norise

FELICE SERINO

POESIE

TRASMIGRA IL GIORNO 2

43

SOGNAI ATLANTIDE

vaghi e ondosi pensieri risucchiati in nero gorgo si fecero sogno-incubo e il sangue gridò sugli orizzonti perduti mentre la mostruosa mano dell'oceano ghermì in un baleno intere terre sommergendole e l'antica città sparì

solo un gabbiano planato sulla bianca cresta laggiù sembrava farmi il verso

44

CON GLI OCCHI DELL'OLTRE

con gli occhi dell' Oltre ci guardano i morti

e tu avvolto nel sudario delle convenzioni tu che ti pieghi nello specchio nel dirti quali ombre il tuo cielo offuscano e

quale trave ri-cresce nel tuo occhio

con lo sguardo dell' Oltre ci vedono i morti

se stessi e i vivi gli è dato perdonare

45

LA MANO DELL'ANGELO

(leggendo una poesia datata)

-ma è mia questa poesia?-

avviene che il sangue dirami il suo flusso e il cuore sia per un attimo terra di nessuno

le immagini tornate alla luce poco a poco si fanno riconoscere

come rispolverate dalla mano dell' angelo

46

UN RICCO NATALE

(essenza in fuga è il cuore a disperdersi tra luminarie ed epifanie del nulla)

mi sovviene quel Natale che l' angelo si staccò da me per chinarsi benevolo sul derelitto sotto i portici all'addiaccio

fu il calore in quel giorno santo a farlo sentire ancora persona

[“epifanie del nulla”: espressione presa in prestito da un amico poeta]

47

DALL'INERZIA

scuotersi dall'inerzia: vegliare con le lampade accese nel turbinio del mondo

olio non manchi della saggezza mentre come acqua di fiume scorre il tempo

a riva non cali densa tenebra

48

LO SPIRITO DELLE COSE

quell' essere consanguineo con lo spirito delle cose – non sai a volte che smarrimento ti prende

vivi in una bolla di vaga luminosità e ti si confonde il sangue con l'indaco del cielo

l'inerzia ti tende la mano ma senti che tutto può ancora accadere

49

NO MAN'S LAND

ti lasci scivolare addosso le avversità o le mille e una fake news nonché le tragiche morti per acqua

il movimento eludono gli occhi di un volo sotto una luna bislacca

sei terra di nessuno dove non battono i tamburi del sangue

50

NEL MISTERO LUCENTE

non vedrai più per speculum in aenigmate assorbirà la tua essenza il Tutto

nel suo mistero lucente sarai nella danza la danza sarai sull'arcobaleno del cielo

sarà come abitare una casa sul mare

con lo stridio dei gabbiani e nel sangue vivrà per sempre il fiore della passione

ti sorprenderai di aver contribuito a dare al mondo la bellezza

51

RELATIVO IL TEMPO

relativo elastico il tempo -sovvengono gli orologi molli- i tuoi busillis

aleggiano sul vuoto annegano nel sangue della clessidra

annaspi nella spirale del tempo uroborico – idolo del nulla il tuo io si frange negli specchi

52

COME NELLA PRIMA LUCE 2

diciamo che non sai da dove è venuta l'origine di tutto

solo che sei orfano di Dio

dai voce alla notte sognando di uccelli che volano in fondo agli specchi

e ti avvolge la bolla di un tempo non-tempo

come nella prima luce

53

CADERE DAI CIELI DEL SOGNO

cadere dai cieli del sogno fino allo stato di coscienza -che ha occhi per riconoscere il frutto proibito

avanzare su filo teso acrobati tra nuovi barbari votati all'arrivismo in un battesimo di deliri

cala il sole ingoiando i sogni la concupiscenza va di fiore in fiore

la bellezza è sfigurata e la poesia annaspa

54

DIMENTICA

[mi giunge voce in sogno del Glorioso]

tutto dimentica come Io ho dimenticato

nelle tue preghiere mi supplichi di liberarti dalle catene della carne mentre urla il sangue le “piaghe” in questo scorcio d'anni

e come può non accoglierti la luce se tu da questa hai origine?

ti dico dimentica i bianchi deliri della solitudine i voltafaccia dei giorni perduti

dimentica come io ho dimenticato sulla croce

55

PER STUPIRSI

per stupirsi bisogna fermarsi

l'impossibile si fa possibile

riconoscere ciò che sembra umanamente assurdo:

l'anziana rimase gravida – la vergine partorì

stupirti - come sentirti

scricciolo sul palmo della Sua mano

56

ETERNO PRESENTE

Lui il Giusto l' ha in tasca la morte

dunque niente paura: quel che diciamo il nulla non esiste

di terra e sangue anelito e cielo siamo

oggi è il sempre eterno presente

57

LA ROSA DI SANGUE

in sogno spio se riesce a passare “qualcuno” per la cruna Dio non è stanco mai dell'uomo

gl' insulti gli sputi gli scivolano addosso Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue
e splende di bellezza

58

LE ISOLE DEL SOGNO

un certo alone di magia ti avvolge ed è quello stato di grazia che ti fa veleggiare su navi di nuvole verso le isole del sogno

a risillabare fonèmi e palpiti t' invita la musa dai generosi seni

sotto una luna ammiccante

59

CHI CI DIRA'

chi ci dice dove sarà la nostra essenza

non lo sapremo che di là

forse spogliata dell' io convoglierà nella memoria cosmica

dove arde il sangue col palpitare degli astri in un continuum di vita

cosa saremo chi ci dirà?

60

IN UN TEMPO SOSPESO

in un tempo sospeso resta appesa la sillaba a una goccia d' inchiostro

quella che non sai dire

che si avvita nei gorghi dell' immaginario e si dibatte per uscire da sé

il nudo respiro lo avviluppa un lenzuolo di sogni

61

FRAMMENTO DI STELLA

da altro sangue a convergere i nostri destini e tu dicevi “trentaquattro all'alba” di giorni da sgranare

poi Nina frammento di stella a renderci lieta la vita

e a reggerla tutt'oggi siamo noi i bastoni in un mondo dagli orizzonti incupiti

62

NELLA TUA CONTINUIRA'

ci stai ancora bene nel tuo soma malgrado la spada di damocle degli anni spiace un giorno lasciare i cari libri e l' “abitudine” alla scrittura

ma nella tua continuità la mente espansa avrà infiniti collegamenti e sarai tu il motore di ricerca

sarai nel Tutto e tutto è te -cos' altro più-

63

C'E' DEL BUONO

sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena

si riveste ad ogni ciclo la natura – ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo

c'è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona

64

COME MONNALISA 2

simile alla monnalisa che il tuo sguardo segue se ti sposti

è musa risvegliata l'idea latente che in modo misterioso ti prende corpo e anima

allora dallo stato di grazia ti lasci portare al guinzaglio

65

DUE NOTE 2

due note insistono nella mente risalendo da un altrove in sogno

inducono a una mestizia che non sai dire

come quando intenerisce il cuore abbeverandosi a un filo di pietà

66

PER NASCERE FARFALLA

rivolti convenzioni ti affidi all'inaspettato che abita ogni tua cellula e sangue

rovesci il senso del mondo: strato su strato risali cieli

per nascere farfalla

67

UN CANTO NELLE VENE

scompariremo

sì – la verità ci attende

spariremo alla vista per essere altro: forse vaghezza di nuvola o sorriso di fiori

saremo volti che galleggiano sulla superficie del sogno

e avremo nelle vene un canto

68

Il BELLO CHE HAI DENTRO

(a una madre)

sarai o già sei musica e luce se vivi per il bello che ti fa vibrare le intime corde

pensi è un miracolo questo fagottino che ti trovi in braccio che dorme come un angioletto

nessuno potrà strapparti il bello che hai già dentro

che ti supera

69

FIORE DEL SOGNO

fiore del sogno ricamato di nonsensi su sbavature di ossimori

sequenze di figure daliniane uscite dalla bocca della notte

fiore del sogno che apre oblò sul bello o sulla follia

70

SAPREMO

sapremo – io di te tu di me dei nostri scheletri nell'armadio di ciò che non ci siamo detti delle ammutolite coscienze nell'ora alta delle scelte dove si curva l'orizzonte dei pensieri

sapremo – non per speculum in aenigmate: trasparenti saremo

71

E OGGI CHE MI RITROVO UOMO FATTO

padre che sei rimasto di me più giovane consumato anzitempo una vita sul mare e le brevi soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti mi restano le rare passeggiate mattutine e mai che mi avessi preso per la strada in discesa a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi uomo fatto sai: mi fa male quel distacco

72

CONOSCERO'

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

non oso toccare il Tuo amore: rendimi bianco come neve

per quel giorno che mi si schiuderà la porta che mi tiene nella morte

invadendomi la luce

allora conoscerò come sono conosciuto

73

DIRE DEL SOGNO

dire del sogno di orologi molli e di allucinate visioni dell'inconscio che s'apre a ventaglio portandoti a guinzaglio lungo corridoi asettici senza interruzione di porte

sentirti avvitare nella vertigine capriolare nell'orbita di stato ipnagogico

risalire al grembo-casa di mare

74

LO SPAZIO DI UN VOLO

ahi i ponti sgretolati o pure considera quelli detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che si fa arco d'amore filo teso d'acrobata

all'altro capo sei Nina

e mi vedi adesso varcare fra nuvole in sogno lo spazio di un volo fino alle tue braccia

75

DEJA'-VU

a perforare il bianco silenzio l' eco d' un gemito lungo corridoi e alle volte di camere d' albergo dei suicidi

v' è un qualcosa d' ancestrale che torna per condurti dove sei già stato

nel tuo profondo il pendolo oscilla dì una vita trasversale

76

PER STUPIRTI

in extrema ratio ti aggrappi a curve di sguardi per poterti ancora stupire

conoscenza è dall'alba dell'uomo il primo anelito

in un cielo di silenzi il tuo richiamo si spezza

77

SE AMORE SCRIVI

salverà il mondo la poesia? no di certo non è cosa immanente: il suo grembo è di celesti aneliti ed è voce di conchiglie che fa eco nei sogni

è la smorfia del clown il bacio condito di lacrime in un addio l'ala d'angelo che perde una piuma se senza il cuore “amore” scrivi

78

L'ENIGMA

il bambino col nasino all'insù lo sguardo è un punto interrogativo -i suoi perché

vagano nello spazio -alati- e cristallizzano

altro l'Enigma -racchiuso in una bolla- altro i perché dall'antichissima voce alveo di siderali lontananze

-è il sogno il nostro specchio?

-dietro il velario di carne chi siamo?

79

L’ IMMAGINARIO

[Leggendo “Finzioni” di J. L. Borges]

l’ immaginario apre al volo e a squarci di vite trasversali

realtà sfumanti nel mistero: parvenze a rapirti in insondabili cieli d’ esagoni e sfere

porte spalancate a risucchiarti in innumerevoli stanze

fino agl’ inaccessibili meandri del sogno

80

UN VAGO SCANDIRE DI NOTE

ti stringe il cuore un vago scandire di note legate a quel ricordo di lei reciso dalle forbici del tempo

con l'imbarazzo del ragazzo imberbe le lasciasti due versi d'addio

chissà non sia nell'aria la risposta e la porti nel becco

il gabbiano che scorgi al mattino lambire le creste dell'onda

o solo plani a inalare respiri d'amanti dei fondali

81

ONIRICA

altro il reale mi dico - a trapassarmi una lama di luce

mi sveglia un'accecante finestra-specchio

mi vive ancora una distesa di mare a riempirmi di serenità - vedevo venire dal largo i miei morti che mi sorridevano gentili

non mi sentivo carne ma solo sogno sapevo d'essere

82

PROFUMI NINNOLI 2

[sindrome di Stendhal]

profumi pinzette ninnoli la collana sulla specchiera resta a dire il gesto dell'indossare

spesso nelle sere vuote una mano ti attira nella tela effigie di lei e il suo sudario

ma peschi solo sogni di ragno dentro la vertiginosa trama

83

NELL'ULTIMO SANGUE

ora nell'ultimo sangue è il vuoto delle braccia

ma sai non è difficile far rivivere la tua figura dall'ali recise:

un po' mi consola la visione di te languida riversa sull'amaca

mentre gli uccelli ti cantano sulla testa

84

UN NON SO CHE

a volte un nonsoche ti attira come lo scandire di versi armoniosi o la luce di uno sguardo

ci vedi un mare aperto e

pescatori cotti dal sole a prendere a morsi la vita sognare la morte

un bimbo che piange una donna che aspetta il suo uomo

tutto un mondo ci vedi

non sai spiegarlo questo incantamento che ti fa star bene

questo amare la vita

85

LA VERGINE

se lo mangiava con gli occhi il suo bambino riscaldato dal fiato animale

dovrà -nel dolore della luce- bagnare di lacrime i piedi della croce

Mater dolorosa – et admirabilis

tu dal celeste manto

davanti agli ultimi ritocchi Raffaello insonne ti guarda rapito

FELICE SERINO

POESIE

AFFLATI 2018 – 2019

1

SPERDUTAMENTE ALTROVE (2018)

un intrico di rami fitto a mo' di tetto -quasi a contenere la dolce indolenza d'un meriggiare montaliano

vastità di te solo a spandersi in un infinito galattico

saperti così sperdutamente altrove

2

CALVARIO

(a San Massimiliano Kolbe)

portavo le mie quattr' ossa sul calvario accomunato alle migliaia di sventurati lungo i binari della morte

ti parlo a nome di chi nome non aveva ti parlo dalla regione del dolore con la bocca dei morti

ove germogliano fiori di quel perdono che non è dei vivi

3

SILLABE

pilucca sillabe la mia anima di carta

l'attraversa noetica luce

ammicca la musa nell'azzurro dei miei vaniloqui

epifania di voli

4

LE SCALE DI MONTALE

quante volte ho sceso scale pensando a “quelle” di Montale -ancor giovane ti senti e il braccio non l' hai voluto-

e quella certa luce a flettersi sulla mia dolce indolenza nel sentirmi chiedere che si fà stasera

voglia non ho di uscire -ci assediano gli anni- sediamo sui gradini del tempo sotto una luna menomante

