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from lucazanini

[stime]

suddivise] [le pertinenze fanno sapere ai dispersi fanno i discorsi o] dopo il terzo tentativo il fixed disk drive si è liquefatto fa] pozzetti di insindacabile rarità poi] omettono la segnaletica l'incrocio i buoni pasto fa] il monouso danno le simpatie in presenza fanno sapere a che ora il turno il passaggio] cieco

 
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from La vita in famiglia è bellissima

vedo mia figlia nel cellulare è una funzione, si muove per le strade che conosco di Genova, vedo i suoi spostamenti lenti mi immagino i passi che sta facendo la sua testa che scorrazza nella sua immaginazione

vedo la mappa che scorre il suo cursore che attraversa il mondo; mia figlia è geolocalizzata

d'improvviso parte lo scatto e vedo che vola per Genova, attraversa furiosamente il lungobisagno e capisco che è salita sull'autobus – me la immagino che si tiene agli appositi sostegni verticali, scatta chilometri di distanza da me che sono qua seduto che guardo lo schermo del mio cellulare e penso a quante cose potrebbero farle del male ora che lei è là nel mondo

e io qua nel cellulare che studio i suoi percorsi

; poi vedo che si ferma in un punto di Genova tra diverse vie e non si muove – tocco, tappo, niente – non si muove, cerco di capire dalla mappa cosa ci sia lì, cosa possa esserle successo, trasporto il mondo materiale che ho nella mia memoria, lo proietto su quella mappa vettoriale per visualizzare quel cursore nella forma di mia figlia in quel posto come un posto che esiste ed è fatto di cose che conosco

e poi realizzo:

lì c'è un'altalena ~

quel cursore immobile nella mappa digitalizzata, quella geolocalizzazione che sembra immobile, in realtà vibra, avanti e indietro, in alto e in basso e mentre vibra (questo la funzione non me lo dice)

quella vibrazione sogna

 
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from spaziovuoto

Rapporto annuale ILGA 2025

L'Italia scivola nella classifica al 36° posto dei 48 paesi monitorati.

Avviso: traduzione e riassunto generati con IA, fonte: https://www.ilga-europe.org/files/uploads/2025/02/Annual-Review-2025-Italy.pdf

Accesso ai beni e servizi

Una coppia gay a Modena è stata rifiutata per un affitto a causa delle preferenze del proprietario per una 'famiglia tradizionale'.

Asilo

A maggio, la lista dei “paesi di origine sicuri”, che permette un processo di asilo più rapido e restrittivo, è stata aggiornata per includere quattro paesi aggiuntivi in cui l'omosessualità è criminalizzata: Bangladesh, Camerun, Egitto e Sri Lanka. Ad ottobre, con l'approvazione del nuovo decreto sull'immigrazione, Camerun e Nigeria sono stati rimossi dalla lista dei “paesi sicuri”. Attualmente, la lista dei “paesi sicuri” include nove paesi che criminalizzano l'omosessualità, senza eccezioni per gruppi a rischio come le persone LGBTI: Bangladesh, Egitto, Sri Lanka, Tunisia, Algeria, Marocco, Senegal, Ghana e Gambia. In ottobre, un tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione della definizione di “paesi di origine sicuri”, chiedendo se un paese generalmente sicuro per la sua popolazione generale possa essere considerato sicuro anche se perpetua discriminazioni contro specifiche minoranze.

Discriminazione motivata da pregiusdizio

Il Ministro della Famiglia ha criticato le politiche europee a favore delle comunità LGBT+ e ha sostenuto il 'binarismo di genere'. Durante le Olimpiadi, alcune figure pubbliche e politici hanno attaccato atleti LGBT+. A Milano, graffiti omofobici sono apparsi sui muri di una scuola media e un insegnante a Treviso è stato insultato da uno studente per il suo orientamento sessuale.

Violenza motivata da pregiudizio

Si è registrato un aumento della violenza contro le persone LGBTI in Italia. Gli incidenti includono attacchi fisici a giovani a Palermo, Napoli, Milano, Foggia, Cagliari, Torino, e Viterbo. Alcuni attacchi hanno portato a ferite gravi e, in un caso, un uomo si è suicidato a Palermo a causa della paura di essere giudicato e discriminato.

Raccolta dati

Un sondaggio di maggio ha rilevato che il 56,3% degli italiani ritiene che il Parlamento abbia sbagliato a respingere il disegno di legge Zan del 2021. Il 59,7% supporta la semplificazione del processo di modifica del genere sui documenti ufficiali, e l'83,4% è favorevole al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, ma con divisioni su come attuarlo. A luglio, l'ISTAT ha pubblicato un libro sui dati del progetto ISTAT-UNAR (2018-2023) sulla discriminazione lavorativa verso le persone LGBTI. A settembre è stato pubblicato uno studio sulla salute ginecologica e le identità LGBTI, evidenziando una mancanza di adeguata formazione sulle identità non conformi al genere.

Educazione

A maggio, una proposta di legge della Lega Nord mirava a vietare l'insegnamento delle “teorie di genere” nelle scuole. A settembre, la Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione per escludere contenuti legati all'“ideologia di genere” nelle scuole. A ottobre, sono state mosse critiche contro corsi e conferenze universitarie che trattano temi di genere, con richieste di chiusura e controversie parlamentari.

Occupazione

A settembre, il Ministro dell'Università ha richiesto un'indagine su un progetto di ricerca su bambini transgender, scatenando reazioni di odio e minacce verso i ricercatori.

Uguaglianza e non discriminazione

A gennaio, il Ministero dell'Istruzione non ha menzionato la persecuzione delle persone LGBTI nel Giorno della Memoria dell'Olocausto. A marzo, l'Italia ha votato contro un regolamento della Commissione Europea per il riconoscimento transfrontaliero dei genitori dello stesso sesso. A maggio, Papa Francesco ha ribadito la sua posizione contro l'ammissione di uomini gay nei seminari. A giugno, la regione Puglia ha introdotto una nuova legislazione per garantire i diritti LGBTI e combattere la discriminazione. A ottobre, è stato riesaminato un caso di discriminazione sul lavoro in una prigione, con un agente di polizia penitenziaria vittima di discriminazione.

Famiglia

Il tribunale di Bergamo ha condannato l'INPS per discriminazione contro le famiglie con genitori dello stesso sesso, ma l'INPS ha fatto appello senza modificare il suo sistema. La corte d'appello di Milano ha stabilito che solo la madre biologica può essere riconosciuta nei certificati di nascita di coppie dello stesso sesso, obbligando l'altro genitore a perseguire l'adozione. La corte d'appello di Brescia ha confermato la validità del certificato di nascita per un bambino con due madri, sostenendo un'interpretazione evolutiva delle leggi. La corte d'appello di Roma ha stabilito che i documenti dei minori dovrebbero usare termini inclusivi come “genitori”. Il tribunale di Padova ha confermato la validità dei certificati di nascita con due madri, enfatizzando la protezione legale dei minori. Il tribunale di Lucca ha sollevato una questione costituzionale riguardo gli articoli che limitano la genitorialità legale ai genitori biologici, decisione attesa. il ministero dell'interno e corte d'appello di Venezia hanno presentato un reclamo contro decreti giudici a Padova, in attesa della decisione della corte costituzionale. La corte costituzionale ha dichiarato i conviventi di fatto come membri della famiglia.

Libertà di espressione

L'Espresso a settembre, ha licenziato Simone Alliva, giornalista e attivista LGBTI, che ha denunciato pressioni, insulti e minacce.

Politica estera

A giugno l'Italia ha rifiutato di supportare una lettera aperta degli Stati Uniti contro la discriminazione LGBTI in Ungheria. A novembre l'ambasciatore italiano in Argentina non ha firmato una dichiarazione di sostegno alla comunità LGBTI.

Libertà dalla tortura e trattamenti degradanti

A Ottobre Un ragazzo di 15 anni si è tolto la vita a causa di bullismo e violenza per il suo orientamento sessuale percepito.

Salute

A gennaio, il Ministro della Salute ha avviato un'indagine sull'Ospedale Careggi di Firenze riguardo l'uso di triptorelina, un bloccante ormonale, per i giovani trans, minacciando l'accesso a questo trattamento salvavita.

Abitazione

A maggio, l'Associazione Gay Center ha istituito un rifugio co-housing LGBTI a Roma, il terzo rifugio nella capitale, per ospitare giovani LGBTI che hanno subito violenza e discriminazione. A dicembre, è stata ufficialmente istituita la Rete Nazionale dei Centri Antidiscriminazione LGBTQIA+ durante l'iniziativa “Spazio ai Cad” a Bologna.

Sostegno Istituzionale

A marzo, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa ha pubblicato un rapporto esortando i governi, tra cui l'Italia, a sviluppare campagne di sensibilizzazione sui diritti delle persone LGBTI. Ad aprile, il Parlamento Europeo ha denunciato l'aumento della retorica anti-LGBTI in alcuni governi europei. A luglio, l'UNAR ha emesso un bando per la selezione di progetti contro la discriminazione motivata dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere. A ottobre, il Consiglio d'Europa ha espresso preoccupazione per l'aumento dei discorsi di odio e della xenofobia in Italia, esortando il governo a combattere il razzismo.

Riconoscimento Legale del Genere

Torino ha introdotto una politica che consente alle persone trans e non binarie di utilizzare il nome scelto sulla tessera del trasporto pubblico. A luglio, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di riconoscimento legale del genere per le persone non binarie, ma ha esortato il Parlamento ad affrontare la questione. A luglio, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'obbligo per le persone trans di chiedere l'autorizzazione del tribunale per sottoporsi a un intervento di riassegnazione del genere. Ad agosto, il Presidente della Corte Costituzionale ha ribadito che il Parlamento dovrebbe riconoscere le identità di genere non binarie e lo status legale dei figli delle coppie dello stesso sesso.

Partecipazione alla Vita Pubblica, Culturale e Politica

A novembre, la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma è stata vandalizzata con graffiti omofobi. A dicembre, un evento giubilare LGBT+ è stato rimosso dal sito ufficiale del Vaticano senza spiegazioni.

