La Foresta Nera

La discesa nel Pozzo all'inizio fu incerta, per quanto la premura di Wilson fosse ben chiara nelle continue esortazioni a Ross affinché si muovesse.

« Non possiamo fermarci. Stai vicino al lato destro e non guardare fuori dai finestroni.»

« Ok.»

« Nemmeno per sbaglio, Calvin. Non sto scherzando. In un normale pozzo potresti non vedere il fondo, ma il fondo del Pozzo di San Patrizio è diverso. Presente la sensazione che provi quando ti affacci oltre una balaustra e sotto c'è un precipizio? Quella che ti fa venire voglia di fare il passo in più e cadere?»

« Soffro di vertigini, ma so di cosa parli.»

« Meglio così. Perché in un Pozzo di San Patrizio non c'è modo di resistere al richiamo del vuoto. Non è un vuoto comune, è IL Vuoto, con la V maiuscola.»

Calvin istintivamente si mise quasi rasente con la spalla al muro, che era scabro, fatto di pietre appoggiate una all'altra e saldate da una muratura quasi artigianale.

Proseguirono alla luce tenue delle torce da speleologo per un tempo che parve infinito.

Calvin si accorse che stavano risalendo quando iniziò a percepire una certa stanchezza nel fare ogni singolo passo.

« Stiamo salendo?»

« Sì, abbiamo passato il punto più profondo mezz'ora fa.»

L'agente inspirò a fondo.

« Cos'è una Porta Rossa, Professore.»

« È difficile da spiegare.»

« Se non parlo un po' questo passaggio mi farà impazzire. So che non parla da anni con qualcuno, qualcuno di reale a quanto ho capito. Ma glielo chiedo come favore personale.»

Wilson sospirò.

« Va bene.»

« Ho letto tutti i suoi libri, dopo che li ho scoperti alla biblioteca di Providence. È lì che ho cominciato a fare un po' di ordine rispetto a quanto stavo sperimentando nella realtà. Capire che esistono persone come voi, come i Cacciatori e via dicendo. Rendersi conto che tutto ciò che è stato pura letteratura e cinematografia fosse realtà non è stato facile.»

« La differenza, tuttavia, sta proprio in questa presa di coscienza. Ciò che rende me o persone come i Cacciatori e Lorenzo quel che sono non è niente di magico o di prodigioso. Semplicemente noi abbiamo aperto la nostra mente prima di altri alla possibilità che ci fosse qualcosa che andasse oltre la spiegazione scientifica. L'assunto che se non riesco a dimostrare scientificamente e in maniera ripetibile un fenomeno ci ha limitato in maniera determinante.»

« Quindi quando il Buio è arrivato, ci siamo fatti trovare impreparati.»

« L'unica cosa buona che ha fatto il Buio, se vogliamo trovare un lato positivo in questa tragedia che viviamo, è che ha costretto tutti a raggiungere la medesima apertura mentale. Una soluzione brutale, un po' come gettare un bambino in acque profonde per insegnargli a nuotare.»

« Molti sono morti nella follia, per questo.»

« E altri si sono evoluti, come te. Chiamala selezione naturale.»

« Quindi sarà un'estinzione di massa?»

« Se non evolviamo, sì.»

Il tono di Solo era inquietante, tanta era la sua mancanza di emozione nel parlare.

« Lei sembra non esserne preoccupato.»

« Se non lo fossi, non sarei qui.»

« Lei è preoccupato per suo figlio, non per se stesso o per me o per chiunque altro.»

« Il legame genitoriale in alcuni è potente, in altri invece del tutto assente. In quanto mammiferi, è genetica. Se ogni padre o madre si prendessero cura dei propri figli nella maniera più appropriata, forse non si sarebbe arrivati a tutto questo.»

Calvin alzò lo sguardo su di lui, osservando le sue spalle ondeggiare mentre avanzavano.

« Ritiene che il Buio sia collegato a questo?»

« Non ho elementi per affermarlo né per provarlo. E in ogni caso sarebbe solo uno degli aspetti coinvolti. Non sapendo nulla circa la vera natura del Buio, tutto è una congettura. Non abbiamo prove provate di alcunché.»

