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Rust Never Sleeps è un album con tracce sia in studio che dal vivo del cantautore canadese-americano Neil Young e della band americana Crazy Horse. È stato pubblicato il 22 giugno 1979 dalla Reprise Records. La maggior parte dell'album è stata registrata dal vivo, poi sovraincisa in studio, mentre altre sono nate in studio. Young ha usato la frase “rust never sleeps” come concetto per il suo tour con i Crazy Horse per evitare la compiacenza artistica e provare approcci più progressivi e teatrali all'esibizione dal vivo.


Ascolta: https://album.link/i/1015767135


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

LODE A DIO, RE DI TUTTA LA TERRA 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

2 Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia,

3 perché terribile è il Signore, l'Altissimo, grande re su tutta la terra.

4 Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.

5 Ha scelto per noi la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che egli ama.

6 Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba.

7 Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni;

8 perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte.

9 Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo.

10 I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di Abramo. Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso.

_________________ Note

47,1 Gioiosa celebrazione della regalità universale di Dio, questo salmo è il primo degli inni che cantano il Signore come re (vedi anche i Sal 93; 96-99). È una regalità visibile prima di tutto in Israele, che abita la terra santa (chiamata, nel v. 5, la nostra eredità e orgoglio di Giacobbe), ma poi tende a dilatarsi a tutta la terra, fino ad abbracciare ogni realtà del creato.

47,3 L’appellativo terribile evoca le grandi gesta di Dio in favore del suo popolo.

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Approfondimenti

Il Signore è re di tutti Inno della regalità del Signore

L'inno, breve ed essenziale, è connesso logicamente con il Sal 46 che lo precede e con tutti i «Cantici di Sion», ove si esalta la sede del regno del Signore. L'andamento solenne e trionfale del salmo richiama alla mente dell'orante la solenne processione che accompagnò il trasferimento dell'arca in Gerusalemme (2Sam 6,1-23; Sal 24,1-10). Il salmo, come del resto tutti quelli della “regalità di JHWH”, viene interpretato in modo diverso dagli studiosi. Le principali interpretazioni sono: mitologica, cultuale, escatologica e storico-escatologica. L'inno si divide in due distici a struttura parallela, il cui movimento in crescendo è in ambedue di carattere ascensionale. Il primo termina con il v. 6 e il secondo con il v. 10d. Inoltre l'orizzonte tende a allargarsi in ambedue distici a «tutta la terra» (vv. 3.8), e a «tutti i popoli» e «nazioni» (vv. 2.4.9.10). Il ritmo nel TM è dato dal verso di 3 + 3 accenti. E presente nel salmo il simbolismo spaziale (molto esteso), quello regale e musicale.

Divisione: * vv. 2-6 (I distico): il Signore re d'Israele; * vv. 7-10 (II distico): il Signore re di tutti i popoli.

v. 2. «Applaudite»: il battere le mani, oltre che un gesto gioioso che imprime ritmo alla danza, è un gesto rituale per l'acclamazione del re, cfr. 2Re 11,12. «popoli tutti»: si tratta di un invito all'intera umanità, dato che Dio è re «su tutta la terra» (v. 3).

vv. 3-5. Dio ha i “titoli” per essere lodato ed è intervenuto nella storia a favore d'Israele. Nel v. 3 sono addotti i «titoli di Dio» come avveniva nella cerimonia dell'intronizzazione del re (Is 9,5), e nei vv. 4-5 i suoi interventi salvifici.

v. 3. «terribile»: l'appellativo nôrā’ (terribile, tremendo) nel testo ebraico segue a ‘elyôn (Altissimo). Esso ricorda la trascendenza di Dio, che non significa distacco dall'uomo (Sal 65,6; 66,3; 76,8.13; 89,8; 96,4; 99,3), e richiama le gesta dell'esodo (Es 15,11; Dt 7,21; 10,17). «re grande»: il titolo melek gādôl è usuale presso i re assiri chiamati šarru rabû. «su tutta la terra»: si indica così l'universalità. Il v. 3 richiama quasi alla lettera i titoli divini di Dt 10,17.

v. 4. Si ricorda il trionfo di Dio sulle nazioni attraverso le sue imprese nella storia d'Israele (cfr. Dt 4,38; Gs 24,8-13; Sal 44,4; 105,12-15; 136,17-22). «sotto i nostri piedi»: c'è un richiamo a «lo sgabello dei suoi piedi» di Sal 110,2; Gs 10,24; Sal 8,7; 44,26.

v. 5. Si accenna all'elezione d'Israele che si concretizza nel dono della terra, qualificata come «eredità» (naḥalâ). «vanto di Giacobbe»: la terra promessa, ricevuta in eredità, è considerata oggetto di vanto per il popolo d'Israele (chiamato Giacobbe dal nome del patriarca amato da Dio). Dal fatto che i verbi dell'originale ebraico di questo versetto e di quello successivo sono tutti all'imperfetto, ne scaturisce una continuità di azione di Dio nel liberare e salvare, valida fino a oggi.

v. 6. «Ascende Dio...»: si acclama il Signore che sale... Si tratta di un'intronizzazione regale ideale, che richiama il corteo processionale liturgico del trasporto dell'arca in Gerusalemme sotto il re Davide (2Sam 6,14-15; cfr. Sal 132,8). Lo indicano gli elementi liturgici presenti: il verbo «salire» (‘lh), l'acclamazione (tᵉrû‘â) e il suono del «corno» (šôpar) (cfr. 2Sam 15,10; 2Re 9,13).

v. 7. «Cantate inni...»: Il verbo zmr (= cantare inni) nello stessa forma imperativa plurale «cantate inni» (zammᵉrû) ricorre quattro volte in questo versetto, aprendo e chiudendo il primo e il secondo emistichio, come i rintocchi festosi di una campana, quasi un ritornello assordante. Si ripete, come l'eco, nel v. 8b con l'aggiunta «con arte» (maśkîl). Non basta dunque una lode qualsiasi; ma a Dio, re supremo, è dovuta un'esecuzione perfetta. La voce maśkîl, che si trova nei titoli di 13 salmi, ha una sfumatura di carattere sapienziale; indica quasi una “lode sapiente” che nella tradizione cristiana (Agostino e Giovanni Cristostomo) si completa con le buone opere.