Diritti Sessuali e Riproduttivi

Ad aprile, il Primo Ministro italiano ha condannato la genitorialità surrogata come pratica “disumana” e ha esortato il Parlamento a criminalizzare gli italiani che viaggiano all'estero per la surrogacy. A giugno, il partito Lega Nord ha proposto un emendamento per vietare la surrogacy anche all'estero, con pene detentive e multe elevate. A ottobre, la legge è stata firmata, estendendo le pene ai cittadini italiani che cercano la surrogacy all'estero. La legge ha suscitato controversie tra i gruppi per i diritti umani.

 
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from Novità in libreria

Finalmente eccoci a febbraio. Vediamo cosa ci offre lo scaffale delle novità.

NARRATIVA:

  • MALBIANCO di Mario Desiati (Einaudi). Il protagonista di questo libro torna al paese di origine per cercare di risolvere un malessere che lo porta di frequente a perdere i sensi. Così, la Puglia lo riaccoglie fra le sue braccia, con i suoi anziani genitori e la sua intricata storia familiare, piena di misteri che dovrà scoprire per ritrovare un po' di pace. Per saperne di più: scheda libro.
  • BENITO, PRESENTE! di Paolo Ruffini (Baldini+Castoldi). Il professore Edoardo Meucci, rude e infelice, maschera la sua frustrazione infervorandosi a scuola con un intransigente antifascismo che gli procura un sacco di guai. Per uno scherzo del destino, però, un fulmine lo catapulta indietro nel tempo e si ritrova a insegnare in una scuola a Predappio nel 1890. In classe, fra i suoi alunni, eccolo lì: il piccolo Benito Mussolini. Il dilemma che attanaglia il professor Meucci, dunque, è il seguente: far fuori il futuro fondatore del fascismo finché è un tenero virgulto o cercare di educarlo in modo da evitare il disastro? Per saperne di più: scheda libro.
  • LA PRIMA REGINA di Alessandra Selmi (Editrice Nord). Un romanzo storico le cui protagoniste sono la regina Margherita di Savoia e la sua cameriera: entrambe devono lottare, e fronteggiare (oltre agli intrighi di corte) anche la loro condizione di pedine, in uno scacchiere che vorrebbe emarginarle. Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • LA LISTA DELLE COSE SOSPETTE di Jennie Godfrey (Bollati Boringhieri). Nell'Inghilterra del 1979, in Yorkshire, la comunità è agitata dalle drastiche misure del governo Thatcher. E un serial killer semina il panico, uccidendo giovani donne. La dodicenne Miv e la sua amica Sharon decidono di indagare sulla faccenda: stilano una lista dei personaggi “strani” del quartiere e delle cose sospette, scoprendo così che i luoghi comuni non sempre corrispondono alla realtà. Per saperne di più: scheda libro.
  • È NOTTE SUL CONFINE di Pietro Spirito (Guanda). Thriller ambientato a Trieste nel 1970. Un giornalista con un passato oscuro accetta di collaborare con i servizi segreti per raccogliere informazioni sui vari gruppi estremisti che operano approfittando dei sotterranei conflitti della Guerra Fredda. A mescolare le carte, però, compare sulla scena un giovane militare di stanza sul Carso, morto in circostanze misteriose. Per saperne di più: scheda libro.
  • L'EREDE di Camilla Sten (Fazi). Dall'autrice de IL VILLAGGIO PERDUTO (che già avevo illustrato fra le novità di luglio dell'anno scorso), ecco un thriller ambientato nei boschi svedesi. La protagonista Eleanor soffre di prosopagnosia, ovvero l'incapacità di riconoscere i volti delle persone. Così, quando per puro caso incontra una persona sconosciuta che sta fuggendo dalla casa di sua nonna (che ritrova assassinata sul tappeto), crede di aver visto l'omicida. L'eredità della nonna, una casa isolata nei boschi, è l'occasione perfetta per sfuggire a quell'assassino che teme ritornerà per lei, ma il maniero nasconde oscuri segreti... Per saperne di più: scheda libro.
  • TRA POCHE ORE È BUIO di Giovanni Pizzigoni (Mondadori). Tommaso Rovi, giovane reporter, e Paride Rinaldi, tenente del ROS, indagano su un delitto orribile. Nell'isola di San Giorgio, sud della Sardegna, è stato trovato un corpo mutilato: si tratta del progettista del grande resort di lusso dell'isola, oggetto di scontro tra i proprietari, magnati internazionali, e la popolazione locale. La violenza serpeggia attraverso una terra antica e selvaggia, in cui si scontrano un passato atavico e un futuro spietato. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Mondadori: LA RAGAZZA DEI TAROCCHI di Anna E. Pavani. Una ragazza appassionata di tarocchi pare sia l'ultima persona che abbia incontrato il defunto Carlo Bonfati, imprenditore di successo nell'industria dei dolciumi, ritrovato cadavere in un vicolo di Verona. Il delitto impegna il commissario Giovanni Russo in un'indagine difficile, anche a causa delle pressioni dalle alte sfere. Per saperne di più: scheda libro.
  • MARIANO DI GESÙ AL PRINCESS HOTEL di Giuseppe Sorgi (Salani). Una serie di decessi misteriosi colpisce l'hotel dove Jole e i suoi genitori sono in vacanza, a Edimburgo. Un ospite italiano dell'albergo, tale Mariano di Gesù, impiccione come Miss Marple e sagace come Poirot, coinvolge Jole nelle indagini... Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • NORD NORD di Marco Belpoliti (Einaudi). Un reportage poetico e sentimentale sul Nord dell'Italia, partendo da Milano, città adottiva dell'autore, fino ad arrivare ai vari concetti di “nord”: storia, geografia, letteratura (con i personaggi chiave del mondo culturale), suggestioni e ricordi si intrecciano in questo personale percorso “nordico”. Per saperne di più: scheda libro.
  • SOURCE CODE – I MIEI INIZI di Bill Gates (Mondadori). L'autobiografia di uno dei più influenti personaggi pubblici del mondo: in questo libro racconta la sua infanzia e la sua famiglia, le sue prime amicizie, l'abbandono della carriera universitaria per dedicarsi all'informatica e l'avvio di una piccola azienda di software chiamata Microsoft... Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • CACCIA ALLE UOVA di Giuditta Campello (Edizioni El). Albo illustrato a tema “pasquale”. Riccio, Scoiattolo, Lepre e Cincia devono trovare le uova decorate che Coniglia Esterina ha nascosto nella foresta. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LE STORIE DELLA MAESTRA LINDA di Linda Giupponi (Il Battello a Vapore). Albo illustrato (scritto in stampatello maiuscolo) in cui la maestra Linda (star di TikTok – @lindaquasimaestra) racconta una storia per ogni giorno della settimana. Al termine di ogni storia, la maestra Linda suggerisce un'attività pratica. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • DIEGO IL DINOSAURO IN GITA SUL FIUME di Raffaella Bolaffio (Emme Edizioni). Piccolo albo in stampatello maiuscolo. il dinosauro Diego fa una divertente gita sul fiume: testo semplice e illustrazioni simpatiche. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per le Edizioni El, CALCIO – UN GOL DA SOGNO di Luca Tebaldi. Si tratta di un Librogame ambientato nel mondo del calcio: il piccolo lettore, alla fine di ogni paragrafo, deve scegliere come far continuare la storia. Dalle scelte dipenderà il risultato di ogni partita del torneo. Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • SO COSA HAI FATTO di Faridah Àbíké-Íyímídé (Sperling & Kupfer). In un'accademia d'élite, la Niveus Private Academy, tutto è apparenza e ambizione. La perfetta facciata, però, rischia di crollare quando un anonimo utente comincia a diffondere sui social foto e rivelazioni imbarazzanti su Devon e Chiamaka, i due studenti più popolari della scuola. Questi rischiano di veder distrutte le loro vite, se non faranno qualcosa... Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Beyond Skin è un album del musicista inglese Nitin Sawhney. È stato pubblicato dall'etichetta Outcaste nel 1999. L'album si concentra principalmente sul tema delle armi nucleari; Sawhney afferma nel libretto che l'album “ha un arco temporale che scorre all'indietro”, iniziando da “Broken Skin” con la situazione nucleare tra India e Pakistan e terminando con “Beyond Skin” con Robert Oppenheimer che cita la Bhagavad Gita – “Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi”. Sawhney mira anche a mettere in discussione ciò che costituisce l'identità di una persona – scrive nelle note di copertina dell'album: “Credo nella filosofia indù. Non sono religioso. Sono un pacifista. Sono un asiatico britannico. La mia identità e la mia storia sono definite solo da me stesso – al di là della politica, al di là della nazionalità, al di là della religione e Beyond Skin”.


Ascolta: https://album.link/i/1275032585


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

IL GIUSTO VIVE ALLA PRESENZA DEL SIGNORE 1 Salmo. Di Davide.

Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

2 Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore,

3 non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino.

4 Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Anche se ha giurato a proprio danno, mantiene la parola;

5 non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l'innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre. _________________ Note

15,1 Ispirandosi a un rituale liturgico particolare, che elencava le condizioni per essere ammessi nel tempio, alla presenza del Signore, questo salmo propone al fedele un cammino interiore che coinvolge la condotta quotidiana. Nel salmo risuona la predicazione dei profeti e il loro richiamo a una religiosità del cuore (vedi, ad es., Is 33,14-16; Mi 6,6-8).

15,1 La santa montagna è il monte Sion, su cui era costruito il tempio.

15,5 doni: offerti per corrompere.

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Approfondimenti

Requisiti per abitare con Dio Salmo d'ingresso (+ motivi sapienziali)

Il salmo è simile per contenuto ai Sal 24; 26; 50; 95, ma in particolare si richiama più direttamente a Mic 6,6-8 e Is 33,14-16. Strutturalmente è lineare, ben equilibrato, e rivela una certa preoccupazione didattica. Il ritmo nel TM è di 3 + 3 accenti. Il campo semantico è quello dello spazio sacro, del tempo e della parola.

