Revolution By Night

pensieri e azioni contro il torpore quotidiano

Passati i 15-20 giorni della prima fase, quella della fermentazione aerobica, è il momento di procedere con la fermentazione anaerobica, quella alcoolica.

La superficie del mosto non dovrebbe più presentare lo strato di schiuma superficiale. Se il mosto continua a produrre schiuma vuol dire che la prima fermentazione non si è conclusa. Ma non fa niente, potete scegliere se andare avanti ancora qualche giorno (3 o 4) con la fase 1 oppure passare alla 2. Nel secondo caso i lieviti non si saranno moltiplicati al massimo possibile e il vostro mosto manterrà un po' più di dolcezza.

Togliete la garza/carta da cucina di copertura e rimuovete le ultime tracce di schiuma bianca usando una schiumarola.

Questo è il secondo momento, se così avete deciso, di misurare e annotare la densità e la gradazione con il densimetro. Vi consiglio anche di assaggiare un paio di cucchiaini di mosto prima di ogni travaso, come ogni cuoco che si rispetti.
Serve per verificare la buona riuscita di ogni fase e anche ad allenare il palato alle differenze e sfumature di gusto che inevitabilmente ci sanno tra una produzione e l'altra.

Senza mescolare il mosto, in modo da non smuovere i lieviti esausti presenti sul fondo del barattolo, procedete con il travaso nella damigiana da 5 litri a collo largo, servendovi del travasatore a sifone collegato al tubo di plastica trasparente.

necessario per idromele

Naturalmente assicuratevi che il barattolone da cui prelevate sia collocato più in alto rispetto alla damigiana nella quale travasate (1 metro è sufficiente).

Prestate attenzione a non trasferire nella damigiana il fondo del mosto, particolarmente torbido a causa dei lieviti esausti.

Vi sarete resi conto che nel corso della fase 1 il mosto si è un po' ridotto a causa dell'evaporazione. Ebbene sì, funziona così. Perderete un'altra piccola parte di produzione lasciando il fondo torbido nel barattolo durante il travaso in damigiana.

Terminato il travaso chiudete la damigiana ermeticamente con il tappo di gomma, che avrete precedentemente forato nel centro collocandovi il gorgogliatore di plastica. Ricordatevi di metterci qualche cucchiaino di acqua, altrimenti non serve a nulla. A che cosa serve il gorgogliatore? A far uscire l'anidride carbonica che si produce durante la fermentazione e allo stesso tempo di non fare entrare l'aria, che farebbe inacidire il mosto rovinando il vostro idromele. La fermentazione degli zuccheri in presenza di aria comporta una fermentazione acetica.

In questa seconda fase la fermentazione deve avvenire il più possibile entro un range di temperatura, da 20 a 24°C, senza eccessivi sbalzi termici, meglio ancora se a temperatura costante. Tanto più la temperatura è alta quanto più la fermentazione degli zuccheri è veloce e completa. Ciò inciderà sul gusto dell'idromele e sulla più o meno lunga durata della terza e ultima fase, quella dell'invecchiamento prima del consumo.

La tecnica che adotto io è questa. Prendo un secchio di plastica vuoto da 12 litri (quelli da pittura per intenderci) e lo metto nei paraggi di una presa elettrica in una posizione non esposta alla luce diretta, meglio ancora se al buio. Metto un appoggio sul fondo del secchio, in modo tale che il collo della damigiana (sempre chiuso con tappo e gorgogliatore) superi il bordo del secchio. Metto la damigiana nel secchio e lo riempio di acqua fino a coprire il corpo della damigiana. Poi collego alla presa elettrica lo scalda acqua per acquari (costa meno di 20 euro, è sufficiente da 25W per questa quantità di acqua), lo imposto su una temperatura di 21/22°C e lo immergo nell'acqua fissandolo alla parete del secchio con le ventose di cui di solito è dotato. E comunque seguite le istruzioni che accompagnano lo scalda acqua!

In questo modo posso ottenere una temperatura di fermentazione abbastanza costante. Dato che ci sarà una naturale evaporazione di acqua dal secchio, ricordatevi di rabboccarlo periodicamente in modo da tale da tenere sempre sommerso il corpo della damigiana.

Infine non dovrete fare altro che aspettare. Un segnale che le cose stanno procedendo bene è il gorgoglìo della CO2 che fuoriesce dal gorgogliatore.
La fase 2 di fermentazione in damigiana non dovrebbe durare meno 60-65 giorni. Trascorso questo periodo la fermentazione dovrebbe essersi sufficientemente rallentata e non produrre più grandi quantità di CO2. Ve ne accorgete sentendo gorgogliare sempre più di rado. Se il gorgoglìo ha ancora un certa regolarità e frequenza attendete ancora qualche giorno, poiché la fermentazione è stata un po' più lenta.

—fine fase 2— Prossimamente: fase 3 finale, l'invecchiamento in bottiglia. —torna alla fase 1—

Now playing: “Tornado of Souls” Rust in Piece – Megadeth– 1990


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Esistono solo tre modi per distribuire la ricchezza:

  • lavoro pagato adeguatamente
  • tasse pagate da tutti
  • sussidi ai più poveri

Potrei anche finire qua il post. Basta essere minimamente informati e non ancora imbesuiti dalle fake, dai social e dai reality, o non essere in totale malafede, per sapere quanto questi tre strumenti fondamentali per ogni società, in Italia siano maltrattati, demoliti, demonizzati, ignorati.

Quelli poco o niente informati, a cui piace ripetere come ebeti le menzogne dei legaioli e dei neofascisti ultra-liberisti, si sono anche bevuti la favola che la lotta di classe non esiste più, che è roba del passato, così sono andati a votare per gli stessi partiti votati dai loro padroni, quelli della Confindustria.

