norise

FELICE SERINO

POESIE

TRASPARENZE 2019- '20

1

GIOBBE

Signore liberami da questa gravezza della carne -ora mi pesano gli anni come macigni-

ascoltami – quando il sangue grida le ferite della luce

ed io come giunco mi piego in arida aria

2

MUSICA SACRA

mi attirarono le note dell'organo

il tempo si era fermato e fu come uscire fuori da me uno sconosciuto luogo di pace mi accolse

non era sogno o visione: quella musica sacra era divenuta parte di me del mio spirito

mentre mi avvolgeva una luce noetica in empatia con gli angeli e i morti

3

L'EGO 3

apri il giorno come una scatoletta -usa e getta

ti affidi alle vacuità dell'oroscopo la tua nonchalance dove ti porta il cul-de-sac che imbocchi ti si ritorce in un grido

ti dico svuotati abbandona l'io: fa' che confluisca nell'immenso mare del noi dov' è condivisione

ché svii da quelle insidie dell' abbraccio mortale

la vita ti sia una colomba che si posi sulla mano

4

NECROSI

cos' è che ti cresce? fa senso vedere – cellule morte si autoespellono attraverso il dito in sudorazione

porti con te questa escrescenza pendula a mo' di piccola cresta o mini-veliero se ci lavori di fantasia

infine la bruciatura e te ne liberi

al limite -pensi- eliminare le impurità è forse aspirare all'angelo

5

L'AMORE CHE SAPPIAMO

l'amore dal volto della Bellezza quello che avvicina all'assoluto

non è di qui

l'amore che sappiamo quello che ci lascia un cangiare di nuvole ad adombrare aride spiagge

ci assalirà con un vuoto ad ogni sospiro

dolore d' una perdita dall' origine del mondo

6

IN QUESTO GIORNO STORDITO DI LUCE

in questo giorno stordito di luce il mio lavoro incessante di sole

per gli ultimi i senza voce i perseguitati che Lorca cantava

per i bambini scandalizzati dal prelato

-meglio per lui dice il Vangelo legarsi una pietra al collo

il mio è questo grido che rilancio contro le sbarre dell' indifferenza e la viltà di chi trama nel buio di una notte di pietra

di chi gira sul proprio asse ombra che sanguina nel vento

di chi segue la pista del sangue e ha il passo pesante sopra la tenerezza

canto per la dignità dell'uomo che fa della sua insopprimibile libertà ali di luce

a lambire le fonti del sogno

7

DELL'IMMAGINARIO (DEL SOGNO)

li vedevo salire dal mare dal grande mare aperto i miei morti che dispensavano sorrisi

era esplicito il loro invito lo si leggeva negli occhi forti di luce

ma una vocina dal di dentro mi diceva che non era giunto il tempo

8

BOCCHE DI CHITARRE

alla sua morte per fucilazione anche le chitarre emisero lamenti - a un ordine dei generali dalle loro bocche uscirono insetti bibliofagi a divorare pagine e pagine di versi sparsi per il mondo

ma lo spirito del popolo è vivo la memoria è vasta come il mare - venne ricomposto il poema insanguinato fino all'ultimo rigo-respiro

si può uccidere un poeta non la poesia

(Federico Garcia Lorca, 1898 – 1936)

9

IL CASO E' QUEL PER CENTO

tutto è convenzione e il caso è quel per cento che fa il destino

se ci troviamo nel posto giusto al momento giusto -o al contrario- è quella sincronicità indimostrabile

che fa ruotare i mondi e noi non siamo che mistero a noi stessi

piccoli astri

Sincronicità: concetto di Carl Gustav Jung, 1875-1961

10

TRA LA BESTIA E L'ANGELO

tra la bestia e l' angelo corda tesa sull' abisso

nel divario della mente dove destrieri scalpitano inesausti bivaccano i tuoi fantasmi

o si mimetizzano tra la fantasiosa tappezzeria dei divani

semmai si annoiassero sai dove trovarli: a giocare ore e ore con le nuvole

tenendo al guinzaglio i sogni

11

LE IMPRONTE CHE HAI LASCIATO

fermatosi il giro del tuo sangue non avrai più nome né voce

le impronte che hai lasciato?

impigliati ai rami fra cirri e nembi

l'essenza dei tuoi versi sparsi i ricordi i sogni gli io che fosti

forse dal fondo dello specchio riaffioreranno

-in una luce ferita- quelle immagini a un moto del cuore

12

IN QUESTO MOMENTO SOSPESO

il guanciale intriso di sogni tu languida ti volti per un bacio come calamite i corpi si attraggono lenta c' inonda la luce dell' alba

sembra quasi che la pineta affacciata sul mare ora entri nella nostra camera -noi rami in un ricambio di foglie-

anche in questo momento sospeso si può sentire un assaggio d' eterno

13

NEI CIELI DELL'INCONOSCIBILE

e in quel momento ora x è solo un restituire consegnare le ferite alla terra la luce degli occhi al cielo

e farsi plurale

ponti di luce nella Mente espansa a invadere e aprire varchi

dove ali di un già presentito sogno -aperte per il volo-

si librano nei cieli dell'inconoscibile

14

PICCOLI MONDI

essere in sintonia -cuore e mente- con l'universo

come nel sogno abbandonato il corpo -noi piccoli mondi nell'alto mare aperto:

ulissidi a lambire terre dell'inconoscibile

nella pienezza dei sensi

15

LA POESIA CHE CI SALVA

la poesia è la bellezza che ci salva da questo stare inadeguati nel mondo

vedi con la poesia non si scherza (a parte palazzeschi e qualche altro) essa vuole nascere dal sangue macerarsi nel profondo fino a mettere ali

non lo crederai ma i fonemi aspettano solo d' essere chiamati

la costruzione va da sé dev' essere armonica come un diapason col traboccare delle emozioni

16

NUGOLI D'ANIME

riposano i corpi mentre la notte ha tra le braccia nugoli d' anime rivolte verso la stessa fonte di luce

ondivaghe fuori dal guscio esse aleggiano insinuandosi nei meandri del sogno si trovano a percorrere corridoi interminabili

o tra vertigini di spazi a capriolare si trovano in ambienti familiari rivivono déjà-vu

17

RINASCERE NEGLI OCCHI

all'inizio nel tempo primigenio il primo stupore in un volo

ai piedi dell'angelo sarà poi precipizio della luce

ma si resta nella memoria della rosa che vuole rinascere negli occhi

18

A GUIDARTI LA MANO

vedi un gabbiano planare – tu assiso s’ uno scoglio nella calura di luglio qualche verso abbozzi

sarà tautologico ma è quanto ti sale da dentro:

“siamo di terra ma lo sguardo dice la celeste origine – la sua luce dove l’anima dimora”

è aspirazione alla bellezza a guidarti la mano: non con inchiostro ma col sangue scrivi

19

A PRESCINDERE

questo uscire rientrare nell’alveo celeste è racchiuso in un tempo rallentato un lampo nel cuore dell’ universo

t’ è stato messo nel cuore il senso dell’eterno – a prescindere

ogni giorno ti riscopri vivo come il seme

20

AL PARCO 2

gli prepari il posto a tavola come quando era in vita lo senti vicino gli parli in sussurri e con dolcezza

son passati tre anni da quando lo portavi in carrozzina al parco -nell’incipiente primavera gli alberi mettevano folte chiome- e ogni tanto ti fermavi per asciugargli un filo di bava pendente

ricordi le sue parole: chi non si dona mangia se stesso

21

ALBA

nella luce che sale generosa sei come musa che l’abbrivio dà col primo verso

-aria di vetro – parola sospesa

come andare in mare aperto

sogno o stato di grazia

22

ALLE PORTE DEL MARE

cicatrici di luna il rosso grido delle estati lunghe sulla pelle quando liberavi le ansie inchiodate alle porte del mare di sandokan emulando nelle ore di canicola le scorribande a perdifiato pei vicoli cerbottane e bandane prestandosi al magico rituale con vele e bandiere panni stesi nell’accecante sole

23

ANCHE TU A PRECEDERMI 2

un salto a volo d’angelo a superarti nella luce

una luna assonnata ti sovrasta – ammiccano stelle

anche tu a precedermi -amico di penna- sulla via dell’Inconoscibile – uscito sei dal cerchio d’ombra

dal quadrante dove batte l’ora del mondo

24

ANDANTE

dopo l’ultima pioggerellina i saltabeccanti passeri muovono una piccola danza sul mio davanzale

troveranno le briciole della mia colazione

m’immagino in sottofondo un andante di vivaldi

e nello sdilinquire del cuore mi si apre il cielo

25

ANELITI D'INFINITO

è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce

ti dai d’amore in aneliti d’infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi

26

ANTINOMIA LA MORTE 2

rinfranca il pensiero d’essere immortale -e già dalla ferita della creazione lo sei-

la morte ti cerca? uscito dal guscio tu sarai altro

l’anima libera sarà dai lacci lo spazio mentale onde di luce e amore

niente d’ imprevisto se la morte non ti sorprenda più della vita

27

ASSONANZE 2

aureolato di fumo vaga il pensiero nei meandri del sogno

s’aggriccia il foglio sotto l’impulso della penna in cerca della giusta assonanza o d’una metafora felice

in enfasi il cuore s’abbevera alla fonte generosa della musa

28

BREVE IL TEMPO

ti ricorderanno un giorno?

ti sorprendi a evocare oggi i tuoi fantasmi

altro tempo

età dell’oro quando il sangue sparpagliato nella luce semidio ti levavi come in volo

ora ingrigisce il giorno

chi a ricordarti?

29

CIELI CAPOVOLTI

nel cavo del grido deflagra rombo di tuono e scalpitano nella testa destrieri impazziti

egli non vede più il corpo della madre solo cieli capovolti e

accovacciato in un angolo della parete che separa vita da vita

trascorre le ore vuote suonando l’ocarina

30

COME INVISIBILE RADICE

ricordi ventenne o giù di lì: pane amaro i primi timidi tentativi ti vedi chino su fogli e fogli fitti i pindarici voli le cadute

come invisibile radice quel virgulto negli anni ha preso vita e sangue

31

COME NELLA PRIMA LUCE

si è legati al cordone del sogno quello viscerale – che ci vede come nella prima luce

destare in noi l’angelo svogliato – lasciare si schiuda il fiore dell’anelito

in un canto – che abbracci la sacralità della vita

32

CONTROSENSO

no non ha senso questo tempo frantumato fra le dita -c’inseguono le lancette di kronos

i bambini giocano all’ikea e non nei prati i genitori hanno tempo solo per loro

cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza soffocato dalla plastica? che questo è il peggiore dei mondi possibili?

33

COSA DICE IL CUORE

fu il caso o il destino a farli incontrare all’uscita del discount sotto l’ombrello

lei la sua verve lui il suo magnetismo prima che se ne avvedessero erano finiti a letto

quanto durò la storia se storia fu? dalla sera alla mattina – un lampo

cosa dice il cuore dove ti porta non lo sai spiegare

34

COS'E' LA POESIA

la poesia è indefinibile fa tremare i polsi è l’abbraccio di un albero il sorriso di un bambino

la poesia nasce dal sangue e ha dimora celeste

quando si partorisce una poesia ti si aprono i cieli

poesia è dove l’angelo perde una piuma

35

CRUNA DI LUCE

come quel file danneggiato che non si riesce a eliminare: diciamo un po’ simile lo stato d’ animo di chi non si sente realizzato ed è la sua anima un buco nell’immenso

ti sarà capitato un file corrotto: ti sta sui cosiddetti ed è come la vita che gira in tondo -i suoi ingranaggi che non combinano

-ma dopotutto un file è un file -dici

quel suo bel titolo ‘cruna di luce’ “chiave” non ha e nemmeno il cammello ci può passare

36

C'E' DEL BUONO

sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena

si riveste ad ogni ciclo la natura – ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona

37

DA CHE SEI NELL'OLTRE

corpo -dicevi- di esperienze ricettacolo?

smesso che hai quell’abito -soma- il tuo Sé manifesti che attraversi i mondi

da che sei nell’ Oltre rinato come a primavera l’albero nudo

38

DA UN IMPERSCRUTABILE SENTIRE

ti attraversano come una luce sottile: sono sempre con te i tuoi morti mai andati svaniti -ci crederai?-

saldano le tue radici “vivendo” con te ancora: ubiqui e onnipresenti

da un imperscrutabile sentire puoi percepirne al tuo fianco la presenza

sono essi a suggerirti in un soffio semmai ti giunga una ispirazione

sostano dentro gli specchi

si fanno tuoi consiglieri quando non sai deciderti sul colore di un maglione da indossare

allucinate presenze ti accompagnano in quel mondo parallelo ch’è la regione del sogno

39

DAL MIO POSTO PROTETTO

mi “nascondo” nel corpo

da me emergono alfabeti afflati enunciate sillabe

mentre questo che mi contiene ha un piede nella morte

dal mio posto protetto complice una luna che m’ispira mando messaggi di luce

a volte me li suggerisce un angelo

40

DAL SUO SANGUE SI LEVA ALTO

(ad Aung San Suu Kyi)

non violentate più la primavera del suo giovane sangue non pugnalate la colomba del suo cuore aperto alla compassione

non schernite più la disarmante verità che proclama aizzandole contro i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto il grido di fierezza all’ unisono con l’ oppresso popolo

.

[Sul finire degli anni ‘80, Aung San Suu Kyi fonda la Lega Nazionale della Democrazia. Il regime birmano la condanna agli arresti domiciliari per 5 anni, poi per altri 15, e infine a 3 anni di lavori forzati, prima di essere liberata definitivamente. Viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.]

41

DALL'IMMAGINE SPEZZATA

risalendo dall’immagine spezzata fino all’ultima ferita in un sol grido rivivono squarci d’identità che furono te

li inghiottirà una fuga di luci bava di ragno a tesser latitanze

42

DEGLI ABUSI

strillai come un aquilotto di lacrime inondai il banco:

sollevato da terra per le orecchie dalla capa ‘e pezza Angela (spero oggi un angelo)

per aver iniziato il quaderno di bella con un grossolano errore

-abusi oggi come ieri solo che un tempo erano “sommersi”

.

(capa ‘e pezza: in gergo la suora; Angela, nome fantasia) [il grave errore consisteva nell’aver scritto “geofrafia” invece di “geografia”.]