Divisione:

  • v. 1b: domanda d'ingresso;
  • vv. 2-5b: risposta sacerdotale;
  • v. 5cd: conclusione riassuntiva del tema iniziale.

v. 1b. «Signore, chi abiterà..»: la domanda è rivolta in seconda persona direttamente al Signore. Da chi? Se a pronunciarla è un sacerdote, è da prendersi in senso reale, dato che gli addetti al tempio (sacerdoti, leviti...) abitavano con una certa stabilità nel recinto del tempio in cui avevano proprie celle (cfr. Ger 35,2-4; 36,10-21, Ez 42). Se a pronunciarla è un semplice fedele è da prendersi simbolicamente, come espressione metaforica di unione con Dio. «nella tua tenda»: la «tenda» indica il tempio, chiamato così a ricordo della «tenda del convegno» del periodo del deserto (Es 28,43; 33,7). Dio a sua volta fu ospitato nella tenda di Abramo (Gn 18) e di Giacobbe (Gn 29,4).

vv. 2-5b. Risposta sacerdotale che contiene undici enunciati: positivi (vv. 2.4a.b) e negativi (vv. 3.4c.5ab) mescolati insieme, e a mo' di esemplificazione, cfr. Es 20; Dt 5; Prv 27-31; Sir 7,1-8,7. Il contenuto riguarda prettamente l'etica sociale.

v. 2. «Colui che cammina senza colpa..: il triplice enunciato di questo versetto è di carattere generale, quasi come un primo comandamento da cui scaturiscono gli altri, cfr. Sal 84,12; Prv 28,18. Giobbe aveva qualità tali da essere esempio di uomo perfetto, cfr. Gb 1,5; «cammina..»: la metafora della “via”, è comune nella Bibbia per indicare la condotta integra di vita, secondo i comandamenti (Sal 1,1).

v. 4. «anche se giura a suo danno...»: si tratta del giuramento fatto con leggerezza che poi si rivela a svantaggio della stessa persona che lo ha fatto, cfr. Lv 5,4. Poiché il giuramento è sacro, esso va rispettato, così come non si può ritirare, sostituendolo con un altro, un animale sacro offerto al Signore (cfr. Lv 27,10.33). Il giuramento infatti è anche una professione di fede perché si coinvolge anche Dio. Giurare però di fare il male non è vincolante.

vv. 5ab. «fare usura»: nella Bibbia vuol dire prestare denaro con interessi. Ciò è proibito con un proprio connazionale (Es 22,24; Lv 25,36-37) ma è permesso con gli stranieri (Dt 23,20-21). Il peccato di “usura” era anche combattuto dai profeti (cfr. Am 8,6), ma si consiglia anche di prestare con generosità (Dt 15; Sal 37,21.25-26; Sir 29,1-13). «non accetta doni contro l'innocente»: è il peccato della corruzione della magistratura, denunciato spesso dalla Legge (Es 23,8; Dt 10,17; 16,19; 27,25), dai Profeti (Is 1,23; 5,23; 33,15; Ez 22,12) e dai libri Sapienziali (Sal 26,10; Prv 17,23).

vv. 5cd. «Colui che agisce in questo modo»: l'espressione riassume tutti gli enunciati precedenti. «resterà stabile per sempre»: facendo eco al v. 1b il salmista conclude il salmo assicurando l'eterna stabilità dell'uomo giusto in mezzo alle tempeste della vita, com'è stabile il monte del tempio, ove risiede il Signore «roccia e baluardo di salvezza» (Sal 31,4; 42,10; 61,3; 91).

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from R0manticTechie

Ed io sono qui, nel lettino nella mia stanzetta nella casa dei miei genitori, il portatile sulle gambe, a scrivere i miei pensieri.

Non ho sonno, sarà stata la cena pesante o la cocacola bevuta a casa degli amici?! Stasera abbiamo giocato a D&D e devo dire che mi sto divertendo un mondo a lavorare di fantasia guidato dal mio master.

Un gioco da nerd, ma alla fine il bello è stare con gli amici.

Sono un po' giù di morale, sono stanco, domani sarà una lunga giornata ed oggi ho fatto una cazzatella a lavoro che non mi fa molto onore, ma alla fine possiamo sbagliare tutti. Poi ho fatto anche robe buone.

In compenso ho avuto un breve flirt con una collega, molto piacevole... chissà.. lei è una figa stratosferica anche se secondo me c'è un minuzioso lavoro estetico.. ma chi lo sa.. in ogni caso è fidanzata ma in un rapporto in crisi da tempo.. vedremo al prossimo ritiro aziendale...

Sto pc mi piace proprio... l'ho pagato 4 soldi su ebay e fa il suo sporco lavoro con su linux, molto proud del risultato. Devo solo rimetterci Arch che Fedora mi fa un po' cagare onestamente e vorrei poterlo personalizzare meglio.

Mi piace poter saltare da un topic all'altro liberamente.. alla fine è un po' questo lo scopo di questo blog per me, svuotare la mente...

Oggi mi sono anche arrivati i pad nuovi per le cuffie. Sono delle AKG K361 ed ho preso sti pad stratosferici che ho pagato un botto, tipo 40 euro, per delle cuffie che all'epoca pagai tipo 80 euro.. ma fanno ancora più che egregiamente il loro lavoro. Le adoro. I pad originali facevano cagare e si sono frantumati nell'essere in ecopelle dello schifo. Questo è tipo tessuto/pelliccia.

Boh sono stanco e mi sta venendo la nausea.. credo di dovermi stendere e provare a riposare.. ho bisogno di un po' di sottofondo stasera.. non ce la faccio a leggere... metterò qualcosa in tv...

Buonanotte...

 
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from GRIDO muto (podcast)

🦠 Pandemia, 💉 vaccini anticovid, 🦵 artrite e 🌀 psoriasi: il mio 2020 da malato invisibile

“Ed ecco allora che mi si accese una lampadina: avrei dovuto viaggiare il più possibile. Da quel viaggio a Lanzarote e da tutti i precedenti e i successivi, soltanto un anno dopo, avrei fatto nascere una cosa bellissima: un canale YouTube.”

[...]

Se preferisci ascoltare anziché leggere, puoi trovare qui questa puntata del podcast, la numero 16:

In questo episodio ti racconterò il mio fantastico 2020 da malato invisibile.

L'argomento è delicato e complesso e lo affronterò come normale dal mio punto di vista. Ti chiedo di capirlo e di rispettarlo anche se la tua idea dovesse essere diversa dalla mia.

Alla fine del 2019 mi era ormai chiaro che l'artrite facesse parte della mia vita, anche se la diagnosi non era ancora certa, ma c'era solo un fortissimo dubbio. Continuavo ad assumere i rimedi ayurvedici e, anche se a volte avevo l'impressione che non facessero molto, notavo che se smettevo di prenderli le cose peggioravano sensibilmente, specialmente nelle articolazioni delle mani e dei piedi. Possiamo dire che la situazione precipitava, perché molte articolazioni non potevo più usarle da quanto facevano male.

In più, mi pareva che queste compresse mi dessero un certo brio a livello mentale, una sensazione di presenza nella realtà che non mi dispiaceva affatto e anzi mi aiutava molto, soprattutto nelle mie complicatissime giornate di lavoro. Avevo capito che se andavo in palestra e allenavo gambe, bacino e schiena, stavo bene per due, tre, quattro giorni. La ricetta per il successo sembrava facile: bastava continuare ad allenarsi e prendere le medicine ayurvediche, quelle pastiglie che il medico in India mi aveva suggerito di prendere tanti anni prima e poi riscoperte da mio fratello. Un'altra cosa che avevo capito era che io alle isole Canarie ci stavo veramente tanto, tanto bene.

Come ti dicevo, mi bastava allontanarmi dalla Pianura Padana per sentirmi molto meglio, ma in quell'arco un po' ovunque mi ci sentivo meglio che in qualsiasi altro posto del mondo. Ogni volta in cui ci tornavo, questa sensazione di benessere la percepivo sempre di più, non tanto perché la sensazione aumentasse, ma perché in Emilia la mia condizione di salute stava peggiorando visibilmente e quindi sentivo di più la differenza tra casa mia e le isole.

Specialmente in inverno, tra novembre e dicembre, ero stato nell'isola della Palma, una delle isole periferiche dell'arcipelago delle Canarie, e anche lì avevo beneficiato di questo effetto. Mi tornava il buon umore, il dolore e la psoriasi sparivano e potevo muovermi meglio, fare tanti sentieri che a casa non sarei mai riuscito a fare. Questo effetto benefico durava anche al mio ritorno per un mese; tornavo a stare bene anche in Italia. Cominciavo a capire perché in tanti si trasferissero nell'arcipelago. Da un lato, pensavo che fosse semplicemente l'effetto della vacanza e attribuivo tutto allo stress del lavoro che laggiù non c'era. Però qualcosa non tornava.

Come avevo già iniziato a pensare negli anni precedenti, anzitutto l'effetto positivo era immediato; cioè, intendo che già dopo 10 ore che ero sceso dall'aereo, il “Simone” angosciato dal dolore e dalla confusione mentale che viveva in Emilia Romagna scompariva senza lasciare traccia. Ma non solo, era come se quel Simone non fosse mai esistito, e ripensando a me stesso in Italia mi sembrava che quei ricordi non fossero miei.

Tornavo quello di un tempo, come ero da giovane, solare, sempre di buon umore. Era come se qualcuno mi togliesse di dosso all'improvviso una cappa dolorosa fatta di malessere, sofferenza, tristezza e confusione. Tornavo a splendere come il sole delle isole. Ottimo, pensavo, tornerò periodicamente nelle isole e in tutti gli altri posti che mi fanno stare bene e tutto questo mi aiuterà a combattere la mia condizione, qualsiasi sia il suo nome. Forte di questa convinzione, non avevo neanche fatto in tempo a tornare a casa che avevo già trovato un altro aereo a basso costo che mi avrebbe portato a visitare Gran Canaria qualche mese dopo. Non ero mai stato su quell'isola, ci sarei andato tra gennaio e febbraio del 2020.

Arrivato di nuovo nell'arcipelago, trovai anche a Gran Canaria le stesse condizioni benefiche che avevo già trovato alla Palma a novembre del 2019. Si stava anche lì perfettamente anche a fine gennaio, e l'acqua dell'oceano e il sole mi rimisero a nuovo entro poche ore. Mentre scoprivo quell'isola affascinante e rilassante, nelle televisioni e sui giornali locali si sentiva parlare di una cosa lontanissima, un virus che sembrava mietere diverse vittime e si stava diffondendo molto rapidamente. Memore degli stessi allarmi letti sulla stampa italiana a proposito della Sars qualche anno prima, non ci pensai troppo.

