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from 📖Un capitolo al giorno📚

Preghiera per la vigilanza 1Signore, padre e padrone della mia vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa loro. 2Chi fustigherà i miei pensieri e chi insegnerà la sapienza al mio cuore, perché non siano risparmiati i miei errori e i loro peccati non restino impuniti, 3perché non si moltiplichino i miei errori e non aumentino di numero i miei peccati, e io non cada davanti ai miei avversari e il nemico non gioisca su di me? ⌈Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.⌉ 4Signore, padre e Dio della mia vita,⊥ non darmi l'arroganza degli occhi 5e allontana da me ogni smodato desiderio. 6Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare.

La disciplina della lingua 7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca, chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante⊥. 8Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e il superbo vi trovano inciampo. 9Non abituare la bocca al giuramento⊥, non abituarti a proferire il nome del Santo⊥. 10Infatti, come un servo interrogato accuratamente non mancherà di prendere lividure, così chi giura e pronuncia il Nome di continuo di certo non sarà esente da peccato. 11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; il flagello non si allontana dalla sua casa. Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; se non ne tiene conto, pecca due volte. Se giura il falso, non sarà giustificato, e la sua casa si riempirà di sventure. 12C'è un modo di parlare paragonabile alla morte: che non si trovi nella discendenza di Giacobbe! Da tutto questo infatti staranno lontano i pii, così non si rotoleranno nei peccati. 13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità, in esse infatti c'è motivo di peccato. 14Ricorda tuo padre e tua madre quando siedi tra i grandi, perché non lo dimentichi davanti a loro e per abitudine non dica sciocchezze, e non giunga a desiderare di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita. 15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi non si correggerà in tutta la sua vita.

Esortazione a non cadere nella lussuria e nell’adulterio 16Due tipi di persone moltiplicano i peccati, e un terzo provoca l'ira: una passione ardente come fuoco acceso non si spegnerà finché non sia consumata; un uomo impudico nel suo corpo non desisterà finché il fuoco non lo divori; 17per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non muoia. 18L'uomo infedele al proprio letto dice fra sé: “Chi mi vede? C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, perché temere? Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo”⊥. 19Egli teme solo gli occhi degli uomini, non sa che gli occhi del Signore sono mille volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le vie degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti. 20Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, allo stesso modo anche dopo la creazione. 21Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città⊥, sarà sorpreso dove meno se l'aspetta⊥. 22Così anche la donna che tradisce suo marito e gli porta un erede avuto da un altro. 23Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell'Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha portato in casa figli di un estraneo. 24Costei sarà trascinata davanti all'assemblea e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli. 25I suoi figli non metteranno radici, i suoi rami non porteranno frutto. 26Lascerà il suo ricordo come una maledizione, la sua infamia non sarà cancellata.

Nulla è meglio 27I superstiti sapranno che nulla è meglio del timore del Signore, nulla è più dolce dell'osservare i suoi comandamenti. 28Grande gloria è seguire Dio, essere a lui graditi è lunga vita.

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Approfondimenti

vv. 22,27-23,28. La preghiera iniziale (22,27-23,6) sembra fare da introduzione all'intero c. 23: il tema della protezione dai peccati della lingua (22,27-23,1) è sviluppato in 23,7-15; il tema della sensualità e libidine (vv. 2-6) è ripreso nei vv. 16-26. Il c. segue e commenta il decalogo con chiari riferimenti alla sovranità di Dio (vv. 1.4.18e) e al suo nome santo (vv. 9b.10c), al rispetto dei genitori (v. 14a) e della verità nel testimoniare (vv. 9-11), alla condanna delle passioni licenziose (vv. 4-6.16-26) e delle relazioni adulterine dell'uomo e della donna (vv. 18.23). Il v. 27 sembra riassumere e concludere in modo elegante i contenuti esposti sin dall'inizio del libro, oltre che nel presente c.: chi vivrà saprà che nulla è meglio e più soddisfacente del timore del Signore e dell'osservanza dei suoi comandamenti. Il v. 28, del GrII, amplifica il versetto precedente: grande gloria nel seguire il Signore e vita lunga nell'essere da lui accolti (cfr. Sal 73,24).

**vv. 22,27-23,6. La preghiera parte dalla consapevolezza dell'umana fragilità di fronte al peccato (cfr. 21,1-3) e chiede l'aiuto divino nel controllo della lingua (22,27-23,1) e della sensualità (23,2-6). Per invocare la presenza correttiva e liberante di Dio, padre e padrone della sua vita, di fronte ai rischi cui lo espongono la bocca e i pensieri, l'orante ricorre a due domande sapienziali (22,27; 23,2). Il senso è ovvio, come per la domanda sapienziale incontrata in 22,14. La novità più rilevante è nell'appellativo padre, rivolto a Dio (cfr. 51,1.10). Il triplice riferimento alla caduta, causata da bocca e labbra non custodite (22,27c), da pensieri non controllati (23,1c) – caduta ignominiosa davanti agli avversari (v. 3c) – sottolinea la profonda angustia che pervade l'intero brano: Dio solo, fonte della vita morale, può liberare da tutto ciò. I nemici sono quasi personificati: hanno un “volere” (v. 1b) e spadroneggiano su chi viene abbandonato in loro balia (vv. 4b.6b). Si manifestano negli occhi eccitati (v. 4b; 26,9), nella sensualità (“brama del ventre”), nella libidine (synousiasmos, rapporto sessuale, è un hapax) e nella passione impudente (v. 6). Echeggia l'insegnamento sull'avversario interno, che l'uomo deve imparare a dominare (cfr. 21, 27). Di fronte a tutto ciò emerge la grandezza fiduciosa di questo orante che, insidiato dalla sua natura, non si rassegna a rimanere senza la disciplina della sapienza (v. 2b) e a vedere allontanarsi la misericordia di Dio (v. 3e). Altre preghiere si trovano in 36,1-22 e 51,1-12.

