...cosa ne pensa Jollanza?

storie e divagazioni inutili sull'internet

Gullibility is a failure of social intelligence in which a person is easily tricked or manipulated into an ill-advised course of action. It is closely related to credulity, which is the tendency to believe unlikely propositions that are unsupported by evidence.

Per chi non capisce l'inglese è semplicemente la definizione di “credulone”, e credo che questo aggettivo non abbia bisogno di spiegazioni.

Dove voglio andare a parare? Ecco...

nikonew

...questo tizio mi è sempre stato sui coglioni fin dalla prima volta che l'ho visto ormai tanti anni fa.

Per darvi un contesto egli era il classico ragazzino desideroso di mostrare qualche suo talento sulla nuova piattaforma video di Google (YouTube). Molte attuali celebrità di calibro mondiale sono uscite da lì, prendiamo ad esempio Ed Sheeran che pubblicava i video di quando suonava per strada col cappello in terra mentre adesso fa il sold-out negli stadi. In Italia alla stessa maniera molti sono partiti da video di rutti e parrucche ripresi in cameretta col telefonino per poi finire in TV o al cinema o sugli scaffali dei negozi di dischi: pensate a Wilwoosh o Matano, e persino Fedez, tutti loro devono tantissimo a YT. Erano gli influencers prima degli influencers.

Niko violin

Nikocado Avocado (pseudonimo di Nicholas Perry) è bravo col violino e vuole dimostrarlo. Il suo è un discreto successo ma il problema è che quasi a nessuno frega un cazzo delle doti artistiche che propone e del suo veganesimo, perché nel 2014 agli internauti interessano solo le challenge coi secchi d'acqua e le cosplayers al limite del porno. La risposta alle sue preghiere per diventare famoso arriva dall'Asia:

Il mukbang watching è la pratica di guardare contenuti audiovisivi online in cui vengono mangiate grandi quantità di cibo. Si tratta di un fenomeno enormemente diffuso sulle piattaforme social e di streaming, che attrae un gran numero di spettatori.

...e lui ci si butta a pesce cominciando a mangiare come un tritarifiuti in video.

niko

Tanto che ci vuole? Prendi un bustone di roba, la ficchi in un secchio e ingoi fino a scoppiare. La cosa interessa al pubblico e più gli cliccano like più lui mangia, quindi si crea un circolo vizioso che lo fa arrivare intorno ai 200kg. Non è però l'unico a usare questo tipo di format per darsi visibilità, gli serve un tipo di contenuto che non tutti possono fare unicamente per orgoglio: fa virare i suoi video verso situazioni ridicole che lo vedono protagonista (pur mantenendo il cibo al centro dell'attenzione) dimostrando la sua incapacità nel fare le cose più basilari come raccogliere una roba da terra, mettersi lo smalto alle unghie dei piedi e tanto altro ancora. La dignità ormai l'ha lanciata dalla finestra ma il canale registra QUATTRO MILIONI di iscritti in breve tempo. L'idea funziona, YT gli paga tutto fino all'ultimo centesimo perché la gente lo segue, e quindi giù a mangiare ancora di più e a fare letteralmente schifo nelle situazioni che crea volontariamente.

Sono sempre di più gli insulti al suo indirizzo nei commenti, ormai è un fenomeno da baraccone e bersaglio di tutti ma i video continuano ad essere pubblicati.

Niko

Internet comincia ad allarmarsi per la sua salute, non di rado ho letto commenti di gente che conosco e non dal tono preoccupato ricordando nel frattempo la sua bravura col violino. Lui invece fa' spallucce e continua a ingurgitare roba, pubblicando un video al mese cercando di fare sempre di più, e di più, e di più ...tentando di raggiungere un fondo di barile che sembra irraggiungibile. Arriva al punto che guardare i suoi video fa venire la nausea, diventa tutto un freak show tale che ormai lo guardi solo per darti la spinta a cominciare finalmente quella dannata dieta che insegui da tempo e che non fai mai.

Poi improvvisamente, ieri...

nikomagro

...si presenta così.

Spiega che negli ultimi due anni si è impegnato in una dieta ferrea, che ha dato una svolta alla sua vita, che i video pubblicati in questo periodo erano tutti pre-registrati e che è stato tutto un esperimento sociale. Racconta come si è divertito a leggere i commenti contro di lui, come il fat-shaming fosse lo sport principale dei suoi iscritti sui canali social e come tutti facciano sinceramente schifo ergendosi a paladino dei diritti e della giustizia. Si autodefinisce due passi avanti rispetto a tutti, il cattivo che ha sconfitto il sistema, un novello Joker insomma che ha fregato l'intera Internet con largo anticipo e pianificando le sue mosse per farla pagare a tutti.