Il mare era così invitante! Così invitante che non ci pensai neanche un attimo a quel virus lontano. Era un piacere perdersi dentro quelle acque, godere del tepore del sole di gennaio ed esplorare le valli e i canyon di quell'isola bella. Mi faceva sentire di nuovo vivo, le mie mani si erano sgonfiate un pochino ed era anche sparita quella fastidiosissima sciatalgia. Insomma, stavo veramente molto bene.

Dopo un paio di giorni giunse la notizia che il primo ammalato di tutta la Spagna, contagiato proprio a causa del coronavirus cinese, si trovava nell'isola de La Gomera, un'altra isola dell'arcipelago vicinissima a me, proprio a due passi di distanza. Nonostante questo, continuavo a non pensarci troppo. Mi sembrava l'ennesima esagerazione della stampa, magari fatta per cavalcare l'onda di un argomento molto popolare. Non ci pensai nemmeno nel corso del viaggio di ritorno, quando durante lo scalo a Madrid mi ritrovai nella enorme H dell'aeroporto, dove arrivavano voli da tutto il mondo, Cina compresa. E neppure mi venne in mente nulla quando poche settimane dopo venne celebrato il 50° anniversario dei miei, con tanti invitati da diverse zone d'Italia. Nessuno di noi sapeva che la nostra vita sarebbe cambiata per sempre nel giro di poco tempo e che non ci saremmo più rivisti per un pezzo. E non ero neppure cosciente del fatto che, come ammalato di patologie croniche e reumatiche, stavo correndo un rischio molto più elevato di tutti gli altri.

Nel giro di poche settimane, la vita di tutti noi cambiò all'improvviso. Certamente te lo ricorderai anche tu benissimo. Prima Codogno divenne zona rossa e isolata dal resto del paese, poi i comuni limitrofi. Poi fu il turno dell'Emilia-Romagna. Visto che lavoravo in un ambiente sanitario, ovviamente ci vennero date alcune indicazioni su come comportarci e che cosa ci aspettava nelle settimane successive, o almeno quello che si pensava ci avrebbe aspettato nelle settimane successive. E fu una stima un po' ottimistica. Come informatico percepivo direttamente la fatica e la stanchezza degli operatori sanitari, che poi si riversava su di noi, perché le richieste di aiuto aumentarono a dismisura. La qualità della mia giornata lavorativa peggiorò drasticamente, così come quella di molti altri in Italia e in Europa. A un certo punto, io e i miei colleghi ci ritrovammo isolati. Ci separarono gli uni dagli altri, creando due gruppi di lavoro. Nessuno si sarebbe dovuto vedere di persona e ognuno avrebbe dovuto lavorare in una stanza da solo, condividendo soltanto il bagno con gli altri. In caso di contagio, si sperava che almeno uno dei due gruppi di lavoro sarebbe rimasto sano, consentendo dunque l'operatività ordinaria e straordinaria.

Chi vive in Emilia-Romagna sa benissimo cosa sia la Via Emilia: è sempre la più trafficata, qualsiasi città attraversi. Mentre prima della pandemia guardavo fuori dalla finestra del mio ufficio e vedevo una fila ininterrotta di macchine, in quei giorni vedevo passare una macchina ogni 10 minuti, forse. Ancora peggio del mese di agosto, quando la città si svuota, e all'improvviso un enorme silenzio. Questo grande silenzio che ti faceva notare chi non c'era, piuttosto che chi attraversava le strade, e che tutti erano a casa. Cercavo di andare poco in bagno e ogni volta ero un po' spaventato, perché toccare le varie superfici con le mani aperte a causa della psoriasi sicuramente mi esponeva a un rischio molto maggiore di altri. Avevo imparato bene da un medico come lavarmi le mani e così cercavo di tenerle pulite usando il sapone al posto del gel tutte le volte che potevo. Ci avevano anche fornito alcuni spray disinfettanti con cui pulivamo scrivanie e maniglie, pomelli, tutto ciò che si poteva. Chi di noi non era in ufficio lavorava da casa a settimane alterne. Alla fine, come tutti, cominciai a non vedere più nessuno: niente genitori, niente amici, niente colleghi, solo chi viveva con me. Inutile che entri troppo nel dettaglio, perché sai già cosa abbiamo vissuto tutti. Posso dirti però che da malato invisibile fu tutto più complicato. Avevo già capito prima di quel periodo che il mio sistema immunitario iperattivo e impazzito reagisce malissimo a qualsiasi tipo di virus o battere mi passi vicino. E poi, come ti ho appena detto, ti raccontavo che le mie mani sono costantemente spaccate a causa della psoriasi. In quel periodo era obbligatorio usare il gel disinfettante in qualsiasi ospedale, ufficio o negozio. Il gel è a base di alcool: immaginati di buttare alcool su una ferita aperta ogni volta, la stessa storia, tanto bruciore, ma non c'era modo di non farlo. O lo facevi o non entravi.

La pandemia e l'isolamento volevano dire anche lavoro da casa. Significava alzarsi dal letto per andare alla scrivania, lavorare lì tutto il giorno, staccarsi dalla scrivania, mangiare qualcosa, dormire e ricominciare da capo. Immagina come mi sentivo in tutta questa situazione: proprio io, abituato ad andare in palestra tre volte a settimana, io abituato a viaggiare, abituato a prendermi una pausa dal dolore e dalla sofferenza proprio viaggiando periodicamente. Ora non si poteva fare e chissà per quanto tempo. Mi sentivo in trappola, impotente, l'ennesima situazione è senza una via d'uscita. Che il mio benessere precario, fatto di integratori e viaggi alle Canarie e palestra, sarebbe finito per sempre. Sentivo ancora una volta di aver perso tutto. E in un certo senso è stato così, perché da quell'anno è iniziata la fase più veloce del mio declino e credo che dipenda anche dal fatto che all'improvviso non potevo più allenarmi. Può sembrare paradossale, ma in questa situazione terribile non so come l'esaurimento passò. Forse perché ero sempre più stanco e in qualche modo riuscivo a dormire un po' di più, non avendo molto altro da fare del resto. Forse ho trovato dentro di me risorse che neanche sapevo di avere. Forse è stata la situazione eccezionale, la consapevolezza che di fronte a qualcosa di enorme, di così grande, che i problemi di tutti i giorni non sembravano più così grandi. Davvero non lo so come sia successo. Fatto sta che a un certo punto, pure affaticato, pure in ansia per tutta la situazione, mi sono svegliato una mattina senza sentirmi depresso. E poi un'altra, e poi un'altra ancora. C'erano delle cose importanti che sentivo di dover fare. Era il momento di rimboccarsi le maniche.

Uno dei miei compiti era quello di tenere in piedi i sistemi informatici che consentivano ai medici di lavorare bene. Una volta mi venne chiesto di preparare dei tablet con sopra WhatsApp, Skype o applicazioni del genere. Moltissimi pazienti purtroppo stavano morendo nei reparti di terapia intensiva, isolati dal mondo esterno, magari perché in molti casi si trattava di anziani che non sapevano usare queste tecnologie e non le avevano installate sul loro cellulare. O magari erano persone che erano state portate lì d'urgenza, e chi le portava lì, visto che non stavano respirando, magari non si fermava a pensare di prendere il cellulare. I tablet che avrei dovuto fare avrebbero consentito loro di contattare i loro cari a casa e, da quanto so, per molti di loro è stata l'ultima volta. Forse in tutto questo avevo trovato uno scopo più grande, qualcosa di più grande di me, che mi aveva consentito di non pensare troppo a me stesso e alla mia situazione.

Dopo un'estate di semilibertà, in cui riuscì finalmente a guardare un paesaggio diverso sulle magnifiche Alpi italiane, fu il turno del Cilento, una spettacolare terra con poche persone che visitai i primi di ottobre. In quei giorni si potevano leggere già i sintomi di una nuova chiusura, che ci avrebbe di nuovo riguardati tutti entro poche settimane. Poi tutto tornò di nuovo come prima, come a fine marzo.

A fine anno però qualcosa cambiò: arrivarono i primi vaccini, insieme a un vago sentimento di speranza. Forse potevo riuscire a non ammalarmi e questa cosa mi dava un elemento di tranquillità in più, perché grazie al mio lavoro ero a conoscenza di tante morti, troppe. Su questo argomento di solito l'opinione pubblica si spacca. Io ti sto raccontando che cosa ha rappresentato per me il vaccino. Ho fiducia nella medicina e nella scienza e non ho pregiudizi nei confronti di questi farmaci, davvero nessuno. Ritengo che siano utili e anzi indispensabili. So che molti non condividono con me questa opinione e ci sta, perché siamo in un paese libero, ma questo è il mio podcast. Sono io che ti sto raccontando la mia vita, ti racconto di me e non potrei mai raccontare qualcosa di diverso da quello che penso davvero. Se la tua idea è diversa dalla mia, non è assolutamente un problema: basta che tu non cerchi a tutti i costi di convincermi che la mia idea è sbagliata.

Tutto ciò che ruotava attorno alle vaccinazioni mi tenne impegnato per molto tempo: report, analisi, condivisione di documenti, insomma tutto ciò che serviva allo scopo aveva la priorità e significava altro lavoro per me. Con l'arrivo dell'estate, però, cambiai lavoro. La sanità mi era bastata, tanto più che la situazione che mi portava a dei burnout sempre più frequenti sembrava non cambiare. La mia fatica era sempre di più, sia fisica che mentale, e il lavoro aumentava costantemente, nonostante la pandemia stesse pian piano acquistando la forma di una nuova normalità. Bene, sarei andato altrove, sperando in un ambiente più tranquillo. Un nuovo lavoro avrebbe dovuto comportare un calo dello stress, se non altro nel periodo del preavviso, e invece il mio corpo era sempre più dolorante, sempre più malessere, sempre più confusione mentale, e per uno che lavora con il cervello è quanto di peggio si possa immaginare.

