La Via de la Santa Muerte

L'atterraggio a El Paso non fu una passeggiata. Oltre a una perturbazione piuttosto violenta che si abbatteva sulla città con raffiche di vento feroci e pioggia battente, si aggiunse anche l'arrivo in contemporanea con un altro velivolo.

Lo spazio di manovra era più che ampio, tuttavia mancava da tempo il personale alla torre di controllo e quindi concordare le rotte di approccio era un vero azzardo.

Fecero prima a combinarsi i due piloti, piuttosto che attendere gli esiti dalla torre.

Atterrarono per secondi, non senza una certa apprensione mentre l'aereo proprio prima di toccare scartava di lato a causa di una raffica improvvisa. Solo la prontezza del pilota nel compensare evitò un disastro.

Si aprì il portellone, mentre Calvin saldava il conto con il pilota.

« Tempo di merda» fu il commento di Draco, mentre prendeva il bagaglio.

« Meglio così che il sole a picco, Fratello. Visibilità scarsa significa meno occhi in grado di vederci, meno problemi ad arrivare dove vogliamo.»

« Anche noi vedremo meno, però.»

« Due Cacciatori vedono di più di molti in questa città. Confido in voi.»

Mytrin rise.

« Oooook, nessuna pressione.»

Draco fu il primo a mettere piede a terra e dirigersi con disinvoltura verso una serie di depositi. Gli altri gli si fecero appresso, correndo come lui, per ridurre la quantità di acqua che stavano prendendo a causa del diluvio che ora scendeva impietoso sulla città.

Entrati in uno dei depositi, Draco si fermò davanti a un fuoristrada che aveva visto troppi chilometri.

Calvin li guardò preoccupato.

« Ci muoviamo con quello?»

Draco gli lanciò un AR-15 e un caricatore e l'agente li afferrò al volo, un po' goffamente.

« Ci muoviamo con questo. Se non ti va, puoi sempre fartela a piedi. Se invece vieni con noi, arma quel giocattolo. Sempre sperando che tu lo sappia fare.»

Mytrin salì lato navigatore, mentre Wilson e Calvin si misero ai sedili posteriori. L'ultimo a salire fu Draco, che aprì il parasole facendosi cadere le chiavi in mano. Mytrin aveva appena armato un MP5 e lo teneva nascosto vicino alla portiera. Il Cacciatore guardò nello specchietto.

« Zio, a te manco lo chiedo se hai un'arma. Sei la solita signorina.»

Solo sogghignò. Draco portò l'attenzione su Ross.

« Agente, tieni ben nascosta la tua arma. Nessuna provocazione. Se vedi qualcosa di strano, mi parli. Non spari se non lo diciamo noi, nemmeno se siamo sotto fuoco nemico. Claro che sì?»

« Claro.»

« Bene signori, la temperatura esterna fa schifo, il tempo non migliorerà e stiamo per andare all'inferno. Grazie per averci scelto e speriamo ci sia una prossima volta.»

Inaspettatamente, il motore del fuoristrada si accese al primo colpo e il suo suono era più regolare del previsto. Draco sorrise.

« Eheheh, i nostri ragazzi di El Paso sanno sempre come dare soddisfazione.»

Ingranò la marcia e uscì dal deposito.

Seguendo le indicazioni del navigatore acceso su uno dei loro pad, Draco guidò sempre con disinvoltura tra le vie di El Paso, prendendo con decisione la direzione di Juarez.

Un silenzio teso regnava a bordo, mentre tutti e quattro aguzzavano lo sguardo all'esterno, per cogliere qualche eventuale pericolo.

« Teoricamente non dovrebbe capitarci nulla, da queste parti. Ma chi può dirlo, in questo pazzo, pazzo mondo?»

« Draco, la situazione a El Paso?»

« Quando ho sentito il Cacciatore di qui, mi ha detto che è più o meno come a Providence, anche se la costante presenza delle bande di Juarez complica il quadro. Fino al confine, siamo relativamente al sicuro.»

