Cooperazione Internazionale di Polizia

Un blog di un cultore della materia. La cooperazione di polizia da una prospettiva italiana

ESERCITAZIONE ORGANIZZATA DA EUROPOL PER SMANTELLARE I CONTENUTI TERRORISTICI ONLINE

Il 7 marzo 2024 #Europol, in collaborazione con la Commissione europea, ha organizzato una esercitazione simulata per testare il protocollo di crisi dell' #UE (EUCP). L'esercitazione si è svolta nel quadro del Forum Internet dell'UE ed ha esaminato la collaborazione tra le autorità governative e l'industria tecnologica per contenere la diffusione virale di contenuti terroristici ed estremisti violenti online all'indomani di un evento terroristico. Tra gli elementi testati c'era l'interazione del #ProtocollodicrisidellUE con il nuovo obbligo per i prestatori di servizi di hosting, introdotto dall'articolo 14.5 del Regolamento (UE) 2021/784 sulla lotta alla diffusione di contenuti terroristici online, di informare tempestivamente le autorità competenti quando vengono a conoscenza di contenuti terroristici che comportano una minaccia imminente alla vita. L'esercitazione di quest'anno ha riunito rappresentanti delle forze dell'ordine coinvolti nell'applicazione del protocollo di crisi dell'UE e del regolamento, fornitori di servizi online, il Global Internet Forum to Counter Terrorism (#GIFCT), nonché i responsabili politici dei governi e degli organismi dell’UE. Il protocollo di crisi dell’UE, adottato dai ministri della Giustizia e degli Affari interni nell’ottobre 2019, è un meccanismo volontario che consente agli Stati membri dell’UE e alle piattaforme online di rispondere rapidamente e in modo coordinato alla diffusione di contenuti terroristici online in caso di attacco terroristico, garantendo allo stesso tempo una forte protezione dei dati e la tutela dei diritti fondamentali. Lo sviluppo del protocollo avvenne all’indomani dell’attacco terroristico a Christchurch, in Nuova Zelanda, nel 2019, in base al quale i leader dei governi, dell’industria tecnologica, della società civile e della Commissione europea hanno concordato il “Christchurch Call for Action”. Da allora, altri meccanismi di crisi sono stati sviluppati sia a livello nazionale che nel settore tecnologico. L'attuazione pratica del protocollo viene testata annualmente attraverso esercitazioni pratiche. Dopo diversi esercizi pratici e l’attivazione del protocollo nel 2020, l’ #EUCP è stato rivisto nel 2023 per integrare gli insegnamenti appresi. Le principali novità dell’aggiornamento includono il chiarimento del rapporto tra il Protocollo di crisi volontario dell’UE e il Regolamento, in particolare l’art. 14(5), criteri di attivazione perfezionati, maggiore attenzione all’interoperabilità con altri meccanismi di risposta alle crisi, maggiore protezione delle libertà fondamentali, tra l'altro attraverso processi di debriefing e indicazioni sulla risposta alle riprese degli astanti. Europol ha assunto un ruolo centrale nell’attuazione del protocollo di crisi dell’UE gestendo il coordinamento dello scambio di informazioni e della comunicazione tra le parti interessate in modo rapido e sicuro. Gli atti di terrorismo in Francia (Arras, Parigi), Belgio (Bruxelles) e l'attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele hanno ulteriormente dimostrato l'importanza di interrompere la diffusione della propaganda terroristica ed estremista violenta durante e in seguito agli attacchi terroristici, sostenendo allo stesso tempo le indagini.


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MERCATO DELLA DROGA IN EUROPA: UNA PANORAMICA #EUDrugMarkets

Mercati della droga nell’UE: spunti chiave per la politica e la pratica (EU Drug Markets: Key insights for policy and practice) è il modulo finale di una serie di analisi approfondite sul mercato della droga da parte di #Europol e dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA).. Il nuovo rapporto offre una sintesi strategica e di alto livello del mercato della droga nell’UE, basata su una solida conoscenza dell’attuale panorama della droga e delle minacce emergenti. Fornisce inoltre una panoramica degli sviluppi chiave per ogni farmaco e delinea le azioni per affrontare le minacce attuali e aumentare la preparazione. Il rapporto è il modulo finale del più ampio rapporto sui mercati della droga nell’UE: analisi approfondita delle due agenzie, la loro quarta panoramica completa dei mercati delle droghe illecite nell’UE dal 2013 Il traffico illecito di droghe domina la criminalità grave e organizzata nell’Unione europea, con un impatto significativo sulla globalizzazione e sulle reti interconnesse. Il mercato europeo della droga ha registrato un aumento senza precedenti della disponibilità, guidato dalla forte domanda e dall’innovazione criminale. Ciò ha portato a decessi legati alla droga, a un aumento della domanda di cure e all’espansione della criminalità organizzata. Il traffico di droga alimenta anche la corruzione e lo sfruttamento di individui vulnerabili, portando a violenza e danni ambientali. L’economia e lo stato di diritto sono indeboliti dallo sfruttamento delle imprese legali. Il mercato della droga nell’UE richiede un approccio su più fronti che coinvolga l’applicazione della legge, la sanità pubblica, l’istruzione e la cooperazione internazionale. Riconoscere l’interconnessione globale è fondamentale per risposte efficaci. La tabella di marcia dell’UE si concentra sulla riduzione dell’offerta, sullo smantellamento delle reti criminali ad alto rischio, sul miglioramento dell’accesso a misure di riduzione del danno basate sull’evidenza e sul rafforzamento della resilienza sociale per affrontare i fattori socioeconomici che contribuiscono al mercato illecito della droga. Sulla base dei dati del 2021, si stima il mercato della droga nell’UE avere un valore al dettaglio minimo di almeno 31 miliardi di euro. È una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata. Una chiave caratteristica di questo mercato è l’interconnessione tra diverse droghe illecite, con reti criminali e broker e facilitatori chiave spesso coinvolti nella policriminalità legata alla droga. Il grande mercato della droga nell’UE si interseca anche con e ha un impatto significativo su altri ambiti criminali, come il traffico di armi da fuoco e riciclaggio di denaro.
La disponibilità delle principali droghe in Europa rimane elevata, con grandi quantità sequestrate e un mercato diversificato per le droghe illecite. L’emergere di oppioidi altamente potenti e di nuovi modelli di consumo, in particolare di cocaina, rappresentano una minaccia complessa per la salute pubblica. La tendenza al traffico di spedizioni singole più grandi via mare ha aumentato l’efficienza, mentre i sequestri sono diminuiti. Questa diminuzione potrebbe essere in parte dovuta a una minore attenzione rivolta ai reati di possesso e consumo di droga in alcuni Stati membri. L’UE sta assistendo alla produzione su scala industriale di cannabis e droghe sintetiche, tra cui anfetamine, metanfetamine, MDMA , sia per i mercati nazionali che internazionali. L’Europa è anche un’importante zona di transito per i flussi globali di droga, in particolare di cocaina proveniente dall’America Latina. Le reti criminali nel mercato della droga dell’UE dimostrano un’elevata adattabilità, sfruttando i progressi tecnologici, i cambiamenti sociali e le strutture commerciali legali. Diversificano le fonti, i prodotti, le rotte del traffico e i metodi di occultamento. Il mercato della droga dell’UE ha dimostrato resilienza alle crisi globali, all’instabilità e ai cambiamenti politici ed economici, consentendo alle reti criminali di adattarsi, diversificare i metodi ed emergere nuovi mercati e preferenze dei consumatori. I mercati della droga illecita e l’economia regolare si intersecano in vari modi, compresi i criminali che sfruttano le infrastrutture di trasporto commerciale e le scappatoie legislative per la produzione di droga e dirottano i prodotti legalmente disponibili per scopi illegali. Gli Stati membri dell’UE stanno sperimentando livelli senza precedenti di violenza legata al mercato della droga, in particolare nei mercati della cocaina e della cannabis. Questa violenza, che spesso comporta omicidi, torture, rapimenti e intimidazioni, ha un impatto sulla società e sull’insicurezza pubblica. La corruzione facilita il traffico di droga e mina lo stato di diritto. La tecnologia e l’innovazione sono i motori chiave dei mercati della droga, su cui le reti criminali fanno affidamento per facilitare le attività e mitigare i rischi. L’innovazione nella produzione di droghe illecite porta a risultati più elevati, potenza e una gamma più ampia di prodotti di consumo, mentre i progressi digitali e le opportunità tecnologiche rendono la comunicazione illecita più accessibile. Il mercato della droga nell’UE presenta numerose minacce che richiedono un approccio multidisciplinare, flessibile e orientato al futuro per monitorare e rispondere efficacemente a tali minacce. Il mercato della droga nell’UE deve essere monitorato e analizzato utilizzando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari. Dovrebbero essere individuate le sostanze nocive, come gli oppioidi sintetici e le nuove sostanze psicoattive. Le valutazioni delle minacce dovrebbero essere rafforzate e la violenza legata al mercato della droga dovrebbe essere meglio compresa. Le piattaforme online dovrebbero essere monitorate per il commercio e la distribuzione della droga e dovrebbero essere sviluppati nuovi quadri per analizzare i cambiamenti legislativi sui mercati delle droghe illecite. Sorge la necessità di rafforzare le risposte operative contro le reti criminali, in particolare quelle ad alto rischio, e di dare priorità allo smantellamento di intere reti. Evidenzia inoltre la necessità di migliorare le risposte al traffico e alla diversione di droga, rafforzare le barriere amministrative, migliorare la capacità di interdizione nei porti marittimi e negli hub di posta e pacchi e dare priorità alle politiche di prevenzione della criminalità per i giovani a rischio di sfruttamento e reclutamento da parte di reti criminali. L’UE dovrebbe rafforzare la cooperazione con le organizzazioni internazionali e i paesi terzi per combattere il traffico illecito di droga, in particolare nei centri chiave. Lo scambio di dati sulle reti della tratta dovrebbe migliorare la consapevolezza situazionale. Le normative europee e gli accordi internazionali dovrebbero essere implementati per interrompere il traffico di droga, e i partenariati pubblico-privato dovrebbero essere rafforzati per prevenirne lo sfruttamento. L’UE deve aumentare le risorse per le risposte operative e strategiche al traffico di droga, concentrarsi sullo sviluppo delle capacità nei principali punti di ingresso, investire in tecnologie di rilevamento innovative, formare i lavoratori, sostenere i paesi terzi sulle rotte del traffico di droga, rafforzare l’elaborazione di politiche basate su dati concreti, migliorare le prevenzione della criminalità, investire in interventi basati sull’evidenza e migliorare la consapevolezza politica dei rischi ambientali associati alla produzione, al traffico e al consumo di droga. Il quadro legislativo dell’UE è fondamentale per le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie nella lotta alla criminalità organizzata. Offre strumenti come #EMPACT per interrompere le catene di approvvigionamento dei farmaci. È necessario rafforzare gli approcci integrati per affrontare le cause profonde dei mercati delle droghe illecite.