Tornai allora in reumatologia. Una parte di me pensava che il fatto di trovarsi lì si trattasse di un errore di valutazione di qualche tipo. I malati di artrite che conoscevo stavano ben peggio di me. Magari i miei problemi potevano essere soltanto, che ne so, un tunnel carpale o qualcosa del genere. Ma dopo avermi ascoltato, il reumatologo mi prescrisse una risonanza magnetica, un'altra, e all'appuntamento successivo mi fece anche di nuovo una approfondita ecografia alle mani, ai piedi, ai polsi e alle caviglie. Ci volle quasi un'ora e mezzo. Alla fine venne emesso un altro terribile verdetto e questa volta definitivo:

ARTRITE PSORIASICA

“L'artrite psoriasica è una patologia cronica infiammatoria che colpisce le articolazioni e i tendini,

associata alla psoriasi, una malattia infiammatoria della pelle caratterizzata da lesioni cutanee arrossate

e ricoperte da squame. Questa malattia autoimmune può provocare dolore, rigidità articolare e gonfiore,

causando un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti.”

Fonte: Istituto Ortopedico Rizzoli. Ti lascio il link nella descrizione dell'episodio.

In maniera ancora più convinta, continuai a tenermi tutto dentro.

Anche se ne avessi voluto parlare, chi avrebbe capito davvero quello che avevo da dire? Chi mi avrebbe ascoltato? Le persone con cui ci ho provato non sono state in grado di capire e questo mi ha incoraggiato ancora di più a cercare di non parlarne con nessuno.

Arrivò di nuovo l'inverno e con lui quell'umidità fredda che riempie così spesso la nostra pianura; la nebbia che ti avvolge, e che non ti fa vedere a un metro; la pioggia scrosciante che sembra volerti annientare goccia a goccia; il grigio interminabile che a qualcuno piacerà anche, ma a me ricorda sempre gli inverni lunghissimi e bui del paese in cui avevo trascorso l'infanzia. Al giorno d'oggi ho un motivo in più per detestarlo: l'umidità. Qualsiasi tipo di dolore aumenta con l'umidità, a noi scatena dolori nuovi, inaspettati, che magari ti colgono nel sonno, proprio nel bel mezzo della notte. Sto parlando di dolori simili a nevralgie, che bruciano nelle articolazioni, che tu ti muova oppure no. A volte sembrano dolori pulsanti, sembrano pulsare. Tante volte ho avuto il privilegio di provare queste sensazioni fantastiche, e magari che qualche dito delle mani o dei piedi si bloccasse dal dolore, impedendomi così di usarlo.

Già ai primi di ottobre del 2021 non ne potevo più. Sentivo il corpo rattrappirsi come un pomodoro messo ad essiccare al sole. Il problema è che quel pomodoro ero io e sentivo tutto il processo. Nel frattempo, il gonfiore di tutto il corpo stava diventando insopportabile. E allora ricorsi all'unica terapia efficace che conoscevo: prenotai un viaggio per Lanzarote, la quinta delle isole Canarie che sarei andato a scoprire tra fine novembre e dicembre. Fu un viaggio indimenticabile: le fotografie si sprecavano in quei terreni che sembravano usciti direttamente dalla Luna. Come sempre, le isole mi avevano tolto il malumore, il dolore e il gonfiore. Quel sole caldo mi aveva allontanato dal buio della pianura e il suo effetto si sarebbe fatto sentire fino a dopo Natale almeno. O così speravo, perché in realtà l'effetto positivo delle isole durava sempre meno. Quando rientravo in Italia si esauriva sempre più in fretta ad ogni viaggio. Ormai avevo capito che avrei dovuto cambiare residenza se avessi voluto stare un po' meglio, perché la mia vita, la nostra vita, intendo mia e di chi sta come me, non è vita.

Ed ecco allora che mi si accese una lampadina: avrei dovuto viaggiare il più possibile, non soltanto per stare meglio lontano dalla pianura, non soltanto per fotografare tanto, cosa di cui mi stavo innamorando perdutamente. Avrei dovuto viaggiare per cercare una seconda casa, perché oggi la mia casa è l'Emilia, ma un domani no, non mi ci vedo qui e quindi chissà... Dobbiamo, come ti dicevo, creare le condizioni per essere felici e io queste condizioni le voglio creare, ci voglio provare.

Da quel viaggio a Lanzarote e da tutti i precedenti e i successivi, soltanto un anno dopo avrei fatto nascere una cosa bellissima: un canale YouTube in cui condivido tutta la bellezza che trovo nel mondo con chiunque lo voglia guardare. E lo faccio naturalmente a modo mio, per ciò che sono diventato osservando, ascoltando, riportando ciò che mi colpisce, soprattutto fotografando tanto. Dalla fine del 2022 mi sarei impegnato seriamente per alimentare questo canale, che ti invito ad andare a vedere. Si chiama “Il Simone Viaggiatore”. Se non lo conosci già, potrai trovare il link per visitarlo nella descrizione di questo episodio. Quello è un canale in cui cerco di riversare tutta la gioia che provo durante i miei viaggi e provo a trasmettere quanto sia appagante il contatto con la tranquillità dei luoghi naturali con pochi turisti, dove posso stare in pace con me stesso, a dimenticare tutti i miei problemi e a fotografare la bellezza del nostro pianeta. Se vedrai i miei video e ti sentirai così anche tu, allora avrò raggiunto il mio scopo: la condivisione di tutta questa bellezza. D'altra parte, qualcosa doveva pur sostituire l'enorme vuoto lasciato dalla perdita della musica, che niente fino a quel momento era riuscito a riempire, e quel canale è stato ed è ancora un grande aiuto per me, per cercare di indirizzare la mia vena creativa su qualcosa di bello e credo anche utile. Potessi più tenerlo, la testa mi scoppierebbe, piena di idee inespresse e di cose non dette. Spero che lo visiterai e capirai quanto sia importante per me.

Nel frattempo, stammi bene. Podcast pensato esclusivamente per raccontare la mia esperienza personale e la mia storia, non contiene in alcun modo consigli di carattere medico o curativo. Per qualsiasi problema di salute ti invito a consultare il tuo medico o uno specialista di fiducia.

#podcast #podcastitaliano #MalatiInvisibili #Artrite #ArtritePsoriasica #ArtriteReumatoide #Fibromialgia #2020 #Pandemia #Coronavirus #Vaccini #VacciniAnticovid #Vaccinazioni #LockDown #Psoriasi

 
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from Dispetto Sociosanitario

Circa Dicembre 2024

La mia collega Sara mi comunica di aver ricevuto varie chiamate da parte di una paziente segnalata nella mia zona di pertinenza. A volte succede, a nessuno piace aspettare il Sistema Sanitario; tuttavia, il servizio di cure domiciliari prevede, a seconda della figura professionale coinvolta, che la prima visita venga effettuata nel giro di pochi giorni lavorativi. Capirete bene che, rispetto alle famigerate liste d'attesa di cui spesso si sente parlare nell'ambito delle specialità mediche, la posizione di un utente segnalato per cure domiciliari è decisamente vantaggiosa. Addirittura, una scarsissima percentuale di segnalazioni arriva ad essere evasa nel giorno della scadenza, perché il tempo per una prima visita, in un modo o nell'altro, si trova.

Tuttavia, alcuni utenti, anche di fronte ad una tempestività notevole, si sentono in diritto di telefonare e ritelefonare per chiedere di anticipare ulteriormente la data di prima visita. Dai, è vero, sicuramente la sanità non sta vivendo un bel periodo, e non mi sembra nemmeno il caso di far cadere dall'alto l'efficienza di un servizio che, in effetti, dovrebbe essere l'assoluta normalità (un po' come la puntualità dei treni in Giappone). Però stiamo parlando di pochi giorni di attesa, e nemmeno devi pagare il ticket, vuoi veramente metterti ai livelli di scavalcare i pazienti che dovrebbero essere visitati prima di te?

Insomma che, un po' per fortuna, un po' grazie all'etica dei professionisti che si fanno carico del procedimento, queste persone riescono SEMPRE – secondo loro – ad ottenere ciò che vogliono. Certo, loro non pensano di essere stati raggiunti in pochi giorni perché, semplicemente, il servizio prevede che ciò accada: loro pensano che sollecitare sia stata la soluzione, creando precedenti completamente immaginari in cui è stato sufficiente martellare le palle a qualcuno per essere favoriti.

Presupposto ciò, alzo il telefono e chiamo la paziente. Mi risponde con un tono di voce stridulo ma molto gentile e composto: questo scatena in me una dissonanza cognitiva non indifferente, come se l'atteggiamento della signora fosse finalizzato a mascherare una natura particolarmente arrogante. Un po' come quando i sessantenni su Facebook – già abbandonato da mesi – scrivono commenti dandoti del lei per dimostrare che sono più educati di te. Se dopo questa premessa vi aspettate uno sfogo polemico su quanto sia odioso lavorare con alcuni pazienti e bla bla bla, sappiate che sto per regalarvi qualcosa di gran lunga migliore.

*Atmosfera, grazie*

Raggiungo il luogo. Citofono al cancello pedonale di una villetta di tutto rispetto che, dall'esterno, appare un pochino trascurata, ma nulla di particolare. Tuttavia, mi viene data indicazione che, una volta entrato nell'atrio, devo aprire la porta subito sulla destra, e scendere nel seminterrato. Inizio a scendere la scala. Buio. Ancora più buio. Poi, in fondo alla scala, l'ambiente assume una moderata luminosità e si apre in un corridoio corto e molto stretto, che prosegue diagonalmente per un paio di metri per poi raddrizzarsi nuovamente e terminare in uno spazio quadrato ed angusto con una porta di fronte ed un'altra sulla destra. Lungo questo percorso, alcuni elementi d'arredo come comodini, armadietti, e qualche quadro appeso. Avete presente una #backroom? Ecco, quella cosa lì, ma di più. Uno spazio liminale dove non potevo interagire apparentemente con nulla, un'ambientazione analog-horror che non era né un atrio, né un appartamento.

Mi viene aperta la porta d'ingresso – quella frontale – da un uomo anziano con i baffi e il berretto. All'interno, con lui, un ragazzo di colore, anch'egli col berretto e con un paio di auricolari bluetooth, e una badante russa di circa sessant'anni. Tutti e tre trafficavano in maniera apparentemente afinalistica, ma la signora russa imprecava nella sua lingua, a tal punto che potevo leggere i sottotitoli in cirillico (senza capirci comunque un cazzo)

“Oh no, sono finito nell'inferno degli NPC!”

pensai io.

Infine, lei: la paziente. Donna di circa 120kg, stampella appoggiata al mobile, che mi invitava a seguirla, un po' claudicante.

CENTOVENTI CHILI, PROTESI DI GINOCCHIO FRESCA DI DIECI GIORNI, CAMMINA SENZA SUPPORTI

WOW!