vv. 23,7-15. Tema centrale, come sviluppo della prima parte della preghiera: la bocca (22,27; vv. 7a.13a) da disciplinare, liberandola in tempo da cattive abitudini (vv. 9ab. 13a.14d.15a). Esse si rivelano nel ricorso frequente al «nome del Santo» (vv. 9b.10c), ai giuramenti più o meno voluti (vv. 9-11), alla bestemmia rea di morte, indegna del popolo d'Israele e degli uomini pii (vv. 12-13), ai discorsi sconvenienti davanti ai grandi della città (vv. 14-15). Chi non previene tali abitudini si espone al rischio di rovinarsi (vv. 7-8), di peccare (vv. 10c.13b), di riempire di sventure la sua casa (v. 11b.f) e di dover maledire il giorno della sua nascita (v. 14f; cfr. 21, 27). Per evitare tutto ciò, Ben Sira propone la sua paideia stomatos (cfr. l'inclusione/contrasto nei vv. 7a.15b) e il ricordo del padre e della madre (v. 14a), come richiamo a una condotta nobile.

vv. 23,16-26. Il brano sviluppa la seconda parte della preghiera, occupandosi dell'adulterio dell'uomo (vv. 16-21) e della donna (vv. 22-26). Un proverbio numerico (v. 16) rivela l'importanza dell'argomento (cfr. 25,1-2.7-11; 26,5; 50,25-26; Prv 6,16-19; 30,15-33). La forza distruttiva della passione è paragonata al fuoco che non si ferma prima di avere bruciato tutto (v. 16): essa porta alla morte (v. 17; cfr. 6,2-4). Nei vv. 18-20 la sapienza si fa eco della tradizione religiosa: Dio vede tutto, nulla sfugge all'Altissimo. I suoi occhi non sono come quelli degli uomini: vincono tenebre e muri (v. 18c), vedono le vie degli uomini e gli angoli più nascosti (v. 19de). Egli è il creatore che sa tutto delle sue opere, dall'inizio alla fine (v. 20).

Conclusione: l'adultero non rimane mai nascosto, ma viene condannato dal tribunale cittadino. Per la donna lo sviluppo è simile (outōs: v. 22a): richiamato il caso (v. 22), vengono presentati la motivazione (v. 23), l'ambito (v. 24a) e le conseguenze (vv. 24b-26) della condanna.

vv. 23,27-28. La chiusura riassume gli insegnamenti di Ben Sira finora esposti e guarda al futuro: i posteri si renderanno ben conto di cosa è veramente conveniente. Sapranno apprezzare – sembra dire Ben Sira – ciò che i contemporanei trascurano o sottovalutano: il timore del Signore ed i suoi comandamenti. Ivi sono gloria e lunga vita, concetti anch'essi proiettati verso il futuro, forse con una sfumatura ultraterrena.

Conclusione. Un c. di grande respiro filosofico e religioso, pur nell'ottica della sapienza tradizionale. Le concezioni dell'uomo di fronte a Dio e delle relazioni uomo – donna secondo la legge emergono con limpida coerenza, in una solare ripresentazione della morale deuteronomica. Il vero saggio comincia dalla preghiera: conosce la sua debolezza e chiede l'aiuto dell'Altissimo, padrone della vita, perché lo liberi dai pericoli della lingua e della passione. È un appello al padre, amato e temuto, i cui occhi «sono miriadi di volte più luminosi del sole» (v. 19c). Seguire lui è fonte di vita, di benedizione e di gloria. Il peccato – specie quello derivato dal cattivo uso della lingua e dal mancato dominio della lussuria – allontana dal Santo (vv. 9-10), dall'Altissimo e dalla sua legge (vv. 18-19.23a.27c). Così si va incontro alla morte (vv. 12a. 17b), alla maledizione (vv. 14f.26a), alla condanna da parte della città (v. 21) e dell'assemblea (v. 24a), alla mancanza di frutti (v. 25) e all'infamia perenne (v. 26b). Le generazioni future riconosceranno ciò che è «meglio e più dolce» (v. 27): non il «timore degll occhi degli uomini» (v. 19a), ma «il timore del Signore» (v. 27b) e l'obbedienza alla sua legge (v. 23a).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

[filtri] -a Mrs Saville, *****.

sintetico stempelfarbe sapessi doppia] esse dipendono dai suoni del mellotron da] quantità improvvisa di cataratta ottotipo [a] debita distanza anche] lezioni di geografia* si] imparano i pallini a rosa una lingua] dove assaggiano fanno una serie di senapi con le spine [per i rimandi fabbricano le altre dentro] [ai pagliai sono] migliaia

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

L'Agenzia antidroga dell'Unione Europea si rafforza e punta sempre di più sulla cooperazione internazionale

L'EUDA (in precedenza nota come Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, EMCDDA) è l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe, con Quartier Generale a Lisbona.