L'Internet fa l'unica cosa che può fare in questi casi: ESPLODE. Chi urla al miracolo, chi lo dichiara genio assoluto, chi si congratula per la perdita di 114kg (mecojoni complimentissimi davvero) e quanti altri commenti ho letto che semplicemente mi hanno fatto capire quanto laggente si beva tutto quello che gli viene raccontato.

Non lo dico perché sono sicuro che sia tutta una messa in scena, di prova non ne ho manco mezza, ma sono abituato a farmi una mia idea al contrario di tanta gente che prende per buona la prima cosa che gli viene detta. Oltretutto possibile che non abbia visto anima viva in 2 anni e che nessuno manco per sbaglio gli abbia fatto una foto di striscio? Ad un personaggio così famoso?

Quindi la mia ricostruzione del caso è: Il nostro mangia come al solito fino a scoppiare. Ormai è diventata abitudine quotidiana, così come avere una telecamera in registrazione sempre puntata davanti in ogni cosa che fa h24. Registra così tanto materiale che non sa quasi che farci, è talmente numeroso il numero di video che deve fare delle scremature o diventa un casino. Deve razionare e pubblica solo i video che ritiene abbastanza interessanti da lucrarci su mentre gli altri li archivia. Nel frattempo è diventato morbosamente obeso, il dottore lo mette in guardia una volta per tutte e il marito è sul punto di mandarlo a fanculo definitivamente.

Si mette a stecchetto (probabilmente grazie a un pallone gastrico) perché in questa narrazione magari gli è venuto anche un malore, ma nel frattempo non ha un lavoro e YouTube gli ha sempre pagato le bollette quindi non può mollare la carriera da videomaker così come non può cambiare format al suo canale: è stato dimostrato da tantissimi suoi colleghi che spostarsi verso contenuti diversi equivale a perdere iscritti. Prende quindi i video scartati e dopo ulteriore scrematura pubblica i migliori a cadenza mensile. Mentre dimagrisce e comincia a sentirsi meglio il canale va' avanti, con quella versione che ormai ha lasciato indietro ma che tutti ancora vedono e ritengono attuale e reale.

Passati due anni e finiti i video meritevoli di pubblicazione gli viene l'idea: “faccio finta che fosse tutto già deciso, monto su un discorso dove mi presento come un fine stratega due passi avanti rispetto a tutti e me la gioco col giudicare un sistema di bulli (l'utenza media di internet) atteggiandomi da superiore. Dichiaro il tutto come “esperimento sociale” e aspetto che la fama torni a me, che ormai ero quasi dimenticato ed etichettato come gasteropode o con altri epiteti meno cordiali, quando da oggi invece mi vedranno come un genio!“.

...e dopo il monologo (durata 5 minuti circa) torno a mangiare come prima.

cibo

Niko: ma vaffanculo va'!

Non scrivo da un anno e mezzo a ben vedere. E questo perché sono un incoerente del cacchio, come sempre. Cos'è, la quarta volta che ho un blog e dopo un po' smetto di pubblicare roba? Non va bene, non va bene.

Dall'ultimo post è passato un anno e mezzo, molte cose sono cambiate. È arrivato il Governo dei Meme, c'è stato uno scandalo dietro l'altro, ho mandato a cagare alcuni amici di lungo corso e ne ho conosciuti di nuovi che ben rimpiazzano quelli vecchi.

In questo periodo ho pensato molto a questo paginone, non solo su quello che volevo portare come contenuti ma anche ad una nuova veste grafica: sto lavorando ad entrambe le cose.

In particolare sulla questione contenuti ho ritrovato la cartella dove mettevo tutte le bozze incomplete e ci ho trovato:

  • bozza di articolo sugli angeli biblici, che sono strani forte
  • bozza di articolo su “perché chiamerò un mio probabile figlio come l'Ammiraglio Adama di Battlestar Galactica” in 10 punti e dimostrabili matematicamente
  • DIOCRISTO LA MELONI E IL SUO GOVERNO
  • una fracca di film che ho visto e che ho recensito a metà
  • robe di lavoro, portando avanti la rubrica “Storie di un programmatore poco giovane”
  • nuovi hobbies, come tirare con l'arco e imbottigliare liquori casalinghi
  • nuovi posti che ho visto
  • ...tornare a vivere da solo.