Continua il mio viaggio in questo ambiente disturbante e, tra brevi spazi angusti ed elementi sparsi di accumulo seriale, io e la paziente raggiungiamo la camera da letto. Dentro c'era roba. Poi roba, e altra roba, tutta classificata in scatole semirigide come quelle che si acquistano nei magazzini cinesi che riportavano particolari descrizioni tipo “camicie belle”, “tute da casa”, “camicie per uscire”. L'armadio era un lungo appendiabiti a rotelle con appesi almeno una cinquantina di giacche ed indumenti. E, sopra l'armadio, scatole, ed altre scatole. Tra un piano d'appoggio e l'altro, in un angolo della stanza, un'abat-jour da terra collegata ad una ciabatta multipresa posizionata vicino al letto. Per accenderla, la paziente mi invitò ad avvitare leggermente la lampadina in modo che facesse contatto.

Così, alla luce soffusa della lampada da terra, appare la ciliegina sulla torta: La parete in testa al letto è tappezzata di fotografie della signora in giovane età e in pose decisamente spinte e piuttosto volgari, a volte senza alcun indumento. In questa surreale location, pompa di calore sparata a 27 gradi e paziente sul letto con uno scaldasonno sul petto, anch'esso collegato alla ciabatta multipresa. Mentre valuto i movimenti del ginocchio, la signora, soporosa, risponde alle mie domande lentamente, a rate, con un filo di voce stridula e gli occhi chiusi. Un respiro affannoso dal timbro suino mi spinge a guardarmi intorno per vedere se ci sia un bulldog inglese nella stanza, ma nulla: è solamente il respiro della paziente, la quale, contro ogni aspettativa, è completamente vigile.

Terminata la mia visita, vi assicuro, fu quasi difficile riabituare i miei sensi all'ambiente esterno. Lentamente le mie funzioni cognitive tornarono alla normalità, misi pazientemente in ordine la sequenza temporale di quell'interminabile ora e, dopo qualche minuto all'aria aperta, pensai che il mio stato confusionale era talmente severo, che perfino un bicchiere di whisky avrebbe potuto farmi riprendere.

Per ovvi motivi, non bevvi mai quel bicchiere. Portai invece, al cospetto dei colleghi, una bella sorpresina: perché sì, la paziente era mia, ma dicembre è anche periodo di ferie.

Quindi vivo con la consapevolezza che forse, prima o poi, qualcuno mi restituirà il favore...

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

Criminalità transnazionale. Focus sulla Criminalità Organizzata in Nigeria. Dal “cultismo” a molteplici tipi di traffici illegali

Contesto generale La Nigeria è uno dei paesi africani più colpiti dalla criminalità organizzata transnazionale, in particolare per quanto riguarda le frodi online e il traffico di droga. I principali gruppi criminali nigeriani sono noti come “confraternite” o “cultismi”, ed hanno origini nelle università e nei campus degli anni '50. Questi gruppi sono coinvolti in una vasta gamma di attività illegali, tra cui truffe, riciclaggio di denaro, traffico di droga, tratta di esseri umani e rapimenti.

I Gruppi di culto In particolare, i gruppi di culto esercitano violenza e controllo territoriale, estorcendo denaro e operando come vigilantes. I gruppi di culto si sono evoluti nel tempo: nati come confraternite nelle università negli anni '50, inizialmente con ideali di socializzazione e resistenza all'elitismo, negli anni '90, si sono sviluppati come gruppi di culto di strada, reclutando giovani disoccupati e studenti delle scuole superiori, trasformandosi in bande violente. Oggi, i gruppi di culto sono diventati attori chiave nel crimine organizzato, partecipando a traffico di droga, estorsione e altre attività illecite, influenzando la sicurezza e la governance del Paese. I gruppi di culto influenzano la criminalità nella regione del Delta del Niger esercitando il monopolio sulla violenza, estorcendo denaro e imponendo tributi alle attività commerciali. Partecipano a crimini marittimi, come pirateria e bunkering illegale, e forniscono protezione a gruppi di raffinazione artigianale. Reclutano membri tra i giovani, inclusi studenti delle scuole elementari, contribuendo alla perpetuazione della violenza e dell'instabilità nella regione. Essi offrono protezione alle comunità contro criminali esterni, creando un'apparente stabilità. Raccolgono tributi dalle attività commerciali in cambio di sicurezza, sfruttando la mancanza di intervento statale. Collaborando con politici e autorità locali, manipolano le dinamiche di potere e mantengono il controllo sulle comunità.

Principali attività criminali I criminali nigeriani sono noti per sofisticate truffe online, come le cosiddette “frodi nigeriane” che sfruttano l'ingenuità delle vittime. Ma i gruppi criminali nigeriani sono coinvolti altresì nel traffico internazionale di cocaina, eroina e cannabis, spesso in collaborazione con cartelli sudamericani. Inoltre, la Nigeria è un importante paese di origine, transito e destinazione per la tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini, sfruttati nel lavoro forzato e nella prostituzione. I gruppi criminali nigeriani sono noti per i rapimenti di ostaggi, soprattutto di cittadini stranieri, per ottenere riscatti. La criminalità organizzata in Nigeria include il traffico di fauna selvatica. La Nigeria è infatti un hub per il traffico di cocaina e fauna selvatica, con sforzi recenti per riformare il sistema di giustizia penale e migliorare la fiducia pubblica nella polizia.

La Criminalità marittima ed il traffico di fauna selvatica Inizialmente caratterizzata da rapine semplici, si è evoluta verso il dirottamento di navi per il furto di petrolio e, successivamente, a un aumento dei rapimenti per riscatto. Dopo un picco di rapimenti nel 2016, il numero è diminuito drasticamente nel 2021 e, a metà 2022, non si sono registrati rapimenti riusciti. I pirati si sono adattati alle vulnerabilità marittime emergenti, con molti che si identificano come opportunisti piuttosto che come criminali specializzati. Il traffico di fauna selvatica si sviluppa attraverso la crescente richiesta di prodotti derivati, come avorio, pelli e specie esotiche, che alimenta il mercato illegale. I gruppi organizzati creano reti complesse per il prelievo, il trasporto e la vendita di specie protette, sfruttando la corruzione e la debolezza delle leggi locali. Le rotte di traffico si adattano nel tempo, con paesi come la Nigeria che emergono come hub per il traffico di specie in via di estinzione, a causa della loro posizione strategica e della facilità di accesso ai mercati internazionali. Pertanto, la criminalità marittima aiuta il traffico di fauna selvatica attraverso rotte di traffico condivise: le stesse rotte marittime utilizzate per il traffico di droga e altre attività illecite vengono sfruttate anche per il contrabbando di fauna selvatica. I gruppi coinvolti nella criminalità marittima possono collaborare con trafficanti di fauna selvatica, facilitando il trasporto di specie protette attraverso le acque internazionali. La mancanza di sorveglianza e di enforcement nelle acque costiere consente ai trafficanti di operare con maggiore impunità, aumentando il rischio di estinzione per molte specie.

Contrasto e sfide Le autorità nigeriane e internazionali stanno intensificando gli sforzi per contrastare la criminalità organizzata, ma le sfide rimangono significative a causa della corruzione locale, della mancanza di risorse e della complessità delle reti criminali. La cooperazione internazionale e il rafforzamento delle capacità investigative e giudiziarie sono essenziali per affrontare questo fenomeno. Presenza in Italia La Nigeria è uno dei principali paesi di provenienza dei migranti irregolari in Italia, il che ha facilitato l'ingresso e l'insediamento di gruppi criminali nigeriani. Le principali aree di insediamento sono il Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna) e il Centro-Sud (Lazio, Campania, Calabria). Le organizzazioni criminali nigeriane sono tra i principali attori nel traffico di donne nigeriane destinate alla prostituzione forzata in Italia. A questo si aggiunge lo spaccio di droga ed il riciclaggio di denaro: i proventi delle attività illegali vengono riciclati attraverso attività commerciali, immobiliari e finanziarie. Le forze dell'ordine italiane hanno da tempo intensificato le operazioni per contrastare la criminalità organizzata nigeriana, con numerosi arresti e sequestri. Tuttavia, la natura transnazionale di queste reti criminali e la loro capacità di adattarsi rappresentano sfide significative per le autorità. La cooperazione tra Italia e Nigeria, nonché il rafforzamento delle misure di prevenzione e di contrasto, sono essenziali per affrontare questo fenomeno.

Per approfondire: https://www.interno.gov.it/it/notizie/criminalita-organizzata-nigeriana-minaccia-globale https://www.unodc.org/conig/

#nigeria #criminalitàorganizzatatransnazionale

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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The Chicago Transit Authority è l'album di debutto della rock band Chicago (allora nota come Chicago Transit Authority) di Chicago. Fu registrato e pubblicato nel 1969 e divenne un successo inaspettato, raggiungendo il numero 17 nella Billboard 200 nel 1971 e generando diversi singoli di successo, tra cui “Does Anybody Really Know What Time It Is?”, “Questions 67 and 68” e “Beginnings”. L'album rimase nella classifica Billboard per 171 settimane, battendo il precedente record di longevità di un album rock di 155 settimane ed è stato certificato doppio disco di platino dalla Recording Industry Association of America (RIAA). Per questo sforzo di registrazione inaugurale il gruppo fu nominato per un Grammy Award come miglior nuovo artista dell'anno del 1969. L'album è stato inserito nella Grammy Hall of Fame nel 2014.


Ascolta: https://album.link/i/1109409662


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

LO STOLTO VIVE COME SE DIO NON ESISTESSE 1 Al maestro del coro. Di Davide.

Lo stolto pensa: “Dio non c'è”. Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c'è chi agisca bene.

2 Il Signore dal cielo si china sui figli dell'uomo per vedere se c'è un uomo saggio, uno che cerchi Dio.

3 Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c'è chi agisca bene, neppure uno.

4 Non impareranno dunque tutti i malfattori, che divorano il mio popolo come il pane e non invocano il Signore?

5 Ecco, hanno tremato di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto.

6 Voi volete umiliare le speranze del povero, ma il Signore è il suo rifugio.

7 Chi manderà da Sion la salvezza d'Israele? Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele. _________________ Note

14,1 Questa riflessione sul dilagare del male e della corruzione viene riproposta con leggere varianti nel Sal 53. Tutto ha origine dal non considerare la presenza e l’azione di Dio nel mondo: è il significato dell’espressione Dio non c’è (v. 1). Il salmo contiene elementi caratteristici della riflessione sapienziale e profetica.

