📖Un capitolo al giorno📚

DIARIO DI LETTURA DAL 25 DICEMBRE 2022

FELICITÀ DELLA FAMIGLIA BENEDETTA DAL SIGNORE 1 Canto delle salite

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

2 Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.

3 La tua sposa come vite feconda nell'intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa.

4 Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore.

5 Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita!

6 Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele! _________________ Note

128,1 Ritmano questa serena e gioiosa composizione le immagini che si riferiscono all'uomo che teme il Signore (vv. 1.4: il verbo temere va inteso qui come sinonimo di amare) e cammina nelle sue vie (il verbo camminare è immagine del comportamento dell'uomo; le vie del Signore indicano la sua legge: v. 1). Unito alla sua donna (paragonata alla vite, simbolo del popolo di Dio, benedetto dal Signore), questo uomo è all'origine della famiglia, voluta dall'amore di entrambi e arricchita dal Signore con il dono dei figli (paragonati ai virgulti d'ulivo, l'albero che nella Bibbia è simbolo di benessere, v. 3).

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Approfondimenti

Dio dà prosperità e pace a chi lo teme Salmo sapienziale (+ motivi liturgici)

Rappresenta la continuazione ideale del Sal 127 che lo precede. Ispira pace, gioia e serenità. È del postesilio. Il campo semantico e simbolico è spaziale, temporale, vegetale, liturgico.

Divisione:

  • v. 1: beatitudine;
  • vv. 2-4: descrizione della beatitudine;
  • vv. 5-6: augurio di benedizione finale.

v. 1. «Beato l'uomo...»: cfr. Sal 1,1; 112,1; 119,1. «che teme il Signore»: il timore del Signore in quanto risposta alla sua alleanza implica l'amore rispettoso e riverente verso di lui, cfr. Dt 10,12-13. «vie»: immagine simbolica per indicare i voleri divini, cfr. Sal 112,1.

v. 3. «come vite feconda... virgulti d'ulivo»: la vite e l'ulivo, piante fruttuose e molto comuni della vita agricola palestinese, indicano la fecondità e l'abbondanza di frutti dell'intimità familiare. Per le immagini, cfr. Sal 104,15; Ez 19,10; Sir 39,26.

v. 5a. «Ti benedica il Signore..»: è la rubrica liturgica che introduce la benedizione, cfr. Nm 6,23.

v. 6. «i figli dei tuoi figli»: la benedizione riguarda la fecondità a livello personale e familiare. È segno di longevità il «vedere» i nipoti, che sono la «corona dei vecchi» (Prv 17,6). «Pace su Israele»: è un'aggiunta liturgica (cfr. Sal 125,5) che allarga ancora di più l'orizzonte della benedizione. Dalla prosperità di Gerusalemme si passa alla pace (= pienezza di beni) dell'intero Israele.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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LA FORZA DI DIO SORREGGE LE FATICHE DELL'UOMO 1 Canto delle salite. Di Salomone.

Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella.

2 Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno.

3 Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo.

4 Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza.

5 Beato l'uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici.

_________________ Note

127,1 La benedizione del Signore è la fonte di ogni bene, è l’origine del progresso della comunità d’Israele, delle sue famiglie e delle sue città. Questa stessa benedizione si estende in particolare al dono dei figli, segno della presenza e della provvidenza di Dio.

127,4 frecce: immagine di forza e potenza; I figli avuti in giovinezza esprimono vigore e sono garanzia di successo. Nell’antichità la vita sociale si svolgeva presso la porta della città.

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Approfondimenti

Dio protegge e dà prosperità Salmo sapienziale

Il salmo è focalizzato sull'efficacia della partecipazione di Dio alla vita sociale e personale. L'unità del carme, che sembra a prima vista diviso in due parti, è data dall'ambivalenza della voce «casa» (bayit), che nella prima parte (v. 1-2) è usata nel senso reale, e nella seconda parte è supposta nel suo significato traslato di «famiglia». Il salmo è abbastanza armonico. Il metro nel TM è quello della qînâ (3 + 2 accenti). Il campo semantico e simbolico è spaziale, temporale, bellico, antropologico.

Divisione:

  • vv. 1-2: la «casa» senza il Signore;
  • vv. 3-5: la «casa-famiglia» con il Signore.

v. 1. «Se il Signore non costruisce la casa...»: il Signore è il «custode d'Israele» (cfr. Sal 121,4), vigilante (Ger 1,11-12) su Israele che in lui spera, cfr. Sal 130,5-7.

v. 2. «il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno»: in questo versetto è descritta la fatica dell'uomo per guadagnarsi il pane avvertendo però che senza Dio il risultato è negativo. Ma con Dio, quando si è «suoi amici», i frutti vengono più facilmente anche quando si dorme.

v. 3. «dono del Signore sono i figli»: lett. «eredità del Signore» (naḥalat JHWH). È la stessa definizione della terra promessa, di cui i figli servono a assicurare e rafforzare il possesso. Per i «figli» come dono di Dio, cfr. Gn 17,16.

v. 4. «Come frecce..»: l'immagine è bellica. I figli avuti nella giovane età sono creduti essere più forti e robusti di quelli avuti dai genitori già avanzati negli anni (cfr. Gn 37,3). Nel contesto del salmo con questa metafora si vuole significare che un padre con i figli forti può come un «eroe» affrontare la vita.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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LA GIOIA DEL RITORNO 1 Canto delle salite.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare.

2 Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: “Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.

3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.

4 Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb.

5 Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

6 Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

_________________ Note

126,1 Più che al ritorno dall’esilio babilonese (a cui sembrerebbe riferirsi una diversa traduzione del v. 1: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion”), questa supplica sembra alludere al ritorno nella situazione di armonia e di pace in cui il Signore colloca l’orante (e la sua comunità) dopo alterne vicende di dolore, di sofferenza e di pericolo.

126,4 i torrenti del Negheb: in questa regione arida le piogge primaverili portano acqua ai torrenti e fanno rivivere la natura.

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Approfondimenti

Dal pianto alla gioia Supplica collettiva (+ motivi di ringraziamento e sapienziali)

Il salmo in pochi versi esprime con intenso lirismo i genuini sentimenti di gioia, di riconoscenza e di supplica. Il ritmo nel TM è di 4 + 3 accenti nei vv. 1-3 e di 3 + 2 nei vv. 4-6. La voce «Signore» (JHWH) ricorre quattro volte nei vv. 1-4. Al termine del 2b e all'inizio del v. 3a c'è la ripresa dell'espressione «grandi cose..», assai comune nei “Salmi delle ascensioni”, cui il nostro formalmente appartiene. La simbologia riguarda il campo della gioia, lo spazio, il tempo e la vita agricola.