(2018)

5

IN UNA SOSPENSIONE LUCENTE

dormire abbracciati -io che non riprendo sonno- il glu-glu-glu di colombi sul terrazzo-

a inondarci la bianca luce delle stelle che andranno a svanire

una mosca è il verso che mi ronza in una sospensione lucente

sento che creando noi si viva d' infinito

6

COSA VUOI NE SAPPIA

(parla un agnostico)

tu dici il sopra è il sotto citando I King ma cosa vuoi ne sappia di capovolti cieli e dell'essere “rivoltato” a un colpo di vento

erudiscimi allora e dimmi cos' è la verità tu che non la ritieni un optional

io so soltanto di terra e non ho baricentro

lascia perdere l'anima e dimmi se qualcuno mi ha chiesto di nascere

7

IN SOGNO

vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato gli orologi molli danzare mutando forma i lunghi colli di modigliani curvarsi e gli uccelli di mantegna invadere il mio studio lasciando deiezioni

ancora intinto nel giallo il pennello di kandinskji

[Opera di Dalì: “Cristo di San Juan de la Cruz”, 1961]

8

GEOGRAFIA DI GRAFFI

dirò di quella volta che l'ondata mi strappò come una gigantesca mano dallo scoglio

pensavo fosse finita mentr'ero sballottato come una cosa

poi mi guardai la geografia di graffi

e mi toccai inebetito

9

COME NUVOLE PIGRE I PENSIERI

di quei momenti che come nuvole pigre i pensieri veleggiavano verso isole di spleen nell'essenza del sogno

e lei tenerezza in sorrisi di rose ad aprirti il cuore nel passare come un arco nel cielo

10

LA SCRITTURA

torna sulla terra pensa alla realtà degli ultimi ai margini

i voli non fanno per noi lasciamoli ai sognatori

la tua penna sia invece un fuoco a trapassare l'essere -voce di chi non ne ha

e la scrittura

-angelo di giustizia- si elevi in luce

11

ORIZZONTI DI PALPITI

il cuore a specchiarsi nel grido di luce mentre stormi d' uccelli disegnano asimmetrici voli

e si mutano in forme d' animali le nuvole

l' urgenza di ricreare orizzonti di palpiti su tela o bianco foglio

l' arte è un viatico per restare immortali

12

L'ASSENTE

è nella natura delle cose -dici quasi rubandomi luce dagli occhi-

che la foglia maceri rinasca sul ramo e allo stesso modo l'assente

ha il suo “posto” etereo e d' un sangue e una voce vive come invisibile radice

13

HIKIKOMORI

stiamo pulendo le strade dai sogni – tutto così asettico e

ora non sappiamo dire i ragazzi dove appenderanno i loro aneliti

senza saper vedere il giallo d' una foglia raccogliere il grido d' un gabbiano

il virtuale li reclude -hikikomori- nelle loro stanze sempre più in tenera età

e il cuore annaspa

senz'aria

14

LUNGOPO'

noi due mi dici siamo della stessa pasta -quanto a me non so dire i difetti la trave nel mio occhio

le anatre abboccano le nostre briciole tra dorati riflessi e giochi d'acqua

tu ti mantieni bella e gli anni non sciupano questa luminosità del viso

mi chiedo quanti inverni ancora nelle ossa che gemono nelle giunture

15

AUTUNNO

amore vagabondo dicevi di smemorate carezze nei primi versi giovanili

perché poi vagabondo oggi non te lo spieghi

tempo uggioso diresti uguale mestizia a ottenebrare il cuore

ripensi con nostalgia alle corse tra sciabolate di sole nella verde età fuggitiva

autunno è la stagione dei morti

17

ULISSIDE

occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi

e un'itaca lontana

esce dalla coda dell'occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero

ed è casa di mare aperto l'anima del viaggio

18

I PASSI IN CADENZA

sei la mia spina Rosa pelle di pesca

ti elevi e danzi sopra le nuvole a corteggiarti le stelle

invidiano gli angeli i tuoi passi in cadenza

tra archi di luce

19

LISTA D'ATTESA

e siamo in lista d'attesa dici con un mezzo sorriso -dall'angolo del labbro la stessa sigaretta mai accesa

anche vivere è un vizio che -aggiungi scherzoso- ci dovremo togliere un giorno

ed è umano chiedere se possibile una dilazione al Pantocrator

spiralante il pensiero – navigano gli occhi in un mare d'aria

20

IL COMPROMESSO

(divertissement)

l'hai adocchiata da tempo la bella villetta in cima alla collina col suo bel giardino e tanto verde intorno dove possa correre felice la tua cagnetta e tu a fare footing

non vorresti fosse un sogno

hai anche studiato la planimetria sei pronto per il compromesso e accendere un mutuo

ma di': non corri troppo dentro il tuo sogno e ti comprometti?

21

IN QUESTA VITA CHE VIVI

l'angelo veste una parabola di carne

egli la tua entità lucente la tua statura

luce della vita messa negli occhi

22

SENZA TITOLO

un'alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore

usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di maeterlinck in un cielo di vetro

da un luogo non-luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce

23

NELL'OLTRE

[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.]

il tuo sangue spanto -Nina- che intinge di deliranti arabeschi le mie notti bianche

e quell' albero con i cuori incisi a sopravviverti – le radici impregnate del nostro amore

ma tu anima di stella sei nell'Oltre

24

NEI CIELI DI TORINO

nei cieli di Torino promette pioggia livida luce

uno sguardo di sottecchi al vicino di panchina mentre leggo Kavafis

-le dà fastidio il fumo?- al mio cenno spegne garbato come ne trovi pochi

la metro e sei al centro Porta Nuova la trovi intasata di affaristi ed extra- comunitari un cappotto liso fa da coperta ad un barbone e il suo cane

ad uno sputo è in sosta una testarossa fiammante

tra i morti e i viventi il mondo ha denti aguzzi

25

IL ROVESCIO

spossato sono dal mio sogno non mi sovviene per quale ragione nell'ondivago moto del cuore mi disperavo e come un agnellino piangevo

il sogno dicono è il negativo del reale il pianto è gioia e lo stesso sarà entrando nell'orbita di cieli dell'Oltre?

il rovescio dunque di questa realtà che ci appare per speculum in aenigmate?

mi aspetto buone nuove prosit!

26

SOGNO DALINIANO

(splendenza rubata da un non-dove -mi dico- questo

piccolo universo racchiuso nel profondo di noi piccoli universi)

mi ero annullato in pensieri allucinati e

in un abbaglio di figure

Gala e Mae West mi sorridevano sdentate

[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 – Los Angeles 1980.]

27

DI LUCE DI SANGUE

sostanza sei di luce e di sangue

le cellule cambiano di continuo e non sei più lo stesso di prima -com' è ogni ciclo in natura

ma eco insopprimibile in te risuona d'immortalità:

sempre a superarti

a superare d'un passo la morte

28

ANGELO

angelo icona della volta che mi vedevi da lassù la testa all' indietro a contemplare i lineamenti perfetti

nei tuoi occhi vedevo palpitare il cuore della Bellezza e m' incantavo

poi per paura del male del mondo la sera mi rifugiavo nel sogno di te e toccavo il cielo

quando dopo la mia accorata preghiera venivi a visitarmi

29

ANSE D'OMBRE

anse d' ombre notte bevuta sudata notte un grumo di sangue la parola nel bailamme l'anima dissolta

sogno sputato l'essere svuotato di forme

ad un cielo muto appeso il grido

30

L'EGO

non è che fumo il tuo riflettere se al tuo (d)io t' inchini

l' interpellarti cade nel vuoto come un assordare di cristalli

inutile imbiancarle le pareti pregne d' insormontabili retaggi

31

TUTTO E' ANCORA POSSIBILE

ti senti altrove e il più delle volte fuori dal coro

ti chiedi se -nell'ordito della vita dove si spezza la parola- ti sei perso qualcosa – vorresti allora rovesciarti come un guanto

riconoscerti come il fuori del tuo dentro

aprirti a un' alba che diradi questa corolla di tenebre

e sai che tutto è ancora possibile

32

COSI' ESISTE LA PAROLA

così esiste la parola nutrita del sangue degli dei

prende il largo quello che si dice afflato o musa ispiratrice alla scoperta di fonèmi

fa cerchi concentrici nel lago fondo dello spirito

33

ALLUCINOGENI

stato d' incantesimo inventarsi un cielo delirio che sanguina luce

l' anima travestita a farsi pseudo- incarnazione di un sogno

breve estasi – amara al “risveglio”

34

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi l'ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono”:

questo salvi dal tuo dormiveglia – relitti a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole – latitante la musa

35

MIGRANTI

segni indecifrabili lasciano lungo il percorso come orme sulla sabbia

è stato un miraggio la terra promessa

negli occhi pezzi di cielo a dire l' avverso destino

resta un muto grido di scatole nere sepolte nel cuore

36

DI GIORNI A PERDERE

nel bailamme di giorni a perdere in virtuale ti giochi la vita testa e croce all'altezza di precipizi ti avvolge il manto del vento cogliere il fiore-essenza del tempo dirti se l'esistere sia quasi finzione o sogno

37

IN BILICO

giungeremo nell'Oltre dove le ombre parlano col vento

increduli e colmi di lucente meraviglia – noi resi impalpabili essenze e vieppiù reali

tanto che ci parrà un sogno l'aver attraversato nella carne la morte

nel circolo del sangue noi in bilico

un piede nel mistero

38

ALLO SPECCHIO

ho un rospo-invettiva mi sta lì lo raccolgo in un foglio intanto lascio gridino le pietre

per la bellezza deturpata e il suo esse-o-esse per i figli del progresso dio-boomerang dai chiusi orizzonti e una vita di passi perduti

per l'uomo e il suo specchio dai mille rebus irrisolti dove confluisce la sua storia

intanto la luna non più ispira rime e sogni

divorano topi famelici la polpa del mondo

39 INDIVISA SOSTANZA

sono indivisa sostanza dimora delle origini porto il respiro di voci tra ramate ombre

nelle trame del vento lascio si dilegui la morte mi vivono nella carne illimitati cieli

mi ustiono di rosacea luce

40

QUANDO L'ANGELO

quando l'angelo verrà a chiamarti discreto senza tromba e avrai lasciato questo corpo frale -burattino senza fili-

aleggerà nel cosmo la tua essenza col bagaglio di esperienze e sogni (quei sogni che non muoiono mai)

sarà un capriolare di dolce vertigine

come immergerti in una pace amniotica

41

LA DOMANDA

l'abisso capovolto della croce

duemila anni e il grido vano lacera l'aria

“Padre perché”

sasso gettato nel lago del mistero la domanda

a toccare una impercettibile morte apparente

42

A DARE SMALTO A UN SOGNO

silenzio allagato di luna – una silhouette nella mente ondeggia e gli arzigogoli a dirmi vano il ricordo sgualcito dal tempo

dalla foto color seppia mi guardano i suoi occhi velati di mestizia

-ah l'assedio degli anni e il cuore a dare smalto a un sogno sbiadito

FELICE SERINO

POESIE

TRASMIGRA IL GIORNO

46 TRASMIGRA IL GIORNO

compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là?

lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce

47 IL GRIDO

non lasciare ch'emerga il mostro come da abissi marini fa' che affoghi nel suo sangue

rabbuia nelle vene il giorno: grido che tende levarsi nell'aria rossa

48 INFINITE VITE

infinite vite possibili ha forse l'anima quel che è detto da taluno l'essere moltiplicato

mai si chiude il cerchio?

è come traversare innumerevoli porte nei meandri dei sogni o abbandonarsi a visioni di déjà vu

non si chiuderà il cerchio se come si sa è del Demiurgo un continuo creare infiniti mondi-entità col solo sognarsi

49

QUEL SORRISO

senti la vita quasi fosse apparenza in vaghezza di sogno

l'anima è spersa dove fitta trama d'ambiguo s'incaglia

ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo di luce – una spina nel sangue

e quel sorriso -oggi che ti sorprendi a inseguire ombre in cerca del suo profilo- ti si trasfigura in un graffio difficile da decifrare

50 SEGUENDO L'OMBRA

i tavoli tra ombra e sole dove sedeva chi più non c'è

la mente è in fermento nel lento giro del sangue in questo scorcio di cielo

mi sposto seguendo l'ombra seduto a leggere Brodskij mentre lo sciabordio dell'onda mi culla i pensieri che vagano sul filo di versi in fieri

mi distoglie il ronzio di una mosca: salto un rigo nero della pagina

il libro si chiude di scatto sul giorno azzurro

51

MEMENTO

la luce si spalma dentro la parola che di sé vive:

a ricordarci la bellezza

lasciarci impregnare di fascinazione nell'orfanezza del sogno

52 SANTIAGO

traversare il ponte sull'Atlantico t'ispira qualcosa che appunti in un angolo sicuro della mente

dopo per davvero guardi in un modo diverso le cose

è quello stupirti amando l'Amore

il cammino di Santiago finisce nell'Oceano

[percorso Fatima – Santiago di Compostela]

53

L'ASCETA

è nell'invisibile dice l'architettura dell'essere - perfezione la carne che si trasfigura

il resto è apparire o maya: mondo i cui regimi e regni andranno capitolando – insieme a chi li rappresenta

54 SUL CANCELLO

drappo viola dalla finestra affisso sul cancello di fronte: un altro vicino agli ottanta è andato a miglior vita - non ritirerà più il giornale al mattino il passo pesante il fiato corto

unificatosi col suo doppio ha lasciato qui la zavorra

55

EROS E THANATOS

far l'amore e la morte sono in stretta connessione: l'appagamento è un dolce morire

attimi che sembrano infiniti perché amore e morte si abbraccino

come la terra nel suo grembo accoglie le foglie cadute

56 CRONACA

“in luce di sangue vita ti diedi e tu l'hai gettata nel cassonetto”

ahi quel cielo di carta stampata che s'indigna sotto gelida penna!

