FELICE SERINO
POESIE
DIETRO IL VELARIO
(2021)
279
AVEVO IN MENTE UNA POESIA
stamattina avevo in mente una poesia
stasera
non ricordo più nemmeno un verso
ho lasciato il foglio bianco
con flebili echi d'un mezzo secolo e
ora rammento solo una pioggia di luce
di stelle sopra il letto
e il caldo abbraccio di lei
sullo schermo della mente
un vissuto che sembra ieri
280
ASPETTATIVE
vestono
il rosso della passione
le svolte del cuore
un volo alto
è richiamo
di aspettative in divenire
in un mondo devastato
281
SENZA TITOLO
sono malato d'azzurro
sarò
putrefazione? non “io” certo ma questo
involucro che indosso
mi abita un luogo-non-luogo e sono
invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!–
corteggerò le miriadi di stelle
che hai posto nel cielo e
sarò sgabello
ai Tuoi piedi
282
LA BEFFA
ho sognato che
fiammelle erano le dita
che benedicevano
del santo protettore di quel luogo
impronunciabile
lo portavano in processione il santo
lungo la strada stretta in discesa
qualcuno cedette la statua
finì in pezzi
l'ultima beffa
le armi che portavano addosso
283
UN BUCO NEL CUORE
lasciammo l'intima essenza
nella dimora dell'eterno
relativi
sogniamo epifanie di voli –
ed è un buco nel cuore
la bellezza mancata
284
SCOPIAZZARE
meschino espediente -parole
d'altri potrebbero
rivoltartisi contro come jene
cosa risulterebbe infine? una
poesia non-poesia -
né carne né pesce
nemmeno cercarla
devi
tra parole vaganti nel sangue
sarà lei
disponibile
quando meno te lo aspetti
285
DETRATTORI
non si può fermare
lo sbocciare della rosa
se vuol dischiudersi
anche nel gelo
nuda
disarmante
contro i detrattori di
bellezza – che
splendenza emana e
armonia
286
NELLA FINE L'INIZIO
(a Tiziano Terzani)
riconoscere nella fine
l'inzio – di questa
vita il negativo o rovescio
in quel tempo
non trovarsi -ahinoi- ubriachi
di mondo
287
PER UN RICAMBIO D'ALI
Lui ci culla
sul mare della misericordia
della sua carezza di madre
noi siamo indegni
manda a noi abbrutiti
l'angelo per un ricambio d'ali
ma l'impulso icariano
è brivido
che corre nelle vene del cielo
288
DI NOI
di noi
mostriamo esigua vita
più l'esteriore che
quella che ferve nel sangue
i viaggi mentali i sogni
mistero ch'è appannaggio
di proprietà esclusiva
-la testa reclina
il nostro fido ci guarda attento
come cogliesse pensieri
289
IL VINO
il vino del vangelo
è quello delle vene aperte
su cui si posero labbra
di madre
prima che il cielo si oscuri
prima della fine del tempo
“bevete tutti da questo calice
di sangue”
290
PRIMA LUCE
i sessi unificati
vestiranno la grazia angelicata
quella della prima luce
291
L'ALTEREGO
il soffitto ti si fa cielo
nel pregare
angeli ti scendono nel sangue
quando ancora ieri
abbrutito covavi
rancori verso te stesso e il mondo
amore
era parola vuota: eccoti ora
specchiato nel tuo doppelganger
che ogni volta
annega
nel lago della sua spocchia
292
ALLA STAZIONE
nell'intravedersi da lontano
agitare festosi le braccia
come volersi levare
nell'aria – uccelli di passo
293
SI SPERA
si spera che la morte ci trovi vivi
parafrasando un celebre detto di marchesi:
si spera: ché l'uomo
spesso è al di sotto della bestia
(erode/erede della svastica)
a voler oscurare la notte della Nascita
-mentre il mondo continua a girare in tondo
senza un fine catartico
294
IL LUOGO ACCANTO
dovevo immaginarlo
nulla di cambiato
è solo il “luogo” accanto
dove ci si trova trasparenti
come mi sono visto
in sogno una volta nell'altra vita
295
AI PIEDI DELLA NOTTE
un nodo d'inquietudine sospesa
si scioglie ai piedi della notte
sotto una luna ammiccante
l'amore è come l'ansimare del mare
s'abbevera del sangue delle stelle
aduna in sé il sentimento del tempo
vòlto dove è dolce la luce
296
ANGELO DELLA VOLTA
benevolo mi eri
novenne o giù di lì
ché dalla volta mi dettavi parole
di luce per poesie rimaste nell'aria
indicibili voci erano
d'un oltretempo
ove si schiude tremulo il fiore
che porto in me d'eterno
297
IN VESTE D'ANGELO
l'atto dello scrivere
è stato di trance: esci
dal soma e ti cali
nell'immaginario
che in veste
d'angelo una lanterna
ti presta
per i fonemi
298
SOGNI
ti sei visto ancor giovane
più d'una volta esibirti
in acrobazie per i soli suoi occhi
(lei sull'amaca capelli di grano)
o le volte prendere treni
in corsa o librarti contro
il soffitto o disfarsi la
carne fino allo scheletro
-è la sola mente che crea
un oltretempo
gioco iperbolico
quella volta che nel “luogo accanto”
Ungà ti fece un cenno
per dirti
questa poesia la puoi migliorare
299
MEMENTO
bau e miao
la parola gliela leggi negli occhi
ma come tutto il regno animale
essi non si affacciano sulla loro morte
a cogliere
il proprio limite
(forse nel dopo
si è
quel che si fa e si pensa -
e dunque rispettiamo
le creature viventi
inconsapevoli – occhi di stelle)
300
DI LA'
“di là un qualcosa ci sarà” -
“qualcosa” dici?