Divisione:

  • vv. 1-3: ricordo gioioso e riconoscente della liberazione passata;
  • vv. 4-6: supplica per il rinnovo dei prodigi.

v. 1. «ricondusse»: il salmista accenna al secondo esodo (Is 40-55) che realizzò la profezia di Ger 30,18 e Ez 34,16. «ci sembrava di sognare»: più che la descrizione dell'effetto psicologico di un'improvvisa e inaspettata liberazione, qui si accenna all'attuazione delle “visioni” profetiche. Infatti il verbo ebraico usato ḥlm (sognare) ha un nesso con tali visioni (cfr. Gl 3,1).

v. 2. «la nostra bocca si aprì al sorriso...»: si ricorda l'entusiasmo e la gioia piena per la liberazione e il ringraziamento al Signore con «canti di gioia» (cfr. Is 35,10; 54,1). «si diceva tra i popoli...»: cfr. Ger 33,9; Ez 36,23-24. Al contrario della domanda ironica e blasfema «dov'è il loro Dio?», espressa dai popoli altre volte (Sal 42,4.11; 79,10), qui le nazioni straniere si ricredono e riconoscono apertamente l'operato prodigioso di Dio a favore del suo popolo.

v. 4. «Riconduci, Signore...»: la traduzione è incerta per la corruzione del testo. Si può tradurre anche: «cambia Signore le nostre sorti». L'espressione richiama per inclusione quella simile del v. 1, ove il verbo šwb (ritornare) gioca un ruolo importante. «come i torrenti del Negheb»: il paragone è pregnante e significativo. Suppone la conoscenza geografica della terra palestinese. I torrenti (wadi) del Negheb (= regione a sud della Palestina) sono secchi per mancanza di pioggia, ma al suo cadere si riempiono a tal punto da essere travolgenti nella furia precipitosa delle acque che danno vita (cfr. Is 35,6-7).

v. 5. «Chi semina nelle lacrime...»: il salmista cita forse un proverbio come espressione di speranza nell'esaudimento della supplica del v. 4. L'immagine è presa dal mondo agricolo. Alla fatica e alla privazione della semina segue la gioia e l'abbondanza del raccolto, cfr. Sal 30,6. Per la gioia del tempo del raccolto cfr. Sal 4,8; Is 9,2; 61,3.

v. 6. «Nell'andare se ne va e piange...»: tutto il versetto è un'amplificazione del detto proverbiale di v. 5, insistendo sull'immagine agricola della semina e del raccolto.

Nel NT la liberazione di Pietro in At 12,9 richiama la stessa esperienza di “sogno” di v. 1 del salmo. L'espressione «grandi cose ha fatto il Signore..» dei v. 2b-3a riecheggia in Lc 1,49. Per il riferimento all'immagine agricola della semina e della mietitura, che ricorre spesso nel NT, tra l'altro cfr. Mt 13,3-9.18-32.36-43 e paralleli; Gv 4,35-38; 12,24; Gal 6,7-10; 1Cor 9,11; 15,36; 2Cor 9,6-7.10. Al cambiamento delle «lacrime» in «giubilo» dei vv. 5-6 fanno eco tra l'altro Mt 5,5; Gv 16,20; Ap 21,4.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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DIO, NOSTRA SALDA PROTEZIONE 1 Canto delle salite.

Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre.

2 I monti circondano Gerusalemme: il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre.

3 Non resterà lo scettro dei malvagi sull'eredità dei giusti, perché i giusti non tendano le mani a compiere il male.

4 Sii buono, Signore, con i buoni e con i retti di cuore.

5 Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi il Signore li associ ai malfattori. Pace su Israele!

_________________ Note

125,1 La stabilità dei monti di Gerusalemme (e, più in particolare, del monte Sion, sede del tempio) ispira questa supplica, nella quale l’orante fa appello alla stabilità incrollabile di Dio.

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Approfondimenti

Il Signore abbraccia il suo popolo come i monti Gerusalemme Salmo di fiducia (+ motivi sapienziali)

Lo sfondo geografico della breve lirica è dato dall'orografia di Gerusalemme, che è circondata da monti. Nella composizione unitaria si intravvedono due linee opposte: quella della giustizia e quella dell'empietà. Alla stabilità di chi ha fiducia in Dio, corrisponde, in inclusione antitetica, l'instabilità e rovina degli empi. La simbologia è spaziale.

Divisione:

  • v. 1: introduzione tematica: professione di fede;
  • v. 2: esempio illustrativo;
  • v. 3: oracolo attualizzante;
  • v. 4-5: sorte dei buoni e degli empi.

v. 1 «Chi confida»: alla lett. «coloro che confidano». «come il monte Sion»: il monte Sion indica qui Gerusalemme (cfr. Sal 87). La montagna è segno di stabilità.

v. 2 «I monti cingono Gerusalemme..»: non si accenna alle mura della città, ma alla corona di monti che circondano l'antica “città di Davide”, posta sull'Ofel o Sion, a sud dell'attuale spianata del tempio. Gerusalemme di fatti è circondata da monti eccetto che al lato nord, da dove sono venute per il passato le invasioni.

v. 3 «Egli non lascerà pesare...»: il v. 3, introdotto nel testo originale da (= perché), è un'affermazione oracolare, che applica il concetto della protezione divina alla situazione di sofferenza e alla paura attuale d'Israele; «non lascerà pesare»: alla lett. «non riposerà». «scettro degli empi»: lo scettro è segno di potere e di autorità. La voce šebet, significando anche tribù, può designare nel caso un popolo perverso. «possesso»: il possesso (gôral) designa qui il territorio giudaico assegnato come eredità dal Signore (cfr. Sal 37,3.9.18.22.29).

vv. 4-5. In questi due versetti sotto forma di appello si richiama il dogma della retribuzione terrena; premio per i buoni e castigo per i malvagi (cfr. Ez 18). «pace su Israele»: sebbene sia considerata un'aggiunta liturgica (Sal 128,6), il richiamo alla «pace» (šalôm) che allude al nome di Gerusalemme (yᵉrûšalaim), fa sì che quanto detto di Gerusalemme venga augurato a tutto Israele.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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DIO, NOSTRO AIUTO E NOSTRO LIBERATORE 1 Canto delle salite. Di Davide.

Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –,

2 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti,

3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera.