« Ma si sarà fatto un'idea, in questi anni di esilio.»

Wilson si fermò e si voltò di tre quarti per guardarlo.

« Calvin, ci abbiamo messo secoli a rovinarci con le nostre mani. Abbiamo dato la stura al progresso fottendocene delle conseguenze. Il Buio, a confronto con l'oscurità che abbiamo creato con la nostra società, è l'unica luce che ci meritiamo.»

Non aggiunse altro, lasciando Ross impietrito sul posto.

Dopo un tempo indefinito, Ross vide Solo spegnere la propria torcia. Istintivamente spense anche la propria, ma non caddero nel buio più totale.

Dalle arcate che si aprivano sul vuoto centrale del pozzo, proveniva una tenue luce.

« Stiamo arrivando, anche se penso che ormai siamo prossimi al tramonto. Muoviamoci!»

Wilson accelerò l'ascesa, che si era fatta inspiegabilmente più ripida, al punto che entrambi avevano il fiatone.

Il porticato della salita li fece uscire all'interno di una radura circondata di alberi. A un'occhiata più precisa, si trattava di un Tor di betulle bianche.

Wilson si guardò attorno, al pari di Calvin.

« Maledizione. Non siamo a Friburgo!»

L'agente di Providence rabbrividì alle parole del suo compagno ed estrasse dal suo zaino un tablet, accendendolo.

« Muoviti, muoviti...» mormorava concitato.

Wilson guardò il terreno: il pozzo era già richiuso. Sotto i loro piedi, stava solo un solido terreno erboso. Calvin indicò una direzione.

« Friburgo, circa 3 chilometri in quella direzione.»

« Siamo nella Foresta Nera» grugnì Wilson.

« Il Buio è veramente vicino. Dobbiamo andarcene subito!»

Non servivano ulteriori esortazioni. I due si misero in cammino, di buon passo. La luce del giorno, un giorno grigio, stava degradando rapidamente verso un crepuscolo sempre più oscuro. Ansimando, Calvin apriva la strada osservando la direzione con il suo navigatore, mentre Wilson gli teneva dietro.

Un subitaneo scricchiolio fece fermare quest'ultimo. Calvin si distanziò di alcuni passi, prima di accorgersene. Si fermò a sua volta.

« Professore? Non si fermi!»

« C'è qualcosa, qui.»

« Non ne dubito. Con il Buio così vicino e la tradizione della Foresta Nera... Possiamo aspettarci solo il peggio. Muoviamoci!»

« Qualcosa di insidioso. Silenzio.»

Calvin si genuflesse lentamente a terra, appoggiandosi a una pietra vicina. Wilson si appressò a un albero, guardandosi attorno. L'agente percepì un movimento sulla loro sinistra e fece un cenno al compagno.

Solo lanciò un'occhiata, sbirciando oltre il tronco e impallidì. Si umettò le labbra e frugò nel proprio tascapane.

« Ross, corri a Friburgo e cerca la Strega. Non rischi di sbagliarti, c'è solo lei.»

« Non posso lasciarti.»

« Non puoi fare nulla per aiutarmi, agente. Tranne arrivare in salvo dalla Strega e dirle esattamente quello che hai detto a me. Tutto chiaro? Vai e non guardarti indietro!»

« Cosa ci insegue?»

« Non ci insegue, ma abbiamo invaso il suo territorio. Un Senzafaccia. Vai e non guardare, capito? Non guardare!»

Il tono di urgenza vinse le ultime resistenze e l'agente si rialzò, partendo in una corsa sfrenata.

Wilson estrasse dal tascapane un oggetto bianco, una sorta di balaclava completamente bianca. Appena Calvin ebbe raggiunto una distanza di sicurezza, con un gesto repentino se la infilò. A differenza delle normali balaclave però, questa non aveva i buchi, né per il naso né per gli occhi: il volto veniva completamente coperto.

Nonostante questo, appena Wilson abbandonò il riparo del rifugio, si mosse senza alcun apparente disagio, come se ci vedesse benissimo attraverso quello strano tessuto candido.

Si mise a correre a sua volta, parallelamente al percorso preso da Calvin.