E magari rientrano in quel 15% dei contribuenti che paga il 64% di tutte le tasse incassate dallo Stato, oppure la loro famiglia fa parte del 23,1% di famiglie a rischio povertà e esclusione sociale, o ancora appartengono al 9% di lavoratori a tempo pieno (+0,3% rispetto al 2023) a rischio povertà. Mi sa che qualcuno ha sbagliato a votare. Che siano stati i padroni?

Lo sanno anche i sassi ormai: i nostri salari sono scesi del 2,9% negli ultimi 30 anni, in tutti gli altri Paesi UE sono saliti con tassi a due cifre. Lo ha certificato l'OCSE. Il tasso di occupazione in Italia nel 2024 è stato del 61,5%, mentre la media UE è del 70,3%. Il divario Italia/UE dell'occupazione femminile (53%) è dell'11%, dell'occupazione maschile (70%) del 6,5%.

ISTAT e Federcontribuenti ci dicono che un italiano su due ha un reddito netto inferiore a 1.100 euro al mese. Il 18% dei lavoratori ha un contratto part-time, il 58% di questi sono part-time involontari. Il doppio rispetto alla media europea. Addirittura il 70% delle donne lavoratrici ha un contratto part-time involontario. Nel 2024 il 38% delle assunzioni è stato con contratto part-time. Siamo un Paese fondato sul lavoro povero e sul part-time.

1 maggio Festa dei Lavoratori

In Italia esistono quasi 800 contratti di categoria. La stragrande maggioranza dei quali non è altro che sfruttamento legalizzato. Lo sfruttamento da parte dei prenditori italiani, incentivato dalle leggi, è la norma, l'unica norma meticolosamente rispettata nel nostro Paese.

Il solo fattore con cui le nostre imprese riescono a competere (male) sul mercato è il basso salario dei lavoratori. Altro che Cina. Di innovazione di prodotto e di processo non se ne parla nemmeno. Formazione e aggiornamento dei lavoratori sono una bestemmia. La sicurezza sul lavoro è un intralcio fastidioso e costoso.

La produttività italiana è tra le più basse d'Europa, ma le ore lavorate tra le più alte: 1580 ore/anno per lavoratore. In Francia lavorano 90 ore in meno, in Germania 230 ore in meno ma hanno il 25% in più di produttività.

Ed ecco il paradosso, in realtà soltanto apparente: negli ultimi anni la crescita del PIL italiano è stata dello 0 virgola (vale a dire stagnazione), ma il tasso di occupazione, o meglio il numero degli occupati (si conta chi lavora almeno 2 ore/settimana) è aumentato sensibilmente.

I motivi del paradosso più occupazione senza PIL sono diversi, ma i principali sono abbastanza semplici e intuitivi:

  • la maggiore occupazione è per posti di lavoro a basso valore aggiunto. Cioè lavori meno qualificati, poco produttivi e mal pagati: lavoro domestico, turismo, logistica, delivery, agricoltura, ecc.
  • la scarsissima propensione a innovare prodotti e processi fa sì che le aziende italiane preferiscano fare svolgere ai lavoratori (manualmente o semi-manualmente) lavori semplici e ripetitivi che dovrebbero fare le macchine già da parecchio tempo, se solo le comprassero.
  • la maggior parte di nuovi posti di lavoro è legata a contratti a orario ridotto involontari, o addirittura a chiamata e voucher. Contratti che non possono certo portare una corrispondente crescita di ricchezza, di PIL.

Il PIL. Questo indice anacronistico (risale agli anni '30 del 1900) e oggi inadeguato con cui si pretende di misurare non solo la ricchezza di un Paese ma anche il suo livello di benessere. Eppure ne sono già stati elaborati di più precisi e moderni da un pezzo: l'indice di Gini, il GPI (Genuine Progress Indicator), il BLI (Better Life Index), il BES (Benessere Equo e Sostenibile). Ma non vengono mai citati da nessuno, qualche volta solo il Gini.

Basta così, è fin troppo chiaro. Si sa di chi è la colpa di tutti i nostri mali e si sa anche che cosa dobbiamo fare. Dobbiamo bloccare le frontiere, alzare muri, lasciare affondare barconi e finanziare lager oltremare, perché la colpa di tutto è degli immigrati!

Now playing: “The Carpet Crawlers” The Lamb Lies Down on Broadway – Genesis – 1974


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Produco il mio idromele, esclusivamente per consumo personale, da svariati anni. Faccio due produzioni da 5 litri (circa) di idromele all'anno. Questo è il mio metodo. Ovviamente non può essere molto diverso da quello ottimale, ma ognuno adotta i suoi personali piccoli accorgimenti durante la produzione. I miei non hanno la pretesa di essere universalmente validi.

L'idromele è una bevanda alcoolica prodotta dalla fermentazione del miele. L'idromele selvaggio, cioè a fermentazione selvaggia, è fatto senza l'aggiunta al mosto di alcun lievito chimico o naturale e senza trattamenti del miele ad alte temperature. La fermentazione avviene esclusivamente grazie agli enzimi e ai lieviti naturali contenuti nel miele, sulla buccia della frutta (se biologica) e nell'aria.

Per ottenere invece un idromele con un sapore sempre simile, standardizzato, e con un grado alcolico più controllato si deve usare i lieviti chimici per enologia, meglio se specifici per idromele.

Questo post riguarda soltanto la preparazione di idromele con la wild fermentation, che per sua natura (e secondo il tuo gusto personale), potrà essere diverso per sapore e per grado alcolico ad ogni produzione. Nel mio caso ad esempio, varia dal leggermente dolce al molto secco (a me piace così) e da 11% a 14,5% di gradazione alcolica.