Ecco, l'ultimo punto è quello che mi ha dato una sorta di ripartenza per quanto riguarda questo mio spazio.

Dopo 36 anni (senza considerare 3 anni e mezzo spesi all'estero) ho finalmente lasciato Porta Palazzo per andare in un nuovo quartiere, con una casa nuova di pacca e tutte le mie cose. Raggiungere per la terza volta l'indipendenza. Si perché la mia vita è stata piuttosto altalenante. 6 anni fa mi sono trasferito in Portogallo, 3 anni fa sono tornato in Italia con la promessa che “oh a breve parto per Barcellona che ho un contatto potentissimo” e solo un anno fa ho fatto i conti in tasca alla mia vita: mi conveniva restare qui. Ho cercato una casa qui, complice l'avere un posto di lavoro che definire “d'oro” è riduttivo (grazie azienda, grazie Roberta mia paziente responsabile) e tutta una serie di cose... beh mi hanno permesso di FINALMENTE trovare quella serenità e spazio che cercavo da tanti anni. E che finalmente mi sono guadagnato. E questa è la parola chiave: “guadagnato”. Perché mi sono fatto un culo così, e non scherzo, per ottenerlo.

Sostanzialmente il mio spazio è un trilocale con un terrazzo esagerato in una zona riqualificata grazie alle Olimpiadi 2006, con un contratto di affitto di 99 anni (con somma risibile rispetto alla media torinese), box auto e acqua incluse nella spesa e molte comodità a seguire. Storie di cooperative sociali insomma. Scusate se flexo ma vaffanculo per una volta nella mia vita voglio farlo e posso.

Un mese che sono qui.

Non nego che l'inizio sia stato un po' una novità in tutto: la prima cacata, la prima doccia, la prima pasta col pesto del barattolo, la prima birra stappata, la prima sigaretta “condita” dal balcone. Una serie di cose che tutto sommato avevo sì già sperimentato prima in Polonia e poi a Lisbona ma hanno tutte un sapore davvero nuovo e meritato in questa nuova situazione.

Mi è pure ripartita la scimmia del DIY, quindi (come anticipato) ho cominciato la produzione del limoncello casalingo, della ginger beer, coltivazioni di lattughe e patate, e molto altro in cantiere che arriverà anche se in maniera abbastanza sperimentale. Ho un barile di birra da riconvertire a fermentatore, ho ritirato fuori telaio e racla per farmi le magliette, voglio ricominciare a suonare il basso, intendo fare un corso di cucina ed uno di falegnameria, voglio fare esperimenti con delle vecchie celle fotovoltaiche che ho da parte e alcune metrature di led per fare delle decorazioni e... non avevo mai sentito il bisogno di un televisore prima di questa fase della mia vita. Il mio soggiorno è piuttosto vuoto e grande, che fare se non delle serate film sul divanone con gli amici che ho se poi non ho un televisore adeguato allo scopo?

Cambiamenti, uno dietro l'altro.

E soldi che volano a stormi fuori dal portafogli per atterrare nelle casse del supermercato sotto casa, come tutte le imprese all'inizio della carriera. Ma è tutto a posto, era tutto previsto. Piano piano le spese andranno ad ammortizzarsi in automatico non avendo più “il bisogno” di comprare qualcosa che ho già e comunque ho fatto la formichina per anni e il mio conto ha qualche zero mi fa stare tranquillo.

Comunque sia i nuovi contenuti che volevo portare sono un po' di roba che faccio e che creo magari, come ho spiegato. Ricette, tecniche e quanto altro non solo per chi mi legge ma anche per avere un foglio con tutto scritto per me.

Non prometto nulla, non so quando uscirà il prossimo perché come ho già detto sono un incoerente pazzesco anche in ciò che mi piace fare, però intendo dedicare un poco del mio tempo a questa mia passione che è la scrittura, anche se su uno strumento desueto come un blog, nella sua forma molto molto artigianale ed assolutamente non pubblicizzata.

Perché farlo allora? Come al solito, “perché no!?”.