43

DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive

vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano

44

DI LUCE L'ABBAGLIO

colma la bocca di luce l’abbaglio della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell’aria

45

DI PALPITI DI LUCE

bianca colomba si posa su creste di pensieri

invertigina l’essere tra fluttuanti sillabe in un capriolare di palpiti di luce

46

DI QUA DEL VELO 2

(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza)

di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno

nella palpebra del sole un embolo d’ombra dimora che insanguina il vento

47

DI SGUARDI E' IL SOGNO

di sguardi è il sogno o polvere della creazione noi polvere del sogno noi sogno di Dio

tra intermittenze di fòsfeni veleggia l’ “occhio” per inesplorati lidi

48

DOVE L'ANGELO 3

ti dici quale angelo – quello delle favole? mentre nel cuore ti alberga il grido stridulo del risentimento

-nell’ordine cosmico è il boomerang che non vedi

dov’è l’angelo ti dici semmai salga dal fondo di te a illuminarti?

vieppiù continui a respingere mani tese in un cielo bianco di silenzi

49

D'UN SOGNO

casa sul mare dove vidi la luce sulla porta un ritaglio di cielo a visitarmi i miei morti venuti sembra dal mare sorridermi mentre mi vedono con naturalezza librarmi falena contro il soffitto

50

EMARGINATO

quest’uomo: tristezza d’albero nudo avanzo di vita aperta ferita

-occhi scavati che perdono pezzi di cielo

quest’uomo puntato a dito quest’uomo fatto torcia

per gioco

51

ENERGIA COSMICA

(a Stephen Hawking, in memoria)

ci partorì un oceano di energia noi minuscoli granelli finita infinità

dai buchi neri insondabili forse nuovi mondi nascono – inarrivabili

soli non siamo in questa vertiginosa vastità

in infiniti cerchi spaziamo

[finita infinità: da un verso di Emily Dickinson]

52

FASE REM

aprono il mondo della mente facendosi presenze i dolci animali d’acqua e cielo

nel vortice di luce ti si rapprende negli occhi il volo e l’argenteo guizzo

appena desto -assimilando ancora frammenti di visioni- chiederai all’onda all’uccello al vento

la chiave l’origine che dall’apparire traspare

53

FONEMI

nella bocca della notte -la luna sopra il petto- il letto è un mare dove sillabe perdono sangue

“e il naufragar” non è che di parole- carne slabbrati fonèmi

a far piovere nelle tasche del cuore

54

HIKIKOMORI

un vivere a ritroso le spalle all’oriente dove cresce la luce vuoto delle braccia vite separate tra l’ombra e l’anima

.

Hikikomori: in Giappone sono oltre un milione. E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

55

IL BUIO DEGLI ANNI

(a tutte le vittime per la giustizia)

negli occhi delle primavere violentate il buio degli anni di piombo la pioggia di sangue

la vostra morte luminosa

il sangue delle vostre primavere di là dal buio dell’ora ecco levarsi alto come un urlo al centro della storia

FELICE SERINO

POESIE

DELL'INDICIBILE 2019

1

SINCRONISMO

[ispirandomi a Jung]

quando dici nel posto giusto al momento giusto -o sbagliato se vuoi- e ti chiedi cos' era a spingerti: fatalismo o un sincronismo d' eventi

certo
non potevi non passare da lì in quel preciso istante -prestabilito?-

dove ad incrociarti era il tuo alterego

2

A NUOVA PRIMAVERA

[la carenza dell'ispirazione]

sono quello spazio che ti dice bagnami del tuo humus come una terra abbandonata

che implora di ridonarmi luce nutrirmi coi fonèmi che conosci

farmi sentire vento che sulle ali conduca alfabeti come una preghiera

ah rimpiango quel sillabare di palpiti di soli che ora in sogni monocromatici mi appare irraggiungibile

implora quel vuoto spazio che sono di farmi rinascere a nuova primavera

3

LA TENTAZIONE

immagina quanto debbano sembrare infiniti gl' istanti della carne che urla

quando in due è diviso l'essere

entrerebbe in te un mare sul cui fondo ti avviluppano tanti tentacoli

se bastassero le braccia incorporee della mente

a liberartene

4

NOI OMBRE STAMPATE

album – libro bianco di noi ombre stampate

vi è sospeso il rosso grido del fiore che anela aprirsi

fiore della nostra essenza sdoppiata nel tempo piegato su quello specchio di tenebra

di figure estinte

5

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi rivolto a quelli che lo inchioderanno anche per voi che ancora nei secoli mi schiaffeggiate sputate negando la vita buttandola tra i rifiuti aizzando popolo contro popolo sotto tutte le latitudini salgo sulla croce anche per voi che mi sprecate nelle icone per voi nuovi erodi/eredi della svastica che insanguinate la luce delle stelle oscurando la Notte della mia nascita anche per voi potenti della terra razza di serpenti che non sopportate di sentirmi nominare dal mio costato squarciato fiumi di sangue tracciano il cammino della storia la mia Passione è un solo grande urlo muto di milioni di bocche imploranti dinanzi al vostro immenso Spreco con cui avete eretto babeli di lussuria come cultura di morte

VENTO SALINO

[ispirandomi a “Febo, cane metafisico” di Curzio Malaparte.]

alla mia cagnetta piace inalare il vento salino

quando sulla battigia la lascio libera e lei va veloce come una saetta

poi arresta la corsa e naso all'insù -lo sguardo un punto interrogativo-

scruta un cielo carico di nubi

forse ci vede figure strane – forse animali

come succede a noi umani

7

L'ALBERO INTAGLIATO

il bosco brulica di vita - primavera l'albero intagliato

lo abbraccia la luce – pende dal ramo il sapore di un addio il suo palpitante sanguinare

come la ferita di un tronco fulminato

8

DI FIAMMEGGIANTI PALPITI

(ad Alda Merini)

di fiammeggianti palpiti dicevi garbata e a un tempo sanguigna

cantando lo spazio dell'anima

dei voli asimmetrici e di amori tuoi devastati

cantavi

mentre ti fuggiva dagli occhi la vita

d'albe di sogno la luce vedevi salire ai Navigli

e senza remore nudo esponevi del tuo sangue il fiore martoriato

9

DA UNA PARABOLA

una terra “dove scorrono latte e miele”?

breve il tempo – vedi è già sera

prostrato dinanzi alla Sua splendenza di “roccia spirituale”

la voce odi che disarma:

“dammi il tuo cuore”

10

ABBRIVIDISCE UN CIELO

un cielo abbrividisce bianco di silenzi

guarda Signore come mosche annegano i tuoi figli – un mare di cadaveri

niente più scuote sorprende -agonia del mondo

quando finirà: ancora e ancora speculano sulla pelle dei miserabili gli scafisti trafficanti di morte

11

FEBBRE AZZURRA

del senso del bene che ti prende per mano o del sentire indicibile suggerito dall'angelo che non vedi

febbre azzurra di quell'agitarsi nel sangue della musa o dell'infinito spazio della mente aperta al sogno

quando chiami i morti la cui empatia ti dona uno stato di grazia che oltre il giorno perdura

12

NO MAN'S LAND 2

l'incognita dell'ora – sempre a metà strada noi che siamo terra di nessuno:

il fratello oscuro che s'agita nel sangue

a mimare il dolore del cosmo

penetrati da tutto il freddo del mondo - immersi nel mistero di noi

13

CHI TI CREDI

(contro la prepotenza e la superbia)

usi il plurale maiestatis ma chi ti credi aureolato tu di vacue onorificenze che col lupo segui la pista del sangue

nightmare per te se ti fronteggiasse un davide

ad abbattere con fionda quel tuo trono di tracotanza

anche le pietre canterebbero – sì!

14

L'AFFRONTO

oltre l'età dell'oro o della incoscienza sbattiamo la faccia contro la notte

il primo impatto forse quando ci si isola perché ci hanno gratuitamente derisi

e non sappiamo quali “affronti” o spine o ferite tenga in serbo la vita per noi

sotto un mutevole cielo

15

IMMAGINI PASSEGGERE

la composizione dell'apparire di cui è fatto il mondo – maya se vuoi o fuoco dipinto

in questo vortice d'ombre noi siamo a noi stessi estranei: forse polvere di stelle o solo immagini passeggere

specchiate in un vacuo sogno

[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]

16

LA LUNA NEL BICCHIERE

al quartiere della movida addentano luccichii bevono la luna nel bicchiere

dopo l'alto livello dei decibel un silenzio striscia lungo i muri tra vertigini di ebbrezza

chi saprà decifrarli i respiri spezzati dove la parola impastata annega

e nel cuore incenerisce la carezza di un dio

17

LE PAROLE LEGGERE

come pensate vogliono subito uscire nell'aria posarsi sulla pagina-lenzuolo sotto tante lampade

vite in fieri chiamano legami

fan ressa una scrematura è tuttavia pressante

si cercano nel sangue in epifanie di luce

18

MESSAGGERI

se li richiamiamo alla memoria o solo diciamo il loro nome

ci rassicurano coi loro impercettibili sussurri

per dire eccoci

messaggeri incorporei aleggiano su altri mondi – recepiscono

echi di tante entità - vogliono dirci: “non siete soli”

19

GLI SPONSALI

(impressioni da un matrimonio)

banchetto luculliano e la musica a palla il sorriso ebete da “bicchiere di troppo” lo spellarsi delle mani il bacio casto la lacrimuccia e

prima che il tempo li sciupi l'indomani i fiori andranno ad onorare i cari familiari passati a miglior vita

20

SEI L'ATTESA E LA FERITA

Dio ti sognò e fece del tuo sangue una cattedrale sede del co-creare

sei l'attesa e la ferita -da te così distante

fatto di abissi capovolti e frammenti di memoria – cavalchi il dorso del mare

dove un'itaca chiami senza voce

21

LE PAROLE

le parole giacciono avvolte in sudari toccate dalle mani dei morti

neo-nate le scrive il mattino sulle ali del vento

concepita dalla notte-madre sanguina luce quella che credevi smarrita

22

ED E' UN PRESENTIRE

siamo buchi neri affamati di cielo

ed è un presentire come una mano sulla spalla il doppio celeste che chiama dall' intime fibre

estrae dalle viscere la memoria e la custodisce nell' akasha

attende il ricongiungersi nell' abbraccio cosmico

23

COME ONDE DI LUCE

il già e il non ancora la prima venuta e la seconda

quando i cieli si apriranno e

come onde di luce o purezza d' angeli

schiuderà la parusia atomi di verità

24

I POETI

i poeti “maledetti” vanno via presto neanche il tempo di assaporare la gloria -gira nella testa un celebre verso di Bellezza o di Rimbaud-

vogliono mostrarci il passo d'addio affacciati a un cielo carico di futuro

25

SOSTA

ricalchi i miei sentieri riflettendoti in ogni mio pensiero angelo che da me sei invocato da che ti so nell'oltre

tanto somigli -uno stravedere?– a quello della volta che da bambino in estasi guardavo naso all'insù per ore

oggi -pesano gli anni e aspetto il ritorno al grembo- mi crogiolo s'una pietra ancora calda di sole

nel giorno che declina

26

LA SPINA E LA ROSA

sin dalle acque creaturali prerogative del cuore la spina e la rosa

emersi da naufragi-di-sangue siamo fioriti dagli occhi – prima di trasmutarci nell'aria

la luce una velata “ferita” rosa che s'asconde

27

FANTASIA 6

che se mi chiedessero ti piace la vita da clochard in un certo senso approverei: non fosse altro che per sentirsi libero come un uccello senza il burocratico cappio

(ma vedere un poveraccio morto all'addiaccio sì che ti stringerebbe il cuore)

i vivi mangiano i vivi e i morti sono concime per la terra

un giorno mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino all'altezza del mio cuore rinsecchito e nero

28

IN UN DOVE RIFLESSO

(dedicata alla donna)

affido alla pagina questo grido inchiodato

te lo vedo in un dove riflesso

materializzarsi nel braccio a inane difesa dai colpi ciechi del vile

affido alla penna il raccapriccio per la rosa di sangue che si espande

in questi tempi oscuri

29

LA FORMA DELL'ACQUA

il nostro sangue si confonde con l'indaco dove il volo d' una rondine s' eclissa dietro una nube

camminiamo con i piedi nella morte -chi più cosciente chi meno- siamo

senza bandiera terra di nessuno -la forma dell'acqua è quella che la contiene

30

D' ISPIRATA LUCE

le ali azzurre della fantasia sono vele ora e ti vedi odisseo a solcare i grandi mari lambire inesplorate terre le vergini terre del sogno dove s'imbeve il nascere d' ispirata luce

preludio alla bellezza

31

LIBRO SACRO

la riga nera balza dalla pagina è cuore sanguinante soffio dello Spirito che accoglie

è la piaga del costato delle mani trapassate dai chiodi

produrrà i suoi frutti non sarà polvere nel vento la Parola fatta pane

32

GLI ALBERI DANNO UDIENZA

il noi è scalzato dall'io l'altro neanche più lo si calcola la sacralità della vita è una favola

le nostre menti che per secoli d'arte e bellezza hanno gettato al di sopra della notte ponti di luce

ora annaspano in un vortice mortale

palpita la terra tradita gli alberi danno udienza agli gnomi

33

VITA ZINGARA

ama passare interi pomeriggi appollaiato sull'albero preferito con la frescura delle foglie dove nella pace gli nascono poesie o si diletta a contemplare per ore la lunga teoria di formiche amiche che sanno dell'aria e del sole non del peso della vita

un' idea sarebbe trasferire nei suoi versi insieme all'asimmetrico avanzare l' istinto conservativo nel loro ben ordinato universo nonché la frequenza dell'atto sessuale di cui si dovrà documentare

quest' uomo ama la vita zingara senza cappi gli mancano solo un paio d' ali

34

GEOMETRIE INGANNEVOLI

(della tentazione)

giorni si dipanano in geometrie ingannevoli

il maligno si cela tra le pieghe – tu percorri lo scintillante sentiero dove l'esistere s' imbeve delle radici della luce

lui è lì a spiare mentre inconscio ti pieghi nello specchio

35

APPARENZE

qui di noi solo apparenze -ridimensionati siamo -acqua e memoria un sogno di volti

delle nostre ali -dalla nascita- abbiamo perso ogni tanto una piuma

e la chiave del cuore -ahinoi- dimenticata in soffitta tra arnesi fuori uso mangiati dalla ruggine

36

RILEGGENDO

rileggendo capita mi sorprenda la mia penna

sangue o inchiostro? -quando le scrissi le parole

pareva aleggiassero guidate da una mano d'angelo

o emergeva dal sogno il loro criptato alfabeto

così dai fonèmi
ero portato al guinzaglio

37

IN DIVENIRE

vorresti levitasse l'anima in cerchi espansi nell'etere mentre rappresi restano negli occhi pezzi di cielo

cadono voci come in frantumi di cristalli

su mari aperti -vedi- si scrive la vita picara

38

COME CAMMELLO

come cammello da cruna o porta stretta passerà di là il sangue genuflesso l' Eccelso adorando ?

esulteranno allora le tue ossa ?

chi a dirti di capovolti cieli -rovescio dell' apparire- se non l'angelo inavvertito ignorato nei giorni grassi

39

IL CUORE DELLA LUCE

(Monna Lisa)

più che lo sguardo in sé lo avviluppa il cuore della luce entrando nel quadro

quella luce enigmatica che lo seduce come musica lieve sottofondo di un oltretempo

a saziare il suo cielo

un mare aperto in quegli occhi d'inesprimibile incanto

40

CAINO

hai levato il braccio e hai capovolto i cieli

dai recessi del sangue rimonta la melopea selvaggia

hai sul collo il fiato di colui che abomina la Croce

e ti trascina nel vortice osceno

41

SEMBIANZE

aiuta la vecchia foto seppia se non ti venisse in sogno lei: si perdono i precisi contorni non di rado nel labirinto interiore

ah ricreare di palpiti un vago sentire nel tempo caduco che mastica sembianze e ricordi

come quando nell' immobile luce su un' altalena si dondolava la vita

42

SCATOLE NERE

scatole nere nel cuore sepolte

hanno banchettato i pesci nel ventre del relitto ignari che la storia del mare abbia un sangue e una voce

sul fondale il salone è un acquario dove sullo specchio piace immaginare -resistita al tempo- una scritta buffa col rossetto -ma jolie-

la coda dell' occhio ha impresso un ovale di donna ottocentesca

43

PALPEBRA DEL CIELO

(estiva)

giocare con le nuvole raffiguranti capre o cavalli

confondersi queste con i pensieri allucinati di uno stato ipnagogico

lungo il nastro autostradale

per te l'estate si è chiusa con un forte temporale agli scorci di luglio con ombrelloni divelti e fuggi fuggi

a chi dirai non ci sono più stagioni – sì che ammicca una palpebra del cielo

44

BARBARIE

vedi passarti l' esistere – vivi il fuori del tuo dentro – ti appare “un sogno la vita”? -e il dolore quello

del corpo crocifisso o lacerato da cavalli in direzioni opposte? ti fai

un film entri in un' era di barbarie

tuttavia la nostra a quella -ahinoi!– s' ispira

(Pedro Calderòn de la Barca – 1600-1681 – “La vida es sueño”)

45

IN UN DOVE

in un dove che non sappiamo dicono c' è festa perenne il vino giammai manca è il sangue della fratellanza

in un oltre che non conosciamo il leone giacerà con l'agnello noi abbracceremo senza braccia chi ci aggrada in una cosmica kermesse dove non vi sono cuori ostili

46

APEIRON

la luce-energia fatta densa nella materia si oscura

di che siamo fatti dunque? energia del cosmo stretta a imbuto in un tempo rallentato?

forse

corpi-in-prestito che si leveranno dal letto di tenebra

per sfociare in un altro mare?