v. 9. «Dio regna»: il verbo «regnare» (mlk) qui ha valore dinamico e quasi ingressivo. Dio cioè si manifesta come re nell'azione efficace del suo governo. «sul suo trono santo»: così come giace, l'espressione «il suo trono santo» (kissē’ qodšô) è hapax in tutta la Bibbia. Il trono è simbolo della regalità. Ci si riferisce qui anzitutto al tempio e all'arca dell'alleanza, considerata trono in terra di Dio, chiamato «colui che siede sui cherubini» dell'arca (Sal 99,1). Ma il trono terrestre è strettamente associato a quello celeste (cfr. Sal 29).

v. 10a. «I capi dei popoli...»: questo versetto specifica la sovranità di Dio nei riguardi di Israele e dei popoli stranieri. Se l'immagine, storicamente parlando, si può riferire agli anziani d'Israele raccolti per l'unzione di Davide a Ebron (2Sam 5,3) e, in seguito, ai vassalli d'Israele e ai loro rappresentanti diplomatici presso la corte, in questo versetto essa si dilata in un panorama più vasto e universale, secondo la visione di Is 2,2-5, che prevede l'afflusso di tutti i popoli a Gerusalemme, per conoscere il vero Dio e camminare per i suoi sentieri. In questo versetto i popoli stranieri sono visti raccogliersi attorno al popolo eletto, per la professione di fede nell'unico vero Dio.

v. 10b. «perché di Dio sono i potenti della terra»: alla lett. «gli scudi della terra». L'immagine dello scudo, simbolo di potenza e di difesa dei regnanti, è riferito generalmente a Dio (cfr. Sal 18,2), ma anche a coloro che governano (cfr. Sal 89,19; 1Sam 8,20; Is 32,2). Si è specificato così il motivo della regalità sui popoli di v. 9. Essi appartengono a Dio che li protegge e difende.

Nel NT il v. 6 del salmo è stato riferito all'ascensione di Cristo e alla sua glorificazione, cfr. Gv 12,32; Mc 16,15-20; Lc 24,46-53; At 1,1-11; Eb 9,24-28; 10,19-23.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

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from CASERTA24ORE

Libri. “Il genio di Giovanni Falcone. Prima il dovere”, la presentazione di Caserta

Il 19 marzo 2025, alle ore 11:00, nella Sala Romanelli della Reggia di Caserta, avrà luogo la presentazione del libro “Il genio di Giovanni Falcone. Prima il dovere”, del Magistrato Antimafia Catello Maresca, evento organizzato da Marican Holding e dall’Associazione UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia per celebrare la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’evento rientra nel Piano di Responsabilità Sociale di Marican Holding, azienda leader nel logistica integrata e sostenibile, che da sempre pone grande attenzione alla diffusione del concetto di cultura come momento di sana aggregazione e di crescita sociale. Il Genio è un racconto appassionato di cosa ha significato il giudice Giovanni Falcone per intere generazioni di giovani e di cosa speriamo ancora oggi possa trasmettere a chi ha sete di giustizia e di verità. E’ un messaggio per i ragazzi, soprattutto delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che si inserisce nel solco della diffusione della cultura antimafia, intrapreso dal Magistrato Catello Maresca insieme alla associazione di promozione sociale UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia. “Giovanni Falcone – afferma il Magistrato Catello Maresca – e’ stato un Genio italiano, nel settore della Giustizia e dell’Antimafia. Scrivere di lui, dopo che lo hanno fatto quasi tutti, amici, nemici e finti amici, è stato complicatissimo. Perciò ho provato a farlo non con la mente, ma con il cuore: quello di un ragazzo che è cresciuto nel suo mito, che ha creduto al suo esempio, che ha seguito il suo modello e che ha avuto la fortuna di svolgere la sua stessa missione e di farlo con grande passione ed amore. Grazie Giovanni, orgoglio italiano, ovunque tu sia”. Catello Maresca, già Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Napoli, è docente di Procedure di Contrasto alla Criminalità Organizzata presso l'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Ha partecipato alle indagini che hanno portato all'arresto, nel 2011, del boss dei Casalesi Michele Zagaria e all'operazione Gomorra, dedicata alla repressione del traffico internazionale di merce contraffatta; ha rappresentato l’accusa nel processo al cosiddetto “gruppo Setola”, che ha portato alla cattura, tra gli altri, del mafioso Giuseppe Setola. Nel corso delle sue attività investigative ha subito più volte minacce di morte da parte delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, è quindi sotto scorta dal 2008. L’Associazione UNICA – Unione Nazionale Italiana della Cultura Antimafia è composta da donne e uomini che hanno vissuto la vita intera a piangere tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e a sostenere magistrati e forze dell’ordine nella loro incessante battaglia contro tutte le mafie. Cittadine e cittadini di questo Paese che hanno deciso di scendere in campo, che hanno acquisito consapevolezza del fatto che ognuno di noi deve provare a fare e dare di più. Perché la lotta alle mafie non può essere delegata solo alle Istituzioni, ma la società civile deve fare la sua parte e lo deve fare tutti i giorni, in ogni atto della vita quotidiana.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

DIO, NOSTRO RIFUGIO E NOSTRA FORZA 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto.

2 Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

3 Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare.

4 Fremano, si gonfino le sue acque, si scuotano i monti per i suoi flutti.

5 Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell'Altissimo.

6 Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell'alba.

7 Fremettero le genti, vacillarono i regni; egli tuonò: si sgretolò la terra.

8 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

9 Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra.

10 Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi.

11 Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.

12 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

_________________ Note

46,1 Il salmo sembra evocare la vittoria insperata d’Israele sull’esercito del re assiro Sennàcherib che, nel 701, aveva cinto d’assedio Gerusalemme (Is 36,1-37,38). È il primo dei cosiddetti “canti di Sion”, cioè di quei salmi che celebrano la città santa come dimora di Dio e luogo ideale, dove pulsa il cuore della fede d’Israele (gli altri sono Sal 48; 84; 122 e per alcuni anche 137).

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Approfondimenti

Canto dell'Emmanuele Cantico di Sion

È il primo dei salmi identificati come “Cantici di Sion” (Sal 46, 48, 76, 87). Per i vari motivi che vi si intrecciano (cosmici, storici, profetici, escatologico-apocalittici) il salmo si presta a diverse interpretazioni. Quella storica più seguita, sebbene le allusioni del salmo siano piuttosto generiche, si riferisce alla spedizione militare in Palestina (701 a.C.) del re assiro Sennacherib, al tempo del re Ezechia (2Re 18,13-19,37; Is 36,1-37,38). Il salmo è un inno altamente poetico e chiaro teologicamente. Vi si sviluppa prevalentemente il simbolismo bellico, cosmico e quello materno. L'inclusione tra i v. 8 e 12, data dal ritornello «Il Signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe», rende il blocco dei vv. 8-12 piuttosto compatto. Alcuni autori, per motivi di carattere formale, suppongono tale ritornello anche dopo il v. 4. Il ritmo nel TM è dato da 4 + 4 accenti.