57

SCORCI DI SETTEMBRE

scorci di settembre è l'ombra a dominare i posti prima assolati che trovavi nelle tue uscite

familiare ti è l'ombra ed è dissonanza se ti sorprende il pensiero di quel bambino che dopo il crepuscolo ha paura del buio e se non mangia arriva il mammone con tre tocchi -sotto il tavolo

[mammone: in gergo è l'orco]

58 IN TE LA LUCE

s'inginocchia in te la luce

ti dividi nelle due dimensioni: dreamtime e corporea insieme

a sorvegliarti è l'Occhio interiore - il tuo doppio di perfezione celeste

[dreamtime: il tempo della creazione]

59

ANGELO DELLA LUCE

adagiati creatura del sogno sulla curva del nostro abbandono

la lontananza è ferita insanabile un cielo d'astri divelti

e tu balsamo sei -tu orifiamma tu altezza sognato stargate- dove voce insanguinata c'inchioda

dalla caduta

60 LUCE ALTA

luce alta – paiono incendiarsi le finestre degli hotel

un altro caffè spezza la mattina - strilli di bambini in pineta lampi di sole tra il fogliame

“Dio c'è” è la scritta sul muretto che delimita la spiaggia

dichiararlo a cuore aperto: ché un miracolo è la vita

61 QUALCUNO TI CONOSCE

-non credi in un dopo? e in un prima? e il mondo pensi s'è fatto da solo?– ti chiedo e tu t'aggrappi agli specchi

ma nulla va perduto sai: Qualcuno ha contati tutti i tuoi capelli

davanti a un pericolo mortale

un'invocazione ti salirà alle labbra?

62

IN VAGHEZZA DI SOGNO

ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno- un te estraneo vagare per strade buie e vuote come un sansebastiano a trafiggerti gli strali della notte – senti recalcitrare in te l'uomo vecchio -ah convivere con gli umori di un corpo-zavorra- ti avvedi d'aver perso le chiavi di casa mentre un gallo canta in lontananza ed è l'alba

63 PIU' D'UNA VITA

convivere con gli umori di un corpo di morte

dall'animalità all'angelo: questa l'impervia salita

più d'una vita se dal sangue fioritura sia d'ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

64

ULISSIDI

andare per procellosi mari in cerca del proprio nome l'origine la loro Itaca

coglierne forse la voce nella cavità del cielo insufflate le narici da un vento salino

quel battere del sangue di cui si parlerà a un nuovo approdo

e i morti? quelli che sono parte del loro cuore alla ventura?

entrati nel mito essi custodiscono quel mai perduto nome

65 FORSE UNA NUBE

(a Pierluigi Cappello)

mi accoglierà un non-luogo non più inalerò resina di abeti alle finestre degli occhi colombe bianche si poseranno
mi abbraccerà vaghezza forse una nube vorrà dire casa

66

DI STAGIONI DI SOLE

ho sognato mio padre -non è giunto il tuo momento- mi ha detto

di nuovo agli alberi cresce la folta chioma è tempo dei gatti in amore -il ciclo si ripete della vita

quante ancora ne restano di stagioni di sole -mi domando- di quel sole che si spande come liquido oro sul tavolo a cena

67 FIUME D'ECHI

rotte voci e forme impermanenti sotto luna menomante

anime siamo che si cercano

fiume d'echi la cui scia porta con sé il lamento di nomadi d'amore

68

VANAGLORIA

la forma assumi dell'involucro- status quo mentre a preesistere in te specchiato è quel pizzico di vanagloria ingannevole capriccio che rimonta a un giro di vento

69 IL GRIDO 2

resilienza questo vivere morigerato e anse d'ombre dappresso dove annega il grido

sudate notti e sogni scollati da grigie albe

e chiederti se non sia impari lotta aggrapparti a rupi erose dai venti

70

LE MANI AFFONDI

in emorragie di non-senso ricacci al fondo il Sé superiore uniformandoti al mondo le mani affondi nel sangue delle convenzioni mentre all'angelo lucente del sogno tarpi le ali facendolo all'alba svanire

71 FONEMA

insufflato dal dio passa come un vento di mare il ricercato fonèma

che nel sogno dispiega le ali di scintillante bellezza

72

CUORE DI PAGLIA

è dell'umano il tempo non certo dell'anima e ti pare d'esser sempre giovane anche se vicino agli ottanta il fisico non rende

se cavalchi un'emozione ecco spunta una lacrima e senti capriolare questo cuore di paglia

come un imberbe a prima cotta

73 RICAMBIO D'ALI

va controtempo in un ricambio d'ali l'angelo insozzato di mondo

nel sonno del giusto abbevera le radici del sangue della luce

74

QUEL SENTIRTI

può piacere quel po' d'intontimento in banchetti interminabili col capotavola che devi urlare per farti sentire due parole per darti un contegno col tuo dirimpettaio non toccando temi impegnativi s'intende controllando i freni inibitori una comunione di anime allegre ma tutti i commensali alla fine si resta perfetti estranei

poi fuori il freddo pungente a sollevarti il bavero e quel sentirti un cane di nebbia che vaga che ha perso la strada

75

ETERNO PRESENTE

kronos esce dal mare prenatale

il domani è un imbuto dove fluiscono gli oggi coi sordi tamburi del sangue

dove in fondo agli specchi annegherà la realtà relativa: lì il mondo che

si vede rovesciato

76

SULL'ACQUA

sul grande mare del sogno veleggiano i miei morti gli occhi forti di luce con un cenno m'invitano al loro banchetto sull'acqua d'argento striata

m'accorgo di non avere l'abito adatto cambiarmi rivoltarmi devo vestire l'altro da sé

77 INQUIETI FUOCHI

nuvole a stracci nell'azzurro curve ariose di voli

vastità di te solo: figura inespressa lacera ombra

ti aspetti una eco un suono in questa sospensione

inquieti fuochi son gli occhi dell'anima mentre guardi un gabbiano staccarsi dal tramonto

78

LA REGIONE DEL SOGNO

la via regia puoi dirla vita trasversale nell'ondeggiare di curve di luce

del pensiero allucinato vedi prendere vita le figure surreali di dalì

e ancora da questa

infinita vastità del sogno emergere gli angeli di rafael o le eccelse visioni di blake su uno sfondo viola

[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]

79

E IL VENTO S'IMPIGLIA

(soliloquio)

in meditazione ti trovo assiso sui gradini del tempo

chi interroghi sotto una luna menomante?

vedi

e se fosse soltanto un apparire questa vita

protendimento di un luogo della mente

dove passano navi di nuvole in sogno e figure evanescenti e il vento

che s'impiglia in grovigli di foglie

80

L'INVERNO DEL CUORE

[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d'ispirazione]

sentirsi disabitato

simile a quell'albero nudo da cui son fuggiti i canti

vivere di stelle spente

81

FEDELE ALLA VITA

mia vita senza rete t'appigli alla Bellezza intaccabile

a quella del cuore e alle armoniose figure della danza o del cavallo nel bianco salto

finché ti chiedi dov'è lei l' irraggiungibile non tutto è perduto

voltato sei sul giusto versante lucente ancora una volta – vita

fedele alla vita

82

IL GRAFOMANE

sei tu che graffi con la penna questi fogli che raggricciano come una bianca pelle

i tuoi quaderni riempi per lasciare ai posteri parola di Dio mentre qualcuno da lassù

guida la tua mano a riempire fogli e fogli come in trance

vivi di grandiose visioni celesti e anzitempo contempli di Dio il volto

[Jakob Lorber, si definiva “lo scrivano di Dio” – mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 – 1864.]

83

NELLE NUVOLE HAI CASA

dimmi Nina: che vedi tu che hai casa nelle nuvole tu che sai il linguaggio dei voli?

forse la giovinezza spezzata che ora in lampi di déjà vu ritorna?

o rivivi nel cuore verde dell'acqua

che ti vide sirena emula del canto di odisseo

-rapimento dei sensi che in sogno ancora mi seduce

84

IL POZZO DEI RICORDI

come la volta celeste s'immilla di presenze il sogno

in questa moltitudine la tua cerca il non rassegnato cuore

ma è beffarda sequenza come seguissi la velocità d'un treno

forse la tua figura è sepolta in fondo al pozzo dei ricordi

da cui risale flebile eco

85 DUE NOTE

e come puoi oggi accennare a quel motivetto che ti arrovella se non è la mente sgombra da impellenze che artigliano

restano due note nell'aria monche e il canto strozzato come d'un barbagianni

mentre abita il cuore una danza di foglie

86

QUELLA PARTE DEL MONDO

[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo]

è un presentito bianco grido il cielo proiettato su quella parte del mondo: un mare tappezzato di cadaveri

agghiaccia il sangue mentre la forchetta è nell'aria

o non smuove la vista e l'assuefazione è sovrana?

87 SOGNO

è calda l'acqua dell'oceano ove sono immerso come quando ero nello stato prenatale

traquillo nuoto non ansia mi prende anche se scorgo solo davanti a me l'orizzonte

ed ecco vedere venirmi incontro i miei morti portati sull'acqua

e madido di luce destarmi

88

L'ELEMENTO CELESTE

tornerò ad essere pensiero espanso quando dalla scena sarò sparito dove si curva all'orizzonte il mare

sarò forse atomo fiore o stella e

in estasi

mi unificherò all'elemento che da sempre mi appartiene

89

UN ARCO SULL'INFINITO

dal non-luogo che immagini non potrai quel giorno farci un fischio per darcene notizia

se sarai per davvero passato a “miglior vita” mettendo a frutto le esperienze secondo gl'intimi desideri irrealizzati quaggiù

e se vestirai un corpo d'aria e sarai arco teso sull'infinito

90

DOVE L'ANGELO

un dove di trasparenza t'assale ti entra nei sogni

azzurro soffio di vento sul sangue psichico

luce ferita dove l'angelo con ala pietosa

i crudi patimenti copre e il tuo cuore

FELICE SERINO

POESIE

VITA TRASVERSALE

LE VOCI REMOTE

2017

1 LE VOCI REMOTE

un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante

2 ONDIVAGHE MACERI PAROLE

quando ti rigiri tra le lenzuola -ondivaghe maceri parole dove latita il cuore- somigli al gabbiano ferito che solo in sogno ritrova il suo mare – la vita altra

3 SOGNO DI CUPIDO

aleggiavo “per l'aere” -io figlio di Venere- o era il mio doppio incorporeo che con molte frecce al suo arco germinava amore

vedevo nel tempo di Veneralia in un cielo quasi dipinto splendere carnale fiamma

[Veneralia: festività romana celebrata il I° aprile, dedicata a Venere Verticordia (“che apre i cuori”).]

4 FUOCO AZZURRO

lascia che sia più che naturale da una forzatura un pastrocchio ne verrebbe come l'idea di ritagliare lettere per “confezionare” una poesia

fa' che sia lei a visitarti col suo azzurro fuoco ti salga fin dalle viscere ti cali nell'humus della parola

5 LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

“marinaio col mal di terra” se mai ne perdessi il gusto -della vita

dal cuore della zolla il verde grida sempre vita rinasce all'infinito

lei è mamma-chioccia -travalica la morte col suo tepore-amore

6 GENERAZIONI

eccoti un ectoplasma ovvero un antenato a sentenziare da un aldilà -non sapete neppure vestirvi

-bella forza: voi con i vostri doppiopetti vi credevate dio in terra o guappi noi casual-cibernetici della libertà siamo bandiera grida il rosso del nostro sangue nelle piazze

per le ginocchia aria di primavera

7 ELUCUBRAZIONI

dicono esce dalla testa il corpo astrale parto della mente

è sempiterna la mente come il reale che in sogno appare

liquida luce – oltre la mente solo ombra o niente

8 PRIMAVERA CANTERINA

di verde in chiome folte natura si riveste

a specchio di sole -sangue di primavera- becchetta l'immagine nell'acqua il chiurlo e ti fa il verso se abbozzi un motivetto

9 L'ESTRO

rischiava la galera chi procurava cibo ai fantasmi era l'editto del castello

pure l'intrepido ragazzino Arthur R. giocava il tutto per tutto pur d'avere in cambio versi “divini”

o più probabile fosse solo un sogno e lui stesso sogno nel sogno e i versi parto del suo estro

10 MONDO DI LUCE

m'invitano i miei morti a una uscita fuori porta amano farmi partecipe del loro mondo m'avvedo dagli occhi lucenti e i sorrisi complici ch'è molto molto gradita indispensabile quasi la mia presenza ché senza orfani sarebbero e tristi forse pur essendo estraneo al loro mondo di luce

11 IO SONO IL MARE

danzi su creste d'onde gabbiano Jonathan io sono il mare l'immenso desco su cui ti posi -ti guizza nel becco preda lucente- io sono il mare tua madre se in burrasca vieppiù in simbiosi siamo ti abbraccia il mio cuore trasparente di salsedine

poi per l'azzurra volta ti vedo svettare – verso profondità di cieli

verso quella libertà che aneli

12 L'INNOCENTE

già l'immagino i titoli “classe 41 – stecchito da una raffica”

ho a volte il pallino -farneticare dell'età- che d'improvviso qualcuno mi spari da un'auto che rallenta e poi via -come in una scena da gangsters -è fantasioso ma freddamente reale

dove -si sa- a pagare è chi non c'entra un bel niente

13 FUMATORI D'OPPIO

figure inconsistenti come carta bruciata sbriciolata d'un soffio

e alberi che camminano capovolti e navi di nuvole

visioni aleggianti nelle stanze del tuo sangue

Jonas preso nella rete dei fumatori d'oppio

14 SE QUALCUNO E' A SPIARTI

lasciartele scivolare addosso -dici- distaccarti sempre più dalle cose finanche da questo

corpo: vederti presente a te come nel sogno – quasi evanescente

sogni e sei sognato - mondi speculari

vedi: se qualcuno è a spiarti

non sei che tu da un altrove

15 SOGNARMI

sull'otto orizzontale librarmi etereo

piume d'angelo a coperta di cielo

16 SE LASCI CHE LA VITA

il moscerino che taglia nella luce del monitor l'ultima tua poesia riveduta

sembra imbeversi del sangue delle sillabe

in questo minuscolo essere smarritosi nella sua realtà-sogno

vedi te stesso se lasci che la vita ti conduca lungo i labirinti viola della mente

17 TRASMIGRA IL TUO GIORNO

compiacerti dei tuoi beni? ma dimmi cosa ti porti di là?

lasci pure questa veste oggi affidata nelle mani dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare il tuo giorno in sudari di calce

18

ED E' SANGUE IN LUCE

esilio di carne anse d'ombre

ed è sangue in luce l'ancestrale fiorir d'appigli

a schiudere il giorno

19 SIMBIOSI

di notte sto bene con me e l'altro

sono io l'altro che -c'hai mai pensato?– non proietta ombra ombra di me è il sogno

come un bambino avvolto dal regno delle ombre affido tutto me stesso alla notte

20

COMPLICE L'OMBRA

non un posto al sole non m'ispira il tipo lucertola

ora dove sosto un venticello spira che mi pettina i pensieri aggrovigliati nel cielo della mente

dove un abbozzo di poesia inizia a mettere ali

21 IL LA' PROPIZIO

quando sperimenti il fantastico e non focalizzata l'immagine salta sul video della mente

quando magari è Borges a darti l'abbrivio il là propizio dal suo cielo d'esagoni e sfere

[ultimo verso: ispirandomi a “Finzioni”, di Jorge Luis Borges]

22 DOVE PALPITA IL SOGNO

da una dimensione parallela il Sé in me rispecchia la sua primaria origine punto dell'eterno dove palpita il mio sogno di carne e cielo

23 TESTIMONI

di sole indorate distese a maggese ricamate di fiori di sangue per mano assassina tramante nell'ombra

vòlto al cielo: testimone non “profeta” di panegirici fulminato a due passi dal luogo di culto le mani ancora nell'atto di benedire

-come in un tempo sospeso l'oscillare di grani di rosario

24 LA CARA MUSA

ti ci arrovelli ma non trovi soluzione ti ha lasciato a metà la cara musa

sei come quell'albero reciso la cui ferita bianca non si vede sanguinare

25 SIC TRANSIT

confidare nelle cose che passano è appendere la vita al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza -arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

26 RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra grumo di sogni peccato che cammina

ma sei amato

immergiti nella luminosa scia di chi ti usa misericordia

ritorna a volare: ti attende la madre al suo nido

ricorda: sei parte dell’Indicibile – sua infinita Essenza

pure nato per la terra da uno sputo nella polvere

27 AD ALTEZZE SEGRETE

(volontariato)

spendersi in un percorso di amore il cuore aperto ad altezze segrete

sperimentare l’Altro da sé nel diversamente abile – pasta da modellare: ci affondi le mani e ci rivolti la vita

lui ti ricambia con l’oro di un sorriso

28 CLOWN

la tua magia è fumo che vola sul tempo fra palpebre d'aria

l'ora si fà elettrica nel cielo di un capriolare d'umori

29 ESPANSIONE

il sogno è proiezione? o sei tu in veste onirica uscito dal corpo?

sognare è un po' essere già morti

come nell'oltrevita e l'essere si espande si sogna moltiplicato in fiore atomo stella

appendice? o espansione è il sogno?

30 NUDO ALLA LUCE

è velo che cadrà la carne

rendere fruttuosa la morte “perdendo” la vita

rovescio dell'io tra nome e senza nome

ma è l'amore che mi sceglie

-nudo alla luce

ho sognato d'essere trasparente

31 QUELL'ETA'

siamo quelli di un'età ahimé biasimevole se la moglie impreca per la camicia ricamata di sugo

“l'altra faccia” -a firma di arabeschi di sangue sulle strade- quell'età da sballo

32 ALLUCINOGENI

corrono brividi nel sangue psichico

dentro l'occhio di Selene ondeggia distorto volto d'angelo

bruciarla la vita sul filo della notte liquida

33

SANTO CHE SOFFRI

Amore inchiodato alla croce Sole che apri spiragli nei cuori di carne Luce che accechi i potenti

t'incontriamo nel povero ma non ti conosciamo come Pietro al canto del gallo cosa mai saremmo senza di te che hai sepolto per sempre la morte chi mai saremmo se di te facessimo a meno

l'ultimo giorno verrà e noi perduti perduti per sempre senza di te

Santo che soffri che ci ami fino alla morte

[Il titolo è preso da Ungaretti]

34 TUTTO E' PREGHIERA

una farfalla è una farfalla ma tutto un mondo nella sua essenza

la natura riflesso del cielo è preghiera ogni respiro ogni sangue vòlto verso l'alto è lode

l'anima nel suo profondo in segreto s'inginocchia e piange

35

SPRAZZI DI LUCE

non riesco a saziarmi di Te

penetri nella mia vitrea solitudine con sprazzi di luce come attraverso una smagliatura

36 LA CARA MUSA 2

giungerà con quest'aria incendiata tra un ghiacciolo e un bagno la cara musa latitante da giorni

intanto afose notti inzuppate di sogni hanno complice una luna menomante

37 DIETRO UN'ALBA CADMIO

ha dipinto nel tempo il suo “capolavoro” di nulla? -spuntato da duemilanni il suo pungiglione

dietro un'alba cadmio il nero dove ogni volta la ricacciamo -nell'oceano di energia miseramente essa si spegne

l'humus si nutre di vermi e foglie: non si rinnova la vita mangiando se stessa?

in un palpebrare di luce del sangue l'aprirsi in fiore

38 SU ASSONNATE RIVE

su assonnate rive uno scorcio si frange di tuo vissuto: i tanti io disincarnati i tanti ingoiati – non hanno più ombra che nel sogno nell'onda del sangue

39

VIVE UNA LUCE

vive nell'akasha una luce che custodisce quel mosaico che dici destino

tu sei l'ombra del Sé: l'alterego o se vuoi l'angelo che ti vive a lato nei paradossi della vita

40 FRATTO IL TEMPO

fratto il tempo dove è ritrarsi di vita come da risacca l'onda

il mostro a tratti ghermisce la memoria che vuole eradere ricordi

l'angelo è cenere dove gridano ustioni di luce

41

INVETTIVE

[a Padre Pio, tacciato di impostura]

una parola un fendente

minimizzi

l'orgoglio un ordigno inesploso

carità ti accompagnerà nella polvere

42 TENTO VERSARE VERSI

tento versare versi sulla chiara facciata del foglio

“navigare di nuvole pigre” -questo l'incipit ma ahi cara musa son già qui arenato

potrei imbastire una rima tipo fiore-amore o scrivere il verso più bello dettatomi in sogno

pure fibrilla nel sangue un qualcosa che non saprò dire

43

NELL'OLTRE

imprigioniamo paure in mantelli marchio privacy ci genuflettiamo a ipocriti sorrisi

nell'oltre non ci son porte e chiavi è tutto -in trasparenza- un fondersi di sguardi

44 COL TUO CORPO D'ARIA

[A Mirta Rem Picci, 44 anni, suicida il 17.7.17.]

ti attirò lo strapiombo del vuoto mentre mani cercavano afferrarti

un buco nel cuore hai lasciato Mirta al tuo amorevole amico

ora danzi il flamenco che amavi col tuo corpo d'aria

e da un altrove “detti” poesie quelle che non hai avuto il tempo di scrivere

45

CASA DI NUVOLE

a volte non è ancora poesia ma la sua forma possibile

lasci che fluttuino parole che essa prenda sangue e voce

ti lasci condurre e non sai dove ti porti -dimorerà la poesia forse in una casa di nuvole

FELICE SERINO

POESIE

ASIMMETRICI VOLI (2016-2017)

337 HITCHCOCK

mi ha squarciato la carotide un solitario uccello nero sparito poi alla vista nel cielo di cobalto

distratti mi oltrepassavano i passanti mentre mi dissanguavo

sul marciapiede il sangue disegnava arabeschi del sogno -degni del genio di dalì

338 QUEL SUSSULTO DEL SANGUE

come non trattenere il muto grido che sale fin dal midollo delle ossa per te Nina ora come stella del cielo come quel sussulto del sangue a non espandersi in vasti echi contro muri di cristallo in questa solitudine che artiglia

morta in me l'attesa e il giorno azzurro e il vento e l'odore di te oggi che del sangue sei grumo raccolto negli occhi

339 L'ANGELO

(conversione di San Paolo)

l'angelo sognai sulla via di Damasco aprirmi l'altra faccia del giorno caddi bocconi in estasi vedevo gli alberi camminare tutto il mare in una brocca

340 IN SOGNO

si amalgama il sangue con alfabeti d'acqua se inattesi risalgono dal mare i miei morti nell'alone di luna

341 CHISSA' FORSE UNA NOTA

un rebus di parole frammenti di nonsense emersi dal sogno non del tutto svaniti tentare di farne una poesia?

ma è come volere estrarre sangue dalle pietre

quel gabbiano che ora vedi danzare sulla spuma dell'onda -non certo uscito dal tuo sogno- chissà non ti porti nel becco una felice nota

342 COME OSTIA DI LUCE

[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.]

irta di rovi la “parete” inclinata del cielo

vi lasciaste brandelli d'anima e pelle ora il sangue a fiorire come ostia di luce

343 ULISSIDE

ordito del tempo-maya isso la vela per terre in sogno intraviste risillabando palpiti di soli miraggi d'eldoradi -la prua che fende le onde esce dalla coda dell'occhio

344 LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

impastato di sole tu senza paese di terra e cielo sei ricorda ti veste dignità

ancor giovane hai braccia forti per capovolgerla la vita esci dall'inedia solleva sulle larghe spalle i tuoi figli fagli scoprire gli orizzonti dove grida la luce

345 DELL'EDEN

proiezione sei e lamento come d'animale disperso

a trapassarti una spada di luce

riflesso di Vita vera se dell'eden ti abita solo quella vaghezza come in sogno

346 LA SVOLTA

impalpabile mistero è a volte la vita come il sogno coi suoi criptati messaggi da decifrare

ti senti pedina sulla scacchiera in un magico sincronismo

ed è la svolta che poi ti rivolta la vita

347 QUI DA DOVE GUARDI

gratifichi la stima di te con un éclair insieme le ingoi quelle morti per acqua tutto già visto già ingerito

pure cos'è che d'irreale aleggia nell'aria vitrea qui da dove guardi giro piatto d'orizzonte

348 NELLA PIENEZZA

asessuato angelo dall'immarcescibile aureola so chi sei ti riconosco venendomi in sogno angelo mio specchio io di te riflesso nient'altro anelo che riunificarmi a te nella pienezza

349 LEVANTE

[leggendo David Maria Turoldo]

quanta pena -Cristo- per togliere il pungiglione alla morte

quando si apriranno i cieli

e l'alba per noi sarà luce frontale?

350 NULLA SI PERDE

se di sé fu a innamorarti una melodia ora smarrita nel tempo

vedrai tornerà - sì tornerà all'orecchio del cuore viva come allora valicando gli anni alle spalle

pure ogni essenza potrai ritrovare che ti appartiene varcato che avrai il muro del tempo

come l'odore della salsedine del legno bagnato

o -sublimati- quello della pelle dell'amore

351 L'ESSENZA

inadeguati noi gettati nel mare-mondo legati ad una stella di sangue

noi siamo l'alfabeto del corpo che grida il suo esserci

noi essenza degli elementi

appendici della terra

labbra del cielo

352 NON DOMANDIAMO

non svegliamo le lune di vetro assopite nella valigia dei nostri spostamenti

da dietro il velario esse non sanno dirci se siamo assoluti

non domandiamo

tantomeno alle stelle a sbiadire nella prim' alba

e noi nomadi d'amore non si sa dove poggiare il capo

353 SPALLIERA D'ARIA

s'adagia ad una spalliera d'aria l'anima monca

in occhi di verdecielo una luce analfabeta

invertigina l'essere in questo slontanare

ma il nome è da sempre nel seno di Dio

354 CHI PUO' DIRE

[a un ragazzo degli anni 60]

non certo beata gioventù -chi può dire cosa s'agita in un profondo fitto di grovigli freudiani

volevi uscire da te ti attrasse il salto nel vuoto

“non entrambi i polsi legati un'intera nottata a fissare il soffitto no non faccio del male ora neanche a me stesso”

poi il fiotto di luce a investirti e le venti candeline -simboliche- da spegnere non era l'ora che partissi dal mondo quel mondo che ancora ti chiamava nel suo grembo di cenere e oro

355 DELTA

dove è grido rappreso la voce del deserto

si dirama l'essere aprendo di solitudine le braccia rotte

356 A SPECCHIO DI CIELO

fraternizzo con Campana se anelo al silenzio in un gran porto chiuso ai mali del mondo

dove a specchio di cielo sia riflessa unicamente la bellezza

[Dino Campana, “Canti orfici”.]

357 I SOGNI ALLA DERIVA

insieme a questo corpo vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani su vascelli di nuvole- andare alla deriva sopra un mare che più non m'appartiene

358 UN'ALA D'ANGELO

propedeutico è l'abbraccio bellezza nell'umano che schiude mondi ignoti

un'ala d'angelo vibra sulle schiuse labbra a sigillare nuova vita

359 ESTASI

[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]

ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni

l'anima affacciata sul Tuo sangue lucente ha danzato per il tempo che restava

360 DIETRO IL VIOLA

non hai un appiglio mentre a superarti è una luce blanda anneghi in un mare vasto di ossimori come un film sfocato questa vita in controsenso quasi una finzione o solo apparenza dietro il viola della memoria affondano nel nulla i tanti io

361 L'IMPRONTA

ricominciare da qui: dove l'occhio del cuore segue la curva della luce

dove si schiude la rosa tra cristalli di gelo -mentre lasci l'impronta del “fare” anima

ti fondi nell'azzurro rapito dal canto di Silesius

[Angelus Silesius – 1624-1677 –; poeta e mistico tedesco.]

362 LA SLAVINA

perla nel cuore del Gran Sasso il “quattro stelle” non esiste più ghermito dalla mostruosa mano di ghiaccio

meglio la sorte dei sopravvissuti ti dici e ancora sperare sotto la neve una voce udire pensi ai familiari perduti deglutendo caffelatte e lacrime

[tragedia del 18 gennaio 2017]

363 SILLABE

(visione)

mettere ordine nei cassetti della mente non trovare una pagina volata chissà vedi rotolano giù dall'emisfero destro parole ubriache mentre sul bordo delle orbite piccioni piluccano sillabe s-cadute

364 CAVALLI DI NUVOLE

i primi smarrimenti: quando ti sembrava dovesse cascare il mondo -disegnavi angosce o voli pindarici nell'aria

da una feritoia ti guardava un pezzo di cielo -tu ragazzino -ricordi- rifugiato in una baracca a smaltire l' “onta” di una derisione non sapendola costellata di prove la tua stella

intanto cavalli di nuvole a sequenza dicevano la vita leggera

365 NEL SANGUE DELLA PAROLA

ti fai strada nel sangue della parola al primo chiaro con la luna che spiove sui tuoi fogli

d'indicibili fonemi s'imbeve ora la nuova fragile tua creatura

366 IN MAGICO DEFLUIRE

peschi un verso dal fondo del tempo tuo non più tuo come una matrioska altri ne nascono in magico defluire

non sai mai dove ti porta poesia

altri ne scaturiscono che da dentro premono spingendo contro il costato grembo dove sosta un dio minore

e devi gestirne l'impeto di sangue e luce

367 PALPITI

la parola graffiante ferita viva lascia nel bianco

l'anima in luce di sangue si china sulla bellezza mentre rossi palpiti annoda un navigar di vele sull'aperto mare del sogno

368 DA UN ALTROVE

a volte la tua vita la pensi come fosse in mano a un vento che t'avvolga in un mantello di luce

tu che in azzurre volte ti perdi: dimmi cosa senti da un altrove?

forse lontananza che richiama un altro Sé?

369 DOVE NASCE UNA POESIA

non puoi sapere come e dove nasce una poesia – arco teso dell'essere che

sulle ali del vento corteggia il sogno e pentagrammi disegna

mentre la Musa come una Venere esce da un bagno di liquida luce

370 SCRIVI SUL VENTO

non vedi di là del tuo naso se ridimensioni la trave nell'occhio dove l'ego veleggia per terre di conquista

corri sul filo di abissi di vanagloria

il tuo sogno cattedrali di nulla

girasoli accesi ed arco- baleni pare t'invitino stolto che te depredi del bello

metti in tavola pane e rancore

disamore scrivi sul vento

371 VERITA'

non scritte sull'acqua le mie parole

pure mi nascondo come l'inchiostro simpatico mi paleso a chi mi sa leggere tra le righe

sarebbe dare perle ai porci uno sbandierarmi ai quattro venti per chi è sordo alla stregua dei potenti

372 L'ACCUMULO

ti preoccupi per il vestito? e per l'oro nei forzieri dove urlerà la ruggine?

la so quella certa malattia contagiosa serpeggiarti nel sangue

guarda i gigli del campo – Lui dice

e ti senti come chiuso all'angolo

Lui: ti fidi?

mai hai visto un sì benigno Cielo accoglierti

373 PER VOLARE

pensa: sono appena passato “di là” eppure non me ne sono accorto

vi si sta d'un bene ed è come in un sogno tanto ma tanto più vivido

ora aspetto soltanto di vestire un corpo fatto d'aria

per poter volare

374 PAROLE

parole sulla bocca dell'alba in dormiveglia mentre inizi l'interiore viaggio

cavare sangue da neo-nate parole in seno a un dio non visto

dove sale la luce

375 VELE DI NUVOLE

escono fonemi dal ventre della notte quasi ectoplasmi nell'alone di luna

saltabeccanti passeri sbocconcellano interpunzioni vaganti con vele di nuvole

376 VELARIO

amare è fatica

caduta delle braccia

ma dal peso mortale un cielo ci nasce

strappa dunque il velario volgi lo sguardo sul monte al Cristo trasfigurato

agli ultimi della terra

377 DISTACCO

ti fai fragile foglia appoggiata ad una spalliera di brezza

378 FANTASIA

entravano nella cruna del sogno salendo su per il naso vele e gabbiani danzanti sulle creste nei mari di Melville

era voce d'acque a lenire giorni feriti nell'anima a perdere

379 ARCO D'AMORE

noi siamo proiezione di Dio e come angeli incarnati del nostro Sé similmente di noi i nostri figli

-frecce scoccate oltre il corpo dall'arco teso dell'amore

380 ACQUA E MEMORIA

in cadenza di respiro acqua e memoria siamo scafi a solcare oceani del periglioso esistere

su un vento salato s'invola la sacralità della parola

381 DIETRO IL VELO

splende rosacea luce sulla bocca dell'alba

miriadi di stelle nascoste alla vista

come la vita dietro il velo della morte -a cogliere aneliti d'infinito

382 LE VOCI REMOTE

un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis

Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971

383 LIQUIDA

è striscia di luce verde la mente mentre la forma assumi dell'involucro-status quo

alchimie del sangue nel vestire la vita

il chi-sei serpeggia si morde la coda

384 PRIMAVERA

si posano le uve dei suoi occhi su silenzi sospesi teneri corpi come giunchi dondolano nella luce sognando la vita altra

FELICE SERINO

POESIE

LO SGUARDO VELATO

2016

LA VITA NASCOSTA

285 L'ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio del tempo a subire questa piaga dalle nove porte

ma a te presente il Sé -il celeste- l'esistere specchiato: vita che si guarda vivere

un mondo in un altro

Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita

286 UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado zero del divino Onniforme -ma la notte del sangue conserva memoria di volo

vita sovrapposta alla sfera celeste regno d'immagini epifaniche

emozioni elettroniche

eclissi dell'occhio-pensiero

287 NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore eiaculo i miei sogni - vivo una stagione rubata al tempo -mimesi icariana sul vetro del cielo-

nel paese interiore brucia il mio daimon di febbre e di luce

288 DELL'INDICIBILE ESSENZA

dell' indicibile essenza
noi sostanza e pienezza

solleva l'angelo un lembo di cielo:

in questa vastità soli non siamo: miriadi di mondi-entità ognuno in una goccia di luce

289 ANGELI CADUTI

fuori dal cielo bevvero l'acqua del Lete

ora non sanno più chi sono

presi nella ruota del tempo mendicano avanzi di luce – curano le ali spezzate

per risalire nell'azzurro

290 PRESENTIRE

finirà qui tutto il visibile -col panorama dei sensi

a sopravviverci voce di sangue in un non-tempo inconoscibile

l'astronave-di-luce tra cirri e nembi e corpi celesti

291 L'ALBERO

di Te il dito la saliva il fiato:

ri-fiorire vita in cuore disabitato

e gli esecrandi crimini? non ricordi

dal sacrificio estremo l'Albero di sangue si è ingemmato

sopra uno sconquasso di secoli

292 EPIFANIE

vita che si guarda vivere e ci guarda vita che si pensa ed è

-riflessa vita che apre la fronte del mattino

ed è esistere nel suo ricrearsi

epifanie

293 FARSI INFINITO

in apparente spaziotempo un infinito sospeso

-sogno fatto carne

la vita è alfabeto del tempo da sillabare vuoto di forme – ombre

nel bianco respiro dalle labbra quest'anima s'invola

294 L'ABBRACCIO

(in dormiveglia)

si concentra ed espande l'amore in quel vivere-morire delle prensili braccia sospensione apparente carne e cielo

295 IL SOGNO DI TE

in una sospensione lucente ride la tua immagine d'aria

nella fodera del cuore ho intagliato il sogno di te

sulle ali del vento le parole che ti dedico

296 LA CASA DELLE NUVOLE

ha bisogno di manutenzione -sai per produrre versi come miele -vanno oliati gl'ingranaggi verificata la tenuta perfetta dell'ossatura l'efficienza della struttura

tenerla in ordine come un condominio

ma tu la ritieni come fosse di proprietà esclusiva:

contenitore di sogni è risorsa a cui chiunque può accedere -ti basta?

297 DI QUA DEL VELO

(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza)

di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno

nella palpebra del sole un embolo d'ombra dimora che insanguina il vento

298 MOMENTI

di cos'è fatta la vita-energia se non di momenti rallentati -per cui è un girare in tondo su te stesso

o forse di virgole di sangue e amore rapprese in un grido sul vetro del cielo

299 NELL'UNO

dal Tutto ritrovarsi nell'uno a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi

lacerato dalle lancette d'un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

300 IL SOGNO DI DIO

in seno a cieli di cui non è memoria assai prima del corpo quando già da sempre era la Parola

il sogno di Dio

il Suo soffio

poi la fatidica domanda “dove sei Adamo”

e furono i cieli capovolti

301 BRANDELLI D'AMORE

falesie di pensieri tesse ragno di luce

vertigine: come sarà senza il corpo -serbata la vita nella Pietà del sangue

solo espanso pensiero saremo?

ci consoli certezza di portare in salvo brandelli d'amore

302 GL'INTOCCABILI

sì onorarli i morti che ci perdonano con un velo di pietà

quelli che sognarono il loro eldorado ragazzi degli anta presto dipartiti

ora di qualcuno d'essi verrà detto era un pezzo di pane -anche se di certo avrà portato con sé i suoi scheletri

o si saranno nell'altra dimensione dissolti

303 INFINITUDINE

parabole di carne

siamo archi tesi nella mano dell'eterno presente

noi nel divenire appoggiati ad una spalliera d'aria

304 DISTACCO

giungere dove ogni linea s'annulla un brivido bianco e sei altro

fiume che perde nel mare il suo nome

..................................................

TRANSITI E SOSPENSIONI (2016)

305 INANELLATI ALEGGIANO PENSIERI

(la fatica dello scrivere)

inanellati aleggiano pensieri si frantumano ri-compongono tu aureolato di fumo a lasciarti corteggiare dal misterico chiarore d'una complice luna

rima sì rima no baciata o interna e che suoni

un corpo-a-corpo con la parola

intanto

di Selene un dardo il foglio trapassa dove ristagna esangue poesia

306 DALL'IMMAGINE INFRANTA

(a Danilo Dolci)

risalire dall'immagine infranta -quella dopo la caduta- dove è voce del sangue la ferita del cielo

limare le parti non combacianti con la figura del divino

innamorato dell'uomo nuovo tu guardi al bambino

che tende le prime radici nell'aria

307 FIORE DI POESIA

'lo gnaolio dei gatti in amore tra gugliate di luce'

belli sti versi che leggo sorseggiando un drink ma dove vai a parare me lo dici?

timore della pagina bianca?

scandagliare devi macerarti immergere le mani nel sangue a far nascere nuovo fiore di poesia

musica che arrivi al cuore

308 CREATURA DI SABBIA

io non io esisto di qua di là dello specchio -una distanza mi separa: vivo mi avviluppo in un sogno lucido

Sogno sono di me

io creatura di sabbia

309 QUELLA SOSPENSIONE

non già l'appagata sorpresa ma in vita tenere l'attesa cullare il desiderio -avrebbe forse sentenziato il saggio de 'I Ching'

sentire nelle vene serpeggiare il prolungarsi d'un'attesa lancinante ma dolce

trattenere quella sospensione lucente simile a stillicidio che scavi la pietra

I Ching – Il Libro dei Mutamenti

310 LIBRO DI POESIE

aspettare per farne -forse- un “mattone”? o subito licenziarlo libercolo smilzo?

alle spalle l'assedio degli anni: mi spingono nella strettoia -o foce- dell'ignoto

gioco col tempo che resta a sfidare la morte

visti non visti i giorni sciabolate di luce

a sfogliare mesi anni

311 MIMESI

icaro e le ore acrobate dove spegnere inconfessati ardori

il “grido” espanso che nell'aria trema

l'angelo è di cenere

312 FAME

tutto relativo non Dio non la fame

ho visto un'ombra aggirarsi tra i rifiuti non era un cane randagio era un uomo

pro(re)gresso?

la giustizia artiglia urla fame di Dio

313 NERO DELLA NOTTE

(a un dissoluto)

punto di non ritorno?

quale sprofondo ad accoglierti

non sai più chi sei dentro giorni perduti

ah ti trapassi una spada di luce ti canti nel sangue un angelo che ti aiuti a grattare il nero della notte

a sollevarti dal tuo sudario di morte

314 VERTIGINE

'donnez moi dammi una scala per il paradiso' dicevo in dormiveglia e ancora quali nonsense aborti di parole frasi sconnesse

strascichi bave

era uno scivolare in me senz'appiglio

come affetto da demenza senile o scoprire in me il bimbo accoccolato nella mente

315 MIGRANTE

il ragazzo lasciato bocconi sull'arenile sembra dormire avvolto dal manto della notte gli lava dalla salsedine la parte del viso un cane randagio

ora non sentirà più i morsi della fame

è sazio di cielo

sul corpo un fremito di stelle

316 DEL SOGNO

linea di divisione -luna del sangue a ricreare ancestrale luogo-non luogo

ectoplasmi

-cerchio del sogno

asimmetrico volo

317 ASSOCIAZIONI

i nasi all'insù contro la luce livida d'un cielo che non promette un rondone rimasto impigliato chissà come sbatte furioso le ali

strana associazione d'idee se va la mente al 'falco alto levato' di Montale

[Le parole virgolettate nell'ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]

318 CONOSCO LE VOCI

(a tutte le vittime per la giustizia)

conosco voci che aprono strade di libertà e amore conosco i nemici della luce che aizzano i cani neri della notte lacerando i sogni di nuovi mattini

conosco i nomi dei poeti assassinati che dal sangue han levato la voce -i loro j'accuse come lingue di fuoco

conosco la “fame” dei senzavoce il profondo dove si apre il grido

319 L'ALBERO DI GIUDA

tagliando per la pianura non trovavi più il cuore

sulle punte delle stelle ti volevi trafitto e il sangue quasi ricamasse una scritta ingloriosa

ma il tuo albero ecco venirti incontro

e già il cappio vederlo -sinistro

320 PRIMA DEL GESTO

(altra visione di Giuda)

ti saresti ubriacato col prezzo del sangue soffocando nel vino quella lacerazione infinita

ma avresti solo ritardato la fine

prima del gesto estremo scacciasti via da te quella luce a guisa d'angelo

non potevi saperlo eri scritto nel Libro per un ruolo ingrato -sulle labbra ancora il fuoco del bacio

