Diario di una liberazione
Scrivo questa mia esperienza, perché prima di consigliare qualunque cosa ad amici e parenti, sono solito provarla personalmente sulla mia pelle.
Dopo aver visto il documentario “The Social Dilemma” su Netflix, che racconta il dietro le quinte dei social media di META, mi sono talmente arrabbiato e sono rimasto talmente disgustato che ho deciso seduta stante di eradicare qualunque prodotto META dal mio telefono.
Non che sia stata una sorpresa assoluta in quanto, essendo “vecchio informatico”, i vari FB, Twitter/X, IG ecc. li ho visti nascere. Sono nel ramo informatico da quando c'erano ancora le schede perforate, i disk-pack e i nastri magnetici, cose che voi probabilmente avete visto solamente nei documentari storici alla TV.
Ero consapevole delle manipolazioni che venivano realizzate da quelle società della Silicon Valley, oggi denominate Big Tech, che oggi sono solamente delle macchine per creare denaro. Ma la misura è colma, sono stati presi da deliri di onnipotenza e credono addirittura di potersi sostituire a Dio.
Questo è un breve diario del mio percorso di disintossicazione da quella sostanza velenosa che sono le app di META.
Primo giorno: mando un messaggio WA a tutta la mia lista di amici, dicendo che per motivi di privacy non lo avrei più utilizzato. Chi volesse contattarmi, avrebbe potuto utilizzare Signal, o SMS o una semplice telefonata. Dopo un paio d'ore, solo qualcuno mi chiede il perché, tutti gli altri mi mandano un semplice “ok”. Quindi procedo a cancellare completamente l'account con cancellazione di backup e di qualunque cosa potesse essere stata salvata. Subito dopo disinstallo la app.
Nel secondo passaggio, disinstallo FB senza avvisare nessuno (visto che ormai ho capito che non importa a nessuno). Mi assicuro che non ci siano servizi META nascosti in esecuzione e riavvio il telefono.
Ce l'ho fatta, sono uscito da questa ruota da criceto che mi costringeva a scrollare all'infinito notizie idiote, di gente idiota, su una app che mi succhiava dati e tempo libero.
Secondo giorno: cerco di convincere la mia famiglia ad installare Signal per messaggiare con me. Le persone adulte, pur con qualche resistenza, lo hanno fatto. Mio figlio e mia nipote, entrambi ventenni, si sono rifiutati categoricamente. Preciso che non gli ho detto di cancellare FB o WA, gli ho detto semplicemente di installare una nuova app per messaggiare con me. La cosa già inizia a puzzare di bruciato, perché sono ragazzi che installano la qualunque senza problemi.
Terzo giorno: mi prende un mal di testa strano, ma prendo un'aspirina e tutto si risolve per il meglio.
Quarto giorno: mi metto in testa di convincere anche i miei colleghi di lavoro. Nei nostri discorsi infilo sempre la questione social, ed anche se tutti sono d'accordo con me, cercano di convincermi che è una guerra persa. Dicono proprio così: “E' inutile, è una guerra persa, che fai ti isoli? stanno tutti là sopra”.
Quinto giorno: ormai sono entrato completamente nella parte “guru indiano”, ho deliri di onnipotenza, credo di essere il solo ad aver aperto gli occhi. Dopo qualche ora, la mia parte razionale si fa un bagno di umiltà e decido di non cercare di convincere più nessuno, ma di dire semplicemente le cose come stanno. Del resto non posso salvare il mondo da solo.
Sesto giorno: la sera vado a letto ma non riesco a prendere sonno, durante la notte mi viene da piangere, senza un motivo apparente, penso ai miei figli e a tutti quei ragazzi nelle grinfie delle “Big Tech” che li stanno trasformando in zombie per i loro sporchi profitti. Inizio a pensare ad una strategia di attacco.
Settimo giorno: durante la notte mi prende un sentimento di amore per tutto l'universo e per poco non decido di prendere i voti per andare a chiudermi in un convento a pregare. La mia parte razionale mi parla e mi fa: “Attenzione, questi sono segnali di una disintossicazione da droghe”. In effetti, mi riprometto di non prendere alcuna decisione importante, prima che siano passati almeno due mesi.
Ottavo giorno: sto in pace, niente notifiche di FB, niente notifiche di gruppi WA con buongiorno, video scemi e cose inutili. Prendo il mio lettore di eBook ed inizio a leggere la biografia di Geronimo, capo Apache, scritta quando era già anziano e confinato in una riserva indiana. Mi colpisce la seguente frase: “Non avrei mai dovuto accettare la resa, avrei dovuto combattere fino alla fine”.
Nono giorno: mi sento bene, ogni tanto ho mal di testa ma passa da solo dopo poco. Sono molto più tranquillo e rilassato, sorrido alle persone e inizio a riprendere il contatto con la realtà. Dopo un grosso e difficile lavoro su apparecchiature informatiche, un collega ed amico se ne esce con questa frase: “Io sono personalmente e fortemente convinto, che la determinazione e la volontà di raggiungere un obiettivo, insieme alla convinzione di poterlo fare, siano fondamentali per il suo successo” (Antonio Sorrentino).
Decimo giorno: riconosco e sono consapevole che ho dovuto affrontare un percorso di disintossicazione come una qualunque persona dipendente da droghe, nonostante io usassi raramente FB e WA solo per i messaggi essenziali, e nonostante avessi un cervello molto adulto (sono quasi sui 60 anni).
Ho voluto raccontare il mio percorso, che non interesserà a nessuno, per dirvi che l'uscita dalla app META non sarà per nulla facile, in quanto i “signori” delle Big Tech hanno giocato con la dopamina e con il meccanismo di attesa / ricompensa, per drogarci di una sostanza che non proviene dall'esterno, ma che viene prodotta dal nostro stesso corpo. E sono andati talmente in profondità nella programmazione del nostro cervello, che il solo pensiero di installare una app alternativa causa attacchi di ansia e senso di smarrimento.
Ora è il momento storico per uscire dalla gabbietta del criceto, ora che esiste ancora una generazione che si ricorda come era la vita prima del “rullo” dei social media.
Grazie
Per commenti: @signoredibaux@snowfan.masto.host