Transit

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Dieci righe 14

Correre, correre, correre. L' imperativo nemmeno sottinteso delle nostre esistenze. Un mondo che va veloce, dove l'importante è raggiungere obiettivi sempre più ardui e distanti, ma che ci dicono obbligatori. L'imposizione di una maniera di intendere il lavoro e la vita privata improntati a non avere nessuna pausa si esaurisce in una costante ansia: le prestazioni, la mancanza di errori, la competizione, la sopraffazione, per arrivare all'odio. In tutto questo l'unica certezza è il tempo che se ne va. Se buttato o meno sta ad ognuno deciderlo. E' garantito, però, che questo bene non torna, non si può rifare, non è eterno. Nessuno di noi si dovrebbe illudere più di tanto (qualcosa è concesso). Tutto passa, soprattutto l'umanità e la sua insensata voglia di non comprendere. (D.)

#Blog #Riflessioni #Reflections #Opinioni #Opinions #Me #Personal #Time

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Dieci righe 8

Il filo rosso che lega tutti noi in ogni ora del giorno (e per qualcuno anche della notte), è quello del telefono. Dall'avvento del portatile, del “telefonino” sono passati molti anni e già da un po' i collegamenti #Internet sono fatti per la maggior parte dai nostri dispositivi telefonici. A quanto pare (qui) ci si accorge che i giovani non si fanno troppi scrupoli ad usarlo anche a scuola. Non ci perderei tanto tempo, su questa cosa. Ogni giorno vedo adulti, anzi persone molto in là con gli anni che ne fanno un uso a dir poco discutibile. Molto ma molto intenso. E non, non è sempre e solo lavoro. D'altro canto a me piace dire che l'educazione non si impara a scuola. O te la danno o... (D.)

#Blog #Me #Personal #Opinions #Opinioni #Telephone #Telefono

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Dieci righe 7

L' ipocrisia è cresciuta insieme ai #SocialNetwork. Poche cose sono così semplici, oggi, come fare finta che un accadimento, una storia o finanche una persona siano, per noi, importanti. Da questo pulpito qui non si predica. Si applica una semplice norma: non scrivere di cose che non ti interessavano prima che ogni cosa potesse arrivare ovunque nel mondo in due secondi. La nostra empatia non sboccia perchè sappiamo fare un #post o abbiamo sottomano il dizionario dei sinonimi. O c'era prima o probabilmente è bella che posticcia. Poi, ne sono consapevole, nessuno ha la verità in mano. Tantomeno nelle dita che digitano su una tastiera. La nostra umanità non è migliore perchè hanno inventato #Facebook. (D.)

#Blog #Opinioni #Opinions #Personal #Me

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Dieci righe 3

Mi dicono spesso che sono troppo serio, sempre incazzato. Una cosa la accetto: la serietà, soprattutto sul lavoro. D'altro canto preferisco l'ironia alla facile battuta da trivio, quella che ancora va per la maggiore. “Per far ridere bisogna essere seri”, diceva Sordi. Anche perchè sorridere è impegnativo, per me, e ci vuole qualcosa che non sia proprio diretto e benché meno stupido. Quindi una certa politica ridanciana, il cui supremo esempio è Berlusconi, fa battute, ma non fa affatto ridere. Se ne accorgono anche nella UE. Quando la #Meloni fa “gnè gnè” non la invitano a giocare, come all'asilo. Peccato che quel che c'è intorno a queste scaramucce infantili sia serio, molto serio. Mi sa che per milioni di persone queste stupidaggini no, non fanno ridere per nulla.

#GovernoMeloni #Blog #Me #Personal #Opinion #Opinions #Politica #Politics

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Dieci righe 2

Ogni cosa cambia. Ogni cosa può essere presa a cuore o meno. Ogni persona ha le sue priorità e non sono in discussione. Così accade che, nonostante i quasi vent'anni di frequentazione del web, riesca ancora ad incazzarmi quando a nessuno (lo dicono i #feedback, come piace dire) interessa del #CCNL della mia categoria lavorativa. Un articolo esaustivo lo trovate [(qui)] (https://www.lastampa.it/cronaca/2023/02/08/news/guardie_giurate_contratto_scaduto_da_oltre_7_anni_chi_protegge_al_via_la_campagna_di_denuncia_delle_guardie_giurate-12630167/) Nel contempo mi considero un pirla: l'egoismo e il menefreghismo italico sono cose note a chiunque. Resta un pochino di amaro in bocca, che, per chi come me, deve restare lontano da ogni tipo di cibo zuccheroso è anche peggio. Si va avanti a incazzature personali e piccole delusioni. Niente che anche io non elargisca a piene mani. Pari, patta e poveri.

#DieciRighe #Me #Personal #Opinioni #Opinions #Lavoro #Italia

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Dieci righe 1.