Divisione:

  • vv. 2-4 (I strofa): Dio sicurezza del suo popolo negli sconvolgimenti cosmici;
  • vv. 5-7 (II strofa): Dio nella sua città, sicurezza contro gli sconvolgimenti cosmici e storici;
  • v. 8: ritornello;
  • vv. 9-11 (III strofa): certezza della vittoria di Dio;
  • v. 12: ritornello.

v. 2. «per noi»: l'espressione, che si ripete anche nei vv. 8 e 12 (nell'originale ebraico) ed è richiamata negli stessi versetti anche da «con noi» (‘immānû), denota un certo sentimento di fierezza da parte dei fedeli che si sentono appartenere al popolo eletto. «Rifugio e forza»: sono due immagini con sfumatura bellica.

v. 5. «Un fiume e i suoi ruscelli...»: in contrasto con le acque turbolente, sconvolte dal terremoto del v. 4, si presentano, rievocando quelle del paradiso (Gn 2,10-14), le acque calme, fecondatrici della città di Sion che danno gioia. Non si tratta di una descrizione realistica del sistema idrico di Gerusalemme (la fonte del Ghicon, e il torrente Cedron son ben poca cosa a confronto), ma di un'enfatizzazione e idealizzazione con chiare allusioni teologiche. Il Signore è la sorgente di acqua viva (cfr. Is 33,21; Ger 2,13; Gl 4,18) e dal suo tempio uscirà l'acqua abbondante e fecondatrice (Ez 47,1-12). «la città di Dio»: non si nomina né Gerusalemme, né Sion, ma è chiaro che si tratta di Gerusalemme, cfr. Sal 87,3; Is 60,14.

v. 7. «Fremettero le genti... egli tuonò...»: sinteticamente, con quattro verbi, come rapide pennellate, si descrive l'assalto dei nemici (primo emistichio) e il pronto intervento liberatorio portentoso di Dio (secondo emistichio), cfr. Sal 2,1; 48,5-6; Is 17,12-14. «egli tuonò»: ci si riferisce al tuono con valore teofanico. La voce di Dio è paragonata al tuono la cui potenza atterrisce, cfr. Sal 18,14; 29,3; 76,7; 1Sam 7,10; Ger 25,30; Am 1,2; Gl 2,11; Gl 4,16.

v. 8. Il ritornello, che si ripete anche nel v. 12, sintetizza la teologia del salmo e conferma la fede espressa dal v. 1. Esso è formato da quattro titoli divini: «Il Signore degli eserciti (JHWH ṣebā’ôt)»: l'appellativo designa l'aspetto bellico ed è molto usato da Isaia (50 volte). «è con noi (‘immānû)»: richiama l'Emmanuele (‘immānû-ēl), il «Dio-con-noi» di Is 7,14; 8,8.10. «una rocca»: l'appellativo «rocca» (miśgāb), di carattere militare, indica una fortezza imprendibile (cfr. Sal 9,10; 18,3; 27,1; 48,4; 59,10; Is 33,16; Ger 48,1). «Dio di Giacobbe»: è un titolo divino arcaico (cfr. Is 2,3; Sal 20,2; 75,10; 76,7; 81,2.5; 84,9; 94,7).

v. 11. «Fermatevi e sappiate..»: l'appello al riconoscimento della sua divinità è rivolto da Dio in prima persona come in Is 33,10-13 ed è caratteristico degli oracoli profetici (cfr. Ger 16,21; Ez 6,7.13-14; 7,4; 1Re 20,28).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Recensioni giochi PC, PlayStation e Xbox

Un Sogno che Non Doveva Esistere, e Invece...

Ci sono giochi che sembrano un delirio febbrile, un esperimento nato per errore da una notte di baldoria tra sviluppatori. “Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii” è esattamente questo. E la cosa incredibile? Funziona. Funziona così bene che ci si chiede come abbiamo fatto a vivere senza Majima pirata fino ad ora.

Kiryu e Ichiban fianco a fianco, pronti ad affrontare una minaccia comune con la loro solita grinta e un pizzico di follia.

Se Like a Dragon: Infinite Wealth ci ha portato su un terreno più emotivo e serio, questo spin-off è la pausa tropicale che non sapevamo di volere. Ma non fatevi ingannare dall'ambientazione soleggiata e dal tono volutamente sopra le righe: il cuore della saga pulsa forte anche tra le onde del Pacifico. Questo è un gioco per chi conosce ogni cicatrice di Goro Majima, per chi ha riso e pianto con la sua follia.

Majima, Spade e Palle di Cannone: Il Sistema di Combattimento

Parliamo subito della novità più dirompente: il combattimento navale. La serie “Like a Dragon” non ha mai avuto paura di reinventarsi, e qui assistiamo a una fusione tra la tradizione action della saga e meccaniche alla “Assassin's Creed IV: Black Flag”. Majima, con il suo stile “Sea Dog”, combatte come un incrocio tra Capitan Barbossa e Spider-Man: spade affilate, pistola in pugno e un rampino che gli permette di spostarsi rapidamente tra i ponti delle navi avversarie.

Un momento di interazione con un NPC un po' strano, magari durante una delle tante strambe attività secondarie che questo gioco sa offrire.

L'uso del rampino non è solo estetico: Majima può afferrare i nemici, disarmarli o scaraventarli fuori bordo con una risata folle. E poi c'è la “Danza del Kraken”, una serie di attacchi concatenati che trasforma il combattimento in un balletto letale. Il risultato? Un gameplay che è un inno alla fluidità e alla creatività, senza perdere il peso e l'impatto tipici della serie.

Un'Avventura che Sa di Mare, di Sangue e di Famiglia

Non fate l'errore di pensare che questo spin-off sia solo una parentesi spensierata. La trama si collega sorprendentemente bene agli eventi di “Infinite Wealth”. Majima si trova a Nele Island, un luogo segnato dalla contaminazione radioattiva, dove ex-yakuza cercano di ricostruire una vita lontano dalla malavita. Qui incontra Noah, un bambino determinato a trovare suo padre, e il suo adorabile cucciolo di tigre (sì, una tigre domestica), che porta il nome più perfetto possibile: Goro.