non basterebbe lo elevassi all'infinito
o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina
quel che si dice
Assoluto: non vi sono porte da aprire
né privacy né pass da nascondere
non tracce da seguire – impossibile perdersi
e ancora: è un compenetrarsi
di eterei corpi – dove il
virtuale/appendice dell'uomo
è un sogno senza coda
301
ANIME FERITE
( è boomerang nell'ordine cosmico
il male e il bene che si fa)
raccoglie il Signore le anime ferite
col mestolo della compassione *
laddove non si smorzano striduli
echi a insanguinare il vento
*rifacendomi a un verso di Gregory Corso
302
IN TE L'IMMENSO
quest'allumare d'anima che
senti come vastità
di rifiorite rive
questo accogliere in te
l'immenso
oltre l'esilio di carne
franta
303
DIETRO IL VELARIO
che siamo -
un fremito – come quello che avvertì
il primo uomo – in questo volteggiare
d'anime erranti
maschere in una
pantomima -
dietro il velario
dove s'apre il grido
della bellezza ferita
riconoscersi
304
PENSO DUNQUE SONO
sono pensiero: ché pensare
non è soggetto al soma
non un organo altro è la mente
lei è ariosa
bramosa di voli
in quella sequenza di figure
quando la nuvola scherza col vento
305
GLI ULTIMI GIORNI
essere di pietra – per sopprimere
quell' urlo chiuso nelle ossa
“lasciare
che i morti seppelliscano i morti”
no non ci sarà più tempo
per piangere:
già vedi come funereo lenzuolo
penzolare il male dall'alto ramo
306
KERMESSE
marzo le strade ammantate
di coriandoli -magia per i bimbi
si è un po' bambini anche noi
sbizzarrirsi in maschere da folletto
il gattino col fiocchetto
la ottantenne con un palmo di belletto
l'apparenza è sovrana
il gusto è g(i)usto
truccarsi in bruttezza è bello
307
SOLITUDINE
livido cielo è l'ora
del crepuscolo il vecchio
spalle curve bavero alzato
col suo dolore imbavagliato
lascia la panchina – se lo farà
un bilancio
tornando verso casa?
sguardo svuotato
ha lasciato pezzi di cielo: solo
con l'affetto dei gatti (ci divide
la cena)
le frequenti
notti bianche
conta le ombre sul soffitto
che assumono sembianze strane
308
L'ESSERE E IL NULLA
“credo nella resurrezione della carne”
pensa all'essere impermanente ma
anche che l' “essere” non cade nel nulla
l'esistere è da sempre
pensi: ed è già essere per sempre
l'essere può frangersi in un gioco di specchi
ma non cadere nel nulla
il nulla non esiste
309
VISIONE
neanche il tempo di pensarlo
e ti ritrovi
immerso in fondo all'oceano
lotte sanguinose avvengono
tra pesci di grandi dimensioni
quelli minuti sembrano sorriderti
la triglia ti fa l'occhiolino
la supremazia è la regola
negli abissi dell'oceano
come avviene in superficie
con gli umani
tra pesci piccoli e grandi
310
D'EMPITI
di fonemi
indiarsi
d'empiti
a capriolare nell'aria
presenze
ancora in fieri in ondivago
sogno
311
MENTORI
ledi armonia se nel
voltarti
chiedi vaticini agli
iperurani
mentori della volta
celeste dal volto
rasserenante
312
QUASI ESTATE
sole ad asciugare le ossa
e i panni in un'ora
il vecchio sofferente aspetta
il sole della morte
giocano bambini alle giostre
sotto l'occhio vigile
non si può morire in giorni come questi:
non ti aspetti
che il criminale si svegli al mattino
e inneschi la bomba nel nome di un dio
313
LA FERITA
si è assuefatti impermeabili
ad ogni evento il più cruento
asettica aria asseconda un vuoto
di umori non fosse per il grido
della pianta alla radice
la sua ferita bianca
314
DA QUANDO LA MANO
tra fiammate d'odio disumanante
aggriccia il cuore del mondo
da quando la mano di caino
si levò e fu un rovinio di cieli
continua a splendere il sole
su acroteri del nulla
e l'uomo a vestire simulacri
si grida alla giustizia mentre
il piatto della bilancia pende
per la vergogna dell'homo sapiens
315
FOGLI-AQUILONI
impregnati dell'humus dell'estro
del vasto respiro di cielo
svolazzano s'impennano appena
liberati dall'artefice dei versi
-suoi non più suoi-
a volerli divulgare per il mondo
316
ASSONANZA
dov'è resettata
da ogni ammennicolo la mente
lì è itaca del cuore
vi è assonanza
coi tuoi morti
risaliti dal mare a custodirti
317
FUORI DALL'ORDINARIO
la realtà non è da sé
è la mente che la crea
asseriscono alcuni illuminati
va da sé
che ti stimolano pensieri
fuori dall'ordinario
mentre un gabbiano ti fa il verso
sorvolando l'immaginario orizzonte
318
DEI MIEI DETRATTORI
(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)
lasciai alla terra il corpo-zavorra
da cui forse con sollievo mi trassi
se sia ala d'angelo a coprirmi
il disonore -si dirà- ora che
s'una misera tomba s'accanisce
dei miei detrattori il ghigno
feroce e lo sputo
319
ANIME CHE SI CERCANO
(ispirandomi a Borges e Pessoa)
anime che si cercano
vestite di apparenza
siamo: forme passeggere
giriamo in tondo senza
mai trovare il centro
lontani da noi siamo
sulla pagina del cielo una mano
d'aria scrive di noi
e delle nuvole
320
IN QUESTO GIORNO CHIARO
(25 aprile)
s'estende a macchia di leopardo