È una giornata di primavera anticipata questa del 5 Marzo 2023. Una bella e calda giornata di primavera a Torino. Decido di vestirmi ed uscire di casa per mangiare qualcosa fuori e farmi una bella e lunga passeggiata, trattando la questione come se fosse un regalo perché ultimamente sono uscito poco di domenica a causa del brutto tempo fin qui avuto o per la mancanza cronica di cose da fare. È bello avere la scelta di poter uscire di casa, una cosa che davamo per scontata prima dell'arrivo del Covid.

Durante il mio giretto mi guardavo intorno e se sei di Porta Palazzo come me, o di zone accostabili ad essa come se ne trovano in ogni grande città, allora conosci fisicamente il degrado di un posto che chiami casa ma lo hai incorporato da tempo. Perciò non ho avuto nessun tipo di emozione nel trovare graffiti e vetrine venate a colpi di porfido nelle vie del mio quartiere. Sono cose che ho già visto e non ci posso fare davvero caso: come dire che mi posso accorgere di un piccolo cambiamento nel paesaggio ma solo perché mi viene fatto notare. Piuttosto però noto con piacere che il corteo anarchico di ieri è stato dirottato apposta verso questa zona che già ha problemi di suo, in modo da lasciare quasi intonse le vie dell'alta moda come Via Garibaldi dove i soldi girano più facilmente grazie al turismo.

Ecco la novità, il dettaglio che stavo per notare nel paesaggio: il turismo. Ma del disagio.

Perché se graffiti e vetrine non mi hanno dato un senso di novità, le persone che ho incrociato per la strada invece lo hanno fatto. Tutte facce nuove che camminavano avanti e indietro per queste vie che solitamente non sono trafficate se non durante i giorni del mercato, tutti pronti a scattare la foto alla vetrina o al graffito, assolutamente in prima linea per l'opinionismo. E le opinioni che ho sentito pronunciare da tante di queste persone sono roba tipo “dovrebbero manganellarli di più vedi come gli passa la voglia poi”, “altro che 41-bis ci vuole la pena di morte” e vari insulti di rito come companatico lanciati al nulla quasi 24 ore dopo l'accaduto perché ieri erano tutti a casa a guardare coraggiosamente la tv. Queste opinioni e foto poi andranno sui social, saranno condivise, saranno sparpagliate per l'internet come la proverbiale merda sul ventilatore e diventeranno un grido d'aiuto lanciato ad uno Stato che è sempre meno permissivo e sordo alle vere problematiche del cittadino che dice di voler salvaguardare. Uno Stato che pensa attivamente ma dice a mezza bocca che, come diceva Volonté in un suo vecchio film, “la repressione è il nostro vaccino”.

Questi turisti del disagio non si sono presi la briga di pensare un minimo di più a quanto stavano dicendo e a cosa stava succedendo intorno a loro perché erano troppo impegnati a formulare il solito pensiero di pancia, che negli ultimi 10 anni ha letteralmente prodotto dei mostri ed una politica ancora più malata. Voglio dire, io mi sarei fatto qualche domanda in più... come “ma se le FFO erano in assetto antisommossa, in gran numero ed avevano mezzi ruotati ed elicotteri allora come hanno potuto le 500 persone formanti il piccolo corteo di ieri creare tutto questo caos? Come mai invece quando ci sono cortei studenteschi da migliaia di ragazzini il manganello sventola facilmente?”.

Domande che potrebbero tranquillamente essere accompagnate da altre, come: – “Come mai Matteo Messina Denaro ha latitato per 30 anni e sapevano tutti dov'era ma l'hanno preso solo quest'anno, ad esattamente 650 metri di distanza dal Centro Operativo di Palermo della Direzione Investigativa Antimafia?“ – “Perché all'Istituto Tecnico di Piazza Armerina durante un'assemblea autorizzata per discutere ed informare sul tema della cannabis la polizia è entrata pretendendo di identificare rappresentanti d'istituto e presenti?“ – “Perché a Mestre la Polizia Locale si è presa la briga di fermare ed identificare gli organizzatori e partecipanti al banchetto di Marco Cappato sul tema a lui tanto caro dell'eutanasia?“ – “Perché quando gli ultras hanno bloccato l'autostrada A1 e fatto davvero guerriglia non ci sono stati arresti di eco nazionale, dure reprimende, ed addirittura il rilascio di uno degli indagati che già di base parte con una fedina penale lunga un chilometro?