4 Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi;

5 allora ci avrebbero sommersi acque impetuose.

6 Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.

7 Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.

8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.

_________________ Note

124,1 In questo quinto “canto delle salite” esplode il ringraziamento di tutto Israele per la liberazione ottenuta dal Signore. Assediato da travolgenti pericoli, Israele nutre la fiducia di avere in Dio sempre il suo salvatore e liberatore.

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Approfondimenti

Ringraziamento al Signore liberatore Salmo di ringraziamento collettivo

Il salmo è di un'intensità quasi travolgente, tuttavia è poco originale perché adopera immagini stereotipe e reminiscenze di altre composizioni. Il ritmo nel TM è quello della qînâ (3 + 2 accenti). La lingua (aramaizzante) e lo stile inducono a pensare al tardo postesilio come epoca della sua composizione. Il poeta si attarda nei vv. 1-5 sulla descrizione dell'incubo dell'assalto dei nemici. La costruzione è quella della “protasi (vv. 1-2) – apodosi (vv. 3-5)”. La protasi è doppia, e l'apodosi si estende nei tre versetti seguenti (vv. 3-5). La simbologia riguarda il fuoco, l'acqua, la caccia e la psicologia.

Divisione:

  • vv. 1-5 (I sezione): invitatorio;
  • vv. 6-7 (II sezione): ringraziamento;
  • v. 8: professione di fede e di fiducia.

v. 2. «uomini ci assalirono...»: si tratta di espressione generica. Si intuisce il caso di estremo pericolo (vv. 3-5), ma non è possibile saperne di più.

v. 3. «inghiottiti vivi»: i nemici sono immaginati come draghi feroci e famelici.

vv. 4-5. «Le acque...»: per l'immagine delle acque tumultuose (zêdônîm) cfr. Sal 18,5.7.17-18. Si richiamano così il fuoco (v. 3) e l'acqua (vv. 4-5), simboli dei pericoli morali. Nel fuoco si raffigura la furiosa collera del nemico e nell'acqua la sua irruente arroganza.

v. 7. «come un uccello»: la liberazione e lo scampato pericolo sono descritti con l'immagine venatoria dell'uccello liberato dal laccio dei cacciatori, cfr. Prv 6,5; Sal 11,1.

v. 8. «Il nostro aiuto...»: l'orante professa infine la sua fede e fiducia solo in Dio onnipotente, che ha creato l'universo.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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PREGHIERA FIDUCIOSA A DIO 1 Canto delle salite. Di Davide.

A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli.

2 Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.

3 Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo,

4 troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

_________________ Note

123,1 Gli occhi del salmista si elevano a Dio, imploranti e in fiduciosa attesa. Quegli occhi diventano gli occhi di tutta la comunità d’Israele che, in mezzo a difficoltà interne ed esterne, attende da Dio salvezza e liberazione.

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Approfondimenti

Occhi e mani rivolti al Signore Salmo di fiducia (+ motivo di supplica)

Il salmo può rispecchiare il periodo storico del ritorno dall'esilio babilonese, quando l'entusiasmo iniziale cedette allo scoraggiamento per gli ostacoli interni ed esterni intervenuti nell'opera di ricostruzione, specialmente da parte dei popoli circostanti (cfr. Ne 2,19; 3,36). Il salmo è profondamente unitario e dotato di commovente lirismo. Il ritmo nel TM è quello elegiaco della qînâ (3 + 2 accenti). Il fulcro del carme è dato dalla triplice ripetizione del verbo «avere pietà» (bnn) (vv. 2b-3a). La supplica è al singolare nel v. 1 e al plurale nei vv. 2-4. La simbologia è somatica (occhio, mani...), spaziale e della sazietà (vv. 3b-4).

Divisione:

  • v. 1b: introduzione;
  • v. 2: descrizione dell'atteggiamento di fiducia;
  • vv. 3-4 supplica con motivazione.

v. 1b. «A te levo i miei occhi..»: è l'atteggiamento della preghiera biblica (cfr. Sal 121,1). «che abiti nei cieli»: i cieli sono considerati la sede celeste di Dio ove egli ha il suo trono, cfr. Sal 2,4; 11,4; 1Re 8,27.30.

v. 2. Il gesto dell'alzata degli occhi, è come quello di un servo o di una serva verso il suo padrone o padrona, quindi è segno di implorazione e di fiduciosa attesa.

v. 4. «scherni dei gaudenti»: questi personaggi sono gli spensierati che si sentono tranquilli (cfr. Am 6,1), si mostrano indifferenti nei riguardi di Dio e lo sfidano con arroganza (cfr. Is 5,19); «disprezzo dei superbi»: è quel disprezzo da parte di chi è orgoglioso, presuntuoso e umilia i poveri e i giusti, che sono particolarmente protetti dal Signore. In queste categorie di persone si possono scorgere i nemici oppressori di Israele e i popoli che nel postesilio hanno creato problemi per la ricostruzione della nazione.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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SALUTO A GERUSALEMME, CITTÀ DI PACE 1 Canto delle salite. Di Davide.

Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!”.

2 Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

3 Gerusalemme è costruita come città unita e compatta.

4 È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d'Israele, per lodare il nome del Signore.

5 Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide.

6 Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano;

7 sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi.

8 Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su te sia pace!”.

9 Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

_________________ Note

122,1 Mentre sta per entrare nella città santa (v. 2), il pellegrino intona questo gioioso canto di lode (considerato uno dei “canti di Sion”, vedi nota a Sal 46), al quale si uniscono il saluto e l’augurio perché Gerusalemme rimanga sempre centro di tutto Israele e città della pace.

122,4 Allusione al pellegrinaggio collegato con le tre maggiori feste dell’anno (ved Sal 120).

122,5 A Gerusalemme, come capitale del regno, si amministrava la giustizia sotto la guida del re.

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Approfondimenti

Verso Gerusalemme, città di pace _ Salmo di pellegrinaggio (o Cantico di Sion)_

Come il Sal 84, questo salmo è legato più direttamente al pellegrinaggio. Sebbene usi un linguaggio arcaizzante, alcuni aramaismi ne rivelano la composizione tardiva al tempo del postesilio, ma prima dell'epoca maccabaica. Lo stile è limpido e appassionato. La voce «Gerusalemme» ricorre tre volte e in punti chiave della composizione (vv. 2.3.6); si gioca inoltre sulla sua etimologia popolare (= città della pace) nei vv. 6-7. E proprio la parola «pace» risuona insistentemente quattro volte nel finale (vv. 6-8). Nel v. 6 del TM c'è il fenomeno dell'allitterazione. Il simbolismo spaziale è molto marcato: Gerusalemme è ben descritta nella sua struttura architettonica armonica e compatta.