il tuo palpito rosso
su campi a maggese a perdita d'occhio
libertà è un'apertura di vento
in questo giorno chiaro senza sconti
321
INCANTO
i dolci animali d'acqua terra e cielo
a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole
nel mare del cielo un tonno guizzante
assume sembianze sull'onda lucente
il bimbo sogna guardando estasiato
ippogrifi e delfini in lenta sequenza
pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando
noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie
322
DAL NIGHTMARE
uscire di forza
dal nightmare bucando l'aria -
la riuscita
se in parte è già tanto: trovarsi
nel letto della vecchia casa
d'infanzia
sogno dentro il sogno
323
L'INFINITO DI NOI
dentro di noi siamo
un infinito ma confuso: una
“finita infinità”
per dirla con la dickinson
percepiamo a tratti
andiamo come ciechi – vediamo
“per speculum in aenigmate”
e ci sogniamo
324
INTATTO LO SPIRITO
ho ripreso in mano le poesie giovanili
alcune rifatte altre modificate
con severi tagli senza rimpianti
ispirazioni bucoliche vestite di primavera o
di autunnali malinconie
vi è rimasto intatto
lo spirito degli alberi e del vento
la resina la radice linfa da cui vita rinasce
325
CHE LUCE
che luce bagnerà
i nostri morti – che amore – se l'uno
nell'altro si specchieranno – se
si sogneranno: ti chiedi
se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':
“mangiate di me e non avrete
più fame”
326
CHI ERAVAMO
enigma la vita
siamo non siamo
chi eravamo: dimenticato – solo
incarnata nostalgia
restiamo
della bellezza sulla fronte del giorno
l'urlo del fiore
immarcescibile nella luce
327
L'INDICIBILE PARTE DI CIELO
indicibile la parte di cielo
ch'è in te e ignori
basta
che solo un verso o poche note
ti richiamino
a una strana forza interiore:
e cessi
di sentirti mortale
328
ALBERI CHE CAMMINANO
il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d'alberi che camminano
(anche se oggi
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo)
329
CON L'ANIMA NUDA
con l'anima nuda o corpo
etereo lei mi vedrà
mi attraverserà l'aria
senza scheletri nell'armadio
nella nudità che siamo
di me altra “visione” avrà?
e io di lei?
ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglierà pienezza?
330
PER POCA FEDE
vertigine dei giorni vuoti -
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte
il tempo
ci volgerà le spalle per non
esserci fidati abbastanza
e la luce non ci conoscerà
331
RIFLESSO
(il soma: “appendice” del cielo)
siamo solo pensiero
non espanso
frammento della Mente che
crea universi-mondi
(riflesso questa vita
che si guarda vivere:
un mondo in un altro)
332
FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)
la vita
un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra
e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d'acqua
333
LAVAVO LA VESTE
trovai ch'erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera
a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue
lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte
...........................................................
DIETRO IL VELARIO
(2021)
279
AVEVO IN MENTE UNA POESIA
stamattina avevo in mente una poesia
stasera
non ricordo più nemmeno un verso
ho lasciato il foglio bianco
con flebili echi d'un mezzo secolo e
ora rammento solo una pioggia di luce
di stelle sopra il letto
e il caldo abbraccio di lei
sullo schermo della mente
un vissuto che sembra ieri
280
ASPETTATIVE
vestono
il rosso della passione
le svolte del cuore
un volo alto
è richiamo
di aspettative in divenire
in un mondo devastato
281
SENZA TITOLO
sono malato d'azzurro
sarò
putrefazione? non “io” certo ma questo
involucro che indosso
mi abita un luogo-non-luogo e sono
invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!–
corteggerò le miriadi di stelle
che hai posto nel cielo e
sarò sgabello
ai Tuoi piedi
282
LA BEFFA
ho sognato che
fiammelle erano le dita
che benedicevano
del santo protettore di quel luogo
impronunciabile
lo portavano in processione il santo
lungo la strada stretta in discesa
qualcuno cedette la statua
finì in pezzi
l'ultima beffa
le armi che portavano addosso
283
UN BUCO NEL CUORE
lasciammo l'intima essenza
nella dimora dell'eterno
relativi
sogniamo epifanie di voli –
ed è un buco nel cuore
la bellezza mancata
284
SCOPIAZZARE
meschino espediente -parole
d'altri potrebbero
rivoltartisi contro come jene
cosa risulterebbe infine? una
poesia non-poesia -
né carne né pesce
nemmeno cercarla
devi
tra parole vaganti nel sangue
sarà lei
disponibile
quando meno te lo aspetti
285
DETRATTORI
non si può fermare
lo sbocciare della rosa
se vuol dischiudersi
anche nel gelo
nuda
disarmante
contro i detrattori di
bellezza – che
splendenza emana e
armonia
286
NELLA FINE L'INIZIO
(a Tiziano Terzani)
riconoscere nella fine
l'inzio – di questa
vita il negativo o rovescio
in quel tempo
