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FELICE SERINO

POESIE

COORDINATE DELL'ANIMA (2023-2024)

1

NELLA STAGIONE CHE TI SPOGLIA

braccia frondose hai piene d'uccelli levate al cielo come inno alla vita

il forte abbraccio è il mio grazie di esistere

nella stagione che ti spoglia il fuggire dei canti mi fa triste il cuore

2

POESIA E' NEGLI OCCHI

poesia è negli occhi profondi di una donna è la leggerezza della piccola danza del passero sul davanzale è la fogliolina che spunta dalla terra poesia è il neonato attaccato al seno o l'attesa della mamma sull'uscio è l'interrogativo nello sguardo di meraviglia del bambino poesia è chiedere scusa è l'abbraccio sospeso nell'immobile luce

3

SPLEEN

irrazionale la vita a tradire in modo inatteso l'impulso del sangue

macera come foglie kronos giorni anodini a ridosso di ombre stampate

squarcerà una nube il sogno fatto carne? – forse qualcosa può ancora accadere

4

SENZA TITOLO

primavera ha le braccia piene di fiori canta con la voce degli uccelli

l'albero in germoglio ti è grato sentendosi abbracciato ti ricambia col suo ombrello di foglie

5

IN UN LEVITARE DI ANGELI

immaginazione pura spalmata nella Mente universale fatta palpito e sangue

sogno di Dio

un succedersi di miriadi di mondi in perfetta armonia

musica delle sfere inudibile all'orecchio in un levitare di angeli

6

IL COMMIATO

morire in buona salute ciò a cui l'anima tende mentre al capezzale accorrono compunti i congiunti

-poi al commiato vien da dire ad andarsene son sempre i migliori

7

FORGIO FONEMI SUONI

l'alba è una fucina: forgio fonemi suoni usciti dalla bocca della notte

mi sfiora il cuore che trepida un dio o un angelo

8

MADRE CELESTE

nel palpito di luce alta ti levi tu orifiamma tu stargate Madre dei derelitti – Avvocata

fa rivivere delacroix palpabile il Tuo implorare ai piedi della Croce

9

VISIONE

(ispirandomi a Borges)

una sequenza di figure ti sfila davanti tu ne afferri per la coda una quella che hai da sempre sognato

e proprio per averla scelta unica e irripetibile ti si fa sangue e respiro

sfociando nella luce

è l'aleph che cantò il poeta cieco

10

L'INSONDABILE

le pareidolie e l'occhieggiare del sole tra nuvole pigre

al crepuscolo degli anni la solita panchina ancora calda t'accoglie

insondabile il chi-siamo balenio saettante nella mente

11

PREGHIERA

(a Simone Weil)

nel sentire celeste – ginocchia piegate – il cuore vola alto

12

Deus absonditus

la vita è bella ed ogni nascita è dono e poesia ma il mondo è in mano al maligno che in efferatezze ha superato se stesso

da quando il Supremo gli ha dato carta bianca rientrando in sé

tu dici Dio ce ne scampi da patimenti e morte d'anima ma irreversibile la storia fa il suo corso prima che il fiume sfoci in mare aperto

prima che il Deus absonditus a noi si sveli in tutta la sua Gloria

13

Il mare ha tante voci

il mare ha tante voci di annegati di gabbiani sirene ha scatole nere sepolte

il mare è nel cuore di odisseo itaca è ancora lontana e

vi è chi ha mal di terra e narra ai nipitini di mostri marini e miti o realtà chissà dove vissute

forse in un'altra vita rimaste nella mente grumi di sogni

14

Rammendi

un'opera buona o una poesia rammendano gli strappi del cuore chiudendo antri di buio

l'abito logorato dagli anni abbisogna di attenzione e rattoppi

è una rete che più non trattiene i lucenti guizzi

15

Divagazioni sullo zero e sulla o

il nucleo l'anello l'uroboro due zeri abbracciati ti danno il simbolo dell'infinito puoi notare la vocale o di rimbaud gli ovali dell'ottocento la bocca spalancata nell'urlo di munch le bolle di sapone immagina gli occhielli delle forbici gli oblò simili allo zero o alla o

16

Il cuore senza voce

(di bimba sepolta da macerie)

sei parte di un cielo d'occhi

il cuore senza voce – bambola murata

a sognare librarsi d'ali

17

Se tendi oltre l'orizzonte

riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi

18

Angelo della volta

benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria

indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno

19

In veste d'angelo

l'atto dello scrivere è stato di trance: esci dal soma e ti cali nell'immaginario

che in veste d'angelo una lanterna ti presta per i fonemi

20

Sogni

ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea un oltretempo

gioco iperbolico quella volta che nel “luogo accanto” Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare

21

Memento

bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite

(forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli – occhi di stelle)

22

Di là

“di là un qualcosa ci sarà” - “qualcosa” dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi – dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda

23

In te l'immenso

quest'allumare d'anima che senti come vastità di rifiorite rive

questo accogliere in te l'immenso

oltre l'esilio di carne franta

24

Dietro il velario

che siamo -

un fremito – come quello che avvertì il primo uomo – in questo volteggiare d'anime erranti

maschere in una pantomima -

dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita

riconoscersi

25

Penso dunque sono

sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente

lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento

26

Gli ultimi giorni

essere di pietra – per sopprimere quell' urlo chiuso nelle ossa

“lasciare che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo

27

Kermesse

marzo le strade ammantate di coriandoli -magia per i bimbi si è un po' bambini anche noi sbizzarrirsi in maschere da folletto il gattino col fiocchetto la ottantenne con un palmo di belletto l'apparenza è sovrana il gusto è g(i)usto truccarsi in bruttezza è bello

28

Solitudine

livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina – se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane

29

L'essere e il nulla

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all'essere impermanente ma anche che l' “essere” non cade nel nulla

l'esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

30

Visione

neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi

31

D'empiti

di fonemi indiarsi

d'empiti

a capriolare nell'aria presenze

ancora in fieri in ondivago sogno

32

Mentori

ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani

mentori della volta celeste dal volto rasserenante

33

Quasi estate

sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora

il vecchio sofferente aspetta il sole della morte

giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile

non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio

34

La ferita

si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca

35

Da quando la mano

tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens

36

Fogli-aquiloni

impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo

37

Assonanza

dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore

vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti

38

Fuori dall'ordinario

la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati

va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte

39

Dei miei detrattori

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo

40

In questo giorno chiaro

(25 aprile)

s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio

libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti

41

Incanto

i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

42

Dal nightmare

uscire di forza dal nightmare bucando l'aria -

la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa d'infanzia

sogno dentro il sogno

43

Che luce

che luce bagnerà i nostri morti – che amore – se l'uno nell'altro si specchieranno – se si sogneranno: ti chiedi

se con l'orecchio del cuore la provvida Madre 'udranno':

“mangiate di me e non avrete più fame”

44

Chi eravamo

enigma la vita siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l'urlo del fiore immarcescibile nella luce

45

L'indicibile parte di cielo

indicibile la parte di cielo ch'è in te e ignori

basta che solo un verso o poche note ti richiamino a una strana forza interiore:

e cessi di sentirti mortale

46

Alberi che camminano

il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano

(anche se oggi quasi nessuno li “vede”: santi di questo tempo)

47

Per poca fede

vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte

il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

48

Riflesso

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero non espanso

frammento della Mente che crea universi-mondi

(riflesso questa vita che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

49

Fantasie (ipotesi dell'impossibile)

la vita

un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua

50

Lavavo la veste

trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste invischiata nelle panie della notte

51

Anime ferite

(è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento

  • rifacendomi a un verso di Gregory Corso

52

Anime che si cercano

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole

53

L'infinito di noi

dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una “finita infinità” per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

54

Intatto lo spirito

ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

55

Con l'anima nuda

con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l'aria

senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?

FELICE SERINO

POESIE

PROSPETTIVE

2024

1 Mare aperto

parvenza: “luogo” altro: il sogno che muove ondivaghi sensi

gesti evanescenti volteggi – voli

l'anima è un mare aperto

2 Il mare era una favola

“non vorrei più uscire da questa dimensione eppure basterebbe come altre volte stringere forte gli occhi e...”

ma voglia non ne avevo – poi giocoforza mi ritrovai quasi deluso nel mio letto

avevo lasciato un mare che era una favola un'immensa tavola imbandita per i gabbiani a frotte

3 Amo l'idea

più che amarla amo l'idea di lei

stato d'essere: che s'impregna di bellezza interiore

si ammanta di una luce affebrata mentre mi poggia la testa nell'incavo della spalla

e se combacia col mio pensiero mi chiedo

dove saremo domani

quando il mondo per noi sarà sparito

4 Il poeta

cavalli d'aria – virgola di fuoco il pensiero saettante: vederti un sansebastiano trafitto da strali della parola

5 Vita sommersa

in onde dell'inconscio si sdipana l'illusione ipnagogica e

nel gioco sempre inedito delle immagini emerge vita sommersa

come ombra che si rompe nell'acqua mossa

6 L'intima essenza

rifarti gli occhi davanti a foto che rispolverano anni di cui puoi dirti contento a voler fare un bilancio onesto

-non vasi di pandora-

ma per contraddizione stornare la realtà con l'immaginario ti sembra più congeniale: per lasciarti sfiorare

dal difficilmente percepibile

7 Delle vanità

I non hai mica visto la Madonna – se sei andato in estasi per uno scalmanato che si agita sul palco

-emulo sei sbavi per il successo

II “vedi tutto questo? sarà tuo se...” cogli l'intenso e breve l'offerta allettante – il “se” ti eccita lo temi

ah inganno del mondo che nasconde una mano nel sangue dei papaveri

8 I tuoi santi

corda tesa tra la bestia e l'angelo

scala al cielo per l'Assoluto

c'è sempre l'iconoclasta che

lascia osceni echi nel sangue

dileggiando i santi che tu Nina preghi incessante

9 Dismesso l'abito

(visione)

dismesso l'abito mi accompagnarono i cari estinti portatori di umiltà

non parole la bocca colma di luce

percorrendo la via per l'eliso non si toccava terra

10 Se tendi oltre l'orizzonte

luce letale per distrofici una grazia per altri e i gatti acciambellati nel sole

riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi

Nota: chi è affetto da distrofia corneale ha problemi a vedere la luce.

11 Quale limite

(parla un intellettuale)

[a tutti gli oppressi dai regimi]

aveva appena letto che subito arricciarono il naso quelli che si conformano

all'ultimo verso uni sbieco incrociare di sguardi

aveva superato il limite? quale

forse della paura

candidamente parlava di libertà

quella che accende le stelle sopra un oceano d'amore sconfinato

12 Vite alternative

(s'affaccia la notte su vite alternative freudiana “via regia”)

nel balzo lucente della tigre trema la bellezza immaginata

(“La tigre” è una famosa poesia di William Blake)

13 La vergogna

serpeggia sinistra eco in un cielo stravolto mentre nel mondo esplodono sogni

dalle emittenti: scoperti nuovi orrori

la vergogna si è nascosta dietro i morti

14 La colpa

sono io quel ragazzo che scappò da casa con poche lire in tasca e un quaderno d'improbabili versi?

lo sono sì ma dopo sei decenni

non mi riconosco in lui se non nel sogno ricorrente che al mattino mi lascia il cuore stretto dall'angoscia

sarà un residuo di “colpa da espiare” per aver procurato un veleno sottile a chi bene mi voleva

15 Elucubrazioni

(l'anima ha le stimmate della vita)

la morte è un artiglio sulla pelle del cielo

la sperimenta questo corpo che ci è dato

(corpo dall'invisibile aura ravvolto nella bolla-anima)

16 Viaggi psichici

sospeso alle attese in dolci smarrimenti

hai dimestichezza con la morte

con la stessa naturalezza del tuo saperti eterno

17 Belle penne

“non sono poeta” -da altri già affermato- sì che belle penne hai visto superarti con tua ammirazione vera

graffiavi fogli riempiendoli di zampe di gallina

tanto meno eri poeta quando t'isolavi e all'ombra d'una quercia t'ispiravi seguendo alti voli

ah quelle velleità custodite nello scrigno del cuore

18 Essere

(ti vien detto di là nell'oltre ma è molto più vicino intimo)

farti nell'aria stretta virgola di cielo

essere che scalzi la morte

diminuirti - per espanderti

19 L'avversario

al principio fu l'inganno – da allora i cieli capovolti e la morte

chi ci rubò dal cuore la bellezza originaria?

nella cattedrale del sangue l'avversario gioca a scacchi dall'inizio del mondo

20 L'ultima parola

gli furono strappati tutti i figli come pezzi di carne -si è provati secondo il grado di sopportazione pungolati dappresso dallo strale del maligno- Giobbe il giusto lo fu allo stremo privato dei suoi beni ridotto a solo guscio grumo di dolore fino a che non implorò basta hai vinto è tua l'ultima parola Dio del cielo e degli abissi

21 Quanto amore

giunto il momento cosa ti porterai non suppellettili o libri ma l'amore che hai saputo dare

non quel lasciarsi vivere nell'approssimato sogno di un pesce rosso nell'acquario

22 Oltre stravolti cieli

(ecologica)

sconsolata la fauna s'aggira in cerca d'erba buona

chi dirà alla rondine smarrita non ci sono più primavere e alla cernia quello che ingozzi è rifiuto dell'uomo sconsiderato

questi cercherà oltre cieli stravolti nuove terre da violentare

23 L'anima tendeva

l'anima tendeva alle stelle quando tu Nina apparivi rosavestita stagliata contro un lembo di cielo

ti fermavi nella piazzetta e ti facevano festa i colombi planando sul mangime che spargevi

allora il tuo sorriso era una pasqua mentre il tempo aveva una sosta

24 Lazzaro

mi addormenterò in Te finché non mi chiamerai per nome

ora qui mi trovo un Lazzaro risvegliato da cento morti

sempre dalle crepe dei muri spunta un fiore

25 Nascita

più a nascere che a morire pensiero capovolto dal profondo in dormiveglia il girasole ebbro di luce dice vita e tu languida sul divano mi chiami per accostare il mio orecchio al tuo ventre rotondo

come un mondo

26 L'angelo

qui sei terra poca cosa carne e sangue in bilico sul ciglio della morte ti porti un anchise sulle spalle

“di là” l'angelo di luce che ti percorre silenzioso i precordi

verrà a unificartisi quel giorno che sentirai cantare le tue ossa

27 Un verso

un verso che mi arrivi solo uno dei tanti gettati nel cestino da un po' che non vengo illuminato sono anziano e ancora affamato di sogni (più non si dice vecchio)

i migliori versi vengono nella veneranda età – un esempio è ungà col suo “taccuino del vecchio” - quando la mente ancor giovane vibra sul pentagramma dei sogni

28 Colpo di sonno

sentirmi inclinare da un lato mentre davanti al pc “guardo” un film e per una strana associazione di idee pensare per fortuna non guido più

non per un colpo di sonno ma l'abbaglio rischio reale per il distrofico di andare fuori strada

29 L'oasi

conti sulle dita della tua vita le fasi ne rimpiangi la prima prima della luce

quando non distingui realtà da sogno e

da sotto le “palpebre” segui la barchetta di carta nel tuo cielo-mare amniotico

dove il tuo orizzonte è un'oasi da cui uscirai con un grido

30 Candido

ti senti come una barca nel bosco un marinaio col mal di terra

non sei di quelli che saltano la cavallina ti levi al canto del gallo un brodino a sera per scaldarti le ossa

una frase tagliente ti scivola addosso non sanguini

31 Il Sé

niente paura saremo rinati

(e il corpo? dismesso l'abito d'affanni)

abiteremo il posto primevo luogo-non-luogo dove l'altro è il Sé

32 In treno

gambe accavallate la bionda platino all'anziano vis-a-vis risveglia sopite voglie

alberi case fuggono via lo sferragliare induce sonnolenza

33 Immortalare

immortalare il momento – la foto è sfocata

immagine scivolata nel gorgo del tempo

così di te: appesa all'attimo dietro l'occhio un'ombra stampata

34 Malgrado tutto

cervelli vuoti a perdere si schiantano contro un albero o un palazzo facendo parkour malgrado tutto le piste da sci son sempre frequentate (non v'è manna senza ingegno d'uomo) i monti si vestono sempre meno di bianco l'uggia pervade anche il cuore lascia a desiderare il sorriso del sole

35 Il ciliegio

(in memoria di A.)

ad ogni morte c'è resurrezione

primavera: davanti casa il ciliegio è fiorito – tu aleggi sopra la tua morte apparente

36 Pilato

oggi Cristo potresti vederlo su un barcone tra gli emigranti o al valico di frontiera portando insieme a loro la croce

come in un sogno atroce vedrai pilato distogliere lo sguardo dalle purulente piaghe

ci si dovrà aspettare forse discendano “gli dei” su un mondo malato?