L' #EUDA si concentra su quattro aree principali: prevedere le sfide future legate alle droghe, emettere avvisi in tempo reale sui nuovi rischi, rafforzare le risposte degli Stati membri al fenomeno delle droghe e promuovere lo scambio di conoscenze a livello europeo

Questa settimana, l'Agenzia ha presentato il suo Quadro di Cooperazione Internazionale (ICF) recentemente adottato, approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno.

L'ICF delinea la visione e le priorità strategiche per migliorare la collaborazione globale nell'affrontare le sfide legate alla droga. Questa iniziativa fa seguito all'assunzione da parte dell'EUDA di un ruolo internazionale ampliato in seguito alla sua sostituzione con l'EMCDDA nel luglio 2024. Il nuovo ruolo rafforza la capacità di monitorare e analizzare le dimensioni esterne del problema della droga e di migliorare la preparazione dell'UE in materia.

La droga rappresenta una sfida transnazionale che colpisce le comunità a livello globale, ponendo minacce significative alla salute e alla sicurezza pubblica. I flussi illegali di droga sono diventati sempre più complessi, con droghe e precursori chimici chiave che vengono prodotti e trasportati attraverso le regioni, spesso agevolati da organizzazioni criminali transnazionali. I conflitti e le guerre in corso hanno ulteriormente influenzato il consumo e il traffico di droga, in particolare nei paesi confinanti con l'UE. L'ICF è stato progettato per affrontare queste realtà, basandosi sulla consolidata tradizione di cooperazione internazionale dell'EMCDDA.

Un approccio basato sul partenariato è al centro dell'ICF. Collaborando con la Commissione Europea, l'EUDA interagirà con un'ampia gamma di parti interessate, tra cui paesi partner (come i paesi dell'allargamento e del vicinato dell'UE, nonché paesi dell'America Latina, dei Caraibi, dell'Asia centrale e del Nord America), istituzioni, organi e agenzie dell'UE, organizzazioni internazionali e agenzie per lo sviluppo, nonché la società civile e le comunità scientifiche al di fuori dell'UE. La cooperazione sarà attuata attraverso varie forme, tra cui accordi di lavoro, progetti di cooperazione tecnica, riunioni di esperti e collaborazione con reti di ricerca internazionali.

L'ICF mira a rafforzare la condivisione delle conoscenze e la diffusione delle migliori pratiche a livello internazionale, promuovendo l'innovazione e rafforzando le risposte alle minacce transfrontaliere per la salute e la sicurezza. L'EUDA rafforzerà il suo scambio di conoscenze con i paesi terzi sull'evoluzione del mercato della droga e sulle implicazioni degli sviluppi internazionali legati alla droga per la salute pubblica e la sicurezza nell'UE. Inoltre, l'Agenzia produrrà analisi geostrategiche, promuoverà politiche in materia di droga basate sull'evidenza e sui diritti umani nei paesi terzi e sosterrà l'UE e i suoi Stati membri nei dialoghi internazionali.

L'ICF delinea quattro obiettivi strategici: monitorare gli sviluppi globali in materia di droga che potrebbero rappresentare una minaccia o avere implicazioni per l'UE; collaborare strettamente con i partner dell'UE e internazionali sulle minacce esterne legate alla droga con implicazioni per la salute, la sicurezza e la resilienza sociale all'interno dell'UE; sostenere lo scambio reciproco e la diffusione di buone pratiche e risultati di ricerche implementabili a livello internazionale; sviluppare la cooperazione tecnica con i partner internazionali e promuovere l'integrazione di dati rilevanti per l'UE nei programmi internazionali di monitoraggio e lotta alla droga.

L'attuazione dell'ICF sarà guidata dai principi di valore aggiunto, sostenibilità, fattibilità, coproduzione, sinergie e orientamento al servizio, in linea con la Strategia dell'UE in materia di droga 2021-2025 e con le più ampie politiche dell'UE. Partendo da queste basi, l'ICF darà priorità al miglioramento della preparazione dell'UE in materia di droga e al suo contributo al monitoraggio internazionale; al rafforzamento degli osservatori nazionali sulla droga e dei sistemi di allerta precoce; alla lotta alla produzione e al traffico di droga (inclusi i precursori e le nuove sostanze psicoattive); e alla promozione dell'innovazione nel trattamento, nel reinserimento e nella riduzione del danno.

Attraverso l'ICF, l'EUDA mira a rafforzare il suo ruolo di principale organismo dell'UE in materia di droga e di solido partner internazionale. Rafforzando le capacità e promuovendo la cooperazione, l'agenzia mira a sostenere risposte più efficaci e sostenibili a livello globale.