non trovarsi -ahinoi- ubriachi
di mondo
287
PER UN RICAMBIO D'ALI
Lui ci culla
sul mare della misericordia
della sua carezza di madre
noi siamo indegni
manda a noi abbrutiti
l'angelo per un ricambio d'ali
ma l'impulso icariano
è brivido
che corre nelle vene del cielo
288
DI NOI
di noi
mostriamo esigua vita
più l'esteriore che
quella che ferve nel sangue
i viaggi mentali i sogni
mistero ch'è appannaggio
di proprietà esclusiva
-la testa reclina
il nostro fido ci guarda attento
come cogliesse pensieri
289
IL VINO
il vino del vangelo
è quello delle vene aperte
su cui si posero labbra
di madre
prima che il cielo si oscuri
prima della fine del tempo
“bevete tutti da questo calice
di sangue”
290
PRIMA LUCE
i sessi unificati
vestiranno la grazia angelicata
quella della prima luce
291
L'ALTEREGO
il soffitto ti si fa cielo
nel pregare
angeli ti scendono nel sangue
quando ancora ieri
abbrutito covavi
rancori verso te stesso e il mondo
amore
era parola vuota: eccoti ora
specchiato nel tuo doppelganger
che ogni volta
annega
nel lago della sua spocchia
292
ALLA STAZIONE
nell'intravedersi da lontano
agitare festosi le braccia
come volersi levare
nell'aria – uccelli di passo
293
SI SPERA
si spera che la morte ci trovi vivi
parafrasando un celebre detto di marchesi:
si spera: ché l'uomo
spesso è al di sotto della bestia
(erode/erede della svastica)
a voler oscurare la notte della Nascita
-mentre il mondo continua a girare in tondo
senza un fine catartico
294
IL LUOGO ACCANTO
dovevo immaginarlo
nulla di cambiato
è solo il “luogo” accanto
dove ci si trova trasparenti
come mi sono visto
in sogno una volta nell'altra vita
295
AI PIEDI DELLA NOTTE
un nodo d'inquietudine sospesa
si scioglie ai piedi della notte
sotto una luna ammiccante
l'amore è come l'ansimare del mare
s'abbevera del sangue delle stelle
aduna in sé il sentimento del tempo
vòlto dove è dolce la luce
296
ANGELO DELLA VOLTA
benevolo mi eri
novenne o giù di lì
ché dalla volta mi dettavi parole
di luce per poesie rimaste nell'aria
indicibili voci erano
d'un oltretempo
ove si schiude tremulo il fiore
che porto in me d'eterno
297
IN VESTE D'ANGELO
l'atto dello scrivere
è stato di trance: esci
dal soma e ti cali
nell'immaginario
che in veste
d'angelo una lanterna
ti presta
per i fonemi
298
SOGNI
ti sei visto ancor giovane
più d'una volta esibirti
in acrobazie per i soli suoi occhi
(lei sull'amaca capelli di grano)
o le volte prendere treni
in corsa o librarti contro
il soffitto o disfarsi la
carne fino allo scheletro
-è la sola mente che crea
un oltretempo
gioco iperbolico
quella volta che nel “luogo accanto”
Ungà ti fece un cenno
per dirti
questa poesia la puoi migliorare
299
MEMENTO
bau e miao
la parola gliela leggi negli occhi
ma come tutto il regno animale
essi non si affacciano sulla loro morte
a cogliere
il proprio limite
(forse nel dopo
si è
quel che si fa e si pensa -
e dunque rispettiamo
le creature viventi
inconsapevoli – occhi di stelle)
300
DI LA'
“di là un qualcosa ci sarà” -
“qualcosa” dici?
non basterebbe lo elevassi all'infinito
o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina
quel che si dice
Assoluto: non vi sono porte da aprire
né privacy né pass da nascondere
non tracce da seguire – impossibile perdersi
e ancora: è un compenetrarsi
di eterei corpi – dove il
virtuale/appendice dell'uomo
è un sogno senza coda
301
ANIME FERITE
( è boomerang nell'ordine cosmico
il male e il bene che si fa)
raccoglie il Signore le anime ferite
col mestolo della compassione *
laddove non si smorzano striduli
echi a insanguinare il vento
*rifacendomi a un verso di Gregory Corso
302
IN TE L'IMMENSO
quest'allumare d'anima che
senti come vastità
di rifiorite rive
questo accogliere in te
l'immenso
oltre l'esilio di carne
franta
303
DIETRO IL VELARIO
che siamo -
un fremito – come quello che avvertì
il primo uomo – in questo volteggiare
d'anime erranti
maschere in una
pantomima -
dietro il velario
dove s'apre il grido
della bellezza ferita
riconoscersi
304
PENSO DUNQUE SONO
sono pensiero: ché pensare
non è soggetto al soma
non un organo altro è la mente
lei è ariosa
bramosa di voli
in quella sequenza di figure
quando la nuvola scherza col vento
305
GLI ULTIMI GIORNI
essere di pietra – per sopprimere
quell' urlo chiuso nelle ossa
“lasciare
che i morti seppelliscano i morti”
no non ci sarà più tempo
per piangere:
già vedi come funereo lenzuolo
penzolare il male dall'alto ramo
306
KERMESSE
marzo le strade ammantate
di coriandoli -magia per i bimbi
si è un po' bambini anche noi
sbizzarrirsi in maschere da folletto
il gattino col fiocchetto
la ottantenne con un palmo di belletto
l'apparenza è sovrana
il gusto è g(i)usto
truccarsi in bruttezza è bello
307
SOLITUDINE
livido cielo è l'ora
del crepuscolo il vecchio
spalle curve bavero alzato
col suo dolore imbavagliato
lascia la panchina – se lo farà
un bilancio
tornando verso casa?