37 Mi attraversa il tempo

non ho difese alla luce porto occhiali scuri dormo poco e male

sempre più brevi le passeggiate

il tempo mi attraversa la testa che sperimenta nuovi voli pindarici

38 L'intoccabile

lo scoprono con le mani nella marmellata e ci si meraviglia se ha spalle ancora larghe lui intoccabile coi sacrosanti privilegi di cui godono i governanti stiamo lavorando dice usando il plurale maiestatis la poltrona quella non gliela sfilano da sotto la poltrona è sempre calda

39 Il viaggio

il soma è l'imbarcazione dell'anima in questo viaggio d'Odisseo

ulissidi lo siamo a solcare aperti mari

per approdare sulle rive del mistero di noi

in infinito espandersi nell'armonia dell'universo

40 Un ragno tesse

uscirai dalla vita con le ossa rotte dappresso ti sta l'ombra di serpe che agita il tuo sonno gli offri i tuoi passi da sonnambulo e il sudore di sangue emotivo dove un ragno tesse di versi una tela

41 Nuove ali

impastato di terra e sogno quest'essere scompensato

-gravezza di carne -invidia di voli

lo attendono nuove ali a solcare l'indicibile

42 Cinico

sospetti anche della tua ombra il tuo vagare cane di nebbia dove ti porta se rifiuti la mano tesa e al garbato gli dai “li mortacci” tu creatura di terra nell'ora estrema degnerai il cielo di uno sguardo?

43 Preghiera

(Padre Pio da Pietrelcina)

irrorami della rugiada del Tuo Spirito questo cuore martoriato

in una violacea alba di passione indegno mi prostro sgabello ai Tuoi piedi

44 Come saremo

immagina una luce di mille soli che è in te e tu nel Tutto

immagina: un' inconcepibile ma possibile ubiqua entità in un donarsi d'amore universale

e ancora proviamo ad immaginare Lui che ci rivolta come un guanto

45 Itaca

averle coperte le spalle le volte che ti giungono strali dall'alto dov'è assisa nemesi che proietta ombre di morte

t'abbeveri alla fonte della grazia sebbene non eviterai t'investano procelle negli anni prima d'intravedere l'itaca celeste

46 Nel mio cielo

le belle nuvole che vestono forme d'animali i cari animali d'acqua terra e cielo i cumuli i nembi io li vedevo nel mio cielo con occhi innocenti lassù incantati immaginando quella la sede del paradiso

47 Allumare

il non detto esplicito tocca più del dire – dal profondo un allumare

(il sasso gettato dal capriccio della musa apre cerchi nel lago dello spirito)

48 Proiezioni

proiezioni del Suo pensiero siamo vaganti tra realtà e sogno – in cerca d'un'isola felice – viaggio nell'infinito di noi

isole noi stessi – pure ognuno anello d'una catena senza inizio e fine

49 Cuore aperto

pagina aperta cuore aperto: la poesia ? di tutti

la parola spira col vento -vento di luce-

espone la sua ferita creaturale

50 Domani credi giungerà

come canta vasco a questa vita non sai dare un senso domani credi giungerà un come un quando

all'alba le finestre avranno occhi nuovi per la meraviglia espansa nella misterica luce

51 Come il seme

domandarci se siamo bolo di questa vita

o come ungarettiane foglie

o semmai ci troviamo a galleggiare sulla superficie di un sogno

un chiederci qui disorientati — mentre

come il seme nella terra ci si aspetta di nascere alla luce

52 L'approccio

ai primi tentativi tremavo come una foglia la vocina mi diceva buttati anche a rischio di una sberla ma se usi le buone maniere (te le avranno pure insegnate) sta di fatto che ogni volta mi bloccavo — poi negli anni mi emancipai e oggi mi viene da ridere mi spiegò a suo tempo un'astrologa che la causa era una brutta opposizione venere-giove prima e settima casa già alla nascita e che coi transiti di là a breve veniva a sciogliersi

53 Fedeltà alla vita

(ad Aleksandr Solþenicyn)

fatti per la meraviglia la tenerezza l'amore

alla gerarchia e all'odio opponiamo il tuo j'accuse in virgole di fuoco

una vita fedele alla vita -allodola trafitta-

54 In ondivago esistere

impregnato di Spirito Santo mi specchio nella città eterna in ondivago esistere del sogno

55 Silenzi d'acque

silenzi d'acque - langue la luce -

e smemora

un grande lenzuolo avvolge gli alberi le case

FELICE SERINO

POESIE

DIETRO IL VELARIO (2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia stasera non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco con flebili echi d'un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce di stelle sopra il letto e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono il rosso della passione le svolte del cuore

un volo alto è richiamo di aspettative in divenire in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d'azzurro

sarò putrefazione? non “io” certo ma questo involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!– corteggerò le miriadi di stelle che hai posto nel cielo e

sarò sgabello ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che fiammelle erano le dita che benedicevano del santo protettore di quel luogo impronunciabile lo portavano in processione il santo lungo la strada stretta in discesa qualcuno cedette la statua finì in pezzi l'ultima beffa le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l'intima essenza nella dimora dell'eterno

relativi sogniamo epifanie di voli – ed è un buco nel cuore la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole d'altri potrebbero rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una poesia non-poesia - né carne né pesce

nemmeno cercarla devi tra parole vaganti nel sangue sarà lei disponibile quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare lo sbocciare della rosa se vuol dischiudersi anche nel gelo nuda disarmante

contro i detrattori di bellezza – che

splendenza emana e armonia

286

NELLA FINE L'INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine l'inzio – di questa vita il negativo o rovescio

in quel tempo non trovarsi -ahinoi- ubriachi di mondo

287

PER UN RICAMBIO D'ALI

Lui ci culla sul mare della misericordia della sua carezza di madre noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti l'angelo per un ricambio d'ali

ma l'impulso icariano è brivido che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi mostriamo esigua vita più l'esteriore che quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni mistero ch'è appannaggio di proprietà esclusiva

-la testa reclina il nostro fido ci guarda attento come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo è quello delle vene aperte su cui si posero labbra di madre

prima che il cielo si oscuri prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L'ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo nel pregare angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri abbrutito covavi rancori verso te stesso e il mondo

amore era parola vuota: eccoti ora specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta annega nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell'intravedersi da lontano agitare festosi le braccia

come volersi levare nell'aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi parafrasando un celebre detto di marchesi: si spera: ché l'uomo spesso è al di sotto della bestia (erode/erede della svastica) a voler oscurare la notte della Nascita -mentre il mondo continua a girare in tondo senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo nulla di cambiato è solo il “luogo” accanto dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto in sogno una volta nell'altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d'inquietudine sospesa si scioglie ai piedi della notte sotto una luna ammiccante l'amore è come l'ansimare del mare s'abbevera del sangue delle stelle aduna in sé il sentimento del tempo vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria

indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno

297

IN VESTE D'ANGELO

l'atto dello scrivere è stato di trance: esci dal soma e ti cali nell'immaginario

che in veste d'angelo una lanterna ti presta per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea un oltretempo

gioco iperbolico quella volta che nel “luogo accanto” Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite

(forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA'

“di là un qualcosa ci sarà” - “qualcosa” dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi – dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L'IMMENSO

quest'allumare d'anima che senti come vastità di rifiorite rive

questo accogliere in te l'immenso

oltre l'esilio di carne franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo -

un fremito – come quello che avvertì il primo uomo – in questo volteggiare d'anime erranti

maschere in una pantomima -

dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente

lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere quell' urlo chiuso nelle ossa

“lasciare che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate di coriandoli -magia per i bimbi si è un po' bambini anche noi sbizzarrirsi in maschere da folletto il gattino col fiocchetto la ottantenne con un palmo di belletto l'apparenza è sovrana il gusto è g(i)usto truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina – se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane

308

L'ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all'essere impermanente ma anche che l' “essere” non cade nel nulla

l'esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi

310

D'EMPITI

di fonemi indiarsi

d'empiti

a capriolare nell'aria presenze

ancora in fieri in ondivago sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani

mentori della volta celeste dal volto rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora

il vecchio sofferente aspetta il sole della morte

giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile

non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore

vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL'ORDINARIO

la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati

va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio

libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza dal nightmare bucando l'aria -

la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa d'infanzia

sogno dentro il sogno

323

L'INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una “finita infinità” per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHE LUCE

che luce bagnerà i nostri morti – che amore – se l'uno nell'altro si specchieranno – se si sogneranno: ti chiedi

se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':

“mangiate di me e non avrete più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l'urlo del fiore immarcescibile nella luce

327

L'INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo ch'è in te e ignori

basta che solo un verso o poche note ti richiamino a una strana forza interiore:

e cessi di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano

(anche se oggi quasi nessuno li “vede”: santi di questo tempo)

329

CON L'ANIMA NUDA

con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l'aria

senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte

il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero non espanso

frammento della Mente che crea universi-mondi

(riflesso questa vita che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste invischiata nelle panie della notte

...........................................................

DIETRO IL VELARIO (2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia stasera non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco con flebili echi d'un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce di stelle sopra il letto e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono il rosso della passione le svolte del cuore

un volo alto è richiamo di aspettative in divenire in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d'azzurro

sarò putrefazione? non “io” certo ma questo involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!– corteggerò le miriadi di stelle che hai posto nel cielo e

sarò sgabello ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che fiammelle erano le dita che benedicevano del santo protettore di quel luogo impronunciabile lo portavano in processione il santo lungo la strada stretta in discesa qualcuno cedette la statua finì in pezzi l'ultima beffa le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l'intima essenza nella dimora dell'eterno

relativi sogniamo epifanie di voli – ed è un buco nel cuore la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole d'altri potrebbero rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una poesia non-poesia - né carne né pesce

nemmeno cercarla devi tra parole vaganti nel sangue sarà lei disponibile quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare lo sbocciare della rosa se vuol dischiudersi anche nel gelo nuda disarmante

contro i detrattori di bellezza – che

splendenza emana e armonia

286

NELLA FINE L'INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine l'inzio – di questa vita il negativo o rovescio

in quel tempo non trovarsi -ahinoi- ubriachi di mondo

287

PER UN RICAMBIO D'ALI

Lui ci culla sul mare della misericordia della sua carezza di madre noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti l'angelo per un ricambio d'ali

ma l'impulso icariano è brivido che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi mostriamo esigua vita più l'esteriore che quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni mistero ch'è appannaggio di proprietà esclusiva

-la testa reclina il nostro fido ci guarda attento come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo è quello delle vene aperte su cui si posero labbra di madre

prima che il cielo si oscuri prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L'ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo nel pregare angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri abbrutito covavi rancori verso te stesso e il mondo

amore era parola vuota: eccoti ora specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta annega nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell'intravedersi da lontano agitare festosi le braccia

come volersi levare nell'aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi parafrasando un celebre detto di marchesi: si spera: ché l'uomo spesso è al di sotto della bestia (erode/erede della svastica) a voler oscurare la notte della Nascita -mentre il mondo continua a girare in tondo senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo nulla di cambiato è solo il “luogo” accanto dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto in sogno una volta nell'altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d'inquietudine sospesa si scioglie ai piedi della notte sotto una luna ammiccante l'amore è come l'ansimare del mare s'abbevera del sangue delle stelle aduna in sé il sentimento del tempo vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria

indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno

297

IN VESTE D'ANGELO

l'atto dello scrivere è stato di trance: esci dal soma e ti cali nell'immaginario

che in veste d'angelo una lanterna ti presta per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea un oltretempo

gioco iperbolico quella volta che nel “luogo accanto” Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite

(forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA'

“di là un qualcosa ci sarà” - “qualcosa” dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi – dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L'IMMENSO

quest'allumare d'anima che senti come vastità di rifiorite rive

questo accogliere in te l'immenso

oltre l'esilio di carne franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo -

un fremito – come quello che avvertì il primo uomo – in questo volteggiare d'anime erranti

maschere in una pantomima -

dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente

lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere quell' urlo chiuso nelle ossa

“lasciare che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate di coriandoli -magia per i bimbi si è un po' bambini anche noi sbizzarrirsi in maschere da folletto il gattino col fiocchetto la ottantenne con un palmo di belletto l'apparenza è sovrana il gusto è g(i)usto truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina – se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane

308

L'ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all'essere impermanente ma anche che l' “essere” non cade nel nulla

l'esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi

310

D'EMPITI

di fonemi indiarsi

d'empiti

a capriolare nell'aria presenze

ancora in fieri in ondivago sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani

mentori della volta celeste dal volto rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora

il vecchio sofferente aspetta il sole della morte

giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile

non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore

vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL'ORDINARIO

la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati

va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio

libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza dal nightmare bucando l'aria -

la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa d'infanzia

sogno dentro il sogno

323

L'INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una “finita infinità” per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHE LUCE

che luce bagnerà i nostri morti – che amore – se l'uno nell'altro si specchieranno – se si sogneranno: ti chiedi

se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':

“mangiate di me e non avrete più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l'urlo del fiore immarcescibile nella luce

327

L'INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo ch'è in te e ignori

basta che solo un verso o poche note ti richiamino a una strana forza interiore:

e cessi di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano

(anche se oggi quasi nessuno li “vede”: santi di questo tempo)

329

CON L'ANIMA NUDA

con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l'aria

senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte

il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero non espanso

frammento della Mente che crea universi-mondi

(riflesso questa vita che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste invischiata nelle panie della notte

...........................................................

DIETRO IL VELARIO (2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia stasera non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco con flebili echi d'un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce di stelle sopra il letto e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono il rosso della passione le svolte del cuore

un volo alto è richiamo di aspettative in divenire in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d'azzurro

sarò putrefazione? non “io” certo ma questo involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono invasato d'azzurra luce -oh mio Dio!– corteggerò le miriadi di stelle che hai posto nel cielo e

sarò sgabello ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che fiammelle erano le dita che benedicevano del santo protettore di quel luogo impronunciabile lo portavano in processione il santo lungo la strada stretta in discesa qualcuno cedette la statua finì in pezzi l'ultima beffa le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l'intima essenza nella dimora dell'eterno

relativi sogniamo epifanie di voli – ed è un buco nel cuore la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole d'altri potrebbero rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una poesia non-poesia - né carne né pesce

nemmeno cercarla devi tra parole vaganti nel sangue sarà lei disponibile quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare lo sbocciare della rosa se vuol dischiudersi anche nel gelo nuda disarmante

contro i detrattori di bellezza – che

splendenza emana e armonia

286

NELLA FINE L'INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine l'inzio – di questa vita il negativo o rovescio

in quel tempo non trovarsi -ahinoi- ubriachi di mondo

287

PER UN RICAMBIO D'ALI

Lui ci culla sul mare della misericordia della sua carezza di madre noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti l'angelo per un ricambio d'ali

ma l'impulso icariano è brivido che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi mostriamo esigua vita più l'esteriore che quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni mistero ch'è appannaggio di proprietà esclusiva

-la testa reclina il nostro fido ci guarda attento come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo è quello delle vene aperte su cui si posero labbra di madre

prima che il cielo si oscuri prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L'ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo nel pregare angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri abbrutito covavi rancori verso te stesso e il mondo

amore era parola vuota: eccoti ora specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta annega nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell'intravedersi da lontano agitare festosi le braccia

come volersi levare nell'aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi parafrasando un celebre detto di marchesi: si spera: ché l'uomo spesso è al di sotto della bestia (erode/erede della svastica) a voler oscurare la notte della Nascita -mentre il mondo continua a girare in tondo senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo nulla di cambiato è solo il “luogo” accanto dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto in sogno una volta nell'altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d'inquietudine sospesa si scioglie ai piedi della notte sotto una luna ammiccante l'amore è come l'ansimare del mare s'abbevera del sangue delle stelle aduna in sé il sentimento del tempo vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria

indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno

297

IN VESTE D'ANGELO

l'atto dello scrivere è stato di trance: esci dal soma e ti cali nell'immaginario

che in veste d'angelo una lanterna ti presta per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea un oltretempo

gioco iperbolico quella volta che nel “luogo accanto” Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite

(forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA'

“di là un qualcosa ci sarà” - “qualcosa” dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi – dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L'IMMENSO

quest'allumare d'anima che senti come vastità di rifiorite rive

questo accogliere in te l'immenso

oltre l'esilio di carne franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo -

un fremito – come quello che avvertì il primo uomo – in questo volteggiare d'anime erranti

maschere in una pantomima -

dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente

lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere quell' urlo chiuso nelle ossa