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ENVICRIMENET, LA RETE EUROPEA DELLE POLIZIA A TUTELA DELL’AMBIENTE (E PER L’ITALIA PARTECIPA L’ARMA DEI CARABINIERI)

La criminalità ambientale sta affliggendo da tempo il nostro pianeta, anche se le iniziative per combattere questa minaccia sono sorte solo di recente. Il riscaldamento globale costituisce uno dei maggiori pericoli affrontati dall'umanità, le crisi sanitarie come COVID19 sono strettamente correlate alla cattiva gestione delle risorse ambientali, dove le attività criminali contro l'ambiente svolgono un ruolo essenziale. Le più alte istituzioni politiche considerano oggi la protezione dell'ambiente come una delle loro priorità. Diversi attori sono inclusi in questa lotta, a causa del fatto che le questioni ambientali devono necessariamente essere affrontate da una prospettiva ampia. In questo contesto, qualsiasi sia l’approccio utilizzato, in un modo o nell'altro il crimine è presente. Stante la situazione attuale, è noto che la criminalità ambientale è un problema serio, ma purtroppo contiamo ancora su strutture deboli per combattere efficacemente questo pericolo a livello internazionale. Esistono diverse forme di criminalità ambientale, tra cui: 1. L'importazione e l'esportazione illegali di prodotti inquinanti; 2. il contrabbando di specie animali e vegetali protette; 3. La falsificazione di documenti di trasporto relativi a prodotti inquinanti e specie animali e vegetali protette; 4. Reati legati ai rifiuti. Questa tipologia criminale richiede un sostegno e una consulenza specifici ad alto livello all'interno delle istituzioni dell' #UE, al fine di fornire loro un approccio globale al fenomeno. #EnviCrimeNet è anche chiamato ad essere un Centro Europeo di Eccellenza sulle questioni penali legate a questa attività illegale. Lo scopo principale in questo senso è quello di sviluppare attività pertinenti al fine di coinvolgere i partecipanti nel perseguimento di questo tipo di reati e costituire un gruppo per lo scambio di buone pratiche e lezioni apprese dalle esperienze precedenti. Inoltre, EnviCrimeNet è una rete con proiezione oltre i confini dell'UE. L'esperienza accumulata lavorando nella Rete viene utilizzata per esportare questo modello di successo in altre regioni ad alto impatto nella lotta alla criminalità ambientale come l'Africa o l'America Latina, promuovendo lo scambio e la generazione di sinergie. IL LIFE+ SATEC PROJECT Il Progetto LIFE+ SATEC mira a promuovere la definizione di quadri giuridici internazionali, nonché nuovi metodi di indagine, la formazione degli agenti e la cooperazione delle forze di polizia e degli organi legislativi per la lotta ai reati ambientali. EnviCrimeNet è un importante contributo di questo progetto all'obiettivo del Consiglio dell'Unione Europea, in relazione alla necessità che gli Stati membri prendano coscienza della lotta contro la criminalità ambientale. Questa rete svolge un ruolo importante in quanto è un forum incentrato sul coordinamento delle attività di lotta contro i reati ambientali. Il progetto prevede anche la partecipazione di paesi terzi all'interno e all'esterno dell'Europa, in tutto il mondo, per combattere le attività criminali in settori quali il traffico illegale di rifiuti, il traffico di specie selvatiche, le indagini sulla criminalità informatica, le indagini relative alla biodiversità, ecc. Il progetto LIFE+ SATEC è sostenuto dal Ministero spagnolo per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica, #Europol, #CEPOL e opera a stretto contatto con reti specializzate in questo campo come #ENPE (European Network of Prosecutors for the Environment, che ha lo scopo di promuovere l’applicazione del diritto penale ambientale sostenendo il lavoro operativo delle Procure), #IMPEL (European Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law, istituito nel 1992 fra gli Stati Membri dell’UE come un network informale tra le autorità responsabili della predisposizione, della implementazione e dell’attuazione della normativa ambientale) ed #EUFJE (forum dei giudici dell'ambiente dell'Unione europea stato creato a nel maggio 2003 con l'obiettivo di sensibilizzare i giudici sul ruolo chiave della funzione giudiziaria nell'efficacia dello sviluppo sostenibile.) I partners in ambito ENVICRIMENET: AUSTRIA –> Criminal Intelligence Service Austria. L'Austria è coinvolta nella rete di investigatori a livello dell'UE che svolgono operazioni congiunte in tutta l'UE attraverso le priorità dell'EMPACT. BELGIO –> FUPHEC, una sezione della Polizia Federale risultato della fusione in un unico servizio centrale “Salute Pubblica e Ambiente”. Questa fusione nasce dal desiderio di fornire una risposta più efficace ed efficiente alle crescenti preoccupazioni del pubblico relative all’ ambiente, alla salute pubblica in generale e alla sicurezza alimentare. In quanto servizio centrale, FUPHEC fornisce un valore aggiunto in termini di uniformità nell'approccio ai fenomeni in questione ed efficienza delle risorse da impiegare. È essenziale sviluppare questo servizio per ottimizzare la cooperazione e migliorare lo scambio di informazioni. GERMANIA –> Federal Criminal Police Office (BKA) SO 31-3 Environmental-/Consumer Protection Crime Unit. SPECIALIZZAZIONE: Il BKA, in qualità di agenzia centrale di polizia in Germania, coordina la repressione del crimine a livello nazionale e internazionale. In generale, è responsabile delle comunicazioni della polizia con le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie, nonché con altre autorità pubbliche di altri paesi. Il BKA, in qualità di Ufficio Centrale Nazionale dell'Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale (ICPO), utilizza i più moderni mezzi di comunicazione per scambiare messaggi con le sue controparti in tutto il mondo. A livello europeo, Europol è un partner centrale per la cooperazione. In qualità di unità nazionale di EUROPOL, il BKA svolge anche compiti centrali per la Germania. Nell'ambito di un approccio interdisciplinare alla lotta contro la criminalità ambientale, la BKA e l'Ufficio centrale d'inchiesta doganale (ZKA) sostengono congiuntamente i programmi europei per la lotta contro la criminalità ambientale. Tra i compiti principali in questo contesto figura il coordinamento delle misure nei confronti delle forze di polizia dello Stato o dei servizi doganali incaricati di indagare sui reati. La cooperazione si estende anche alle autorità federali e statali responsabili della protezione dell'ambiente. Oltre alla funzione internazionale, il BKA fornisce funzioni di ufficio centrale per le polizie statali nel campo della lotta contro