Tornarono al silenzio, mentre la pioggia iniziava a calmare il suo ritmo battente sul parabrezza. La visibilità dapprima ridotta a pochi metri, ora divenne più ampia e davanti a loro si estese nella sua interezza la panoramica su Juarez. Stavano scendendo verso la principale direttrice che portava a Ciudad.

Un mare sterminato di case, caseggiati, niente di più alto di tre piani, occupava l'intero orizzonte a vista. Un labirinto, un labirinto che non prometteva altro che oscurità, dolore e sofferenza.

A due chilometri dal confine, Draco sterzò in una via trasversale e la seguì per parecchi chilometri. Poi svoltò nuovamente dirigendosi al confine.

« Dove stai andando?»

« Calma, agente. Evitiamo i controlli troppo premurosi della National Guard di El Paso.»

Il fuoristrada sobbalzò un paio di volte passando su dei dissuasori del traffico. Davanti a loro si vedeva un posto di blocco.

Draco non rallentò. Wilson si spinse avanti tra i due sedili anteriori, facendo capolino tra i due cacciatori.

« Che facciamo?»

« Passiamo, Zio. Tesoro, agente... State pronti se qualcuno decidesse di fare l'eroe.»

Il fuoristrada rombava allegramente, dimezzando la distanza dal posto di blocco. Ora che erano vicini, si distinguevano chiaramente gli uomini a presidio: una banda di scapestrati armati alla buona e che avevano sistemato alcune auto in maniera strategica. Probabilmente si limitavano a chiedere un pizzo per il passaggio.

Mytrin fece scattare la sicura del suo MP5, pur senza alzarlo ancora.

« Draco, è proprio necessario? Magari gli diamo dei soldi e passiamo.»

« Zio, lasciami lavorare. Altrimenti non mi chiamavi, no? Ross?»

Calvin teneva ben saldo il suo AR-15, basso, ma saldo.

« Ci sono.»

« Non fartela addosso, mi raccomando.»

Un grugnito fu la risposta.

A venti metri dal blocco, la banda si diede da fare a spostare le auto il più in fretta possibile. Tuttavia, non fu possibile evitare un impatto parziale, che fece schizzare una delle auto e ruppe i fanali anteriori destri del fuoristrada.

« Mi sa che l'ho ammaccato» rise Draco, entrando spavaldamente a Ciudad Juarez.

Wilson battè la mano sulla spalla di Draco, dopo mezz'ora di viaggio.

« Accosta qui. Se andiamo troppo vicini è peggio.»

Il fuoristrada accostò e il motore si spense.

« Scendiamo. Tenete le armi in vista, ma non impugnatele. Devono sapere che siamo armati ma non una minaccia» disse Wilson, mentre apriva la portiera.

Gli altri tre scesero a loro volta, mettendosi ai suoi fianchi e dietro.

Davanti a loro, a cinquecento metri, si presentava uno spettacolo unico nel suo genere.

Una lunga processione di poveracci serpeggiava fino ad arrivare a una vecchia chiesa in stile romanico. Era massiccia, bassa, con un robusto campanile laterale. Ma quello che colpiva di più era che su ogni superficie piana disponibile era appoggiata una candela accesa. Erano candele di ogni forma, dimensione e colore. Non c'era illuminazione in quel luogo, se non quella che si effondeva dalle candele.

Calvin, che teneva la retroguardia, lanciò un'occhiata sopra le spalle di Solo.

« Quella sarebbe?»

« La Catedral de la Santa Muerte di Ciudad Juarez.»

« Noi andiamo lì, giusto?»

La risposta di Wilson fu camminare in quella direzione.

I tre gli si fecero appresso, lanciando sguardi ovunque.

Facevano bene: non c'era vicolo o palazzo che non fosse occupato da gente della peggior specie, molti tatuati e con simboli di bande locali. Eppure, in quel luogo sembrava che non vi fossero scontri aperti. Solo alcuni avevano l'ardire di offendersi a distanza, pur senza esagerare.