Il miele deve essere biologico. E deve essere crudo, cioè non pastorizzato: non sottoposto ad alcun trattamento termico o a un trattamento termico, allo scopo di favorirne la lavorazione e la raccolta in barattolo, non superiore a 40-42 °C (e comunque per brevissimo tempo). Ciò consente di preservare la qualità del miele, ma soprattutto gli enzimi, i lieviti naturali e le sostanze anti-microbiche che contiene e che sono indispensabili alla wild fermentation.

Occorrente:

  • 1,5 Kg di miele millefiori (o di tiglio)
  • barattolo di vetro da 5 litri
  • damigiana di vetro a collo largo da 5 litri
  • gorgogliatore in plastica + tappo in gomma per damigiana a collo largo
  • travasatore a sifone per birra/vino* e relativo tubo di plastica trasparente
  • densimetro-saccarometro graduato per birra/fermentati
  • scalda acqua per acquari (sufficiente piccolo da 25W)
  • una garza o un foglio di carta assorbente da cucina sufficientemente grande da coprire il collo del barattolo di vetro
  • mezza mela, lo starter. Deve essere biologica, perché ci servono i lieviti naturali presenti sulla sua buccia, che i pesticidi invece eliminano

*meglio se il travasatore è dotato dell'apposito cappuccio di plastica finale che impedisce di pescare dal fondo del contenitore i lieviti esausti.

necessario per idromele

Preparazione:

Fate bollire circa 5 litri di acqua per almeno 5 minuti e fatela raffreddare fino a raggiungere la temperatura ambiente.

Poi prendete circa 2 litri di acqua e riscaldateli nuovamente fino 40-43 °C, ciò permette di sciogliervi più facilmente il miele senza alterarne le proprietà e la composizione.

Aggiungete tutto il miele un po' alla volta e mescolate lentamente fino a scioglierlo completamente nell'acqua. Versate il tutto nel barattolone di vetro aggiungendo l'acqua restante, fino ad arrivare a circa 5-6 cm dal bordo.

[NOTA] Se volete misurare il grado alcolico dell'idromele, questo è il momento di usare il densimetro-saccarometro graduato e di annotare i valori espressi in densità/quantità di zuccheri (a seconda del tipo di scala del vostro densimetro) e la corrispondente gradazione alcolica relativa. Ripetete la misurazione al momento del travaso in damigiana e infine all'apertura della prima bottiglia. Le istruzioni che accompagnano il densimetro spiegano come calcolare la gradazione effettiva finale.[/NOTA]

Tagliate a fette sottili la mezza mela biologica (il nostro starter) e mettetele nel barattolo. Date una bella girata con un cucchiaio di legno da cucina in modo da ossigenare bene la miscela acqua-miele. Infine coprite il barattolo con la garza o il foglio di carta da cucina, fissandoli con un elastico intorno al collo del barattolo. Ciò impedisce che vi entrino insetti e allo stesso tempo permette la circolazione dell'aria. Se usate la carta da cucina praticate un buon numero di piccoli fori per essere sicuri che l'aria circoli agevolmente.

Ossigeno/aria, temperatura e umidità sono i fattori critici da tenere sotto controllo.

Aria/ossigeno: due volte al giorno (mattina e sera) togliete la garza/carta da cucina e mescolate prima in senso orario poi in senso antiorario per ossigenare bene il mosto. Poi rimette la copertura. Ripetete tutti i giorni fino a quando non vedrete prima delle bollicine spontanee sulla superficie e poi le prime tracce di schiuma bianca (indice che la fermentazione è iniziata). La fermentazione dovrebbe partire entro 4-5 giorni, al massimo 6. Se ciò non avviene entro 6 giorni qualcosa non ha funzionato: miele pastorizzato o non biologico, non avete messo lo starter, temperatura non adeguata, scarso arieggiamento, umidità eccessiva.

Temperatura: la T ideale varia da 20 a 24 °C. Quindi regolatevi con il vostro riscaldamento in inverno e con eventuali impianti di condizionamento in estate. In ogni caso la temperatura non deve scendere sotto i 17-18 °C. Ma con queste temperature la fermentazione è decisamente più lenta, e non vi posso assicurare che la prima fase abbia inizio in pochi giorni.

Umidità: in realtà non è un fattore particolarmente critico se fermentate in casa. Se lo fate in cantina, assicuratevi che non superi il 65%, che è anche il grado di umidità ottimale per conservare le vostre bottiglie di vino. Con umidità maggiore si favorisce la formazione di muffe.

Una volta partita la fermentazione togliete le fettine di mela dal mosto. La prima fase prosegue dai 15 ai 20 giorni. Durante questo lasso di tempo, una volta al giorno per tutti i giorni dovrete mescolare il mosto con il cucchiaio di legno da cucina: 3-4 giri in senso orario e 3-4 giri in senso antiorario.

La produzione di schiuma diventerà abbondante. Ciò significa che la fermentazione degli zuccheri del miele si sta svolgendo pienamente; all'inizio coinvolge il glucosio poi includerà anche il fruttosio. Questi rappresentano circa il 90% degli zuccheri presenti nel miele. Saranno consumati in maniera diversa a seconda delle condizioni ambientali in cui avviene la fermentazione e ciò, insieme alla durata più o meno lunga dell'imbottigliamento, sarà la ragione delle differenze di gusto e di grado alcolico da una produzione all'altra. Ogni 2/3 giorni rimuovete delicatamente con una schiumarola soltanto la schiuma ingiallita più superficiale.

La costante ossigenazione del mosto è fondamentale, perché consente la prosecuzione regolare della fermentazione.

—fine fase 1— —vai alla fase 2

Now playing: “Thunder Road” Born to Run – Bruce Springsteen – 1975


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Il Governo impone 5 giorni di lutto nazionale per la morte di un Papa, capo di uno Stato straniero. In Argentina, il cattolicissimo Paese di Bergoglio, appena due giorni in più.