sguardo svuotato
ha lasciato pezzi di cielo: solo
con l'affetto dei gatti (ci divide
la cena)
le frequenti
notti bianche
conta le ombre sul soffitto
che assumono sembianze strane
308
L'ESSERE E IL NULLA
“credo nella resurrezione della carne”
pensa all'essere impermanente ma
anche che l' “essere” non cade nel nulla
l'esistere è da sempre
pensi: ed è già essere per sempre
l'essere può frangersi in un gioco di specchi
ma non cadere nel nulla
il nulla non esiste
309
VISIONE
neanche il tempo di pensarlo
e ti ritrovi
immerso in fondo all'oceano
lotte sanguinose avvengono
tra pesci di grandi dimensioni
quelli minuti sembrano sorriderti
la triglia ti fa l'occhiolino
la supremazia è la regola
negli abissi dell'oceano
come avviene in superficie
con gli umani
tra pesci piccoli e grandi
310
D'EMPITI
di fonemi
indiarsi
d'empiti
a capriolare nell'aria
presenze
ancora in fieri in ondivago
sogno
311
MENTORI
ledi armonia se nel
voltarti
chiedi vaticini agli
iperurani
mentori della volta
celeste dal volto
rasserenante
312
QUASI ESTATE
sole ad asciugare le ossa
e i panni in un'ora
il vecchio sofferente aspetta
il sole della morte
giocano bambini alle giostre
sotto l'occhio vigile
non si può morire in giorni come questi:
non ti aspetti
che il criminale si svegli al mattino
e inneschi la bomba nel nome di un dio
313
LA FERITA
si è assuefatti impermeabili
ad ogni evento il più cruento
asettica aria asseconda un vuoto
di umori non fosse per il grido
della pianta alla radice
la sua ferita bianca
314
DA QUANDO LA MANO
tra fiammate d'odio disumanante
aggriccia il cuore del mondo
da quando la mano di caino
si levò e fu un rovinio di cieli
continua a splendere il sole
su acroteri del nulla
e l'uomo a vestire simulacri
si grida alla giustizia mentre
il piatto della bilancia pende
per la vergogna dell'homo sapiens
315
FOGLI-AQUILONI
impregnati dell'humus dell'estro
del vasto respiro di cielo
svolazzano s'impennano appena
liberati dall'artefice dei versi
-suoi non più suoi-
a volerli divulgare per il mondo
316
ASSONANZA
dov'è resettata
da ogni ammennicolo la mente
lì è itaca del cuore
vi è assonanza
coi tuoi morti
risaliti dal mare a custodirti
317
FUORI DALL'ORDINARIO
la realtà non è da sé
è la mente che la crea
asseriscono alcuni illuminati
va da sé
che ti stimolano pensieri
fuori dall'ordinario
mentre un gabbiano ti fa il verso
sorvolando l'immaginario orizzonte
318
DEI MIEI DETRATTORI
(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)
lasciai alla terra il corpo-zavorra
da cui forse con sollievo mi trassi
se sia ala d'angelo a coprirmi
il disonore -si dirà- ora che
s'una misera tomba s'accanisce
dei miei detrattori il ghigno
feroce e lo sputo
319
ANIME CHE SI CERCANO
(ispirandomi a Borges e Pessoa)
anime che si cercano
vestite di apparenza
siamo: forme passeggere
giriamo in tondo senza
mai trovare il centro
lontani da noi siamo
sulla pagina del cielo una mano
d'aria scrive di noi
e delle nuvole
320
IN QUESTO GIORNO CHIARO
(25 aprile)
s'estende a macchia di leopardo
il tuo palpito rosso
su campi a maggese a perdita d'occhio
libertà è un'apertura di vento
in questo giorno chiaro senza sconti
321
INCANTO
i dolci animali d'acqua terra e cielo
a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole
nel mare del cielo un tonno guizzante
assume sembianze sull'onda lucente
il bimbo sogna guardando estasiato
ippogrifi e delfini in lenta sequenza
pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando
noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie
322
DAL NIGHTMARE
uscire di forza
dal nightmare bucando l'aria -
la riuscita
se in parte è già tanto: trovarsi
nel letto della vecchia casa
d'infanzia
sogno dentro il sogno
323
L'INFINITO DI NOI
dentro di noi siamo
un infinito ma confuso: una
“finita infinità”
per dirla con la dickinson
percepiamo a tratti
andiamo come ciechi – vediamo
“per speculum in aenigmate”
e ci sogniamo
324
INTATTO LO SPIRITO
ho ripreso in mano le poesie giovanili
alcune rifatte altre modificate
con severi tagli senza rimpianti
ispirazioni bucoliche vestite di primavera o
di autunnali malinconie
vi è rimasto intatto
lo spirito degli alberi e del vento
la resina la radice linfa da cui vita rinasce
325
CHE LUCE
che luce bagnerà
i nostri morti – che amore – se l'uno
nell'altro si specchieranno – se
si sogneranno: ti chiedi
se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':
“mangiate di me e non avrete
più fame”
326
CHI ERAVAMO
enigma la vita
siamo non siamo
chi eravamo: dimenticato – solo
incarnata nostalgia
restiamo
della bellezza sulla fronte del giorno
l'urlo del fiore
immarcescibile nella luce
327
L'INDICIBILE PARTE DI CIELO
indicibile la parte di cielo
ch'è in te e ignori
basta
che solo un verso o poche note
ti richiamino
a una strana forza interiore:
e cessi
di sentirti mortale
328
ALBERI CHE CAMMINANO
il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d'alberi che camminano
(anche se oggi
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo)
329
CON L'ANIMA NUDA
con l'anima nuda o corpo
etereo lei mi vedrà
mi attraverserà l'aria
senza scheletri nell'armadio
nella nudità che siamo
di me altra “visione” avrà?