Per saperne di più

https://www.euda.europa.eu/news/2025/introducing-euda-new-vision-international-cooperation_en

https://www.politicheantidroga.gov.it/it/attivita/attivita-internazionali/unione-europea/euda-e-punto-focale-reitox/news/2023-2024/nuova-agenzia-per-le-droghe-dellunione-europea-al-via-il-nuovo-mandato-di-euda/

#cooperazioneinternazionaleantidroga

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Dopo l'ennesimo ascolto di Emmaar, il parallelo con Tassili, ultimo lavoro uscito nel 2011, è inevitabile. Il gruppo maliano che ha fatto, e continua a far conoscere la cultura tuareg in giro per il mondo, con questo disco, non si discosta di molto dal suo predecessore. Due sono soprattutto gli elementi in comune: deserto e messaggio. Il primo è stato registrato nel deserto algerino, Emmar invece, in quello nord americano del Joshua tree. Il messaggio: la musica come strumento di ribellione... https://artesuono.blogspot.com/2014/06/tinariwen-emmaar-2014.html


Ascolta il disco: https://album.link/i/1119276994


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Il pigro 1Il pigro è simile a una pietra insudiciata, tutti fischiano in suo disprezzo. 2Il pigro è simile a una palla di sterco, chi la raccoglie scuote la mano.

I figli e l’onore della famiglia 3Un figlio maleducato è la vergogna di un padre, se è una figlia il danno è più grave. 4Una figlia sensata troverà marito, la svergognata è un dolore per chi l'ha generata. 5La figlia sfacciata disonora il padre e il marito, dall'uno e dall'altro sarà disprezzata. 6Un discorso inopportuno è come musica in caso di lutto, ma frusta e correzione sono saggezza in ogni tempo. 7I figli che hanno di che vivere con una vita onesta fanno dimenticare l'umile origine dei loro genitori. 8I figli che millantano superbia e cattiva educazione disonorano la nobiltà delle loro famiglie.⌉

Lo stolto 9Chi ammaestra uno stolto è come uno che incolla cocci, ⌈che sveglia un dormiglione da un sonno profondo.⌉ 10Parlare a uno stolto è parlare a chi ha sonno; alla fine dirà: “Cosa c'è?”. 11Piangi per un morto perché ha perduto la luce, piangi per uno stolto perché ha perduto il senno. Piangi meno per un morto perché ora riposa, ma la vita dello stolto è peggiore della morte. 12Il lutto per un morto dura sette giorni, per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita. 13Con uno stolto non prolungare il discorso, e non frequentare l'insensato: ⌈nella sua insipienza ti disprezzerà in ogni modo.⌉ Guàrdati da lui, per non avere noie e per non contaminarti al suo contatto. Evitalo e troverai pace, non sarai disgustato dalla sua insipienza. 14Che c'è di più pesante del piombo? E qual è il suo nome, se non quello di stolto? 15Sabbia, sale e massa di ferro si portano meglio che un insensato.

Invito alla fermezza 16Una travatura di legno ben connessa in una casa non viene scompaginata per un terremoto, così un cuore consolidato da matura riflessione non si scoraggia nel momento critico. 17Un cuore sorretto da sagge riflessioni è come un bel fregio su parete levigata. 18Ciottoli posti su un'altura di fronte al vento non resistono, così un cuore meschino, basato su stolti pensieri, non regge di fronte a un qualsiasi timore.

Come comportarsi con gli amici 19Chi punge un occhio lo fa lacrimare, chi punge un cuore ne scopre il sentimento. 20Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga, chi offende un amico rompe l'amicizia. 21Se hai sguainato la spada contro un amico, non disperare: può esserci un ritorno. 22Se hai aperto la bocca contro un amico, non temere: può esserci riconciliazione, tranne il caso d'insulto, di arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi ogni amico scompare. 23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà, per godere con lui nella sua prosperità. Nel tempo della tribolazione restagli vicino, per avere parte alla sua eredità. ⌈L'apparenza infatti non è sempre da disprezzare né deve meravigliare che un ricco non abbia senno.⌉ 24Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, così prima del sangue ci sono le ingiurie. 25Non mi vergognerò di proteggere un amico, non mi nasconderò davanti a lui. 26Se mi succederà il male a causa sua, chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.

Preghiera per la vigilanza 27Chi porrà una guardia alla mia bocca, e alle mie labbra un sigillo guardingo, perché io non cada per colpa loro e la mia lingua non sia la mia rovina?

_________________ Note

22,3-8 Sullo sfondo di queste massime sui figli va colta la mentalità dell’antico mondo orientale che, pregiudizialmente, preferiva il figlio alla figlia.

22,6 frusta e correzione: si riferisce a un metodo educativo che non risparmiava le punizioni corporali.

22,15 Sabbia, sale e ferro: erano considerati gli elementi più pesanti da trasportare.