L'esercizio è importante. Quello fisico e quello mentale. Forse il secondo è più faticoso: implica il pensiero e l'attitudine ad esso. In questi tempi disgraziati (e quando mai non lo sono?) la scusa per non applicarsi è enorme. Ed anche questo è un fatto conclamato dal passato. Grazie persino alle applicazioni che scriveranno per noi e penseranno alla maniera migliore di mettere giù ogni argomento, atrofizzeremo ogni singolo neurone. Lo metteremo in modalità “ricezione” solo delle stronzate. Dato che il cervello ha un'enorme attività elettrica risparmieremo. E' l'obiettivo finale. La scusa perfetta per scivolare nell'oblio della profondità infinita del nulla.

#DieciRighe #Me #Personal #Blog #Riflessioni #Opinioni #Opinions #Reflections

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C'è stato un tempo in cui avrei voluto essere famoso in #Internet. Poi ci sono stati due problemi irrisolvibili (allo stato attuale): il mio carattere e la mia stupidità. Il primo è abbastanza evidente, se riuscite a seguire il poco che metto sui #SocialNetwork (in particolare #Mastodon.)

Il secondo (o la seconda) non è abbastanza vasta per competere con quella di coloro che sono davvero famosi in rete. Come vedete, davvero non c'è nulla da poter fare. Per fortuna. (D.)

#Personal #Personale #Opinioni #Opinions

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Nel biennio 2021 – 2022 i salari sono scesi del 3,1% in Italia. Se non si comprende che il problema investe tutti allora il vero guaio è questo. Ad essere complottisti (sic) si potrebbe vedere un disegno, dietro a tali dati: quello, essenzialmente, di spazzare via il surplus delle persone, quelle più deboli, più attaccabili.

Per mia natura rifiuto una spiegazione così cinica e, mi auguro, improbabile, ma la storia economica liberista e capitalista dell'ultimo secolo si è fondata sul sistematico accumulo di beni nelle mani dei pochissimi che sappiamo. Così come sappiamo che questi fatti sono stati ampiamente diffusi e non solo dai partiti che, a Sinistra, vogliono stare dalla parte di coloro che stanno affannando. Molti economisti, e non solo quelli giovani, stanno ammonendo su un crollo di questa economia insostenibile per l'uomo ed il pianeta. Quindi, niente di nuovo. Quello che non si sradica è la pervicacia con cui questa ideologia ha intriso ogni ambito del nostro vivere: inconsapevolmente, o meno, facciamo parte di un sistema talmente ramificato da essere invisibile, in cui cadiamo (ed a cui cediamo) senza resistenza.

“Anche l'operaio vuole il figlio dottore”, cantava Paolo Pietrangeli ed ancora così, ancor di più. Per giustificarci ci sono milioni di frasi e pensieri e non tutti, per forza, errati. Essere umani è anche divenire egoisti. Quello che continua a latitare è un afflato di comunità, un unirsi per scopi comuni di comune crescita. In Italia, poi, che non ha mai brillato per tali prospettive, “sedersi ed aspettare” che altri si sporchino le mani è un classico. Quando scrivo queste banali riflessioni mi metto tra “...coloro che son sospesi”, avendo ben chiaro il fatto che avrei dovuto, dovrei e dovrò fare molto di più. Intanto, liberissimi, banche, governi e affaristi ci stanno massacrando ogni ora che passa. Ci stanno dicendo senza velature che non contiamo un cazzo e che sfogarci sui social a loro va benissimo.

Importante è che ricordiamo che città e piazza non vanno sporcate, non si deve urlare per non disturbare i nostri vicini ipocriti e contenti dell'andazzo. Sia mai, lo scrivo sempre. Sia mai che a sbattere contro il muro ci svegliamo tutti, ma tutti tutti.

#italia #salari #economia #transit #blog #opinioni #opinions #personale #personal

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Una parte dell'interessante articolo a firma di Bruno Saetta del 2 Ottobre su Valigia Blu (https://www.valigiablu.it/manipolazione-social-network.../), si parla del fastidio che provocano in noi i comportamenti che non riconosciamo come “corretti.”

Quando una persona ci pone di fronte ad uno stile di vita diverso da quello che per noi è giusto, quando un'idea, un atteggiamento non vengono riconosciuti ed accettati istantaneamente dal nostro cervello, la reazione è quasi sempre ostile, a parole e nei fatti.

La vicenda di #AlessiaPiperno, come milioni di altre, è, ora, amplificata dall'uso dei social: lo stesso mezzo adoperato da Lei e che le si rivolta coltro, attraverso i milioni di utenti che non vedono l'ora di riaffermare il proprio “sè” libero di poter imporsi sulle scelte altrui. Nel contesto di un'analisi che più volte si è fatta, questo fatto appare già analizzato moltissimo, ma il reiterarsi di questi atteggiamenti semanticamente violenti è un segno inequivocabile di come l'uso dei social sia andato oltre alla definizione stessa di veicolo sociale, appunto. Specchio della società? Corretto. Eppure è anche corretto affermare che la semplicità del loro uso ha ingigantito la portata delle conseguenze di quelle affermazioni che solo pochissimi anni fa era limitate ad ambiti più ristretti, oserei dire quasi intimi.