47

LA VERGINE 2

la bellezza che ti colse rosa d'amore t'imporporava il viso di fanciulla

era il fiat la bellezza fatta persona

ala d'angelo a custodirti non ti preservò dalle brutture del mondo

Mater dolorosa pie(a)gata eri ai piedi della croce

48

POESIA E'

la poesia è traduzione da una lingua sconosciuta

è dall' Origine - dal Verbo

è lettere storte sull'acqua

poesia è del vento e della foglia

è il cuore delle stelle o la musica della pioggia sulle tegole

la fiamma che arde della nostalgia di Dio

49

SI LEVAVA ALTO NELLA LUCE

(a Pablo Neruda)

sia il tuo verso la ferita a farsi nuova voce – lettera di fuoco – j'accuse

(nella terra di sangue e d' amore si levava alto nella luce il tuo Canto generale

a cui facevano coro i morti ammazzati)

50

DA QUEL DOVE CHE T'HA ACCOLTO

(certe volte sembrava che un punto ci attraesse oltre le nuvole – o almeno così era per me)

e dunque anche tu adesso mi precedi varcando il mistero con la valigia di sogni

non mi aspetto un fischio da quel dove che t' ha accolto

-per te sempre estraniante a ragione: essendo noi mortali

51

CANTO DI SIRENE

la normalità non esiste: la vita è una continua sorpresa in luce-ombra navigante nel sangue

saltate le coordinate -farfalle di fumo- niente

di più facile che canto di sirene svii dallo scavo del profondo ove il Sé

si manifesti

52

VERRA' IL TEMPO

c' è tempo e tempo quello della gioia quello del dolore la vita ti ha insegnato a piangere

non puoi chiedere di essere liberato se è stabilito che il cornuto ti debba stare dappresso con la tagliente sua lingua biforcuta

verrà il tempo -oltre il tuo lento morire- a rimarginare le ferite della luce

ora nello specchio vedi agitarsi le ombre dei tanti io vissuti

i tuoi errori

53

LEVARSI IN FIORE

(la crisalide si posa sulle dita dell'alba)

muore l'animale resta l'entità dell' origine

Mente infinita espansa inondata di luce

ed ecco l'anima levarsi in fiore

54

CORTEGGERO' LA BELLEZZA

trasvolerò mari d'aria tra galassie interstellari stanco di questo mondo ipocrita

troverò assegnato un posto secondo i meriti dove abiterò per sempre

lì corteggerò la bellezza presentita mai conosciuta sulla terra

55

LA PAROLA CHE SANGUINA

colgo la parola che sanguina:

scrivo la vita che si alterna tra naufragi e benedizioni

ulisside impenitente rammendo le mie vele reduce da viaggi psichici

ho dimestichezza con la morte con la stessa naturalezza del mio sapermi eterno

FELICE SERINO

POESIE

TRASMIGRA IL GIORNO 2

43

SOGNAI ATLANTIDE

vaghi e ondosi pensieri risucchiati in nero gorgo si fecero sogno-incubo e il sangue gridò sugli orizzonti perduti mentre la mostruosa mano dell'oceano ghermì in un baleno intere terre sommergendole e l'antica città sparì

solo un gabbiano planato sulla bianca cresta laggiù sembrava farmi il verso

44

CON GLI OCCHI DELL'OLTRE

con gli occhi dell' Oltre ci guardano i morti

e tu avvolto nel sudario delle convenzioni tu che ti pieghi nello specchio nel dirti quali ombre il tuo cielo offuscano e

quale trave ri-cresce nel tuo occhio

con lo sguardo dell' Oltre ci vedono i morti

se stessi e i vivi gli è dato perdonare

45

LA MANO DELL'ANGELO

(leggendo una poesia datata)

-ma è mia questa poesia?-

avviene che il sangue dirami il suo flusso e il cuore sia per un attimo terra di nessuno

le immagini tornate alla luce poco a poco si fanno riconoscere

come rispolverate dalla mano dell' angelo

46

UN RICCO NATALE

(essenza in fuga è il cuore a disperdersi tra luminarie ed epifanie del nulla)

mi sovviene quel Natale che l' angelo si staccò da me per chinarsi benevolo sul derelitto sotto i portici all'addiaccio

fu il calore in quel giorno santo a farlo sentire ancora persona

[“epifanie del nulla”: espressione presa in prestito da un amico poeta]

47

DALL'INERZIA

scuotersi dall'inerzia: vegliare con le lampade accese nel turbinio del mondo

olio non manchi della saggezza mentre come acqua di fiume scorre il tempo

a riva non cali densa tenebra

48

LO SPIRITO DELLE COSE

quell' essere consanguineo con lo spirito delle cose – non sai a volte che smarrimento ti prende

vivi in una bolla di vaga luminosità e ti si confonde il sangue con l'indaco del cielo

l'inerzia ti tende la mano ma senti che tutto può ancora accadere

49

NO MAN'S LAND

ti lasci scivolare addosso le avversità o le mille e una fake news nonché le tragiche morti per acqua

il movimento eludono gli occhi di un volo sotto una luna bislacca

sei terra di nessuno dove non battono i tamburi del sangue

50

NEL MISTERO LUCENTE

non vedrai più per speculum in aenigmate assorbirà la tua essenza il Tutto

nel suo mistero lucente sarai nella danza la danza sarai sull'arcobaleno del cielo

sarà come abitare una casa sul mare

con lo stridio dei gabbiani e nel sangue vivrà per sempre il fiore della passione

ti sorprenderai di aver contribuito a dare al mondo la bellezza

51

RELATIVO IL TEMPO

relativo elastico il tempo -sovvengono gli orologi molli- i tuoi busillis

aleggiano sul vuoto annegano nel sangue della clessidra

annaspi nella spirale del tempo uroborico – idolo del nulla il tuo io si frange negli specchi

52

COME NELLA PRIMA LUCE 2

diciamo che non sai da dove è venuta l'origine di tutto

solo che sei orfano di Dio

dai voce alla notte sognando di uccelli che volano in fondo agli specchi

e ti avvolge la bolla di un tempo non-tempo

come nella prima luce

53

CADERE DAI CIELI DEL SOGNO

cadere dai cieli del sogno fino allo stato di coscienza -che ha occhi per riconoscere il frutto proibito

avanzare su filo teso acrobati tra nuovi barbari votati all'arrivismo in un battesimo di deliri

cala il sole ingoiando i sogni la concupiscenza va di fiore in fiore

la bellezza è sfigurata e la poesia annaspa

54

DIMENTICA

[mi giunge voce in sogno del Glorioso]

tutto dimentica come Io ho dimenticato

nelle tue preghiere mi supplichi di liberarti dalle catene della carne mentre urla il sangue le “piaghe” in questo scorcio d'anni

e come può non accoglierti la luce se tu da questa hai origine?

ti dico dimentica i bianchi deliri della solitudine i voltafaccia dei giorni perduti

dimentica come io ho dimenticato sulla croce

55

PER STUPIRSI

per stupirsi bisogna fermarsi

l'impossibile si fa possibile

riconoscere ciò che sembra umanamente assurdo:

l'anziana rimase gravida – la vergine partorì

stupirti - come sentirti

scricciolo sul palmo della Sua mano

56

ETERNO PRESENTE

Lui il Giusto l' ha in tasca la morte

dunque niente paura: quel che diciamo il nulla non esiste

di terra e sangue anelito e cielo siamo

oggi è il sempre eterno presente

57

LA ROSA DI SANGUE

in sogno spio se riesce a passare “qualcuno” per la cruna Dio non è stanco mai dell'uomo

gl' insulti gli sputi gli scivolano addosso Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue
e splende di bellezza

58

LE ISOLE DEL SOGNO

un certo alone di magia ti avvolge ed è quello stato di grazia che ti fa veleggiare su navi di nuvole verso le isole del sogno

a risillabare fonèmi e palpiti t' invita la musa dai generosi seni

sotto una luna ammiccante

59

CHI CI DIRA'

chi ci dice dove sarà la nostra essenza

non lo sapremo che di là

forse spogliata dell' io convoglierà nella memoria cosmica

dove arde il sangue col palpitare degli astri in un continuum di vita

cosa saremo chi ci dirà?

60

IN UN TEMPO SOSPESO

in un tempo sospeso resta appesa la sillaba a una goccia d' inchiostro

quella che non sai dire

che si avvita nei gorghi dell' immaginario e si dibatte per uscire da sé

il nudo respiro lo avviluppa un lenzuolo di sogni

61

FRAMMENTO DI STELLA

da altro sangue a convergere i nostri destini e tu dicevi “trentaquattro all'alba” di giorni da sgranare

poi Nina frammento di stella a renderci lieta la vita

e a reggerla tutt'oggi siamo noi i bastoni in un mondo dagli orizzonti incupiti

62

NELLA TUA CONTINUIRA'

ci stai ancora bene nel tuo soma malgrado la spada di damocle degli anni spiace un giorno lasciare i cari libri e l' “abitudine” alla scrittura

ma nella tua continuità la mente espansa avrà infiniti collegamenti e sarai tu il motore di ricerca

sarai nel Tutto e tutto è te -cos' altro più-

63

C'E' DEL BUONO

sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena

si riveste ad ogni ciclo la natura – ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo

c'è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona

64

COME MONNALISA 2

simile alla monnalisa che il tuo sguardo segue se ti sposti

è musa risvegliata l'idea latente che in modo misterioso ti prende corpo e anima

allora dallo stato di grazia ti lasci portare al guinzaglio

65

DUE NOTE 2

due note insistono nella mente risalendo da un altrove in sogno

inducono a una mestizia che non sai dire

come quando intenerisce il cuore abbeverandosi a un filo di pietà

66

PER NASCERE FARFALLA

rivolti convenzioni ti affidi all'inaspettato che abita ogni tua cellula e sangue

rovesci il senso del mondo: strato su strato risali cieli

per nascere farfalla

67

UN CANTO NELLE VENE

scompariremo

sì – la verità ci attende

spariremo alla vista per essere altro: forse vaghezza di nuvola o sorriso di fiori

saremo volti che galleggiano sulla superficie del sogno

e avremo nelle vene un canto

68

Il BELLO CHE HAI DENTRO

(a una madre)

sarai o già sei musica e luce se vivi per il bello che ti fa vibrare le intime corde

pensi è un miracolo questo fagottino che ti trovi in braccio che dorme come un angioletto

nessuno potrà strapparti il bello che hai già dentro

che ti supera

69

FIORE DEL SOGNO

fiore del sogno ricamato di nonsensi su sbavature di ossimori

sequenze di figure daliniane uscite dalla bocca della notte

fiore del sogno che apre oblò sul bello o sulla follia

70

SAPREMO

sapremo – io di te tu di me dei nostri scheletri nell'armadio di ciò che non ci siamo detti delle ammutolite coscienze nell'ora alta delle scelte dove si curva l'orizzonte dei pensieri

sapremo – non per speculum in aenigmate: trasparenti saremo

71

E OGGI CHE MI RITROVO UOMO FATTO

padre che sei rimasto di me più giovane consumato anzitempo una vita sul mare e le brevi soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti mi restano le rare passeggiate mattutine e mai che mi avessi preso per la strada in discesa a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi uomo fatto sai: mi fa male quel distacco

72

CONOSCERO'

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

non oso toccare il Tuo amore: rendimi bianco come neve

per quel giorno che mi si schiuderà la porta che mi tiene nella morte

invadendomi la luce

allora conoscerò come sono conosciuto

73

DIRE DEL SOGNO

dire del sogno di orologi molli e di allucinate visioni dell'inconscio che s'apre a ventaglio portandoti a guinzaglio lungo corridoi asettici senza interruzione di porte

sentirti avvitare nella vertigine capriolare nell'orbita di stato ipnagogico

risalire al grembo-casa di mare

74

LO SPAZIO DI UN VOLO

ahi i ponti sgretolati o pure considera quelli detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che si fa arco d'amore filo teso d'acrobata

all'altro capo sei Nina

e mi vedi adesso varcare fra nuvole in sogno lo spazio di un volo fino alle tue braccia

75

DEJA'-VU

a perforare il bianco silenzio l' eco d' un gemito lungo corridoi e alle volte di camere d' albergo dei suicidi

v' è un qualcosa d' ancestrale che torna per condurti dove sei già stato

nel tuo profondo il pendolo oscilla dì una vita trasversale

76

PER STUPIRTI

in extrema ratio ti aggrappi a curve di sguardi per poterti ancora stupire

conoscenza è dall'alba dell'uomo il primo anelito

in un cielo di silenzi il tuo richiamo si spezza

77

SE AMORE SCRIVI

salverà il mondo la poesia? no di certo non è cosa immanente: il suo grembo è di celesti aneliti ed è voce di conchiglie che fa eco nei sogni

è la smorfia del clown il bacio condito di lacrime in un addio l'ala d'angelo che perde una piuma se senza il cuore “amore” scrivi

78

L'ENIGMA

il bambino col nasino all'insù lo sguardo è un punto interrogativo -i suoi perché

vagano nello spazio -alati- e cristallizzano

altro l'Enigma -racchiuso in una bolla- altro i perché dall'antichissima voce alveo di siderali lontananze

-è il sogno il nostro specchio?

-dietro il velario di carne chi siamo?