Ichiban che si pavoneggia con un nuovo outfit un po' tamarro a tema piratesco, pronto a farsi notare (e magari a scatenare qualche risata).

Quello che inizia come una fuga spensierata in mare si trasforma presto in un viaggio carico di scoperte e redenzione. C'è qualcosa di quasi poetico nel vedere Majima, sempre così caotico e imprevedibile, assumere il ruolo di capitano e guida per un ragazzino alla ricerca di un posto nel mondo. E mentre si solcano le acque, le ombre del passato non tardano a riaffiorare.

Il Fanservice Fatto Bene

E qui arriviamo a quello che potrebbe essere il vero punto di forza di Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii: il fanservice. Non nel senso banale del termine, ma come celebrazione di tutto ciò che rende questa saga unica. Ci sono citazioni, riferimenti, volti noti che tornano in modi inaspettati. C'è amore in ogni angolo di questa avventura, un tributo ai fan di lunga data che non si limita a strizzare l'occhio, ma costruisce qualcosa di nuovo e memorabile.

E poi, diciamolo: poter urlare “Io sono il Capitano Majima!” mentre si affrontano avversari su una nave che affonda è un sogno che si avvera.

Un'espressione sorpresa sul volto di Ichiban durante una cutscene un po' sopra le righe, tipica dello stile 'Like a Dragon'.

Hawaii e il Fascino del Nuovo Mondo

Se Kamurocho è sempre stata la casa della serie, le Hawaii rappresentano un cambio di scenario radicale. La cura nei dettagli è impressionante: dalle spiagge mozzafiato ai vicoli meno turistici, tutto trasuda lo stile “Like a Dragon”. C'è un contrasto affascinante tra la natura lussureggiante e il mondo sotterraneo che Majima si trova ad affrontare. Perché, ovviamente, anche in paradiso ci sono affari sporchi.

Una visuale di gioco che mostra l'esplorazione a piedi di una zona vivace di Honolulu, piena di negozi e gente del posto con cui interagire.

La libertà di esplorazione è uno degli elementi più riusciti del gioco. Puoi prendere una barca e avventurarti tra le isole minori, ognuna con segreti e missioni secondarie che vanno dal poetico al surreale. E tra un combattimento e l'altro, ci sono momenti di autentica leggerezza, come le partite di poker in una taverna malfamata o le sfide di pesca che diventano epiche battaglie contro mostri marini.

Conclusione: Un Caos Magnifico

Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii è una follia meravigliosa. Un gioco che non avrebbe mai dovuto esistere e che invece si impone come una delle esperienze più fresche e appassionanti della saga. Tra combattimenti elettrizzanti, una trama che sorprende e momenti di puro spettacolo, questo spin-off si ritaglia un posto speciale nel cuore dei fan.

E ora, se mi scusate, ho un pappagallo da insegnare a dire “KIRYU-CHAAAN!”.

 
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from Bymarty

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Tramonto di primavera 🍀

Caldi colori, emozioni, sole e nuvole sorridenti tutte intorno, scie luminose, diverse, quasi magiche portano con sé gli ultimi strascichi di questo freddo inverno! I fiori spontanei spiegano al vento, petali lievemente colorati e profumati e fanno si che, piccoli e rumorosi insetti ne rubino un po' di nettare.. È primavera, c'è chi bussa ad una porta ben chiusa, chi apre le finestre e si affida al nuovo giorno, alla speranza, a ciò che di bello o meno bello esso porterà con sé....E forse saremo un po' più sereni.. È primavera e gli occhi brillano di nuova luce, i pensieri si alleggeriscono e il vento dissolve al vento le ultime lacrime rimaste... E poi è subito sera e i giorni passano veloci e sempre più luminosi e sereni..

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE FORESTE: LA LORO CRUCIALE IMPORTANZA E LE MINACCE GLOBALI

La Giornata Internazionale delle Foreste, celebrata ogni anno il 21 marzo, è un'occasione istituita dall'Assemblea Generale dell'ONU nel 2012 per sensibilizzare la popolazione sull'importanza degli ecosistemi forestali per le generazioni presenti e future. Le foreste, che assorbono circa l'80% della specie terrestri, rappresentano un pilastro fondamentale per la stabilità climatica del pianeta e contribuiscono in modo cruciale a mitigare gli effetti dei gas serra.

La Deforestazione: Un Problema Urgente

Paesi più piccoli (come ad esempio il Belgio), nonostante non lo si percepisca immediatamente, sono tra i principali responsabili indiretti della distruzione delle foreste tropicali a causa dell'importazione massiccia di materie prime legate alla deforestazione. L'Italia è identificata come il terzo maggior importatore europeo di commodities che causano deforestazione, come olio di palma, soia, caffè, legname e derivati bovini, per un valore di circa 36,6 miliardi di euro nel 2021. Le importazioni italiane, che valgono circa 36,6 miliardi di euro e coinvolgono oltre 175.000 imprese, alimentano la distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste ogni anno, soprattutto in aree ad alta biodiversità come l’Amazzonia. La deforestazione è la causa dell'espansione agricola nelle aree tropicali, con conseguenze come la perdita di biodiversità, l'aumento delle temperature, la desertificazione e persino l'aumento dei prezzi di beni come caffè e cacao. Il Regolamento Europeo “Deforestazione Zero” (EUDR) Il Regolamento “Deforestazione Zero” (EUDR), approvato dall'Unione Europea, mira a garantire che i prodotti importati nell'UE non abbiano causato deforestazione. Gli operatori dovranno dichiarare l'origine delle commodities e certificare che la loro produzione non ha comportato la distruzione di foreste. La sua applicazione è posticipata al 30 dicembre 2025, e si spera che possa aiutare i consumatori a fare la differenza, scegliendo prodotti certificati e riducendo il consumo di carne e derivati, privilegiando alimenti locali e biologici.

