva, angosciante. Una estremizzazione indotta per mantenere lo spettatore attento e soprattutto sintonizzato.

Chiaramente è una maniera d'operare per nulla corretta e, per quanto giornalisti ed opinionisti lo neghino, appare abbastanza chiaro che è un mare in cui a loro piace nuotare. Possiamo comprendere che sia più semplice fare così che mantenere quella distanza di cui sopra: si rischia, magari, la noia o una maniera troppo blanda di porgere le notizie e molte persone amano, inconsciamente o meno, il clamore e la chiacchiera, a discapito di coloro che, invece, vorrebbero leggere o sentire semplicemente ciò che è successo, senza fronzoli.

(News2)

D'altro canto ognuno può essere un amplificatore dei fatti: basta un account su “Facebook” o su “X” dove riprendere e commentare ogni cosa venga detta, magari distorcendo ulteriormente le cose, caricandole con opinioni personali (cui si ha diritto) e facendo rimbalzare tutto ovunque. Una sorta di cerchio infinito in cui la sconfitta è l'informazione di qualità, quella cui dovrebbero sempre ambire tutti. Sarebbe un freno per un mondo già pieno di input, dove siamo “bombardati” senza sosta, senza tregua di cose da seguire.

Un corto circuito permanente d'attenzione e di sovraccarico mediatico. E come ogni cosa portata all'eccesso, è un danno cui, temo, non si possa più porre rimedio, se non con la volontà personale di distaccarsi da questa narrazione sbilanciata, reinserendo nel proprio modo di informarsi una quanto mai necessaria dose di distacco e di ragionamento. Cose difficili da fare, ma non impossibili.

#Informazione #SocialMedia #Giornalismo #News #Italia

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Dieci righe 88

(Abbi dubbi)

”...senza se e senza ma.” Anche ieri questa è stata una risposta data ad una obiezione da noi formulata: è una di quelle che ormai sono divenute tradizionali, normali. Anzi abusate. La nostra prima reazione è stata quella del fastidio. Tagliare corto. La seconda, meno sottile, ma non meno diffusa, è quella dell'invidia. Proprio. Trovare in giro persone così convinte della propria conoscenza dei fatti, delle proprie convinzioni ci capita nella politica (con dei dovuti distinguo), nel lavoro. Ora anche per tutto il resto, che significa il mondo e tutte le sue contraddizioni e lati oscuri. Tutto bianco e tutto nero è un sentiero assai comodo, ben battuto, sfalciato e che lascia intravedere orizzonti lontanissimi. Il che, lo sapete, è la contraddizione di questi tempi in cui l' “#informazione” è dilagata, dando l'illusione che nulla sia nascosto. E sapete ancora come sia l'esatto contrario. La montagna di input continui che vengono veicolati attraverso il #web non fa che portare ad una nebbia che oscura i fatti reali. O, perlomeno, li rende sempre e solo discutibili. Va benissimo, ma una bella massa di gente prende questo mucchio di dati buoni solo per credere in una propria opinione esatta, pura, cristallina. Noi vi lasciamo tutta questa pantomima. Sarà un pochino masochistico, ma ci sembrano meglio i dubbi ed il desiderio di capire. Come per tanto altro è più faticoso, ma non ci sono mai piaciuti quelli che non fanno quasi nulla. Siamo così. (A&D)

#DieciRighe #Opinioni #Personal

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Dieci righe 86

(Par Condicio)

#ParCondicio un paio di maroni (sic.) Questa espressione ci martella l'anima da decenni e da anni non ha quasi più senso, soprattutto per quello che riguarda la #RAI. Come abbiamo scritto, storicamente viale Mazzini è serva: possono dire ciò che credono, sulla questione, ma così è, almeno per chi ha un minimo di memoria storica. Definire “scivolone” la porcata di #RaiNews24 sul comizio della #Meloni a Catania (qui) è la solita trita manfrina italica. Indagare è la solita manfrina italica inutile. Ogni #Governo ha sempre tentato di fare della TV un fortino che spara bordate a favore della propria politica. Se c'è un barlume di novità, stavolta, è che davvero non hanno perso tempo. Tronfi e pienamente consapevoli di avere l'appoggio nostalgico e fascistoide di una bella parte di “Itagliani”, si sono messi subito di buzzo buono. E' il paese che lavora. Per il bene del proprio culo. (A&D)

#Blog #DieciRighe #Opinioni #Informazione

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Dieci righe 85

(De Santis)

Dopo le nuove nomine -di regime- in #RAI (qui) potremmo starcene tranquillamente zitti, riguardo all'informazione o a ciò che ne resta. Però la marchetta di ieri su #Twitter, tra #Musk e #DeSantis (qui) può portare ad almeno una considerazione, su questa presunta democrazia che sono gli #USA. Sembra che non ci si riesca al liberare da una sorta di infanzia infinita, da quelle parti. A colpi di apparenza e cialtroneria, questa avrebbe dovuto essere la dimostrazione del superamento, a nome di un establishment pessimo, della vecchia prevalenza dei media tradizionali. E' solo, nei fatti, un modo già sorpassato di apparire “diversi”; nè uno nè (tantomeno) l'altro dei due attori rappresenta nulla di nuovo, se non l'avvallo del liberismo, della sudditanza alle banche, della reazionaria visione del mondo e degli ultimi. Insomma, come da settanta anni a questa parte, noi continuiamo ad imitare, credendoci, pure.
Mica un bel pensiero. Mica una bella cosa. (A&D)

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