e io di lei?
ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglierà pienezza?
330
PER POCA FEDE
vertigine dei giorni vuoti -
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte
il tempo
ci volgerà le spalle per non
esserci fidati abbastanza
e la luce non ci conoscerà
331
RIFLESSO
(il soma: “appendice” del cielo)
siamo solo pensiero
non espanso
frammento della Mente che
crea universi-mondi
(riflesso questa vita
che si guarda vivere:
un mondo in un altro)
332
FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)
la vita
un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra
e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d'acqua
333
LAVAVO LA VESTE
trovai ch'erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera
a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue
lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte
...........................................................
DIETRO IL VELARIO
(2021)
279
AVEVO IN MENTE UNA POESIA
stamattina avevo in mente una poesia
stasera
non ricordo più nemmeno un verso
ho lasciato il foglio bianco
con flebili echi d'un mezzo secolo e
ora rammento solo una pioggia di luce
di stelle sopra il letto
e il caldo abbraccio di lei
sullo schermo della mente
un vissuto che sembra ieri
280
ASPETTATIVE
vestono
il rosso della passione
le svolte del cuore
un volo alto
è richiamo
di aspettative in divenire
in un mondo devastato
281
SENZA TITOLO
sono malato d'azzurro
sarò
putrefazione? non “io” certo ma questo
involucro che indosso
mi abita un luogo-non-luogo e sono
invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!–
corteggerò le miriadi di stelle
che hai posto nel cielo e
sarò sgabello
ai Tuoi piedi
282
LA BEFFA
ho sognato che
fiammelle erano le dita
che benedicevano
del santo protettore di quel luogo
impronunciabile
lo portavano in processione il santo
lungo la strada stretta in discesa
qualcuno cedette la statua
finì in pezzi
l'ultima beffa
le armi che portavano addosso
283
UN BUCO NEL CUORE
lasciammo l'intima essenza
nella dimora dell'eterno
relativi
sogniamo epifanie di voli –
ed è un buco nel cuore
la bellezza mancata
284
SCOPIAZZARE
meschino espediente -parole
d'altri potrebbero
rivoltartisi contro come jene
cosa risulterebbe infine? una
poesia non-poesia -
né carne né pesce
nemmeno cercarla
devi
tra parole vaganti nel sangue
sarà lei
disponibile
quando meno te lo aspetti
285
DETRATTORI
non si può fermare
lo sbocciare della rosa
se vuol dischiudersi
anche nel gelo
nuda
disarmante
contro i detrattori di
bellezza – che
splendenza emana e
armonia
286
NELLA FINE L'INIZIO
(a Tiziano Terzani)
riconoscere nella fine
l'inzio – di questa
vita il negativo o rovescio
in quel tempo
non trovarsi -ahinoi- ubriachi
di mondo
287
PER UN RICAMBIO D'ALI
Lui ci culla
sul mare della misericordia
della sua carezza di madre
noi siamo indegni
manda a noi abbrutiti
l'angelo per un ricambio d'ali
ma l'impulso icariano
è brivido
che corre nelle vene del cielo
288
DI NOI
di noi
mostriamo esigua vita
più l'esteriore che
quella che ferve nel sangue
i viaggi mentali i sogni
mistero ch'è appannaggio
di proprietà esclusiva
-la testa reclina
il nostro fido ci guarda attento
come cogliesse pensieri
289
IL VINO
il vino del vangelo
è quello delle vene aperte
su cui si posero labbra
di madre
prima che il cielo si oscuri
prima della fine del tempo
“bevete tutti da questo calice
di sangue”
290
PRIMA LUCE
i sessi unificati
vestiranno la grazia angelicata
quella della prima luce
291
L'ALTEREGO
il soffitto ti si fa cielo
nel pregare
angeli ti scendono nel sangue
quando ancora ieri
abbrutito covavi
rancori verso te stesso e il mondo
amore
era parola vuota: eccoti ora
specchiato nel tuo doppelganger
che ogni volta
annega
nel lago della sua spocchia
292
ALLA STAZIONE