Mentre camminavano, Wilson parlava.

« Il culto della Santa Muerte è forte, qui. Già prima del Buio, è stato accolto e perseguito dai cartelli locali che lasciano degli ex-voto per riceverne il favore. Ad essa si rivolgono in egual misura i disperati che non riescono a uscire da questo inferno e quelli che questo inferno lo alimentano.»

« Zio, chi stiamo cercando qui?»

« Lorenzo.»

« L'Antiquario? È qui?»

« Un Sussurro mi ha detto di cercarlo qui.»

Giunti che furono a una ventina di metri dalla struttura, Wilson rallentò il passo, sino quasi a fermarsi. Da una entrata laterale, ben lontana dalla fila dei poveracci, entravano invece i capi delle bande. Lì era presente uno strano presidio: sembravano suore, dall'abito talare, tuttavia i volti delle donne erano tatuati con la raffigurazione della Santa Muerte ed erano armate.

Una in special modo era ferma ad osservare il gruppo dei quattro.

Wilson si fermò, dato che un chico gli si era parato davanti allargando le braccia.

« Hey, gringo. Non l'hai vista la fila?»

« L'ho vista.»

« Non mi pari un poveraccio, quindi non puoi stare in quella fila. Non sei uno delle bande, quindi non puoi stare nell'altra fila. Turisti non ne vogliamo, qui. Quindi fila via, o finisce male.»

Gli occhi dell'azzurro impossibile di Solo si piantarono nei suoi.

« Ora non ti puoi più muovere.»

Il bandito deglutì, appena si rese conto di non riuscire a muovere un muscolo. Era come bloccato. Lo sguardo del gringo non lo lasciava un istante ed era severo. Maledettamente severo.

« Non puoi parlare. Tuttavia, ho lasciato che il tuo cuore e i tuoi polmoni continuassero a muoversi liberamente. Così non muori.»

Gli occhi spalancati fissavano Wilson atterriti. Ma la voce senza emozione dell'uomo era impietosa.

« Ora perderai la vista.»

Improvvisamente tutto si fece dapprima sfuocato, poi nero.

La voce di Solo gli risuonò all'orecchio destro.

« E queste sono le ultime parole che sentirai.»

I suoni si fecero ovattati, poi sparirono. Il bandito ansimava e sudava copiosamente, privato di qualsiasi possibilità di fare alcunchè.

Ora, hai una possibilità di salvarti.

La voce di Wilson gli risuonò nella mente, aumentando considerevolmente il terrore che ormai gli attanagliava il petto.

Ti lascerò andare, tu andrai alla cattedrale e cercherai per me Lorenzo de la Santa Muerte. Gli dirai che Solo è qui per lui e lo accompagnerai da me. Non ripeterò queste parole. Se farai qualcosa di stupido, sarà l'ultima volta che lo farai. Conosco il tuo Vero Nome, Xavier.

Di colpo l'uomo riprese a respirare più liberamente, i suoni tornarono, la vista gli si fece chiara, il corpo si mosse, barcollando all'indietro. Wilson continuava a guardarlo.

« Conosco il tuo Vero Nome» gli ripetè, stavolta con la sua vera voce.

Il bandito ebbe un singulto e poi si scapicollò verso la chiesa, spingendo e urtando gli altri per riuscire a entrare il prima possibile.

Mytrin si mise spalla a spalla con l'amico.

« Non voglio nemmeno sapere che gli hai fatto.»

« Non ho tempo per le sottigliezze.»

« Sei cambiato, Zio.»

« Chi non cambia, è destinato a perire nelle sue convinzioni.»

La donna annuì.

« Vero. Ma chi perde i propri principi diventa altro.»

Solo non rispose, restando a fissare la chiesa e la Sorella della Santa Muerte che teneva le mani ben fisse sulle impugnature dei suoi machete. Il suo volto segnato dai tatuaggi che la raffiguravano più simile a un teschio stilizzato che a una donna era inquietante.