Questi lo sopravanzava di quasi cinquecento metri. Con il fiatone e la luce che calava sempre di più, si addossò per un attimo dietro un grosso albero, per controllare il tablet ed essere sicuro di procedere nella direzione giusta.

Per abitudine, lanciò un'occhiata alle spalle, facendo capolino con un occhio oltre il tronco. Ci mise un attimo a focalizzare la scena.

Wilson aveva indosso una sorta di passamontagna bianco e stava fronteggiando a braccia spalancate qualcosa che spuntava dal bordo di un albero. Una figura antropomorfa innaturalmente alta, vestita di un singolare completo nero. Le mani della creatura avevano dita innaturalmente lunghe, ricoperte da quelli che sembravano guanti bianchi.

Appena l'avversario di Solo oltrepassò il confine imposto da quel tronco, Calvin vide che la sua testa era anch'essa ricoperta del passamontagna indossato da Solo. Gli si persero un paio di battiti al cuore, per il terrore.

Un terrore incontrollabile, che rischiò di ghiacciargli il cuore e farlo restare lì per sempre, incapace a muoversi.

Invece lo schiocco di un ramo rotto lo scosse, l'istinto di sopravvivenza fece il resto.

L'adrenalina pompò energia a cuore, polmoni e muscoli. Riprese la sua corsa folle, senza più voltarsi indietro. Ruzzolò un paio di volte, inciampando.

Alla seconda qualcosa lo afferrò per lo zaino, facendolo rimettere in piedi in corsa.

« Cazzo, Ross, muoviti!»

La voce arrochita di Wilson.

Non si voltò a guardarlo, preferendo correre al suo fianco.

Uscirono dai confini della Foresta Nera, entrando direttamente a Friburgo.

La città doveva essere semi-abbandonata, perché ormai nessuno si preoccupava di tenere la foresta a distanza e le strade libere. La Natura si stava riprendendo il posto che le spettava.

Quando furono a una distanza che ritennero di sicurezza, si fermarono a riprendere fiato.

Calvin si appoggiò a una parete di una casa abbandonata e indicò la foresta.

« Cosa... Cosa era... Quella... Cosa?»

« Ti stai ripetendo, Ross. La corsa deve averti sfinito.»

« Rispondimi!» gridò con voce rotta Calvin.

Wilson era in piedi davanti a lui con le mani sui reni, ansimante.

« Un SenzaFaccia. Un mostro, come lo chiameresti tu.»

« Come... Come hai fatto... A fermarlo?»

« Fermarlo? Scherzi? Quei così non si fermano. Al massimo li puoi rallentare. No, fermare no. Mai.»

« L'hai fatto con quella cosa bianca che avevi in testa?»

« Sì, una Maschera dei SenzaFaccia... Ne ho trovata una un giorno...»

Le sue parole vennero interrotte da un grido agghiacciante, poi lo schiocco come di una noce di cocco che viene rotta. Calvin venne inondato da una serie di schizzi caldi e densi.

Si pulì il volto con le mani, cercando di mettere a fuoco: Wilson aveva un'accetta piantata nel cranio. L'uomo dapprima cadde in ginocchio, poi si accasciò a faccia avanti nel fango, proprio davanti a lui.

La chiazza di sangue e cervella si allargò rapidamente sotto gli stivali di Calvin.

Gli occhi sbarrati sulla figura di Wilson, esanime, si sollevarono guardando la ragazzina che si trovava alle spalle del professore morto.

Non doveva avere più di dodici o tredici anni. Era vestita come una piccola vichinga, il volto con segni rituali dipinti nella miglior tradizione norrena.

Puntava il dito verso Wilson, accasciato e ancora con l'ascia piantata tra le ossa del cranio. Gioiva soddisfatta.

« Stavolta ti ho preso, Vecchio! Ah, se ti ho preso!»

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Sommario
Pilot - Prologo
Il Colonnello e l'Agente
Missione Compiuta
Rendez vous
In volo
La Via de la Santa Muerte
Il Passaggio
La Foresta Nera
Mater Obscura
Nella Nebbia
Season Finale - Bouvetøya

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Mondo Oscuro / World Obscure by Wilson Solo aka Lo Zio is licensed under CC BY-NC-ND 4.0