Il salmo si divide in tre strofe:

  • vv. 1-2 (I strofa): desiderio e arrivo in Gerusalemme;
  • vv. 3-5 (II strofa): descrizione materiale e teologica di Gerusalemme;
  • vv. 6-9 (I strofa): auguri per Gerusalemme.

v. 1b. «Quale gioia»: lett. «Mi rallegrai...». La gioia dà il tono e crea la serena atmosfera del salmo. «Andremo alla casa del Signore»: l'espressione è con ogni probabilità una formula fissa indicante l'inizio ufficiale del viaggio-pellegrinaggio (cfr. Is 2,3).

v. 2. «i nostri piedi... alle tue porte»: sono due sineddochi (parte per il tutto). I piedi indicano tutta la persona, mentre le porte tutta la città. Le porte possono qui indicare anche la cinta di mura protettive della città.

v. 3. «Gerusalemme... città salda e compatta»: è la prima impressione globale del pellegrino. In una visione dall'alto delle colline circostanti la città, essa appare come una roccaforte ben compaginata, a differenza dei villaggi con casupole sparse, a prima vista senz'ordine pianificato.

v. 4. «Là salgono insieme le tribù»: l'orante ricorda i pellegrinaggi che da tutte le tribù, per il passato e il presente, si dirigono verso la città; «secondo la legge del Signore»: questa legge (‘ēdût) prescrive il pellegrinaggio in occasione delle tre grandi feste annuali di Pasqua, Pentecoste e delle Capanne (Dt 12,5-9; 16,16).

v. 5. «Là sono posti i seggi del giudizio»: l'esercizio della giustizia avveniva alle porte dei villaggi (Dt 17,8; Rt 4,1-12). Ma in Gerusalemme c'era il tribunale dell'ultima istanza. Gerusalemme, quindi, a maggior ragione dev'essere la «città della giustizia», «i seggi della casa di Davide»: «casa» (= dinastia). Gerusalemme è particolarmente legata a Davide che la conquistò dai Gebusei (2Sam 5,7) e perché lì ricevette da Natan la promessa della stabilità della sua dinastia (2Sam 7,16).

vv. 6-7. «pace per Gerusalemme»: alla lett. «pace di Gerusalemme». Il genitivo può essere sia soggettivo sia oggettivo. Si tratta della pace che da essa deriva per quanti l'amano (cfr. v. 8) e quella che si augura a essa e al suoi abitanti. La radice šlm, nota in tutta l'area semitica, esprime la totalità e la pienezza di ogni bene. La pace augurata a Gerusalemme, nonostante il suo significato globale di pienezza, è specificamente articolata quasi come i festosi rintocchi di una campana. Si augura pace a «quelli che l'amano», «sulle sue mura», e «nei suoi palazzzi simili a baluardi».

vv. 8-9. «Per i miei fratelli...»: il salmista si fa voce anche dei fratelli e degli amici rimasti a casa per moltiplicare il suo augurio (v. 8) ed esporne la motivazione superiore: perché in Gerusalemme c'è il tempio del Signore (v. 9).

v. 9. «chiederò per te il bene»: il «bene» (ṭôb) è sinonimo di «pace». La pace dei vv. 6-8 è richiamata nel v. 9 dal «bene».

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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LODE A DIO, CUSTODE D’ISRAELE 1 Canto delle salite

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto?

2 Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.

3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.

4 Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele.

5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.

6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.

7 Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita.

8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

_________________ Note

121,1 Preghiera e dialogo, lode e fiducia si alternano in questa composizione, che sembra accompagnare i primi passi del pellegrino. Qua e là, sui monti che l’attorniano, sono visibili luoghi di culto idolatrico; ma il salmista ha già scelto la sua meta: è il monte Sion, dove Dio dimora e da dove gli verrà l’aiuto.

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Approfondimenti

Fiducia in Dio, custode d'Israele Salmo di fiducia

Dal punto di vista strutturale il salmo è caratterizzato dalla ripresa progressiva di termini da un versetto all'altro, e dalla presenza di alcune espressioni “polari” indicanti la totalità come «cielo e terra» (v. 2), «sole e luna» e «giorno e notte» (v. 6), «esci e... entri» (v. 8). Un rilievo nella struttura ha il verbo «custodire» (šmr) che ricorre sei volte (vv. 3b.4b.5b.7a.7b.8a). L'ambientazione geografica suppone la città di Gerusalemme sullo sfondo, circondata da monti (Sal 125,2), luogo della divina presenza. Il salmo può essere letto anche nella forma di dialogo liturgico tra l'orante e un sacerdote o levita. La simbologia è somatica e spazio-temporale.

Divisione:

  • vv. 1-2: introduzione;
  • vv. 3-8: sviluppo del v. 2.

v. 1b. «Alzo gli occhi...»: più che il guardare comune è qui un atteggiamento di supplica, cfr. Sal 123,2. «monti»: sono i monti che circondano Gerusalemme e quelli su cui è la stessa città. Ma se l'espressione è considerata come plurale d'eccellenza, indica il monte del tempio.

v. 2. «Il mio aiuto viene dal Signore...»: cfr. Sal 124,8. «che ha fatto...»: l'accenno alla creazione, segno di potenza, rende più certo e sicuro l'aiuto divino.

vv. 3-8. In questi versetti si sviluppa, circostanziandolo e motivandolo, l'aiuto certo del Signore. La motivazione fondamentale è che il Signore è il «custode d'Israele» (v. 4).

v. 6. «né la luna di notte»: anche i raggi della luna erano ritenuti pericolosi. I raggi del sole e della luna sono emblema di tutti i mali dell'uomo, da cui il Signore libera l'orante. Ciò è detto chiaramente nel v. 7.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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INVOCAZIONE PER LA PACE 1 Canto delle salite

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.

2 Signore, libera la mia vita dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice.

3 Che cosa ti darà, come ti ripagherà, o lingua ingannatrice?

4 Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra!

5 Ahimè, io abito straniero in Mesec, dimoro fra le tende di Kedar!

6 Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace.