Fu in quel momento che la folla si aprì dall'uscita riservata alle bande e si fece avanti un uomo alto, magro al punto da essere dinoccolato, vestito di abiti locali quasi ridotti a stracci, con a tracolla un tascapane. Portava i capelli con un undercut laterale e una lunga treccia dall'altra, tempestata di anelli di legno di tutti i colori.

Appena vide Wilson, a grandi passi gli si fece incontro, allargando le braccia.

« Mi hermano!»

Wilson non fece tempo a rispondere che si trovò avvolto da un abbraccio che sapeva di sigaro, incenso e altri odori non meglio identificati. Appena Lorenzo si staccò, guardò gli altri e salutò con vigore.

« Ma guarda! Ci sono anche i due Cacciatori del mio cuore!»

Draco gli fece un cenno con la mano e Mytrin rise.

« È un po' che non ci si vede, Antiquario.»

« Questa situación globale ha incasinato parecchio le cose, senora.»

Poi guardò Calvin, dubbioso.

« Quello non lo conosco, Tio Wilson.»

« Lorenzo, lui è Calvin Ross. Calvin, lui è l'Antiquario.»

Calvin fece un cenno con il capo. Lorenzo non parve dargli importanza, mise le mani dalle lunghe dita ripiene di anelli ai fianchi e guardò Wilson.

« Accidenti, hermano. Quanto tempo. Ti sapevo in ritiro sulle coste scozzesi.»

« Mi sapevi bene. Io ti sapevo a San Paolo a studiare il candomblè.»

« Beh, Tio, è stato quasi una decina di anni fa. Ho concluso da tempo quegli studi.»

Solo si grattò il mento, quasi non riuscisse a capacitarsene.

« Dieci anni eh?»

« Come passa il tempo quando ci si diverte, eh Zio?» commentò ridacchiando Draco.

Lorenzo rise e mise una mano sulla spalla al suo hermano.

« Ma che ci fate voi qui? Non è proprio il luogo più sano del mondo, anche considerando il Buio.»

« Rispondi tu a una domanda. Che ci fai qui tu? Capisco la tua ascendenza e il tuo cognome, ma non è un po' eccessivo?»

« Ahahahah, l'Omen Nomen non c'entra nulla, stavolta. Semplicemente la situazione qui era arrivata a un livello inumano. Sto cercando con l'aiuto della Santa Muerte di dare un po' di ordine nel caos.»

« Non so, mi pare difficile. Non ci sono riusciti in decenni di lotta al crimine e ora?»

« Ora è in gioco la sopravvivenza, amigo. Un fronte comune per riuscire a sopravvivere al Buio, ecco cosa cerco.»

« Sei il solito idealista.»

« Siempre. Y ahora, tocca a te.»

Stavolta fu Wilson a mettere una mano sulla spalla a Lorenzo.

« Mi serve uno dei tuoi passaggi. Devo affrontare un lungo viaggio e i mezzi comuni non sono sicuri.»

« Nemmeno i miei passaggi lo sono più, Tio. Il Buio ha davvero complicato tutto.»

La voce d Wilson si fece greve, la sua espressione preoccupata.

« Non ho alternative, Lorenzo.»

L'Antiquario lo fissò, con altrettante preoccupazione. Poi guardo i Cacciatori, infine Calvin. Inspirò a fondo.

« Va bene, allora. Venite dentro. Vediamo che si può fare.»

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Sommario
Pilot - Prologo
Il Colonnello e l'Agente
Missione Compiuta
Rendez vous
In volo
La Via de la Santa Muerte
Il Passaggio
La Foresta Nera
Mater Obscura
Nella Nebbia
Season Finale - Bouvetøya

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Mondo Oscuro / World Obscure by Wilson Solo aka Lo Zio is licensed under CC BY-NC-ND 4.0