Quello che deve succedere, succederà
Spesse volte, quando devo esprimere un pensiero in scrittura, trovo enormi difficoltà ad iniziare. Sia perché non sono uno scrittore, sia perché ho sempre avuto la tendenza ad essere sintetico per andare diretto al nocciolo della questione. Non so fare filosofia, non so “allungare il brodo”, e confido nella corretta comprensione dei miei pensieri già alla prima lettura. Non che siano interessanti od originali. Ad una certa età, tu parli e nessuno ti ascolta, specialmente nei tempi odierni dove ormai non si riesce a fare più un discorso per intero ed è tutto ridotto a pezzetti. Frasi, immagini, video, canzoni. Tutto estrapolato dal contesto, nella maggior parte dei casi fatto apposta per divertire.
“La gente vuole ridere”, commedia di Vincenzo Salemme è lo specchio della società attuale, dove ogni cosa viene girata a barzelletta. Ma non voglio fare il processo allo stato delle cose. Il mondo di adesso è il mondo della generazione attuale, non della nostra generazione. Le vecchie generazioni hanno fallito, e ancora stanno facendo danni (Vedasi le guerre in atto).
La mia generazione, nata alla fine degli anni '60, professava degli ideali positivi ed altruistici. Il rispetto della natura, degli animali, delle persone anziane in quanto scrigni di saggezza, degli insegnanti e degli educatori. Il cibo non doveva essere sprecato e così il denaro. Potrei continuare, ma ci sono decine di ideali nei quali credevamo e che abbiamo distrutto uno per uno. Abbiamo avuto la nostra occasione, mancandola completamente.
Non siamo stati capaci di dire quei “no” che avrebbero fatto la differenza. Per evitare sofferenze ai nostri figli li abbiamo cresciuti sotto una campana di vetro, facendogli credere che potevano essere uguali ai loro amici figli di famiglie benestanti. Il primo ad autoaccusarmi sono io, ovviamente.
Questo non significa che abbiamo tutte le colpe del mondo. Molte volte ci sforziamo di fare e di dire la cosa giusta, ma gli eventi vanno in tutt'altra direzione. E allora ci sentiamo frustrati e nervosi, perché pensiamo che avremmo potuto fare di più. In realtà quello che deve succedere, succederà, indipendentemente da noi. Possiamo solo accettarlo e cercare di limitare i danni per quanto ci è possibile.
Sento molte volte persone anziane dire: “Quella donna non ha avuto figli, il Signore non ha voluto benedirla”. Ma che ne sappiamo noi se invece è stata benedetta, perché magari avrebbe potuto avere un figlio malato e non avrebbe avuto la forza di sostenerlo?
Altre volte, specialmente in questo periodo, sento ripetere spesso: “Ma come fa Dio a permettere delle atrocità simili senza intervenire”. Chi afferma questo non conosce l'amore di Dio, e fa il gioco del male. Gesù sta là, sotto quelle bombe e in tutti quei bambini, a morire ed essere massacrato con loro. Non prendiamocela con Dio, prendiamocela con noi stessi che non siamo capaci di avere cura per il prossimo, che sia un familiare, un conoscente o un vicino di casa. Io sono il primo, e mi autodenuncio, che in prima battuta cerca di evitare qualsiasi problema che possa minare la tranquillità della sua vita.
La cosa peggiore è sentire la gente dire che una persona ha avuto una certa malattia perché è stata punita da Dio. Dio è amore incondizionato, non dà premi o punizioni, non gioca alla ruota della fortuna. Chi è credente, trova in lui la forza di affrontare le difficoltà della vita. Chi non lo è, dovrebbe avere almeno quel minimo di rispetto per non nominarlo continuamente, infilando bestemmie come un intercalare in ogni frase.
Come al solito ho iniziato in un modo e finisco per parlare d'altro, ma l'ho detto all'inizio, non sono uno scrittore ed a scuola finivo sempre per andare fuori tema.
Dopo questo “pippone” che nessuno leggerà, vi auguro buona serata e buon ferragosto.
Namastè.
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