Ieri ero in corridoio che parlavo con una collega, citavo gli hackathon, si parlava di didattica. Parlavo con lei e intanto controllavamo la classe in cui stavamo facendo lezione: un terzo della classe era chiusa dentro, si stava registrando mentre creavano un video in cui commentavano – a gruppi – le mappe dell'ultimo Limes. Un altro terzo della classe era in aula di fisica, espropriata, e stavano discutendo di quello che avevano ascoltato durante la manifestazione di Limes a Genova, e intanto si riprendevano con il cellulare. L'ultimo terzo era nell'aula di cooperative learning che organizzava altri materiali per questo blog che stiamo preparando in cui mettere i nostri lavori di riflessione sulla geopolitica contemporanea
e vedevo i ragazzi uscire e entrare dalle diverse classi, allestire materiali, venire a chiedere delucidazioni e – vabbè – ogni tanto distrarsi e dicevo, vedi, così dovrebbe essere più spesso la scuola, un cantiere per fare qualcosa, come gli hackathon e – niente – viene fuori che nessuno tra i colleghi con cui parlo anche dopo ne avesse mai visto uno di hackathon.
Poi dopo, durante un banale tradizionale compito in classe per prepararsi alla maturità, tipologia b & c, nel silenzio che c'è in classe, sento un collega nella classe a fianco che fa una lezione frontale su Napoleone e ne sento dei pezzi e penso che non è male, ci sono cose che nemmeno io sapevo, e penso – di nuovo – allo spreco di avere in una scuola docenti che in classi a fianco le une alle altre spesso spiegano esattamente le stesse cose, ognuno a suo modo, quando ogni tanto sarebbe così utile a tutti vedersi in una bella aula di storia o di letteratura dove due o tre docenti spiegano a due o tre classi, girano, si ascoltano fra di loro, si criticano e si aiutano.
Alla fine ricordo ai ragazzi il compito per lunedì: ognuno deve registrare venti secondi di suoni ambientali che ricordino l'inferno dantesco, intermezzati dalla loro voce che per pochi secondi legge un verso di Dante. Poi creino una playlist con i due file mp3 e li faremo andare in loop, spargiamo tutti e trenta i cellulari in giro in un ambiente e poi ci giriamo dentro, camminiamo in un ambiente sonoro dantesco e vediamo se ci viene qualche idea. Un gioco. Una trasposizione dal mondo reale a quello virtuale. Una denuncia al Mim. Qualche idea ci verrà in mente.