“lasciare che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate di coriandoli -magia per i bimbi si è un po' bambini anche noi sbizzarrirsi in maschere da folletto il gattino col fiocchetto la ottantenne con un palmo di belletto l'apparenza è sovrana il gusto è g(i)usto truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina – se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane

308

L'ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all'essere impermanente ma anche che l' “essere” non cade nel nulla

l'esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi

310

D'EMPITI

di fonemi indiarsi

d'empiti

a capriolare nell'aria presenze

ancora in fieri in ondivago sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani

mentori della volta celeste dal volto rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora

il vecchio sofferente aspetta il sole della morte

giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile

non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore

vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL'ORDINARIO

la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati

va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio

libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza dal nightmare bucando l'aria -

la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa d'infanzia

sogno dentro il sogno

323

L'INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una “finita infinità” per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHE LUCE

che luce bagnerà i nostri morti – che amore – se l'uno nell'altro si specchieranno – se si sogneranno: ti chiedi

se con l'orecchio del cuore
la provvida Madre 'udranno':

“mangiate di me e non avrete più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l'urlo del fiore immarcescibile nella luce

327

L'INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo ch'è in te e ignori

basta che solo un verso o poche note ti richiamino a una strana forza interiore:

e cessi di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano

(anche se oggi quasi nessuno li “vede”: santi di questo tempo)

329

CON L'ANIMA NUDA

con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l'aria

senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte

il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero non espanso

frammento della Mente che crea universi-mondi

(riflesso questa vita che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste invischiata nelle panie della notte

FELICE SERINO

POESIE

ASSONANZE (2021)

223

PIETRA DI SOLE

scintilla il sogno sopra la vita ondivaga

luce affebrata accompagna questo scorcio d' anni

nel meriggiare ti accoglie una pietra calda di sole

224

NEL SUO SEGRETO

non senti il grido della terra? la natura si rivolta araba fenice la sacralità della vita violata è intatta

non è la notte del mondo

la rosa ha in sé nel suo segreto la bellezza

225

SECONDA VITA

all'alba svaniscono i sogni? o sono parte di noi insediati nell' intime fibre come una seconda vita disincarnata?

attori-spettatori secondo la “via regia” trovarsi alla stazione o in riva a un mare cristallino -déjà-vu che ricorrono in placida naturalezza

via regia: definizione di Freud del sogno

226

I POTENTI

“beato chi pratica la giustizia”: i potenti voltano la faccia i potenti operano al buio non sopportano la luce che li acceca ogni opera buona di chi è troppo “umano” è sasso d' inciampo i potenti dileggiano chi osa parlare d' amor fraterno al grido del povero prostituito alla vita oppongono un ghigno feroce

227

LE PAROLE

imbastire dei versi e renderli appetibili? suvvia non cercarli attendi che vengano a te come in sogno propiziatorie parole neo-nate dal sangue emerse in luce

228

L' APPAGAMENTO

(visione)

ti accoglie un mare di luce e sei come appagato di tutto tu essendo tutto nel Tutto ti si apre lo sguardo su infinite dolcezze mai sognate nemmeno in alveo materno la trasparenza del cuore ecco librarsi sulle corde del fanciullo luminoso

229

NATALE PRAGHESE

(da una omelia)

la maestra imprigionata la verità bendata -macché! tutte fantasie! -Gesù bambino non esiste!

di qui il tumultuare in crescendo di quei piccoli cuori:

e a quelli -i miscredenti- sarà stato negato l' abbaglio di luce che avvolgeva

le anime innocenti

quando esse chiamarono all' unisono il Verbo incarnato

230

LA VITA SI GUARDA

la vita si guarda vivere specchiata essendo dell' Oltre il suo rovescio

solo apparire – geme la natura: non senti le doglie del parto?

231

INCANTAMENTO

sorprendete sempre voi palpiti mutati in versi se il cuore ha un balzo per una metafora felice

come quando il bambino gli occhi ridenti spalanca per la novità delle ciliege appese alle orecchie

232

FEMMINICIDIO

tempo di ribollir del sangue e cielo e terra si tingono di rosso l'abbaglio della lama tra la folla impossibile sfuggire ai fendenti ciechi

l' attimo dopo lui è rivoltato in sé -non più lo stesso- nel proprio tragico buio

233

SENTO QUALCOSA IN ME

sento qualcosa in me che non è di questo mondo mi trapassano gli strali delle convenzioni ma nella curva degli occhi tremano frammenti di stelle – stimolo la mia innocua follia nel segreto degli specchi dove ali d' angeli leniscono l' ebrietà del sangue

234

L' INGANNO

-che vuoi da noi? -sei venuto a rovinarci?

vedono i loro progetti mondani contrastati da quest' uomo che si dice dio

le sottigliezze dello spirito maligno si attivano dal primo uomo e continuano a infierire con danni irreparabili

-che vuoi da noi?

il male lo credono il bene in quella loro cecità

235

DI LUCE E SOMMESSI GRIDI

è quasi fatta tutta in dormiveglia come nella testa una musica – poi da eliminare i nonsense o addomesticarli vestirli ché diano colore

emergono i fonèmi dal fondo tu li prendi di slancio e sono gonfi di luce e sommessi gridi

236

CHISSA' DOVE SEI

abbracci avvolgono il cuscino gioca un raggio di luna tra i tuoi capelli ti guardo dormire – penso chissà “dove” sei ora

tu che ami i viaggi interstellari tu immersa in un senzatempo d' esagoni e sfere

(ultimo verso: ispirato a J. L. Borges)

237

L'ISPIRATRICE

dopo forse più d' un migliaio dettate dall'alto o dal profondo di te ti chiedi se a crearle non sia stato un altro e non tu: specie delle più datate non riconosci la mano

l'ispiratrice vagheggia nella testa in auto per strada o si nasconde tra le pieghe del divano e nei momenti più inattesi ti dà la mano

stornando uno scialbo esistere

238

DAMMI CUORE (PREGHIERA)

dammi ancora tempo tempo per sognare altre vite tempo per arcobaleni e luce e voli

e che io fedele sia alla verità

alla fine dei giorni che non debba vergognarmi di me

dammi altro tempo – dammi dolore per gli ultimi dammi cuore per gli ultimi

239

L'ALBERO

l'abbraccio è scala al cielo l'albero che si sente abbracciato ti è grato con la sua ombra nel rinvigorire nell'incipiente primavera

è casa degli uccelli che sentono anch'essi il fraterno “contatto” -sei nella natura tutta che freme di vita

240

DIVAGANDO

senza pentimento strappai le poesie giovanili -sarà capitato a tanti- altre poi ripudiate

pezzetti di versi continuano a svolazzare farfalle nell' aria nuove poesie germogliano come alberi o fiori

241

NELL'ARMADIO 2

l'altro giorno nell'armadio non trovai uno scheletro ma in una giacca appesa da anni un foglietto con alcuni versi scritti in grafia minuta

li avevo nelle stanze della mente dapprima cullati poi un po' persi un po' ripresi

vi vedevo le vele del sogno andare su mari aperti ulissidi cotti dal sole legati a canti di sirene mogli a tessere tele all' infinito

e molto altro: visioni dissolte nel nulla

chissà quei versi avessero preso forma ne sarebbe uscita una piccola perla

no – diciamo una cosa decente ad essere onesti

242

NELL'INCERTA LUCE

nel sangue degli echi i tuoi franti aneliti le cicatrici di luna e il rosso grido delle estati che non vogliono morire

le pieghe dei ricordi a vestire sorrisi di sole

ora galleggi in questo brusio di vita mentre una vecchia pietra ti accoglie ancora calda di quel sole che lento annega

e ti attardi nell' incerta luce

243

RELATIVO

dall'apparire dello 'strisciante' inganno convenzioni lussuria i pilastri del mondo

relativo il tempo come il soma come la morte (il morire: una scrematura)

non del mondo l'Assoluto -che è vita nascosta

244

VISIONE

siamo mare aperto espandersi dei sensi in onde di luce

la nostra stella custodisce i vergini sogni

245

SIESTA

(barlume di ispirazione)

quel che resta nella mente dopo il dormiveglia non è che balenìo o nulla

tale presentire ha l' accortezza di non immediato svelarsi: resta nel limbo

sgusciante si cela tra pieghe del divano la voce della tivù rimasta accesa lo disorienta

246

UN GIORNO SENZA TEMPO

quando stavo per “andarmene” sentii tirarmi per i piedi

io nel sogno io sogno criptato

un giorno senza tempo nella meridiana di sole

ero tra gli angeli e i morti

247

CENERI E KRONOS

ti parrebbe certo fuori luogo durante un lauto pranzo se ascoltassi di morte e di ceneri

-io le custodisco in un' urna -no guarda preferisco le disperdano in mare o nell'aria

pensa: siamo niente – a divorarci kronos -occhi di vento e pulviscolo nell'aria

tra un boccone e l'altro guardando oltre questa morte che ci attraversa

248

IL FIORE DEL SEMPRE

(ispirandomi a una conferenza di Rudolf Steiner)

vivessi pure cent' anni non saprei mai chi sono laddove l'umano m' inibisce la memoria dell'origine

pure urge in me un essere superiore – il fiore-del-sempre – che mi sarà rivelato quando si aprirà all' eterno il trasfigurato corpo

249

LE PAROLE TI FANNO VOLARE

quell' immaginoso come in un sogno ad occhi aperti è un ondivagare di due versi nella mente domani forse se ne aggiungerà qualche altro le parole ti fanno volare ma la concisione vuole sia detto “tanto con poco”

empito che sale come una piccola marea da attentamente vegliare

250

RITORNARE

ri-tornare? per ancora sanguinare?

a sfiorarci una felicità effimera a trapassarci gli strali del destino

quando la gioia piena?

giunta l' ora risparmiaci la “ruota” se fosse nei Tuoi piani – e che la morte sia una

accoglici per sempre nell'alveo Tuo d' amore

(la ruota si riferisce al samsara)

251

NAUFRAGO DI SOGNI

cosa incresciosa
quel periodo no dell'aridità d' ispirazione -capita a tutti- e ti vedi impoverito annientato come disteso bocconi sull'arenile naufrago di sogni

252

STATO DI GRAZIA

non lui che scrive non volute le parole emergono dai recessi di un dove viscerale e in quel mentre si ritrae la morte - è lo stato di grazia per chi viene detto poeta o costruttore di sogni

253

QUESTO AVVICENDARSI DEGLI ANNI

le volte che ti coglie sonnolenza frammisti brevi tratti allucinati la testa reclina sulle braccia

lento meriggiare assolato il ronzio d' una mosca e voci indistinte dal cortile

e questo avvicendarsi degli anni come una marea che ti porta

ma ancora t' accora -inno alla vita- un non raro cinguettio sul davanzale

254

VAN GOGH

certo si può dire di lui che fu uno toccato dalla grazia se il senso del tempo spalmava la follia sulla tela col giallo a invadere visioni allucinate

255

ETERNO PRESENTE

ho sognato una piazza la sua circolarità senza confini forse dava nell'altra dimensione

chiamava il mio sangue l'aleph di borges il suo eterno presente – dove sei tutto e il Tutto è te – dove il Figlio rinnova le sue lucenti piaghe cogliendo i perduti

256

AFA

vene esplose di questo giorno d'afa

me ne sto seduto s'una pietra ancora calda di sole rimuginando pensieri

come nuvole vaganti

-nell'immaginario ora capre ora angeli-

257

I LIBRI

le tue creature hanno un respiro una voce mai che si annoino sebbene in ombra vivono nel cuore della luce i loro sguardi attraversano muri i dorsi nelle vetrine hanno occhi sempre vigili ristà il sangue delle sillabe in una malcelata calma

258

CERTO E' L'ETA'

se oggi ti senti in buona parte appagato è il caso di chiederti dove sarà finita quella spericolata baldanza esibita per i soli suoi occhi -lei distesa sull'amaca lo sguardo intinto nell'azzurra luce

certo è l'età che avanza e forse nei sogni t'incontrerà quell'io dal tempo ormai divorato

259

IL POSSESSO

-guarda: tutto questo sarà tuo

-ah padre padre che non ci hai saputo amare

mi trapassano gli strali della tua freddezza

le cose? non danno sicurezza schiavo ti fanno

non hai considerato la grande apertura alare che dà la libertà di amare

260

COME ANGELO

è un soffio la vita e già ti vedi nella dimensione nuova dove tra le “beatitudini” non c'è moneta né caffè né vino cui non sai fare a meno e neppure ha effetto la farina del diavolo non esiste l'amplesso come lo si pratica essendo tu come quell' asessuato angelo che pare strizzarti l'occhio dalla volta

261

OCCHI PULITI

questo stupido mondo da cui ti fai condizionare - non ti sentirai del mondo se levando lo sguardo in sù vedrai l'immenso specchiato nei tuoi occhi l'azzurro penetrarti quell'azzurro che è nel tuo nome

in te stupito d'essere come quel bimbo occhi-puliti che vuol toccare la luna

262

MAYA 2

la sera viola inghiotte tra le anime e le pietre apparenze di te di me

si leverà un grido dalla cenere che siamo a chiedere dov'è la vita quella vera

263

IL VERSO

sai per ore mi sono arrovellato chiedendomi se dovevo lasciare o eliminare un articolo in un verso

ridicolo? mania di perfezione? no – ti dico - il verso perché tenga deve dire armonia respirare lungo come il mare scorrere come sangue vivo nelle vene del cielo

inebriarsi morire rinascere in una smemorante dolcezza

264

FRAMMENTI DI UNA VISIONE

ali di luce s'invaghisce dell'angelo il cuore senza voce sordo ad ogni mieloso canto di sirene

itaca è negli occhi il ritorno l'approdo per l'indicibile altro da sé

265

SUI SESSANTA CREDENDOMI UN RAGAZZINO

sui sessanta credendomi un ragazzino saltai in malo modo una staccionata e mi ruppi il setto nasale

riandando addietro mi vedo smaniare per tom sawyer quando mi esibivo in acrobazie sconsiderate per i soli occhi di una graziosa becky thatcher

266

SU MARI APERTI

l'anima una finestra sull'immaginario in espansione dei sensi

azzurrità di cieli a invadere gli occhi

è senza tempo il viaggio su mari aperti

267

LA CONCA DEL CUORE

mani a giumella ad accogliere umori del numinoso

giammai siano infangati dalle cloache del mondo

268

INGREDIENTI PER UNA POESIA

prendiamo una manciata di metafore alcuni ossimori degli appropriati enjambements togliamo qualche fronzolo che stona il tutto condito con spicchi di luna

ingredienti per fare una poesia ma che nasca dal sangue come un fiore panacea sia per gli occhi dell'anima nuda e sola

269

RICUCIRE LE ALI

espandere la parte divina quella detta anima bistrattata non di rado quaggiù

ricucire le ali per contagiarsi di bellezza

270

LA MEMORIA E' UN GRIDO

(Auschwitz – Birkenau – Mauthausen)

non è dei morti ricordare: la memoria è svanita col fumo della carne bruciata

ai vivi le notti spaccatesi alla volta del cuore

la memoria è un grido inesausto che corre nell'aria su prati di sangue

271

ARBORESCENZE

scrivere su fogli d'aria ai piedi della notte dove evanescenti veleggiano i sogni

arborescenze dell'anima

umori sospesi sulla bocca di un dio minore

272

RESTARE IN BILICO

restare in bilico tra quel po' d'intontimento e una giusta lucidità il discorso del capotavola la cui lungaggine è latte alle ginocchia la gimkana dei camerieri -ascelle sudate e sorrisi smorti- che si aggirano tra vacue presenze il quadro infine è una recita smodata

273

IL GIOCO

averlo nel sangue sin dallo stato fetale scrivere “lettere” sulla sabbia come nostro Signore truccarsi con barba di nerofumo emulando un improbabile sandokan da adulti i giochi del sesso per stuzzicare l' “appetito”

intanto nella fantasia edonistica

vaghezze di nuvole fanno la vita leggera

274

YIN YANG

sei la mano destra che non sa della sinistra il buio la luce cerchi in un alone di mistero il tuo nome alle origini nomini la bellezza della rosa colta sul ciglio del mondo

275

LA PORTA

il cammello inginocchiato passa per la porta stretta

vi si passerà se spogliati di tutto

gli altri: “voi non vi conosco”

276

SIAMO OLTRE

siamo oltre: una parte di noi già nell'oltre senza saperlo – intangibili come nei sogni

qui in-consistenza d'ossa e sangue non si traduce nella “persona”: di lei è l'intaccabile: la sbiadita copia

277

NIGHTMARE

preso nel vortice sentirti cadere dalle nuvole vaganti su l'empire state building muri di carta ad avvolgerti strati e strati togliendoti l'aria nel cervello versi criptati come da profondità inviolabili da ogni lato nonsense a lacerarti come strali di luce

278

L'ABBRACCIO

sopra il letto piove luce di stelle mi giro sulla destra per stampare un bacio sulla gota dell'amata lei mi corrisponde con un abbraccio e dire ne sono passati tanti di anni ed è come fosse ieri

un gallo canta in lontananza ed è l'alba

FELICE SERINO

POESIE

MARE APERTO

(2021)

197

ORIONE

da tempo i libri di mitologia sono soppiantati dai videogiochi - negli occhi dei ragazzi non più l'incantesimo di un cielo percorso dal Carro celeste e da Orione -che annaspa in un mare nero seppia

198

M' INDUCEVA L'ESTRO

poeti si nasce? – non sapevo d' esserlo quando m' induceva l' estro a scribacchiare su carta da zucchero e alzavo gli occhi al cielo per un gioiello da carpire al divino

199

LAGHI DI MISTERO

ombre stampate – ombre a vestire figure passeggere

luce degli occhi ai primordi -ritagliata nel blucielo – ove

immergersi in laghi di mistero

200

CONGETTURE

più che terra mi dico un cielo in frammenti il sogno e la ferita

siamo

più in su quel levarsi dell' onda che ci avvolge il punto zenitale della luce

201

MARE APERTO

ho un “posto” dove andare -che mi aspetta- a cui fanno eco non sirene ma aneliti dove nella morte apparente spasima la composizione della luce

ho un luogo che mi aspetta: come andare in mare aperto con la bussola del cuore

202

COME ENTRARE NEL DIPINTO

cavalcare onde irrazionali di nonsense onirici come entrare nel dipinto e vedere da una nuova angolazione ri-creata dall' occhio il confondersi del sangue coi colori

203

ALZHEIMER

la memoria s' è addormentata nell' anima - la memoria che come un fuoco inestinguibile ti faceva dire io sono

ora non sai più chi sei e perdi la strada di casa

giorni e notti attraversano le tue ossa e la tua voce si è rotta nel vento

e se al mattino tì sporgi dietro i vetri è per vedere solo ombre o fantasmi come in un sogno ininterrotto

204

ISPIRAZIONE

cos' è l' ispirazione se non un qualcosa che urge nel sangue prima di vedere la luce

una folata di vento e sei il vento una vampata di fuoco e sei il fuoco -con spasimi d' anima vivi le cose

parole come lacrime cadono dagli occhi della mente solo qualcuna preziosa si posa ai piedi dell' angelo

sul bianco immacolato del foglio

205

ANELITO

(sfogliando Salgari)

quella porta che apri sull'infanzia ha gli echi del mare e il caldo rovente di scogliera che ricorda il tuo passo inquieto ribelle i tumulti del sangue

resiliente come l' insonnia della vela per il buonvento

206

LA VITA SCORRE

la vita scorre e quel senso sempre del fugace in ogni cosa

ma il mare il mare è nel cuore di Odisseo che si interroga a specchio del cielo

l'uomo è per la meraviglia

207

OLTRE IL VISIBILE

anima siamo con un corpo frale

la beltà è fiamma sotto la cenere:

di là dal visibile a dircelo è il cuore dove discreto l' angelo ci affianca

208

PAESAGGI INTERIORI

tu dici la vita è della morte vita che indossi che mastichi e ti mastica

la chiave o il rovescio -sai- è quella “vita fedele alla vita” – ad aprirti

paesaggi interiori ritagliandoti uno spicchio di cielo

209

L' ETA' SPAVALDA

il volo degli aeroplanini con su scritte indecenze o un candido complimento e la destinataria avvampa dal primo banco c' è chi lascia cadere la penna per guardare le mutandine della prof poi fuori come scalmanati allo squillo della campanella e ahi ci scappa l'occhio pesto innato senso di rivalità tra bulli per una bocca di rosa

210

NONSENSE

il pensiero allucinato ti apre varchi daliniani di nonsense

anche la tua figura si deforma come gli orologi molli

e il cuore si libra sul fiato del dove e del quando

211

IN INFINITO ESPANDERTI

(a Gabriele Galloni)

ti vedo con fare garbato rivolgerti ai morti tu che anzitempo sei dei loro sei come loro tu che ne scrivevi chiedendoti “in che luce cadranno”

tu cuore amante dell' ignoto alla sua riva in infinito espanderti

(tra virgolette il titolo di una sua opera – 2018, RP)

212

NON SEI DEI LORO

nel chiuso della stanza o di pomeriggio nel sole da un po' ti sorprendono a parlare coi morti – questi non tornano e tu non sei dei loro -ancora-

sono spirito (ma di essi poco si sa) -ubiqui ti leggono il pensiero e a volte giocano con le nuvole – quando nelle tue pareidolie ti pare ravvisarli

213

LUNGO UN FIUME D'ECHI

quel che accade “deve” accadere? stabilito dall'alto o da occulta trama? e il libero arbitrio allora: è al 50? al 30?

vestiamo le possibilità le decisioni sofferte tra gorghi del sangue

sarà un caso ma trovarci di qua della strada invece che di là potrebbe ribaltarci la vita!

siamo tenui fiammelle lungo un fiume d' echi

(“caso” o quella definita “sincronicità” junghiana)

214

CONDONO

“condono” dici? se era massacrato – una maschera di sangue la persona: un solo grande urlo

guerriglia urbana - la pelle rischiano gl' inviati del tg tra lacrimogeni e manganelli che fendono l' aria

abuso di potere: come vuoi chiamarlo -un nuovo caso Cucchi come tanti altri cristi in croce

215

UTOPIA

presi in un giro mortale lasciare tra le mani trascorrere le ombre della sera

utopia raccogliere i frammenti di una vita in un numerabile infinito

(primo verso: parafrasando Ungaretti)

216

L'INFERNO

(mala tempora ed è belzebù a guidare la danza)

l'inferno è sulla terra è l' uomo stesso a crearselo da quando caino alzò la mano sul fratello da quando fiammate di odio aizzano popolo contro popolo per la supremazia di nazioni e nascono come funghi velenosi nuovi satrapi

(le vittime a migliaia le raccoglie Dio nelle sue braccia - giammai può il suo Amore contenere l' inferno)

esso è in terra se vedi annegare negli acquitrini la bellezza

217

PER UNA VOLTA

(quasi una preghiera)

volesse il cielo una volta mi conducesse il mio angelo e in una visione ipnagogica sentirei il mio sangue espandersi ai quattro lati della terra a forma d' una grande croce

sentirei allora esplodermi il cuore in tanti frammenti d' amore

ma sono un peccatore

218

A VOI MORTI

mi rivolgo a voi morti usciti dalla morte voi non più in morte-vita vivi ben più che i vivi

siete in noi e in nessun luogo lontanissimi e vicini

lungi da voi ripercorrere i meandri della memoria perdervi e ritrovarvi e ancora perdervi nei dedali delle passioni fuggevoli

è l' atavico sangue a dire “sono” - è ritorno all'origine: come nella prima luce

219

L' INCONOSCIUTO

vertigine dei numeri all' infinito

tanto più che i granelli di sabbia

così gli universi le miriadi di mondi

l' aleph: il punto inconosciuto dove Dio li vide specchiati nel Suo Sogno

220

LE PAROLE NON DORMONO

le parole non dormono cercano il loro sangue incessanti si affacciano alle finestre degli occhi

nude presenze emerse dal fondo dove è coro di voci che sanguina in luce

221

IL VIAGGIO

vedi aleggiare il tuo soma d' aria a varcare confini di mistero

ulisside su rifiorite rive d' un' itaca celeste

222

MATTINO

nello specchio del comò si guarda una luna sghemba – prima di dissolversi

indugiano nel sangue sfilacciati sogni - si attende supini mano nella mano che cresca la luce

e c' inondi col suo buongiorno

FELICE SERINO

POESIE

OLTRE L'ESILIO (2020)

167

VIRGOLA DI CIELO

tu dici dopo non c'è più niente -e la coscienza? quella che ti fa dire sono persona

-che nell'aria stretta si fa virgola di cielo-

no non la distruggerà nessuno neanche il fuoco

168

INCANTESIMO

donna dei boschi: occhi di cerbiatta – la sua

anima di foglia di sé m'innamora

169

QUEL CHE SI DICE TSUNAMI

ingegnarsi per bypassare quel che si dice tsunami interiore pari al lutto di una persona cara

elaborarlo mettendo in campo l'autocontrollo (yoga) e spruzzate di benevolenza e autoironia – sviando il testacoda dei sensi

lasciarsele scivolare addosso le cose

destarsi allora con altri occhi

170

LA LUNGA ATTESA

-alla fine è dura questa coda da scorticare- gli scriveva trepidante d' attesa

come se lui dovesse tornare dal fronte (era in trasferta per tre settimane)

-sai: la bambina la sento come sorridermi in grembo - sogno i suoi dolci occhi azzurrocielo-

171

MOMENTI D'INCANTAMENTO

entro ed esco dalla tua anima dove dimorano pezzi di me un odore di pini ci avvolge -certo lo senti anche tu-

i nostri passi sul viale accecato di sole -un grido di gabbiani e l'ascolto del mare in una conchiglia:

questi i momenti d' incantamento fermati dal nostro amore imperituro

172

DOVE SEI

sparire nel nulla è l'urlo della rosa dischiusa

consola a tratti un palpito di luce selenica che abbraccia il ricordo ravviva empatie

gentile il velo spiegato dell'angelo

su un lato del cielo

173

IL TUO GARBO

forse solo nell' oltre saprò - si scioglierà l' enigma – e intanto i tuoi modi garbati che ritornano nella camera viola della mente mi sorreggono per il tempo a me concesso

mentre perso sono nel perimetrare il vuoto che lasci: un' ombra feroce mi strappa all'abbraccio del sangue

il buconero risucchia presenze umori respiri

non il tuo garbo che in me non si cancella

174

FRAMMENTO DI LUCE

(ispirandomi all' “Aleph” di Borges)

siamo un frammento di luce particella dell'Altissimo

tale splendere ha attraversato i mari dell'anima toccato terre inesplorate care all'odisseo

indiviso frammento custodito nel profondo di noi

l'aleph che unifica i mondi

175

CIELO STRAPPATO

c' è sempre una donna dietro una fiaschetta di whisky tenuta nascosta – semmai per illudersi di lenire la lacerazione di quella mancanza

un cedere all'ebbrezza e alla lunga trovarsi più che uno straccio

sulla specchiera profumi ninnoli a far bella mostra di sé

mentre un cielo strappato raccoglie il muto grido

176

LA GIOVINEZZA

e sì che nell'alta vegetazione si nasconde un cuore di paglia -solo a vederla svoltare l'angolo sono le fatidiche farfalle e l'onda del sangue che rimonta

ah i lunghi meriggi a passare tra sciabolate di sole

nella verde età fuggitiva

177

NELLA PRIMA LUCE

ci accorgeremo che non siamo esistiti che nel pensiero

è la mente che crea – essa si materializza in ciò che vuole

nel grembo del cielo fu l' immagine del primo uomo che Dio sognò nella prima luce

178

LA SACRALITA' DELLA VITA

il male si sa è la grande ferita -ma c' è tanta fede discreta:

il cui fervore equilibra i piatti della bilancia

si dirama il sangue della passione in direzioni inaspettate mentre

la sacralità della vita ha ali d' aquila a librarsi imperiosa sulla banalità del male

179

IN QUESTO CIELO BIANCO DI SILENZI

non ti vedrò più Nina se non in vaghezza di sogno - oggi mi nutro come un passero dei tuoi scritti di luce che aprono su universi solo a te noti

e che forse ospitano la tua essenza mentre mi appare delinearsi il tuo volto in una nuvola vagante

in questo cielo bianco di silenzi

180

OLTRE L'ESILIO

il più bel giorno è quando oltre l'esilio della carne mi verranno incontro i miei morti e i parenti giunti da lontano

a qualcuno scapperà una lacrima e nell'estremo saluto c' è chi leggerà con voce tremante alcuni versi

“ti sei staccato come foglia adagiata su una spalliera di brezza”

181

DA UN ALTROVE

e tu a lumeggiare le mie sere anima di candore e di sogno

si fa conca il cuore ad accogliere dei versi dettati da un altrove

182

SOSPENSIONE LUCENTE

lente figure d' animali in sogno t' appaiono le nuvole – mai somiglianti l' una all' altra

e le gocce della pioggia: sono sempre diverse cadendo anche se ti sembrerà incredibile

tutto così singolare – unico

vedi: in una sospensione lucente lo stacco dell' uccello dall' albero traccia un irripetibile arco d' amore nel vasto cielo

183

MARE APERTO

mare-anima sognata dai primordi in infinito creare

fa vela il cuore per l'azzurro pelago

184

LA POESIA

(da un po' che non brucio della sua luce: non mi prende febbre di quell' agitarsi del sangue)

tento qualcosa del tipo: “la vita ti ha tarpato le ali Nina rosavestita – ora è il vuoto delle braccia”

questo l'incipit ma ahi è latitante la musa che non mi dà il “la”

plana un gabbiano da me non lontano chissà non porti nel becco quel verso che mi manca

185

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera carta e penna o se vuoi tastiera il bianco che ti fissa e ti ci perdi un muro la mente un muro provi con un verso impreciso poi un altro ma no non era così che l'avevi pensata eppure ce l'avevi tutta lì come una cantilena tra veglia e sonno negli occhi la confusa striscia bianca sulla destra ed eri in uno stato di tortura-goduria trattenendoli ancora quei versi ma ora niente un muro la mente risucchiati da un buco nero

186

COVID-19

(navigano migliaia di morti sotto la volta viola della mente)

questa “bestia” viene dalle bestie -così dicono i ricercatori (?) – pipistrelli serpenti et similia

e così ancora una volta -certo per altri versi- come quando il primo uomo entrò nella morte

scende in campo il nemico invisibile: il serpente ingannatore

187

L'ANIMA CHE SCRIVE

uscita dal margine del foglio ove ha sostato per un tempo-non-tempo ora sorvola il mondo piagato

dove sola immacolata piuma in luce resta

188

AFFLATI

la scrittura si traduce in genesi di fonèmi – espansi in luce accensioni del sangue e voli

orifiamme o altezze pari ad afflati d' angeli

189

IL DOPO

ci aspetta sempre un dopo: il di là da venire

aria di nuovo aleggia negli occhi – che ci sorprenderà – e

ancora non sappiamo se croce o delizia

189 a

IL DOPO 2

distacco dal corpo -dall' albero della foglia

abbrividire della rosa appena colta e non sapersi di bellezza effimera

190

VITA LEGGERA

una vita in leggerezza ragazzi galleggiano sugli eventi sfidano la morte

se c' è un dio? – il suo silenzio - il corpo i sogni un tutt' uno col digitale

-uffa 'sto ciuffo alla elvis che non tiene! manate di gel

-ma è sorpassato ritrovi oggi la cresta da gallo cedrone

191

MAROSI

marosi mangiano l' arenile

sulla linea cielo-mare un battello dove suonano un blues -l' urlo del vento disperde le struggenti note

plana e becca la cresta bianca un gabbiano

leggo s' un muricciolo e mi confondo tra le righe -mi si specchia come in sogno il mio “doppelganger”

192

MOMENTO

in un silenzio ovattato filtrano le prime luci dell'alba

ancora viva la voce dei morti venuti a visitarti in sogno

a rigirarti ti trovi in intrecci di piedi di mani

-il morso della carne

-labbra che si cercano

193

CREATURA

sembra che il solo sguardo la mantenga in vita la sua creatura

ché Lui la pensò ancor prima di sognarla in forma ed essenza

poi del sogno il suo farsi carne e respiro

194

UN DIO MINORE

(a battesimo d' inchiostro un dio minore -molto ma molto minore)

quella “balaustrata” a cui s' appoggia verso dopo verso

il mio estro -musa malinconica non troppo-

(Balaustrata di brezza/ per appoggiare stasera/ la mia malinconia. G. Ungaretti)

195

IL GRIDO

si fionda nel buconero della carne l' angelo caduto:

materia densa non più luce lo veste il Grido-rimpianto che si sfilaccia in un tempo rallentato

(vita non è che ossimori e stelle di latta vita spezzata come lama nell'acqua:

vita incompiuta nell'immenso: puoi dirla infine un dettaglio

pure un amore disperato)

196

DEL SOGNO

anche il sogno è vita – con le sue -dicono- doti divinatorie ma attira anche quell'annullarsi quando non sei ostaggio di morfeo e sprofondi nel nero seppia assoluto

mentre intorno a te vivono le cose e tu non sei più che un tronco portato dalla corrente

FELICE SERINO

POESIE

AFFLATI (2020)

111

NOI DUE

chi resta avrà dall’altro da lassù lo sguardo o dai recessi dell’essere dove si presume risieda l’anima

chi resta alzerà gli occhi al cielo in un atipico silenzio rassegnato

un’altra primavera e nuovamente guarderà il glicine fiorire si domanderà dove stanno i ricordi vissuti pezzetti di cuore

sa che tutto è un eterno presente

112

NOTTE LIQUIDA

orfanezza del cuore su sfiorite rive occhi come laghi in fremiti di vita

dove distorto volto d’angelo traspare

lanciarsi anima e corpo nell’ebbrezza della notte liquida

113

OCCHI DI PARADISO

quel giorno che ci hai lasciati parlava il tuo sguardo muto -occhi di paradiso

quel giorno l’angelo ha colto il tuo dolore e lo ha appeso ad una stella

ora tra arcobaleni e vento il tuo aquilone

sparito nell’infinito

è come volesse cercare lì il tuo cuore

114

PAROLE 2

parole sulla bocca dell’alba in dormiveglia mentre inizi l’interiore viaggio

cavare sangue da neo- nate parole in seno a un dio non visto

dove sale la luce

115

PIU' D'UNA VITA 2

convivere con gli umori di un corpo di morte

dall’animalità all’angelo: questa l’impervia salita

più d’una vita se dal sangue fioritura sia d’ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

116 PRIMAVERA 2

capita che il bosco mi parli ogni volta che abbraccio il “mio” albero

-risale a un rito atavico l’abbraccio: patto di luce- amore-

mi parla -il bosco- tendendo le mille sue braccia nell’espandersi in canti che allargano il cielo

la casa degli uccelli si fa allora santuario del cuore

empatia che mi congiunge all’esplosione della fioritura

come fossi io nell’albero

117

PROFUMI NINNOLI

credi non sarà così per sempre non come qui a guardare per speculum in aenigmate

quel non riuscire a focalizzare il profilo di lei come quando la vedevi sbucare da dietro la curva della strada al ritorno dal footing

tra le altre suppellettili ora a prendere polvere sulla specchiera stile ottocento profumi pinzette ninnoli

la collana orfana del collo esile

il guardarti in tralice nelle sere vuote lei da una foto sfocata

118 PROVE DI VOLO

anneghi nell’effimero d’una vita marginale

tenti nell’indaco prove di volo -fino a che dura il sogno

da quale parte è la verità ti chiedi nei momenti lucidi

119

QUALCOSA VERRA'

qualcosa verrà in quest’ora anodina a farsi sangue e presenza il bianco a violare ricamandolo di fonèmi e voci

da sirena ecco si veste la musa su onde a sognare -incoronata di nuvole vaghe

come un’eco quel melodioso canto

che si negò odisseo

120 QUALE IL TUO NOME

quale il tuo nome nel registro della Luce quale la tua figura inespressa

questo non aversi come morire sognarsi in seno a cieli di cui non è memoria

caduto il velo un ri- trovarsi moltiplicato

121

QUELLO SQUARCIO DI CIELO

in grazia creativa mi sento oggi che mi è clemente il tempo -nuoto nel mio immaginario

nell’approssimarmi agli ottanta non mi fermo a fare bilanci o scongiuri né mi guardo indietro

solo il giorno predestinato aspetto e tanto più inimmaginabile

sarà quello squarcio di cielo -ad attirarmi a sé

122

REPERTI

lui -il “cornuto” che continua a lavorarci contro- lo vedemmo nelle case della morte col fumo della carne bruciata

lo riconoscemmo nella “bestia” umana

dopo gli anni orrendi oggi un museo: in mostra scarpe valigie occhiali e una montagna di capelli

i reperti della vergogna

non sogni o finzioni quelle “nuvole” ma

dalle fumate si sa che a levarsi erano ali d’angeli

123

RICORDI

confondersi del sangue col colore dei papaveri nel sole

ampie distese a perdersi mentre all’orecchio del cuore a far capolino una melodia nel tempo andata

ricordi

ci si appiattiva scalzi col fiatone nell’erba alta dopo una volata e

in levità d’angeli quasi non si toccava terra

124

RISILLABARE PALPITI

risillabare palpiti di soli e generare amore dove il cuore mette ali

elevarsi come aquila negli’ infiniti cieli

annullarsi del pensiero guru in stato di levitazione

125

ROSA IL TUO FIATO

rosa il tuo fiato fragranza di bosco la tua pelle ambrata

apparivi sirena distesa s’uno scoglio

allucinazione forse

mi facevi un cenno mentre il cielo s’apriva in una luce aurorale

come il tuo sorriso

126 SAREMO

il sangue starà circumnavigando il periplo dei mondi quando l’io non esisterà più

cosa saremo nessuno può dire

saremo nel Tutto dove tutto ha nome armonia

forse non aureolati – fioriti nelle braccia di Dio

come nella prima luce

127

SCAMPOLI

rimanere in essere incapsulati in una vita ch’è copia sfocata dell’Originale

dimezzata vita: scampoli

pure zampillo d’acqua viva dall’Io subliminale

la difficile luce

128

SCHEGGE DI PENSIERO

sai d’ essere schegge di pensiero per unificarti alla Mente- madre

dove sei già stato vuoi tornare ma non ricordi il “dove”

tornare da dove ti sei staccato

come la foglia che riprenderà ad abbeverarsi di luce dopo essere macerata nella terra

129

SCRIVERE SULLA SABBIA

scrivere con la luce la vita la morte vestire di primavera i gigli

non così l’uomo dal suo primo apparire

preso nel vortice delle cose egli scrive su sabbia l’avere

-nel cuore la paura del bambino

130 SCRIVO SULL'ARCOBALENO

scrivo sull’arcobaleno dove il mio angelo è assiso in veste di musa

egli mi suggerisce parole macerate nel sangue che mi si nascondono

alla “vista”

a volte dall’arco- baleno cade una sillaba ed io la recupero

riprende vigore

all’angelo traspare un sorriso che si fonde col mio fiato

131

SE AVRANNO VOCE

ed è pleonastico il tuo dire i tempi son cambiati e alle piante seccano i timidi germogli

i pesci son gonfi di plastica e i cieli di cenere e i mari piangono coi miei occhi

lasciare parlino i fatti se voce avranno in una -lesta?– inversione di tendenza

132

SE INDIETRO TI VOLTI

era solo un sogno – sarai come la moglie di Lot mi disse se indietro ti volti

accondiscesi sebbene controvoglia: ribellione mi corse nel sangue

altri vedevo passare per la via della “prova”

ora tramutati in statue – che prima di me ridevano

133

SENZA TITOLO 5

le cose mi chiamano e la morte è lontana

vastità contemplo

l’anima è il verso del gabbiano nel lambire l’ onda

134

SENZA TITOLO 6

un’alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore

usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di Maeterlinck in un cielo di vetro

da un luogo non- luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce

135

SIESTA

di sé t’innamora il perfetto endecasillabo “meriggiare pallido e assorto” - rilassante quasi a conciliare il sonno

di qua dove sei la pineta – di là il mare - chiudi il libro di Montale e gli occhi

contro l’ obliqua luce fra i rami

in te mezzo assopito ora perdura il dondolio delle altalene e dei teneri corpi

quasi fatti d’aria

136 SOLITUDINE

si è al punto che ogni giorno è uno in più a dar scacco alla morte

-finché ci siamo- la candida filosofia dell’anziano

il consueto giro pomeridiano per godere un po’ di sole

non si muove foglia ma voglia il cielo risparmiargli una solitudine feroce che scava come goccia nella roccia

137

SOPRA IL SENSO DELLE COSE

chi può conoscere meglio della terra i morti

l’inverno col suo bianco manto il silenzio copre e il loro cuore

oltre orizzonti di palpiti vegliando aleggia il mistero sopra il respiro dei vivi

sopra il senso delle cose come un sole freddo

138 SPAMPINA LA ROSA

turbine avanza in un batter di ciglia – deserta la piazza solo una gatta sotto un’auto acciambellata

han lasciato i vecchi il loro gioco di carte

più in là la bellezza deturpata

al crocevia del grido la rosa spampinata

139

SPLEEN 3

lo scoglio e tu come un tutt’uno quasi sul ciglio del mondo avvolto in una strana luce

labbra di cielo questo contatto di sole

vedi nell’aria marina un gabbiano planare su una solitudine che ti lacera all’infinito

140 SPLEEN 4

brusio di voci

galleggiare di volti su indefiniti fiati

si sta come staccati da sé

golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi

vi si piega il cuore nella sanguigna luce

141

SUL FILO TESO

camminando su filo teso se la mente vacilla e s’affaccia su orrido abisso

Tu lo sai - è l’altro me a cui ho dichiarato guerra per onorarti

son diviso e ogni pensiero contrasto se emerge non da sangue

e come potrebbe la pianta ripudiare la radice? e la corolla che s’apre alla luce odiare la luce?

142 TEMPO-SOSPENSIONE

tempo elastico gli orologi molli di dalì tempo- sospensione l’aprirsi del fiore tempo di blake sospeso nel balzo lucente della tigre tempo diluito non- tempo onirico tempo dilatato che scandisce deliri di luce in una tela di van gogh tempo sospeso immobile indolore felicità animale

143

TRIPUDIO DI LUCE

aspetto l’ ineluttabile disfacimento della veste

come l’ albero delle foglie

quelle macerano l’ albero è albero

il suo sangue in letargo attende

un nuovo tripudio della luce

144

TU MADRE DEL MIO SILENZIO

tu madre del mio silenzio tu cattedrale del sangue indiato

-poesia- apri lunghe sospensioni e varchi e archi di luce ricrei tra ciglia d’amanti

tu fai spuntare fiori tra le pietre preservi un raggio di sole

per gli occhi persi del povero cristo nei giorni anodini

145

TU REGINA DELLA NOTTE

sei nelle mie corde e metti ali a sorvolare questo male oscuro d’un mondo fatto a pezzi tu regina della notte

poesia che ti sveli al lume d’una luna menomante

l’anima è inclinata nella luce

ci salverà la bellezza?

146

ULISSIDE 4

occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi

e un’ itaca lontana

esce dalla coda dell’occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero

ed è casa di mare aperto l’anima del viaggio

147

UN CIELO DI PALPITI

si punterà verso il non- luogo dell’ Inconoscibile intrisa la vela del sogno del sangue della passione uscendo dalla bocca della notte

-e siamo grumo e infinito

vivo di palpiti sarà quel cielo tenerezza di madre ad accoglierci

148

UN NOME UNA VOCE

un alone di mistero emana dai lampioni sul lungopò la sera ectoplasmi o perdute identità pare s’aggirino sui viali battuti solo da qualche meretrice

pensi possa ispirarti qualche verso quest’atmosfera impalpabile e attendi riconoscibili un nome una voce che ti salgano da dentro

149

UN SORRISO

vedi l’allodola planare il suo volo un immaginario arco lascia nel cielo

“l’albero lo riconosci dal frutto”

pensi come curiosamente ti sorprenda quel detto dei Vangeli

e come il dimenticato aspetti solo come pane un sorriso

-ti vedrebbe come un angelo qui sulla terra che gli allevii la ferita viva

il sorriso è l’inizio -lo sai

150

UN VENTO DI OSSIMORI

posizione fetale: ideale per lasciarti abbracciare da morfeo – in una sospensione lucente – la mente

assediata da iperboli grandi come case e da un vento di ossimori

151 UNA POESIA TIPO QUELLA

fa sorridere una poesia tipo quella di Neruda “ode alla cipolla”?

se ne cogli la vera profondità penetrando fin nella radice della terra da cui è nata

sentirai l’ebbrezza del sangue che canta alla luce gemmante come una celeste musica

indorato dal caldo sole quel bulbo finirà sotto la mezzaluna con lacrime

-companatico dei poveri s’ usa dire

152

VAGHEZZA ERA O VISIONE

quell’attraversarti la mente da nonsense e surreali figure daliniane come uscite da un sogno

perdevi la percezione del tempo: davanti a te un lungo corridoio asettico senza interruzione di porte

era come entrare nella morte -

infine sfociare bagnato di luce

in altra vita – sogno nel sogno

153

VERTICALITA'

dolore non solo quello da carne- urlo animale ma sublimato negli assi della croce guardando in divenire là dove conduce Passione per la porta stretta

154

VIAGGI

“il più bello dei mari” quello ancora da navigare o solo sognato

così la poesia più bella si dice sia quella ancora da scrivere

viaggi da odisseo viaggi mentali

apertura a ventaglio dei sensi in una immersione nel sé

[I° verso da Hikmet]

155

VISIONE

su di te vedi piegato il cielo dalle leggiadre braccia ti sale su per le narici la barca di cristallo della passione veleggiando sul filo del respiro

nella camera della mente non è detto non t’appaia l’angelo dell’ affresco che ti rapì quand’ eri bambino

156

VITA CENTUPLICATA

tu nelle braccia di Dio rapita nel sole piccola Margot

tu rosa vestita per la vita

quella vita che non ti fu dato vivere

ora centuplicata

credimi immergermi vorrei in quel Sole che nel sogno in barlumi ora intravedo

157

VITA CHE TI SVELI

assisa sul bordo della luce vita che abbracci infiniti orizzonti vita riflessa che non sai dire se vivi o sogni vita in esilio finché abiti nel corpo vita genuflessa a adorare il sole- maja di luce che apri la fronte del giorno vita- vuoto affamato

sii te stessa “vita fedele alla vita”

rigenerata dalla Croce Vita che ti compi che ti sveli

158

VITA NASCOSTA 2

il muro d’aria che divide luogo e non- luogo o solo quell’esistere sognato che torna come déjà vu

qui solo apparire: l’essere è vita parallela – nascosta

159

VITA VISSUTA

aria ferma

di pomeriggio quando le ore si dilatano e in una chiazza di sole un gatto acciambellato sembra sognare

i volti raggrinziti dei vecchi che giocano a carte dicono vita vissuta

ti distolgono dal sovrappensiero bianchi voli che si staccano dal tramonto

160

L'ETERNA LOTTA

in una bolla d' inganno è racchiuso il mondo c' è sempre un pugnale nascosto tra le pieghe della veste

appare come animale onirico il maligno o travolge come un maelstrom

ogni volta che il Cristo bagna le sue anime di luce

-tutto Egli dimentica sulla croce

161

SU SFIORITE RIVE DEL CUORE

mea culpa? – considera la pagliuzza non la trave

in bianchi cieli la sua anima s'impiglia tra certezze effimere e un nodo scorsoio l'ego si fa

mea culpa?

lungi da lui quell'animo candido che simpatizzerebbe con i morti

su sfiorite rive del cuore un gabbiano solitario plana

162

APRE ALL'ARIA LA ROSA

si leva il mattino azzurro carezza la riva della luce

sull' orlo dell' abisso la rosa apre all' aria i suoi petali

arco d' amore

lei la vita nel suo mettersi in gioco

163

COME NELLA PRIMA LUCE

figure – paesaggi -la voce nomina le cose come nella prima luce

vi assegna un'anima -gli oggetti si fondono ai corpi – familiarizzano coi gesti

giovane è la vita nel prodigio dei fiori

164

BUCO NERO

(ad una corrispondente immaginaria)

aspettando una risposta che non arriva -ma forse sei entrata in un buco nero dalle vicende del mondo assai lontana o posso immaginarti già di là a corteggiare le stelle

l'ultima poesia che forse non leggerai è infarcita di alcuni paroloni filosofeggianti

benché sappiamo sia vitale nel rivederla fare opportuni tagli

come fa con noi questa vita nel modellarci

165

LE VOCI REMOTE

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto una luna menomante

166

CONSIDERAZIONI

che Egli sia nato in primavera non al freddo e al gelo -come alcuni studiosi ipotizzano- nessuno può dirlo

(convenzioni degli umani: il periodo i festeggiamenti per prima la pancia e il sacro viene poi banalizzato)

e che Egli sia nato di pelle scura è probabile

-ma perché fare distinzioni di colore

FELICE SERINO

POESIE

IL CIELO E' TERSO

56

IL CAMMINO

il sognare di sé che si sogna – forse così la vita

perché il cammino – dici

breve il tempo per cercarti: trovare l’ anima -

quella luce ch’ è in te il dio inconoscibile

ti passano davanti le sequenze dei tanti “me stessi” trascorsi

ma già sei altro

57

IL CIELO E' TERSO

la coda dell’occhio il gesto come a voler scacciare una mosca ed è un fuoristrada a investirmi alle spalle

entra la luce il cielo è terso – mi dò il buongiorno

mi risponde a breve il borbottio della moka

58

IL GRIDO CHE SALE

era forse quell’embolo ad allagare di visioni la mente tutto quel rosso come un mare di sangue

e il grido a salire dalla vertigine del sogno

-e se sogno non era?

