Rendez vous

Un'ora dopo, minuto più, minuto meno, Calvin Ross fermò il suo fuoristrada davanti a una casa dall'aspetto abbandonato. Una vecchia villa, appena fuori Providence, al limite con il confine vigilato per la minaccia del Buio e di ciò che ne consegue.

Scese e chiuse la portiera, guardando quella costruzione che un tempo doveva essere stata particolarmente elegante, oltre che un ottimo ricordo di un periodo architettonico che teneva conto della bellezza e non solo di canoni costruttivi senz'anima.

La consueta pioggerellina fastidiosa e il cielo grigio senza sole davano un'aria spettrale alla scena. Si fece avanti, guardandosi attorno.

Il silenzio era interrotto da alcuni versi di animali, cosa che capitava in campagna. Anche se con meno frequenza: il Buio non guardava in faccia a nessuno e ciò che era successo al genere umano aveva colpito in egual misura tutto l'ecosistema biologico terrestre.

Salì i pochi scalini che portavano a una veranda aperta con due colonne a sostenerla e con la mano guantata diede tre colpi decisi all'assito della porta, che scricchiolò pericolosamente. Tanto che al terzo colpo che diede la porta cedette aprendosi davanti a lui. Dentro era buio e il cigolio della porta non era rassicurante.

« Professore? Solo?»

La sua voce si perse all'interno, senza ricevere risposta.

Poi qualcosa di freddo si appoggiò alla sua gola.

« E tu chi sei? Non ti conosco.»

Calvin rimase immobile: sapeva riconoscere una lama affilata anche senza doverla provare. Allargò le mani con i palmi aperti, per mostrare che non aveva cattive intenzioni.

« Mi chiamo Calvin Ross e ho appuntamento con il Professor Solo. Potrebbe togliere quella lama dalla mia gola, ora?»

Una risatina alle sue spalle.

« La vera minaccia non sono io.»

La lama non si spostò, ma qualcosa si mosse nel buio oltre la porta. Calvin deglutì, ma con prudenza. Si accese un pallino rosso che saettò verso il suo petto, all'altezza del cuore.

Uscendo dall'oscurità, una donna ricoperta di una tuta tattica lo teneva sotto tiro con un fucile di precisione munito di silenziatore. Il mirino laser non lasciava dubbi su dove avrebbe colpito. Gli occhi neri della donna lo scrutarono a lungo.

« Non ti abbiamo mai visto qui. Né altrove, se è per quello. Che rapporti hai con Wilson?»

« Professionali, strettamente professionali. Ed è evidente che siete dei professionisti anche voi, quindi... Perché non facciamo tutti un bel respiro e affrontiamo questa chiacchierata con più calma e meno armi spianate?»

« Hai un bel sangue freddo, Calvin Ross. Draco?»

La lama si tolse dal suo collo, ma mani poderose lo perquisirono senza troppa gentilezza.

« È pulito.»

« All'interno della città-fortezza solo la Sicurezza può portare armi, non lo sapete? Se vi trovano vi arrestano e vi portano dentro.»

La risata alle sue spalle si fece ancora più forte e roca.

« Devono solo provarci.»

Gli occhi della donna sfavillarono.

« E prima devono trovarci, no? Chi altri sa che sei qui?»

« Il comando della Sicurezza Cittadina, per esempio.»

In quel momento la donna smise di tenerlo sotto tiro, appoggiando il fucile a terra con la canna in alto. Fece un cenno con il mento al suo collega.

« Eccolo.»

Ora che nessuna minaccia gli impediva di muoversi, Calvin si voltò e vide Wilson Solo avvicinarsi a piedi, coperto da un poncho nero che lo ricopriva dalla testa ai piedi. L'uomo chiamato Draco era un marcantonio di notevoli dimensioni, anche lui ricoperto da una tutta tattica alla quale erano assicurate una serie impressionante di armi di ogni tipo, anche vecchie, forse antiche.

« Andate dentro! I saluti li facciamo all'asciutto!»