...E tante altre domande che possono anche loro unirsi alla prima, e che continuano a farmi pensare che non siamo un Paese ma un meme. Perché non è possibile che a seconda dell'occasione le FFO riescono ad essere le migliori al mondo o le peggiori. Così come trovo assurdo che un pezzo di città venga fatto danneggiare a favore di telecamera per servire un nemico alla rabbia popolare e solo perché il tema immigrazione non è più di tendenza. Non è possibile che Cospito, con tutte le colpe che può avere, debba morire lentamente ed isolato al ritmo del tamburello dello Stato invece che come un essere umano con l'unica certezza che per qualcuno sarà un martire. Personalmente non sono contro il 41-bis se applicato ad un mafioso perché trattasi di una misura per costringere un qualcuno, spogliandolo dei diritti basilari, a cedere e tradire i propri compagni per guadagnare un minimo di libertà in più a discapito di un sistema clandestino che uccide, ma... Cospito chi dovrebbe tradire? E allora si tratta semplicemente di accanimento verso un gruppo eletto a nemico in mancanza di altre scuse per mascherare la propria incapacità.

Il corteo di ieri è stato mosso da gente che ha un ideale, per quanto condivisibile o meno, e che non ha avuto paura di mostrarlo apertamente a differenza di quanti oggi facevano commenti e foto, pronti a dire la loro ma solo se e quando conviene dietro il rassicurante schermo del cellulare. Le vetrine dei negozi, dei marchi presi di mira almeno, sono tutte assicurate. I suv da 50000 euro suppongo siano assicurati pure contro la sfiga e i meteoriti. Gli unici che ci hanno guadagnato insomma sono i vetrai ed il Governo, quello che avete scelto barattando i vostri diritti per avere più sicurezza contro... contro chi alla fine? Fino a ieri gli anarchici erano sei squattrinati ai bordi della società che si fumavano delle canne nei CSOA, mentre oggi sono considerati al pari di un'organizzazione terroristica che manco l'ISIS. Oggi sento tanto odio per strada verso un gruppo di persone che poco intelligentemente ha seguito un copione alla lettera, alimentando volontariamente una macchina del fango già puntata verso di loro.

Ma pazienza dai, il sole oggi splendeva e mi sono goduto comunque la mia passeggiata... quanti pensieri però. Anche perché proprio oggi ricorreva l'anniversario dell'arresto di Sole e Baleno, che nel 1998 si suicidarono nelle rispettive celle.

Hai presente quando ti capita una cosa talmente strana che non ci credi manco tu? Fammi partire prima dall'inizio con un breve riassunto della mia vita lavorativa che se no non ci capiamo:

Goldblum

Diplomato in grafica da istituto professionale del cazzo coi preti, nel 2008 un paio di amici mi hanno detto “hey vieni a smontare computer con noi?” e da lì è cominciata la mia vita da informatico. Certificato CISCO nel 2013 con 92/100 decido di tentare la fortuna in Polonia (a Bielsko), ci riesco pure ma purtroppo sono costretto a rientrare in Italia dopo 6 mesi per questioni personali. Trovo lavoro quasi subito sempre nell'IT, cambio solo un paio di aziende e nel 2018 mi stufo di dormire nelle sale server e ritento la fortuna in Portogallo (Lisbona), dove le cose mi sono andate piuttosto bene fino a che non è arrivata la quarantena che mi ha fatto letteralmente impazzire. Torno a Torino a Marzo 2021, mi metto a studiare da sviluppatore full-stack specializzato per un CRM in particolare, trovo lavoro, cambio azienda ed eccomi qui. Prendo un ottimo stipendio, coi colleghi non c'è male, lavoro in full remote da casa col cane di fianco (letteralmente, ha una poltrona tutta sua) e quando non ho una mazza da fare gioco a Star Citizen.

Nonostante tutto, oggi, se guardo indietro mi chiedo: ma non potevo andare a zappare l'orto?

Fatto sta, su LinkedIn mi contatta questa azienda di assicurazioni interessatissima al mio profilo. Mi propongono un colloquio conoscitivo mettendo sull'amo un vermicello con scritto “FULL REMOTE, RAL 35K E CONTRATTO INDETERMINATO”, io abbocco e ci mettiamo d'accordo. Per completezza decido di mandare il mio CV aggiornato, mi rispondono che

LinkedIn message

Quindi mi sembra che entrambe le parti siano già abbastanza in sintonia. Mi sbarbo dopo due mesi che la mia faccia non vede un rasoio, mi vesto a modino e monto la webcam in modo che non si veda tutta la mia camera ma solo il 50% ordinato (il restante è praticamente magazzino) e attendo.