trovarsi diviso tra reale e irreale - nelle vene del buio una danza di folletti

59

IL GUARDIANO DEL FARO

sembra toccare il cielo attraverso la grande vetrata

gli fa visita il gabbiano unico amico al crepuscolo alla stessa ora nel becco l’argentea preda

l’uomo del faro: non uno stravedere come il ragazzo l’ ha sempre sognato tra spume d’ onde e uccelli marini

altro è questo solitario leggendo nel profondo:

senza amici per poter chiacchierare: una ferita la perdita della compagna morta qualche anno prima di parto

la sua Nina

ora gli pare di vederla tra le ombre della sera quando si accendono le stelle

60

IL NOSTROMO

narrava dei suoi viaggi -il mare a cullarne le memorie- i porti toccati e lasciati Oslo Amsterdam le taverne ove non mancavano scazzottate come nei film

le volte ch’ era cielo di tempesta con gigantesche creste d’onde -negli occhi gli si leggeva raccontando che bastava un niente a morire

avvolti dal fumo della sua pipa di schiuma noi ragazzi ne eravamo rapiti -ci passavano nello sguardo velieri lontani

Jim il nostromo egli era per il borgo natio -occhi di cielo e cuore grande come il mare

61

IL RIFLESSO

m’abbaglia l’accecante riflesso d’un lunotto

tengo la strada – poi il tunnel mi da pace

e m’acquieto con le note di stardust

esco nella luce come destato dal sonno della morte

62

IL SANGUE SULLE PIETRE

baluginio d’albe su vuoti orizzonti – sale

la luce sui nomi perduti

filo spinato taglia la memoria insonne

inani fughe

ancora grida il sangue sulle pietre

63

IMPOSSIBILI APPRODI

-orza alla banda!-

la faccia cotta dal sole il marinaio tende a quegli approdi impossibili apparsi solo nel sogno

la terra è ancora lontana

facile perdere la rotta fare naufragio

se non “credi” senza vedere

64

IN TRENO

lei immersa nelle righe nere mentre il paesaggio -alberi case- fuggiva

sbirciavo il titolo era in inglese – un mattone a vederlo

distolse altera lo sguardo lei biondo- platino e sola

conciliava un sonnellino ora il monotono sferragliare

65

IN UNA GOCCIA DI LUCE

s’arresterà questo giro del mio sangue lo sguardo trasparente riflesso in un’acqua di luna sarò pietra atomo stella mi volgerò indietro sorridendo delle ansie che scavano la polpa dei giorni delle gioie a mimare maree nullificate di fronte all’Immenso allora non sarò più quell’Io vestito di materia navigherò il periplo dei mondi corpo solo d’amore in una goccia di luce

66

IPOTESI DELL'IMPOSSIBILE

combatti contro i mulini a vento delle ipotesi ti vedi quel filo d’aquilone tenuto da un bambino e toccare il suo cuore e il cielo

o quel bimbo ti vedi tenuto dal genitore per mano

o ancora -tra fremiti d’ombre- quel figlio prodigo che ti torna in sogno: che anni scavalca a ritroso

per chiedere perdono al padre sul letto di morte

67

ISOLE 2

s’aggrovigliano mai combaciano come i fili d’una ragnatela in composizioni improbabili tramate forse nei sogni

in un alone di luna evocano i morti fan gesti propiziatori

sono intrecci di mani di sguardi

anime che si cercano

68

L'ESSENZIALE

arrivare all’essenziale: via il superfluo (lo sa bene il poeta – un sansebastiano trafitto sul bianco della pagina)

così il corpo: si giunge col vento azzurro della morte al nocciolo: all’Essenza: non altro della vita che avanzi in pasto al suo vuoto famelico – quando nella curva del silenzio essa avrà ingoiato la sua ombra

69

L'OMBRA

negativo di me mio vuoto in proiezione mi copia con inediti profili tagliati nella luce – se dal di fuori la spiassi mi direi sono io quello?

pulviscolare ha i contorni del sogno e i suoi fòsfeni si spezzetta se riflessa inafferrabile fantoccio mi diventa pure mio vuoto mia metà

che estinta con l’ultima sua luce rientrerà nel corpo- contenitore unificata con la terra – senza un grido tutt’uno con la morte – senza perché – solo ombra

70

LA BELLEZZA DELL'ANGELO

con l’avanzare degli anni senti sempre più il distacco da tutto – ogni cosa ti lasci scivolare addosso -come il sogno ch’è a svanire

oggi preghi lo Spirito del cielo ti faccia luce: ti mostri l’azzurro sentiero

per la bellezza dell’angelo

71

LA DOMANDA DEL SANGUE

sordi alla domanda del sangue noi sotto un cielo bianco di silenzi

le parole rimaste in gola cadono come un infrangersi di cristalli

in nostra vece sentiremo forse gridare le pietre

72

LA LUCE ESSENZIALE

punti all’ esteriore e non alle cose del cuore?

vedi: non ha consistenza quanto non nasca da radice del sangue o semmai sopravviva di effimero lucore

essenziale quella luce ch’ è la bellezza della rosa immortale palpitante tra le mani

73

LA LUNA DEI POETI

ho la luna dei poeti -pesci sull’ imum coeli-

scivola la barca della passione verso terre di mistero

pesco sogni di ragno nell’ intreccio di parole nate sulla bocca dell’ alba

mentre uno sbuffo di vento porta afflati d’ amore

74

LA MANO DISEGNA NELL'ARIA

la mano disegna nell’aria il suo profilo indugia su bocca naso e occhi

la mano della mente ben conosce quei dettagli come la madre che l’ ha generata – Nina stella del cielo che mi cammina nei sogni

ora sono aghi che trafiggono nell’ accendersi nel sangue la mai sopita passione

mentre la mente disegna dove fermenta il cuore

75

LA MUSA LATITANTE

dalle vene del buio -dove a raccoglierti vuol chinarsi l’amore-

defluisce arido sangue

stai come quel gabbiano dall’ala spezzata

che non sorvolerà il suo mare

76

LA PAROLA NUDA

mi seduce la parola enfatica -sia d’amore o quella che (d) enuncia

che s’attorce al cuore in un nodo di passione

parola nuda come la verità – mio faro

brilla nel buio come stella di fuoco

e non la puoi estinguere

77

LA PASSERA

memore della bella accoglienza me la trovo sul davanzale ogni mattina per “condividere” la colazione

è d’un piumaggio lucido e vellutato l’ho chiamata “nerina”

sempre puntuale precisa come un orologio svizzero

chissà mi chiedo chi troverà ad accoglierla quando anch’io avrò messo “un paio d’ ali”

78

LA PISTA DEL SANGUE

sconvolgere i cieli vorresti? rapportare il mondo con l’ asettico tuo doppio?

chi vuoi che spezzi per te una lancia se vai col lupo seguendo la pista del sangue

in modo sistematico vedrai crescere detrattori a stigmatizzare le tue fisime

uomo di cartone

79

LA STANZA DEL CUORE

custodirvi l’essenza primaria – il suo fiato il suo mistero

è creativa la stanza del cuore: la vedi tappezzata dalla immensa pagina del mare

dove scrivere i sogni con l’inchiostro della notte

vi respirano sinergie d’altre dimensioni

80

LA STANZA VIOLA

la stanza viola della mente veste l’anima del quadro in cui ti perdi

dalla tela vedi crearsi iridescenze -e il sangue si spande nei colori-

presenze daliniane erompono dal sogno

81

LA VERITA' E' UN LUSSO

la verità è un lusso dice quel padre che non ha ottenuto giustizia dopo anni per il figlio falciato in una rapina trovatosi per caso lì in quel frangente

dice -un sasso sul cuore-: forse è di un altro mondo la verità -tutto come sempre insabbiato prescritto

nessuno sa - e sulle coscienze crescono peli

82

LA VITA INFINITA

con l’avvicendarsi degli anni si risvegliava in te il bambino negli ultimi tempi c’era sempre lei a rifarti il letto a tagliarti la carne il tuo angelo premuroso che non ti perdeva di vista un momento

eri un omone- bambinone te ne sei andato troppo presto quel giorno vedevo al tuo capezzale nei tuoi occhi cerulei veleggiare la vita infinita

83

LA VITA INTERIORE

dirla “potenziale” questa mente fin quando non sarà espansa e unificata nella primaria origine

di sogni e di pene -scritte su cieli di carta- e di effimere gioie come la felicità che sempre sfugge

lei si nutre

abbeverando del sangue della passione la vita interiore

84

LACERAZIONE

ragazzi strafatti che han preso la china d’una vita contromano

ragazzi che s’ attraggono e vivono come se non vivessero

invecchiano dentro gli specchi o da hikikomori

abita il loro sangue una notte che si lacera all’ infinito

-le famiglie: da raccoglierne i pezzi

ragazzi che bruciano bruciano come candele

85

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi l’ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono”:

questo salvi dal tuo dormiveglia – relitti a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole – latitante la musa

86

LE SFIORITE RIVE DEL CUORE

le sfiorite rive del cuore e la verde età fuggitiva

ahi i segnacci rossi sui quaderni

-simboleggianti nell’inconscio gli errori adulti che ti segnano la vita

e in lampi di ricordi quella corsa dei grembiuli come ali

in voli bianchi verso casa

87

LE VOCI REMOTE

un’accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante

88

LEI DALLE SNELLE CAVIGLIE

avvenne in me un parapiglia si sconcertarono i miei neuroni come lei apparve -il rigoglioso seno e le giunoniche forme- nel suo incedere al Valentino

ogni tanto in sogno rivive evanescente figura

inarrivabile lungo la coda dell’occhio lei dalle snelle caviglie

89

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa in questo scorcio di tempo che mi resta d’intenerimento

la stessa luce la losanga sul letto la goccia pendente dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando “morte ti colse fior di giovinezza” scrivevo ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

90

LUCE COSMICA

il suo sguardo benevolo che abbozza un sorriso lieve dalla vetrata della cattedrale illuminata lassù

mi ricorda l’angelo sulla volta del soffitto quando da bambino ero cagionevole e a letto

oggi mi sorprende un moto di commozione

nel dilatarsi il cuore in una luce cosmica

91

L'ESSERE-PENSIERO

l’ angelo o essenza primeva in veste d’apparire

in amore converte il suo fuoco ancestrale

è ubiquità ed ali l’angelo o essere- pensiero

astronave di luce che circumnaviga cieli interiori

92

L'AFFLATO

si leva da un’ alba rossa di passione l’ afflato del cuore

quasi ad alleviare -volo lieve di farfalla- le brutture del mondo

asimmetriche tracce lascia la poesia ch’ esprime l’ angelo- farfalla

93

L'ALBERO

di Te il dito la saliva il fiato:

ri- fiorire vita in cuore disabitato

e gli esecrandi crimini? non ricordi

dal sacrificio estremo l’Albero di sangue si è ingemmato

sopra uno sconquasso di secoli

94

L'AMORE E' UN VOLO

l’amore è un volo che si stacca dai tuoi tramonti e lascia una mesta dolcezza

come virgola di fuoco quel dolore che si ferma negli occhi

sulle ferite -sai- lavora a tuo favore il tempo

95

L'ANGELO 3

s’inzacchera le ali nella melma del contingente minimo sette volte in un giorno

si prende cura come una seconda madre di chi gli fu affidato alla nascita dalla Misericordia divina

arcobaleni e nubi son la sua dimora transitoria

si piega sul tempo umano – lo senti se ascolti sostare nel buio delle vene

96

L'ANTAGONISTA

aprii la valigia era piena di libri e di sogni di vaghe nuvole e stanche lune

gli chiesi se leggesse poesie arricciò il naso: -non mi nutro di quella “manna” il mio cielo è di pietra e non ne vedi angeli affacciarsi né madonne

-non siamo -noi due- della stessa razza

io da opportunista nello scrigno non porto chimere

97

L'OMBRA (ALTRA VERSIONE)

davanti dietro di lato s’ allunga si spezza se riflessa

in acqua mutilato corpo mi ripete negativo di me profilo esangue

finché vita avrà da estrema obliqua luce

98

L'ORDINE DELLE COSE

nel momento del distacco dirai forse impropriamente “è mancato” – invece d’ un accorato “ci abbracceremo nell’ altra dimensione”

mancato sì alla scena del mondo

com’ è giusto per l’ ordine delle cose ’apparenti’

la stella nana la formica

99

L'ORIGINALE

si perde armonia nel rifare una nuova poesia da una datata: ne risulta un vaso incrinato

allo stesso modo ogni esemplare è intoccabile: è dall’origine

della foglia la foglia- madre come la pensò Iddio - così la parola così la natura

toccare i geni è una bestemmia che sale al Cielo

100

MANIFESTO

ritagliare dai giornali lettere cubitali per farne una poesia- manifesto

già vedi uomini- sandwich popolare le piazze il rosso grido di denuncia abbasso x viva y

-sordi i governanti al lamento dei poveri

vedi: giungerà il momento in cui si abbatterà repentino uno tsunami

a rovesciargli la poltrona

101 MARE D'ERBA

con l’ avanzare degli anni riduci sempre più il percorso delle tue camminate

giungerà il momento di affacciarti solo sull’ uscio o dalla finestra vedere l’ immensa

distesa di verde e nello stravedere la scambierai per quel mare che ti vide nascere

-ti brilleranno gli occhi andando col pensiero alla fanciullezza gaia

ora quella luce è fuggita

lascerai impregnato quel mare d’erba di amori e pene ed eterei voli

102

MARINA

sull’onda bianca della pagina inavvertita la musa come un’ala si posa e si china discreta a ricreare di palpiti un vago sentire di mare

103

MEMORIA DI VOLO

memoria di volo dell’ antenascita – quando l’ angelo benigno si piegò nel vestire la carne

ora nello smarrirsi dei mattini in un’ aria di vetro da memoria si torna a essere sogno

a raccontarci è l’ infinito mare

104

MI STRACCERA' UNA MANO

sto incollato a un muro vi resterò forse fin quando m’imbavaglierà una reclame di nonsoché o forse mi straccerà una mano ignota ma sarò ancora la voce di chi non ha voce sarò il suo sangue che urla attraverso i miei squarci

105

MIMESI 2

mutevolezza come di nuvole

-parabole -alchimie del sangue

mimesi icariana la giovinezza frale

-nei suoi umori intinta

la penna di Goethe

106

MORTE BIANCA

al paese (le donne avvolte in scialli si segnano ai lampi) hanno saputo di Valter volato dal traliccio angelo senz’ali

“non venire a mettere radici -scriveva al fratello- qui anche tu nella città di ciminiere e acciaio: qui dove

mangiamo pane e rabbia

dove si vive in mano a volontà cieche”

107

NEL FIUME DI LUCE

forse veleggiando nel fiume di luce anche loro i morti ci sognano per non annoiarsi

dove cade il giorno come un vibrare in nudità di sguardi piegati sul cuore della terra

il loro bianco respiro

108

NELL'UNO

dal Tutto ritrovarsi nell’uno a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi

lacerato dalle lancette d’un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

109

NELL'ANIMA BAMBINA

come non ricordare il rifugio del passerotto intirizzito le mani a giumella e il caldo fiato

o il micino di pochi giorni lucido di saliva portato in bocca da mammagatta

come non riconoscere le tracce lasciate sul sentiero teatro di giochi e l’acuto richiamo della madre la tavola apparecchiata inondata da sciabole di sole

immagini vive custodite nell’anima bambina

che ancora ti chiamano dal buio fondo degli anni

110

NELL'ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro nell’aria vegetale come un mare nel seno del cielo e da una costola per lui Egli la plasmò dalle sinuose forme a far tondi gli occhi vogliosi d’un amore tendente alle stelle