7 Io sono per la pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra.

_________________ Note

120,1 All’interno del Salterio, i Sal 120-134 compongono una piccola raccolta chiamata “canti delle salite” (o di pellegrinaggio). Si tratta di quindici composizioni destinate ai pellegrini che salivano a Gerusalemme (alla città santa, infatti, si “sale”, data la sua altitudine di oltre 700 metri) in occasione delle feste di Pasqua, Pentecoste e Capanne. Il Sal 120, probabilmente, è stato inserito in un secondo momento in questa raccolta, poiché si presenta come una supplica che sale a Dio dall’orante per essere liberato da chi lo calunnia e lo inganna e da chi non favorisce la pace all’interno della comunità e della città.

120,5 Mesec e Kedar: designano regioni lontane (la prima forse era nel Caucaso, la seconda nell’Arabia) e la loro popolazione bellicosa e selvaggia.

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Approfondimenti

Supplica di un uomo pacifico Supplica individuale

Questo carme apre la raccolta dei “Cantici delle ascensioni”, ma la sua inclusione è probabilmente avvenuta in un secondo momento, data la notevole differenza che lo distingue dagli altri. Il breve salmo riesce a creare un'intensità espressiva molto forte, movimentata anche da un dialogo fittizio. La simbologia è bellica e somatica. Nel TM il sintagma napšî (= mia vita) del v. 2 fa inclusione con lo stesso del v. 6.

Divisione:

  • v. 1: dichiarazione di fiducia iniziale;
  • vv. 2-4 (I strofa): supplica di liberazione;
  • vv. 5-7 (II strofa): esposizione del caso.

v. 1. «Nella mia angoscia ho gridato...: l'espressione «al Signore (JHWH)» è in stato enfatico ™ e apre il salmo come un'esplosione di fiducia e di speranza. Il salmista attesta la sua precedente esperienza di ricorso al Signore e della sua positiva risposta. «nella mia angoscia»: l'angoscia, propriamente «prigionia» (ṣārātâ) si riferisce a una difficile situazione esterna, come nel caso di un giusto perseguitato e oppresso, che porta riflessi interiori con sensazioni di soffocamento.

v. 2. «dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice»: sono due espressioni sinonime con le quali si descrive il nemico. Si tratta di gente falsa, menzognera. Il salmista si sente circondato come da fiamme di menzogne e calunnie! La parola menzognera è anche quella degli idolatri. Gli idoli infatti sono inganno e falsità. In questo caso la prima strofa si accorda meglio con la seconda in cui il salmista dice di trovarsi in territorio straniero.

v. 3. «Che ti posso dare...»: lett. «Che darà a te...». I LXX e la Vg hanno visto un passivo: «Che cosa si darà a te?». Nell'uno e nell'altro caso si sottintende come soggetto «il SIgnore». È un interrogativo retorico che vivacizza il testo. Si chiede così al Signore di intervanire con una sua punizione esemplare di giustizia (legge del taglione) contro i nemici falsi e calunniatori. Può trattarsi anche di giuramento imprecatorio.

v. 4. «Frecce acute... carboni di ginepro»: è la risposta di Dio. Le due immagini «frecce» e «carboni di ginepro», corrispondono alla legge del contrappasso. Poiché le parole sono come dardi, le parole punitrici di Dio sono come frecce appuntite; e per di più sono scagliate da un uomo valoroso, segno che colpiscono infallibilmente l'obiettivo!

v. 5. «Me infelice»: la strofa si apre con un'esclamazione onomatopeica ’ôyāh (lett. «Ahimè!»), che esprime angoscia e paura. «Mosoch»: ebr. Mešek. In Gn 10,2 con questo nome è chiamato il figlio di Iafet e indica le regioni del Nord (tra il Mar Nero e il Caucaso). «Cedar»: ebr. Qēdār, cfr. Gn 25,13-14. È collegata con il secondo figlio di Ismaele e richiama le tribù della penisola arabica o del deserto della Siria (cfr. Is 21,16-17; 42,11-13; 60,7; Ct 1,5).

v. 6. «Troppo io ho dimorato..»: lett. «Troppo ha dimorato per sé l'anima mia». L'espressione (anima mia) fa inclusione con il v. 2. L'orante si pronunzia sul tempo della sua dimora. Egli sente che è stata lunga e insostenibile la sua situazione di trovarsi come straniero in mezzo a gente bellicosa e idolatra. Si avverte l'ansia di un Ebreo della diaspora che si sente a disagio in terra straniera e che desidera al più presto far ritorno in patria.

v. 7. «Io sono per la pace...»: viene contrastata l'espressione del v. 6b. Il versetto originale è ellittico, ma il parallelismo antitetico è comprensibile. Il verso suona: «io-pace, ma se parlo, essi per la guerra». Il salmista con il binomio antitetico «pace-guerra» qualifica se stesso come «pace» e i nemici come «guerra», egli stesso come uomo pacifico, i nemici come uomini bellicosi.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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MEDITAZIONE SULLA LEGGE DEL SIGNORE

א Alef 1 Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore.

2 Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.

3 Non commette certo ingiustizie e cammina nelle sue vie.

4 Tu hai promulgato i tuoi precetti perché siano osservati interamente.

5 Siano stabili le mie vie nel custodire i tuoi decreti.

6 Non dovrò allora vergognarmi, se avrò considerato tutti i tuoi comandi.

7 Ti loderò con cuore sincero, quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.

8 Voglio osservare i tuoi decreti: non abbandonarmi mai.

ב Bet 9 Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Osservando la tua parola.

10 Con tutto il mio cuore ti cerco: non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.

11 Ripongo nel cuore la tua promessa per non peccare contro di te.

12 Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti.

13 Con le mie labbra ho raccontato tutti i giudizi della tua bocca.

14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze.

15 Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie.

16 Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.

ג Ghimel 17 Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola.

18 Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge.

19 Forestiero sono qui sulla terra: non nascondermi i tuoi comandi.

20 Io mi consumo nel desiderio dei tuoi giudizi in ogni momento.

21 Tu minacci gli orgogliosi, i maledetti, che deviano dai tuoi comandi.

22 Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho custodito i tuoi insegnamenti.

23 Anche se i potenti siedono e mi calunniano, il tuo servo medita i tuoi decreti.

24 I tuoi insegnamenti sono la mia delizia: sono essi i miei consiglieri.

ד Dalet 25 La mia vita è incollata alla polvere: fammi vivere secondo la tua parola.

26 Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto; insegnami i tuoi decreti.

27 Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue meraviglie.

28 Io piango lacrime di tristezza; fammi rialzare secondo la tua parola.

29 Tieni lontana da me la via della menzogna, donami la grazia della tua legge.

30 Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi.

31 Ho aderito ai tuoi insegnamenti: Signore, che io non debba vergognarmi.

32 Corro sulla via dei tuoi comandi, perché hai allargato il mio cuore.

ה He 33 Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine.

34 Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore.

35 Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità.

36 Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno.

37 Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via.

38 Con il tuo servo mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore.

39 Allontana l’insulto che mi sgomenta, poiché i tuoi giudizi sono buoni.

40 Ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia.

ו Vau 41 Venga a me, Signore, il tuo amore, la tua salvezza secondo la tua promessa.

42 A chi mi insulta darò una risposta, perché ho fiducia nella tua parola.

43 Non togliere dalla mia bocca la parola vera, perché spero nei tuoi giudizi.

44 Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre.

45 Camminerò in un luogo spazioso, perché ho ricercato i tuoi precetti.

46 Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti e non dovrò vergognarmi.

47 La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo.

48 Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti.

ז Zain 49 Ricòrdati della parola detta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza.

50 Questo mi consola nella mia miseria: la tua promessa mi fa vivere.

51 Gli orgogliosi mi insultano aspramente, ma io non mi allontano dalla tua legge.

52 Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore, e ne sono consolato.

53 Mi ha invaso il furore contro i malvagi che abbandonano la tua legge.

54 I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio.

55 Nella notte ricordo il tuo nome, Signore, e osservo la tua legge.

56 Tutto questo mi accade perché ho custodito i tuoi precetti.

ח Het 57 La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole.

58 Con tutto il cuore ho placato il tuo volto: abbi pietà di me secondo la tua promessa.

59 Ho esaminato le mie vie, ho rivolto i miei piedi verso i tuoi insegnamenti.

60 Mi affretto e non voglio tardare a osservare i tuoi comandi.

61 I lacci dei malvagi mi hanno avvolto: non ho dimenticato la tua legge.

62 Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie per i tuoi giusti giudizi.

63 Sono amico di coloro che ti temono e osservano i tuoi precetti.

64 Del tuo amore, Signore, è piena la terra; insegnami i tuoi decreti.

ט Tet 65 Hai fatto del bene al tuo servo, secondo la tua parola, Signore.

66 Insegnami il gusto del bene e la conoscenza, perché ho fiducia nei tuoi comandi.

67 Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua promessa.

68 Tu sei buono e fai il bene: insegnami i tuoi decreti.

69 Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne, ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti.

70 Insensibile come il grasso è il loro cuore: nella tua legge io trovo la mia delizia.

71 Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti.

72 Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento.

י Iod 73 Le tue mani mi hanno fatto e plasmato: fammi capire e imparerò i tuoi comandi.

74 Quelli che ti temono al vedermi avranno gioia, perché spero nella tua parola.

75 Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti e con ragione mi hai umiliato.

76 Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo.

77 Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia.

78 Si vergognino gli orgogliosi che mi opprimono con menzogne: io mediterò i tuoi precetti.

79 Si volgano a me quelli che ti temono e che conoscono i tuoi insegnamenti.

80 Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti, perché non debba vergognarmi.

כ Caf 81 Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola.

82 Si consumano i miei occhi per la tua promessa, dicendo: «Quando mi darai conforto?».

83 Io sono come un otre esposto al fumo, non dimentico i tuoi decreti.

84 Quanti saranno i giorni del tuo servo? Quando terrai il giudizio contro i miei persecutori?

85 Mi hanno scavato fosse gli orgogliosi, che non seguono la tua legge.

86 Fedeli sono tutti i tuoi comandi. A torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto!

87 Per poco non mi hanno fatto sparire dalla terra, ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.

88 Secondo il tuo amore fammi vivere e osserverò l’insegnamento della tua bocca.

ל Lamed 89 Per sempre, o Signore, la tua parola è stabile nei cieli.

90 La tua fedeltà di generazione in generazione; hai fondato la terra ed essa è salda.

91 Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi, perché ogni cosa è al tuo servizio.

92 Se la tua legge non fosse la mia delizia, davvero morirei nella mia miseria.

93 Mai dimenticherò i tuoi precetti, perché con essi tu mi fai vivere.

94 Io sono tuo: salvami, perché ho ricercato i tuoi precetti.

95 I malvagi sperano di rovinarmi; io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.

96 Di ogni cosa perfetta ho visto il confine: l’ampiezza dei tuoi comandi è infinita.

מ Mem 97 Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno.

98 Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me.

99 Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti.

100 Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti.

101 Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola.

102 Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi.

103 Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca.

104 I tuoi precetti mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero.

נ Nun 105 Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

106 Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi.

107 Sono tanto umiliato, Signore: dammi vita secondo la tua parola.

108 Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi.

109 La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge.

110 I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti.

111 Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore.

112 Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti, in eterno, senza fine.

ס Samec 113 Odio chi ha il cuore diviso; io invece amo la tua legge.

114 Tu sei mio rifugio e mio scudo: spero nella tua parola.

115 Allontanatevi da me, o malvagi: voglio custodire i comandi del mio Dio.

116 Sostienimi secondo la tua promessa e avrò vita, non deludere la mia speranza.

117 Aiutami e sarò salvo, non perderò mai di vista i tuoi decreti.

118 Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, perché menzogne sono i suoi pensieri.

119 Tu consideri scorie tutti i malvagi della terra, perciò amo i tuoi insegnamenti.

120 Per paura di te la mia pelle rabbrividisce: io temo i tuoi giudizi.

ע Ain 121 Ho agito secondo giudizio e giustizia; non abbandonarmi ai miei oppressori.

122 Assicura il bene al tuo servo; non mi opprimano gli orgogliosi.

123 I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza e per la promessa della tua giustizia.

124 Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore e insegnami i tuoi decreti.

125 Io sono tuo servo: fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti.

126 È tempo che tu agisca, Signore: hanno infranto la tua legge.

127 Perciò amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino.

128 Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti e odio ogni falso sentiero.

פ Pe 129 Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco.

130 La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici.

131 Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi.

132 Volgiti a me e abbi pietà, con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome.

133 Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permettere che mi domini alcun male.

134 Riscattami dall’oppressione dell’uomo e osserverò i tuoi precetti.

135 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti.

136 Torrenti di lacrime scorrono dai miei occhi, perché non si osserva la tua legge.

צ Sade 137 Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi.

138 Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti e con grande fedeltà.

139 Uno zelo ardente mi consuma, perché i miei avversari dimenticano le tue parole.

140 Limpida e pura è la tua promessa e il tuo servo la ama.

141 Io sono piccolo e disprezzato: non dimentico i tuoi precetti.

142 La tua giustizia è giustizia eterna e la tua legge è verità.

143 Angoscia e affanno mi hanno colto: i tuoi comandi sono la mia delizia.

144 Giustizia eterna sono i tuoi insegnamenti: fammi comprendere e avrò la vita.

ק Kof 145 Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi; custodirò i tuoi decreti.

146 Io t’invoco: salvami e osserverò i tuoi insegnamenti.

147 Precedo l’aurora e grido aiuto, spero nelle tue parole.

148 I miei occhi precedono il mattino, per meditare sulla tua promessa.

149 Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore; Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.

150 Si avvicinano quelli che seguono il male: sono lontani dalla tua legge.

151 Tu, Signore, sei vicino; tutti i tuoi comandi sono verità.

152 Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti li hai stabiliti per sempre.

ר Res 153 Vedi la mia miseria e liberami, perché non ho dimenticato la tua legge.

154 Difendi la mia causa e riscattami, secondo la tua promessa fammi vivere.

155 Lontana dai malvagi è la salvezza, perché essi non ricercano i tuoi decreti.

156 Grande è la tua tenerezza, Signore: fammi vivere secondo i tuoi giudizi.

157 Molti mi perseguitano e mi affliggono, ma io non abbandono i tuoi insegnamenti.

158 Ho visto i traditori e ne ho provato ribrezzo, perché non osservano la tua promessa.

159 Vedi che io amo i tuoi precetti: Signore, secondo il tuo amore dammi vita.

160 La verità è fondamento della tua parola, ogni tuo giusto giudizio dura in eterno.

ש Sin 161 I potenti mi perseguitano senza motivo, ma il mio cuore teme solo le tue parole.

162 Io gioisco per la tua promessa, come chi trova un grande bottino.

163 Odio la menzogna e la detesto, amo la tua legge.

164 Sette volte al giorno io ti lodo, per i tuoi giusti giudizi.

165 Grande pace per chi ama la tua legge: nel suo cammino non trova inciampo.

166 Aspetto da te la salvezza, Signore, e metto in pratica i tuoi comandi.

167 Io osservo i tuoi insegnamenti e li amo intensamente.

168 Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti: davanti a te sono tutte le mie vie.

ת Tau 169 Giunga il mio grido davanti a te, Signore, fammi comprendere secondo la tua parola.

170 Venga davanti a te la mia supplica, liberami secondo la tua promessa.

171 Sgorghi dalle mie labbra la tua lode, perché mi insegni i tuoi decreti.

172 La mia lingua canti la tua promessa, perché tutti i tuoi comandi sono giustizia.

173 Mi venga in aiuto la tua mano, perché ho scelto i tuoi precetti.

174 Desidero la tua salvezza, Signore, e la tua legge è la mia delizia.

175 Che io possa vivere e darti lode: mi aiutino i tuoi giudizi.

176 Mi sono perso come pecora smarrita; cerca il tuo servo: non ho dimenticato i tuoi comandi.

_________________ Note

119,1 La più estesa composizione del Salterio è racchiusa in queste 22 strofe, quante sono le lettere dell’alfabeto ebraico, le quali, nel loro ordine di successione, contraddistinguono le singole strofe e le iniziali dei singoli versetti che le compongono (ognuna delle 22 strofe è formata da otto versetti). L’uso di questa tecnica compositiva probabilmente aveva lo scopo di favorire, nel fedele, l’apprendimento mnemonico (vedi anche nota a Sal 9). La legge non è intesa come un insieme di prescrizioni, ma come la rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua volontà, come la parola di Dio che illumina e salva, alimenta e guida tutta l’esistenza dell’uomo. Ciò spiega la varietà dei vocaboli usati per designare quella realtà così profonda che il termine legge esprime: insegnamenti, decreti, comandi, giusti giudizi, promessa, precetti, parole, ordini, comandamenti, via, via della giustizia, alleanza, giudizi.

119,48 Alzerò le mani: gesto di preghiera.

119,83 come un otre esposto al fumo: probabilmente l’immagine si riferisce agli otri appesi che si deterioravano per il fumo che saliva dal focolare.

119,164 Sette: simbolo di pienezza; denota qui una preghiera intensa e continua.

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Approfondimenti

La legge fonte di gioia e di pace Salmo sapienziale (d'ispirazione deuteronomica, + motivi di lamentazione, di supplica e innici)

Il salmo è stato classificato da alcuni come “lamentazione individuale”, per i vari motivi di supplica di liberazione dai nemici che vi si trovano (vv. 23.42 ecc.). Il carme è l'acrostico alfabetico più lungo di tutto il salterio con i suoi 176 versetti. E formato da 22 ottonari (strofe). Gli otto versi che compongono un singolo ottonario iniziano con l'identica lettera assegnata all'intera strofa. L'autore mostra così la sua profonda conoscenza della lingua ebraica, la sua virtuosità e abilità nel maneggiarla. È ispirato al Deuteronomio per il suo contenuto e a Geremia per il carattere interiore e spirituale della legge vista come espressione dell'alleanza (cfr. Ger 31,31-34; Ez 36,25-27). Il metro nel TM è quello della qînâ (3 + 2 accenti). Il salmo è stato giudicato sin dall'antichità in senso positivo e in senso negativo. Per Agostino «contiene una profondità accessibile a pochi». Per la sua quasi interminabile lunghezza è paragonabile a un canto che riecheggia i suoi motivi quasi all'infinito. È la torah, parola di Dio che agisce e che salva, al centro del carme, come nel Sal 1 e 19. Essa richiede una risposta gioiosa e un'adesione completa e incondizionata. Il discorso ruota intorno a un ottonario lessicale di base che si ritrova al completo o quasi in tutte le strofe: legge (torah), parola (dābār), testimonianza (‘edût/‘edâ), giudizio (mišpāṭ), detto (’imrâ), decreto (ḥôq), precetti (piqqûdim), comando (miṣwâ). La composizione del carme risale al postesilio. Il campo semantico e simbolico è spaziale, temporale, antropologico, teologico, somatico e psicologico.

vv. 1-2. «Beato l'uomo... Beato chi..»: il salmo inizia con una doppia beatitudine, che è come il portale d'ingresso di tutto il carme, cfr. Sal 1,1; 15,2; 112,1. Questi due versetti condensano la tematica essenziale del salmo: la gioia (beatitudine), data dalla osservanza della legge, dalla fedeltà e dalla ricerca continua, spassionata con tutto l'essere («con tutto il cuore»), e il simbolo della «via» perfetta (la legge). «di integra condotta»: lett. «gli integri di via».

v. 14. «più che in ogni altro bene»: cfr. Prv 2,4.

v. 19. «Io sono straniero...»: cfr. Sal 39,13.

v. 21. «maledetto...»: sono maledetti coloro che non rispettano gli impegni dell'alleanza, ma benedetti coloro che sono fedeli, cfr. Dt 28,1-4.

v. 36. «la sete del guadagno»: è la brama disordinata del guadagno, della ricchezza, che allontana da Dio.

v. 37. «cose vane»: sono gli idoli così chiamati dai profeti, cfr. Sal 24,4; 101,3.