Comincia il colloquio, dopo i convenevoli di rito si parte con “Allora, hai letto della nostra proposta?”.

Rispondo che rispecchio praticamente tutti i requisiti, tranne forse per un punto: per quel determinato CRM si richiede una esperienza di almeno 3 anni e confesso da subito che in realtà uso quel prodotto solo da un anno.

Ah allora abbiamo letto male. Ci risentiremo più avanti, grazie della disponibilità!” E chiudono.

Durata totale del colloquio: 6 minuti e 14 secondi.

Yeah

Non ci sono rimasto male, anzi, mi sono fatto una risata che non finiva più complice anche il fatto che comunque non sto cercando attivamente lavoro e sto con i proverbiali “piedi al caldo”. Però poi pensandoci meglio mi sono un attimo incazzato, non per la fatica del spendere 10 minuti per sbarbarmi e presentarmi in maniera umana ad una perfetta sconosciuta tramite webcam, e giuro che ero vestito, ma... cazzarola, sul serio? È la prima volta che mi succede una cosa del genere. E vedendo il riassunto della mia vita lavorativa lassù in cima a questo articolo verrebbe da dire che almeno un centinaio di colloqui nella mia vita li abbia fatti, sia in Italia che all'estero, e che io sia preparato anche all'evenienza più strana, ma questa breve [non so come definirla] supera tutti i colloqui più assurdi a cui abbia partecipato con un notevole distacco guadagnando la prima posizione sul podio!

E niente, volevo solo raccontarvi questo piccolo aneddoto che apre ufficialmente la mia rubrica “STORIA DI UN PROGRAMMATORE POCO GIOVANE”.

È ora di mettersi di nuovo la tuta da casa, lasciare che l'entropia riprenda possesso della mia camera e che il disordine mi inghiotta come piace a me, almeno fino al prossimo colloquio.

Blade Runner

Cosmic radiation

Si torna a scrivere. Dopo 4 anni. L'ultima volta ero a Lisbona che buttavo giù parole per l'articolo settimanale quando ad un certo punto mi chiama mio fratello dicendomi che c'è “una scatoletta nera nello sgabuzzino che manda un odore di circuiti bruciati”. La scatoletta nera era il serverino artigianale, un Intel Z83 mini con sopra Archlinux, che fungeva sia da piattaforma per il blog che da printerserver per la stampante che era così in grado di ricevere documenti anche dal tablet di mamma. 2000km mi separavano da quel coso maledetto e le alternative che conoscevo giravano su piattaforme proprietarie tipo Wordpress o Blogger, e proprio non mi andava di vedere la mia roba pubblicata col timbro di un colosso informatico che può decidere cosa farne dei miei dati e dei miei scritti senza darmi nulla in cambio. Il dominio, appositamente comprato e registrato, scadde poco dopo e così lasciai definitivamente il mondo dei bloggers conscio che i social avevano ormai vinto: nessuno buttava tempo nel leggere pensieri di sconosciuti più lunghi di uno status da 200 lettere, tutto doveva essere confezionato in maniera rapida e senza troppi giri di parole. I nuovi social erano veloci, tanto quanto il vento di estinzione che stava raggiungendo vecchi blog e forum lasciando dietro di sé pagine non più aggiornate e discorsi a metà.