FELICE SERINO

POESIE

TRASPARENZE 2019- '20

1

GIOBBE

Signore liberami da questa gravezza della carne -ora mi pesano gli anni come macigni-

ascoltami – quando il sangue grida le ferite della luce

ed io come giunco mi piego in arida aria

2

MUSICA SACRA

mi attirarono le note dell'organo

il tempo si era fermato e fu come uscire fuori da me uno sconosciuto luogo di pace mi accolse

non era sogno o visione: quella musica sacra era divenuta parte di me del mio spirito

mentre mi avvolgeva una luce noetica in empatia con gli angeli e i morti

3

L'EGO 3

apri il giorno come una scatoletta -usa e getta

ti affidi alle vacuità dell'oroscopo la tua nonchalance dove ti porta il cul-de-sac che imbocchi ti si ritorce in un grido

ti dico svuotati abbandona l'io: fa' che confluisca nell'immenso mare del noi dov' è condivisione

ché svii da quelle insidie dell' abbraccio mortale

la vita ti sia una colomba che si posi sulla mano

4

NECROSI

cos' è che ti cresce? fa senso vedere – cellule morte si autoespellono attraverso il dito in sudorazione

porti con te questa escrescenza pendula a mo' di piccola cresta o mini-veliero se ci lavori di fantasia

infine la bruciatura e te ne liberi

al limite -pensi- eliminare le impurità è forse aspirare all'angelo

5

L'AMORE CHE SAPPIAMO

l'amore dal volto della Bellezza quello che avvicina all'assoluto

non è di qui

l'amore che sappiamo quello che ci lascia un cangiare di nuvole ad adombrare aride spiagge

ci assalirà con un vuoto ad ogni sospiro

dolore d' una perdita dall' origine del mondo

6

IN QUESTO GIORNO STORDITO DI LUCE

in questo giorno stordito di luce il mio lavoro incessante di sole

per gli ultimi i senza voce i perseguitati che Lorca cantava

per i bambini scandalizzati dal prelato

-meglio per lui dice il Vangelo legarsi una pietra al collo

il mio è questo grido che rilancio contro le sbarre dell' indifferenza e la viltà di chi trama nel buio di una notte di pietra

di chi gira sul proprio asse ombra che sanguina nel vento

di chi segue la pista del sangue e ha il passo pesante sopra la tenerezza

canto per la dignità dell'uomo che fa della sua insopprimibile libertà ali di luce

a lambire le fonti del sogno

7

DELL'IMMAGINARIO (DEL SOGNO)

li vedevo salire dal mare dal grande mare aperto i miei morti che dispensavano sorrisi

era esplicito il loro invito lo si leggeva negli occhi forti di luce

ma una vocina dal di dentro mi diceva che non era giunto il tempo

8

BOCCHE DI CHITARRE

alla sua morte per fucilazione anche le chitarre emisero lamenti - a un ordine dei generali dalle loro bocche uscirono insetti bibliofagi a divorare pagine e pagine di versi sparsi per il mondo

ma lo spirito del popolo è vivo la memoria è vasta come il mare - venne ricomposto il poema insanguinato fino all'ultimo rigo-respiro

si può uccidere un poeta non la poesia

(Federico Garcia Lorca, 1898 – 1936)

9

IL CASO E' QUEL PER CENTO

tutto è convenzione e il caso è quel per cento che fa il destino

se ci troviamo nel posto giusto al momento giusto -o al contrario- è quella sincronicità indimostrabile

che fa ruotare i mondi e noi non siamo che mistero a noi stessi

piccoli astri

Sincronicità: concetto di Carl Gustav Jung, 1875-1961

10

TRA LA BESTIA E L'ANGELO

tra la bestia e l' angelo corda tesa sull' abisso

nel divario della mente dove destrieri scalpitano inesausti bivaccano i tuoi fantasmi

o si mimetizzano tra la fantasiosa tappezzeria dei divani

semmai si annoiassero sai dove trovarli: a giocare ore e ore con le nuvole

tenendo al guinzaglio i sogni

11

LE IMPRONTE CHE HAI LASCIATO

fermatosi il giro del tuo sangue non avrai più nome né voce

le impronte che hai lasciato?

impigliati ai rami fra cirri e nembi

l'essenza dei tuoi versi sparsi i ricordi i sogni gli io che fosti

forse dal fondo dello specchio riaffioreranno

-in una luce ferita- quelle immagini a un moto del cuore

12

IN QUESTO MOMENTO SOSPESO

il guanciale intriso di sogni tu languida ti volti per un bacio come calamite i corpi si attraggono lenta c' inonda la luce dell' alba

sembra quasi che la pineta affacciata sul mare ora entri nella nostra camera -noi rami in un ricambio di foglie-

anche in questo momento sospeso si può sentire un assaggio d' eterno

13

NEI CIELI DELL'INCONOSCIBILE

e in quel momento ora x è solo un restituire consegnare le ferite alla terra la luce degli occhi al cielo

e farsi plurale

ponti di luce nella Mente espansa a invadere e aprire varchi

dove ali di un già presentito sogno -aperte per il volo-

si librano nei cieli dell'inconoscibile

14

PICCOLI MONDI

essere in sintonia -cuore e mente- con l'universo

come nel sogno abbandonato il corpo -noi piccoli mondi nell'alto mare aperto:

ulissidi a lambire terre dell'inconoscibile

nella pienezza dei sensi

15

LA POESIA CHE CI SALVA

la poesia è la bellezza che ci salva da questo stare inadeguati nel mondo

vedi con la poesia non si scherza (a parte palazzeschi e qualche altro) essa vuole nascere dal sangue macerarsi nel profondo fino a mettere ali

non lo crederai ma i fonemi aspettano solo d' essere chiamati

la costruzione va da sé dev' essere armonica come un diapason col traboccare delle emozioni

16

NUGOLI D'ANIME

riposano i corpi mentre la notte ha tra le braccia nugoli d' anime rivolte verso la stessa fonte di luce

ondivaghe fuori dal guscio esse aleggiano insinuandosi nei meandri del sogno si trovano a percorrere corridoi interminabili

o tra vertigini di spazi a capriolare si trovano in ambienti familiari rivivono déjà-vu

17

RINASCERE NEGLI OCCHI

all'inizio nel tempo primigenio il primo stupore in un volo

ai piedi dell'angelo sarà poi precipizio della luce

ma si resta nella memoria della rosa che vuole rinascere negli occhi

18

A GUIDARTI LA MANO

vedi un gabbiano planare – tu assiso s’ uno scoglio nella calura di luglio qualche verso abbozzi

sarà tautologico ma è quanto ti sale da dentro:

“siamo di terra ma lo sguardo dice la celeste origine – la sua luce dove l’anima dimora”

è aspirazione alla bellezza a guidarti la mano: non con inchiostro ma col sangue scrivi

19

A PRESCINDERE

questo uscire rientrare nell’alveo celeste è racchiuso in un tempo rallentato un lampo nel cuore dell’ universo

t’ è stato messo nel cuore il senso dell’eterno – a prescindere

ogni giorno ti riscopri vivo come il seme

20

AL PARCO 2

gli prepari il posto a tavola come quando era in vita lo senti vicino gli parli in sussurri e con dolcezza

son passati tre anni da quando lo portavi in carrozzina al parco -nell’incipiente primavera gli alberi mettevano folte chiome- e ogni tanto ti fermavi per asciugargli un filo di bava pendente

ricordi le sue parole: chi non si dona mangia se stesso

21

ALBA

nella luce che sale generosa sei come musa che l’abbrivio dà col primo verso

-aria di vetro – parola sospesa

come andare in mare aperto

sogno o stato di grazia

22

ALLE PORTE DEL MARE

cicatrici di luna il rosso grido delle estati lunghe sulla pelle quando liberavi le ansie inchiodate alle porte del mare di sandokan emulando nelle ore di canicola le scorribande a perdifiato pei vicoli cerbottane e bandane prestandosi al magico rituale con vele e bandiere panni stesi nell’accecante sole

23

ANCHE TU A PRECEDERMI 2

un salto a volo d’angelo a superarti nella luce

una luna assonnata ti sovrasta – ammiccano stelle

anche tu a precedermi -amico di penna- sulla via dell’Inconoscibile – uscito sei dal cerchio d’ombra

dal quadrante dove batte l’ora del mondo

24

ANDANTE

dopo l’ultima pioggerellina i saltabeccanti passeri muovono una piccola danza sul mio davanzale

troveranno le briciole della mia colazione

m’immagino in sottofondo un andante di vivaldi

e nello sdilinquire del cuore mi si apre il cielo

25

ANELITI D'INFINITO

è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce

ti dai d’amore in aneliti d’infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi

26

ANTINOMIA LA MORTE 2

rinfranca il pensiero d’essere immortale -e già dalla ferita della creazione lo sei-

la morte ti cerca? uscito dal guscio tu sarai altro

l’anima libera sarà dai lacci lo spazio mentale onde di luce e amore

niente d’ imprevisto se la morte non ti sorprenda più della vita

27

ASSONANZE 2

aureolato di fumo vaga il pensiero nei meandri del sogno

s’aggriccia il foglio sotto l’impulso della penna in cerca della giusta assonanza o d’una metafora felice

in enfasi il cuore s’abbevera alla fonte generosa della musa

28

BREVE IL TEMPO

ti ricorderanno un giorno?

ti sorprendi a evocare oggi i tuoi fantasmi

altro tempo

età dell’oro quando il sangue sparpagliato nella luce semidio ti levavi come in volo

ora ingrigisce il giorno

chi a ricordarti?

29

CIELI CAPOVOLTI

nel cavo del grido deflagra rombo di tuono e scalpitano nella testa destrieri impazziti

egli non vede più il corpo della madre solo cieli capovolti e

accovacciato in un angolo della parete che separa vita da vita

trascorre le ore vuote suonando l’ocarina

30

COME INVISIBILE RADICE

ricordi ventenne o giù di lì: pane amaro i primi timidi tentativi ti vedi chino su fogli e fogli fitti i pindarici voli le cadute

come invisibile radice quel virgulto negli anni ha preso vita e sangue

31

COME NELLA PRIMA LUCE

si è legati al cordone del sogno quello viscerale – che ci vede come nella prima luce

destare in noi l’angelo svogliato – lasciare si schiuda il fiore dell’anelito

in un canto – che abbracci la sacralità della vita

32

CONTROSENSO

no non ha senso questo tempo frantumato fra le dita -c’inseguono le lancette di kronos

i bambini giocano all’ikea e non nei prati i genitori hanno tempo solo per loro

cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza soffocato dalla plastica? che questo è il peggiore dei mondi possibili?

33

COSA DICE IL CUORE

fu il caso o il destino a farli incontrare all’uscita del discount sotto l’ombrello

lei la sua verve lui il suo magnetismo prima che se ne avvedessero erano finiti a letto

quanto durò la storia se storia fu? dalla sera alla mattina – un lampo

cosa dice il cuore dove ti porta non lo sai spiegare

34

COS'E' LA POESIA

la poesia è indefinibile fa tremare i polsi è l’abbraccio di un albero il sorriso di un bambino

la poesia nasce dal sangue e ha dimora celeste

quando si partorisce una poesia ti si aprono i cieli

poesia è dove l’angelo perde una piuma

35

CRUNA DI LUCE

come quel file danneggiato che non si riesce a eliminare: diciamo un po’ simile lo stato d’ animo di chi non si sente realizzato ed è la sua anima un buco nell’immenso

ti sarà capitato un file corrotto: ti sta sui cosiddetti ed è come la vita che gira in tondo -i suoi ingranaggi che non combinano

-ma dopotutto un file è un file -dici

quel suo bel titolo ‘cruna di luce’ “chiave” non ha e nemmeno il cammello ci può passare

36

C'E' DEL BUONO

sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena

si riveste ad ogni ciclo la natura – ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona

37

DA CHE SEI NELL'OLTRE

corpo -dicevi- di esperienze ricettacolo?

smesso che hai quell’abito -soma- il tuo Sé manifesti che attraversi i mondi

da che sei nell’ Oltre rinato come a primavera l’albero nudo

38

DA UN IMPERSCRUTABILE SENTIRE

ti attraversano come una luce sottile: sono sempre con te i tuoi morti mai andati svaniti -ci crederai?-

saldano le tue radici “vivendo” con te ancora: ubiqui e onnipresenti

da un imperscrutabile sentire puoi percepirne al tuo fianco la presenza

sono essi a suggerirti in un soffio semmai ti giunga una ispirazione

sostano dentro gli specchi

si fanno tuoi consiglieri quando non sai deciderti sul colore di un maglione da indossare

allucinate presenze ti accompagnano in quel mondo parallelo ch’è la regione del sogno

39

DAL MIO POSTO PROTETTO

mi “nascondo” nel corpo

da me emergono alfabeti afflati enunciate sillabe

mentre questo che mi contiene ha un piede nella morte

dal mio posto protetto complice una luna che m’ispira mando messaggi di luce

a volte me li suggerisce un angelo

40

DAL SUO SANGUE SI LEVA ALTO

(ad Aung San Suu Kyi)

non violentate più la primavera del suo giovane sangue non pugnalate la colomba del suo cuore aperto alla compassione

non schernite più la disarmante verità che proclama aizzandole contro i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto il grido di fierezza all’ unisono con l’ oppresso popolo

.

[Sul finire degli anni ‘80, Aung San Suu Kyi fonda la Lega Nazionale della Democrazia. Il regime birmano la condanna agli arresti domiciliari per 5 anni, poi per altri 15, e infine a 3 anni di lavori forzati, prima di essere liberata definitivamente. Viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.]

41

DALL'IMMAGINE SPEZZATA

risalendo dall’immagine spezzata fino all’ultima ferita in un sol grido rivivono squarci d’identità che furono te

li inghiottirà una fuga di luci bava di ragno a tesser latitanze

42

DEGLI ABUSI

strillai come un aquilotto di lacrime inondai il banco:

sollevato da terra per le orecchie dalla capa ‘e pezza Angela (spero oggi un angelo)

per aver iniziato il quaderno di bella con un grossolano errore

-abusi oggi come ieri solo che un tempo erano “sommersi”

.

(capa ‘e pezza: in gergo la suora; Angela, nome fantasia) [il grave errore consisteva nell’aver scritto “geofrafia” invece di “geografia”.]

43

DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive

vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano

44

DI LUCE L'ABBAGLIO

colma la bocca di luce l’abbaglio della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell’aria

45

DI PALPITI DI LUCE

bianca colomba si posa su creste di pensieri

invertigina l’essere tra fluttuanti sillabe in un capriolare di palpiti di luce

46

DI QUA DEL VELO 2

(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza)

di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno

nella palpebra del sole un embolo d’ombra dimora che insanguina il vento

47

DI SGUARDI E' IL SOGNO

di sguardi è il sogno o polvere della creazione noi polvere del sogno noi sogno di Dio

tra intermittenze di fòsfeni veleggia l’ “occhio” per inesplorati lidi

48

DOVE L'ANGELO 3

ti dici quale angelo – quello delle favole? mentre nel cuore ti alberga il grido stridulo del risentimento

-nell’ordine cosmico è il boomerang che non vedi

dov’è l’angelo ti dici semmai salga dal fondo di te a illuminarti?

vieppiù continui a respingere mani tese in un cielo bianco di silenzi

49

D'UN SOGNO

casa sul mare dove vidi la luce sulla porta un ritaglio di cielo a visitarmi i miei morti venuti sembra dal mare sorridermi mentre mi vedono con naturalezza librarmi falena contro il soffitto

50

EMARGINATO

quest’uomo: tristezza d’albero nudo avanzo di vita aperta ferita

-occhi scavati che perdono pezzi di cielo

quest’uomo puntato a dito quest’uomo fatto torcia

per gioco

51

ENERGIA COSMICA

(a Stephen Hawking, in memoria)

ci partorì un oceano di energia noi minuscoli granelli finita infinità

dai buchi neri insondabili forse nuovi mondi nascono – inarrivabili

soli non siamo in questa vertiginosa vastità

in infiniti cerchi spaziamo

[finita infinità: da un verso di Emily Dickinson]

52

FASE REM

aprono il mondo della mente facendosi presenze i dolci animali d’acqua e cielo

nel vortice di luce ti si rapprende negli occhi il volo e l’argenteo guizzo

appena desto -assimilando ancora frammenti di visioni- chiederai all’onda all’uccello al vento

la chiave l’origine che dall’apparire traspare

53

FONEMI

nella bocca della notte -la luna sopra il petto- il letto è un mare dove sillabe perdono sangue

“e il naufragar” non è che di parole- carne slabbrati fonèmi

a far piovere nelle tasche del cuore

54

HIKIKOMORI

un vivere a ritroso le spalle all’oriente dove cresce la luce vuoto delle braccia vite separate tra l’ombra e l’anima

.