La voce di Wilson li raggiunse prima del suo arrivo e i tre si misero sotto la veranda, al coperto dalla pioggia che si stava facendo più insistente, con un corollario di tuoni lontani che annunciavano un peggioramento.

Quando Solo li raggiunse, si sfilò il poncho, si tolse il bonnie hat che gli ricopriva il cranio rasato e appoggiò a terra lo zaino che portava in spalla. Il primo a farsi avanti fu Draco, che lo abbracciò con la consueta forza.

« Fratello, mi stai per spezzare a metà.»

« È bello rivederti, Solo. Pensavo non ti saresti più mosso dalla tua tana.»

« Ringrazia lui, allora.»

Lo sguardo di tutti si puntò su Calvin che alzò le mani imbarazzato. La donna gli passò davanti ignorandolo e allargò le braccia ad accogliere l'amico ritrovato.

« Wilson, ci sei mancato.»

« Anche tu, Mytrin.»

La abbracciò, con trasporto e rimasero in silenzio per qualche secondo. Poi sciolsero l'abbraccio ed entrarono. Appena la porta si chiuse, la casa cambiò sotto lo sguardo confuso di Calvin.

D'improvviso si accesero tutte le luci, illuminandola a giorno. Tutte le pareti diroccate e bucate si sistemarono diventando di un riposante color carta da zucchero. Il mobilio cadente tornò ad essere perfetto e in puro stile liberty. La casa ora non sembrava più cadente o abbandonata.

Draco e Mytrin non sembravano per nulla stupiti, anzi. Come fossero a casa loro, appoggiarono le loro sacche negli armadi, poi lei si diresse in cucina e lui prese posto in una delle poltrone.

« Per la Luna del Cacciatore, era da mesi che non sedevo in qualcosa di così comodo. Mi sei mancata anche tu, tesoro.»

Calvin, immobile in entrata, si guardava attorno incapace di dire una parola. Wilson gli si fermò a fianco.

« Un vecchio incantesimo di trasfigurazione. Farla apparire come abbandonata e al limite di una casa di fantasmi evita che persino i barboni vengano ad occuparla. Avanti, agente Ross, vai a sederti vicino a Draco.»

Calvin si mosse in automatico, prendendo posto su un divano vicino. Mytrin arrivò con un vassoio pieno di tramezzini appena fatti, che appoggiò al tavolino. In cucina si udì il tintinnare di alcune bottiglie e Wilson fece il suo ritorno in sala con quattro bottiglie di birra gelide. Allungò la prima a Draco che la aprì con i denti. Mytrin scosse la testa.

« Spaccone. Vedi di scheggiarteli.»

« Figurati.»

Draco fu anche il primo a prendere un tramezzino e a ingurgitarlo quasi per intero in pochi morsi. La donna ne prese uno e sedette su uno sgabello che stazionava davanti al mobile bar poco lontano. Wilson, in piedi, bevve un sorso di birra.

« Agente Ross, hai il nostro trasporto?»

L'altro si scosse da ciò che stava accadendo e sbattè un paio di volte gli occhi. Draco lo guardò.

« Ma è del mestiere, questo?»

« Lo è, ma è poco avvezzo ad essere così vicino agli eventi. Nonostante le sue ventisette missioni lo rendano uno dei mortali meno dotati ad esserci andato parecchio, parecchio vicino.»

« Ventisette missioni di cosa?»

Stavolta fu Calvin a prendere la parola.

« Sono un agente della Sicurezza del Protettorato di Providence. Non sono un soldato, sono più un agente sotto copertura, per così dire. Un tempo forse sarei stato una spia, ma con i tempi che corrono, non c'è nulla da spiare, se non quei quattro esseri umani che ancora non hanno capito che la minaccia è il Buio e non un altro essere umano. Ho partecipato a ventisette missioni in giro per il mondo, sempre per capire il Buio e cosa si cela dietro di esso.»

« E alla ventisettesima è capitato a casa mia, Draco. Ecco perchè sono qui e lui pure. Ma non hai ancora risposto alla mia domanda. Hai il trasporto?»

« Come dicevo, devo sapere dove andiamo. Il Buio ha complicato parecchio i viaggi al di fuori delle città-fortezza, lo sapete bene. Voi magari più di lui, che è stato in esilio fino a qualche giorno fa.»

Draco annuì deciso.

« Il ragazzino ha ragione, Zio. Per quanto faccia schifo, persino Providence è un paradiso in confronto a quanto c'è fuori dai confini vigilati. Qui almeno vigila l'ordine, oltre ad essere un territorio protetto. Ma nella maggior parte dei territori aperti... È peggio che in un film posto apocalittico di serie B.»

Wilson si umettò le labbra, dopo aver bevuto la birra.

« La meta è Juarez.»

Il silenzio successivo fu al tempo stesso teso e imbarazzato. Lo ruppe Calvin.

« Stiamo parlando di quella Juarez? Ciudad Juarez?»

« Quella.»

Draco si lasciò sfuggire un fischio.

« Accidenti Zio, sembra che tu abbia organizzato un rientro in grande stile.»

« Di certo ne avrei fatto a meno.»

« Beh, lascia che ti dica che già prima non era un bel posto dove andare a fare una scampagnata, ma ora... È praticamente un suicidio.»

Calvin si intromise con aria preoccupata.

« Esatto. Dal crollo delle strutture governative, non tutte le città sono state fortunate come Providence. La maggior parte sono territorio di contesa per la sopravvivenza. Juarez, che prima era un inferno, ora è anche peggio. Perché vuoi andare laggiù?»

« Ho un amico da rivedere.»

« Perchè non ti basto io?»

Draco scoppio a ridere dopo aver parlato. Wilson fece un paio di passi, piantandosi davanti a Calvin.

« Tu sei venuto a casa mia. Tu mi hai voluto qui. Ora mi devi un trasporto.»

L'agente si schiacciò nella poltrona, tenendo gli occhi fissi su di lui. Draco, al suo fianco, appoggiò la bottiglia al tavolino, prese un tramezzino e fece schioccare le dita della mano libera, semplicemente aprendo e chiudendo il pugno.

« Ok, ok, allora direi che, tra le scelte, il viaggio aereo è quello meno pericoloso.»

« Il tuo ultimo viaggio aereo non è finito molto bene, agente Ross.»

« Una tragica fatalità. In ogni caso meno pericoloso che percorrere 2.400 miglia su ruota in un giorno e mezzo di viaggio, forse due dovendo evitare alcune zone buie. Ma non possiamo atterrare a Juarez. Qualsiasi velivolo che solchi i suoi cieli viene abbattuto dai cartelli del narcotraffico. Dobbiamo atterrare a El Paso.»

Wilson mise le mani sui fianchi e guardò Mytrin.

« Avete contatti laggiù?»

« Noi abbiamo contatti ovunque, Zio. Quanto tempo ho per organizzarmi?»

Tutti guardarono Calvin, che assunse un'espressione possibilista.

« Due giorni?»

Wilson sbuffò.

« Mi hai fatto fretta, agente Ross. Ora ho fretta.»

« Meno di un giorno è impossibile.»

« Ventiquattro ore sono accettabili, di questi tempi. Muoviti, allora, che il tempo vola.»

L'uomo si spostò e Calvin si alzò in piedi, dirigendosi verso l'uscita sotto lo sguardo dei tre. Alzò una mano in segno di saluto e uscì.

Draco finì l'ultimo tramezzino.

« Zio, ma che diavolo ha fatto quell'uomo per convincerti a tornare tra di noi?»

Wilson fissava la porta chiusa, sempre con le mani appoggiate ai fianchi.

« È venuto ad avvisarmi che mio figlio è sparito.»

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Sommario
Pilot - Prologo
Il Colonnello e l'Agente
Missione Compiuta
Rendez vous
In volo
La Via de la Santa Muerte
Il Passaggio
La Foresta Nera
Mater Obscura
Nella Nebbia
Season Finale - Bouvetøya

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Mondo Oscuro / World Obscure by Wilson Solo aka Lo Zio is licensed under CC BY-NC-ND 4.0