Le sedicenti opposizioni, popolate da grossi branchi di creature fantasy endemiche nei nostri territori, i cattocomunisti, reagiscono con estrema sobrietà. Evidentemente fanno esercizi preparatori per il 25 Aprile: mica vuoi disturbare la salma e i fasci!
Pochi si sono accorti che i fascisti hanno colto al balzo una ghiotta occasione. La ducetta ha allungato il lutto nazionale per farlo scavallare sul 25 Aprile e sabotarlo.

Ovviamente, anche senza il lutto in Vaticano la piccoletta non avrebbe partecipato alla Festa della Liberazione. Aveva già opportunamente fissato un viaggio in Uzbekistan per il 25-26 Aprile. Ma noi restiamo pii e sobri

Intanto, ogni giorno questo Governo alza l'asticella delle provocazioni. Ogni dannato giorno testano il livello di sopore e imbesuimento del nostro popolo e non possono che constatare che ormai è quasi fatta. Presto potranno metterci di fronte al fatto compiuto: l'Italia è diventata una via di mezzo tra l'Argentina di Milei e l'Ungheria di Orban.

Riuscirà il popolo italiano ad avere un sussulto di coscienza civica e civile per dimostrare di essere un popolo di cittadini e non di sudditi?

Potrò vedere il 25 Aprile scendere in strada milioni di Italiani manifestare cantando a squarciagola “Bella ciao!”, completamente ubriachi di antifascismo?

Now playing: “Killing in The Name” Rage Against the Machine – Rage Against The Machine – 1992

Fuck you, I won't do what you tell me Fuck you, I won't do what you tell me Motherfucker!


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Faccio parte di Gruppi di Acquisto Solidale dal 2012. Qualche volta ho cambiato G.A.S. nell'ambito della stessa città, altre dopo essermi trasferito ad abitare altrove. Con il G.A.S. compro buona parte di ciò che serve nel quotidiano alla mia famiglia: ortofrutta biologica, pasta e cereali, legumi, latte e derivati, olio, detersivi e saponi, carta igienica, cancelleria per la scuola e altro**.

Quella che segue è secondo me la migliore definizione di che cosa sia un G.A.S.(grazie ad AmicoGas di Samarate (VA), di cui ho fatto parte per alcuni anni):

Un Gruppo di Acquisto Solidale è un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune solitamente di produzione biologica o eco-compatibile, rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori, da ridistribuire tra loro.

In queste poche righe ci sono tutti i principi che dovrebbero essere alla base di ogni Gruppo di Acquisto Solidale e che dovrebbero essere contenuti nel suo atto costitutivo di associazione senza scopo di lucro.

Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del Gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, ai popoli del sud del mondo e a tutti coloro che subiscono le conseguenze inique dell'attuale modello di sviluppo.

I G.A.S. cercano prodotti biologici e eco-sostenibili provenienti da piccoli produttori, possibilmente locali ma non necessariamente. Non molti G.A.S. per esempio hanno il privilegio di potersi rifornire di olio o pasta a Km 0, soprattutto al Nord. In ogni caso, ciò che conta è avere la garanzia di una filiera il più corta possibile. Gruppo di Acquisto Solidale deve concentrare il suo impegno nel:

  • remunerare con un giusto prezzo il lavoro di chi produce ciò che consumiamo;
  • instaurare un rapporto diretto di fiducia reciproca con i produttori;
  • pagare un prezzo sensibilmente più basso per prodotti biologici e sostenibili rispetto a quello della GDO, più basso anche del prezzo dei prodotti non biologici!
  • consentire anche a chi ha poche possibilità economiche di accedere a prodotti sani, ecologici e di alta qualità;
  • sostenere le economie locali;
  • ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dallo stoccaggio, dal trasporto, dai metodi di coltivazione intensiva convenzionali e dai processi produttivi ad alto input energetico.

Non sono cose semplici da ottenere e serve l'impegno di tutti i soci. Non tutti i G.A.S. sono uguali: ci sono quelli rispettosi dei principi fondativi e quelli che lo sono meno; quelli partecipati fattivamente da tutti e quelli invece dove “a fare” sono sempre gli stessi pochi soci, mentre gli altri usano il G.A.S. come una comoda e vantaggiosa alternativa al supermercat, partecipando raramente alle attività che fanno stare in piedi il Gruppo: ricerca, contatti e relazione con i fornitori, gestione degli ordini, tenuta di cassa, turni di smistamento settimanale delle cassette per ogni socio.

Se non ci si trova in sintonia con la gestione e condotta del Gruppo lo si lascia per passare ad un altro. Per fortuna trovare un G.A.S vicino, o abbastanza vicino, a casa è piuttosto facile. Ne esistono molti, più di quanti si possa immaginare. Talvolta sono riuniti e coordinati da una Rete G.A.S a livello provinciale o regionale, anche sostenuta dalle amministrazioni pubbliche.

Now playing: “Childhood’s End?” Misplaced Childhood – Marillion – 1985

And it was morning And I found myself mourning for a childhood That I thought had disappeared I looked out the window And I saw a magpie in the rainbow The rain had gone I'm not alone, I turned to the mirror I saw you, the child, that once loved


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

La ducetta sempre di bianco vestita (bah, si crede il Papa) è tutta sorrisini, smorfiette, adulazione. Si sdraia ai piedi del redneck con la cravatta rossa. Lui, visibilmente compiaciuto, le dà un buffetto e una grattatina sulla pancia, lei in estasi parte con le fusa. Poi il padrone torna serio e le impartisce gli ordini. Lei diligente prende nota con il suo inseparabile taccuino da liceale, che non perde mai occasione di ostentare. La gelataia se ne torna a casa di corsa per eseguire e compiacere il capo.