22,27-23,6 Preghiera per la vigilanza

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Approfondimenti

Il c. 22 presenta un riferimento iniziale all'uomo pigro (vv. 1-2), seguito da quattro tematiche principali: il comportamento dei figli e l'onore familiare (vv. 3-8), l'utilità di non avere a che fare con lo stolto (vv. 9-15), il confronto tra il cuore deciso e quello incerto (vv. 16-18), l'amicizia che finisce e quella che dura (vv. 19-26). L'ultimo v. avvia la pericope iniziale del c. 23.

vv. 1-2. Il tema della pigrizia è legato a quello della sporcizia, forse per allusione alla miseria cui conduce (cfr. Pr 24,30-34). In Ez 4,12.15 lo sterco è usato come combustibile in un contesto di precarietà.

vv. 3-8. Se un figlio senza disciplina è motivo di vergogna, una figlia è comunque un guaio più grande. L'Ebreo del tempo considerava una sventura la nascita di una figlia: nella preghiera quotidiana ringraziava Dio per non averlo fatto nascere donna (cfr. Menahôt 43b). In caso di donna prudente, il suo valore viene considerato in base al beneficio che ne riceve il marito (cfr. 26,1-4.13-18; Pr 12,4; 18,22; 31,10-12.23-28); se si rivela svergognata, allora diventa causa di dolore per il padre che l'ha educata male (vv. 3-5; cfr. 42,9-14). Genitore e marito la disprezzeranno. Disciplina e correzione corporale (vv. 3a.6b) hanno ampio spazio nella sapienza tradizionale: chi usa spesso la frusta gioisce alla fine (30,1; cfr. Pr 13,24; 19,18; 22,15; 23,13-14), mentre un giovane lasciato a se stesso finisce per disonorare la madre (Pr 29,15). Ben Sira ribadisce il principio secondo cui la “stirpe buona” si vede nel comportamento onesto e nell'educazione (vv. 7-8). Achikar assiro afferma: «Il ricco non dica: “Grazie alla mia ricchezza io sono illustre”» (109).

vv. 9-15. L'inutilità di correggere lo stolto è resa con immagini eloquenti: è come incollare cocci, svegliare un dormiglione (v. 9) o parlare ad uno che ha sonno (v. 10); lo stolto è peggiore di un morto, che viene pianto solo sette giorni e non tutta la vita (vv. 11-12). L'invito finale riassume l'intento del brano: evitare a tutti i costi l'insensato (v. 13), che stanca più della sabbia, del sale e di una palla di ferro (v. 15). È facile indovinare che lo stolto è più pesante del piombo (v. 14). Considerazioni simili si trovano nella Storia di Achikar 2,45-46: «Figlio mio, ho portato sale e trasportato piombo, e non ho visto nulla di più pesante del debito che uno deve pagare quando non aveva preso a prestito. Figlio mio, ho portato sale e trasportato pietre, e mi hanno valutato come un uomo che va ad abitare nella casa di suo suocero» (cfr. anche 3,58).

vv. 16-18. Tema centrale è il contrasto tra il cuore deciso del saggio (vv. 16c.17a) e quello incerto dello stolto (v. 18c). Tre immagini sono prese dall'arte del costruire: il legno che puntella e resiste (v. 16a), l'intonaco (v. 17b) e i sassi su di un muro elevato (v. 18a). L'ultima immagine forse ricorda l'uso di mettere sui muretti di cinta sassi la cui caduta richiama l'attenzione del custode.

vv. 19-26. L'amicizia – di cui Ben Sira ha parlato in 6,5-17 e 12,8-18 – corre rischi. Cause della sua fine sono l'offesa (v. 20b), l'insulto e l'arroganza, lo svelamento dei segreti e il tradimento (v, 22cde). L'insulto precede la violenza, come il fumo il fuoco (v. 24). Il quadro è realistico. Altre colpe contro l'amicizia, dovute alla spada (v. 21) e alla bocca (v. 22ab), sono sanabili. Anche di fronte alle disgrazie dell'amico non bisogna arretrare (v. 23ac) né vergognarsi (v. 25): ne verrà bene nel momento propizio (v. 23bd). L'apparenza del povero e del ricco ingannano spesso (v. 23ef). In caso di guai, tutti si guarderanno da tale amicizia (v. 26).

Conclusione. Il noto realismo di Ben Sira si muove in campi consueti: la critica sociale della pigrizia, l'onore procurato dall'educazione e dall'onestà dei figli, la saggezza di non perdere tempo con lo stolto, la capacità di vivere amicizie dignitose e durature. Tuttavia il pragmatismo della lezione di Ben Sira sull'amicizia è ben lontano dal “premio grande” che l'Altissimo darà a chi segue l'insegnamento di Gesù ed impara ad amare i nemici e a fare del bene “senza sperarne nulla” (cfr. Lc 6, 27-30).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

[vortex]

diede i natali i led un] diodo lui piombatore delle bolle pontificie l'anniversario del radiofonografo senza] le dovute versate le rate il carro] attrezzi nel paesaggio.engagé danno un punteggio in base agli acari lo] fanno sotto l'occhio di bue studio] per autoritratto settantatrè