Il Ruolo dei Carabinieri Forestali

I Carabinieri Forestali sono in prima linea per la Giornata Internazionale delle Foreste. Essi svolgono importanti attività di tutela del territorio, contrasto al bracconaggio, controllo degli ecosistemi forestali (CON.ECO.FOR.), inventario forestale nazionale e perimetrazione delle aree a rischio di incendi boschivi. Durante la Giornata, vengono organizzate iniziative didattiche di educazione ambientale rivolte agli alunni degli istituti d'istruzione superiore, sensibilizzando sull'importanza della tutela del patrimonio forestale. Ad esempio, a Brescia i Carabinieri Forestali del Comando Gruppo hanno collaborato con diverse istituzioni per rilevare le caratteristiche di cinque alberi monumentali, candidati ad essere inseriti nell'elenco degli Alberi Monumentali d'Italia. I Carabinieri Forestali si impegnano anche a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla tutela delle foreste, evidenziando il valore biosferico planetario del bosco e i servizi multifunzionali che assicurano all'umanità (acqua, legna, cibo, regolazione idrogeologica e del clima). A tale proposito è di grande importanza la prevenzione e repressione degli incendi boschivi, un fattore di maggiore criticità per il patrimonio forestale nazionale.

La Corruzione come Forza Motrice della Deforestazione

Un ruolo devastante nel guidare la deforestazione e portare le foreste sull'orlo dell'estinzione lo ha la corruzione. Negli ultimi 30 anni, il mondo ha perso il 10% delle foreste, con una perdita equivalente a 37 campi da calcio al minuto dal 1990. Le foreste sono cruciali per mitigare il cambiamento climatico (assorbendo CO2) e ospitano una vasta biodiversità (80% dei mammiferi, 75% degli uccelli e 80% degli anfibi terrestri). La corruzione rende le foreste vulnerabili, poiché i fattori che attraggono attività criminali (come il valore economico del legname o i prodotti agricoli come cioccolato e olio di palma) sono esacerbati dalla corruzione che permette l'accesso illegale alla terra e l'elusione delle normative. Molte compagnie ottengono illegalmente terreni per piantagioni, e la corruzione tra funzionari pubblici permette di ignorare le politiche di protezione forestale. La vastità geografica delle foreste complica ulteriormente la supervisione e l'applicazione delle normative, creando opportunità per la corruzione. Il Crimine Organizzato Transnazionale e il Traffico di Fauna Selvatica La deforestazione e il traffico di legname illegale sono collegate con il crimine organizzato e il traffico di altre merci illecite, come la droga. Il traffico di legname illegale è un modo per riciclare denaro sporco. Il crimine transnazionale contro la fauna selvatica, stimato fino a 199 miliardi di dollari annui. Questo crimine può privare i governi di entrate significative (7-12 miliardi di dollari annui) e ha un valore economico globale stimato tra 1-2 trilioni di dollari all'anno. Va sottolineato come la perdita di biodiversità esacerbi il cambiamento climatico e come lo sfruttamento eccessivo della fauna selvatica sia un importante motore del declino delle specie e aumenti i rischi per la salute umana.

Conclusione

Il quadro sullo stato delle foreste a livello globale è complesso e preoccupante. La deforestazione, alimentata da dinamiche di mercato globali e dalla corruzione, rappresenta una seria minaccia per la biodiversità, il clima e il benessere umano. La Giornata Internazionale delle Foreste 2025 rappresenta un'occasione cruciale per sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere azioni concrete a livello individuale, nazionale e internazionale. L'impegno dell'Italia, anche attraverso l'attività dei Carabinieri Forestali e l'implementazione di regolamenti come l'EUDR, è fondamentale per contribuire alla protezione di questo patrimonio insostituibile. Tuttavia, è essenziale affrontare anche le radici del problema, come la corruzione e il crimine organizzato, per garantire una tutela efficace e duratura delle foreste del nostro pianeta. A tale riguardo la “Global Initiative to End Wildlife Crime” (Iniziativa Globale per Porre Fine al Crimine contro la Fauna Selvatica), mira a incoraggiare gli Stati a intensificare gli sforzi per contrastare questo crimine a livello internazionale e nazionale. Questa iniziativa prevede, tra l'altro, la creazione di un protocollo aggiuntivo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale (UNTOC).

#giornatainternazionaledelleforeste #carabinieriforestali

 
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All Mod Cons è il terzo album in studio della band britannica The Jam, pubblicato nel 1978 dalla Polydor Records. Il titolo, un'espressione idiomatica britannica che si potrebbe trovare nelle pubblicità immobiliari, è l'abbreviazione di “all modern conveniences” (tutte le comodità moderne) ed è un gioco di parole sull'associazione della band con il revival mod. L'album raggiunse il n. 6 nella UK Albums Chart. L'album fu ripubblicato negli Stati Uniti nel 1979, con la canzone “The Butterfly Collector” al posto di “Billy Hunt”.


Ascolta: https://album.link/i/1440910355


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

CANTO NUZIALE PER IL RE E LA REGINA 1 Al maestro del coro. Su “I gigli”. Dei figli di Core. Maskil. Canto d'amore.

2 Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce.

3 Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre.

4 O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto, 5 e avanza trionfante.

Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia. La tua destra ti mostri prodigi.

6 Le tue frecce sono acute - sotto di te cadono i popoli –, colpiscono al cuore i nemici del re.

7 Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale.

8 Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.

9 Di mirra, àloe e cassia profumano tutte le tue vesti; da palazzi d'avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda.

10 Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

11 Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;

12 il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

13 Gli abitanti di Tiro portano doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo favore.

14 Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d'oro è il suo vestito.

15 È condotta al re in broccati preziosi; dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate;

16 condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.

17 Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra.

18 Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.

_________________ Note

45,1 Destinato originariamente alla celebrazione delle nozze del re, questo poema (v. 2), accolto nel Salterio, esprime l’alta considerazione e la grande dignità di cui il popolo d’Israele circonda la persona del re, e in seguito la figura del messia (vedi Eb 1,8-9). Contenuto, immagini, simbologia e ritmo richiamano il Cantico dei Cantici.

45,7 Il tuo trono, o Dio: così la versione dei LXX. Altra possibile versione dall’ebraico: “Il tuo trono, o divino” (riferito al re davidico, considerato “figlio di Dio” in un modo tutto particolare, vedi Sal 2,7). La lettera agli Ebrei (Eb 1,8-9) applica a Gesù i vv.7-8.

45,9 mirra, àloe e cassia: sostenze aromatiche molto usate dalle popolazioni orientali; l'avorio veniva impiegato nelle decorazioni.

45,10 Gli ori di Ofir (località non identificata) è sinonimo di ori pregiati, della miglior qualità.