Hikikomori: in Giappone sono oltre un milione. E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

55

IL BUIO DEGLI ANNI

(a tutte le vittime per la giustizia)

negli occhi delle primavere violentate il buio degli anni di piombo la pioggia di sangue

la vostra morte luminosa

il sangue delle vostre primavere di là dal buio dell’ora ecco levarsi alto come un urlo al centro della storia

FELICE SERINO

POESIE

DELL'INDICIBILE 2019

1

SINCRONISMO

[ispirandomi a Jung]

quando dici nel posto giusto al momento giusto -o sbagliato se vuoi- e ti chiedi cos' era a spingerti: fatalismo o un sincronismo d' eventi

certo
non potevi non passare da lì in quel preciso istante -prestabilito?-

dove ad incrociarti era il tuo alterego

2

A NUOVA PRIMAVERA

[la carenza dell'ispirazione]

sono quello spazio che ti dice bagnami del tuo humus come una terra abbandonata

che implora di ridonarmi luce nutrirmi coi fonèmi che conosci

farmi sentire vento che sulle ali conduca alfabeti come una preghiera

ah rimpiango quel sillabare di palpiti di soli che ora in sogni monocromatici mi appare irraggiungibile

implora quel vuoto spazio che sono di farmi rinascere a nuova primavera

3

LA TENTAZIONE

immagina quanto debbano sembrare infiniti gl' istanti della carne che urla

quando in due è diviso l'essere

entrerebbe in te un mare sul cui fondo ti avviluppano tanti tentacoli

se bastassero le braccia incorporee della mente

a liberartene

4

NOI OMBRE STAMPATE

album – libro bianco di noi ombre stampate

vi è sospeso il rosso grido del fiore che anela aprirsi

fiore della nostra essenza sdoppiata nel tempo piegato su quello specchio di tenebra

di figure estinte

5

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi rivolto a quelli che lo inchioderanno anche per voi che ancora nei secoli mi schiaffeggiate sputate negando la vita buttandola tra i rifiuti aizzando popolo contro popolo sotto tutte le latitudini salgo sulla croce anche per voi che mi sprecate nelle icone per voi nuovi erodi/eredi della svastica che insanguinate la luce delle stelle oscurando la Notte della mia nascita anche per voi potenti della terra razza di serpenti che non sopportate di sentirmi nominare dal mio costato squarciato fiumi di sangue tracciano il cammino della storia la mia Passione è un solo grande urlo muto di milioni di bocche imploranti dinanzi al vostro immenso Spreco con cui avete eretto babeli di lussuria come cultura di morte

VENTO SALINO

[ispirandomi a “Febo, cane metafisico” di Curzio Malaparte.]

alla mia cagnetta piace inalare il vento salino

quando sulla battigia la lascio libera e lei va veloce come una saetta

poi arresta la corsa e naso all'insù -lo sguardo un punto interrogativo-

scruta un cielo carico di nubi

forse ci vede figure strane – forse animali

come succede a noi umani

7

L'ALBERO INTAGLIATO

il bosco brulica di vita - primavera l'albero intagliato

lo abbraccia la luce – pende dal ramo il sapore di un addio il suo palpitante sanguinare

come la ferita di un tronco fulminato

8

DI FIAMMEGGIANTI PALPITI

(ad Alda Merini)

di fiammeggianti palpiti dicevi garbata e a un tempo sanguigna

cantando lo spazio dell'anima

dei voli asimmetrici e di amori tuoi devastati

cantavi

mentre ti fuggiva dagli occhi la vita

d'albe di sogno la luce vedevi salire ai Navigli

e senza remore nudo esponevi del tuo sangue il fiore martoriato

9

DA UNA PARABOLA

una terra “dove scorrono latte e miele”?

breve il tempo – vedi è già sera

prostrato dinanzi alla Sua splendenza di “roccia spirituale”

la voce odi che disarma:

“dammi il tuo cuore”

10

ABBRIVIDISCE UN CIELO

un cielo abbrividisce bianco di silenzi

guarda Signore come mosche annegano i tuoi figli – un mare di cadaveri

niente più scuote sorprende -agonia del mondo

quando finirà: ancora e ancora speculano sulla pelle dei miserabili gli scafisti trafficanti di morte

11

FEBBRE AZZURRA

del senso del bene che ti prende per mano o del sentire indicibile suggerito dall'angelo che non vedi

febbre azzurra di quell'agitarsi nel sangue della musa o dell'infinito spazio della mente aperta al sogno

quando chiami i morti la cui empatia ti dona uno stato di grazia che oltre il giorno perdura

12

NO MAN'S LAND 2

l'incognita dell'ora – sempre a metà strada noi che siamo terra di nessuno:

il fratello oscuro che s'agita nel sangue

a mimare il dolore del cosmo

penetrati da tutto il freddo del mondo - immersi nel mistero di noi

13

CHI TI CREDI

(contro la prepotenza e la superbia)

usi il plurale maiestatis ma chi ti credi aureolato tu di vacue onorificenze che col lupo segui la pista del sangue

nightmare per te se ti fronteggiasse un davide

ad abbattere con fionda quel tuo trono di tracotanza

anche le pietre canterebbero – sì!

14

L'AFFRONTO

oltre l'età dell'oro o della incoscienza sbattiamo la faccia contro la notte

il primo impatto forse quando ci si isola perché ci hanno gratuitamente derisi

e non sappiamo quali “affronti” o spine o ferite tenga in serbo la vita per noi

sotto un mutevole cielo

15

IMMAGINI PASSEGGERE

la composizione dell'apparire di cui è fatto il mondo – maya se vuoi o fuoco dipinto

in questo vortice d'ombre noi siamo a noi stessi estranei: forse polvere di stelle o solo immagini passeggere

specchiate in un vacuo sogno

[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]

16

LA LUNA NEL BICCHIERE

al quartiere della movida addentano luccichii bevono la luna nel bicchiere

dopo l'alto livello dei decibel un silenzio striscia lungo i muri tra vertigini di ebbrezza

chi saprà decifrarli i respiri spezzati dove la parola impastata annega

e nel cuore incenerisce la carezza di un dio

17

LE PAROLE LEGGERE

come pensate vogliono subito uscire nell'aria posarsi sulla pagina-lenzuolo sotto tante lampade

vite in fieri chiamano legami

fan ressa una scrematura è tuttavia pressante

si cercano nel sangue in epifanie di luce

18

MESSAGGERI

se li richiamiamo alla memoria o solo diciamo il loro nome

ci rassicurano coi loro impercettibili sussurri

per dire eccoci

messaggeri incorporei aleggiano su altri mondi – recepiscono

echi di tante entità - vogliono dirci: “non siete soli”

19

GLI SPONSALI

(impressioni da un matrimonio)

banchetto luculliano e la musica a palla il sorriso ebete da “bicchiere di troppo” lo spellarsi delle mani il bacio casto la lacrimuccia e

prima che il tempo li sciupi l'indomani i fiori andranno ad onorare i cari familiari passati a miglior vita

20

SEI L'ATTESA E LA FERITA

Dio ti sognò e fece del tuo sangue una cattedrale sede del co-creare

sei l'attesa e la ferita -da te così distante

fatto di abissi capovolti e frammenti di memoria – cavalchi il dorso del mare

dove un'itaca chiami senza voce

21

LE PAROLE

le parole giacciono avvolte in sudari toccate dalle mani dei morti

neo-nate le scrive il mattino sulle ali del vento

concepita dalla notte-madre sanguina luce quella che credevi smarrita

22

ED E' UN PRESENTIRE

siamo buchi neri affamati di cielo

ed è un presentire come una mano sulla spalla il doppio celeste che chiama dall' intime fibre

estrae dalle viscere la memoria e la custodisce nell' akasha

attende il ricongiungersi nell' abbraccio cosmico

23

COME ONDE DI LUCE

il già e il non ancora la prima venuta e la seconda

quando i cieli si apriranno e

come onde di luce o purezza d' angeli

schiuderà la parusia atomi di verità

24

I POETI

i poeti “maledetti” vanno via presto neanche il tempo di assaporare la gloria -gira nella testa un celebre verso di Bellezza o di Rimbaud-

vogliono mostrarci il passo d'addio affacciati a un cielo carico di futuro

25

SOSTA

ricalchi i miei sentieri riflettendoti in ogni mio pensiero angelo che da me sei invocato da che ti so nell'oltre

tanto somigli -uno stravedere?– a quello della volta che da bambino in estasi guardavo naso all'insù per ore

oggi -pesano gli anni e aspetto il ritorno al grembo- mi crogiolo s'una pietra ancora calda di sole

nel giorno che declina

26

LA SPINA E LA ROSA

sin dalle acque creaturali prerogative del cuore la spina e la rosa

emersi da naufragi-di-sangue siamo fioriti dagli occhi – prima di trasmutarci nell'aria

la luce una velata “ferita” rosa che s'asconde

27

FANTASIA 6

che se mi chiedessero ti piace la vita da clochard in un certo senso approverei: non fosse altro che per sentirsi libero come un uccello senza il burocratico cappio

(ma vedere un poveraccio morto all'addiaccio sì che ti stringerebbe il cuore)

i vivi mangiano i vivi e i morti sono concime per la terra

un giorno mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino all'altezza del mio cuore rinsecchito e nero

28

IN UN DOVE RIFLESSO

(dedicata alla donna)

affido alla pagina questo grido inchiodato

te lo vedo in un dove riflesso

materializzarsi nel braccio a inane difesa dai colpi ciechi del vile

affido alla penna il raccapriccio per la rosa di sangue che si espande

in questi tempi oscuri

29

LA FORMA DELL'ACQUA

il nostro sangue si confonde con l'indaco dove il volo d' una rondine s' eclissa dietro una nube

camminiamo con i piedi nella morte -chi più cosciente chi meno- siamo

senza bandiera terra di nessuno -la forma dell'acqua è quella che la contiene

30

D' ISPIRATA LUCE

le ali azzurre della fantasia sono vele ora e ti vedi odisseo a solcare i grandi mari lambire inesplorate terre le vergini terre del sogno dove s'imbeve il nascere d' ispirata luce

preludio alla bellezza

31

LIBRO SACRO

la riga nera balza dalla pagina è cuore sanguinante soffio dello Spirito che accoglie

è la piaga del costato delle mani trapassate dai chiodi

produrrà i suoi frutti non sarà polvere nel vento la Parola fatta pane

32

GLI ALBERI DANNO UDIENZA

il noi è scalzato dall'io l'altro neanche più lo si calcola la sacralità della vita è una favola

le nostre menti che per secoli d'arte e bellezza hanno gettato al di sopra della notte ponti di luce

ora annaspano in un vortice mortale

palpita la terra tradita gli alberi danno udienza agli gnomi

33

VITA ZINGARA

ama passare interi pomeriggi appollaiato sull'albero preferito con la frescura delle foglie dove nella pace gli nascono poesie o si diletta a contemplare per ore la lunga teoria di formiche amiche che sanno dell'aria e del sole non del peso della vita

un' idea sarebbe trasferire nei suoi versi insieme all'asimmetrico avanzare l' istinto conservativo nel loro ben ordinato universo nonché la frequenza dell'atto sessuale di cui si dovrà documentare

quest' uomo ama la vita zingara senza cappi gli mancano solo un paio d' ali

34

GEOMETRIE INGANNEVOLI

(della tentazione)

giorni si dipanano in geometrie ingannevoli

il maligno si cela tra le pieghe – tu percorri lo scintillante sentiero dove l'esistere s' imbeve delle radici della luce

lui è lì a spiare mentre inconscio ti pieghi nello specchio

35

APPARENZE

qui di noi solo apparenze -ridimensionati siamo -acqua e memoria un sogno di volti

delle nostre ali -dalla nascita- abbiamo perso ogni tanto una piuma

e la chiave del cuore -ahinoi- dimenticata in soffitta tra arnesi fuori uso mangiati dalla ruggine

36

RILEGGENDO

rileggendo capita mi sorprenda la mia penna

sangue o inchiostro? -quando le scrissi le parole

pareva aleggiassero guidate da una mano d'angelo

o emergeva dal sogno il loro criptato alfabeto

così dai fonèmi
ero portato al guinzaglio

37

IN DIVENIRE

vorresti levitasse l'anima in cerchi espansi nell'etere mentre rappresi restano negli occhi pezzi di cielo

cadono voci come in frantumi di cristalli

su mari aperti -vedi- si scrive la vita picara

38

COME CAMMELLO

come cammello da cruna o porta stretta passerà di là il sangue genuflesso l' Eccelso adorando ?

esulteranno allora le tue ossa ?

chi a dirti di capovolti cieli -rovescio dell' apparire- se non l'angelo inavvertito ignorato nei giorni grassi

39

IL CUORE DELLA LUCE

(Monna Lisa)

più che lo sguardo in sé lo avviluppa il cuore della luce entrando nel quadro

quella luce enigmatica che lo seduce come musica lieve sottofondo di un oltretempo

a saziare il suo cielo

un mare aperto in quegli occhi d'inesprimibile incanto

40

CAINO

hai levato il braccio e hai capovolto i cieli

dai recessi del sangue rimonta la melopea selvaggia

hai sul collo il fiato di colui che abomina la Croce

e ti trascina nel vortice osceno

41

SEMBIANZE

aiuta la vecchia foto seppia se non ti venisse in sogno lei: si perdono i precisi contorni non di rado nel labirinto interiore

ah ricreare di palpiti un vago sentire nel tempo caduco che mastica sembianze e ricordi

come quando nell' immobile luce su un' altalena si dondolava la vita

42

SCATOLE NERE

scatole nere nel cuore sepolte

hanno banchettato i pesci nel ventre del relitto ignari che la storia del mare abbia un sangue e una voce

sul fondale il salone è un acquario dove sullo specchio piace immaginare -resistita al tempo- una scritta buffa col rossetto -ma jolie-

la coda dell' occhio ha impresso un ovale di donna ottocentesca

43

PALPEBRA DEL CIELO

(estiva)

giocare con le nuvole raffiguranti capre o cavalli

confondersi queste con i pensieri allucinati di uno stato ipnagogico

lungo il nastro autostradale

per te l'estate si è chiusa con un forte temporale agli scorci di luglio con ombrelloni divelti e fuggi fuggi

a chi dirai non ci sono più stagioni – sì che ammicca una palpebra del cielo

44

BARBARIE

vedi passarti l' esistere – vivi il fuori del tuo dentro – ti appare “un sogno la vita”? -e il dolore quello

del corpo crocifisso o lacerato da cavalli in direzioni opposte? ti fai

un film entri in un' era di barbarie

tuttavia la nostra a quella -ahinoi!– s' ispira

(Pedro Calderòn de la Barca – 1600-1681 – “La vida es sueño”)

45

IN UN DOVE

in un dove che non sappiamo dicono c' è festa perenne il vino giammai manca è il sangue della fratellanza

in un oltre che non conosciamo il leone giacerà con l'agnello noi abbracceremo senza braccia chi ci aggrada in una cosmica kermesse dove non vi sono cuori ostili

46

APEIRON

la luce-energia fatta densa nella materia si oscura

di che siamo fatti dunque? energia del cosmo stretta a imbuto in un tempo rallentato?

forse

corpi-in-prestito che si leveranno dal letto di tenebra

per sfociare in un altro mare?

47

LA VERGINE 2

la bellezza che ti colse rosa d'amore t'imporporava il viso di fanciulla

era il fiat la bellezza fatta persona

ala d'angelo a custodirti non ti preservò dalle brutture del mondo

Mater dolorosa pie(a)gata eri ai piedi della croce

48

POESIA E'

la poesia è traduzione da una lingua sconosciuta

è dall' Origine - dal Verbo

è lettere storte sull'acqua

poesia è del vento e della foglia

è il cuore delle stelle o la musica della pioggia sulle tegole

la fiamma che arde della nostalgia di Dio

49

SI LEVAVA ALTO NELLA LUCE

(a Pablo Neruda)

sia il tuo verso la ferita a farsi nuova voce – lettera di fuoco – j'accuse

(nella terra di sangue e d' amore si levava alto nella luce il tuo Canto generale

a cui facevano coro i morti ammazzati)

50

DA QUEL DOVE CHE T'HA ACCOLTO

(certe volte sembrava che un punto ci attraesse oltre le nuvole – o almeno così era per me)

e dunque anche tu adesso mi precedi varcando il mistero con la valigia di sogni

non mi aspetto un fischio da quel dove che t' ha accolto

-per te sempre estraniante a ragione: essendo noi mortali

51

CANTO DI SIRENE

la normalità non esiste: la vita è una continua sorpresa in luce-ombra navigante nel sangue

saltate le coordinate -farfalle di fumo- niente

di più facile che canto di sirene svii dallo scavo del profondo ove il Sé

si manifesti

52

VERRA' IL TEMPO

c' è tempo e tempo quello della gioia quello del dolore la vita ti ha insegnato a piangere

non puoi chiedere di essere liberato se è stabilito che il cornuto ti debba stare dappresso con la tagliente sua lingua biforcuta

verrà il tempo -oltre il tuo lento morire- a rimarginare le ferite della luce

ora nello specchio vedi agitarsi le ombre dei tanti io vissuti

i tuoi errori

53

LEVARSI IN FIORE

(la crisalide si posa sulle dita dell'alba)

muore l'animale resta l'entità dell' origine

Mente infinita espansa inondata di luce

ed ecco l'anima levarsi in fiore

54

CORTEGGERO' LA BELLEZZA

trasvolerò mari d'aria tra galassie interstellari stanco di questo mondo ipocrita

troverò assegnato un posto secondo i meriti dove abiterò per sempre

lì corteggerò la bellezza presentita mai conosciuta sulla terra

55

LA PAROLA CHE SANGUINA

colgo la parola che sanguina:

scrivo la vita che si alterna tra naufragi e benedizioni

ulisside impenitente rammendo le mie vele reduce da viaggi psichici

ho dimestichezza con la morte con la stessa naturalezza del mio sapermi eterno