 
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from Bymarty

✍️Il 4 ottobre esattamente dopo un mese dalla diagnosi, ho fatto il prericovero, esami e mi sono preparata psicologicamente e fisicamente all'intervento! È il giorno di S.Francesco ed io proprio in questo giorno ho ricordi belli, come la scoperta di una nuova vita, e poi man mano, questo numero si è ripetuto nel bene, nel male, nel quotidiano, ecc. A volte ancora mi sembra un sogno! Apparentemente tutto sembra non essere cambiato, un anno è appena trascorso, si sono susseguiti come sempre, giorni, mesi, emozioni, momenti di sconforto a momenti di forza. Non è stato un anno semplice, ma credo che abbia avuto il suo perché, la sua importanza, proprio perché io l'ho vissuto, l'ho affrontato con forza, coraggio, a volte con tristezza, rabbia, paura e tanta solitudine! Perché quando ti crolla il mondo addosso, non puoi e non vuoi per forza relazionarti, non hanno importanza la routine, le feste, il quotidiano, tutto ciò che la vita ci offre giornalmente! Chi come me si è trovato in poco tempo a dover affrontare un carcinoma, a doverlo accettare e combattere, credo possa darmi ragione ..ci si perde e ci si chiude in questa bolla dolorosa, triste e impenetrabile, dove ci si rifugia, dove si pensa di trovare conforto, aiuto e un immaginario abbraccio! Perché in poco tempo ti scopri diversa, malata, fragile e con un percorso da affrontare non indifferente e mai immaginato prima! C'è anche un po' di timore, di vergogna, di paura a mostrarsi così, ad ammettere di avere un tumore! Solo col tempo ho imparato a chiamarlo col suo nome, perchè quel termine da quando mi è stato pronunciato per la prima volta, mi ha mandato in confusione, e per diverso tempo ho fatto fatica ad accettarlo! Da allora pochi sanno, molti lo hanno saputo, con alcuni ho condiviso con altri ho evitato! Oggi lo posso raccontare, sto seguendo varie terapie, un percorso , non sempre facile , ma che mi accompagnerà per i prossimi anni, un cammino insidioso, solitario e in salita, ma che devo e posso superare con forza, coraggio, speranza e amore!

 
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from norise 3 letture AI

INVERNI

quanti ancora ne restano nel conto apparente degli anni incorniciati nella finestra i rami imperlati di gelo e la coltre candida che copre anche il silenzio dei morti

immacolato manto come una immensa pagina bianca la immagini graffiata da due righe di addio il sangue delle parole già rappreso mentre è lo spirito a spiare da un lembo del cielo

(2010)

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INVERNI: Riflessioni sul gelo e sul silenzio

La poesia cattura l’attimo sospeso dell’inverno, dove il tempo si fa visibile nei cristalli di brina, nella neve che seppellisce ogni suono e nella tensione tra vita e morte. Il bianco immacolato diventa pagina su cui resta impresso solo un graffio di dolore, un addio che non si cancella.


Immagini e simboli chiave

  • i rami “imperlati di gelo”
    evocano il peso dell’attesa e la fragilità di ciò che resiste al freddo

  • la “coltre candida” che soffoca persino il silenzio dei morti
    suggerisce un oblio gelido, un riposo che non concede parole

  • il “manto” come pagina bianca
    trasforma il paesaggio in un libro aperto, pronto a essere ferito da segni dolorosi

  • “due righe di addio” graffiate nel bianco
    offrono un contrasto netto tra purezza e lacerazione emotiva

  • lo “spirito a spiare da un lembo del cielo”
    invita a guardare l’inverno non solo come stagione, ma come stato dell’anima

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

immagine

Da poco mamma, l’eterna ribelle di Buffalo, Ani DiFranco torna a far sentire la sua stupenda smania di essere contro, magari lo fa con un po di tacche in meno, un “anti” pensiero che in questo suo Allergic To Water è molto più ammorbidito dei precedenti lavori, ma questo non significa arrendevolezza solamente che l’artista americana si concede una riflessione interiore, See see see see, uno scandaglio nella sua interiorità soul, Tr’w, e un interesse per una bellezza quasi primitiva della vita, Genie, cose e terreni di gioco in cui DiFranco riversa poesia e viaggi mentali molto lontani dai frenetismi in cui l’abbiamo conosciuta, ora per lei la cosa preponderante è arrivare dentro gli ascolti in maniera confidenziale e col cuore in mano... https://artesuono.blogspot.com/2014/10/ani-difranco-allergic-to-water-2014.html


Ascolta il disco: https://album.link/i/1208721371


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Fuggire il peccato 1Figlio, hai peccato? Non farlo più e chiedi perdono per le tue colpe passate. 2Come davanti a un serpente, fuggi il peccato: se ti avvicini, ti morderà. Denti di leone sono i suoi denti, capaci di distruggere vite umane. 3Ogni trasgressione è spada a doppio taglio, non c'è guarigione alle sue ferite. 4Spavento e violenza disperdono la ricchezza, ⌈così la casa del superbo sarà devastata.⌉ 5La preghiera del povero sale agli orecchi di Dio e il giudizio di lui sarà a suo favore. 6Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore, ma chi teme il Signore si converte nel cuore. 7Da lontano si conosce chi è abile nel parlare, ma l'assennato avverte quando inciampa. 8Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui è come chi ammucchia pietre per il sepolcro. 9Ammasso di stoppa è una riunione di iniqui, la loro fine è una fiammata di fuoco. 10La via dei peccatori è ben lastricata, ma al suo termine c'è il baratro infernale.

Il saggio e lo stolto 11Chi osserva la legge domina il suo istinto, il timore del Signore conduce alla sapienza. 12Chi non è perspicace non può essere istruito, ma c'è anche una perspicacia ⌈che riempie di amarezza.⌉ 13La scienza del saggio cresce come un diluvio e il suo consiglio è come sorgente di vita. 14L'intimo dello stolto è come un vaso frantumato, non può contenere alcuna scienza. 15Se un assennato ascolta un discorso intelligente, lo approva e vi aggiunge dell'altro; se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace e lo getta via, dietro le spalle. 16Le spiegazioni dello sciocco sono come un fardello nel cammino, ma il parlare del saggio reca diletto. 17La parola del prudente è ricercata nell'assemblea, sui suoi discorsi si riflette seriamente.