79

L’ IMMAGINARIO

[Leggendo “Finzioni” di J. L. Borges]

l’ immaginario apre al volo e a squarci di vite trasversali

realtà sfumanti nel mistero: parvenze a rapirti in insondabili cieli d’ esagoni e sfere

porte spalancate a risucchiarti in innumerevoli stanze

fino agl’ inaccessibili meandri del sogno

80

UN VAGO SCANDIRE DI NOTE

ti stringe il cuore un vago scandire di note legate a quel ricordo di lei reciso dalle forbici del tempo

con l'imbarazzo del ragazzo imberbe le lasciasti due versi d'addio

chissà non sia nell'aria la risposta e la porti nel becco

il gabbiano che scorgi al mattino lambire le creste dell'onda

o solo plani a inalare respiri d'amanti dei fondali

81

ONIRICA

altro il reale mi dico - a trapassarmi una lama di luce

mi sveglia un'accecante finestra-specchio

mi vive ancora una distesa di mare a riempirmi di serenità - vedevo venire dal largo i miei morti che mi sorridevano gentili

non mi sentivo carne ma solo sogno sapevo d'essere

82

PROFUMI NINNOLI 2

[sindrome di Stendhal]

profumi pinzette ninnoli la collana sulla specchiera resta a dire il gesto dell'indossare

spesso nelle sere vuote una mano ti attira nella tela effigie di lei e il suo sudario

ma peschi solo sogni di ragno dentro la vertiginosa trama

83

NELL'ULTIMO SANGUE

ora nell'ultimo sangue è il vuoto delle braccia

ma sai non è difficile far rivivere la tua figura dall'ali recise:

un po' mi consola la visione di te languida riversa sull'amaca

mentre gli uccelli ti cantano sulla testa

84

UN NON SO CHE

a volte un nonsoche ti attira come lo scandire di versi armoniosi o la luce di uno sguardo

ci vedi un mare aperto e

pescatori cotti dal sole a prendere a morsi la vita sognare la morte

un bimbo che piange una donna che aspetta il suo uomo

tutto un mondo ci vedi

non sai spiegarlo questo incantamento che ti fa star bene

questo amare la vita

85

LA VERGINE

se lo mangiava con gli occhi il suo bambino riscaldato dal fiato animale

dovrà -nel dolore della luce- bagnare di lacrime i piedi della croce

Mater dolorosa – et admirabilis

tu dal celeste manto

davanti agli ultimi ritocchi Raffaello insonne ti guarda rapito

FELICE SERINO

POESIE

AFFLATI 2018 – 2019

1

SPERDUTAMENTE ALTROVE (2018)

un intrico di rami fitto a mo' di tetto -quasi a contenere la dolce indolenza d'un meriggiare montaliano

vastità di te solo a spandersi in un infinito galattico

saperti così sperdutamente altrove

2

CALVARIO

(a San Massimiliano Kolbe)

portavo le mie quattr' ossa sul calvario accomunato alle migliaia di sventurati lungo i binari della morte

ti parlo a nome di chi nome non aveva ti parlo dalla regione del dolore con la bocca dei morti

ove germogliano fiori di quel perdono che non è dei vivi

3

SILLABE

pilucca sillabe la mia anima di carta

l'attraversa noetica luce

ammicca la musa nell'azzurro dei miei vaniloqui

epifania di voli

4

LE SCALE DI MONTALE

quante volte ho sceso scale pensando a “quelle” di Montale -ancor giovane ti senti e il braccio non l' hai voluto-

e quella certa luce a flettersi sulla mia dolce indolenza nel sentirmi chiedere che si fà stasera

voglia non ho di uscire -ci assediano gli anni- sediamo sui gradini del tempo sotto una luna menomante

(2018)

5

IN UNA SOSPENSIONE LUCENTE

dormire abbracciati -io che non riprendo sonno- il glu-glu-glu di colombi sul terrazzo-

a inondarci la bianca luce delle stelle che andranno a svanire

una mosca è il verso che mi ronza in una sospensione lucente

sento che creando noi si viva d' infinito

6

COSA VUOI NE SAPPIA

(parla un agnostico)

tu dici il sopra è il sotto citando I King ma cosa vuoi ne sappia di capovolti cieli e dell'essere “rivoltato” a un colpo di vento

erudiscimi allora e dimmi cos' è la verità tu che non la ritieni un optional

io so soltanto di terra e non ho baricentro

lascia perdere l'anima e dimmi se qualcuno mi ha chiesto di nascere

7

IN SOGNO

vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato gli orologi molli danzare mutando forma i lunghi colli di modigliani curvarsi e gli uccelli di mantegna invadere il mio studio lasciando deiezioni

ancora intinto nel giallo il pennello di kandinskji

[Opera di Dalì: “Cristo di San Juan de la Cruz”, 1961]

8

GEOGRAFIA DI GRAFFI

dirò di quella volta che l'ondata mi strappò come una gigantesca mano dallo scoglio

pensavo fosse finita mentr'ero sballottato come una cosa

poi mi guardai la geografia di graffi

e mi toccai inebetito

9

COME NUVOLE PIGRE I PENSIERI

di quei momenti che come nuvole pigre i pensieri veleggiavano verso isole di spleen nell'essenza del sogno

e lei tenerezza in sorrisi di rose ad aprirti il cuore nel passare come un arco nel cielo

10

LA SCRITTURA

torna sulla terra pensa alla realtà degli ultimi ai margini

i voli non fanno per noi lasciamoli ai sognatori

la tua penna sia invece un fuoco a trapassare l'essere -voce di chi non ne ha

e la scrittura

-angelo di giustizia- si elevi in luce

11

ORIZZONTI DI PALPITI

il cuore a specchiarsi nel grido di luce mentre stormi d' uccelli disegnano asimmetrici voli

e si mutano in forme d' animali le nuvole

l' urgenza di ricreare orizzonti di palpiti su tela o bianco foglio

l' arte è un viatico per restare immortali

12

L'ASSENTE

è nella natura delle cose -dici quasi rubandomi luce dagli occhi-

che la foglia maceri rinasca sul ramo e allo stesso modo l'assente

ha il suo “posto” etereo e d' un sangue e una voce vive come invisibile radice

13

HIKIKOMORI

stiamo pulendo le strade dai sogni – tutto così asettico e

ora non sappiamo dire i ragazzi dove appenderanno i loro aneliti

senza saper vedere il giallo d' una foglia raccogliere il grido d' un gabbiano

il virtuale li reclude -hikikomori- nelle loro stanze sempre più in tenera età

e il cuore annaspa

senz'aria

14

LUNGOPO'

noi due mi dici siamo della stessa pasta -quanto a me non so dire i difetti la trave nel mio occhio

le anatre abboccano le nostre briciole tra dorati riflessi e giochi d'acqua

tu ti mantieni bella e gli anni non sciupano questa luminosità del viso

mi chiedo quanti inverni ancora nelle ossa che gemono nelle giunture

15

AUTUNNO

amore vagabondo dicevi di smemorate carezze nei primi versi giovanili

perché poi vagabondo oggi non te lo spieghi

tempo uggioso diresti uguale mestizia a ottenebrare il cuore

ripensi con nostalgia alle corse tra sciabolate di sole nella verde età fuggitiva

autunno è la stagione dei morti

17

ULISSIDE

occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi

e un'itaca lontana

esce dalla coda dell'occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero

ed è casa di mare aperto l'anima del viaggio

18

I PASSI IN CADENZA

sei la mia spina Rosa pelle di pesca

ti elevi e danzi sopra le nuvole a corteggiarti le stelle

invidiano gli angeli i tuoi passi in cadenza

tra archi di luce

19

LISTA D'ATTESA

e siamo in lista d'attesa dici con un mezzo sorriso -dall'angolo del labbro la stessa sigaretta mai accesa

anche vivere è un vizio che -aggiungi scherzoso- ci dovremo togliere un giorno

ed è umano chiedere se possibile una dilazione al Pantocrator

spiralante il pensiero – navigano gli occhi in un mare d'aria

20

IL COMPROMESSO

(divertissement)

l'hai adocchiata da tempo la bella villetta in cima alla collina col suo bel giardino e tanto verde intorno dove possa correre felice la tua cagnetta e tu a fare footing

non vorresti fosse un sogno

hai anche studiato la planimetria sei pronto per il compromesso e accendere un mutuo

ma di': non corri troppo dentro il tuo sogno e ti comprometti?

21

IN QUESTA VITA CHE VIVI

l'angelo veste una parabola di carne

egli la tua entità lucente la tua statura

luce della vita messa negli occhi

22

SENZA TITOLO

un'alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore

usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di maeterlinck in un cielo di vetro

da un luogo non-luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce

23

NELL'OLTRE

[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.]

il tuo sangue spanto -Nina- che intinge di deliranti arabeschi le mie notti bianche

e quell' albero con i cuori incisi a sopravviverti – le radici impregnate del nostro amore

ma tu anima di stella sei nell'Oltre

24

NEI CIELI DI TORINO

nei cieli di Torino promette pioggia livida luce

uno sguardo di sottecchi al vicino di panchina mentre leggo Kavafis

-le dà fastidio il fumo?- al mio cenno spegne garbato come ne trovi pochi

la metro e sei al centro Porta Nuova la trovi intasata di affaristi ed extra- comunitari un cappotto liso fa da coperta ad un barbone e il suo cane

ad uno sputo è in sosta una testarossa fiammante

tra i morti e i viventi il mondo ha denti aguzzi

25

IL ROVESCIO

spossato sono dal mio sogno non mi sovviene per quale ragione nell'ondivago moto del cuore mi disperavo e come un agnellino piangevo

il sogno dicono è il negativo del reale il pianto è gioia e lo stesso sarà entrando nell'orbita di cieli dell'Oltre?

il rovescio dunque di questa realtà che ci appare per speculum in aenigmate?

mi aspetto buone nuove prosit!

26

SOGNO DALINIANO

(splendenza rubata da un non-dove -mi dico- questo

piccolo universo racchiuso nel profondo di noi piccoli universi)

mi ero annullato in pensieri allucinati e

in un abbaglio di figure

Gala e Mae West mi sorridevano sdentate

[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 – Los Angeles 1980.]

27

DI LUCE DI SANGUE

sostanza sei di luce e di sangue

le cellule cambiano di continuo e non sei più lo stesso di prima -com' è ogni ciclo in natura

ma eco insopprimibile in te risuona d'immortalità:

sempre a superarti

a superare d'un passo la morte

28

ANGELO

angelo icona della volta che mi vedevi da lassù la testa all' indietro a contemplare i lineamenti perfetti

nei tuoi occhi vedevo palpitare il cuore della Bellezza e m' incantavo

poi per paura del male del mondo la sera mi rifugiavo nel sogno di te e toccavo il cielo

quando dopo la mia accorata preghiera venivi a visitarmi

29

ANSE D'OMBRE

anse d' ombre notte bevuta sudata notte un grumo di sangue la parola nel bailamme l'anima dissolta

sogno sputato l'essere svuotato di forme

ad un cielo muto appeso il grido

30

L'EGO

non è che fumo il tuo riflettere se al tuo (d)io t' inchini

l' interpellarti cade nel vuoto come un assordare di cristalli

inutile imbiancarle le pareti pregne d' insormontabili retaggi

31

TUTTO E' ANCORA POSSIBILE

ti senti altrove e il più delle volte fuori dal coro

ti chiedi se -nell'ordito della vita dove si spezza la parola- ti sei perso qualcosa – vorresti allora rovesciarti come un guanto

riconoscerti come il fuori del tuo dentro

aprirti a un' alba che diradi questa corolla di tenebre

e sai che tutto è ancora possibile

32

COSI' ESISTE LA PAROLA

così esiste la parola nutrita del sangue degli dei

prende il largo quello che si dice afflato o musa ispiratrice alla scoperta di fonèmi

fa cerchi concentrici nel lago fondo dello spirito

33

ALLUCINOGENI

stato d' incantesimo inventarsi un cielo delirio che sanguina luce

l' anima travestita a farsi pseudo- incarnazione di un sogno

breve estasi – amara al “risveglio”

34

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi l'ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono”:

questo salvi dal tuo dormiveglia – relitti a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole – latitante la musa

35

MIGRANTI

segni indecifrabili lasciano lungo il percorso come orme sulla sabbia

è stato un miraggio la terra promessa

negli occhi pezzi di cielo a dire l' avverso destino

resta un muto grido di scatole nere sepolte nel cuore

36

DI GIORNI A PERDERE

nel bailamme di giorni a perdere in virtuale ti giochi la vita testa e croce all'altezza di precipizi ti avvolge il manto del vento cogliere il fiore-essenza del tempo dirti se l'esistere sia quasi finzione o sogno

37

IN BILICO

giungeremo nell'Oltre dove le ombre parlano col vento

increduli e colmi di lucente meraviglia – noi resi impalpabili essenze e vieppiù reali

tanto che ci parrà un sogno l'aver attraversato nella carne la morte

nel circolo del sangue noi in bilico

un piede nel mistero

38

ALLO SPECCHIO

ho un rospo-invettiva mi sta lì lo raccolgo in un foglio intanto lascio gridino le pietre

per la bellezza deturpata e il suo esse-o-esse per i figli del progresso dio-boomerang dai chiusi orizzonti e una vita di passi perduti

per l'uomo e il suo specchio dai mille rebus irrisolti dove confluisce la sua storia

intanto la luna non più ispira rime e sogni

divorano topi famelici la polpa del mondo

39 INDIVISA SOSTANZA

sono indivisa sostanza dimora delle origini porto il respiro di voci tra ramate ombre

nelle trame del vento lascio si dilegui la morte mi vivono nella carne illimitati cieli

mi ustiono di rosacea luce

40

QUANDO L'ANGELO

quando l'angelo verrà a chiamarti discreto senza tromba e avrai lasciato questo corpo frale -burattino senza fili-

aleggerà nel cosmo la tua essenza col bagaglio di esperienze e sogni (quei sogni che non muoiono mai)

sarà un capriolare di dolce vertigine

come immergerti in una pace amniotica

41

LA DOMANDA

l'abisso capovolto della croce

duemila anni e il grido vano lacera l'aria

“Padre perché”

sasso gettato nel lago del mistero la domanda

a toccare una impercettibile morte apparente

42

A DARE SMALTO A UN SOGNO

silenzio allagato di luna – una silhouette nella mente ondeggia e gli arzigogoli a dirmi vano il ricordo sgualcito dal tempo

dalla foto color seppia mi guardano i suoi occhi velati di mestizia

-ah l'assedio degli anni e il cuore a dare smalto a un sogno sbiadito

FELICE SERINO

POESIE

TRASMIGRA IL GIORNO

46 TRASMIGRA IL GIORNO

compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là?

lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce

47 IL GRIDO

non lasciare ch'emerga il mostro come da abissi marini fa' che affoghi nel suo sangue

rabbuia nelle vene il giorno: grido che tende levarsi nell'aria rossa

48 INFINITE VITE

infinite vite possibili ha forse l'anima quel che è detto da taluno l'essere moltiplicato

mai si chiude il cerchio?