**v. 44. «per sempre, nei secoli, in eterno»: è un'iperbole. Sottolinea il fermo proposito dell'orante di osservare sempre la legge del Signore.

v. 48. «Alzerò le mani...»: è un gesto di preghiera. Qui l'orante alza le mani verso i precetti del Signore, che personificano Dio stesso, pronto a accoglierli dalla sua bocca e praticarli (Sal 28,2; 42,9; 63,7-9; 73,28; Lam 3,41).

v. 57. «La mia sorte...»: il salmista si esprime come un levita (cfr. Sal 16,5; 73,26), la cui eredità era il Signore (Nm 18,20; Dt 10,9).

v. 61. «I lacci degli empi...»: per l'espressione cfr. Sal 18,6; 116,3.

v. 64. «Del tuo amore...»: è citato il Sal 33,5.

v. 65. «Hai fatto il bene...»: il Signore ha fatto il «bene» perché egli è «buono» e «fa il bene» (v. 68).

v. 67. «Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua parola»: il tema ritorna nei vv. 71.75.141. L'orante avverte di aver percorso in modo personale l'itinerario dell'esodo del suo popolo, cfr. Dt 8,2; Ger 31,18; Os 6,1.

v. 72. «d'oro e d'argento»: la legge di Dio, come la sapienza, vale più di ogni metallo prezioso, cfr. Pr 3,14; 8,10-11.19; 16,16.

v. 73. «Le tue mani mi hanno fatto e plasmato»: con un antropomorfismo si evocano le mani di Dio, che come un vasaio ha creato e plasmato l'uomo, cfr. Gn 2,7.

v. 83. «come un otre esposto al fumo»: con quest'immagine pittoresca l'orante descrive il suo stato di estrema gravità, fisica e spirituale, cfr. Gb 30,30. Sull'interpretazione esatta dell'immagine non c'è consenso.

v. 91. «ogni cosa è al tuo servizio»: tutta la creazione esegue gli ordini di Dio, mentre nel Sal 104,4 erano solo i venti.

v. 94. «Io sono tuo: salvami»: il salmista appartiene a Dio perché inserito nell'alleanza del suo popolo con lui.

v. 98. «mi fa più saggio...»: cfr. Dt 4,5-6; Sir 6,37.

v. 108. «le offerte delle mie labbra»: sono i sacrifici spirituali della lode divina, cfr. Os 14,3; Sal 50,14.23; 51,19; 141,2; Sir 35,1.

v. 113. «incostanti»: è una traduzione congetturale dell'hapax sē‘apîm, che descrive gli empi.

v. 129. «la tua alleanza»: lett. «i tuoi precetti».

v. 131. «Apro anelante la bocca...»: l'espressione plastica indica l'attesa. Come la terra assetata si spacca in attesa della pioggia, così il salmista mostra il suo desiderio ardente della parola di Dio, cfr. Sal 81,11; Am 8,11; Gb 29,23.

v. 135. «Fa' risplendere il volto...»: cfr. Sal 4,7; 31,17; 42,2-3; 63,2; 67,2; 80,4 e la “benedizione sacerdotale” di Nm 6,25-26.

v. 136. «Fiumi di lacrime...»: è un'iperbole di derivazione geremiana, cfr. Ger 8,23; 9,17; 13,17; 14,17; Lam 1,16; 3,48. Il salmista si dispiace fino al pianto a dirotto per il peccato di chi non osserva la legge. Egli si sente davvero coinvolto nell'amore della legge e per Dio che l'ha donata.

v. 145. «con tutto il cuore»: è un'espressione che ricorre spesso in questo salmo, cfr. vv. 2.10.34.58.69...145.

v. 147. «Precedo l'aurora e grido aiuto»: all'alba si attendeva l'aiuto divino, cfr. Sal 17,15; 130,6.

v. 148. «prevengono le veglie...»: si riferisce alla preghiera notturna nel tempio, detta “incubazione sacra”.

v. 151. «Ma tu, Signore, sei vicino»: il salmista esprime la convinzione d'Israele di avere Dio vicino in senso assoluto. Egli è infatti l'Emmanuele (= Dio con noi) (Is 7,14).

v. 160. «La verità è principio della tua parola»: si enuncia un'affermazione generale. Il vocabolo rō’š (= capo, principio) significa anche «l'elemento essenziale... la cosa più importante...» (cfr. Sal 141,5; Es 30,23; Am 6,6; Qo 9,8). Perciò per il salmista è la verità-fedeltà (’emet) l'essenza della legge. Ci si richiama quindi al concetto di alleanza.

v. 162. «come uno che trova grande tesoro»: l'immagine è di origine bellica e evidenzia la gioia istintiva della vittoria militare (cfr. Sal 68,13; Is 9,2; 53,12; 2Sam 1,24).

v. 164. «Sette volte al giorno io ti lodo»: per i simbolismo del numero «sette» che indica completezza, totalità, perfezione, l'espressione denota una preghiera continua (cfr. Gn 4,15; 1Sam 2,5; Prv 24,16; Sal 12,7; 79,12; Mt 18,21). La tradizione cristiana ha assunto alla lettera l'espressione nel dividere la preghiera ufficiale della Chiesa della Liturgia delle Ore nelle sette “ore” canoniche.

v. 176. «Come pecora smarrita»: è una professione di umiltà. Il salmista si è dichiarato nel salmo sempre ligio all'osservanza della legge, nonostante i pericoli e i numerosi nemici denigratori, ma la vita, comportando sempre dei rischi di smarrirsi, necessita del buon pastore che guidi e segua con amore il suo gregge (Sal 23; Ez 34,22).

Nel NT molti dei titoli e simboli riferiti in questo salmo alla legge sono attribuiti a Cristo in persona. Gesù è la parola incarnata che illumina ogni uomo (Gv 1,1-18) ed è l'ultima e definitiva (Eb 1,1-4).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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