Ma che bell'Inglese che ha sfoggiato! A parte il fatto che non mi aspetterei niente di meno da un capo di governo e che mi incazzerei parecchio se anche lei si facesse ridere dietro da tutto il globo terracqueo per un pessimo Inglese, come un Raffaele Fitto qualunque.

I media di regime narrano con toni trionfali che lei, stufa della noiosa traduzione dell'interprete, ha preso in mano la situazione e ha sfoggiato il suo brillante eloquio in Inglese. Chi ha potuto “visionare tutto il girato” non ha potuto non notare che dopo poche frasi appena, la fascistella ha perso il filo della traduzione, troppo fluente e professionale per lei, e non è più riuscita a capirci una ceppa.

A quel punto ha interrotto il traduttore e con gesto plateale e infastidito ha fatto intendere che avrebbe fatto da sola, con grande orgoglio identitario e autarchico, ma soprattutto con una forma e un lessico da terza media. Voglio sforzarmi di credere che l'abbia fatto soltanto per andare incontro alle capacità cognitive del suo uditorio.

Il grande risultato ottenuto dal biondo coniglio bagnato è che compreremo maggiori quantità di costosissimo gas naturale liquefatto; che investiremo nella più costosa IA americana; che spenderemo 13 miliardi di euro in più in spesa militare; che quelle armi le compreremo tutte dagli USA; che non tasseremo le big-tech, anzi probabilmente toglieremo l'esigua web-tax già esistente; che infine il sistema satellitare e la rete di difesa italiani li appalteremo ad un altro squilibrato (dietro lauta tangente?): il suprematista sudafricano con passaporto americano.

Un soggetto che accusa il Sudafrica post-apartheid di “espropri e confische illegali di terre dei bianchi”, di “leggi razziste sulla proprietà” e di “genocidio dei bianchi”. Le stesse accuse lanciate dai suoi connazionali della celeberrima PayPal Mafia, i tecno-super-miliardari Botha, Sacks e Thiel (quest'ultimo definisce la competizione di mercato “roba da perdenti”), finanziatori e artefici della rielezione del pregiudicato col ciuffo di Capitol Hill.

L'impresentabile e inadeguata Presidentessa, che lacchè e sciocchi definivano “il ponte politico tra USA e Italia”, non è altro che quello che non ha mai nascosto di essere: un insignificante politico dell'estrema destra elitaria, corrotta, bugiarda, corporativa e liberticida. Qualcuno nel 2022 l'ha votata: 7 milioni e 300 mila Italiani, pari al 14,4% degli aventi diritto. Troppi invece non hanno votato nessuno. La colpa del disastro incombente non è dei primi.

Now playing: “Cult of Personality” Vivid – Living Colour – 1988

“I sell the things you need to be I'm the smiling face on your TV Oh, I'm the cult of personality I exploit you, still you love me I tell you one and one makes three Oh, I'm the cult of personality Like Mussolini and Kennedy”


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Matrice fascista: il sindaco di Trieste nega il patrocinio per la festa del 25 aprile

Trieste non festeggerà ufficialmente il 25 aprile. La spiegazione della giunta di centrodestra: “Pleonastico. E' già festa nazionale, non serve la nostra partecipazione”. Comitato organizzatore:In questo modo Trieste è l’unico capoluogo di regione in Italia a non avere una festa pubblica per il 25 Aprile, nell’ottantesimo anniversario dalla Liberazione.

Scudo sui controlli erariali della Corte dei Conti

Abolito il controllo concomitante sulla spesa dei soldi del PNRR. Viene garantita un'indistinta limitazione della responsabilità degli amministratori e dei funzionari pubblici, e anche di privati che gestiscono risorse pubbliche. I magistrati: “Con la riforma meno controlli sui soldi pubblici, si rischia l’illegalità diffusa e solleva delicati problemi di compatibilità con il diritto dell’Unione europea, per le risorse che da essa direttamente provengono”.

Dl Sicurezza: la grande porcata

Il Dl Sicurezza era già stato bocciato da OSCE e Commissario sui Diritti Umani del Consiglio d’Europa. Ora arriva anche la bocciatura dei Relatori Speciali delle Nazioni Unite: “Questo decreto contiene disposizioni non in linea con il diritto internazionale dei diritti umani. Include definizioni vaghe e disposizioni ampie relative al terrorismo che potrebbero portare a un’applicazione arbitraria.

Il Senato ha sospeso l’esame del dl Sicurezza, approvando improvvisamente il disegno di legge sulla sicurezza che era in discussione da oltre un anno e oggetto di molte critiche in Senato. Tutte le opposizioni, persino Italia Viva O_O, parlano di “un colpo di stato del Governo”, di “un furto istituzionale” e di “sospensione della democrazia”.

Vietata la cannabis light

La cannabis light italiana si trova in una posizione unica e controversa a livello internazionale. La nuova normativa voluta dal Governo non ha basi scientifiche. La cannabis light con THC inferiore allo 0,2% non è considerata una sostanza stupefacente, non ha effetti psicotropi significativi. Ma il Dl Sicurezza la tratta come se fosse una droga. Quindi divieto di commercio, lavorazione e esportazione delle diverse parti della pianta di canapa e divieto di vendita al pubblico dei prodotti a base di fiori di canapa light, spesso utilizzati per l’estrazione di cannabinoidi come il CBD.

Mano libera ai Servizi Segreti

Le hanno chiamate “Disposizioni per il potenziamento dell’attività di informazione per la sicurezza”. I Servizi potranno richiedere alle amministrazioni pubbliche di condividere le informazioni riservate sui cittadini. Le amministrazioni pubbliche non saranno obbligate a collaborare, ma potranno decidere se farlo, tutelando la privacy dei cittadini o invece “in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza”. Ma questa non è la norma più fascista. Lo è quella che permette agli agenti sotto copertura di dirigere e guidare organizzazioni terroristico-eversive, non più solo di parteciparvi come è stato finora, potendo anche arruolare direttamente nuovi membri.