[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo “La Gloria”, aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]

321 LUCE E OMBRA

se posso mi cerco un posto all'ombra -non m'ispira il tipo lucertola- ti guardo attraverso gli occhiali scuri mentre leggi per ore distesa su uno scoglio

ha un che d'incantesimo questa sospensione palpabile nell'aria

linea d'ombra e luce a separarci ma metti i tuoi ridicoli puntigli

322 STANZE

le notti inzuppate di sogni quando nonsense veleggiano sulle ondivaghe acque dell'inconscio

o ti vedi seguire una successione di stanze e ti perdi e ti ritrovi in un'altra realtà-sogno o dimensione

323 ISOLE

concatenarsi di sequenze evanescenti sognare di te tu di me ma mai questi mondi paralleli s'incontreranno li inghiottiranno onirici buchineri così le nostre vite trasversali un fondersi di corpi ma isole gli universi dell'anima mondi di celeste fuoco che si sfiorano e mai combaciano

324 UN CIELO BIANCO DI SILENZI

(L'ortografia)

punto sul vivo da strafalcioni anche il foglio sembra aggricciarsi attraversato da una fuga d' immagini

in un bailamme di fonemi -dalle acque del sogno a risalire strambe parole nell'aria di cristallo-

illividisce un cielo bianco di silenzi

325 LO SPAZIO D'UN SOFFIO

schegge di voci di abbandono

il pallore di luna riflette nel bicchiere luce ubriaca

occupi lo spazio d'un soffio

in fine consegnerai il nome

326 POESIA-FINESTRA

dici poesia intendi finestra

affaccio dell'anima bagnata da alfabeti di lune

è finestra su un mare aperto poesia

per l'orecchio del cuore-conchiglia

327 IL TUO VOLARE ALTO

l'anima spando sulla terra a ricambiarmi una solitudine ampia come il cielo

mi appresto a gran passi agli ottanta e ancor più poesia ti canto -del mio sangue azzurra ala

ai confini della sera in quel farneticare che richiama la morte

il tuo volare alto come preghiera

328 IL SALUTO SPEZZATO

[11 settembre: a 15 anni dalla strage]

tutti ricordano dove si trovavano in quei fatali attimi quando il cielo si oscurava ingoiando cenere e odio

tutti ricordano -i superstiti- l'ultimo gesto -uno per tutti la mano levata quel saluto spezzato

come il battito dell'ora in cima alla torre

come il pulsare del cuore straziato

329 ULISSIDE

(l'ispirazione)

prende forma la vela dalle profondità inconsce la governa ulisside o forse si lascia guidare

sull'infinito mare del sogno

speculari all'acqua emergere vede parole

il fonema del canto su curvature di luce

330 NEI MIEI SOGNI

c'è un donnone nei miei sogni mi perdo fra le sue grandi mammelle piccolo piccolo mi faccio e come scricciolo mi c'infilo nel suo caldo grembo

al riparo degli tsunami del mondo

331 UN SECCHIO DI STELLE

un secchio di stelle acqua e pensieri ondivaghi e le stimmate di te nella memoria come sangue rappreso

nel fondo a ravvivarsi ali e venti aquilonari l'ingoio di soli su orizzonti di fuoco

332 L'ACCUMULO

Tu non persegui chi usa bilance false lasci gli si ritorca l'ingiustizia e l'oro diventi capestro o ruggine

ahi l'accumulo cui spezza il cerchio la morte

333 NOMADE D'AMORE

gli occhi luccicanti delle finestre contro la lavagna della notte che disegna arabeschi di mistero

dove ti porta il filo dell'immaginario o del sognare

dove questa strana ma feconda inquietudine serpeggiante nel sangue tutti i libri letti i mari solcati -odisseo tu nello spirito- dove questo cuore nomade d'amore ti porta

334 LA TUA VAGA ESSENZA

tocco in sogno la fiorita riva delle tue braccia: è una dolce pena questo lieve sfiorare la tua vaga essenza a un lunare complice chiarore

335 IL GRIDO

non altro che raccogliere su foglio il Grido l'amaro sangue -morte per acqua-

parole a segnare vergogne

dall'alto spettrale silenzio su vite lacerate

336 CASA DI RIPOSO 2

-nella vita chi non si dà muore mangia se stesso- sentenzia il “saggio” in degenza

la nuvola di vapore dalla cucina offre un che di magico un familiare tepore

là fuori un mondo che vive la recrudescenza dell'inverno – gli alberi orfani di foglie e canti .

FELICE SERINO

POESIE

NELL'INFINITO DI NOI

241 DOVE L'ANGELO

falesie di pensieri nella fragilità del giorno quando alta s'eleva la parola – dove il senso di sé t'innamora

dove l'angelo perde una piuma

242 VAGHEZZE DI LUNA

vola nel sangue della parola l'anima gemmante

un'alba cadmio accoglie in vaghezze di luna l'erratico cuore

243 CUL-DE-SAC 2

tu che deambuli come su inclinati piani dimmi che vedi in questa bolla d'alcool e droga se mondi immaginifici o sorta d'inferni

ti scagli sulla madre per la giornaliera dose tu potenziale omicida su strade d'asfalto allucinate

ahi che non vede mai giorno il tuo cul-de-sac è rovi e croci sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti

244 VERTIGINE DI SPECCHI

un'incognita ti resta la vita nebulosa sogno o cos'altro che ti avviluppa in una bolla

o forse solo velo da strappare col beneplacito del tuo angelo

vedi alle spalle i frammenti di te in una vertigine di specchi aggrapparsi al vuoto ricacciati indietro dall'unghiuta morte

245 DI LUCE L'ABBAGLIO

(testimonianza)

colma la bocca di luce l'abbaglio della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro mi sono levato e andavo leggero come nell'aria

246 DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti da assonnate rive

vaghezza vi transita di fosfeni e nubi ove intoccabili sogni dimorano

247 VIVERE IN VOLO

fantasia questo vivere in volo nella liquida luce

notti acrobate a fare incetta di sogni per un'alba d'inchiostro

248 BLU MARINO

sciami di pensieri sparpagliati in riflessi di luna fantasma ore dilatate un'alba fitta d'inchiostro blu marino

altri me a sciorinare
-tenerezze in sorrisi di fiori- della vita anteriore

249 LA TENTAZIONE

è innegabile abbiano avuto debolezze i santi prima d'involarsi

risalendo in strenua lotta luce dopo luce alla parte angelica

250 IL FILO DEI RICORDI

aprire a ventaglio la mente su pindarici voli e lucidi sogni

vi ci trovi tra vaghe nuvole un nugolo di uccelli a farti corona riportandoti nel becco il filo dei ricordi e i versi amati e persi

251 COME MONNALISA

dove trovarti nudità di poesia tu assisa nell'olimpo degli aedi abiti forse nel puro sguardo del neonato o nel bagliore della lama uscito da una novella di borges

imprendibile sei e sdegnosa mi segui come lo sguardo di monnalisa esci dal quadro e sguinzagli i malcelati sogni

252 UNA CERTA LUCE A FLETTERSI 2

una certa luce a flettersi nella dimora della mente: quel tuo ostinato cercare tra i naufragati ricordi il volto amato reciso dalle forbici del tempo

nell'assedio degli anni oggi ti sorprendi a dar corpo alle ombre

di fantasmi inanelli il tuo presente

253 COSI' LA VITA

sprovveduto senza guardia andavi giù al primo colpo quello non previsto neanche dall'oroscopo

groggy ammaccato ti avvitava l'umana giostra come rivederti bambino tra la folla la volta che t'eri perso

così a portarti in giro su piani inclinati la vita

254 DAI VETRI

the per due ed un sorriso ricambiando lo sguardo sopra il bordo della tazza

dai vetri il fermento con gli ultimi guizzi di luce e un altr'anno alle spalle

altro non t'aspetti non la bottiglia dall'oceano tutto già accaduto

pure tenti glissare sui sussulti del sangue

255 NELL'ARMADIO

a volte m'invita a visitarlo lo spolvero lo lucido e grato mi si apre in un sorriso tutto denti m'improvvisa una danza

indossa una maschera per l'occasione

si sente solo quando le volte non lo considero lo sento frugarmi nelle viscere nutrirsi del mio sangue

fortuna ch'è un tipo da acqua in bocca

256 LE TUE CASE DI VETRO

(ad Antonia Pozzi)

vi specchiavi la verde età fuggitiva dipoi a trapassare i vent'anni la freccia di cupido

ti abbeveravi nei cieli di Poesia dove ora svolazzano senza tempo bianche colombe le pagine di vita

vergate fitte al rango di passioni accese

[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]

257 L'ESSENZIALE

molto dire con poco degli elementi solo un accenno come una pennellata lasciare immaginare -l'acqua che canta alla fonte lo specchio del ghiacciaio che acceca

non è detto potresti rinvenire come in sogno lucido tra il soffice manto il messaggio di quel saggio abitatore delle nevi

“per una vita proba l'essenziale”

258 DAL PRINCIPIO QUALCUNO MI SOGNAVA

la mia essenza si specchia nel bianco di cieli anteriori

dove a iniziare voli in un battere d'ali fuggono piccole morti

e ad abbracciare il sereno quel ricucire strappi nell'azzurro

io sto da sempre nella scia d'infinito nascere

259 GUERRIERA DI LUCE

(a Santa Madre Teresa)

toccato dalle tue scarne mani il derelitto come angelo passava nell'aria

guerriera di luce tu ultima tra gli ultimi facesti tua del reietto la dolorante carne

il tuo annullarti consegnato alla sacralità del giorno

260 ALLUNATE DERIVE

visioni aprono varchi nel cuore ove fanno eco i ricordi e allunate derive trattengono vibratile fiammella

resta indefinito sogno o piuma di nulla misteriosa fanciulla che si piega nello specchio

261 SINERGIE

sognare immerso nell'azzurra luce il sogno sono io disincarnato che prove di volo inizio falena contro il soffitto col sembiante del fanciullo luminoso

ah quel senso d'onnipotenza nel guidare me stesso entro la via regia * vedermi ospitale dare udienza ai miei morti che risalgono pare dal mare per “incarnare” il sogno

*definizione di Freud del sogno

262 VITA CONTROMANO

(a James Dean)

il gesto del cogliere la rosa sul filo del burrone dove palpebra la luce lo strappo nella rete la smorfia che tradisce quel mordere intestino

l'apparirti anamorfosi il mondo che ravviva non sai se deliri o sogni:

del tuo essere “bipolare” ottenebrato splendere

263 IN UN LEVARSI DI VOLI

scuce tempo Penelope sdegnosa così noi a sfogliare le ore morte

fuori dal tempo uroborico in un levarsi di voli sarà voce del sangue a dirci che forse non sarà stato che un sogno la vita

264 COMPLICE LA LUNA

entrare nel labirintico specchio del sogno dove inconfessate brame si librano sul filo di acrobate notti complice una pettegola luna

265 DIVAGAZIONI

non vai da nessuna parte quando dici non siamo che manichini in mano al destino -ce lo facciamo in parte noi stessi

dovresti sapere che la vita ha in tasca la morte e l'occhio lungo oltre l'umano orizzonte

in cospirazioni del nascere

come il puzzle di parole neo-nate a cui hai sospeso il respiro

custodite in segreto in luminosa nube

266 LA MISURA DEL SOGNO

avevi l'occhio lungo tu nel dire che la vita ricalca le orme dei passi

altro sangue i destini che ci unirono

sai: nelle acque della memoria oggi di te non cerco che la misura del sogno

nell'ondivaga luce degli occhi trasparenze

267 UNA GIORNATA DI

suvvia eccedi a chi pensi dare la colpa come si dice è stata una giornata così

esageri se pare ti si spalanchi d'instabilità un baratro viola in fondo agli occhi

268 RADICI DI CIELO

ondivago in te l'oscuro l'alterego che insaziato nutri albero capovolto che geme con radici intricate di cielo

ma è un esplodere di vita l'aprirsi del fiore

269 IL FIGLIO

non più carrube Signore torno a casa

non più miraggi d'eldoradi

sì torno a casa all'amore totale

indegno sia io sgabello ai Tuoi piedi

270 NELL'INFINITO DI NOI

il tuo volteggiare Nina nelle stanze viola della memoria -dicevi il reale non è fatuo apparire o entrare nello specchio dell'essenza evocando palpiti di luce di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito dicevi- qui siamo affratellati nel sangue con la terra e la morte

271 LE VELE DEL SOGNO

me ne andrei quasi di soppiatto alle prime luci mentre si fredda la tazzina mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte nei miei occhi azzurrocielo il mare aperto nell'abbraccio delle vele del sogno

272 BRICIOLE DI POESIA

anima casa di mare dove a frotte s'annidano gli uccellini azzurri di Maeterlinck a ispirarmi l'abc del sogno a beccare briciole di poesia

ferve nel tuo cielo un volteggiare di fòsfeni ed ali

Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo – 1862-1949 [Nella fiaba teatrale L'Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l'Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]

273 ROSA DI PARADISO

Tu fiore del mio sangue dal profumo rosa di paradiso perdonami se non c'ero quando m'imploravi “Eli Eli” ma si doveva sostenere la lingua della Parola

e Tu occhi rovesciati chino sulle miserie abbracciassi dalla Tua croce il mondo

274 ELEGIA

ora m’incolpi del mio silenzio? e Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia venivano spinti sotto le docce a gas Io ero ognuno di quei poveracci in verità ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda del carnefice quando fa scempio di un bambino innocente Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce la più abietta la benedetta ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