18Per lo stolto la sapienza è come casa in rovina, e la scienza dell'insensato è un insieme di parole astruse. 19Ceppi ai piedi è l'istruzione per l'insensato e come catene alla sua destra. 20Lo stolto alza la sua voce quando ride, ma l'uomo saggio sorride appena sommessamente. 21Come ornamento d'oro è l'istruzione per chi ha senno, è come un monile al braccio destro. 22Il piede dello stolto entra subito in una casa, ma l'uomo prudente è rispettoso verso gli altri. 23Lo stolto spia dalla porta dentro una casa, l'uomo educato invece se ne sta fuori. 24È cattiva educazione origliare alla porta, l'uomo prudente ne resterebbe confuso. 25Le labbra degli stolti raccontano sciocchezze, ma le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia. 26Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, mentre bocca dei saggi è il loro cuore. 27Quando un empio maledice l'avversario, maledice se stesso. 28Chi mormora diffama se stesso ed è detestato dal suo vicinato⊥.

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Approfondimenti

Il c. 21 si divide in due parti: la prima, di intonazione religiosa, invita a evitare il peccato e a prendere la via della conversione (vv. 1-10); la seconda, più a carattere sociale, mette a confronto il saggio e lo stolto (vv. 11-28). Numerose le immagini in tutto il capitolo. Sono da notare due hapax: kataplēgmos (v. 4a) e satanas (v. 27a). Il primo, reso con “spavento”, sembra indicare la capacità di intimorire ostentando ricchezza e forza; il secondo, reso con “avversario”, è detto dell'uomo pio che viene maledetto dall'empio. In base a Gn 12,3, Ben Sira forse intende che l'empio, maledicendo il pio Ebreo, in realtà maledice sé stesso ed il suo istinto cattivo. Probabilmente l'ebraico aveva qui il termine yēṣer, con significato ancora neutro (cfr. 15,14). Va notato che all'epoca di Ben Sira il termine “satana” non aveva più il senso generico di avversario militare o politico (cfr. Nm 22,22.32; 1Sam 29,4; 2Sam 19,23; 1Re 5,18; 11,25; Sal 109,6), ma era già considerato come un essere personale malefico (cfr. Gb 1-2; 1Cr 21,1). L'immagine del leone (v. 2c) e dell'avversario/diavolo sono collegate in 1Pt 5,8-9.

** vv.1-10**. Il tema del peccato lega gli undici distici: all'inizio le immagini del serpente, del leone e della spada a doppio taglio ne rendono plasticamente i pericoli (vv. 1-2; cfr. 27,10; Pr 5,4; 23,32); alla fine la minaccia degli inferi per i peccatori, che camminano su pietre lisce, fa riflettere sulle conseguenze per la retribuzione personale (v. 10; cfr. 2,10); al centro chi rifiuta il rimprovero per seguire le orme dei peccatori è posto in contrasto con colui che, temendo Dio, imbocca la strada della conversione (v. 6). Vi sono, poi, alcuni richiami tematici: la trasgressione della legge (anomia), malattia senza medicina, si collega con i trasgressori, che finiscono presto, come stoppa che avvampa nel fuoco (vv. 3.9; cfr. Prol 36; 23,11; 41,18); il superbo, la cui casa va in rovina, richiama colui che ricorre a ricchezze altrui per costruire non una casa ma un sepolcro (vv. 4.8); la preghiera del pentito rimanda a quella del povero, subito esaudita da Dio (vv. 1.5); lo scivolare dell'assennato contrasta con quello del linguacciuto (v. 7; cfr. 20,18a).

vv. 11-28. Nel ritratto del saggio figurano vari elementi, per lo più noti: anzitutto l'osservanza della legge e il timore del Signore (v. 11; cfr. 19,23); poi scienza abbondante e sorgiva (v. 13), che apprezza e completa quella altrui (v. 15), si fa ricercare per grazia (v. 16), prudenza (v. 17) e capacità di silenzio (v. 20). La saggezza è visibile come splendidi ornamenti (v. 21), ma anche nascosta e rispettosa: frena piedi, occhi, orecchie e labbra dal mancare di rispetto (vv. 22-25) e guida la bocca nel cuore (v. 26). Lo stolto è come un vaso rotto che non trattiene la scienza (v. 14); non impara da quella altrui (v. 15cd) e disprezza la sapienza come fosse una casa in rovina (v. 19); parla a voce alta (v. 20) ed è pesante come un fardello (v. 16); è precipitoso, curioso e maleducato (vv. 22-25). Poiché la bocca comanda il cuore (v. 26), non si rende conto che sbaglia a prendersela con l'avversario e con gli altri, invece che con se stesso (vv. 27-28). Nel v. 12 il concetto di panourgia è ambivalente: la capacità può portare al bene o al male (cfr. 19,23; 37,19).