Ed ecco, allora, come un fenomeno ormai ineludibile delle nostre vite porta all'avanzare di una radicalizzazione, di un nuovo odio, urlato, senza pudore verso ciò che ci crea un fastidio, un disturbo. Non scevro di puro desiderio d'apparenza e molta superficialità, l'hater, l'odiatore alimenta se stesso per una ribalta, per un proscenio, in cui le decisioni degli altri, il loro modo di intendere l'esistenza terrena (e, non dimentichiamolo, a scadenza) è fonte inesauribile di autocompiacimento per un modo di essere assoluto e giusto.

Errori cui si incappa tutti, per celia o per rancore, per distrazione o per una formazione culturale imposta i cui retaggi emergono in maniera truffaldina e spesso inconscia. Il che non giustifica non avere disciplina, per sé e nei confronti di situazioni che si giudicano senza sapere nulla, ma nulla proprio, delle persone che le vivono.

La libertà altrui, fino a che non sfocia nel male verso altri, nella violenza gratuita (anche quella verbale) è intoccabile: chi può arrogarsi il “diritto” di pensare che il proprio modo di vivere e pensare sia sempre giusto, in ogni caso? Solo uno stolto o un ignorante, come già detto. Eppure sembra che a nulla valgano ragionamenti e analisi di fronte alla gratificazione immediata di trovare un conforto effimero nell'offesa ridondante, nel branco, nella stupidità, che è sempre la via più comoda.

Amare gli altri (anche nell'ipocrita eccezione dei cattolici, per dire) non è questo. Non lo sarà mai. E se non si compie il passo di comprenderlo, si è perso. Molto prima della partenza.

#AlessiaPiperno #transit #blog #opinioni #personale #personal #italia

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Torno a buttare giù due righe di cui fregherà nulla quasi a nessuno (il Blog? Arcaico...). Non è invidia per nessuno, perchè è un sentimento che non mi appartiene, ma vedere che alcuni #CCNL vengono rinnovati con celerità, con determinazione ed io sono senza aumenti, senza adeguamenti, senza soluzioni economiche dignitose da sei (6) anni fa incazzare. Non arrabbiare, incazzare proprio. Tralascio volutamente gli atteggiamenti vessatori di alcune grandi cooperative di lavoro che, senza alcun pudore, si mettono di traverso dall'alto del loro numero di occupati (come e con che paghe non chiedetelo, si offendono), tralascio la praticamente nulla coesione da parte dei lavoratori quando si tratta di una protesta, di uno sciopero. E punto sul fatto che quelli stessi lavoratori si prestano a qualsiasi vessazione, perchè ha funzionato benissimo il gioco massacrante del ribasso, sia negli appalti, sia e soprattutto verso il concetto di lavoro giustamente retribuito. La verità è il ricatto: non fornendo, all'atto pratico, nessuna formazione, non chiedendo nessuna attitudine, nessuna professionalità questo viene perpetrato. La tua vita è loro, i tuoi turni li gestiscono in base alle esigenze delle ditte e a quelle dell'incapacità conclamata di persone che non lo sanno fare, il mestiere del coordinatore. E' quello che gli ipocriti chiamano “lavoro non qualificato”, ma che lo è lo stesso, un lavoro. Migliaia e migliaia di donne e uomini che si sbattono per ore ed ore, che non hanno i soldi nemmeno per arrivare al 10 del mese, non alla fine: che sono invisibili, nonostante la pandemia, nonostante la stragrande maggioranza di loro faccia il suo “dovere” ed abbia a che fare con la gente, il pubblico, le persone. Eppure non si sente una mosca una che dica qualcosa. Ci sono sempre quelli che lo sanno e cercano di darsi da fare, di cambiare, ma sono pochissimi e, spesso, sfiancati. Sei anni, una pandemia, una guerra, crisi vere o presunte abbattono chiunque. Questo è sfruttamento, lo capirebbe anche chi ha tutto l'interesse a che non se ne parli, mai. Tollerato in nome di un liberismo assurdo ed inumano. Questo non sembri il solito e reiterato lamento per uno scopo politico (anche se il discorso sul #salariominimo si è iniziato a farlo), ma è un appello a guardare questi lavoratori per quello che sono: persone che, come tutti, devono vivere con dignità, non appesi ad un filo sottile come quello dei subappalti, che devono pagare tutto come tutti e non vedono un soldo in più dal 2016. Chiedere se sia giusto è retorico. Mi rendo conto di aver fatto un pistolotto anche di martedì. Ci vuole un altro caffè, mi sa.

#transit #blog #lavoro #sfruttamento #CCNL #italia #personal #personale

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