275 FARSI ULISSIDI

ancora sorpresi dalla vita ci trovi la morte

vivi delle prime nuove come nell'età impastata di sole e illusione

o farsi ulissidi nel ricucire vele per respirare il salso di aperti mari

276 L'OMBRA 2

meridiana a perpendicolo poi eccola s'allunga l'ombra oscuro specchio che mi ripete si spezza allorché riflessa tra pigre nuvole nel lago

277 LA VITA NASCOSTA

(Pasqua di Resurrezione)

in seno a cieli di cui non è memoria dove nessun grido resta inascoltato è la vita nascosta

percepisco il sangue mio elevato in fioritura da acqua e luce primaria benedetto

278 NEL GIARDINO D'INFANZIA

risalgono dal cuore giorni analfabeti a dire l'urlo della rosa l'insaziato stupore

e i me stessi a spiare dalle crepe dei muri o a giocare tra losanghe di luce

in un tempo che lento rimonta

279 ANGELI DI CARTA

gli occhi un po' stanchi vedo nel mio cielo volare gli angeli di carta di Rafael mi pare udirne il profumo i celesti canti

oh mi vengano in sogno queste creature fiammanti le fraterne ali a coprire le miserie degli umani

Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999

280 LEVANTE

levante del cuore dove rinasci

la mente in espansione la tua empatia tutto un mondo che trasloca nel lasciare la casa del corpo

la penna tuo viatico vita a fiorire in un mare d'amore-endorfina

281 COME LO STELO

(Giovedì Santo)

primavera ha le mani piene di fiori ma come lo stelo il cuore mio si flette in arida aria

282 LE VELE

le vele le vele decantate dal visionario di Marradi sui verdi mari del sogno dove prende l'anima il largo

bianca schiuma ti spruzza chiarore selenico dipinge di poesia il cielo

Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932

283 SE SEGUI LA PISTA

raggio nella carne l'altro che di te preesiste

è avvolgerti d'ombra il suo ritrarsi se segui col lupo la pista del sangue

284 SENZA TITOLO

fine del giorno inargentata sul mare -negli ultimi guizzi di luce palpita il cuore delle barche

e la vita? si perpetua -la vita non può morire

impregnata fin nel verde dei frondosi rami casa degli uccelli

la casa è il secondo corpo -così strato su strato i malli dell'anima

questo mondo l'altro -da cui beve energia

FELICE SERINO

POESIE

FELICE SERINO

POESIE

LA COMPOSIZIONE DELLA LUCE (2015)

106 L'INDEFINITO

è nello spazio delle attese nel bianco del foglio nel buco nero del grido di munch

l'indefinito è nell'aprirsi del fiore nel fischio del treno in un lancinante addio nell’intaglio dello scalpello su un marmo abbozzato

l'indefinito è in noi sin dallo strappo di sangue della nascita

107 ANCORA A SORPRENDERCI

dici non siamo che ombre al sole della morte indossiamo l'inverno di un corpo caduco

ma dai muri il verde grida in folti ciuffi e gli alberi si cambiano d'abito e al guaiolare dei gatti s'affaccia pettegola la luna

ancora a sorprenderci in fermento la vita

e tu che vai filosofando

108 SEI ALTRO

forse meglio l'attesa a dipanare e sdipanare le ore che l'appagamento senza più desideri: il libro di poesie fresco di stampa fra le mani e ti ritrovi ora in una sorta di vortice le parole vive strappate all'anima vagano leggere non più tue ma del mondo mentre tu sei altro

109
VELE

acqua mutata in vino perché continui la festa

così al banchetto del cielo con l'Agnello sacrificato acqua e sangue dal Suo costato dal sacro cuore vele le vele rosse della Passione nella rotta del Sole per gli erranti della terra

110 NELLA FRAGILITA' DEI GIORNI

un sé perduto nella fragilità dei giorni e questa insaziabilità dell'anima da vivere come una croce

laghi d'occhi vaganti in cieli di spleen sull'eco d'un io espanso

e in sé disperso

111
MAREMONDO

gettato dentro il maremondo a masticarmi kronos

avevo smesso di capriolare in quel naturale mare materno

tornerò ad essere un grumo appena

come quando impastato di una luce di mistero mi fondevo col respiro del cosmo

112 SOGNO TRAVESTITO

dove generi giorni dissipati dove non ti travolgano le acque del dolore la realtà è sogno travestito da clown dal perenne riso -dietro la maschera una tristezza che invade

113 QUI CI STA BENE UNO SPAZIO

ecco vedi la poesia deve respirare nascendo dal bianco innalzarsi come cresta d'onda per poi immergersi fino allo spasimo in profondità d'echi e ancora su con lo slancio felice d'un enjambement

vedi la poesia è una tipa selettiva sfoglia scandaglia spoglia immagini le riveste a sua somiglianza

porta sogni e nuvole al guinzaglio

114 LA POESIA

in luce di sogno ti seduce la vita altra

nella dimora del sangue veleggiano navi di nuvole

un ventaglio di palpiti apre la casa della mente

115
NELL'INFINITO DI NOI

(visione)

abbracci senza mani di corpi immateriali

i nostri volti unificati

noi fatti d'aria

tu ed io

una sola persona

116 IL POSTO RISERVATO

chi mai ti toglierà quel posto da Lui riservato secondo i tuoi meriti altro è la poltrona accaparrata a sgomitate trespolo che pur traballa come in un mare mosso finché uno tsunami non la rovescia la vita

117 LE VENE CARICHE DI NOTTI

(stato depressivo)

le vene cariche di notti a carpire vertigini all'abisso

laddove è a confondersi col sogno la vita

il tuo imbuto a risucchiarti

118 ECHI D'INFANZIA

bacia il sole immense distese a maggese

così anche il cuore in fioritura

con l'eco dei gridi di ragazzini a frotte tra sciabolate di luce

vedermi uscire dal ricordo nell'agitarsi in quella corsa dei grembiuli come ali in voli bianchi verso casa

119 NELL'INQUIETO MIO CIELO

[ispirandomi alla figura di Giobbe]

nell'inquieto mio cielo ferite gridano il Tuo nome

disseminato altrove fiorirà il mio spirito

sì fiorirà

come nel cuore della pietra la Bellezza di angelica veste

120 AL CROCEVIA DEI VENTI

(la fatica dello scrivere)

magari ti soccorra una voce fatta carne scavata nel sogno complice la luna

una quasi presenza al crocevia dei venti

121 GOCCE DI SOGNO

navigare di nuvole pigre nel cielo della mente da queste aspettarti quasi sprizzino gocce di sogno come da mammelle

come nasce una poesia ti chiedi e inatteso ti si offre un appiglio in quel dondolarsi del bambino al parco

ti lasci condurre come un cieco e non sai mai dove ti porta poesia

122 L'ALTALENA

è poesia quel dondolarsi del corpicino quasi fatto d'aria e avvertire l'alone di mistero nella figura del nonno dietro il giornale -il confondersi delle lettere all'occhio attento

nel suo sangue un tripudio d'azzurro nell'affacciarsi l'emozione di giovani voli

123 DA MONDI DI VETRO (visione)

da mondi di vetro mi giungeva il respiro di cieli anteriori dov'ero sollevato su ali d'aquila dimora del mio centro luce del sangue lì custodita in comunione col palpito degli astri

124 LA CASA DELLE NUVOLE

cieli d'acqua e cavalli d'aria

lì custodisco ore sfilacciate e segrete pene -oh giovinezza di deliri e notti illuni

lì dove il turbinio degli anni è rappreso in un palpito che nell'aria trema

125 LA PENNA NELLA LUCE

(ad un agnostico)

e tu a ripetere non credo nei miracoli tutte balle ma se sei in vita è già un miracolo sai che si perpetua nell'oltre

glissando sul tuo intercalare io t'intingo la penna nella luce scrivo per Dio e la sua gloria

tu segui pure le tue ombre fantasmi che ti succhiano la vita

126 LUNA PARK

ride la piccola Margot alle smorfie del papà che si rade “suvvia ti porto alle giostre” e lei s'illumina di gioia e poi a cavalcioni sulle larghe spalle nella fantasmagoria delle luci

un po' ci si attarda nell'aria ancora calda di fine settembre
riverbera una miriade di stelle negli occhi innocenti mentre le nasconde il resto del viso una montagna di zucchero filato

127
L'ORA CHE DALL'ALTO

l'ora che dall'alto giungerà come un ladro ti troverà a mani vuote e cosa dunque Gli offrirai se non lune lacerate dai cani della notte e capestri di nebbie nel delirio dei giorni e vomiti esiziali di una vita in perdita

128 AGLI OCCHI DEL CIELO

agli occhi del cielo padrone dei tuoi beni sarà la ruggine

quando avranno rovesciato i tuoi forzieri gli angeli della morte

e tu non avrai più nome

allora la tua casa vuota sarà preda della gramigna e di avvoltoi affamati

mentre a essere elevato sarà il plebeo che condivideva il pasto coi cani

129 LETTERE AMO INDORARE

finché loro ci sono e hanno le mani nel sangue quasi presenze

percezioni inconsce a ravvivarle come in padella a fuoco vivo galleggianti in olio bollente dagli scoppiettanti schizzi

insieme a parentesi a guisa di unghie-di-luna appena scottate

ecco che il cuore madido di luce ci si nutre

invaghito di lettere appena pescate dall'inferno dell'olio

130
ALLUCINATE VISIONI

la sensazione di cadere in un vuoto vertiginoso

ma si era soltanto assopito

le voci confuse della tivù si fondevano con le sue allucinate visioni di fosfeni

più netta la linea di demarcazione

ora che la sua testa emergeva come da alti muri d'acqua

131
MUNCH

nel buconero del Grido spiralante la vertigine

la raccolgo dentro un foglio

vedi

pesco sogni di ragno rimasti nell'intreccio della tela

132 RICORDO UN ANGELO

da piccolo ricordo un angelo raffigurato al soffitto

con lui mi confidavo quando la febbre mi teneva a letto

nell'azzurra volta trovavo altre nuove figure lassù nascoste mute testimonianze di mie visioni

così passavo le ore pomeridiane mentre una lama di luce cadeva obliqua dalle socchiuse persiane

133 FIORE NERO

l'avvicendarsi degli anni a cogliere il nero fiore della morte

i figli emigrati in cerca di eldorado

e l'anima che ha perso pezzi del suo cielo

trasudano presenza della tua metà le fredde pareti e

le lettere d'amore ingiallite nel fondo del baule

134 L'INESPRIMIBILE

questo rebus che sei intreccio d'anima e istinto sul bordo del tempo vago sogno in te specchiato l'indefinito di te

un sé dilatato in cieli ancestrali dove l'esistere è il suo pensarsi

135 LUCE AL TUO PASSO

(ad un figlio)

reinventati la vita

non t'accorgi d'essere vivo per apparire

dai una mano di bianco alla tua anima d'autunno

migliora la tua aura

fermati estatico davanti ad un volo o l'esplodere gemmante di un fiore

ringrazia il Signore

fai pace con la vita che mordi e ti morde

è luce al tuo passo l'angelo che sulle tue orme cammina

136
IL TUO SANGUE CHE VOLA ALTO

(a Madre Teresa)

non ombra che occulti la tua anima di piccola donna immensa come il mare specchio alla bellezza

la verità è il tuo sangue che vola alto planando su celestiali lidi

oltre

le sere che chiudono le palpebre sul cerchio opaco del male

non v'è ombra a coprire il grido di luce in te gemmante

137 SGUARDI E IL TRACIMARE

sguardi e il tracimare di palpiti alle rive del cuore

aria dolce come di labbra incanutire di fronde nella liquida luce

138
FLEBILI ECHI DI CONCHIGLIA

fai che voltarti alle spalle ampie aperture d'un livido cielo dove gorghi hanno succhiato linfa ai molteplici io

ancora flebili echi di conchiglia dal mare aperto dei ricordi che il sogno criptato fa suoi

139
FINESTRE D'ARIA

fa strano guardarlo mentre il bacio deponi come su freddo marmo

dici sembra dormire

se immagini di aprirgli la spaziosa fronte vedresti attraverso finestre d'aria

come uccelli aleggiare alfabeti felici che dicono l'inesprimibile

140 FINE ANNO

semmai un aggancio la mano del vicino ora che un senso di sperdimento è la vita rivoltata ma le volte che vi hai sputato

girovagare tra luminarie e vetrine ti richiamano all'incanto del bambino mentre ti lacera dentro la morte del clochard sotto i portici nel gelo

141
SOGNO DI CARTA

alti muri di carta laceri strati e strati senza via d'uscita labirinti mentali ove galleggiano improbabili parole e voci bagaglio d'un viaggio kafkiano

142
MI PIACE IL TUO GARBO

(a mia moglie Angela)

ora dici mi piace ancora il tuo garbo e un pizzicotto mi chiedi per vedere se non è un sogno nel letto abbracciati nel dolce tepore l'attesa che salga la luce e c'inondi grati al cielo d'essere insieme sembra anniluce o primavere scandite che han visto le nostre tenerezze i silenzi

143
POESIA SI FA

è che poesia si fa da sé nel seme del suo autocrearsi

è nella danza del calabrone sul fiore nel gioco della luce con l'ombra attaccata ai piedi nelle parole bagnate in un lancinante addio

casa della poesia è dove nasce l'onda la radice del vento il volo aquilonare è vedo non vedo in una grazia velata

poesia è la bellezza che tiene in scacco la morte

144 CASA DI RIPOSO

sono io oggi ad imboccarti al pomeriggio poi il solito giro nel viale lo scricchiolio delle ruote sul selciato gli alberi vedi han perso la bella chioma ed è ancora clemente il tempo tu adagiata in una smarrita indolenza riflesso
nei tuoi occhi il cielo t'asciugo con garbo un filo di bava lucente ora che non hai più voce mi giunge eco di madre mangia se stesso chi non si dà

145
FUNAMBOLI

metti noi due guardali in bilico sulla corda tesa dell'esistere a contare gli anni come grani nelle curve dei silenzi gli abbagli nel vuoto del cielo lo sporgersi sul tempo che viene

e le cicatrici di luna nelle primavere risalendo in luce da inverni amari di catarro e croci