balla di fieno

Con la noia diventai un avidissimo utente di Facebook. Mi teneva compagnia, era la mia porta sull'informazione ed un modo per tenermi in contatto con altre persone sparse in giro come me per l'Europa, ma soprattutto era una valvola di sfogo. Durante la pandemia di Covid-19 i discorsi e le litigate si sprecavano per tutta quella gente che come me doveva stare tappata in casa, la cui unica finestra sul mondo rimasta era internet coi suoi social. Le uniche persone con cui parlare erano pixel che formavano lettere ed avatar... Ancora non mi sembra vero di essere sopravvissuto a tutta quella clausura. Comunque sia si stava tutti allegramente sotto l'ombrello di Facebook che all'epoca ancora andava fortissimo fino a che non hanno dato un giro di vite di troppo all'algoritmo che, se prima dirigeva il traffico serenamente fra un buffo errore di valutazione e l'altro, adesso era peggio di un nazista: scrivevi una parolaccia? Blocco per 12 ore, puoi solo guardare gli altri E ZITTO. Hai postato una foto di tua nonna che fa la calzetta ma l'IA ha visto non si sa come un capezzolo nell'inquadratura? BAM, altro blocco di tot ore E SILENZIO. Stai facendo una discussione con una massa di capre portando dati verificati e verificabili? Le capre ti hanno segnalato in massa e noi ti blocchiamo, BECCATI 'STA DEMOCRAZIA. Questa in particolare è capitata a un mio amico, ma non voglio spiegarne il contesto. Insomma era diventato un gioco di maggioranze e del fare perennemente attenzione a cosa si postava anche se si trattava magari di roba innocentissima. Un bel giorno ci cascai pure io: ferragosto del 2021, ero pronto per farmi un viaggetto di una settimana in moto quando mi arriva una notifica: sono stato bannato. Non ricordo il motivo, ma sarà stato qualcosa legato a discussioni fatte con gli antivaccinisti, all'epoca troppo attivi e sulla cresta dell'onda. Non c'era modo di recuperare l'account visto che in quei giorni avevo cambiato numero di telefono ed il dannato sms col codice di sblocco arrivava sul vecchio ormai disattivato. A nulla serviva contattare l'assistenza, e poi per cosa? Qualche foto che comunque avevo anche su Google Drive? Presa la palla al balzo e la decisione, mi sono lasciato FB alle spalle senza mai voltarmi indietro. A chi all'epoca mi disse “eh si eh, c'è Zuckenberg che piange ora che non ci sei più tu” a tono di presa in giro rispondevo che “almeno non sono stato così ridicolo da crearmi un account di backup per lagnarmi di quanto è cattivo”.

Però sentivo comunque il bisogno di leggere una notizia o una discussione, gustarne i commenti e commentarla a mia volta... come fare?

twitter

Cominciai ad utilizzare Twitter avendo l'account registrato da anni ma inutilizzato, e sono durato una settimana scarsa. Per quanto sia una fonte di informazione efficientissima (è considerato il board principale dell'internet) è troppo veloce e troppo pieno di odio e bot per i miei gusti: avevo trovato qualcosa peggiore di Facebook e non era il caso di approfondire il discorso. Oltretutto un limite di 200 caratteri non faceva proprio per me, non puoi esprimere un concetto complesso con così poco spazio.

reddit

La risposta arrivò da Reddit, che considero il migliore fra i social ancora adesso. Ogni subreddit ha il suo argomento di riferimento, ogni utente riceve punti Karma a seconda di quanto i suoi commenti vengono votati positivamente (upvotati), una persona con tanto Karma è quindi considerata autorevole in quello che scrive. Un buon modo per tenere a bada i troll e i bot che invece ricevono solitamente downvotes, andando col Karma in negativo, in modo che l'utente medio possa riconoscerne “i meriti” a colpo d'occhio ed ignorarli. Senza accorgermene ero tornato nel mondo dei forum, anche se in una sua incarnazione decisamente più evoluta.

Proprio grazie a Reddit vengo a sapere della faccenda di Musk e Twitter... sviluppando pareri discordanti fra loro. Se da un lato sono contento quando viene bannato un complottista o un omofobo, dall'altro ritengo sbagliato che non possa esprimere la sua opinione e coprirsi di ridicolo. Se da sempre apprezzo Elon Musk per i suoi razzi ed altri progetti visionari, è anche vero che il magnate sudafricano si è fatto delle sparate talmente assurde in varie occasioni da essere catalogato definitivamente come un cretino con tanti soldi. 2 punti positivi e 2 negativi si annullano a vicenda, e così mi sono trovato d'accordo con la sua idea di riportare gentaglia come Trump sul social più utilizzato al mondo e sbloccare il ban a tutti: il potenziale memico era pressoché infinito, uno spettacolo offerto coi soldi suoi per giunta. È proprio grazie a queste decisioni che da una settimana Twitter sta vivendo una sua apocalisse personale, i bot scorrazzano senza controllo e la gente è tenuta a pagare 8$ per una spunta blu che confermi l'ufficialità del profilo, anche se questa è assolutamente inconsistente rispetto alla realtà. Tutta da ridere la notizia dell'account fake di una azienda farmaceutica che annuncia insulina gratis per tutti tramite tweet, facendo perdere punti in borsa alla reale azienda che per correre ai ripari usa lo stesso sistema di comunicazione per spiegare l'accaduto. Ma il danno è fatto, milioni di dollari sono andati in fumo, dipendenti verranno licenziati ed il disastro è manifesto a tutti. Il resto di internet sghignazza.

musk

Forse anche Zuckenberg, che dal canto suo ha bruciato cifre pazzesche dietro ad un Metaverso inutile, si è fatto una risata per coprire il fallimento di Facebook che ormai è una piattaforma per 50enni boccaloni mentre i giovani (e persino i politici!) si sono trasferiti su TikTok. E YouTube? Beh anche lui se la passa male. Sommerso dalla pubblicità sta finalmente conoscendo le ire della sua utenza, ma tanto le lamentele restano inascoltate e gli youtubers più prolifici devono affidarsi ad altri metodi per racimolare soldi, inserendo attivamente altra pubblicità all'interno dei loro video o facendo l'elemosina (non nel senso brutto del termine, intendiamoci) tramite Patreon e Ko-fi.

In tutta questa ammucchiata di colossi informatici guidati da ricchi bizzarri che giocano a Monopoly, fra una brutta figura ed un disservizio ci siamo noi utenti. Noi che troppe volte abbiamo cliccato su “Accetto Termini&Condizioni” lanciando i nostri dati personali e tutto quello che pubblichiamo su dei server da qualche parte nel mondo, senza sapere cosa effettivamente viene fatto di questi dati e perché. Sicuramente uno degli scopi è venderci qualcosa tramite la pubblicità, sempre più invasiva e mirata. Ma è il prezzo da pagare se vuoi restare sui social e connesso col mondo... oppure esiste una alternativa?

fediverse

È così che ho scoperto il FEDIVERSO. Una federazione di servizi senza scopo di lucro, basati su sistemi open source e con una idea di fondo etica e pratica: niente profilazione dei dati, privacy assicurata, nessuna pubblicità, nessuna corporazione che mette il timbro sui tuoi media, niente algoritmi, niente premium. Quello che fai non è in vendita. Nel Fediverso invece di avere tutto in un solo cesto trovi una soluzione decentralizzata: ogni server è autogestito senza dipendere da una rete unificata, ogni istanza ha le sue regole di convivenza, ogni utente ha aderito ad un preciso statuto. Per dirla più semplice, se vuoi un social basato sul tuo condominio ora puoi crearlo. Ti piace Twitter e la sua idea di microblogging? Esiste Mastodon, meno stressante della sua controparte corporativa con l'uccellino blu e senza pubblicità e bot. Quando scegli una istanza Mastodon è perché aderisci alle sue regole interne di etica e moderazione, quindi sai di essere fra amici. Adori mettere foto su Instagram? Eccoti PixelFed, una sorta di Instagram ma con licenza CreativeCommons. Vuol dire che le foto che pubblichi non appartengono ad un colosso informatico che può farne quello che vuole solo perché le hai caricate su un suo servizio, ma portano il tuo nome e chi le usa deve riconoscertene la creazione. Non male eh? Forse quello che può scoraggiare molti ad adottare la mia stessa voglia di approdare sul Fediverso è la certezza quasi matematica di non trovare (al momento) i propri amici sui social liberi, ma potrebbe essere solo questione di tempo. Se Musk, Zuckenberg ed altri ci stanno insegnando qualcosa è che i loro servizi sono senz'anima e senza scopo, se non quello di farli guadagnare ancora di più sfruttandoci.

Vedo in tutto ciò una grande occasione per Internet e chi lo popola. Magari a molti non interessa la propria privacy ed il perché viene tempestato da chiamate ed email a scopo pubblicitario (forse non dovevi permettere i cookies su quel certo sito?), ma per quanto mi riguarda mi sento a casa. Ho sempre bazzicato nel mondo di Linux e dell'Open Source, ritenendo il software una cosa talmente volatile da non poter essere marchiata da qualcuno solo perché ha i soldi per comprarne l'idea. E lo stesso vale per i miei dati, oggi più che mai importanti per il mio senso di libertà. Per questi motivi mi sono fidato anche di NoBlogo ed ho aperto questo spazio. Posso fidarmi. Posso pubblicare scritti senza temere un algoritmo che venda le mie idee o mi banni senza preavviso.

Sono tornato a scrivere alle mie condizioni, ed era anche ora.