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Approfondimenti

La stoltezza umana Salmo di requisitoria (+ motivi sapienziali)

Il salmo, che comincia ex abrupto, mette a confronto due tipi di uomini: lo stolto (nābāl) (v. 1) e il saggio (maśkîl) (v. 2). Strutturalmente la composizione nella prima parte si basa sulle espressioni: “c'è/non c'è”. Il salmo in una recensione leggermente diversa si trova nel salterio anche con il numero 53. Il metro nel TM è quello elegiaco della qînâ (3 + 2 accenti). La simbologia è antropomorfica e antropologica.

Divisione:

  • vv. 1-3: lamento sulla corruzione generale;
  • vv. 4-5: oracolo;
  • vv. 7: conclusione, Dio speranza di salvezza.

v. 1. «Lo stolto»: il vocabolo ebraico corrispondente (nābāl) ha numerosi significati: empio, incosciente, folle, stolto, immorale ecc. (cfr. Sal 36,2). Qui si tratta di un incosciente che si professa “ateo”. «Non c'è Dio»: non si tratta di ateismo teoretico, ma pratico. Infatti nel mondo antico orientale l'ateismo teoretico era inconcepibile. Lo stolto pensa che Dio si mostri indifferente, disinteressato davanti alle azioni dell'uomo e agli eventi del mondo (cfr. Sal 9-10,25.32 [TM: Sal 10,4.11]; Ger 5,12).

vv. 2-3. «Il Signore dal cielo si china...»: è un antropomorfismo (cfr. Sal 11,4; 33,13-14) che rafforza l'affermazione del versetto precedente sulla diffusione della corruzione. Dio stesso infatti, con tutta la sua scienza, paradossalmente, non riesce a trovare una persona saggia, e non può che confermare l'assunto (v. 3). La situazione è grave, la corruzione dilaga come prima del diluvio (cfr. Gn 6,5.11-12; 8,21).

vv. 4-6. In questi versetti si ha la reazione di Dio. Egli con un oracolo interviene e dimostra fattivamente di esserci.

v. 4. «Non comprendono nulla....»: è un interrogativo retorico che prepara il verdetto oracolare dei vv. 5-6.

vv. 5-6. «perché Dio è con la stirpe... ma il Signore è il suo rifugio»: in questi due versetti, al contrario del v. 4, Dio parla in terza persona.

v. 7. «Venga da Sion...»: questo versetto è probabilmente un'aggiunta attualizzante del tempo dell'esilio babilonese. Si allude alla restaurazione nazionale d'Israele (cfr. Sal 51,20). Il salmista, in continuità di pensiero con il salmo, afferma che la risposta di Dio allo stolto (= qui: i Babilonesi), che nega la sua presenza salvifica, si concretizza con il ritorno dall'esilio del popolo d'Israele per opera del Signore. «da Sion...»: la salvezza è attesa da Sion, ove il Signore ha il trono nel tempio santo, perché essa è opera del Signore (cfr. Sal 3,9; 9,12). «Giacobbe... Israele»: sono i due nomi del capostipite del popolo d'Israele (cfr. Gn 25,25; 32,28). Si esprime così poeticamente la totalità della nazione ebraica, che non potrà non gioire perché salvata dal Signore.

Nel NT Paolo in Rm 3,10-12 cita i vv. 2-3 di questo Salmo.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Dispetto Sociosanitario

Vi presento Alfredo.

Alfredo è il primo collega che mi ha preso sotto la sua ala quando ho iniziato a lavorare in cure domiciliari. Alfredo è un #fisioterapista dalla lunga esperienza, molto paziente e professionale, e anche lui, come me, è appassionato di IT, anche se approfondisce meno gli aspetti tecnici e si limita allo sfruttamento funzionale e consapevole della tecnologia. Alfredo ha due figli, uno dei quali è iscritto alla facoltà di ingegneria: non mi stupisce che questo ragazzo abbia alte aspirazioni. Posso dire, basandomi sui suoi racconti di vita quotidiana, che Alfredo abbia una bellissima famiglia e che sia riuscito al 100% nel suo ruolo di padre e di marito, e mi piacerebbe tanto, tra vent'anni, scoprire di aver costruito una famiglia come la sua. In realtà, in casa di Alfredo non si dicono parolacce, e in questo non voglio nemmeno provare a competere. Non è un modo di dire: lui davvero non dice parolacce, nemmeno nei momenti più bui. Alfredo non si incazza mai: Alfredo si adira. Tra le altre cose, Alfredo è sardo, ma non è uno di quei sardi particolarmente affezionati ai tradizionalismi, tantomeno a quelli più tribali o goliardici.

Così, una mattina, mi è capitato di chiedergli chiarimenti rispetto al fatto che in #Sardegna non sia buona pratica pronunciare la parola #cavallo, perlomeno, non in italiano, pena la caratteristica e sguaiata risposta da parte dell'interlocutore: “TI CODDIRI!” (che a me piace tradurre come “possa il depravato equino usarti per soddisfare il suo istinto riproduttivo, possibilmente senza il tuo consenso.”) Con mio sommo stupore, il collega – nonostante nativo sardo – non sapeva nulla di questa bizzarra tradizione, promossa a meme nei primi anni '10 di questo secolo, così mi disse che avrebbe chiesto delucidazioni alla moglie, anch'ella sarda, ma anche su quel fronte, errore 404.

Poi, una mattina, la svolta.

Alfredo, in prima visita in casa di una paziente, s'imbatté in una badante sarda, cagliaritana per la precisione, così approfittò per farle la fatidica domanda, ma non fece in tempo a terminarla: alla menzione dell'equino, la signora sgranò gli occhi, lo guardò scioccata, e il suo viso diventò probabilmente rosso, rossissimo, violaceo, e poi, dal nulla, verde. In quest'ordine. Ho immaginato Alfredo come un turista kazaco in piena serata ai Navigli di Milano mentre un gruppo di adolescenti burloni lo convincono a dire “Amo farmi le canne” davanti alla videocamera, approfittando del fatto che il malcapitato non conosca la lingua. Avrei voluto essere presente, probabilmente avrei iniziato a rotolare per terra dalle risate, ma giuro, non era mia intenzione mettere il mio collega in una situazione di imbarazzo, e fortunatamente lui l'ha capito.

Conclusione della vicenda?

  • Quella del #ticoddiri è una tradizione goliardica – e anche un po' volgare – caratteristica del sud della Sardegna, ma non di tutta l'isola

  • Inoltre sembra avere origini molto antiche

  • Non mandate un vostro collega ad indagare su rituali controversi, se non volete farlo sentire un albero da brutte figure

Per approfondimenti: Perché in Sardegna è rischioso pronunciare la parola "cavallo"?

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

AMBIENTE, SMANTELLATA IN CROAZIA RETE CRIMINALE. I RIFIUTI PROVENIVANO ANCHE DALL'ITALIA

Nei giorni scorsi le autorità di contrasto croate hanno arrestato 13 persone, indagate per far parte di una rete criminale ambientale.

I principali sospettati, due cittadini croati, si ritiene abbiano orchestrato l'importazione illegale di rifiuti pericolosi dall'Italia, dalla Slovenia e dalla Germania alla Croazia.

Invece di essere adeguatamente trattati e smaltiti, i rifiuti sono stati semplicemente sepolti o scaricati in almeno tre siti illegali.

E' stato stimato che almeno 35 000 tonnellate di rifiuti siano state smaltite illegalmente in questo modo, generando un profitto di almeno 4 milioni di euro per i criminali.

Leggi tutto qui https://poliverso.org/display/0477a01e-1667-b33c-986c-5fb791062172

 
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from CASERTA24ORE

Scuola: la classe di concorso spesso sconosciuta per la quale nessuno fa domanda

Esiste una classe di concorso nella scuola pubblica italiana, quella dell’educatore facente parte del personale educativo che in pochi conoscono, se non gli addetti ai lavori. Accade così che quando gli aspiranti supplenti nella scuola si inseriscono nelle graduatorie, si inseriscono come professori e ignorando che la loro laurea dà accesso anche alla professione del personale educativo non spulciano la classe di concorso PP “personale educativo” pur avendone diritto. Paradosso che non si trovano supplenti in alcune province, anche nel Sud Italia. Ma chi è l’educatore nei convitti scolastici? Spesso l’opinione pubblica confonde il profilo dell’educatore della scuola, con quello dell’educatore nelle istituzioni penitenziarie, nelle case famiglia, negli asili nido o addirittura con l’educatore socio-sanitario. Si tratta di profili professionali completamente diversi. Il precettore o istitutore, in latino: magister o praefectus era la persona addetta all'istruzione e all'ammaestramento dei figli di famiglie ricche e/o nobili. Era una figura tipica soprattutto dei tempi in cui, mancava un sistema educativo diffuso e l’educatore svolgeva la propria opera all'interno della famiglia. Con l’avvento dei convitti, prima religiosi, poi laici dello stato, tale figura assunse il nome di istitutore, svolta sia da preti che da insegnanti statali. L’educatore dei convitti si avvicina a tale tipologia lavorativa. La denominazione di istitutore/trice, ancora tutt’ora in uso per consuetudine in alcuni convitti è stata soppiantata da quella di educatore. Un breve manuale reperibile cliccando sulla copertina del libro sopra fa chiarezza su questa figura professionale, il suo ruolo, come lo si diventa e la raccolta di leggi di questo profilo professionale poco conosciuto. Le lauree che danno accesso a questa professione nella scuola pubblica italiana sono: L 19-Scienze dell'educazione, Laurea in Scienze della formazione primaria: indirizzo scuola primaria, LM 57-Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, LM 85 bis-Scienze della formazione primaria, LM 85-Scienze pedagogiche, LS 65-Scienze dell'educazione degli adulti e della formazione continua, LS 87-Scienze pedagogiche e infine il Diploma magistrale se il corso di studi è iniziato entro l'anno scolastico 1997-1998 e il titolo è stato conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002.