è come traversare innumerevoli porte nei meandri dei sogni o abbandonarsi a visioni di déjà vu

non si chiuderà il cerchio se come si sa è del Demiurgo un continuo creare infiniti mondi-entità col solo sognarsi

49

QUEL SORRISO

senti la vita quasi fosse apparenza in vaghezza di sogno

l'anima è spersa dove fitta trama d'ambiguo s'incaglia

ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo di luce – una spina nel sangue

e quel sorriso -oggi che ti sorprendi a inseguire ombre in cerca del suo profilo- ti si trasfigura in un graffio difficile da decifrare

50 SEGUENDO L'OMBRA

i tavoli tra ombra e sole dove sedeva chi più non c'è

la mente è in fermento nel lento giro del sangue in questo scorcio di cielo

mi sposto seguendo l'ombra seduto a leggere Brodskij mentre lo sciabordio dell'onda mi culla i pensieri che vagano sul filo di versi in fieri

mi distoglie il ronzio di una mosca: salto un rigo nero della pagina

il libro si chiude di scatto sul giorno azzurro

51

MEMENTO

la luce si spalma dentro la parola che di sé vive:

a ricordarci la bellezza

lasciarci impregnare di fascinazione nell'orfanezza del sogno

52 SANTIAGO

traversare il ponte sull'Atlantico t'ispira qualcosa che appunti in un angolo sicuro della mente

dopo per davvero guardi in un modo diverso le cose

è quello stupirti amando l'Amore

il cammino di Santiago finisce nell'Oceano

[percorso Fatima – Santiago di Compostela]

53

L'ASCETA

è nell'invisibile dice l'architettura dell'essere - perfezione la carne che si trasfigura

il resto è apparire o maya: mondo i cui regimi e regni andranno capitolando – insieme a chi li rappresenta

54 SUL CANCELLO

drappo viola dalla finestra affisso sul cancello di fronte: un altro vicino agli ottanta è andato a miglior vita - non ritirerà più il giornale al mattino il passo pesante il fiato corto

unificatosi col suo doppio ha lasciato qui la zavorra

55

EROS E THANATOS

far l'amore e la morte sono in stretta connessione: l'appagamento è un dolce morire

attimi che sembrano infiniti perché amore e morte si abbraccino

come la terra nel suo grembo accoglie le foglie cadute

56 CRONACA

“in luce di sangue vita ti diedi e tu l'hai gettata nel cassonetto”

ahi quel cielo di carta stampata che s'indigna sotto gelida penna!

57

SCORCI DI SETTEMBRE

scorci di settembre è l'ombra a dominare i posti prima assolati che trovavi nelle tue uscite

familiare ti è l'ombra ed è dissonanza se ti sorprende il pensiero di quel bambino che dopo il crepuscolo ha paura del buio e se non mangia arriva il mammone con tre tocchi -sotto il tavolo

[mammone: in gergo è l'orco]

58 IN TE LA LUCE

s'inginocchia in te la luce

ti dividi nelle due dimensioni: dreamtime e corporea insieme

a sorvegliarti è l'Occhio interiore - il tuo doppio di perfezione celeste

[dreamtime: il tempo della creazione]

59

ANGELO DELLA LUCE

adagiati creatura del sogno sulla curva del nostro abbandono

la lontananza è ferita insanabile un cielo d'astri divelti

e tu balsamo sei -tu orifiamma tu altezza sognato stargate- dove voce insanguinata c'inchioda

dalla caduta

60 LUCE ALTA

luce alta – paiono incendiarsi le finestre degli hotel

un altro caffè spezza la mattina - strilli di bambini in pineta lampi di sole tra il fogliame

“Dio c'è” è la scritta sul muretto che delimita la spiaggia

dichiararlo a cuore aperto: ché un miracolo è la vita

61 QUALCUNO TI CONOSCE

-non credi in un dopo? e in un prima? e il mondo pensi s'è fatto da solo?– ti chiedo e tu t'aggrappi agli specchi

ma nulla va perduto sai: Qualcuno ha contati tutti i tuoi capelli

davanti a un pericolo mortale

un'invocazione ti salirà alle labbra?

62

IN VAGHEZZA DI SOGNO

ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno- un te estraneo vagare per strade buie e vuote come un sansebastiano a trafiggerti gli strali della notte – senti recalcitrare in te l'uomo vecchio -ah convivere con gli umori di un corpo-zavorra- ti avvedi d'aver perso le chiavi di casa mentre un gallo canta in lontananza ed è l'alba

63 PIU' D'UNA VITA

convivere con gli umori di un corpo di morte

dall'animalità all'angelo: questa l'impervia salita

più d'una vita se dal sangue fioritura sia d'ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

64

ULISSIDI

andare per procellosi mari in cerca del proprio nome l'origine la loro Itaca

coglierne forse la voce nella cavità del cielo insufflate le narici da un vento salino

quel battere del sangue di cui si parlerà a un nuovo approdo

e i morti? quelli che sono parte del loro cuore alla ventura?

entrati nel mito essi custodiscono quel mai perduto nome

65 FORSE UNA NUBE

(a Pierluigi Cappello)

mi accoglierà un non-luogo non più inalerò resina di abeti alle finestre degli occhi colombe bianche si poseranno
mi abbraccerà vaghezza forse una nube vorrà dire casa

66

DI STAGIONI DI SOLE

ho sognato mio padre -non è giunto il tuo momento- mi ha detto

di nuovo agli alberi cresce la folta chioma è tempo dei gatti in amore -il ciclo si ripete della vita

quante ancora ne restano di stagioni di sole -mi domando- di quel sole che si spande come liquido oro sul tavolo a cena

67 FIUME D'ECHI

rotte voci e forme impermanenti sotto luna menomante

anime siamo che si cercano

fiume d'echi la cui scia porta con sé il lamento di nomadi d'amore

68

VANAGLORIA

la forma assumi dell'involucro- status quo mentre a preesistere in te specchiato è quel pizzico di vanagloria ingannevole capriccio che rimonta a un giro di vento

69 IL GRIDO 2

resilienza questo vivere morigerato e anse d'ombre dappresso dove annega il grido

sudate notti e sogni scollati da grigie albe

e chiederti se non sia impari lotta aggrapparti a rupi erose dai venti

70

LE MANI AFFONDI

in emorragie di non-senso ricacci al fondo il Sé superiore uniformandoti al mondo le mani affondi nel sangue delle convenzioni mentre all'angelo lucente del sogno tarpi le ali facendolo all'alba svanire

71 FONEMA

insufflato dal dio passa come un vento di mare il ricercato fonèma

che nel sogno dispiega le ali di scintillante bellezza

72

CUORE DI PAGLIA

è dell'umano il tempo non certo dell'anima e ti pare d'esser sempre giovane anche se vicino agli ottanta il fisico non rende

se cavalchi un'emozione ecco spunta una lacrima e senti capriolare questo cuore di paglia

come un imberbe a prima cotta

73 RICAMBIO D'ALI

va controtempo in un ricambio d'ali l'angelo insozzato di mondo

nel sonno del giusto abbevera le radici del sangue della luce

74

QUEL SENTIRTI

può piacere quel po' d'intontimento in banchetti interminabili col capotavola che devi urlare per farti sentire due parole per darti un contegno col tuo dirimpettaio non toccando temi impegnativi s'intende controllando i freni inibitori una comunione di anime allegre ma tutti i commensali alla fine si resta perfetti estranei

poi fuori il freddo pungente a sollevarti il bavero e quel sentirti un cane di nebbia che vaga che ha perso la strada

75

ETERNO PRESENTE

kronos esce dal mare prenatale

il domani è un imbuto dove fluiscono gli oggi coi sordi tamburi del sangue

dove in fondo agli specchi annegherà la realtà relativa: lì il mondo che

si vede rovesciato

76

SULL'ACQUA

sul grande mare del sogno veleggiano i miei morti gli occhi forti di luce con un cenno m'invitano al loro banchetto sull'acqua d'argento striata

m'accorgo di non avere l'abito adatto cambiarmi rivoltarmi devo vestire l'altro da sé

77 INQUIETI FUOCHI

nuvole a stracci nell'azzurro curve ariose di voli

vastità di te solo: figura inespressa lacera ombra

ti aspetti una eco un suono in questa sospensione

inquieti fuochi son gli occhi dell'anima mentre guardi un gabbiano staccarsi dal tramonto

78

LA REGIONE DEL SOGNO

la via regia puoi dirla vita trasversale nell'ondeggiare di curve di luce

del pensiero allucinato vedi prendere vita le figure surreali di dalì

e ancora da questa

infinita vastità del sogno emergere gli angeli di rafael o le eccelse visioni di blake su uno sfondo viola

[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]

79

E IL VENTO S'IMPIGLIA

(soliloquio)

in meditazione ti trovo assiso sui gradini del tempo

chi interroghi sotto una luna menomante?

vedi

e se fosse soltanto un apparire questa vita

protendimento di un luogo della mente

dove passano navi di nuvole in sogno e figure evanescenti e il vento

che s'impiglia in grovigli di foglie

80

L'INVERNO DEL CUORE

[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d'ispirazione]

sentirsi disabitato

simile a quell'albero nudo da cui son fuggiti i canti

vivere di stelle spente

81

FEDELE ALLA VITA

mia vita senza rete t'appigli alla Bellezza intaccabile

a quella del cuore e alle armoniose figure della danza o del cavallo nel bianco salto

finché ti chiedi dov'è lei l' irraggiungibile non tutto è perduto

voltato sei sul giusto versante lucente ancora una volta – vita

fedele alla vita

82

IL GRAFOMANE

sei tu che graffi con la penna questi fogli che raggricciano come una bianca pelle

i tuoi quaderni riempi per lasciare ai posteri parola di Dio mentre qualcuno da lassù

guida la tua mano a riempire fogli e fogli come in trance

vivi di grandiose visioni celesti e anzitempo contempli di Dio il volto

[Jakob Lorber, si definiva “lo scrivano di Dio” – mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 – 1864.]

83

NELLE NUVOLE HAI CASA

dimmi Nina: che vedi tu che hai casa nelle nuvole tu che sai il linguaggio dei voli?

forse la giovinezza spezzata che ora in lampi di déjà vu ritorna?

o rivivi nel cuore verde dell'acqua

che ti vide sirena emula del canto di odisseo

-rapimento dei sensi che in sogno ancora mi seduce

84

IL POZZO DEI RICORDI

come la volta celeste s'immilla di presenze il sogno

in questa moltitudine la tua cerca il non rassegnato cuore

ma è beffarda sequenza come seguissi la velocità d'un treno

forse la tua figura è sepolta in fondo al pozzo dei ricordi

da cui risale flebile eco

85 DUE NOTE

e come puoi oggi accennare a quel motivetto che ti arrovella se non è la mente sgombra da impellenze che artigliano

restano due note nell'aria monche e il canto strozzato come d'un barbagianni

mentre abita il cuore una danza di foglie

86

QUELLA PARTE DEL MONDO

[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo]

è un presentito bianco grido il cielo proiettato su quella parte del mondo: un mare tappezzato di cadaveri

agghiaccia il sangue mentre la forchetta è nell'aria

o non smuove la vista e l'assuefazione è sovrana?

87 SOGNO

è calda l'acqua dell'oceano ove sono immerso come quando ero nello stato prenatale

traquillo nuoto non ansia mi prende anche se scorgo solo davanti a me l'orizzonte

ed ecco vedere venirmi incontro i miei morti portati sull'acqua

e madido di luce destarmi

88

L'ELEMENTO CELESTE

tornerò ad essere pensiero espanso quando dalla scena sarò sparito dove si curva all'orizzonte il mare

sarò forse atomo fiore o stella e

in estasi

mi unificherò all'elemento che da sempre mi appartiene

89

UN ARCO SULL'INFINITO

dal non-luogo che immagini non potrai quel giorno farci un fischio per darcene notizia

se sarai per davvero passato a “miglior vita” mettendo a frutto le esperienze secondo gl'intimi desideri irrealizzati quaggiù

e se vestirai un corpo d'aria e sarai arco teso sull'infinito

90

DOVE L'ANGELO

un dove di trasparenza t'assale ti entra nei sogni

azzurro soffio di vento sul sangue psichico

luce ferita dove l'angelo con ala pietosa

i crudi patimenti copre e il tuo cuore

FELICE SERINO

POESIE

VITA TRASVERSALE

LE VOCI REMOTE

2017

1 LE VOCI REMOTE

un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante

2 ONDIVAGHE MACERI PAROLE

quando ti rigiri tra le lenzuola -ondivaghe maceri parole dove latita il cuore- somigli al gabbiano ferito che solo in sogno ritrova il suo mare – la vita altra

3 SOGNO DI CUPIDO

aleggiavo “per l'aere” -io figlio di Venere- o era il mio doppio incorporeo che con molte frecce al suo arco germinava amore

vedevo nel tempo di Veneralia in un cielo quasi dipinto splendere carnale fiamma

[Veneralia: festività romana celebrata il I° aprile, dedicata a Venere Verticordia (“che apre i cuori”).]