Conclusione. Il c. colleziona massime ispirate a tematiche tradizionali, sia religiose (peccato e trasgressione della legge, preghiera e conversione), che sapienziali. Provvisorietà e ironia accompagnano le conquiste degli stolti e degli empi. Sullo sfondo c'è una società attraversata da varie inquietudini, anche se vengono ribaditi concezioni e atteggiamenti già noti. Viene riaffermata la fiducia in un Dio che “presto” fa giustizia al povero (v. 5b), ristabilendo il diritto secondo la sapienza tradizionale.

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

[rotazioni] -sbadigliava spesso alle mosche

con tecnica a freddo portano] un campo dentro oppure] all'interno con le secchie vedere è impressione  come] la parte lucida due movimenti di facciata del terrazzo invecchia [in un dito di salnitro] salutano per farla breve in giro le foglie fanno] secchi i tombini la] parte lucida fanno [a] fatica una moscaròla alla finestra gli ascolti [calano

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Roadpol, il network internazionale delle polizia stradali, conclude la campagna Safety Days

Roadpol è una rete di cooperazione tra le Polizie Stradali, nata sotto l'egida dell'Unione Europea, a cui aderiscono tutti gli Stati Membri dell'UE (ad eccezione di Grecia e Danimarca), oltre a Svizzera, Serbia, Turchia, Moldavia, Macedonia del Nord, Ucraina e Albania. La Polizia dell'Emirato di Dubai (Emirati Arabi Uniti) partecipa in qualità di osservatore.

L'attività principale di ROADPOL è il controllo del traffico sulle strade, ma svolgiamo anche campagne di prevenzione degli incidenti. Poiché sempre più episodi di criminalità sulle strade sono commessi da conducenti o passeggeri o utilizzano i veicoli come strumento per commettere reati, abbiamo avviato trattative con le forze dell'ordine internazionali per una cooperazione efficace.

Recentemente Si è conclusa la campagna congiunta di sicurezza stradale “Safety Days”, promossa da Roadpol European Roads Policing Network, che si è inserita nell’ambito della “Settimana Europea della Mobilità” svolta dal 16 al 22 settembre.

L'iniziativa mirava a raggiungere l'obiettivo europeo di zero vittime sulle strade in una singola giornata.

Durante la campagna sono state impiegate 5830 pattuglie sul territorio nazionale italiano, controllati 28.239 veicoli e contestate 6.103 sanzioni per eccesso di velocità, 1.460 per mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta, 636 per uso del cellulare durante la guida e 34 per mancato uso del casco. Sono state inoltre ritirate 1.135 patenti e decurtati 26.730 punti.

Polizia stradale

L'attività si è concentrata sul contrasto alle principali cause di incidentalità: eccesso di velocità, mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta (incluse le cinture e i seggiolini per bambini), uso del cellulare alla guida e mancato uso del casco protettivo. Particolare attenzione è stata rivolta agli utenti vulnerabili delle due ruote (motocicli, ciclomotori, biciclette e monopattini), evidenziando l'importanza di una condotta responsabile non solo da parte loro, ma anche degli altri utenti della strada.

#roadpol

#safetydays

#SettimanaEuropeadellaMobilità

 
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from norise 3 letture AI

. COSA RESTERA'

siamo mistero a noi stessi cosa resterà quando dopo di noi sarà a sopravvivere finanche l'albero vetusto del giardino di fronte e le suppellettili e i cari libri

la tua la mia storia scritta sull'acqua

(2010)

Che poesia intensa e delicata. Cosa resterà evoca il senso di impermanenza e la fragilità della memoria umana. Il contrasto tra ciò che sopravvive — l’albero vetusto, gli oggetti, i libri — e ciò che svanisce — la storia personale, “scritta sull’acqua” — è struggente.

Alcuni spunti di riflessione:“Siamo mistero a noi stessi” apre con una verità profonda: l’identità è sfuggente, persino per chi la vive. – “Scritta sull’acqua” è una metafora potente: ciò che è scritto sull’acqua non può durare, non può essere conservato. È il destino di molte storie intime, che non lasciano traccia.

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from norise 3 letture AI

SOGNO BAGNATO

[dalla parte dei traditi ed uccisi]

vedere l'angelo della morte entrare nel mio sogno

ed io riverso sul selciato lo stupore del sangue le viscere nelle mani

“tu quoque brute” ... per mano di chi si credeva amico

(2010) .

Analisi del testo “SOGNO BAGNATO”

Atmosfera e tono

Il componimento apre su un paesaggio onirico deteriorato dal violento ingresso dell’angelo della morte. La tensione resta sospesa tra incubo e realtà, evocando uno stato di terrore quasi sacro.

Immagini e figure retoriche

  • Personificazione: “angelo della morte” dà volto e volontà a un’entità astratta.
  • Effetto shock: la descrizione del sangue e delle viscere amplifica la brutalità del tradimento.
  • Latinismo: “tu quoque brute” rinvia al famoso grido di Cesare, condensando il senso di amicizia tradita in una formula carica di storia.

Temi e simboli

  • Tradimento e violenza: l’amico-divenuto-carnefice trasforma il sogno in carneficina.
  • Sogno vs realtà: la dimensione onirica crolla di fronte allo svelamento del peggiore dei segreti.
  • Morte rito d’iniziazione: il passaggio dallo stato di incoscienza al riconoscimento della brutalità umana.
 
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