Missione Compiuta

La porta blindata si aprì dopo un breve ronzio e Calvin entrò nell'ufficio del colonnello.

« Mi ha chiamato, signore?»

Gli occhi di Hilda si staccarono dal terminale sulla sua scrivania e gli fece cenno con una mano di avvicinarsi e prendere posto.

« La squadra è tornata. Il Tenente sta arrivando senza nemmeno passare per il debriefing. Deve essere successo qualcosa di importante.»

Calvin annuì e si fece vicino alla scrivania. Hilda lo guardò sorniona.

« Dopotutto i tuoi cattivi presagi non si sono avverati.»

« Da uomo sul campo, non posso che esser contento che i ragazzi siano tornati.»

La porta blindata emise nuovamente il ronzio e si aprì.

Fece il suo ingresso il Tenente, ancora completamente ricoperto della sua power suit che gli conferiva un'aria molto minacciosa. Aveva ancora l'elmetto ben calcato in testa. L'armatura potenziata riportava segni inequivocabili di una violenta colluttazione ed era striata di fango e altre macchie più opache e cupe. Si diresse con passo marziale verso la scrivania.

Il colonnello si alzò per accoglierlo.

« Bentornato Tenente. Poteva tranquillamente passare a togliere la tuta. Non vedo tutta questa urgenza.»

Il soldato, giunto nei pressi dei due ospiti, con una mossa improvvisa sollevò la gamba destra, raccogliendola al corpo. I servo-muscoli potenziati fecero il resto: un violento calcio laterale mandò Calvin a sbattere violentemente contro la parete laterale, per poi ruzzolare a terra senza fiato per il colpo subito al petto.

Hilda spalancò gli occhi osservando l'agente a terra e appena ebbe riportato lo sguardo sul tenente, si trovò faccia a faccia con la canna di una calibro 9 da combattimento.

Si umettò le labbra, alzando istintivamente le mani in segno di resa.

Il combattente, mentre Calvin si lamentava a terra girandosi su un fianco, con la mano libera fece scattare il colletto meccanico. Poi la appoggiò al lato della testa e si tolse il casco.

Due occhi di un azzurro impossibile erano fissi sul colonnello Heidemann. L'espressione del volto era glaciale, impenetrabile e, soprattutto, non lasciava dubbi sulle conseguenze di una qualsiasi azione inconsulta.

Calvin si trascinò alla parete, tenendosi il braccio destro attorno all'addome. Si appoggiò con la schiena e guardò l'uomo che teneva sotto punteria il colonnello. Ansimando, disse:

« Era... Proprio... Necessario?»

Senza perdere la presa sull'elmetto, l'uomo punto l'indice verso di lui. Un chiaro segno di restare dov'era. Calvin alzò la mano libera verso di lui.

« Ho capito... Ho capito... Me ne sto qui.»

Hilda stava perdendo la pazienza.

« Cosa significa tutto questo?!?»

Lei è il colonnello Hilda Heidemann. Lei ha mandato l'agente Ross prima e la squadra poi a casa mia.

La voce risuonò nella mente della donna con un tono gelido, al punto da provocarle un brivido lungo la schiena. Calvin osservava la scena.

« Ti sta parlando nella mente, vero? Io non lo sento.»

Lei annuì, ma tenne lo sguardo su quell'arma puntata.

« Sì, sono io.»

Non avevo bisogno di conferme, colonnello. Stavo solo facendo un'osservazione.

« Dove sono i miei uomini?»

I suoi uomini stanno impazzendo nel Mondo del Crepuscolo. Dovrebbe sentirsi responsabile per loro. Immagino avessero una famiglia alla quale tornare. Tuttavia, non lo faranno più.

« Il... Mondo del Crepuscolo?»

Seduta.

Il tono del pensiero nella sua mente non era nemmeno così imperativo, ma si ritrovò nella poltroncina, incapace di muovere un muscolo, le braccia caddero sui braccioli imbottiti.

« Professore, possiamo parlare come fanno tutti?»

Nessuna risposta.

Wilson Solo rimise la pistola nella fondina e guardò Calvin.

« Hai intenzione di fare qualche sciocchezza, agente?»

La sua voce era neutra e aveva un timbro basso.

« No, so di cosa sei capace. Me ne sto qui buonino e ti lascio fare, ok?»

Gli occhi azzurri lo scrutarono per qualche istante, poi si spostarono sulla parete digitale, alla quale si avvicinò. La osservò a lungo, studiando numeri e statistiche.

« Professore, non è necessario tutto questo.»