la criminalità ambientale, tra cui la raccolta e l'analisi dei dati dei casi e dei trasgressori, il coordinamento delle indagini su reati di importanza maggiore, superregionale o internazionale e l'offerta di corsi di formazione specializzati. –> Zollkriminalamt Central Customs Investigation Office B331 (Prohibitions and restrictions). Il Zollkriminalamt è l'ufficio centrale del servizio d'inchiesta doganale. Responsabile della criminalità transfrontaliera, se le merci attraversano il confine, l'inchiesta doganale tedesca ha gli stessi diritti e le stesse possibilità della polizia tedesca. In qualità di ufficio centrale per l'inchiesta doganale, la ZKA è responsabile del coordinamento del lavoro degli uffici d'inchiesta doganale e funge da punto di contatto con le organizzazioni internazionali. In collaborazione con la BKA, la ZKA sostiene i programmi europei per la lotta contro la criminalità ambientale. L'unità divieti e restrizioni è anche responsabile della criminalità ambientale, in particolare della lotta contro il commercio illegale di rifiuti e specie in via di estinzione. ITALIA –> Comando tutela ambientale e sicurezza energetica. SPECIALIZZAZIONE: L'Arma dei Carabinieri è la più grande Forza di Polizia italiana, contando su 105.000 agenti. Nel suo duplice ruolo di Polizia e di Forza Armata, l'Arma dei Carabinieri è responsabile di svolgere un'ampia gamma di compiti di polizia e militari ed è sempre presente nella vita dei cittadini, dalla città più grande d'Italia al borgo lontano. Il Comando delle Unità Forestali, Ambiente e Agricoltura combatte i reati ambientali come nuova frontiera della criminalità organizzata transnazionale. Con quasi 6.000 unità di personale specializzato in campo ambientale e operante su tutto il territorio nazionale, rappresenta la polizia ambientale italiana preposta alla tutela delle risorse naturali, della biodiversità e degli ecosistemi. Il Comando ha una specifica esperienza investigativa nel contrasto al traffico illecito di rifiuti, in particolare ai gruppi della criminalità organizzata che operano in questo peculiare settore. SLOVACCHIA –> Presidium of the Police Force, Criminal Police Bureau, Department for Detection of Hazardous Substances and Environmental Crime. SPECIALIZZAZIONE: Le forze di polizia sono un corpo armato di sicurezza, che fa parte del ministero dell'Interno della Repubblica slovacca. Le forze di polizia svolgono compiti in materia di ordine interno, sicurezza, lotta contro la criminalità, comprese tutte le sue forme organizzate e internazionali, e compiti in conformità con gli obblighi internazionali della Repubblica slovacca. Nell'ambito della criminalità ambientale, esiste il Dipartimento per l'individuazione delle sostanze pericolose e la criminalità ambientale (DDHSEC), che individua e indaga soprattutto sulle forme più gravi di criminalità ambientale. Il DDHSEC è anche responsabile dell'istruzione e della formazione degli agenti di polizia, delle cooperazioni interministeriali e internazionali. SPAGNA –> Environmental Protection Service (SEPRONA). SPECIALIZZAZIONE: SEPRONA si occupa in modo completo della difesa dell'ambiente ed ha competenza specifica nella prevenzione, ispezione e contrasto dei reati ambientali dal punto di vista dell'investigazione penale, su tutto il territorio nazionale. Per adempiere a questi compiti #SEPRONA applica le disposizioni relative alla conservazione della natura e dell'ambiente, alle aree protette, alle risorse idriche, alla caccia e alla pesca, al maltrattamento degli animali, alla gestione dei rifiuti e al traffico illecito, ai reati legati all'inquinamento, ai siti archeologici e paleontologici e alla pianificazione territoriale, ecc. In particolare, SEPRONA ha competenze per l'applicazione delle normative nazionali e regionali a livello amministrativo, nonché per l'accertamento delle denunce di polizia relative a reati classificati come reati nel codice penale. Un altro dei suoi poteri è quello di effettuare indagini e ispezioni in loco. La sede centrale di SEPRONA ospita l'Ufficio centrale nazionale (BCN) delle attività illecite legate all'ambiente che riuniscono le capacità di tutti gli attori pertinenti in questo campo a livello nazionale. Per quanto riguarda le entrate internazionali, la BCN è il Punto di Contatto per i coordinamenti internazionali in materia di scambio di intelligence e facilitatore del coordinamento operativo quando le indagini richiedono il supporto internazionale. OLANDA –> The Human Environment and Transport Inspectorate. SPECIALIZZAZIONE: L'Ispettorato dell'ambiente umano e dei trasporti (Inspectie Leefomgeving en Transport, #ILT) è l'autorità di vigilanza per i compiti del ministero delle Infrastrutture e della gestione delle acque. Più di 1.100 dipendenti lavorano quotidianamente sulla sicurezza, la certezza e la fiducia nei trasporti, nelle infrastrutture, nell'ambiente e nell'alloggio. L'ILT dispone di un proprio servizio investigativo penale. Questo servizio investigativo è denominato «servizio di intelligence e investigazione» (Inlichtingen- en Opsporingsdienst, ILT/IOD). L' #IFT/IOD si concentra sulle persone e sulle aziende che violano sistematicamente e gravemente le normative in materia di ambiente. Inoltre, l'ILT/IOD si concentra sulla criminalità organizzata di natura sovversiva e spesso riguarda le strutture (finanziarie) internazionali e i flussi commerciali. Particolare attenzione è rivolta agli intermediari, ai facilitatori e agli enti certificatori. L'ILT/IOD impiega investigatori, analisti, esperti tecnici e legali, contabili forensi, esaminatori forensi informatici, consulenti strategici ed esperti nel campo dell'ottenimento e dell'elaborazione di dati e informazioni. Le priorità nelle indagini penali riguardano i rifiuti, il suolo e le sostanze pericolose. I compiti dell'ILT/IOD riguardano anche le associazioni dei trasporti e dell'edilizia abitativa. Poiché la criminalità non si preoccupa molto dei confini regionali o nazionali, una parte crescente delle indagini penali ha un carattere internazionale. Il campo di gioco internazionale dell'ILT/IOD è paragonabile ai compiti dell'ILT e molto diversificato in termini di argomenti e si svolge a livello nazionale, europeo e globale. Uno dei suoi obiettivi è quello di rafforzare la cooperazione e condividere informazioni con altre autorità di contrasto su questi tre livelli al fine di contrastare la criminalità ambientale. Oltre al commercio illegale di materiali di scarto e refrigeranti e alla dubbia manipolazione di sostanze pericolose, il problema dei fuochi d'artificio è anche un argomento di importanza internazionale.

LIFEPROJECT # CriminalIntelligenceServiceAustria #FUPHEC #BKA #Zollkriminalamt #Armadeicarabinieri #DDHSEC


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SPORT, CORRUZIONE E SCOMMESSE CLANDESTINE

Nel nostro blog abbiamo già trattato di sport e corruzione, evidenziando come ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati (https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/sport-corruzione-criminalita-organizzata). Una recente indagine della Polizia spagnola (#CuerponacionaldePolicia) in collaborazione con #Europol, che ha condotto all’arresto di all'arresto di 53 sospetti tra Madrid e Guadalajara, e che si è estesa in Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia e Bolivia, ci offre l’opportunità di tornare sull’argomento, anche per meglio comprendere il modus operandi dei criminali. Va segnalato che l’ultima ed attuale parte di questa attività ha inizio da indagini iniziate nel 2020, quando le forze dell'ordine spagnole hanno rilevato una serie di scommesse online sospette sui tornei internazionali di ping pong, identificando una rete criminale composta da cittadini bulgari e rumeni, stabilitasi in Spagna, che corrompevano atleti principalmente delle loro stesse nazionalità. Gli indagati prendevano di mira le competizioni principalmente al di fuori della Spagna, mentre a sua volta il leader dell'organizzazione corrompevano giocatori di calcio che giocavano per diverse squadre in Romania. Inoltre, l’organizzazione forniva ed acquisiva informazioni ad altri faccendieri. L'organizzazione criminale utilizzava un modus operandi basato sulla tecnologia: grazie a tv satellitare catturava la trasmissione in diretta delle competizioni, prima che raggiungesse le agenzie di scommesse. Grazie alla conoscenza dell'esito delle partite, scommettevano sul risultato sicuro, frodando le stesse agenzie. Si avvalevano di tale sistema nei campionati di calcio asiatici e sudamericani e nella Bundesliga. Tuttavia, hanno anche preso di mira la UEFA Nations League, la Coppa del Mondo del Qatar 2022 e i tornei di tennis ATP e ITF. Per evitare sospetti, piazzavano le loro scommesse a nome di altre persone, che raccoglievano i guadagni per loro conto Tornando all’esito delle ultime ed attuali investigazioni, i 53 sospetti sono risultati essere i “corrieri delle scommesse” dell’organizzazione, avendo venduto i loro dati personali e i dettagli del conto della piattaforma di scommesse alla rete criminale. Con queste informazioni, i boss dell'organizzazione scommettevano massicciamente su risultati predeterminati, frodando le case di scommesse e ottenendo grandi benefici economici. L'inchiesta ha rivelato che l'organizzazione criminale controllava oltre 1500 conti di scommesse. È evidente che le partite truccate danneggiano l'integrità dello sport e hanno un impatto significativo sulle associazioni sportive, che rischiano di perdere credibilità e sponsor. La corruzione nello sport ha quindi un impatto negativo sull'industria dello sport. La percentuale di partite truccate è inferiore all'1% in tutti gli sport, ma l'elevato fatturato delle scommesse si traduce in milioni di euro di profitti per quanti truccano le partite ogni anno. I proventi penali annuali globali derivanti dalle partite truccate legate alle scommesse sono stimati a circa 120 milioni di euro. Per approfondire l’argomento: https://www.playthegame.org/projects/the-relationship-between-football-and-illegal-sports-gambling/ #CORRUZIONE #CORRUZIONENELLOSPORT #SCOMMESSE


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Frode IVA da 195 milioni di euro attraverso la vendita di smartphone in 17 paesi (Italia compresa)

Il 28 febbraio sono state arrestate 14 persone, ritenute responsabili di aver orchestrato una massiccia frode IVA da 195 milioni di euro in 17 paesi. Gli arresti sono il risultato di un'indagine condotta dalla Procura europea (#EPPO) a Monaco di Baviera e Colonia (Germania) con il sostegno di #Europol. Oltre 180 perquisizioni sono state effettuate contemporaneamente in Albania, Austria, Cipro, Croazia, Cechia, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Regno Unito, che hanno impegnato oltre 680 investigatori del fisco e della polizia. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate ingenti quantità di smartphone, per un valore di oltre 15,3 milioni di euro, uno yacht, del valore di 3 milioni di euro, e 1,2 milioni di euro in contanti e criptovalute, nonché diverse autovetture, tra cui una Rolls Royce, una BMW e una Range Rover. Nelle residenze degli indagati sono stati trovati anche gioielli, orologi di lusso e 2,5 chilogrammi d'oro.

Dall'indagine è emerso che i presunti organizzatori del sistema di frode in materia di IVA hanno creato un complesso ecosistema criminale, che ha consentito loro di frodare fino a 195 milioni di EUR attraverso diversi schemi criminali che prevedevano la vendita di piccoli dispositivi elettronici, come gli smartphone.

Gli indagati hanno utilizzato catene fraudolente di commercianti svanite senza adempiere ai loro obblighi fiscali.

Gli stessi organizzatori di questi schemi di frode IVA nel 2020 erano entrati nel mercato delle mascherine protettive. La società gestita dai sospetti li acquistò da un commerciante scomparso e li incanalanò attraverso diverse società cuscinetto per mascherare la loro destinazione finale. Sulla carta, la loro azienda aveva sede a Hong Kong, ma le mascherine si trovavano in realtà in un magazzino in Germania e sono rimaste lì fino a quando il Ministero Federale della Salute tedesco non le ha acquistate dall'azienda apparentemente con sede a Hong Kong. Secondo l'indagine, né l'azienda all'inizio della catena di approvvigionamento, né l'azienda con sede a Hong Kong, hanno rimborsato al Ministero l'IVA che avevano ricevuto sulla vendita delle mascherine.

Gli arresti sono il risultato di anni di investigini condotte da un certo numero di uffici investigativi fiscali tedeschi a Berlino, Bielefeld, Cottbus, Münster e Norimberga. Questa impresa ha potuto contare anche sul sostegno di Europol ed Eurojust. In Germania, questi includevano il Polizeipräsidium (Polizeipräsidium) del Nordhessen e del Brandeburgo, nonché gli uffici di polizia criminale dello Stato (Landeskriminalamt) del Brandeburgo e di Berlino. Il caso fu aperto presso Eurojust nel 2021 su richiesta del procuratore europeo delegato tedesco.


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Centrale di riciclaggio internazionale mediante bit-coin tra il Napoletano, Lettonia e Lituania

Associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, intestazione fittizia di beni, bancarotta per distrazione, omessa dichiarazione dei redditi, nonché detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e altri mezzi atti a intercettare o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche. Queste le accuse mosse dal Comando provinciale della #guardiadifinanza di Napoli, a seguito di indagini che hanno potato alla emissione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di otto persone, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica. La centrale di riciclaggio internazionale era attiva a Portici ed Ercolano. Una parallela misura cautelare è stata eseguita del comando provinciale di Lecce, nell’ambito di una squadra investigativa comune coordinata da Eurojust, alla quale hanno preso parte parte anche le autorità giudiziarie della Lettonia e della Lituania. Due degli arrestati italiani erano residenti a Riga e da lì dirigevano le società coinvolte, uno è ritenuto il capo dell'organizzazione. Dietro il paravento di servizi di consulenza e promozione finanziaria operava una centrale di riciclaggio internazionale con sede a Portici ed a Ercolano, nel Napoletano, che offriva alla clientela un “pacchetto” di servizi finalizzato a delocalizzare ed investire all’estero proventi illeciti derivanti, tra l’altro, da frodi fiscali, truffe sui bonus edilizi e bancarotte fraudolente, con modalità tali da ostacolare l’identificazione dei beneficiari effettivi dei fondi riciclati.

I promotori del sodalizio avrebbero diretto e gestito un’articolata struttura organizzativa con ramificazioni anche in Paesi off-shore, che svolgeva in Italia una vera e propria attività bancaria occulta, attraverso un Istituto di moneta elettronica lituano e una società lettone ad esso collegata, assicurando alla clientela società fittizie intestate a soggetti “prestanome”, conti correnti gestibili interamente online attraverso un’applicazione scaricabile dai principali app store, carte di pagamento anonime nonché servizi di raccolta, custodia e trasporto di denaro contante. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero movimentato, tra il 2018 e il 2023, oltre 2,6 miliardi di euro, proponendo il proprio servizio a oltre 6mila clienti (per lo più italiani, principalmente localizzati in Campania, Lombardia e Lazio) che avevano necessità di un meccanismo capace di “nascondere” agli occhi del fisco italiano e dell’autorità giudiziaria ingenti capitali di illecita provenienza. Tra i clienti eccellenti della centrale di riciclaggio sgominata dalla Guardia di Finanza figurano anche elementi di spicco del clan dei casalesi e della 'ndrangheta. Poi ci sono studi medici, veterinari, professionali (anche legali) e un imprenditore napoletano già condannato per un'evasione fiscale di 70 milioni di euro. Avvalendosi di 15 dipendenti, il sodalizio avrebbe offerto assistenza sia mediante un centralino telefonico, sia attraverso una chat online, pubblicizzando i servizi offerti su numerosi siti web e su un ebook. Secondo l’ipotesi investigativa, condivisa dal gip del Tribunale di Napoli, alla base del sistema di riciclaggio scoperto vi era una struttura organizzativa imponente, costituita da sedi occulte a Portici ed Ercolano, da forza lavoro specializzata e fidelizzata e da un caveau per la custodia del contante, individuato nel corso delle perquisizioni eseguite in collaborazione con il Nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche.

Gli indagati si sarebbero avvalsi anche di strumentazioni informatiche e telematiche per impedire e interrompere le comunicazioni relative a sistemi telefonici e telematici, allo scopo di evitare qualsiasi tipologia di sorveglianza, captazione e intercettazione da parte delle forze di polizia. Eseguita in collaborazione con le autorità giudiziarie della Lettonia e della Lituania, con la Procura della Repubblica di Lecce e con il Nucleo di Polizia economico-finanziaria a quella sede, che ha eseguito una misura cautelare personale e reale nell’ambito di un parallelo filone investigativo, l’indagine avrebbe permesso di accertare anche un’evasione fiscale attribuibile ai principali promotori del sodalizio per un imponibile netto di quasi 80 milioni di euro. Contestualmente alle misure cautelari personali è eseguito il sequestro delle disponibilità finanziarie e del patrimonio degli indagati per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Tra i beni sequestrati vi sono quindici immobili a Vilnius (di cui due appartamenti di lusso nel centro storico, due alberghi e un bar-ristorante), quattro immobili a Riga (di cui due appartamenti di lusso), una villa ad Ercolano con piscina e campo di calcio, un immobile a Portici, un immobile a Como e uno yacht. Nel corso delle indagini, erano già sequestrati oltre 700mila euro in contanti, criptovaluta detenuta in nove portafogli digitali per 1,3 milioni di euro e beni di lusso (orologi e gioielli) per 330mila euro. L’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali è eseguita dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Napoli nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune coordinata da #Eurojust.


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Traffico internazionale di specie animali. Il caso del pangolino, considerato una prelibatezza sulle tavole cinesi

Nel nostro blog abbiamo avuto modo di parlare in più occasioni del traffico di specie animali (link in nota 1), noto come #wildlifetrafficking: la vendita illegale di specie selvatiche è tra i cinque commerci illegali più redditizi a livello globale, contrastato dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) in vigore dal 1975 (in Italia dal 1980).

In questo contesto i pangolini, specie unica di mammiferi, sono tra – se non i più – trafficati. Oltre un milione di pangolini sono stati uccisi nell'ultimo decennio, rappresentando il 20% di tutto il commercio illegale di fauna selvatica.

Per tale motivo il 15 febbraio è stata designata la Giornata Mondiale del Pangolino, per sensibilizzare l'opinione pubblica su questi animali unici.

I pangolini sono mammiferi e si trovano principalmente in ambienti acquatici, tuttavia non vivono nell'acqua. Essi usano efficacemente i loro artigli per difendersi e creare armature quando si raggomitolano. Il termine “pangolino” deriva dal termine maschile “penggulung”, che significa oggetto ruvido o ricurvo.

Giant pangolin (Smutsia gigantea), Autore Louise Prévot, @louiseprevot_art

Esistono otto specie di pangolini riconosciute, la maggior parte delle quali vive in Asia e Africa. Tutte e otto le specie sono considerate in pericolo a causa dell'alto rischio di sfruttamento e distruzione del loro habitat.

La più grande minaccia per i pangolini è il loro uso eccessivo nel traffico di animali selvatici e nella caccia. La loro carne viene utilizzata come cibo e le loro squame per scopi medicinali. Ma nonostante il loro uso diffuso, i benefici degli artigli del pangolino non sono stati riconosciuti e le loro squame sono realizzate semplicemente con materiale cheratinoso, che non li rende diversi dagli esseri umani.

Stanno diventando un mercato significativo in alcune parti del mondo, in particolare nei paesi asiatici, poiché il prezzo di un chilogrammo di pangolini in Cina può arrivare fino a 1300 euro, e il prezzo di un chilogrammo di carne può arrivare fino a 300 euro. A tale proposito il presidente cinese Xi Jinping criticò i prezzi elevati dei pangolini, citando i rischi per la salute pubblica derivanti dal consumo di animali selvatici. Fu approvata -anche in risposta alle preoccupazioni internazionali che il coronavirus Sars-Cov2, che si ritiene abbia origine nei pipistrelli, possa essere stato trasmesso all'uomo attraverso animali selvatici venduti in un mercato di Wuhan, in Cina – una decisione che vieta il commercio illegale di fauna selvatica in Cina ed elimina le normative esistenti relative al consumo di fauna selvatica. L'identità della fonte animale del coronavirus, denominata nCoV-2019, è stata una delle domande chiave per i ricercatori. È noto che i coronavirus circolano nei mammiferi e negli uccelli e gli scienziati hanno già suggerito che nCoV-2019 originariamente proveniva da pipistrelli, una proposta basata sulla somiglianza della sua sequenza genetica con quella di altri coronavirus noti. Ma il virus è stato probabilmente trasmesso all'uomo da un altro animale. Il coronavirus che ha causato una grave sindrome respiratoria acuta o SARS, diffuso dai pipistrelli ai gatti di zibetto agli umani. La South China Agricultural University di Guangzhou, tramite due dei suoi ricercatori, ha identificato il pangolino come la potenziale fonte di nCoV-2019 sulla base di un confronto genetico di coronavirus prelevati dagli animali e da esseri umani infetti nell'epidemia e altri risultati. Le sequenze sono simili al 99%, hanno riferito i ricercatori alla conferenza stampa del 7 febbraio.

Comunque, niente di tutto questo ha aiutato i pangolini né ora né nel recente passato. Se è vero che nel 2018, la provincia di Hubei ha creato 300 zone di conservazione e ha represso la caccia e il commercio senza licenza, nel 2019, nove tonnellate di carne di pangolino furono sequestrate a Hong Kong e successivamente sono state trovate 14 tonnellate di carne di pangolino a Singapore. Oltre un milione di pangolini sono stati uccisi nell'ultimo decennio, rappresentando il 20% di tutto il commercio illegale di fauna selvatica.

La mappa della presenza mondiale del pangolino, tratta da www.itsprettydata.com

La mappa della presenza mondiale del pangolino, tratta da www.itsprettydata.com

Appare evidente come il traffico illegale di animali selvatici è in forte espansione, con la domanda di pangolini che supera l’offerta.

I pangolini asiatici sono stati storicamente sotto pressione, con il pangolino della Sonda che ha registrato il maggior numero di casi di traffico.

Le popolazioni di pangolini in Asia stanno diminuendo e l'attenzione dei cacciatori si sta spostando verso le specie africane che vengono sempre più cacciate a causa dell'eccessivo sfruttamento.

Molte aree dell’Africa dove vivono i pangolini sono anche aree con elevata povertà e disunione.

Traffic, una rete globale che monitora il commercio di fauna selvatica, ha riferito che circa 9.000 pangolini sono stati introdotti clandestinamente in Cina dal 2007 al 2016. Nel 2017 è stato introdotto un accordo commerciale internazionale che consente l'importazione commerciale di tutte e otto le specie di pangolini. Tuttavia, la popolazione di pangolini cinesi è diminuita dell'80% negli ultimi anni.

La carne di pangolini è considerata una prelibatezza, con molti ristoranti che cercano di stupire gli ospiti con la carne di pangolino, considerata uno status symbol e le persone credono che il consumo di pangolino possa curare le malattie della pelle e prevenire le infezioni.

Nota . Tra gli altri articoli si segnalano: https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/crimini-che-colpiscono-lambiente, https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/i-reati-contro-la-fauna-selvatica-attivita-criminale-trasversale-da, https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/il-commercio-di-specie-selvatiche

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La mafia albanese

Sul European Law Enforcement Research Bulletin, numero 22, un periodico pubblicato online e in formato cartaceo (https://www.cepol.europa.eu/scientific-knowledge-and-research/european-law-enforcement-research-bulletin/european-law-enforcement-research-bulletin-issue-22) dalla #CEPOL, l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto appare tra gli altri un articolo sull’impatto della Mafia Albanse sulla sicurezza dell’Unione Europea (#UE) di José Luis Gil Valero, della International Union of Judicial Officers.

PREMESSA

Lo studio si concentra sul pericolo delle organizzazioni criminali di lingua albanese nei Balcani, in Europa e altrove. La metodologia si basa su due aspetti: lo studio delle caratteristiche essenziali di questi gruppi criminali sulla base degli ultimi studi resi pubblici nel settore accademico e lo studio delle principali operazioni di polizia e delle azioni internazionali svolte durante questo periodo sulla base delle relazioni di #Europol sull'accesso aperto che coinvolgono il comunicato stampa di Europol.

L'analisi di questi dati rivela il volume e la portata delle operazioni e l'ambito geografico delle principali attività criminali delle organizzazioni balcaniche, in particolare della mafia albanese. Ciò dimostra che abbiamo a che fare con organizzazioni criminali uniche a causa delle loro caratteristiche sui generis e della loro attività criminale, che le rendono estremamente difficili da combattere da parte delle forze dell'ordine.

L'articolo è diviso in tre sezioni ben definite: la metodologia utilizzata per raccogliere i dati, le caratteristiche delle organizzazioni criminali nei Balcani, e appunto il focus sulla mafia albanese.

L'attenzione è quindi posta proprio sulla mafia albanese, e i dati ottenuti sono analizzati utilizzando sei punti chiave: (1) il numero di operazioni di polizia effettuate, (2) il tipo di attività criminale, (3) le operazioni di polizia per tipo di traffico di droga, (4) i paesi coinvolti nelle operazioni, (5) il numero di membri della mafia albanese arrestati, e (6) il numero di operazioni di polizia effettuate contro i diversi gruppi criminali.

Questo articolo presenta un quadro teorico delle organizzazioni criminali nei Balcani, con l'obiettivo di approfondire le caratteristiche specifiche che rendono sia i gruppi balcanici che la mafia albanese in un unico gruppo di organizzazioni criminali. Lo smantellamento della Kompania Bello, una delle più grandi organizzazioni criminali albanesi al mondo, è esposto per evidenziare questo punto.

La ricerca analizza anche le operazioni di polizia condotte da Europol negli anni 2018-2021, presentando in forma grafica i punti chiave che mostrano la rilevanza della minaccia rappresentata dai gruppi criminali organizzati balcanici, in particolare dalla mafia albanese, per l'Unione europea nel suo complesso.

I BALCANI

I Balcani hanno costantemente formato un quadro complesso su etnia, religione, crocevia geografico, fattori sociali, rimostranze regionali e politiche storiche tra paesi, guerre, terrorismo e crollo dell'ex Jugoslavia.

La mancanza di una forte democrazia e di valori giuridici, combinata con la debolezza delle istituzioni politiche, ha reso i gruppi criminali dei Balcani una tempesta perfetta per i criminali e le loro attività. La globalizzazione ha contribuito a creare un mondo più connesso e meno sicuro, e i gruppi criminali dei Balcani ne hanno approfittato per passare da una minaccia regionale a una globale.

Il cartello balcanico, costituito principalmente da organizzazioni mafiose di lingua albanese, non solo costituisce una porta primaria per la droga verso l'Unione europea, ma crea anche un modello di business criminale essenziale che minaccia l'Unione europea. I limiti dello studio risiedono nei limitati dati disponibili, che estenderebbero la portata dello studio e lascerebbero la porta aperta per ulteriori ricerche sull'argomento

Le minacce alla sicurezza provenienti dai Balcani hanno avuto un impatto significativo sui paesi al di fuori della regione e dell’Unione Europea, in particolare sulla criminalità organizzata di lingua albanese, nota anche come mafia albanese. Questi gruppi si sono diffusi a causa delle specificità geografiche, delle condizioni politiche ed economiche nei Balcani, degli alti tassi di disoccupazione, delle ondate di immigrazione verso l’Europa e del sostegno dei membri della diaspora albanese. Hanno creato un panorama criminale complesso che mette alla prova le forze dell’ordine.

LA MAFIA ALBANESE

Europol e altre forze dell'ordine fanno riferimento a gruppi di lingua albanese, inclusi cittadini dell'Albania in senso stretto, albano-kosovari e persone di lingua albanese del Montenegro. Questi gruppi spesso appaiono come facilitatori e fornitori di servizi per altri gruppi criminali, ma potrebbero anche far parte di una rete criminale più ampia.

Europol descrive i gruppi criminali organizzati albanesi come organizzazioni di tipo mafioso, che combinano elementi tradizionali e moderni della criminalità organizzata. Questi gruppi sono governati da clan familiari chiamati 'fis' con rigide regole interne di comportamento e lealtà al clan. Le loro comunicazioni hanno caratteristiche come il linguaggio codificato, dialetti come il gheg albanese e il cosiddetto codice del silenzio.

I gruppi criminali albanesi seguono una solida gerarchia interna per interagire con altre squadre e hanno sviluppato un modello di business poli-criminale, occupandosi di droga e armi da fuoco e fornendo servizi come sicari. Alcuni membri di questi gruppi, soprattutto quelli di lingua albanese, sono considerati ex dipendenti dei servizi segreti o agenti di polizia e paramilitari, elementi che rimangono parte del loro carattere.

La mafia albanese ha dimostrato un’incredibile capacità di sviluppare operazioni internazionali altamente complesse, creando un avamposto vitale soprattutto nell’Unione Europea. Uno dei suoi maggiori successi è la grande segretezza e l'alto livello di professionalità mentre opera all'estero.

Nelle indagini, alcuni individui appartenenti a queste reti criminali potrebbero essere identificati in base ai loro ruoli, il che potrebbe portare a bersagli giudiziari. Questi obiettivi all’interno delle catene criminali rappresentano importanti punti di rottura e potrebbero portare a obiettivi di alto valore per sconfiggere la vera minaccia.

I gruppi mafiosi albanesi sono collegati alle istituzioni statali, come funzionari della polizia di frontiera, investigatori delle forze dell'ordine, giudici e pubblici ministeri, che svolgono un ruolo cruciale nel garantire il regolare svolgimento delle attività criminali. L'intermediario, elemento cruciale della struttura criminale, è un intermediario perfetto per contattare le persone e salvare entrambe le parti coinvolte in accordi illegali. Se le forze dell’ordine riuscissero a scoprire e contrastare questi elementi della catena illegale, potrebbero abbattere e sconfiggere alcune organizzazioni criminali.

Le reti mafiose di lingua albanese si stanno diffondendo in tutto il mondo, ma i loro legami sono incredibilmente fitti nell’Unione Europea. Una consapevolezza dettagliata di questi legami è necessaria per comprendere come questi gruppi regionali siano diventati una minaccia alla sicurezza internazionale di alto livello per le nostre società. I punti caldi delle reti internazionali con la partecipazione segnalata di gruppi criminali albanesi legati al traffico illecito di droga includono cocaina, eroina e cannabis. Inoltre, il traffico di armi da fuoco è un mercato critico in Europa, con i gruppi criminali organizzati italiani, in primo luogo la 'Ndrangheta, che agiscono come principali clienti degli albanesi.

I principali paesi europei in cui la mafia albanese mantiene le proprie reti di diffusione e le proprie radici sono Belgio, Paesi Bassi, Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Svizzera e Germania. Gli Stati Uniti e i paesi dell’America Latina sono i loro principali avamposti fuori dall’Europa.

LE OPERAZIONI DI POLIZIA

L’operazione di polizia LOS BLANCOS, coordinata da Europol nel settembre 2020, ha coinvolto oltre dieci Paesi, europei ed extraeuropei, contro la pericolosa e complessa mafia albanese, conosciuta come Kompania Bello. Il sindacato criminale, guidato da Dritan Rexhepi (recentemente arrestato, di cui ci siamo già occupati nel nostro blog), controllava l'intera catena del traffico di droga tra i cartelli della droga sudamericani e l'Europa, in particolare i porti dei Paesi Bassi e del Belgio. Da questi punti la cocaina veniva consegnata in Germania, Italia e Albania. Il gruppo coinvolgeva quasi quattordici gruppi criminali albanesi e reclutava i loro membri dalla estesa diaspora di lingua albanese nei paesi europei.

Durante l'indagine, le capacità di intelligence sviluppate dalla Kompania hanno dimostrato che i membri dei gruppi si scambiavano informazioni sulle operazioni di polizia e sui casi penali durante l'elaborazione in tribunale come analisi strategica focalizzata su future attività illegali. È stato osservato anche il ricorso a garanti e la corruzione di funzionari pubblici nei porti mercantili. Il sistema di pagamento utilizzava un sistema organizzativo cinese (feich’ien) senza portare contanti.

La situazione attuale tra il 2018 e il 2021 si basa sul comunicato stampa di Europol, che ha partecipato e coordinato queste operazioni in Europa e in altri paesi. Per rispondere alla domanda se la mafia albanese rappresenti una minaccia per l’UE, sono stati utilizzati sei punti di riferimento chiave rispetto ai quali valutare i dati ottenuti.

La minaccia della mafia albanese nell'ambiente europeo viene valutata utilizzando i dati dei comunicati stampa di Europol. La principale attività criminale della mafia albanese è il traffico di droga, a cui si aggiungono reati come il riciclaggio di denaro e il traffico di migranti identificato.

La principale sostanza illegale trafficata è la Cannabis Sativa e i suoi prodotti derivati, come la marijuana (74.755 piante di cannabis; 73 piantagioni; 3.400 kg sequestrati; e 280 kg di marijuana sequestrati), seguita dalla cocaina (5.650 kg sequestrati, principalmente a Kompania Bello, durante Operazione BLANCOS e anche operazione GOLDFINGER). L’Albania è il fulcro centrale della produzione e del traffico di cannabis verso l’UE, e uno dei principali varchi della cocaina dall’America Latina all’Europa utilizza la rotta balcanica, simile al cartello balcanico.

L’ESPANSIONE TERRITORIALE

Uno dei punti di forza delle organizzazioni criminali balcaniche, in particolare della mafia albanese, è la loro incredibile espansione territoriale. I dati forniscono informazioni preziose sulla minaccia della mafia albanese nell'ambiente europeo.

La mafia albanese, una minaccia significativa per l’UE, è attiva nella regione dal 2019, con una tendenza preoccupante all’arresto di circa 200 detenuti all’anno. Tra il 2018 e il 2021, 375 persone sono state arrestate in diverse operazioni di polizia sostenute da Europol. Tuttavia, non sono disponibili dati sul numero effettivo di persone detenute legate alla mafia albanese nei paesi membri dell’UE.

In questo periodo il numero delle operazioni di polizia contro tutti i gruppi organizzati della regione balcanica è arrivato a 21, con la mafia albanese in testa di dieci (47,65%) tra gli obiettivi operativi. Seguono altri gruppi balcanici con sei operazioni (28,57%) e il 'cartello balcanico' con cinque operazioni (23,80%). Il cartello balcanico è considerato la seconda minaccia più importante a causa dei suoi progressi strutturali e del carattere di sindacato della criminalità organizzata.

MAFIA ALBANESE ED AMERICA LATINA

Nei mercati criminali, il traffico di droga rimane l’attività criminale principale, con i prodotti derivati dalla cannabis seguiti dalla cocaina che costituiscono i principali stupefacenti. La mafia albanese rappresenta una continua minaccia per l’UE a causa del suo potere in America Latina e della sua complessa rete di facilitatori che garantiscono che la droga raggiunga i mercati europei. Il volume del traffico di cannabis all’interno dei confini dell’UE ha reso gli albanesi i principali produttori e distributori.

CONCLUSIONI

Per combattere queste organizzazioni criminali, è fondamentale prendere di mira i fattori chiave o i principali facilitatori delle loro attività, sia legali che illegali. L’UE dovrebbe considerare l’attuale numero di operazioni e arresti effettuati in tutta l’UE e lavorare per affrontare le sfide che pongono.

La mafia albanese è una rete criminale complessa e adattiva con cui le forze dell’ordine devono confrontarsi. La Kompania Bello, un ottimo esempio, rappresenta una minaccia per la sicurezza dell'UE. Le questioni chiave da affrontare includono la struttura dei clan, la diffusione della diaspora globale, i collegamenti internazionali tra altri gruppi criminali e lo sviluppo di attività criminali da parte di broker e intermediari. Le forze dell’ordine devono migliorare le capacità di intelligence e rafforzare la cooperazione tra polizia e agenzie di sicurezza. L’analisi di programmi come “AP Copper” di Europol e “IPA 2019 Countering Serious Crime in the Western Balkans” può aiutare a coordinare gli sforzi contro la criminalità organizzata di lingua albanese. Tuttavia, la complessità del fenomeno e i limiti delle indagini richiedono ulteriori ricerche sulla criminalità organizzata di lingua albanese nell’UE e altrove. Nonostante le molteplici operazioni di polizia, permangono significative lacune informative, che richiedono una ricerca continua per comprendere meglio la minaccia per le società europee.

#JoséLuisGilValero #InternationalUnionofJudicialOfficers #Mafiaalbanese #IPA #CounteringSeriousCrimeintheWesternBalkans

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Frode carosello nei prodotti ittici da Spagna e Portogallo verso Genova. E spunta l'ombra della mafia.

La #GuardiadiFinanza di Genova ha arrestato cinque persone accusate di vari reati, tra cui frode, trasferimento fraudolento di valore, auto-riciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e omesso versamento iva. Il tutto per un giro d’affari di oltre 3 milioni di euro.

Le indagini si sono sviluppate dal 2015 al 2021 e hanno coinvolto 12 persone, tutte accusate di aver creato un'associazione a delinquere.

Gli inquirenti indicano alla guida dell'associazione Salvatore Vetrano (i cui reati sono stati contestati con l’aggravante di aver commesso tali delitti al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso “Cosa Nostra”), che partecipava a varie società gestendo uno schema di evasione fiscale basato sull'importazione di prodotti ittici dalla Spagna e dal Portogallo in Italia. Lo schema prevedeva due tipi di evasione fiscale: uno in cui l'operatore inadempiente era costretto a pagare l'imposta applicata nel paese, e un altro in cui l'entità “cuscinetto” era autorizzata ad acquistare i prodotti e venderli a clienti con prezzi distorti.

Sono stati emessi mandati d'arresto europei per Vetrano e Bruno Anna, eseguiti a Barcellona da personale della Divisió d’Investigació Criminal de Mossos d’Esquadra, con il supporto del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova ed il coordinamento del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP), ed a Vigo da personale dalla Policia Nacional – Unidad de Delincuencia Económica y Fiscal. ll Giudice per le Indagini Preliminari ha confiscato beni per oltre 3 milioni di euro, secondo il profitto delle attività illecite.

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Operazione internazionale contro il più grande gruppo di ransomware al mondo. Aiuta il portale “No More Ransom”

In un'azione coordinata supportata da #Eurojust ed #Europol, le autorità giudiziarie e di polizia di 10 paesi diversi hanno colpito #LockBit, l'organizzazione di ransomware più attiva al mondo.

Due membri del team ransomware sono stati arrestati in Polonia e Ucraina.

Inoltre, le forze dell’ordine hanno compromesso la piattaforma principale di LockBit e rimosso 34 server nei Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Francia, Svizzera, Australia, Stati Uniti e Regno Unito.

LockBit è emerso per la prima volta alla fine del 2019, inizialmente chiamandosi ransomware “ABCD”. Da allora, è cresciuto rapidamente e nel 2022 è diventato la variante di ransomware più diffusa a livello mondiale. Si ritiene che gli attacchi LockBit abbiano colpito oltre 2.500 vittime in tutto il mondo. Il gruppo operava come “ransomware-as-a-service”, il che significa che un team principale crea il proprio malware e gestisce il proprio sito Web, concedendo in licenza il proprio codice agli affiliati che lanciano attacchi.

L'azione congiunta ha permesso alle diverse forze di polizia di prendere il controllo di gran parte delle infrastrutture che permettono il funzionamento del ransomware LockBit, compresa la darknet, e, in particolare, il “muro della vergogna” utilizzato per pubblicare i dati delle vittime che si sono rifiutate di pagare il riscatto. Questa azione ha interrotto la capacità della rete di operare. Le autorità hanno inoltre congelato più di 200 conti di criptovaluta collegati all'organizzazione criminale.

Questa operazione internazionale segue una complessa indagine condotta dalla National Crime Agency del Regno Unito. Supportate da Eurojust ed Europol, le forze dell'ordine di altri nove paesi hanno lavorato su questo caso in stretta collaborazione con l'Agenzia nazionale anticrimine, comprese le autorità di Francia, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Svizzera, Australia, Canada e Giappone.

Il caso è stato aperto presso Eurojust nell’aprile 2022 su richiesta delle autorità francesi. Il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol ha organizzato riunioni operative per sviluppare le piste investigative in preparazione della fase finale dell’indagine.

La polizia giapponese, la National Crime Agency e il Federal Bureau of Investigation hanno unito le loro competenze tecniche per sviluppare strumenti di decrittazione progettati per recuperare i file crittografati dal ransomware LockBit.

Queste soluzioni sono state rese disponibili gratuitamente sul portale “No More Ransom”, disponibile in 37 lingue.

Finora, più di 6 milioni di vittime in tutto il mondo hanno beneficiato di No More Ransom, che contiene oltre 120 soluzioni in grado di decrittografare più di 150 diversi tipi di ransomware.

Oltre le verie Autorità Giudiziarie dei Paesi interessati, hanno preso parte all'indagine le seguenti autorità di polizia:

Regno Unito: National Crime Agency, South West Regional Organized Crime Unit

Stati Uniti: Federal Bureau of Investigation – Newark

Francia: JUNALCO (National Jurisdiction Against Organized Crime) e Gendarmerie Nationale

Germania: Dipartimento centrale per la criminalità informatica del Nord Reno-Westfalia (CCD), Ufficio statale per le indagini penali dello Schleswig-Holstein (LKA Schleswig-Holstein), Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt)

Svezia: Centro svedese per la criminalità informatica,

Paesi Bassi: Team Cybercrime Zeeland-West-Brabant, Team Cybercrime Oost-Brabant, Team High Tech Crime);

Australia: Polizia federale australiana Canada: Polizia a cavallo reale canadese

Giappone: Agenzia nazionale di polizia ·     

Svizzera: Polizia cantonale di Zurigo.

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