45,13 Tiro: importante centro commerciale della Fenicia.

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Approfondimenti

Canto per le nozze del re Salmo regle

Il salmo, unico poema profano nel Salterio, è un inno in onore del re e della regina, indirizzato loro in occasione delle nozze. Il suo ingresso nella collezione dei salmi fu dovuto probabilmente alla sua interpretazione messianica esplicita della tradizione giudaica, avvenuta nel post-esilio dopo le delusioni della monarchia. Il carme, di una certa eleganza e solennità, essenziale e incisivo nelle sue espressioni, è ritmato nel TM per lo più in tristici di 4 accenti (4 + 4 + 4). Presenta qualche problema di carattere testuale, specialmente nella seconda parte. Come sfondo storico più verosimile può intravvedersi il matrimonio del re Acab del regno del Nord con Gezabele, principessa fenicia, figlia del re di Sidone (1Re 16,31). Percorrono il salmo la simbologia regale della gioia, della bellezza e della festa. In una cornice, data dai vv. 2-3 iniziali e dai vv. 17-18 finali che formano un'inclusione, si ha il corpo del salmo diviso in due quadri. I primo (vv. 4-10) riguarda la figura del re e il secondo (vv. 11-16) quella della regina. Questi due quadri centrali iniziano entrambi con un invito retorico: il primo con «cingi» (v. 4) e il secondo con «ascolta» (v. 11).

Divisione:

  • vv. 2-3 (introduzione) il poema del salmista-scriba per il re e la benedizione;
  • vv. 4-10 (I quadro): la figura del re;
  • vv. 11-16 (II quadro): la figura della regina;
  • vv. 17-18 (conclusione): voti augurali del salmista-scriba per la dinastia.

v. 2. «Effonde il mio cuore...»: il salmista cantore manifesta in questo verso la spontaneità del suo canto per il re. La composizione del poema, che concepito nella mente («cuore») passa alla bocca che lo esprime con la lingua, organo della parola e del canto, è paragonata al gorgoglio dell'acqua di una sorgente. È usato a questo scopo il verbo rḥš (eruttare, prorompere) che è hapax nell'AT. «La mia lingua è stilo di scriba veloce»: il poeta si augura che la sveltezza e destrezza della sua lingua nell'esternare il canto sia uguale alla velocità e destrezza dello scriba di corte, che doveva fissare il suo canto sul papiro o sul cuoio. Questo doveva essere «veloce, abile» (māhîr) per esercitare bene il suo mestiere, e meritarsi la stima.

v. 3. «Tu sei il più bello...»: con brevi pennellate il cantore traccia il ritratto del re. La bellezza dei suoi tratti (prestanza fisica) e la grazia del suo sorriso e del suo parlare (eloquenza) sono segno di benedizione del Signore (Prv 16,10; 22,11-12; Qo 10,12; 1Re 10,8). Tutto corrisponde al quadro ideale della figura regale, cfr. 1Sam 9,2 (Saul), 1Sam 16,12 (Davide); Is 11,4-5.

vv. 4-10. Nello stile encomiastico di corte il poeta con un po' di retorica e di enfasi esalta le qualità e le funzioni del re (vv. 4-8), la preziosità delle sue vesti e l'ampollosità della sua corte (vv. 9-10). Nei vv. 4-8 le prerogative e le funzioni regali sono indicate simbolicamente da tre oggetti: la spada (prerogative militari) (vv. 4-6), il trono (simbolo monarchico) (v. 7a), lo scettro (simbolo di governo e di amministrazione della giustizia) (v. 7b-8).

v. 4. «Cingi, prode, la spada...»: si evoca l'atto solenne d'investitura. La spada al fianco è segno di potenza e nobiltà (cfr. Es 32,27). «nello splendore della sua maestà»: lo splendore e la maestà sono prerogative di Dio (Sal 96,6) trasmesse al sovrano, suo luogotenente sulla terra (Sal 21,6).

v. 6. «le tue frecce acute»: è un'altra immagine militare tendente a esaltare la prerogativa bellica del re. Ma l'azione dell'arco e delle frecce non è solo militare (Sal 2; 20,9; 27,2; 36,13), ma anche giudiziaria, perché colpisce i nemici del sovrano.

v. 7. «Il tuo trono, Dio, dura per sempre...»: si ha il riferimento al «trono», simbolo monarchico. Tradotta così l'espressione si riferisce all'eternità del trono divino; ma se riferiamo «Dio» (’elōhîm) al re, come era usanza presso le corti orientali, si evidenzia nel versetto la perpetuità della dinastia regale promessa a Davide secondo 2Sam 7,13.16; cfr. Sal 89,5.29.38. Del resto in Sal 2,7 e in 2Sam 7,14 il re è chiamato «figlio di Dio» e inoltre nella Bibbia è attestato l'uso diverso della voce «Dio» (’elōhîm), cfr. Sal 29,1; 89,7; Gb 1,6; 2,1; 38,7. «è scettro giusto...»: alla lett. «scettro di rettitudine» _(šebēṭ mîšor). C'è il riferimento allo «scettro», simbolo del governo e dell'amministrazione della giustizia.

v. 8. «Ami la giustizia...»: l'espressione esplicita la funzione regale simbolica dello scettro di rettitudine. Il re lo usa in modo coerente. Ma se il salmo si riferisce alla nozze di Acab con Gezabele, bisogna constatare che essi non hanno rispettato la giustizia (cfr. 1Re 21); «Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato..»: alla lett. «Per questo (‘al-kēn) ti ha con- sacrato, Dio, il tuo Dio». «Per questo»: l'espressione che già ha aperto il v. 3c indica che l'amore del re per la giustizia è segno della sua elezione e consacrazione da parte di Dio. «a preferenza dei tuoi uguali»: la scelta del re è stata un atto di benevolenza di Dio perché l'ha preferito a quelli parimenti degni come lui, e come lui legittimi pretendenti, cfr. il caso di Davide (1Sam 16,1-13) e di Ieu (2Re 9,1-10).

v. 9. «mirra, aloe e cassia»: sono aromi spesso nominati nella Bibbia. Qui sono segno di festa; nel Cantico dei Cantici, segno d'amore. Questi aromi hanno impregnato le vesti regali con cui erano stati conservati, tanto da diventare esse stesse profumi. «palazzi d'avorio»: cfr. 1Re 10,18; 22,39; Am 3,15. Negli scavi archeologici di Samaria sono stati trovati frammenti di decorazioni d'avorio.