146 SE GRATTI L'ARGENTO

[ispirata leggendo “Finzioni”, di J. L. Borges]

paradosso temere di sparire se gratti l'argento dello specchio

quasi non t'appartenessi

realtà sfumata nel mistero

non sei che parvenza sognata da un dio

nell'insondabile suo cielo d'esagoni e sfere

147 LUCE D'AMORE

carne che presto si dissolverà nell'aria occhi che rideranno al cospetto dell'Assoluto

il tempo è breve delle ombre allungate sul cuore

invaderà tutto l'essere quella Luce che addenti

148 POESIA TI LIBRI

dal sangue un nascere d'ali poesia ecco ti libri in verde cielo d'alfabeti dove l'anima si ascolta e la vita si guarda vivere

149
ROSA D'AMORE

vita che ti attraversa in un vento di luce

angelicato fiore rosa che si schiude fra cristalli dell'inverno

150
AUSCHWITZ

impigliato il cuore al filo spinato sui prati di sangue

decorati dal fiore dell'urlo mai dissolto nell'aria tremante -grido che cammina nella memoria della storia

coperto dal velo di pietà

FELICE SERINO

POESIE

NELL’INFINITO DI NOI (2015-2016)

LO SGUARDO VELATO

196

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa in questo scorcio di tempo che mi resta d'intenerimento

la stessa luce la losanga sul letto la goccia pendente dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando “morte ti colse fior di giovinezza” scrivevo ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

197

COME SBUFFO DI FUMO

riconoscilo l'hai tirata per i piedi non un'immagine viva che susciti un tuffo al cuore né metafore o enjambements

se spazi nel tuo mondo trovi

-anche un batter d'ali a ispirarti

invece buttata lì

lei dal fondo del bianco grida la immeritata striminzita vita

198

VAGHEZZA D'IMMAGINI

non un appiglio neppure l'aggancio da un sogno

vaghezza d'immagini preavvertite quasi a scivolare di sguincio nella immensità dei silenzi senza il tempo di rubargli l'ultimo fiato

-complice una quasi misterica luce

boccheggia l'anima nell'eco d'un grido come di un frantumarsi di cristalli

199

COLUI CHE INTINGE CON ME

Gesù aveva i suoi “followers” ma per nessuno vorresti la sua fine (in)gloriosa

quale fuoco ti attraversa la carne giuda-di-turno

nel laccio dell'inganno il mondo

la croce è la porta stretta che ha chiavi d'aria

200

QUANTE PICCOLE VITE

(a Iqbal)

tra trame di tappeti e catene lasciò a terra la sua ombra e s'involò

quante piccole vite su di sé per farne una

-indivisa-

la sua firma di sangue su un Sogno immenso

201

SPLEEN 2

brusio di voci

galleggiare di volti su indefiniti fiati

si sta come staccati da sé

golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi

vi si piega il cuore nella sanguigna luce

202

TROMP-L'OEIL

(l'ispirazione)

nella mezzaluce t'invita l'occhieggiare del trompe-l'oeil

la visione centrata nell'intime corde ti sale da un remoto di ancestrali lidi

IL TUO SPLENDERE

su un remoto di assonnate rive -spiumata di luce l'anima- torna

a far breccia il Tuo splendere

settanta volte sette ho conficcato i chiodi altrettante non basteranno lacrime da versare

sulle Tue luminose piaghe

204

IL PENSIERO VOLA

il pensiero vola

quindi volo

anche se zavorra giù mi trattiene

le invidio tuttavia per quegli ossicini cavi le creature del cielo

noi -peso di terra- ossa come vetro a sbriciolarsi con gli anni

205

NUDITA'

(di un sogno ricorrente)

labirintici corridoi

ti vedi venire contro traversandoti una moltitudine

ti fa strano che non fan caso che giri nudo

poi come un ladro ti trovi a spiare dentro stanze ottocentesche aspettandoti semmai un incontro piccante

206

CHIMERA

vaghezza di nuvole a stracci

tu nella mezza luce mi chiami poesia chimera

mi conforta la tua ala vellutata d'angelo

quando come in sogno visiti le vuote stanze di quest'anima vagante

207

I PASSI ALL'INDIETRO

nell'ora dolente Ti consegno i passi all'indietro le volte che ho svoltato l'angolo davanti all'ingiustizia

al cuore sperso dona corazza di verità senz'alibi

rivestimi Signore con veste di fuoco

208

AUSCHWITZ

il velo della memoria in luce di sangue si ravviva

è fiore che s'apre nell'urlo

209

FAMMI LUCE

ti prego fammi luce in questo pauroso dedalo dell'io assalito dai mostri della mente avvolto nella camicia di nesso degl'istinti

sono cieco fiume senza foce da me diviso arreso

fammi luce

e sarà giorno quando ti saprò riconoscere staccato dalla mia ombra mortale

210

CUL-DE-SAC

dritto ti c'infili se pensi che la fine è sempre in atto e il mondo è un addio dopo l'altro è maschera invece per chi finge di non accorgersi

negli occhi ti restano saltabeccanti sui resti di una festa colombi a frotte

211

E SARAI RAGGIO

sei disceso angelo per vivere in carne la morte

non sguardo dal ponte: vieppiù ti lega trama di dolore e rara gioia

le spoglie deporrai e sarai raggio di quel Sole che non puoi vedere

212

OCCHI SECCHI

clessidre di sangue emotivo a sovrastarti stillicidio nella mezzaluce

a chi chiedere di questo ginepraio di pena e l'oro del mattino fatto piombo

occhi secchi a perdere pezzi di cielo

nel sangue degli echi

213

CIELO AMORE

manto d'azzurro palpito capovolto abisso

misericorde ben conosci il fondo delle pene

di noi mendichi d'infinito specchio sei

dove invertigina il cuore nell'abbraccio delle stelle

214

VELE STANCHE

leggi scavi ché nasca -ne va del creare affossato- linfa nuova a diradare quella nebbia della mente

dal grembo della notte esca la tua barca

vi spiri augurante il buon vento a gonfiare le tue vele stanche per nuova ventura nel mare blu d'inchiostro

dove è bello finanche morire

215

DOPPIO CELESTE

rigenerarsi in linfa a disperdere grumi

dove si china l'anima a contemplare

nel profondo di te ecco il cielo farsi d'un “azzurro” misterico e tu da un suo lembo a spiare

un te senza morte -specchiato

216

DA UN DOVE

i repentini voltafaccia del tempo alle soglie dell'autunno le foglie già morenti

invita due corpi il tepore delle lenzuola nella bocca dell'alba

sai il momento migliore per il dono dell'ispirazione è quando ti giungono ovattati i rumori e tu in un tuo mondo col sonno di un eterno respiro

più tardi poi sul lungomare sulla pelle la fresca brezza forse un gabbiano avrà per te nel becco un verso prezioso

217

LA PAROLA

la parola è nostra madre

che genera la danza e la gioia nuda

la parola dice di sé del tempo del primo stupore

t'apre il terzo occhio

parla all'orecchio del cuore

218

NAVI DI NUVOLE

(visione)

raggio verde balena nel tramonto

su navi di nuvole vedere apparire angeli udirne i celesti canti

rassicuranti presenze ondeggianti lievi tra i pensieri orfanezze d'amore a consolare

messaggeri di luce ondeggianti nel sogno ad ascendere dove s'inalba il cuore

219

SOTTO PORTICATI

sotto porticati cartoni e cappotti lisi hanno respiri

a un passo vetrine ridono in abbagli di sole

più in là privati paradisi

un rombo testarossa è strappo d'anima a dividere la terra tra i “morti” e i vivi

il mondo ha denti aguzzi

220

ALTERIGIA

[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: “vorrei coprirti di fiori e d'insulti”]

m'appiglio alla tua fredda grazia come ad un corrimano: sto su inclinato piano mentre t'offri a una vertigine di distanze

ancor più ora ti fai preziosa

221

UNA CERTA LUCE A FLETTERSI

di buon'ora bisticci con la lampo t'insegue tiranno il tempo

una certa luce a flettersi nel cuore fa strada a un dove che non trovi

perdurasse quel lampo che viene va prima che lo fermi su carta ma

se non torna non ha “dignità”

raduni pezzi di un puzzle scombinato nello sperdimento d'una stagione andata

222

IL CARRO DELL'ORO

sotto cielo aperto una ad una cadute le teste

a calcificarsi sorrisi ebeti sul trasfigurato carro dell'oro

223

L'OLTRAGGIO

perso nelle forme strane delle nuvole mi sento lontano da un mondo estraneo

assisto all'oltraggio della rosa che si perpetua

sono esposto alla vita

224

NEL VASTO MARE DEL SOGNO

nel vasto mare del sogno galleggia l'immagine di te esile scricciolo a sussurrare all'orecchio del cuore edulcorate parole

ritrovarci nel nostro giardino d'infanzia mano nella mano impastati di sole a rincorrere saltabeccanti piccioni riandare alle incoscienti acrobazie per i soli tuoi occhi

interrotte dall'acuto richiamo di tua madre per la merenda

smosse le acque del sogno ora a svanire da un oltre ti sento

225

COME ASESSUATO ANGELO

sospesa nel vuoto m'appari asessuato angelo mentre in dormiveglia mi rigiro

giungerà mi dici squarciando le nubi lui l'Atteso ci sorprenderà come un ladro a strapparci alla morte carne della sua carne

e ruggine allora sarà l'oro

226

IL LIMITE

(ad un materialista)

devi ammetterlo come nave incagliata ti senti bravo al più nel leggere fondi di caffè

non certo alla tua portata della poesia il rinnovato sangue i frammenti di stelle la lucente coda di cometa a cui s'attaccano in sogno i bimbi

non certo quei misteri insondabili che impregnano i muri di casa con le anime dei morti che abitano il tuo vuoto

non alla tua portata quella profondità del gran mare del sogno che è vita che si lascia vivere

227

NELL'ORA SOSPESA

quel giorno ti sbarberanno t'infileranno il vestito buono ma non serve prodigarsi più di tanto non restano che spoglie l'anima è già via

nell'ora sospesa fisseranno compunti quel viso di marmo mentre il tuo presente ha chiuso la porta

il pugno o la palata di terra con la benedizione dell'officiante poi a tavola com'è uso per dire la vita continua

qualcuno forse già alticcio leggerà con deferenza alcuni tuoi versi trovati in tasca

restano in rete briciole di te

228 GIA' GRANDE TI VEDO

dai che ti porto alle giostre finiti i compiti promettimi che prima di dormire stasera dirai una preghierina per quei bambini saltati in aria

-la larga macchia rossa sull'asfalto nella liquida luce degli occhi penetrare in quell'abbaglio fino al sogno-incubo

su da bravo che ti porto alle giostre ci perderemo nella fantasmagoria di luci

ecco: già grande ti vedo

a risvegliarti domani convitato di pietra il Tempo

229 ANELITI D'INFINITO

è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce

ti dai d'amore in aneliti d'infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi

230 SFIORITE RIVE

sfiorite rive in cadenza d'anni l'azzurra vastità di te solo

si svenano in caducità di foglie i giorni accartocciati sul viale della dimenticanza

231 VICOLO

dolore antico di donne in nero a segnarsi se dal profondo si levano i morti a dare infausti presagi

vicolo inghiottito da un grappolo di case appese a strapiombo

ricettacolo d'umori ancestrali in un tempo cristallizzato sospeso

232 DAMMI L'ABBRIVIO

dammi l'abbrivio musa nel dormiveglia o nel profondo fa che s'accenda la mia casa di nuvole in verdi cieli e alfabeti

sostieni quella neo-nata struttura arco di parole e suoni che si parte dal cuore a navigare il più bello dei mari

[ultimo verso: da Hikmet]

233 A BOCCA PIENA

trucidata vita dai lenzuoli di sangue nei telegiornali un dire assuefatto freddo che ti sorprende non più di tanto a bocca piena che non arriva al cuore

-per quei bambini occhi rovesciati a galleggiare su un mare di speranza la cui patria è ora il cielo

violata la sacralità vita che non è più vita vilipesa resa quale fiore a uno strappo feroce di vento

234 IN UNA PIEGA DEL VENTO

luce obliqua sui tuoi anni andati sui tuoi fogli nell'aria sparsi

quale data incideranno sulla tua lapide un giorno non ti è dato sapere

ma sono degli uomini le convenzioni e scomodare kronos è eresia

rinascere in una piega del vento senza guerre né odi per la rotta del cielo

pindarici voli che ti lasciano le ali spezzate

235 NAUFRAGI

il viso un libro le pagine gli io indefiniti maschere che indosso se non mi trovo

poi s'apre il corpo -occhi lapidati- nell'emergere dai tanti me

236 FANTASIA 2

dipingono il mio sonno i morti veleggiando al chiaro d'una luna complice sul filo d'orizzonte ricreando gl'incantesimi del bambino in me mai perduto

veleggiano discreti sul filo del respiro entrandomi su dalle narici con la barca di cristallo dei sogni le vele al vento per l'ignoto

237 FANTASIA 3

la barca trasparente del sogno dove ti porta? palpiti seguono la scia uscendo dalla camera della mente

immagini icastiche gli argini rompono del trasognato sguardo

238 ULISSIDI

ulissidi e la vela della passione su perigliosi flutti

intrisi di mistica luce a sbraitare di gioia il cuore sull'orizzonte la terra promessa

239 UN OCCHIO DI RIGUARDO

un occhio di riguardo per quei tralci che non secchino anzitempo

-noi protendimento dell'Albero che nei secoli affonda le sue radici

un occhio di riguardo ché a prezzo di sangue fu il riscatto

240 ANAMORFOSI

del sognato ricordi a brani mentre l'io è anamorfosi nella “valvola” del sogno

ti svegli e ti ritrovi davanti a un te dagli enigmi irrisolti un circolo vizioso il tuo uroboro

ti appare anamorfosi a volte anche questa vita che imita sempre più il sogno nell'avvicendarsi degli anni i treni persi alle stazioni