4 FUOCO AZZURRO

lascia che sia più che naturale da una forzatura un pastrocchio ne verrebbe come l'idea di ritagliare lettere per “confezionare” una poesia

fa' che sia lei a visitarti col suo azzurro fuoco ti salga fin dalle viscere ti cali nell'humus della parola

5 LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

“marinaio col mal di terra” se mai ne perdessi il gusto -della vita

dal cuore della zolla il verde grida sempre vita rinasce all'infinito

lei è mamma-chioccia -travalica la morte col suo tepore-amore

6 GENERAZIONI

eccoti un ectoplasma ovvero un antenato a sentenziare da un aldilà -non sapete neppure vestirvi

-bella forza: voi con i vostri doppiopetti vi credevate dio in terra o guappi noi casual-cibernetici della libertà siamo bandiera grida il rosso del nostro sangue nelle piazze

per le ginocchia aria di primavera

7 ELUCUBRAZIONI

dicono esce dalla testa il corpo astrale parto della mente

è sempiterna la mente come il reale che in sogno appare

liquida luce – oltre la mente solo ombra o niente

8 PRIMAVERA CANTERINA

di verde in chiome folte natura si riveste

a specchio di sole -sangue di primavera- becchetta l'immagine nell'acqua il chiurlo e ti fa il verso se abbozzi un motivetto

9 L'ESTRO

rischiava la galera chi procurava cibo ai fantasmi era l'editto del castello

pure l'intrepido ragazzino Arthur R. giocava il tutto per tutto pur d'avere in cambio versi “divini”

o più probabile fosse solo un sogno e lui stesso sogno nel sogno e i versi parto del suo estro

10 MONDO DI LUCE

m'invitano i miei morti a una uscita fuori porta amano farmi partecipe del loro mondo m'avvedo dagli occhi lucenti e i sorrisi complici ch'è molto molto gradita indispensabile quasi la mia presenza ché senza orfani sarebbero e tristi forse pur essendo estraneo al loro mondo di luce

11 IO SONO IL MARE

danzi su creste d'onde gabbiano Jonathan io sono il mare l'immenso desco su cui ti posi -ti guizza nel becco preda lucente- io sono il mare tua madre se in burrasca vieppiù in simbiosi siamo ti abbraccia il mio cuore trasparente di salsedine

poi per l'azzurra volta ti vedo svettare – verso profondità di cieli

verso quella libertà che aneli

12 L'INNOCENTE

già l'immagino i titoli “classe 41 – stecchito da una raffica”

ho a volte il pallino -farneticare dell'età- che d'improvviso qualcuno mi spari da un'auto che rallenta e poi via -come in una scena da gangsters -è fantasioso ma freddamente reale

dove -si sa- a pagare è chi non c'entra un bel niente

13 FUMATORI D'OPPIO

figure inconsistenti come carta bruciata sbriciolata d'un soffio

e alberi che camminano capovolti e navi di nuvole

visioni aleggianti nelle stanze del tuo sangue

Jonas preso nella rete dei fumatori d'oppio

14 SE QUALCUNO E' A SPIARTI

lasciartele scivolare addosso -dici- distaccarti sempre più dalle cose finanche da questo

corpo: vederti presente a te come nel sogno – quasi evanescente

sogni e sei sognato - mondi speculari

vedi: se qualcuno è a spiarti

non sei che tu da un altrove

15 SOGNARMI

sull'otto orizzontale librarmi etereo

piume d'angelo a coperta di cielo

16 SE LASCI CHE LA VITA

il moscerino che taglia nella luce del monitor l'ultima tua poesia riveduta

sembra imbeversi del sangue delle sillabe

in questo minuscolo essere smarritosi nella sua realtà-sogno

vedi te stesso se lasci che la vita ti conduca lungo i labirinti viola della mente

17 TRASMIGRA IL TUO GIORNO

compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là?

lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce

18

ED E' SANGUE IN LUCE

esilio di carne anse d'ombre

ed è sangue in luce l'ancestrale fiorir d'appigli

a schiudere il giorno

19 SIMBIOSI

di notte sto bene con me e l'altro

sono io l'altro che -c'hai mai pensato?– non proietta ombra ombra di me è il sogno

come un bambino avvolto dal regno delle ombre affido tutto me stesso alla notte

20

COMPLICE L'OMBRA

non un posto al sole non m'ispira il tipo lucertola

ora dove sosto un venticello spira che mi pettina i pensieri aggrovigliati nel cielo della mente

dove un abbozzo di poesia inizia a mettere ali

21 IL LA' PROPIZIO

quando sperimenti il fantastico e non focalizzata l'immagine salta sul video della mente

quando magari è Borges a darti l'abbrivio il là propizio dal suo cielo d'esagoni e sfere

[ultimo verso: ispirandomi a “Finzioni”, di Jorge Luis Borges]

22 DOVE PALPITA IL SOGNO

da una dimensione parallela il Sé in me rispecchia la sua primaria origine punto dell'eterno dove palpita il mio sogno di carne e cielo

23 TESTIMONI

di sole indorate distese a maggese ricamate di fiori di sangue per mano assassina tramante nell'ombra

vòlto al cielo: testimone non “profeta” di panegirici fulminato a due passi dal luogo di culto le mani ancora nell'atto di benedire

-come in un tempo sospeso l'oscillare di grani di rosario

24 LA CARA MUSA

ti ci arrovelli ma non trovi soluzione ti ha lasciato a metà la cara musa

sei come quell'albero reciso la cui ferita bianca non si vede sanguinare

25 SIC TRANSIT

confidare nelle cose che passano è appendere la vita al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza -arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

26 RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra grumo di sogni peccato che cammina

ma sei amato

immergiti nella luminosa scia di chi ti usa misericordia

ritorna a volare: ti attende la madre al suo nido

ricorda: sei parte dell’Indicibile – sua infinita Essenza

pure nato per la terra da uno sputo nella polvere

27 AD ALTEZZE SEGRETE

(volontariato)

spendersi in un percorso di amore il cuore aperto ad altezze segrete

sperimentare l’Altro da sé nel diversamente abile – pasta da modellare: ci affondi le mani e ci rivolti la vita

lui ti ricambia con l’oro di un sorriso

28 CLOWN

la tua magia è fumo che vola sul tempo fra palpebre d'aria

l'ora si fà elettrica nel cielo di un capriolare d'umori

29 ESPANSIONE

il sogno è proiezione? o sei tu in veste onirica uscito dal corpo?

sognare è un po' essere già morti

come nell'oltrevita e l'essere si espande si sogna moltiplicato in fiore atomo stella

appendice? o espansione è il sogno?

30 NUDO ALLA LUCE

è velo che cadrà la carne

rendere fruttuosa la morte “perdendo” la vita

rovescio dell'io tra nome e senza nome

ma è l'amore che mi sceglie

-nudo alla luce

ho sognato d'essere trasparente

31 QUELL'ETA'

siamo quelli di un'età ahimé biasimevole se la moglie impreca per la camicia ricamata di sugo

“l'altra faccia” -a firma di arabeschi di sangue sulle strade- quell'età da sballo

32 ALLUCINOGENI

corrono brividi nel sangue psichico

dentro l'occhio di Selene ondeggia distorto volto d'angelo

bruciarla la vita sul filo della notte liquida

33

SANTO CHE SOFFRI

Amore inchiodato alla croce Sole che apri spiragli nei cuori di carne Luce che accechi i potenti

t'incontriamo nel povero ma non ti conosciamo come Pietro al canto del gallo cosa mai saremmo senza di te che hai sepolto per sempre la morte chi mai saremmo se di te facessimo a meno

l'ultimo giorno verrà e noi perduti perduti per sempre senza di te

Santo che soffri che ci ami fino alla morte

[Il titolo è preso da Ungaretti]

34 TUTTO E' PREGHIERA

una farfalla è una farfalla ma tutto un mondo nella sua essenza

la natura riflesso del cielo è preghiera ogni respiro ogni sangue vòlto verso l'alto è lode

l'anima nel suo profondo in segreto s'inginocchia e piange

35

SPRAZZI DI LUCE

non riesco a saziarmi di Te

penetri nella mia vitrea solitudine con sprazzi di luce come attraverso una smagliatura

36 LA CARA MUSA 2

giungerà con quest'aria incendiata tra un ghiacciolo e un bagno la cara musa latitante da giorni

intanto afose notti inzuppate di sogni hanno complice una luna menomante

37 DIETRO UN'ALBA CADMIO

ha dipinto nel tempo il suo “capolavoro” di nulla? -spuntato da duemilanni il suo pungiglione

dietro un'alba cadmio il nero dove ogni volta la ricacciamo -nell'oceano di energia miseramente essa si spegne

l'humus si nutre di vermi e foglie: non si rinnova la vita mangiando se stessa?

in un palpebrare di luce del sangue l'aprirsi in fiore

38 SU ASSONNATE RIVE

su assonnate rive uno scorcio si frange di tuo vissuto: i tanti io disincarnati i tanti ingoiati – non hanno più ombra che nel sogno nell'onda del sangue

39

VIVE UNA LUCE

vive nell'akasha una luce che custodisce quel mosaico che dici destino

tu sei l'ombra del Sé: l'alterego o se vuoi l'angelo che ti vive a lato nei paradossi della vita

40 FRATTO IL TEMPO

fratto il tempo dove è ritrarsi di vita come da risacca l'onda

il mostro a tratti ghermisce la memoria che vuole eradere ricordi

l'angelo è cenere dove gridano ustioni di luce

41

INVETTIVE

[a Padre Pio, tacciato di impostura]

una parola un fendente

minimizzi

l'orgoglio un ordigno inesploso

carità ti accompagnerà nella polvere

42 TENTO VERSARE VERSI

tento versare versi sulla chiara facciata del foglio

“navigare di nuvole pigre” -questo l'incipit ma ahi cara musa son già qui arenato

potrei imbastire una rima tipo fiore-amore o scrivere il verso più bello dettatomi in sogno

pure fibrilla nel sangue un qualcosa che non saprò dire

43

NELL'OLTRE

imprigioniamo paure in mantelli marchio privacy ci genuflettiamo a ipocriti sorrisi

nell'oltre non ci son porte e chiavi è tutto -in trasparenza- un fondersi di sguardi

44 COL TUO CORPO D'ARIA

[A Mirta Rem Picci, 44 anni, suicida il 17.7.17.]

ti attirò lo strapiombo del vuoto mentre mani cercavano afferrarti

un buco nel cuore hai lasciato Mirta al tuo amorevole amico

ora danzi il flamenco che amavi col tuo corpo d'aria

e da un altrove “detti” poesie quelle che non hai avuto il tempo di scrivere

45

CASA DI NUVOLE

a volte non è ancora poesia ma la sua forma possibile

lasci che fluttuino parole che essa prenda sangue e voce

ti lasci condurre e non sai dove ti porti -dimorerà la poesia forse in una casa di nuvole

FELICE SERINO

POESIE

ASIMMETRICI VOLI (2016-2017)

337 HITCHCOCK

mi ha squarciato la carotide un solitario uccello nero sparito poi alla vista nel cielo di cobalto

distratti mi oltrepassavano i passanti mentre mi dissanguavo

sul marciapiede il sangue disegnava arabeschi del sogno -degni del genio di dalì

338 QUEL SUSSULTO DEL SANGUE

come non trattenere il muto grido che sale fin dal midollo delle ossa per te Nina ora come stella del cielo come quel sussulto del sangue a non espandersi in vasti echi contro muri di cristallo in questa solitudine che artiglia

morta in me l'attesa e il giorno azzurro e il vento e l'odore di te oggi che del sangue sei grumo raccolto negli occhi

339 L'ANGELO

(conversione di San Paolo)

l'angelo sognai sulla via di Damasco aprirmi l'altra faccia del giorno caddi bocconi in estasi vedevo gli alberi camminare tutto il mare in una brocca

340 IN SOGNO

si amalgama il sangue con alfabeti d'acqua se inattesi risalgono dal mare i miei morti nell'alone di luna

341 CHISSA' FORSE UNA NOTA

un rebus di parole frammenti di nonsense emersi dal sogno non del tutto svaniti tentare di farne una poesia?

ma è come volere estrarre sangue dalle pietre

quel gabbiano che ora vedi danzare sulla spuma dell'onda -non certo uscito dal tuo sogno- chissà non ti porti nel becco una felice nota

342 COME OSTIA DI LUCE

[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.]

irta di rovi la “parete” inclinata del cielo

vi lasciaste brandelli d'anima e pelle ora il sangue a fiorire come ostia di luce

343 ULISSIDE

ordito del tempo-maya isso la vela per terre in sogno intraviste risillabando palpiti di soli miraggi d'eldoradi -la prua che fende le onde esce dalla coda dell'occhio

344 LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

impastato di sole tu senza paese di terra e cielo sei ricorda ti veste dignità

ancor giovane hai braccia forti per capovolgerla la vita esci dall'inedia solleva sulle larghe spalle i tuoi figli fagli scoprire gli orizzonti dove grida la luce

345 DELL'EDEN

proiezione sei e lamento come d'animale disperso

a trapassarti una spada di luce

riflesso di Vita vera se dell'eden ti abita solo quella vaghezza come in sogno

346 LA SVOLTA

impalpabile mistero è a volte la vita come il sogno coi suoi criptati messaggi da decifrare

ti senti pedina sulla scacchiera in un magico sincronismo

ed è la svolta che poi ti rivolta la vita

347 QUI DA DOVE GUARDI

gratifichi la stima di te con un éclair insieme le ingoi quelle morti per acqua tutto già visto già ingerito

pure cos'è che d'irreale aleggia nell'aria vitrea qui da dove guardi giro piatto d'orizzonte

348 NELLA PIENEZZA

asessuato angelo dall'immarcescibile aureola so chi sei ti riconosco venendomi in sogno angelo mio specchio io di te riflesso nient'altro anelo che riunificarmi a te nella pienezza

349 LEVANTE

[leggendo David Maria Turoldo]

quanta pena -Cristo- per togliere il pungiglione alla morte

quando si apriranno i cieli

e l'alba per noi sarà luce frontale?

350 NULLA SI PERDE

se di sé fu a innamorarti una melodia ora smarrita nel tempo

vedrai tornerà - sì tornerà all'orecchio del cuore viva come allora valicando gli anni alle spalle

pure ogni essenza potrai ritrovare che ti appartiene varcato che avrai il muro del tempo

come l'odore della salsedine del legno bagnato

o -sublimati- quello della pelle dell'amore

351 L'ESSENZA

inadeguati noi gettati nel mare-mondo legati ad una stella di sangue

noi siamo l'alfabeto del corpo che grida il suo esserci

noi essenza degli elementi

appendici della terra

labbra del cielo

352 NON DOMANDIAMO

non svegliamo le lune di vetro assopite nella valigia dei nostri spostamenti

da dietro il velario esse non sanno dirci se siamo assoluti

non domandiamo

tantomeno alle stelle a sbiadire nella prim' alba

e noi nomadi d'amore non si sa dove poggiare il capo

353 SPALLIERA D'ARIA

s'adagia ad una spalliera d'aria l'anima monca

in occhi di verdecielo una luce analfabeta

invertigina l'essere in questo slontanare

ma il nome è da sempre nel seno di Dio

354 CHI PUO' DIRE

[a un ragazzo degli anni 60]

non certo beata gioventù -chi può dire cosa s'agita in un profondo fitto di grovigli freudiani

volevi uscire da te ti attrasse il salto nel vuoto

“non entrambi i polsi legati un'intera nottata a fissare il soffitto no non faccio del male ora neanche a me stesso”

poi il fiotto di luce a investirti e le venti candeline -simboliche- da spegnere non era l'ora che partissi dal mondo quel mondo che ancora ti chiamava nel suo grembo di cenere e oro

355 DELTA

dove è grido rappreso la voce del deserto

si dirama l'essere aprendo di solitudine le braccia rotte

356 A SPECCHIO DI CIELO

fraternizzo con Campana se anelo al silenzio in un gran porto chiuso ai mali del mondo

dove a specchio di cielo sia riflessa unicamente la bellezza

[Dino Campana, “Canti orfici”.]

357 I SOGNI ALLA DERIVA

insieme a questo corpo vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani su vascelli di nuvole- andare alla deriva sopra un mare che più non m'appartiene

358 UN'ALA D'ANGELO

propedeutico è l'abbraccio bellezza nell'umano che schiude mondi ignoti

un'ala d'angelo vibra sulle schiuse labbra a sigillare nuova vita

359 ESTASI

[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]

ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni

l'anima affacciata sul Tuo sangue lucente ha danzato per il tempo che restava

360 DIETRO IL VIOLA

non hai un appiglio mentre a superarti è una luce blanda anneghi in un mare vasto di ossimori come un film sfocato questa vita in controsenso quasi una finzione o solo apparenza dietro il viola della memoria affondano nel nulla i tanti io

361 L'IMPRONTA

ricominciare da qui: dove l'occhio del cuore segue la curva della luce

dove si schiude la rosa tra cristalli di gelo -mentre lasci l'impronta del “fare” anima

ti fondi nell'azzurro rapito dal canto di Silesius

[Angelus Silesius – 1624-1677 –; poeta e mistico tedesco.]