v. 10. «Figlie di re...»: si presenta il corteo di damigelle, facenti parte dell'harem del re, tutte di alto rango, perché esse stesse sono figlie di regnanti. «la regina....»: è la giovane sposa di cui si parlerà nei vv. 11-16. «oro di Ofir»: è ricordato spesso nella Bibbia, cfr. 1Cr 29,4; Gb 22,24; 28,16; Is 13,12. «Ofir»: è l'Arabia meridionale? o si trova in Africa? Lì si dirigevano navi per acquistare oro e materie preziose, al tempo di Salomone (cfr. 1Re 9,28; 10,11) e al tempo di Giosafat (cfr. 1Re 22,49).

vv. 11-16. In questa seconda parte il testo originale non è ben conservato. Si presenta la figura della sposa-regina nell'atto di celebrare il rito nuziale. Una voce (forse quella del paraninfo che fa la richiesta ufficiale di nozze, o quella del poeta stesso del salmo) rivolge un appello pressante alla regina.

v. 11. «dimentica il popolo e la casa di tuo padre»: in conformità alla legge del matrimonio, in Gn 2,24 l'appello è rivolto all'uomo, ma qui alla sposa. Se si accetta l'identificazione della sposa con Gezabele, principessa di Sidone, andata sposa ad Acab, l'esortazione implica la rinuncia al passato, l'abiura della propria religione politeista e la conversione alla religione jahvista, come fece Rut (Rt 1,16). Il «dimenticare» in Dt 8,14.19 ha la connotazione religiosa di abiura. Facendo così si evita un matrimonio impuro (Es 34,15-16; Dt 7,3-4) e il rischio di sincretismo religioso.

v. 12. «Egli è il tuo Signore: prostrati a lui»: come Ester davanti ad Assuero (Est 2,12-14; 5,1-2) la regina deve assumere l'atteggiamento tipico orientale di sottomissione, secondo la concezione matrimoniale antica, riconoscendo nel suo sposo il suo «signore».

v. 13. «Da Tiro vengono..»: alla lett. «La figlia di Tiro». Ha valore collettivo per indicare «la popolazione di Tiro». «i rappresentanti di Tiro» (cfr. «la figlia di Sion»: 2Re 19,21; Is 1,8; 52,2; Ger 4,31; 6,23; Lam 2,1.4.10.13.18; 4,22; Gl 2,23; Mic 1,13; 4,13; Sof 3,14; Zc 2,14).

v. 17. «Ai tuoi padri..»: il pensiero dello scriba corre al dono dei figli, anelli importanti per la successione al trono. Essi, da principi, governeranno su tutta la terra di Palestina (Dt 11,25), come già all'epoca di Salomone (1Re 4,7-19), di Roboamo (2Cr 11,23) e di Acab (1Re 20,14) o anche su tutta la terra (Gn 11,1), secondo gli orizzonti universalistici del salmi regali (Sal 2,8; 72,8).

v. 18. «Farò ricordare..»: il salmista con un augurio più personalizzato, intravvede nell'avvenimento da lui celebrato qualcosa di imperituro, come lo è il nome del Signore. Come quello, anche il nome (fama) del re sarà ricordato per ogni generazione, attirando la lode di tutti i popoli.

Nel NT i vv. 7-8 sono attribuiti al Messia (Gesù Cristo, figlio di Dio) in Eb 1,8-9. Nella sposa del salmo la tradizione cristiana ha riconosciuto la Chiesa.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from lucazanini

[rotazioni]

un tanto un fisso] un paradosso middle class misure] austere di Philip Glass le scorte] estreme il comitato -o] scompare pratica] la vivisezione paludata la] remissione con ritocco tutto nell'incerto nella proposta] successiva wonderful marvelous flop]

 
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from Bymarty

🖋️ Pensieri un po' stanchi E si anche oggi mi sono persa ho pianto, nessuno mi ha presa x mano, mi ha abbracciato..Sono stanca e forse è arrivato il momento di proseguire qsto cammino da sola, non so neppure se valga la pena scrivere, condividere, ho scritto, di me tanto, mi sono confidata, ho lasciato che le pagine del mio libro venissero lette, ma c'è chi si è stancato, chi non è interessato, e chi forse si è ritrovato e x questo si è allontanato! Devo voltare pagina e iniziare a leggere io quelle pagine di me , che spesso ho dimenticato...e chissà mi scoprirò più forte, e più pronta per affrontare ogni giorno, ogni tempesta...

 
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from lucazanini

[stime]

almeno due casse il centro [agricolo per tentativi per quale mirare tanto lontani lo stile al nuovo alle prime armi la radice il] cane sono in calce dopo il punto concentrato dopo il suffragio stracco] il

preparatore ai fini della partenza i rischi lo] stratagemma ai poli equidistanti le mirabolanti [non va a segno in parte in toto e per commento di] operatori in scena tra] le due guerre i due]

atti con sorteggio di sotto iperscrutando minutaggio manuale una cassa contenuto Constable e via cantando [pare dopo] il punto condusse poi forma di dissuasione di] massa plastico] per principianti

 
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from jens

In un contesto europeo che attraversa una crisi geopolitica senza precedenti, l'idea di un'iniezione di risorse miliardarie in armi da parte dell'Unione Europea, con Berlino a fare da protagonista, solleva la seria domanda se i nostri governanti sanno cosa fanno e per chi sono chiamati a governare.

Da pastore non posso tacere di fronte a un così ovvio abuso e misuso dell'incarico di governare.

Il titolo stesso, che evoca la possibilità che la Germania destini fino a 1.000 miliardi di euro alla spesa militare, ci costringe a confrontarci con una delle contraddizioni più evidenti dell'Europa contemporanea: come giustificare la spesa per armamenti, quando parallelamente i diritti sociali, la sanità e l'educazione necessitano di un urgente e sostanzioso investimento? Come sostenere una spesa così ingente e inimmaginabili di fronte a sempre più persone che versano nella povertà?

La proposta tedesca rischia di minare la coesione sociale all'interno dell'Unione, sottraendo risorse vitali per il benessere dei cittadini europei. In un momento in cui milioni di persone lottano contro la povertà, la disoccupazione e la crisi climatica, la priorità accordata alla militarizzazione sembra non solo inopportuna, ma anche eticamente e socialmente irresponsabile. Gli stati membri dell’UE dovrebbero uscire dal loro delirio e capire che le risorse devono essere utilizzate in modo più produttivo per affrontare le sfide sociali e ambientali che minacciano il nostro futuro collettivo.