La tagliola sulle intercettazioni

Nel cuore della notte tra il 19-20 marzo, con il favore delle tenebre e bocciando tutti e 47 gli emendamenti presentati dalle opposizioni, i topi fascisti da vili quali sono, approvano la tagliola alla Camera. Le intercettazioni non potranno avere una durata complessiva superiore a 45 giorni. A meno che “l’assoluta indispensabilità sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione”. Giusto per rendere l'idea della portata della schifezza, ogni volta che viene interpellato lo stimatissimo e allarmatissimo Gratteri svalanga di m&rd@ la norma, anche se sono stati esclusi i reati di criminalità organizzata, per i quali soli 45 giorni non sono nulla, viste le lunghe e complesse indagini che richiedono. Tra gli emendamenti bocciati, anche quello che escludeva dal provvedimento i reati di violenza sulle donne. A questo sono arrivati pur di non aprire un dibattito parlamentare, e approvare la norma a qualunque costo.

Reato di blocco stradale

Il blocco stradale diventa un reato punito con un mese di carcere e una multa fino a 300 euro. Se il blocco avviene durante una manifestazione la reclusione può arrivare a 6 anni. Viene introdotta anche l'aggravante per chi deturpa un bene pubblico: fino a un anno e mezzo di carcere e multa fino a 3 mila euro, oppure 3 anni e 12 mila euro per i recidivi. Ulteriore aggravante “anti no-Ponte e no-Tav”, se gli atti violenti sono commessi per impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica.

La guerra ai poveri

L’Istat boccia l’Assegno di Inclusione che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza: 850 mila famiglie povere sono ancora più povere, hanno perso in media 2600 euro all'anno. Con la fine dell'RdC il 3,2% delle famiglie italiane ha visto peggiorare le proprie condizioni economiche In tre casi su quattro sono nuclei di famiglia che hanno perso il diritto all'AdI, nel restante quarto sono nuclei di famiglia penalizzati dal nuovo metodo di calcolo. Per il resto della platea dei percettori del sussidio, la maggior parte non ha visto alcun aumento del contributo, mentre 100 mila famiglie hanno visto un aumento di circa 1000 euro/anno. Nel 2024, l’indice di Gini, che misura le differenze di distribuzione della ricchezza, in Italia è aumentato dal 30,2% al 30,4%.

Now playing: “If You Tolerate This Your Children Will Be Next” This Is My Truth Tell Me Yours – Manic Street Preachers – 1998

“So if I can shoot rabbits Then I can shoot fascists”


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Sindacalista Cgil picchiato a Genova

Mentre era impegnato ad affiggere i manifesti elettorali della campagna referendaria dell'8-9 giugno su lavoro e cittadinanza, due uomini sconosciuti l’hanno avvicinato e gli hanno urlato “comunista di merda, siamo fascisti!”, facendo il saluto romano. Non paghi, gli hanno sputato addosso e lo hanno preso a pugni in faccia.

Controllo e sorveglianza del Governo sul materiale giornalistico in RAI

Con una nuova circolare si impone ai giornalisti di trasferire esclusivamente sulla piattaforma tecnologica RAI tutto il materiale video, inclusi i filmati di videomaker esterni, e anche i colloqui con le fonti anonime. Ancora un'intimidazione alla libera stampa e l'ennesimo tentativo di imbavagliare le inchieste scomode. A rischio l'anonimato e la sicurezza delle fonti giornalistiche.

Taglio dei fondi alla scuola per l'educazione sessuale e affettiva

Il Governo emana provvedimenti di pura facciata: inasprimento delle pene per i reati di genere e introduzione del reato di femminicidio. Come se finora il reato di omicidio, già previsto e punito dal nostro Codice Penale, non comprendesse anche l'uccisione di una donna. Poi emana provvedimenti di vera sostanza: taglio dell'aumento di 500 mila euro del fondo per l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole. I soldi verranno usati per formare gli insegnanti delle medie e delle superiori sulla prevenzione dell’infertilità. La Lega esulta: “Soddisfatta la Lega che nella scuola italiana non ci sarà mai spazio per l’ideologia gender”, dichiara una portavoce.

La Storia a scuola secondo Valditara

La riforma di Valditara (Nuove Indicazioni 2025) dei programmi scolastici nella scuola per l'infanzia e del primo ciclo, in particolare della Storia, non lascia dubbi sulla matrice che li ha ispirati. Per Valditara il programma di Storia sarà incentrato sulla storia nazionale e occidentale, sulla tradizione greco-romana e giudaico-cristiana. Ampio spazio ai «Racconti del Risorgimento»: episodi e personaggi dell’Unità d’Italia in chiave patriottica (Le cinque giornate di Milano, I martiri di Belfiore, La piccola vedetta lombarda, giusto per fare qualche esempio). La chiave di lettura della Storia è quella patriottica e identitaria, il modello è nozionistico: l'importante è “che cosa si studia e non come si studia” (le parole di Valditara). Quindi la Storia come semplice successione di eventi e di aneddoti semplificati. Non ci sarà spazio al contesto, al quadro internazionale e soprattutto all'analisi e al dibattito storiografico.

L'Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, ha dichiarato: “Si privilegiano fatti e figure eroiche funzionali a un racconto edificante della nazione, a scapito di un’analisi critica dei processi storici.”[...] un arretramento delle metodologie didattiche verso un modello nozionistico e trasmissivo in contrasto con le pratiche innovative ormai consolidate nella didattica della storia.”