362 LA SLAVINA

perla nel cuore del Gran Sasso il “quattro stelle” non esiste più ghermito dalla mostruosa mano di ghiaccio

meglio la sorte dei sopravvissuti ti dici e ancora sperare sotto la neve una voce udire pensi ai familiari perduti deglutendo caffelatte e lacrime

[tragedia del 18 gennaio 2017]

363 SILLABE

(visione)

mettere ordine nei cassetti della mente non trovare una pagina volata chissà vedi rotolano giù dall'emisfero destro parole ubriache mentre sul bordo delle orbite piccioni piluccano sillabe s-cadute

364 CAVALLI DI NUVOLE

i primi smarrimenti: quando ti sembrava dovesse cascare il mondo -disegnavi angosce o voli pindarici nell'aria

da una feritoia ti guardava un pezzo di cielo -tu ragazzino -ricordi- rifugiato in una baracca a smaltire l' “onta” di una derisione non sapendola costellata di prove la tua stella

intanto cavalli di nuvole a sequenza dicevano la vita leggera

365 NEL SANGUE DELLA PAROLA

ti fai strada nel sangue della parola al primo chiaro con la luna che spiove sui tuoi fogli

d'indicibili fonemi s'imbeve ora la nuova fragile tua creatura

366 IN MAGICO DEFLUIRE

peschi un verso dal fondo del tempo tuo non più tuo come una matrioska altri ne nascono in magico defluire

non sai mai dove ti porta poesia

altri ne scaturiscono che da dentro premono spingendo contro il costato grembo dove sosta un dio minore

e devi gestirne l'impeto di sangue e luce

367 PALPITI

la parola graffiante ferita viva lascia nel bianco

l'anima in luce di sangue si china sulla bellezza mentre rossi palpiti annoda un navigar di vele sull'aperto mare del sogno

368 DA UN ALTROVE

a volte la tua vita la pensi come fosse in mano a un vento che t'avvolga in un mantello di luce

tu che in azzurre volte ti perdi: dimmi cosa senti da un altrove?

forse lontananza che richiama un altro Sé?

369 DOVE NASCE UNA POESIA

non puoi sapere come e dove nasce una poesia – arco teso dell'essere che

sulle ali del vento corteggia il sogno e pentagrammi disegna

mentre la Musa come una Venere esce da un bagno di liquida luce

370 SCRIVI SUL VENTO

non vedi di là del tuo naso se ridimensioni la trave nell'occhio dove l'ego veleggia per terre di conquista

corri sul filo di abissi di vanagloria

il tuo sogno cattedrali di nulla

girasoli accesi ed arco- baleni pare t'invitino stolto che te depredi del bello

metti in tavola pane e rancore

disamore scrivi sul vento

371 VERITA'

non scritte sull'acqua le mie parole

pure mi nascondo come l'inchiostro simpatico mi paleso a chi mi sa leggere tra le righe

sarebbe dare perle ai porci uno sbandierarmi ai quattro venti per chi è sordo alla stregua dei potenti

372 L'ACCUMULO

ti preoccupi per il vestito? e per l'oro nei forzieri dove urlerà la ruggine?

la so quella certa malattia contagiosa serpeggiarti nel sangue

guarda i gigli del campo – Lui dice

e ti senti come chiuso all'angolo

Lui: ti fidi?

mai hai visto un sì benigno Cielo accoglierti

373 PER VOLARE

pensa: sono appena passato “di là” eppure non me ne sono accorto

vi si sta d'un bene ed è come in un sogno tanto ma tanto più vivido

ora aspetto soltanto di vestire un corpo fatto d'aria

per poter volare

374 PAROLE

parole sulla bocca dell'alba in dormiveglia mentre inizi l'interiore viaggio

cavare sangue da neo-nate parole in seno a un dio non visto

dove sale la luce

375 VELE DI NUVOLE

escono fonemi dal ventre della notte quasi ectoplasmi nell'alone di luna

saltabeccanti passeri sbocconcellano interpunzioni vaganti con vele di nuvole

376 VELARIO

amare è fatica

caduta delle braccia

ma dal peso mortale un cielo ci nasce

strappa dunque il velario volgi lo sguardo sul monte al Cristo trasfigurato

agli ultimi della terra

377 DISTACCO

ti fai fragile foglia appoggiata ad una spalliera di brezza

378 FANTASIA

entravano nella cruna del sogno salendo su per il naso vele e gabbiani danzanti sulle creste nei mari di Melville

era voce d'acque a lenire giorni feriti nell'anima a perdere

379 ARCO D'AMORE

noi siamo proiezione di Dio e come angeli incarnati del nostro Sé similmente di noi i nostri figli

-frecce scoccate oltre il corpo dall'arco teso dell'amore

380 ACQUA E MEMORIA

in cadenza di respiro acqua e memoria siamo scafi a solcare oceani del periglioso esistere

su un vento salato s'invola la sacralità della parola

381 DIETRO IL VELO

splende rosacea luce sulla bocca dell'alba

miriadi di stelle nascoste alla vista

come la vita dietro il velo della morte -a cogliere aneliti d'infinito

382 LE VOCI REMOTE

un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis

Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971

383 LIQUIDA

è striscia di luce verde la mente mentre la forma assumi dell'involucro-status quo

alchimie del sangue nel vestire la vita

il chi-sei serpeggia si morde la coda

384 PRIMAVERA

si posano le uve dei suoi occhi su silenzi sospesi teneri corpi come giunchi dondolano nella luce sognando la vita altra

FELICE SERINO

POESIE

LO SGUARDO VELATO

2016

LA VITA NASCOSTA

285 L'ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio del tempo a subire questa piaga dalle nove porte

ma a te presente il Sé -il celeste- l'esistere specchiato: vita che si guarda vivere

un mondo in un altro

Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita

286 UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado zero del divino Onniforme -ma la notte del sangue conserva memoria di volo

vita sovrapposta alla sfera celeste regno d'immagini epifaniche

emozioni elettroniche

eclissi dell'occhio-pensiero

287 NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore eiaculo i miei sogni - vivo una stagione rubata al tempo -mimesi icariana sul vetro del cielo-

nel paese interiore brucia il mio daimon di febbre e di luce

288 DELL'INDICIBILE ESSENZA

dell' indicibile essenza
noi sostanza e pienezza

solleva l'angelo un lembo di cielo:

in questa vastità soli non siamo: miriadi di mondi-entità ognuno in una goccia di luce

289 ANGELI CADUTI

fuori dal cielo bevvero l'acqua del Lete

ora non sanno più chi sono

presi nella ruota del tempo mendicano avanzi di luce – curano le ali spezzate

per risalire nell'azzurro

290 PRESENTIRE

finirà qui tutto il visibile -col panorama dei sensi

a sopravviverci voce di sangue in un non-tempo inconoscibile

l'astronave-di-luce tra cirri e nembi e corpi celesti

291 L'ALBERO

di Te il dito la saliva il fiato:

ri-fiorire vita in cuore disabitato

e gli esecrandi crimini? non ricordi

dal sacrificio estremo l'Albero di sangue si è ingemmato

sopra uno sconquasso di secoli

292 EPIFANIE

vita che si guarda vivere e ci guarda vita che si pensa ed è

-riflessa vita che apre la fronte del mattino

ed è esistere nel suo ricrearsi

epifanie

293 FARSI INFINITO

in apparente spaziotempo un infinito sospeso

-sogno fatto carne

la vita è alfabeto del tempo da sillabare vuoto di forme – ombre

nel bianco respiro dalle labbra quest'anima s'invola

294 L'ABBRACCIO

(in dormiveglia)

si concentra ed espande l'amore in quel vivere-morire delle prensili braccia sospensione apparente carne e cielo

295 IL SOGNO DI TE

in una sospensione lucente ride la tua immagine d'aria

nella fodera del cuore ho intagliato il sogno di te

sulle ali del vento le parole che ti dedico

296 LA CASA DELLE NUVOLE

ha bisogno di manutenzione -sai per produrre versi come miele -vanno oliati gl'ingranaggi verificata la tenuta perfetta dell'ossatura l'efficienza della struttura

tenerla in ordine come un condominio

ma tu la ritieni come fosse di proprietà esclusiva:

contenitore di sogni è risorsa a cui chiunque può accedere -ti basta?

297 DI QUA DEL VELO

(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza)

di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno

nella palpebra del sole un embolo d'ombra dimora che insanguina il vento

298 MOMENTI

di cos'è fatta la vita-energia se non di momenti rallentati -per cui è un girare in tondo su te stesso

o forse di virgole di sangue e amore rapprese in un grido sul vetro del cielo

299 NELL'UNO

dal Tutto ritrovarsi nell'uno a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi

lacerato dalle lancette d'un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

300 IL SOGNO DI DIO

in seno a cieli di cui non è memoria assai prima del corpo quando già da sempre era la Parola

il sogno di Dio

il Suo soffio

poi la fatidica domanda “dove sei Adamo”

e furono i cieli capovolti

301 BRANDELLI D'AMORE

falesie di pensieri tesse ragno di luce

vertigine: come sarà senza il corpo -serbata la vita nella Pietà del sangue

solo espanso pensiero saremo?

ci consoli certezza di portare in salvo brandelli d'amore

302 GL'INTOCCABILI

sì onorarli i morti che ci perdonano con un velo di pietà

quelli che sognarono il loro eldorado ragazzi degli anta presto dipartiti

ora di qualcuno d'essi verrà detto era un pezzo di pane -anche se di certo avrà portato con sé i suoi scheletri

o si saranno nell'altra dimensione dissolti

303 INFINITUDINE

parabole di carne

siamo archi tesi nella mano dell'eterno presente

noi nel divenire appoggiati ad una spalliera d'aria

304 DISTACCO

giungere dove ogni linea s'annulla un brivido bianco e sei altro

fiume che perde nel mare il suo nome

..................................................

TRANSITI E SOSPENSIONI (2016)

305 INANELLATI ALEGGIANO PENSIERI

(la fatica dello scrivere)

inanellati aleggiano pensieri si frantumano ri-compongono tu aureolato di fumo a lasciarti corteggiare dal misterico chiarore d'una complice luna

rima sì rima no baciata o interna e che suoni

un corpo-a-corpo con la parola

intanto

di Selene un dardo il foglio trapassa dove ristagna esangue poesia

306 DALL'IMMAGINE INFRANTA

(a Danilo Dolci)

risalire dall'immagine infranta -quella dopo la caduta- dove è voce del sangue la ferita del cielo

limare le parti non combacianti con la figura del divino

innamorato dell'uomo nuovo tu guardi al bambino

che tende le prime radici nell'aria

307 FIORE DI POESIA

'lo gnaolio dei gatti in amore tra gugliate di luce'

belli sti versi che leggo sorseggiando un drink ma dove vai a parare me lo dici?

timore della pagina bianca?

scandagliare devi macerarti immergere le mani nel sangue a far nascere nuovo fiore di poesia

musica che arrivi al cuore

308 CREATURA DI SABBIA

io non io esisto di qua di là dello specchio -una distanza mi separa: vivo mi avviluppo in un sogno lucido

Sogno sono di me

io creatura di sabbia

309 QUELLA SOSPENSIONE

non già l'appagata sorpresa ma in vita tenere l'attesa cullare il desiderio -avrebbe forse sentenziato il saggio de 'I Ching'

sentire nelle vene serpeggiare il prolungarsi d'un'attesa lancinante ma dolce

trattenere quella sospensione lucente simile a stillicidio che scavi la pietra

I Ching – Il Libro dei Mutamenti

310 LIBRO DI POESIE

aspettare per farne -forse- un “mattone”? o subito licenziarlo libercolo smilzo?

alle spalle l'assedio degli anni: mi spingono nella strettoia -o foce- dell'ignoto

gioco col tempo che resta a sfidare la morte

visti non visti i giorni sciabolate di luce

a sfogliare mesi anni

311 MIMESI

icaro e le ore acrobate dove spegnere inconfessati ardori

il “grido” espanso che nell'aria trema

l'angelo è di cenere

312 FAME

tutto relativo non Dio non la fame

ho visto un'ombra aggirarsi tra i rifiuti non era un cane randagio era un uomo

pro(re)gresso?

la giustizia artiglia urla fame di Dio

313 NERO DELLA NOTTE

(a un dissoluto)

punto di non ritorno?

quale sprofondo ad accoglierti

non sai più chi sei dentro giorni perduti

ah ti trapassi una spada di luce ti canti nel sangue un angelo che ti aiuti a grattare il nero della notte

a sollevarti dal tuo sudario di morte

314 VERTIGINE

'donnez moi dammi una scala per il paradiso' dicevo in dormiveglia e ancora quali nonsense aborti di parole frasi sconnesse

strascichi bave

era uno scivolare in me senz'appiglio

come affetto da demenza senile o scoprire in me il bimbo accoccolato nella mente

315 MIGRANTE

il ragazzo lasciato bocconi sull'arenile sembra dormire avvolto dal manto della notte gli lava dalla salsedine la parte del viso un cane randagio

ora non sentirà più i morsi della fame

è sazio di cielo

sul corpo un fremito di stelle

316 DEL SOGNO

linea di divisione -luna del sangue a ricreare ancestrale luogo-non luogo

ectoplasmi

-cerchio del sogno

asimmetrico volo

317 ASSOCIAZIONI

i nasi all'insù contro la luce livida d'un cielo che non promette un rondone rimasto impigliato chissà come sbatte furioso le ali

strana associazione d'idee se va la mente al 'falco alto levato' di Montale

[Le parole virgolettate nell'ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]

318 CONOSCO LE VOCI

(a tutte le vittime per la giustizia)

conosco voci che aprono strade di libertà e amore conosco i nemici della luce che aizzano i cani neri della notte lacerando i sogni di nuovi mattini

conosco i nomi dei poeti assassinati che dal sangue han levato la voce -i loro j'accuse come lingue di fuoco

conosco la “fame” dei senzavoce il profondo dove si apre il grido

319 L'ALBERO DI GIUDA

tagliando per la pianura non trovavi più il cuore

sulle punte delle stelle ti volevi trafitto e il sangue quasi ricamasse una scritta ingloriosa

ma il tuo albero ecco venirti incontro

e già il cappio vederlo -sinistro

320 PRIMA DEL GESTO

(altra visione di Giuda)

ti saresti ubriacato col prezzo del sangue soffocando nel vino quella lacerazione infinita

ma avresti solo ritardato la fine

prima del gesto estremo scacciasti via da te quella luce a guisa d'angelo

non potevi saperlo eri scritto nel Libro per un ruolo ingrato -sulle labbra ancora il fuoco del bacio

[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo “La Gloria”, aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]

321 LUCE E OMBRA

se posso mi cerco un posto all'ombra -non m'ispira il tipo lucertola- ti guardo attraverso gli occhiali scuri mentre leggi per ore distesa su uno scoglio

ha un che d'incantesimo questa sospensione palpabile nell'aria

linea d'ombra e luce a separarci ma metti i tuoi ridicoli puntigli

322 STANZE

le notti inzuppate di sogni quando nonsense veleggiano sulle ondivaghe acque dell'inconscio

o ti vedi seguire una successione di stanze e ti perdi e ti ritrovi in un'altra realtà-sogno o dimensione