 
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from jens

Predicazione su Ecclesiaste 7, 15-18

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A volte succedono cose strane! Un giovane che aveva appena preso la patente è stato salvato dalla polizia e da un carro attrezzi dai gradini di una chiesa. Come ha fatto ad arrivare? Beh, aveva seguito senza esitazione le indicazioni del navigatore satellitare, che gli aveva indicato un percorso più breve per arrivare a destinazione.

Una volta invece ho rischiato di finire in un fiume. Tornando da una riunione del Servizio Cristiano a Riesi, avevo intenzione di cambiare strada. Mi stavo seccando di dover sempre passare per Catania e pensavo che ci dovesse essere una strada a ovest dell’Etna che mi avrebbe fatto tornare a Messina. Ho programmato il navigatore e via. A un certo punto, mi ha fatto imboccare una strada sterrata, ma non c'era nulla di cui preoccuparsi: talvolta la strada più breve, il navigatore me la fa fare anche su sterrato. Mi avvicinavo al fiume e, quando il navigatore mi ha detto di voltare a sinistra sul ponte, il ponte non c’era. Era ormai buio pesto e vedevo solo le acque del fiume. Ho fatto quindi retromarcia e ho fatto la solita strada via Catania.

Certo, il navigatore satellitare è utile. Ci indica la strada, ci dà l'orientamento e ci aiuta a trovare luoghi che non abbiamo ancora visitato. Ci dà sicurezza alla guida. È positivo che i navigatori satellitari esistano. Tuttavia, non possono sostituire il pensiero alla guida.

Anche nella vita di tutti i giorni abbiamo dei sistemi di navigazione. Si chiamano principi. La maggior parte delle persone segue alcuni principi o atteggiamenti fondamentali nella vita. Seguiremo regole che abbiamo stabilito per noi stessi o regole che altri hanno stabilito e che riteniamo giuste e adeguate. Ma ha senso seguire queste regole nel bene e nel male?

Alcune persone vogliono essere sempre puntuali e non arrivare mai in ritardo. Ma cosa succede se qualcuno ha bisogno del mio aiuto immediato e io vengo trattenuto da un'emergenza? Cosa è più importante: la mia puntualità o il mio aiuto? Per altri è molto importante non mentire, ma dire sempre la verità. Essere sinceri e onesti. Ma non ci sono anche bugie giustificate? Un esempio è quando un potere criminale chiede alle persone di tradire gli amici. Oppure quando, all'inizio di una diagnosi di malattia, si omettono cose molto spiacevoli; o anche solo la piccola bugia per educazione, quando un interlocutore dice: “Sono contento di essere qui con voi”, anche se preferirebbe di gran lunga bere un bicchiere di vino con gli amici o leggere un libro in pace a casa. Sono bugie giustificate?

E che dire della nostra fede ora? Nel nostro rapporto con Dio? Ci devono essere dei principi, devono valere dei principi e devono essere rispettati. Non è così?

Ve ne siete accorti? Il nostro testo ci pone un grande punto interrogativo. Mi sono chiesto: la Bibbia predica forse un tiepido arrancare nella vita con le sue esigenze? Dovrebbe essere questo il principio su cui basare la nostra vita? Non può essere vero, no?

In ogni caso, dalla Bibbia mi aspetto qualcos'altro: chiarezza e linearità. Contiene i dieci comandamenti e molte altre regole di vita. La Bibbia non esorta forse continuamente alla giustizia? O al contrario: di tenersi lontani dall'empietà e dalla malvagità?

Il libro biblico di Qoelet, da cui è tratto il testo del nostro sermone odierno, è uno dei cosiddetti libri sapienziali, insieme ai Proverbi e a Giobbe. Sono scritti da donne e uomini che hanno osservato molto da vicino il mondo che li circondava.

Poi hanno riassunto le loro osservazioni e le hanno messe per iscritto. Il risultato è stato un insieme di regole di vita. Regole che, se seguite, possono far sì che la vita vada per il verso giusto.

Anche il nostro testo inizia con una constatazione della realtà: “Ho visto tutto questo”. Chi vorrebbe contraddire ciò che è registrato qui come una constatazione? Un uomo malvagio vive a lungo e in pace con la sua malvagità. E viceversa: un giusto perisce a causa della sua giustizia. Anche se non è facile stabilire se ciò a cui si fa riferimento qui è “a causa della sua giustizia” o “per la sua giustizia”. Entrambe le cose sono possibili. La vita ci insegna anche che chi si impegna a vivere sempre secondo i principi della giustizia può fallire miseramente: a causa dei propri ideali, della propria testardaggine, ma anche della realtà della vita.

Che cosa suggerisce il nostro saggio per affrontare questa situazione? Quale consiglio dà il Qoelet? Ebbene, mette in guardia con urgenza dal “troppo”. E anche in questo caso ci lascia senza fiato. Non siate troppo giusti o troppo saggi, per non rovinarvi. È possibile? Si può essere troppo giusti e troppo saggi? La giustizia e la saggezza non sono mai abbastanza. La giustizia e la saggezza sono qualità e comportamenti del tutto positivi e buoni.

Tuttavia, secondo Qoelet, sembra che ci sia un eccesso. È evidente che, quando dà i suoi consigli, ha in mente un certo tipo di persona. Una persona che si attiene scrupolosamente alle leggi religiose, etiche e alle istruzioni dei maestri di saggezza. Egli pensa che questo sia il modo per fare fortuna o almeno vivere a lungo.

Non posso fare fortuna né garantire una lunga vita a me stesso, non posso crearle per me stesso. Non c'è alcuna garanzia in merito. La felicità, il senso, una buona vita arriveranno, oppure no.

C'è un'altra cosa che la persona troppo giusta e saggia dimentica: la vita vera non può essere imprigionata tra due coperture di leggi e regole di vita. Si può vivere solo in modo pratico e concreto, nel qui e ora.

Forse conoscete anche il tipo di persone che Qoelet ha in mente: Quelli che hanno sempre ragione e che vogliono sempre dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato, che hanno una risposta per tutto, anche se non si chiede loro nulla; che vogliono dirmi cosa devo pensare e come devo vivere.

Gesù ha descritto questo tipo di persona nella storia del fariseo e dell'esattore delle tasse: Una persona che pensa di dover osservare scrupolosamente tutte le leggi e che alla fine non riesce a cogliere la cosa più importante: l'umanità.

E dove questo manca, si perisce davvero. Un commentario scrive che la parola che la nostra Bibbia traduce con “perire” significa anche “diventare spoglio, vuoto”. Una persona che si attiene troppo meticolosamente alla lettera diventa vuota, desolata, perché manca di ciò che costituisce la vita: lo spirito, il cuore. Il nostro testo mette in guardia da questo.

Ma naturalmente non dobbiamo nemmeno essere empi e stolti per non morire prima del tempo. Perché ovviamente il testo del sermone, con il suo monito contro una giustizia troppo rigida, non significa che dobbiamo agire in modo eccessivamente ingiusto. Né tantomeno che dobbiamo agire in modo eccessivamente sciocco. Si tratta piuttosto della giusta misura.

Ma qual è la misura giusta? Sentiamo due risposte a questa domanda.

La prima: è bene che tu ti attenga all'una e non lasci sfuggire di mano l'altra. Qoelet ripete così il consiglio che ha appena dato: non essere troppo giusto, non essere troppo saggio, ma anche non essere troppo ingiusto o troppo sciocco. Non essere un cavaliere dei principi, ma nemmeno uno che cerca solo il proprio vantaggio e attraversa la vita con i gomiti in fuori.

Piuttosto, mantenete la giusta misura. Ma qual è lo standard della giusta misura? Lo dice l'ultima frase del nostro testo: chi teme Dio sfugge a tutte queste cose. Chi teme Dio sfugge al pericolo di essere rovinato o di perdere la mente e il cuore. E chi teme Dio sfugge al pericolo di morire prima del tempo. Dio deve quindi essere lo standard per le nostre azioni. Non i comandamenti e le leggi, non i saggi e i consigli saggi e morali della Bibbia, ma Dio stesso.

E questo suona improvvisamente del tutto coerente, perché Dio stesso agisce nel modo raccomandato da Qoelet. Dio può anche deviare dalle regole di base che ha stabilito e decidere spontaneamente in modo diverso da quello che ci aspettiamo. Noè e la sua generazione lo hanno sperimentato. Sì: Dio manda il diluvio perché l'uomo agisce in modo malvagio e corrompe la terra. Ma alla fine della storia diventa chiaro: l'uomo non cambia a causa del diluvio, ma Dio cambia. Egli promette di non permettere che un diluvio si abbatta di nuovo sulla terra.

Anche Giona fa questa esperienza. Viene incaricato da Dio di annunciare la caduta della città di Ninive, capitale degli ostili Assiri. Lo fa – scoraggiato. E alla fine, Dio risparmia Ninive. Dio cambia idea. Con grande disappunto di Giona, che affronta Dio con sfida: “Sapevo che tu sei benevolo, misericordioso, longanime e di grande bontà, e che ti penti del male” (Giona 4,2).

Come apprendiamo dalla Bibbia, Dio non è un cavaliere dei principi. Può, se vuole, deviare dai suoi principi una volta che questi sono stati stabiliti. Può essere misericordioso e benevolo, paziente e di grande bontà, come l'Antico Testamento non si stanca di lodare.

Perché – dice il salmista del Salmo 130 – Se tieni conto delle colpe, Signore, chi potrà resistere?

Perciò la raccomandazione di Qoelet di non essere troppo giusti e non troppo saggi, ma anche non troppo stolti e non troppo privi di Dio, non va assolutamente intesa come un invito a vivere la vita in modo tiepido. Piuttosto, dovremmo trattare noi stessi e le persone che ci circondano secondo gli standard di Dio: misericordiosi e benevoli, pazienti e di grande bontà.

Nella Chiesa dei primi secoli, la preparazione dei candidati al battesimo iniziava in questa domenica. Nelle nove settimane che precedevano il giorno del battesimo nella Veglia pasquale, essi imparavano ciò che dovevano sapere per la loro vita cristiana. All'inizio c'è l'immagine del Dio misericordioso. Questa è la cosa più importante. Spero che questa immagine del Dio misericordioso rimanga nei nostri cuori fino a Pasqua e oltre. E spero che questa immagine aiuti anche noi a essere misericordiosi. Amen.

Nota, la versione audio non sempre combacia con la versione scritta

 
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