nell'intravedersi da lontano
agitare festosi le braccia
come volersi levare
nell'aria – uccelli di passo
293
SI SPERA
si spera che la morte ci trovi vivi
parafrasando un celebre detto di marchesi:
si spera: ché l'uomo
spesso è al di sotto della bestia
(erode/erede della svastica)
a voler oscurare la notte della Nascita
-mentre il mondo continua a girare in tondo
senza un fine catartico
294
IL LUOGO ACCANTO
dovevo immaginarlo
nulla di cambiato
è solo il “luogo” accanto
dove ci si trova trasparenti
come mi sono visto
in sogno una volta nell'altra vita
295
AI PIEDI DELLA NOTTE
un nodo d'inquietudine sospesa
si scioglie ai piedi della notte
sotto una luna ammiccante
l'amore è come l'ansimare del mare
s'abbevera del sangue delle stelle
aduna in sé il sentimento del tempo
vòlto dove è dolce la luce
296
ANGELO DELLA VOLTA
benevolo mi eri
novenne o giù di lì
ché dalla volta mi dettavi parole
di luce per poesie rimaste nell'aria
indicibili voci erano
d'un oltretempo
ove si schiude tremulo il fiore
che porto in me d'eterno
297
IN VESTE D'ANGELO
l'atto dello scrivere
è stato di trance: esci
dal soma e ti cali
nell'immaginario
che in veste
d'angelo una lanterna
ti presta
per i fonemi
298
SOGNI
ti sei visto ancor giovane
più d'una volta esibirti
in acrobazie per i soli suoi occhi
(lei sull'amaca capelli di grano)
o le volte prendere treni
in corsa o librarti contro
il soffitto o disfarsi la
carne fino allo scheletro
-è la sola mente che crea
un oltretempo
gioco iperbolico
quella volta che nel “luogo accanto”
Ungà ti fece un cenno
per dirti
questa poesia la puoi migliorare
299
MEMENTO
bau e miao
la parola gliela leggi negli occhi
ma come tutto il regno animale
essi non si affacciano sulla loro morte
a cogliere
il proprio limite
(forse nel dopo
si è
quel che si fa e si pensa -
e dunque rispettiamo
le creature viventi
inconsapevoli – occhi di stelle)
300
DI LA'
“di là un qualcosa ci sarà” -
“qualcosa” dici?
non basterebbe lo elevassi all'infinito
o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina
quel che si dice
Assoluto: non vi sono porte da aprire
né privacy né pass da nascondere
non tracce da seguire – impossibile perdersi
e ancora: è un compenetrarsi
di eterei corpi – dove il
virtuale/appendice dell'uomo
è un sogno senza coda
301
ANIME FERITE
( è boomerang nell'ordine cosmico
il male e il bene che si fa)
raccoglie il Signore le anime ferite
col mestolo della compassione *
laddove non si smorzano striduli
echi a insanguinare il vento
*rifacendomi a un verso di Gregory Corso
302
IN TE L'IMMENSO
quest'allumare d'anima che
senti come vastità
di rifiorite rive
questo accogliere in te
l'immenso
oltre l'esilio di carne
franta
303
DIETRO IL VELARIO
che siamo -
un fremito – come quello che avvertì
il primo uomo – in questo volteggiare
d'anime erranti
maschere in una
pantomima -
dietro il velario
dove s'apre il grido
della bellezza ferita
riconoscersi
304
PENSO DUNQUE SONO
sono pensiero: ché pensare
non è soggetto al soma
non un organo altro è la mente
lei è ariosa
bramosa di voli
in quella sequenza di figure
quando la nuvola scherza col vento
305
GLI ULTIMI GIORNI
essere di pietra – per sopprimere
quell' urlo chiuso nelle ossa
“lasciare
che i morti seppelliscano i morti”
no non ci sarà più tempo
per piangere:
già vedi come funereo lenzuolo
penzolare il male dall'alto ramo
306
KERMESSE
marzo le strade ammantate
di coriandoli -magia per i bimbi
si è un po' bambini anche noi
sbizzarrirsi in maschere da folletto
il gattino col fiocchetto
la ottantenne con un palmo di belletto
l'apparenza è sovrana
il gusto è g(i)usto
truccarsi in bruttezza è bello
307
SOLITUDINE
livido cielo è l'ora
del crepuscolo il vecchio
spalle curve bavero alzato
col suo dolore imbavagliato
lascia la panchina – se lo farà
un bilancio
tornando verso casa?