323 ISOLE

concatenarsi di sequenze evanescenti sognare di te tu di me ma mai questi mondi paralleli s'incontreranno li inghiottiranno onirici buchineri così le nostre vite trasversali un fondersi di corpi ma isole gli universi dell'anima mondi di celeste fuoco che si sfiorano e mai combaciano

324 UN CIELO BIANCO DI SILENZI

(L'ortografia)

punto sul vivo da strafalcioni anche il foglio sembra aggricciarsi attraversato da una fuga d' immagini

in un bailamme di fonemi -dalle acque del sogno a risalire strambe parole nell'aria di cristallo-

illividisce un cielo bianco di silenzi

325 LO SPAZIO D'UN SOFFIO

schegge di voci di abbandono

il pallore di luna riflette nel bicchiere luce ubriaca

occupi lo spazio d'un soffio

in fine consegnerai il nome

326 POESIA-FINESTRA

dici poesia intendi finestra

affaccio dell'anima bagnata da alfabeti di lune

è finestra su un mare aperto poesia

per l'orecchio del cuore-conchiglia

327 IL TUO VOLARE ALTO

l'anima spando sulla terra a ricambiarmi una solitudine ampia come il cielo

mi appresto a gran passi agli ottanta e ancor più poesia ti canto -del mio sangue azzurra ala

ai confini della sera in quel farneticare che richiama la morte

il tuo volare alto come preghiera

328 IL SALUTO SPEZZATO

[11 settembre: a 15 anni dalla strage]

tutti ricordano dove si trovavano in quei fatali attimi quando il cielo si oscurava ingoiando cenere e odio

tutti ricordano -i superstiti- l'ultimo gesto -uno per tutti la mano levata quel saluto spezzato

come il battito dell'ora in cima alla torre

come il pulsare del cuore straziato

329 ULISSIDE

(l'ispirazione)

prende forma la vela dalle profondità inconsce la governa ulisside o forse si lascia guidare

sull'infinito mare del sogno

speculari all'acqua emergere vede parole

il fonema del canto su curvature di luce

330 NEI MIEI SOGNI

c'è un donnone nei miei sogni mi perdo fra le sue grandi mammelle piccolo piccolo mi faccio e come scricciolo mi c'infilo nel suo caldo grembo

al riparo degli tsunami del mondo

331 UN SECCHIO DI STELLE

un secchio di stelle acqua e pensieri ondivaghi e le stimmate di te nella memoria come sangue rappreso

nel fondo a ravvivarsi ali e venti aquilonari l'ingoio di soli su orizzonti di fuoco

332 L'ACCUMULO

Tu non persegui chi usa bilance false lasci gli si ritorca l'ingiustizia e l'oro diventi capestro o ruggine

ahi l'accumulo cui spezza il cerchio la morte

333 NOMADE D'AMORE

gli occhi luccicanti delle finestre contro la lavagna della notte che disegna arabeschi di mistero

dove ti porta il filo dell'immaginario o del sognare

dove questa strana ma feconda inquietudine serpeggiante nel sangue tutti i libri letti i mari solcati -odisseo tu nello spirito- dove questo cuore nomade d'amore ti porta

334 LA TUA VAGA ESSENZA

tocco in sogno la fiorita riva delle tue braccia: è una dolce pena questo lieve sfiorare la tua vaga essenza a un lunare complice chiarore

335 IL GRIDO

non altro che raccogliere su foglio il Grido l'amaro sangue -morte per acqua-

parole a segnare vergogne

dall'alto spettrale silenzio su vite lacerate

336 CASA DI RIPOSO 2

-nella vita chi non si dà muore mangia se stesso- sentenzia il “saggio” in degenza

la nuvola di vapore dalla cucina offre un che di magico un familiare tepore

là fuori un mondo che vive la recrudescenza dell'inverno – gli alberi orfani di foglie e canti .

FELICE SERINO

POESIE

NELL'INFINITO DI NOI

241 DOVE L'ANGELO

falesie di pensieri nella fragilità del giorno quando alta s'eleva la parola – dove il senso di sé t'innamora

dove l'angelo perde una piuma

242 VAGHEZZE DI LUNA

vola nel sangue della parola l'anima gemmante

un'alba cadmio accoglie in vaghezze di luna l'erratico cuore

243 CUL-DE-SAC 2

tu che deambuli come su inclinati piani dimmi che vedi in questa bolla d'alcool e droga se mondi immaginifici o sorta d'inferni

ti scagli sulla madre per la giornaliera dose tu potenziale omicida su strade d'asfalto allucinate

ahi che non vede mai giorno il tuo cul-de-sac è rovi e croci sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti

244 VERTIGINE DI SPECCHI

un'incognita ti resta la vita nebulosa sogno o cos'altro che ti avviluppa in una bolla

o forse solo velo da strappare col beneplacito del tuo angelo

vedi alle spalle i frammenti di te in una vertigine di specchi aggrapparsi al vuoto ricacciati indietro dall'unghiuta morte

245 DI LUCE L'ABBAGLIO

(testimonianza)

colma la bocca di luce l'abbaglio della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell'aria

246 DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive

vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano

247 VIVERE IN VOLO

fantasia questo vivere in volo nella liquida luce

notti acrobate a fare incetta di sogni per un'alba d'inchiostro

248 BLU MARINO

sciami di pensieri sparpagliati in riflessi di luna fantasma ore dilatate un'alba fitta d'inchiostro blu marino

altri me a sciorinare
-tenerezze in sorrisi di fiori- della vita anteriore

249 LA TENTAZIONE

è innegabile abbiano avuto debolezze i santi prima d'involarsi

risalendo in strenua lotta luce dopo luce alla parte angelica

250 IL FILO DEI RICORDI

aprire a ventaglio la mente su pindarici voli e lucidi sogni

vi ci trovi tra vaghe nuvole un nugolo di uccelli a farti corona riportandoti nel becco il filo dei ricordi e i versi amati e persi

251 COME MONNALISA

dove trovarti nudità di poesia tu assisa nell'olimpo degli aedi abiti forse nel puro sguardo del neonato o nel bagliore della lama uscito da una novella di borges

imprendibile sei e sdegnosa mi segui come lo sguardo di monnalisa esci dal quadro e sguinzagli i malcelati sogni

252 UNA CERTA LUCE A FLETTERSI 2

una certa luce a flettersi nella dimora della mente: quel tuo ostinato cercare tra i naufragati ricordi il volto amato reciso dalle forbici del tempo

nell'assedio degli anni oggi ti sorprendi a dar corpo alle ombre

di fantasmi inanelli il tuo presente

253 COSI' LA VITA

sprovveduto senza guardia andavi giù al primo colpo quello non previsto neanche dall'oroscopo

groggy ammaccato ti avvitava l'umana giostra come rivederti bambino tra la folla la volta che t'eri perso

così a portarti in giro su piani inclinati la vita

254 DAI VETRI

the per due ed un sorriso ricambiando lo sguardo sopra il bordo della tazza

dai vetri il fermento con gli ultimi guizzi di luce e un altr'anno alle spalle

altro non t'aspetti non la bottiglia dall'oceano tutto già accaduto

pure tenti glissare sui sussulti del sangue

255 NELL'ARMADIO

a volte m'invita a visitarlo lo spolvero lo lucido e grato mi si apre in un sorriso tutto denti m'improvvisa una danza

indossa una maschera per l'occasione

si sente solo quando le volte non lo considero lo sento frugarmi nelle viscere nutrirsi del mio sangue

fortuna ch'è un tipo da acqua in bocca

256 LE TUE CASE DI VETRO

(ad Antonia Pozzi)

vi specchiavi la verde età fuggitiva dipoi a trapassare i vent'anni la freccia di cupido

ti abbeveravi nei cieli di Poesia dove ora svolazzano senza tempo bianche colombe le pagine di vita

vergate fitte al rango di passioni accese

[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]

257 L'ESSENZIALE

molto dire con poco degli elementi solo un accenno come una pennellata lasciare immaginare -l'acqua che canta alla fonte lo specchio del ghiacciaio che acceca

non è detto potresti rinvenire come in sogno lucido tra il soffice manto il messaggio di quel saggio abitatore delle nevi

“per una vita proba l'essenziale”

258 DAL PRINCIPIO QUALCUNO MI SOGNAVA

la mia essenza si specchia nel bianco di cieli anteriori

dove a iniziare voli in un battere d'ali fuggono piccole morti

e ad abbracciare il sereno quel ricucire strappi nell'azzurro

io sto da sempre nella scia d'infinito nascere

259 GUERRIERA DI LUCE

(a Santa Madre Teresa)

toccato dalle tue scarne mani il derelitto come angelo passava nell'aria

guerriera di luce tu ultima tra gli ultimi facesti tua del reietto la dolorante carne

il tuo annullarti consegnato alla sacralità del giorno

260 ALLUNATE DERIVE

visioni aprono varchi nel cuore ove fanno eco i ricordi e allunate derive trattengono vibratile fiammella

resta indefinito sogno o piuma di nulla misteriosa fanciulla che si piega nello specchio

261 SINERGIE

sognare immerso nell'azzurra luce il sogno sono io disincarnato che prove di volo inizio falena contro il soffitto col sembiante del fanciullo luminoso

ah quel senso d'onnipotenza nel guidare me stesso entro la via regia * vedermi ospitale dare udienza ai miei morti che risalgono pare dal mare per “incarnare” il sogno

*definizione di Freud del sogno

262 VITA CONTROMANO

(a James Dean)

il gesto del cogliere la rosa sul filo del burrone dove palpebra la luce lo strappo nella rete la smorfia che tradisce quel mordere intestino

l'apparirti anamorfosi il mondo che ravviva non sai se deliri o sogni:

del tuo essere “bipolare” ottenebrato splendere

263 IN UN LEVARSI DI VOLI

scuce tempo Penelope sdegnosa così noi a sfogliare le ore morte

fuori dal tempo uroborico in un levarsi di voli sarà voce del sangue a dirci che forse non sarà stato che un sogno la vita

264 COMPLICE LA LUNA

entrare nel labirintico specchio del sogno dove inconfessate brame si librano sul filo di acrobate notti complice una pettegola luna

265 DIVAGAZIONI

non vai da nessuna parte quando dici non siamo che manichini in mano al destino -ce lo facciamo in parte noi stessi

dovresti sapere che la vita ha in tasca la morte e l'occhio lungo oltre l'umano orizzonte

in cospirazioni del nascere

come il puzzle di parole neo-nate a cui hai sospeso il respiro

custodite in segreto in luminosa nube

266 LA MISURA DEL SOGNO

avevi l'occhio lungo tu nel dire che la vita ricalca le orme dei passi

altro sangue i destini che ci unirono

sai: nelle acque della memoria oggi di te non cerco che la misura del sogno

nell'ondivaga luce degli occhi trasparenze

267 UNA GIORNATA DI

suvvia eccedi a chi pensi dare la colpa come si dice è stata una giornata così

esageri se pare ti si spalanchi d'instabilità un baratro viola in fondo agli occhi

268 RADICI DI CIELO

ondivago in te l'oscuro l'alterego che insaziato nutri albero capovolto che geme con radici intricate di cielo

ma è un esplodere di vita l'aprirsi del fiore

269 IL FIGLIO

non più carrube Signore torno a casa

non più miraggi d'eldoradi

sì torno a casa all'amore totale

indegno sia io sgabello ai Tuoi piedi

270 NELL'INFINITO DI NOI

il tuo volteggiare Nina nelle stanze viola della memoria -dicevi il reale non è fatuo apparire o entrare nello specchio dell'essenza evocando palpiti di luce di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito dicevi- qui siamo affratellati nel sangue con la terra e la morte

271 LE VELE DEL SOGNO

me ne andrei quasi di soppiatto alle prime luci mentre si fredda la tazzina mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte nei miei occhi azzurrocielo il mare aperto nell'abbraccio delle vele del sogno

272 BRICIOLE DI POESIA

anima casa di mare dove a frotte s'annidano gli uccellini azzurri di Maeterlinck a ispirarmi l'abc del sogno a beccare briciole di poesia

ferve nel tuo cielo un volteggiare di fòsfeni ed ali

Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo – 1862-1949 [Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l'Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]

273 ROSA DI PARADISO

Tu fiore del mio sangue dal profumo rosa di paradiso perdonami se non c'ero quando m'imploravi “Eli Eli” ma si doveva sostenere la lingua della Parola

e Tu occhi rovesciati chino sulle miserie abbracciassi dalla Tua croce il mondo

274 ELEGIA

ora m’incolpi del mio silenzio? e Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia venivano spinti sotto le docce a gas Io ero ognuno di quei poveracci in verità ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda del carnefice quando fa scempio di un bambino innocente Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce la più abietta la benedetta ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

275 FARSI ULISSIDI

ancora sorpresi dalla vita ci trovi la morte

vivi delle prime nuove come nell'età impastata di sole e illusione

o farsi ulissidi nel ricucire vele per respirare il salso di aperti mari

276 L'OMBRA 2

meridiana a perpendicolo poi eccola s'allunga l'ombra oscuro specchio che mi ripete si spezza allorché riflessa tra pigre nuvole nel lago

277 LA VITA NASCOSTA

(Pasqua di Resurrezione)

in seno a cieli di cui non è memoria dove nessun grido resta inascoltato è la vita nascosta

percepisco il sangue mio elevato in fioritura da acqua e luce primaria benedetto

278 NEL GIARDINO D'INFANZIA

risalgono dal cuore giorni analfabeti a dire l'urlo della rosa l'insaziato stupore

e i me stessi a spiare dalle crepe dei muri o a giocare tra losanghe di luce

in un tempo che lento rimonta

279 ANGELI DI CARTA

gli occhi un po' stanchi vedo nel mio cielo volare gli angeli di carta di Rafael mi pare udirne il profumo i celesti canti

oh mi vengano in sogno queste creature fiammanti le fraterne ali a coprire le miserie degli umani

Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999

280 LEVANTE

levante del cuore dove rinasci

la mente in espansione la tua empatia tutto un mondo che trasloca nel lasciare la casa del corpo

la penna tuo viatico vita a fiorire in un mare d'amore-endorfina

281 COME LO STELO

(Giovedì Santo)

primavera ha le mani piene di fiori ma come lo stelo il cuore mio si flette in arida aria

282 LE VELE

le vele le vele decantate dal visionario di Marradi sui verdi mari del sogno dove prende l'anima il largo

bianca schiuma ti spruzza chiarore selenico dipinge di poesia il cielo

Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932

283 SE SEGUI LA PISTA

raggio nella carne l'altro che di te preesiste

è avvolgerti d'ombra il suo ritrarsi se segui col lupo la pista del sangue

284 SENZA TITOLO

fine del giorno inargentata sul mare -negli ultimi guizzi di luce palpita il cuore delle barche

e la vita? si perpetua -la vita non può morire

impregnata fin nel verde dei frondosi rami casa degli uccelli

la casa è il secondo corpo -così strato su strato i malli dell'anima

questo mondo l'altro -da cui beve energia

FELICE SERINO

POESIE