L'invito che il teologo Jürgen Moltmann ci offre, un invito al “convertire le armi in strumenti di agricoltura”, risuona come un monito profetico. La sua visione è una chiamata a trasformare la “energia criminale” della guerra in un “energia dell’amore” che ci porti a costruire una società più giusta e pacifica.

La vera sfida per l'Europa non dovrebbe essere quella di aumentare l'arsenale bellico, ma piuttosto quella di investire nella prevenzione dei conflitti, nel dialogo, nell'educazione e nella giustizia sociale. In questo, Moltmann ci ricorda che la pace non può essere costruita con le stesse armi che alimentano la violenza, ma solo con la forza della solidarietà e della cooperazione.

Il welfare e la giustizia sociale non sono semplici concetti astratti; sono i pilastri di una società che si vuole definire giusta e sostenibile. Se l’Europa vuole davvero fare la differenza, deve abbandonare la logica che vede nelle armi la risposta alle sue insicurezze. Invece di puntare sulla militarizzazione, l'Europa potrebbe investire in un rafforzamento del sistema sociale, mettendo al centro l’educazione, la sanità, e la creazione di un’economia che rispetti le risorse del nostro pianeta.

In conclusione, la proposta di Berlino appare come una scelta miope, priva di una visione davvero trasformativa per il futuro. La vera sfida non è quella di alimentare la corsa agli armamenti, ma di indirizzare l'energia e le risorse verso la costruzione di un’Europa più equa, pacifica e rispettosa dei diritti di tutti e tutte. Se l'Europa vuole davvero essere un faro di speranza, dovrà scegliere di investire nella pace, non nella guerra.

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

I cambiamenti nel “DNA” della criminalità organizzata nel Rapporto sulla Criminalità Organizzata nell’ Unione Europea

EUROPOL ha pubblicato il Rapporto sulla Minaccia della Criminalità Organizzata e Grave dell'Unione Europea (EU-SOCTA) 2025, che analizza in modo approfondito e prospettico le dinamiche in evoluzione della criminalità organizzata che colpisce l'UE.

Il rapporto evidenzia come la criminalità stia diventando sempre più destabilizzante per la società, sfruttando il mondo online e venendo accelerata dall'intelligenza artificiale e da altre nuove tecnologie. Questi elementi interconnessi ridefiniscono le modalità operative dei network criminali. In questo contesto emerge infatti la “criminalità come servizio”(crime-as-a-service), che si riferisce a network delinquenziali specializzati che offrono competenze specifiche (come riciclaggio di denaro o attacchi informatici) ad altri attori criminali. Questo permette ai malviventi di delegare compiti e distanziarsi dalle attività illecite dirette.

Il testo esamina inoltre le tattiche utilizzate dai gruppi criminali, le aree chiave che rappresentano le maggiori minacce e la dimensione geografica di tali attività illecite.

La criminalità organizzata destabilizza la società minando l'economia attraverso proventi illeciti e riciclaggio di denaro, diffondendo la violenza e normalizzando la corruzione. Inoltre, agisce sempre più come proxy per minacce ibride esterne, contribuendo agli obiettivi politici di questi attori.

Secondo il Rapporto, le strutture legali d'impresa vengono sfruttate dalla criminalità organizzata in vari modi, dall'uso inconsapevole da parte dei malviventi all'infiltrazione ad alto livello o alla creazione di imprese completamente controllate. Questo permette di mascherare attività illecite, riciclare denaro e commettere frodi in diversi settori.

L' Intelligenza Artificiale (#IA #AI) e le nuove tecnologie vengono sfruttate per automatizzare ed espandere le operazioni criminali, rendendole più rapide, efficienti e difficili da rilevare. Ciò include attacchi informatici più sofisticati, frodi online su vasta scala e nuove forme di sfruttamento.

Diverse sono le minacce principali, tra cui gli attacchi informatici e il ransomware, le frodi online (inclusa la compromissione di email aziendali e le truffe “romantiche”), lo sfruttamento sessuale infantile online, il traffico di esseri umani, il contrabbando di migranti e il traffico di droga.

Nel contesto europeo, il traffico di migranti si adatta ai conflitti, alle difficoltà economiche e alle sfide ambientali, con flussi manipolati da attori ibridi. Le tecnologie digitali plasmano sempre più le rotte e i metodi operativi, nonostante la sua base nel mondo fisico.

Anche il traffico di droga ha un impatto significativo sulla società dell'UE a causa della violenza correlata, della corruzione e dell'infiltrazione nell'economia legale. L'alta disponibilità di droghe potenti aumenta i rischi per la salute, e la produzione danneggia l'ambiente.

Il traffico di armi da fuoco alimenta la violenza legata alla criminalità organizzata e altre attività illecite. L'instabilità geopolitica, come la guerra in Ucraina, può esacerbare questa minaccia aumentando la disponibilità di armi illecite.

L'EU-SOCTA 2025 fornisce un'analisi dettagliata e lungimirante delle minacce della criminalità organizzata, aiutando i decisori a stabilire le priorità e le forze dell'ordine ad anticipare le tendenze criminali, allocare le risorse in modo efficace e sviluppare strategie mirate.

GLOSSARIO

#EUSOCTA (European Union Serious and Organised Crime Threat Assessment): La Valutazione della Minaccia della Criminalità Organizzata e Grave dell'Unione Europea, uno studio dettagliato prodotto da #Europol che analizza le minacce della criminalità organizzata che colpiscono l'#UE.

Minaccia ibrida: Una combinazione di attività, sia convenzionali che non convenzionali, utilizzate in modo coordinato da attori statali o non statali per destabilizzare un paese o una regione. Nella relazione, spesso coinvolgono proxy criminali.

Strutture legali d'impresa: Imprese legittime che vengono sfruttate, infiltrate o create da network criminali per facilitare le loro attività illecite, come riciclaggio di denaro o frodi.

Criminalità come servizio (#CaaS – Crime-as-a-Service): Un modello in cui network criminali specializzati forniscono servizi specifici (ad esempio, attacchi informatici, riciclaggio di denaro, trasporto) ad altri attori criminali.

Il documento [en] è reperibile qui https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/files/documents/EU-SOCTA-2025.pdf

 
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