sguardo svuotato
ha lasciato pezzi di cielo: solo
con l'affetto dei gatti (ci divide
la cena)
le frequenti
notti bianche
conta le ombre sul soffitto
che assumono sembianze strane
308
L'ESSERE E IL NULLA
“credo nella resurrezione della carne”
pensa all'essere impermanente ma
anche che l' “essere” non cade nel nulla
l'esistere è da sempre
pensi: ed è già essere per sempre
l'essere può frangersi in un gioco di specchi
ma non cadere nel nulla
il nulla non esiste
309
VISIONE
neanche il tempo di pensarlo
e ti ritrovi
immerso in fondo all'oceano
lotte sanguinose avvengono
tra pesci di grandi dimensioni
quelli minuti sembrano sorriderti
la triglia ti fa l'occhiolino
la supremazia è la regola
negli abissi dell'oceano
come avviene in superficie
con gli umani
tra pesci piccoli e grandi
310
D'EMPITI
di fonemi
indiarsi
d'empiti
a capriolare nell'aria
presenze
ancora in fieri in ondivago
sogno
311
MENTORI
ledi armonia se nel
voltarti
chiedi vaticini agli
iperurani
mentori della volta
celeste dal volto
rasserenante
312
QUASI ESTATE
sole ad asciugare le ossa
e i panni in un'ora
il vecchio sofferente aspetta
il sole della morte
giocano bambini alle giostre
sotto l'occhio vigile
non si può morire in giorni come questi:
non ti aspetti
che il criminale si svegli al mattino
e inneschi la bomba nel nome di un dio
313
LA FERITA
si è assuefatti impermeabili
ad ogni evento il più cruento
asettica aria asseconda un vuoto
di umori non fosse per il grido
della pianta alla radice
la sua ferita bianca
314
DA QUANDO LA MANO
tra fiammate d'odio disumanante
aggriccia il cuore del mondo
da quando la mano di caino
si levò e fu un rovinio di cieli
continua a splendere il sole
su acroteri del nulla
e l'uomo a vestire simulacri
si grida alla giustizia mentre
il piatto della bilancia pende
per la vergogna dell'homo sapiens
315
FOGLI-AQUILONI
impregnati dell'humus dell'estro
del vasto respiro di cielo
svolazzano s'impennano appena
liberati dall'artefice dei versi
-suoi non più suoi-
a volerli divulgare per il mondo
316
ASSONANZA
dov'è resettata
da ogni ammennicolo la mente
lì è itaca del cuore
vi è assonanza
coi tuoi morti
risaliti dal mare a custodirti
317
FUORI DALL'ORDINARIO
la realtà non è da sé
è la mente che la crea
asseriscono alcuni illuminati
va da sé
che ti stimolano pensieri
fuori dall'ordinario
mentre un gabbiano ti fa il verso
sorvolando l'immaginario orizzonte
318
DEI MIEI DETRATTORI
(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)
lasciai alla terra il corpo-zavorra
da cui forse con sollievo mi trassi
se sia ala d'angelo a coprirmi
il disonore -si dirà- ora che
s'una misera tomba s'accanisce
dei miei detrattori il ghigno
feroce e lo sputo
319
ANIME CHE SI CERCANO
(ispirandomi a Borges e Pessoa)
anime che si cercano
vestite di apparenza
siamo: forme passeggere
giriamo in tondo senza
mai trovare il centro
lontani da noi siamo
sulla pagina del cielo una mano
d'aria scrive di noi
e delle nuvole
320
IN QUESTO GIORNO CHIARO
(25 aprile)
s'estende a macchia di leopardo
il tuo palpito rosso
su campi a maggese a perdita d'occhio
libertà è un'apertura di vento
in questo giorno chiaro senza sconti
321
INCANTO
i dolci animali d'acqua terra e cielo
a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole
nel mare del cielo un tonno guizzante
assume sembianze sull'onda lucente
il bimbo sogna guardando estasiato
ippogrifi e delfini in lenta sequenza
pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando
noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie
322
DAL NIGHTMARE
uscire di forza
dal nightmare bucando l'aria -
la riuscita
se in parte è già tanto: trovarsi
nel letto della vecchia casa
d'infanzia
sogno dentro il sogno
323
L'INFINITO DI NOI
dentro di noi siamo
un infinito ma confuso: una
“finita infinità”
per dirla con la dickinson
percepiamo a tratti
andiamo come ciechi – vediamo
“per speculum in aenigmate”
e ci sogniamo
324
INTATTO LO SPIRITO
ho ripreso in mano le poesie giovanili
alcune rifatte altre modificate
con severi tagli senza rimpianti
ispirazioni bucoliche vestite di primavera o
di autunnali malinconie
vi è rimasto intatto
lo spirito degli alberi e del vento
la resina la radice linfa da cui vita rinasce
325
CHE LUCE
che luce bagnerà
i nostri morti – che amore – se l'uno
nell'altro si specchieranno – se
si sogneranno: ti chiedi
se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':
“mangiate di me e non avrete
più fame”
326
CHI ERAVAMO
enigma la vita
siamo non siamo
chi eravamo: dimenticato – solo
incarnata nostalgia
restiamo
della bellezza sulla fronte del giorno
l'urlo del fiore
immarcescibile nella luce
327
L'INDICIBILE PARTE DI CIELO
indicibile la parte di cielo
ch'è in te e ignori
basta
che solo un verso o poche note
ti richiamino
a una strana forza interiore:
e cessi
di sentirti mortale
328
ALBERI CHE CAMMINANO
il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d'alberi che camminano
(anche se oggi
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo)
329
CON L'ANIMA NUDA
con l'anima nuda o corpo
etereo lei mi vedrà
mi attraverserà l'aria
senza scheletri nell'armadio
nella nudità che siamo
di me altra “visione” avrà?
e io di lei?
ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglierà pienezza?
330
PER POCA FEDE
vertigine dei giorni vuoti -
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte
il tempo
ci volgerà le spalle per non
esserci fidati abbastanza
e la luce non ci conoscerà
331
RIFLESSO
(il soma: “appendice” del cielo)
siamo solo pensiero
non espanso
frammento della Mente che
crea universi-mondi
(riflesso questa vita
che si guarda vivere:
un mondo in un altro)
332
FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)
la vita
un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra
e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d'acqua
333
LAVAVO LA VESTE
trovai ch'erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera
a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue
lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte