ut

loingpres

Ai cosiddetti credenti importa poco di Dio, in realtà. Se Dio non si occupasse di loro, se l'esistenza di Dio non fosse legata alla loro salvezza, alla vita eterna o alla possibilità di rendere meno minacciosa la vita quotidiana attraverso la preghiera, di Dio importerebbe loro meno che di Andromeda. Narcisismo e paura sono al fondo della fede. Immaturità spirituale. Perché ogni autentica spiritualità comincia con l'accettazione della morte.

#loingpres

In ogni essere umano c'è in potenza tanto il santo quanto il criminale. Il fatto che emerga l'uno o l'altro è legato alla temperatura. A temperatura media — a temperatura ambiente, per così dire: se l'ambiente non è troppo caldo, perché spiritualmente gli esseri umani sono animali a sangue freddo — l'essere umano è mediamente buono. Per meglio dire: né buono né cattivo, esigendo tanto la bontà quanto la cattiveria una energia che la sua medietà non gli consente. Provate ora ad alzare la sua temperatura. Sottoponetelo allo stress. Dategli l'impressione di essere vittima di ingiustizia. Infliggetegli qualche sofferenza. Ecco che quell'essere umano mediamente buono si sposta gradualmente verso il polo violento di sé stesso. Provate poi a calare questo individuo stressato in un contesto ambientale (intendo: culturale) caldo — in un Paese in cui vi sia una guerra, ad esempio, e dunque la cultura del nemico — ed ecco che questo brav'uomo, questa brava donna sono pronti a qualsiasi crimine. Non credo nell'amore. È una passione calda, e prima o poi — il cristianesimo, religione calda come l'Islam, e la cui storia è una storia criminale, lo dimostra abbondantemente — si converte in odio. Credo nell'equanimità. La virtù fredda che mi consente di vedere nell'altro “un altro io diverso da me”, come diceva Rousseau.

#loingpres

“Noi cerchiamo l'assoluto e troviamo sempre solo cose”, dice Sylvain Tesson (La pantera delle nevi, Sellerio)

Basta smontare le cose.

#loingpres

Chi è morto non esiste più? Davvero? Lucrezio, Marco Aurelio, Seneca, Leopardi, Spinoza, Michelstaedter, Capitini erano tutti morti da tempo — qualche decennio o qualche secolo — quando sono entrati nella mia vita. Eppure ognuno di loro è stato, è presente per me. E lo è — terribile dirlo — molto più di molte persone che incontro ogni giorno. Di fatto, Leopardi esiste. Anche ora che è morto. Esiste, ed esiste in quel modo concreto che consiste nel produrre effetti. Mi dà da pensare, mi emoziona, mi aiuta, mi inquieta. Ed è lui, in modo inconfondibile. Cos'è, sopravvivere in questo modo? Che tipo di ente è un autore? Dove lo collochiamo, in un immaginario albero degli enti? Non è ciò che Capitini chiama compresenza? I suoi libri sulla compresenza non sono una compresenza in atto? Non è stato, non è, Aldo, presente accanto più del tragicomico susseguirsi di figure che m'inesistono accanto?

#loingpres

Non c'è pensiero più volgare di quello della propria salvezza. {60920}

#loingpres

La felicità è sempre venata di sofferenza. In primo luogo, perché scaturisce da cause esterne — una bella giornata di sole, essere e sentirsi amati, ottenere riconoscimento eccetera — e dunque sancisce la nostra dipendenza, che è un male. In secondo luogo perché, proprio per questo suo dipendere dall'esterno, è fragile, momentanea, sempre minacciata e in pericolo — sempre circondata da un alone di ansia. Per questo gli antichi cercavano non la felicità, ma l'atarassia.

#loingpres

Non c'è scandalo più grande della morte di un bambino. Ci sembra che una terribile, intollerabile ingiustizia sia stata compiuta; quella ingiustizia che suscita la ribellione di Ivan Karamazov; quell'ingiustizia che nemmeno l'apocatastasi potrebbe guarire. Ma in cosa consiste questa ingiustizia? Al bambino, pensiamo, è stato tolto il futuro. Gli sono stati sottratti gli anni a venire: la possibilità di diventare adulto, di amare, di lavorare, di avere figli. Ma può essere sottratto solo ciò che è un possesso. E il futuro non è un possesso, semplicemente perché non esiste. E ciò che non esiste non può essere sottratto. Nessuno di noi ha il futuro. Abbiamo solo questo-istante-qui. L'istante successivo potrebbe non esserci. Non abbiamo alcun diritto su di esso. Non abbiamo alcun diritto di vivere un istante in più. Quando moriamo, è solo questo-istante-qui che ci è tolto (come dice Marco Aurelio nel suo pensiero più abissale: Κἂν τρὶς χίλια ἔτη βιώσεσθαι μέλλῃς, κἂν τοσαυτάκις μύρια, ὅμως μέμνησο ὅτι οὐδεὶς ἄλλον ἀποβάλλει βίον ἢ τοῦτον ὃν ζῇ, οὐδὲ ἄλλον ζῇ ἢ ὃν ἀποβάλλει: II, 14). E questo vale a dodici anni come ad ottanta.

{Domenico Scarlatti, Sonata in F Minor, K.183: Allegro} {230820}

#loingpres

Morire è un problema. Finire all'inferno — temere di finire all'inferno — è un problema culturale. L'errore è un problema. Il peccato (quell'errore che consiste nel trasgredire una norma religiosa o nell'offendere un ente divino) è un problema culturale. Le prevedibili conseguenze negative di una nostra azione sono un problema. Il karman è un problema culturale. La solitudine è un problema. Il tradimento è un problema culturale. Eccetera. Distinguere i problemi reali dai problemi culturali è fondamentale per vivere una vita non troppo infelice. La guida è il nostro corpo.

#loingpres

Bisogna cambiare la società. Perché? Perché è ingiusta, perché troppe persone sono sfruttate, perché alcuni hanno troppo ed altri troppo poco. Ma è tutto qui? No: bisogna, soprattutto, cambiare la società perché è falsa. Perché è fondata sulla menzogna, sull'ipocrisia, sulla rimozione. E per questo è infelice. Saremmo infelici anche se fossimo tutti perfettamente uguali dal punto di vista economico. C'è una sofferenza sorda, antica, legata alla nostra stessa condizione, ed è una sofferenza che taciamo, anzi cerchiamo di esorcizzare nella nostra vita sociale (Michelstaedter chiamava rettorica questo reciproco rassicurarsi, e ne fece una analisi che resta insuperata). E c'è poi il desiderio. Anzi: i desideri. Che ci spaventano, e che perciò poniamo fuori dalla scena sociale. La quale diventa, dunque, un palcoscenico reale. Recitiamo le nostre vite sociali, e al di fuori della scena spesso non c'è che un vuoto spaventoso. Perché abbiamo bisogno di dirci, e di dirci autenticamente. Ma la vita sociale è fondata sulla rimozione sistematica di ciò che più urgentemente abbiamo bisogno di dire: il nostro dolore e il nostro desiderio.

#loingpres

Nessuno è colpevole di nulla. Tranne Dio. Ognuno è perdonabile. Tranne Dio.

#loingpres