Non era necessario venire a casa mia. Non era necessario mandare un Agente. Non era necessario inviare una squadra di estrazione. Ma lo ha fatto, colonnello. Un madornale errore.

Il colonnello lanciò uno sguardo a Calvin. Aveva usato la stessa espressione durante il loro colloquio. La voce di Solo irruppe nuovamente nella sua mente.

Sa colonello, dovrebbe avere più rispetto per la vita umana. Stiamo diminuendo a vista d'occhio, per colpa del Buio e di tutto ciò che questo ha portato con sè. Perdere uomini così facilmente non dovrebbe essere la norma.

Prima che la donna potesse rispondere Wilson si voltò verso Calvin.

« Agente, in quale zona si trova il laboratorio del quale mi hai raccontato?»

« Bouvetøya.»

« Perchè lì?»

« L'Antartide è la zona buia più ampia del pianeta. L'isola è il punto più prossimo e che mantiene comunque una certa distanza di sicurezza.»

« Avete perso le comunicazioni. Direi che la distanza di sicurezza non era abbastanza.»

« L'isola non è stata ingoiata dal Buio. I satelliti ancora riescono a visualizzarla, ma non si notano più movimenti e i rapporti che arrivavano con regolarità ora sono terminati. C'è silenzio.»

Hilda riprese la parola.

« Professore, abbiamo bisogno del suo aiuto.»

Gli occhi di Wilson tornarono su di lei. Stavolta la donna non attese la voce nella mente e continuò a parlare.

« Siamo in una situazione di stallo da mesi. Il Buio non avanza più come prima. Vogliamo capire se sia finita, se sia una pausa o preludio a qualcosa di peggio. La nostra squadra laggiù è una delle tante che, in giro per il mondo e in collaborazione con gli altri Protettorati, prova a capire che succede.»

Lo sguardo non mutò e Hilda continuò.

« Lei è uno dei massimi esperti, ho letto il suo libro dopo che il Buio ci ha colpito. Lei sa cose che altri non sono nemmeno in grado di capire. Anche dopo aver visto con i propri occhi gli orrori scaturiti dalle zone buie, quasi tutti rifiutano di accettare che viviamo in una nuova realtà che cozza con l'umana e razionale concezione della Vita.»

Nessuna parola in risposta.

« Abbiamo bisogno che lei guidi una squadra per andare a vedere che è successo a Bouvetøya. E, se possibile, aiutarla a capire come si sta muovendo il Buio e perchè.»

Wilson si rivolse nuovamente a Calvin.

« Puoi organizzare un trasporto?»

Calvin lanciò un'occhiata alla Heidemann, poi annuì all'uomo.

« Credo di sì. Dove andiamo?»

« Te lo dirò dopo a casa mia.»

« Devo saperlo, Professore. Viaggiare con il Buio in agguato è un bel problema. Bisogna capire se sia meglio via terra o via aria. E arrivare a Bouvetøya è un lungo viaggio.»

« Non andiamo a Bouvetøya. Ci vediamo tra un'ora a casa mia. Sii puntuale e con il trasporto organizzato.»

Senza aggiungere altro, si rimise l'elmetto in testa. Fece scattare la visiera, in modo che i suoi occhi azzurri si posassero nuovamente sui due davanti a sè.

Sconsiglio ad entrambi altre azioni nei miei confronti. Vi sarebbero delle spiacevoli conseguenze.

Con la medesima facilità con la quale era entrato, Wilson Solo uscì dalla stanza, richiudendo la porta blindata dietro di sè.

Calvin si alzò da terra, dolorante.

« Hilda?»

Il colonnello riusciva a muoversi ora. Appoggiò la mano al terminale, per chiamare la Sicurezza Interna. La mano di Ross lo spense.

La donna lo fissò con durezza.

« Agente Ross, che stai facendo.»

« Evito che le cose si mettano peggio.»

« Quell'uomo ha penetrato la nostra sicurezza...»

Calvin la interruppe.

« Colonnello Heidemann! Non perda di vista il quadro generale. Mi ascolti: quell'uomo andrà dove vogliamo.»

« Ha detto che non va a Bouvetøya.»

Calvin guardò la porta con aria pensierosa.

« Già, così ha detto. Non ci va... Per ora. Ma ci andrà. Missione compiuta.»

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Sommario
Pilot - Prologo
Il Colonnello e l'Agente
Missione Compiuta
Rendez vous
In volo
La Via de la Santa Muerte
Il Passaggio
La Foresta Nera
Mater Obscura
Nella Nebbia
Season Finale - Bouvetøya

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Mondo Oscuro / World Obscure by Wilson Solo aka Lo Zio is licensed under CC BY-NC-ND 4.0