Dulcis in fundo, alle elementari si studierà la Bibbia. Come in uno stato confessionale e teocratico qualsiasi (Iran, Afghanistan, Arabia Saudita, Città del Vaticano, Pakistan). Non saremo uno Stato laico nemmeno più nella forma. Nella sostanza non lo siamo mai stati, visto il cancro metastatico che ci divora da dentro: il Vaticano.

Via libera ai pro-vita nei consultori

Il provvedimento, già approvato in Senato, consente alle associazioni anti-abortiste di operare all'interno dei consultori familiari. Un evidente subdolo tentativo, visto che i precedenti più diretti hanno fallito, di attaccare la legge 194 sull'aborto. Il permesso all'attività nei consultori dei gruppi pro-vita, definiti “di supporto alla maternità”, nei confronti delle donne che vogliono intraprendere un'interruzione di gravidanza è stato inserito nel decreto sulle misure finanziate dal PNRR, e su cui è stata posta la fiducia. Una dannata legge paternalistica e pericolosa: stabilisce la tutela sociale della maternità e considera l'aborto un'eccezione da ostacolare.

...to be continued

Now playing: “Renegade” Renegade – Thin Lizzy – 1981


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L'“ambientalismo ideologico” non esiste

Chi ha affibbiato questo attributo all'ambientalismo è un negazionista del climate change. Al contrario, non esiste nulla di più ideologico di sostenere che l'ambientalismo e le politiche di mitigazione del cambiamento climatico debbano essere subordinate alle esigenze dell'economia, dell'industria e del benessere di ciascuno di noi. Non ci sarà nessuna economia, nessuna industria, nessun benessere se non tiriamo il freno a mano ora.

Il cambiamento climatico è un fenomeno epocale di scala globale, che la scienza planetaria ha definito “la più grave minaccia esistenziale che l'umanità si sia mai trovata ad affrontare”. Il cambiamento climatico risponde unicamente a una legge che si compone di 3 grandi articoli: la Termodinamica. Ma la Termodinamica è anche la legge immutabile e inesorabile che regola l'Universo, e con esso le nostre esistenze e le conseguenze delle nostre azioni.

Il climate change è lo scenario di fondo su cui le nostre azioni, o la nostra inazione, produrranno i loro effetti e dal quale saranno modellate.

I tempi li detta il climate change

Determina che cosa si deve o non si deve fare ora, quali strategie di adattamento e mitigazione è necessario adottare subito, senza sprecare tempo e risorse in fantasiose, costose e insostenibili soluzioni tecnologiche. Parlo per esempio dell'inesistente “nuovo” nucleare, degli SMR (Small Modular Reactors), del CCS (Carbon Capture and Storage).

Noi dobbiamo prenderne atto e concentrarci sul fattore tempo. Secondo la scienza planetaria unanime, l'umanità sta percorrendo velocemente la traiettoria dei +3,7-4,5 °C al 2100, rispetto all'era pre-industriale.

Questo significa che i primi pesanti effetti li vivremo noi e poi i nostri figli in età adulta e che gli effetti più catastrofici ricadranno sui nostri nipoti e pro-nipoti. Nel 2100 la Terra sarà un pianeta che molti scienziati non esitano a definire “ostile alla vita”, non solo quella umana ma di ogni essere vivente, animale e vegetale.

Perciò facciamola finita con la bugia semi-assolutoria e antropocentrica “siamo noi ad essere in pericolo, non dobbiamo salvare la Terra. La Terra può farne a meno di noi e sopravviverà e continuerà ad esistere”: ciò che noi abbiamo causato e stiamo continuando imperterriti a peggiorare sarà catastrofico anche per tutte le altre ignare e incolpevoli specie viventi del pianeta, per tutta la biosfera nel sua meravigliosa complessità.

La variabile T(tempo) del sistema, imposta dal cambiamento climatico, non fa altro che confermare in ogni analisi seria, realmente concreta e pragmatica (non ideologica come quella di coloro che accusano gli altri di essere ideologici, per intenderci) che tutto ciò che dobbiamo fare adesso e subito, è investire ogni centesimo di euro/dollaro/yuan nelle tecnologie green che abbiamo già, sviluppandole e migliorandole alla velocità maggiore possibile. Ogni altra soluzione proposta è soltanto l'ennesima nuova forma del mutevole e opportunista negazionismo climatico.

Neutralità tecnologica un piffero

Un'altra faccia del negazionismo è l'invocazione della neutralità tecnologica. La verità è che ci sono tecnologie economicamente, socialmente e ecologicamente più o meno vantaggiose a seconda del contesto attuale, dei tempi e degli obiettivi da raggiungere. Nessuna tecnologia è neutra e la tecnologia da sola non risolve i problemi. Ogni tecnologia esprime il sistema di valori della società che l'ha sviluppata. Senza un cambiamento del sistema di valori, del modello di sviluppo, di intero paradigma su cui si fonda la civiltà umana, ogni nuova tecnologia promuoverà quegli stessi valori e non farà altro che peggiorare e amplificare i problemi che invece dovrebbe risolvere. Purtroppo le energie rinnovabili stanno per diventarne un esempio: sono la soluzione ottimale, la migliore tra tutte quelle oggi disponibili, o disponibili nel brevissimo periodo (ricordate la variabile T), ma applicate con l'attuale modello di sviluppo e sistema valoriale creeranno nuovi array di problemi.

Now playing: “Black Friday” Sol Invictus – Faith No More – 2015


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“Andare al di là di fascismo e antifascismo ha, intenzionalmente o no, un’unica conseguenza, che è quella di mettere fascismo e antifascismo sullo stesso piano.” Norberto Bobbio

Le moderne scienze alimentari raccomandano di consumare molta frutta e verdura e proteine di origine vegetale (contenute soprattutto nei legumi) e di ridurre la quantità di carne e di altre proteine di origine animale.

