La mia spiritualità

Stasera aggiungo un altro tassello alla descrizione del mio carattere, parlando della mia spiritualità. Sono stato educato in una famiglia religiosa e cattolica, non estremista, ma cattolica moderata, di quelle famiglie che vanno a messa e che seguono le processioni e sono felici di passeggiare sotto le luminarie della festa del santo patrono.

Dagli 8 anni circa sono entrato negli Scout, ed ho fatto tutto il percorso da lupetto prima, poi esploratore, poi novizio e infine rover (arrivando ai 18 anni), nel gruppo del mio paese. Animavamo regolarmente la messa, con chitarre e canti (eh si, eravamo molto country).

Ma la vita scout non era solo quella, facevamo uscite domenicali all'aria aperta, in collina o in montagna. Facevamo campi da 10 giorni sotto la tenda, costruendoci da soli la cucina, il tavolo per mangiare e tutto quello che occorreva per vivere decorosamente nel rispetto della natura.

Durante i campi la vita era scandita dagli impegni e dalle cose pratiche da fare, ma c'era sempre spazio per la preghiera. Ricordo ancora e non dimenticherò mai il canto della sera intorno al fuoco di bivacco, prima di ritirarci nelle tende a riposare.

Con gli scout ho vissuto mille avventure, ma anche disavventure, e lontano dalla città sentivamo la presenza di Dio, la bellezza dell'amicizia, la gioia del cuore quando aiutavi un amico.

In una di quelle sere senza luna e senza luci artificiali, distesi sull'asfalto di una strada dove non passava mai nessuno, ci mettemmo a guardare le stelle. Il nostro sguardo andava lontano, si perdeva nell'infinito di tutte quei puntini luminosi.

“Prendiamoci per mano” proposi io. E così facemmo, e immediatamente sentimmo di essere una sola cosa col creato, ci sembrava di volare tutti insieme e di far parte dell'infinito. Fu proprio allora, in quel preciso momento, che la mia anima di adolescente percepì la presenza di Dio. Non furono le messe, le preghiere, le processioni o i sacri testi. Fu una strada buia, una catena di amici, un cielo profondo e un cuore gonfio di amore.

Sono trascorsi moltissimi anni da allora, sono sempre cattolico, ma sono anche critico nei confronti del Vaticano e dei porporati a qualunque livello. Dico spesso che la chiesa è la peggior nemica di sé stessa, e sta facendo di tutto per isolarsi sempre di più. Gesù è sceso per venire in mezzo a noi, mentre la chiesa sta abbandonando le persone per seguire la propria autodeterminazione.

Nonostante questo, continuo a pregare, continuo a cercare la mia spiritualità, a donare amore, ad insegnare il rispetto.

Non sono un trascinatore, non ho un modo di comunicare magnetico, sono una persona normale, a volte noiosa. E poi si sa, i vecchi chi li ascolta.

Prego per la mia famiglia, prego per le persone malate, per quelle in difficoltà. Tante volte ho superato momenti critici della mia vita, pregando ed affidandomi alla Madonna di Pompei, oppure alla Madonna che scioglie i nodi. Non perché mi aspetti dei miracoli, non credo alle statue che piangono, alle facce di San Pio che nascono sulle pietre. Credo al voler bene, all'amicizia, alla carità, al rispetto tra le persone.

Ho avuto ed ho anche io le mie delusioni, ma la negatività non mi ha mai trasformato. Continuo ad avere fiducia, continuo a pensare che le persone d'amore sono tantissime e che l'odio è solo più rumoroso, ma non più numeroso. Cerco di creare un ambiente sereno su posto di lavoro e in famiglia (anche se mio figlio è l'unico sulla faccia della terra che riesce a farmi perdere le staffe).

Mi piace leggere i pensieri dei grandi maestri di vita, di qualunque religione essi siano, perché non deve mancare mai il rispetto per il nostro prossimo, a qualunque religione appartenga, di qualunque colore sia la sua pelle, qualsiasi orientamento sessuale abbia.

Spero di non avervi annoiato troppo.

Namasté

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