Ma non basta. Scegliere il più possibile prodotti di stagione, non sottoposti a trattamenti chimici e a Km 0, è una scelta consapevole che ha un grande impatto sulla nostra salute, e innesca anche un circolo virtuoso che coinvolge noi come liberi cittadini e consumatori e coloro che producono in maniera naturale e responsabile il nostro cibo, traendone il giusto profitto.

Le fragole a dicembre

La stagionalità degli alimenti, così come la territorialità, è codificata nel patrimonio genetico di ciascuno; seguire la stagionalità vuol dire mantenersi in sintonia – e non in conflitto – con l'ambiente in cui viviamo e da cui proveniamo.

Frutta e verdura di stagione (anche il pesce e altri alimenti di origine animale hanno una stagionalità), diversamente da quelle coltivate in serra e poi stoccate o provenienti da molto lontano, possono essere consumate entro brevissimo tempo dalla raccolta e contengono una maggiore quantità di vitamine e sali minerali, perché arrivano in modo naturale a completa maturazione. Gli alimenti coltivati in serra e disponibili anche fuori stagione contengono mediamente meno vitamine, perché ricevono meno luce solare e sono raccolti ben prima della completa maturazione per aumentarne la durata di conservazione.

Residui chimici: la farsa delle soglie di legge

Gli effetti sulla salute umana. Molti dei fitofarmaci chimici oggi usati nell'agricoltura convenzionale possono avere, in date quantità, un'azione tossica (come gli interferenti endocrini) e mutagena sul nostro organismo, cioè provocare mutazioni nel processo di riproduzione cellulare che sono all'origine di gravi patologie, tra cui svariate neoplasie.

Le soglie di legge sono l'espressione di una trattativa tra il normatore (guidato dalla scienza?), l'agroindustria e le associazioni che rappresentano le imprese agricole. Ma se queste soglie fossero stabilite realmente su basi scientifiche e tenessero conto realmente della salute umana e pubblica, non si capisce perché nel corso del tempo possano variare, e soprattutto perché quando variano la soglia minima viene sempre aumentata e mai diminuita. L'organismo umano diventa forse meno vulnerabile e più resistente col passare del tempo?

La scienza si interroga sempre più spesso sul cosiddetto effetto sinergico (o cocktail), la cui indagine scientifica è tuttavia molto complessa e costosa, spesso non sostenibile dagli enti indipendenti, mentre non è ben vista, se non ostacolata, dall'agroindustria. Due o più sostanze chimiche (come i residui di fitofarmaci e gli additivi alimentari) assunte dal nostro organismo, anche se ognuna presa al di sotto della quantità stabilita dalla legge, possono reagire chimicamente tra di loro causando un effetto combinato (sinergico) esponenzialmente più nocivo della semplice somma delle singole piccole quantità.

Gli effetti su suolo e ambiente. Il largo utilizzo, o meglio l'abuso di prodotti chimici di sintesi (pesticidi, erbicidi e fertilizzanti azotati) e le intense e ripetute lavorazioni profonde del terreno che l'accompagnano, nel lungo periodo causano l'erosione, il degrado e la perdita di struttura del suolo. Da ciò derivano, oltre all'inquinamento delle falde acquifere da cui ci approvvigioniamo, il dilavamento dei nutrienti, la scomparsa degli insetti utili e l'impoverimento della popolazione microbica del terreno, che è l'elemento indispensabile alla conservazione della fertilità dei suoli e al rafforzamento delle difese naturali delle piante dai parassiti e dai microrganismi nocivi.

Tutto ciò non fa che aumentare ulteriormente il ricorso ai fertilizzanti e ai fitofarmaci per compensare la perdita di biodiversità e fertilità, innescando una spirale di retroazione positiva (amplificazione) da cui l'agricoltore e l'azienda agricola molto difficilmente riescono a uscire e a interrompere.

La grave alterazione dei cicli biogeochimici dell'azoto e del fosforo, causato dall'agricoltura intensiva-estensiva e dai processi industriali, sono due tipping points climatici (punti di non ritorno) che la scienza afferma abbiamo già superato. L'impatto ambientale negativo di queste sostanze si manifesta anche con le enormi quantità di energia (input energetico), soprattutto da fonti fossili, necessarie per la loro produzione e utilizzo.

Prodotti locali e a Km 0. Non una moda da ricchi.

I prodotti locali richiedono molta meno energia per essere stoccati e percorrono molti meno chilometri per arrivare sulla nostra tavola, con conseguente minore inquinamento e impatto ambientale. Acquistare i prodotti dalla fattoria e dall'ortolano locali ci permette anche:

  • di conoscere personalmente chi e con quali metodi produce il nostro cibo, ma soprattutto con quale attenzione egli cura il suo patrimonio: la sua terra e i suoi animali;
  • di favorire e sostenere l'economia locale e permettere al produttore di ottenere il giusto guadagno pagando il giusto prezzo, che non è quello fissato dalla grande distribuzione, ormai con logiche più finanziarie che economiche. Per fare un esempio, 1 Kg dei pomodori che noi acquistiamo al supermercato, oggi viene pagato al produttore soltanto 10 centesimi (10 euro a quintale)!
  • di instaurare un rapporto di fiducia reciproca e spesso di amicizia con l'agricoltore o l'allevatore;
  • di non favorire lo sfruttamento e le vessazioni: perché dietro ai prodotti alimentari (e non solo) che acquistiamo a prezzi bassissimi e che arrivano da molto lontano, spesso c'è lo sfruttamento indiscriminato della terra e delle persone che la lavorano, sia come salariati sia come piccoli o micro-agricoltori.

Now playing: “Take Me away” The Revölution by Night – Blue Öyster Cult – 1983


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