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from La vita in famiglia è bellissima

Questa notte ho sognato tre appartamenti della mia vita in cui non sono mai stato se non in sogno. All'inizio del sogno pensavo di stare per cambiare casa e mi veniva in mente che però, stavo per cambiare casa, ma io avevo ancora i vecchi appartamenti del centro storico, di quando ero ragazzo, che non ci avevo più pensato. Saranno ancora lì, mi chiedevo o quello che mi li aveva affittati li avrà dati ad altre persone? E allora partivo e iniziavo a girare per il centro storico di questa citta, che non è Genova, in cui sono già stato altre volte nei miei sogni, per vedere se ritrovavo i tre appartamenti.

Il primo appartamento era brutto, costruito con materiali moderni ma di bassissimo costo che poggiavano su una struttura fatiscente. Era in pratica un box, la cui porta dava direttamente sul vano delle scale. Era sempre umido e malsano.

Il secondo appartamento era in cima a una scala che saliva in un palazzo, ogni piano c'erano diversi appartamenti, tutti malridotti e più si saliva più lo stato degli arredi era pessimo. Le scale in cemento armato che perdevano pezzi, gente appoggiata ai muri del vano scale o nascoste nei corridoi, spazzatura e residui. Il mio appartamento era nella parte in alto, una porta tra tantissime altre, tutto dipinto di giallo.

Il terzo appartamento dove – a un certo punto – nel sogno di stanotte riuscivo ad entrare, era un appartamento che avevo ristrutturato io, anche qua con materiali nuovi di basso costo applicati su una struttura di legno marcio e pericolante. La particolarità di questo appartamento è che una porta conduceva a un secondo appartamento, già arredato, ma non da me, con mobili fuori moda, anni cinquanta, molto grande, diverse stanze che nel sogno non usavo quasi mai perché l'arredamento era scomodo e le stanze lontane dal centro della casa. In più, arrivando nell'ultima stanza, si poteva uscire da un secondo ingresso che però non era più nel centro storico di questa non-Genova, ma una zona in campagna, con piante verde scuro.

In tutte e tre gli appartamenti ero già stato in sogno decenni fa, sono posti in cui ogni tanto mi capita di ritornare in sogno. Questa volta portavo alcuni amici senza volto fuori dal secondo ingresso e li invitavo a controllare con il loro geolocalizzatore il fatto che – uscendo dal secondo ingresso – eravamo finiti fuori Genova. E loro controllavano ed erano effettivamente stupiti.

Alla fine, quando mi sono risvegliato, ho provato una specie di strana malinconia: come spesso accade nei sogni il materiale che vedevo e in cui vivevo era impregnato di sensazioni non intelleggibili che poi mi sono rimaste attaccate addosso uscito dal sogno. Anche adesso che sto scrivendo arrivano – per analogia – le sensazioni che ho provato in luoghi dell'onirico simili: un albergo infinito in cui ero stato con i miei figli, un negozio di remainder nel centro storico della non-Genova, i vicoli ripidissimi di questa città inclinata verso un mare che non si vede mai, io che scopro che tra Genova e le altre città del litoriale ci sono zone costiere con scogliere ripidissime alla cui base sono nascoste piccolissime spiaggie disabitate coperte di alghe di un verde brillante, dove si può fare il bagno e che non conosce nessuno.

Ecco: nel corso degli anni, ho accumulato una geografia di mondi paralleli al mio in cui è passata una parte importante della mia vita, frammenti che talvolta esondano nel mio quotidiano come scorie di un'esistenza alterata che ho vissuto con una intensità fortissima.

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Nella giornata del 17 settembre 2025 i #Carabinieri del Nucleo #CITES – Distaccamento di Torino Caselle hanno eseguito controlli mirati presso alcuni laboratori di tassidermia in provincia di Torino, nell’ambito della campagna #EMPACT2022 e dell’Operational Action Plan (#OAP) #EnviCrime 2024- 2025 – OA 5.1 “Trafficking of Fauna” dell'Unione Europea #UE, finalizzata al contrasto del traffico illegale di specie protette.

Durante uno dei controlli sono state rinvenute e poste sotto sequestro cinque zanne grezze di elefante africano (#Loxodonta africana), specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne sono risultate di dimensioni considerevoli (misuravano tra 190 e 212 centimetri di lunghezza), a conferma della provenienza da esemplari adulti e del rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.

Gli specimen erano detenuti in assenza della documentazione prevista che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito. Il titolare dell’attività, un italiano sulla quarantina, è stato pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione della normativa nazionale e internazionale sul commercio di specie a rischio di estinzione (Regolamento (CE) n. 338/97 e Legge 150/1992). I Carabinieri sequestrano cinque zanne di elefante africano

L’operazione si inserisce nel quadro delle attività coordinate a livello europeo per il contrasto al crimine ambientale e rappresenta un’importante azione di tutela della biodiversità e di salvaguardia delle specie minacciate inserite nella #C.I.T.E.S.. La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora è una Convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Per tutte le specie animali e vegetali incluse nella Convenzione – oltre 40.000 – è necessario dimostrare la legale provenienza mediante idonea documentazione, indispensabile per la loro detenzione e commercializzazione. Nel caso di zanne grezze di elefante, tale documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente. È vietato prelevare esemplari in natura, detenerli, cederli o commercializzarli senza la prescritta documentazione. I Carabinieri dei Nuclei CITES su tutto il territorio nazionale sono preposti ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. Il commercio di specie rare, come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, è purtroppo ancora oggi molto diffuso.

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani

L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.

L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.

L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.

Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.

La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.

Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.

Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.

Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.

Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.

Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.

#carabinieri

#armadeicarabinieri

#Gaza

#israele

#Palestina

#Rafah

#Coespu

#miadit

 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.

I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.

L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.

L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.

La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.

Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @ON, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.

#Armadeicarabinieri

#operazionepalma

@news@feddit.it

 
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from norise 3 letture AI

COME UN IRRADIARSI DI CIELI

Amore è una parola a rischio Nelo Risi

. Amore è

come un irradiarsi di cieli anteriori

esaltazione al calor bianco

o pane impastato con lacrime

un lungo lungo gemito più che sospiro di vento e foglie

casa del sole e delle ombre

dove disarmato è il cuore

(2011) .

COME UN IRRADIARSI DI CIELI: analisi e riflessioni

La poesia esplora l’amore come esperienza simultaneamente luminosa e dolorosa, capace di elevarci in spazi infiniti e di radicarci nel tempo delle lacrime.


Immagini e simboli chiave

  • “irradiarsi di cieli anteriori”
    evoca un’espansione verso dimensioni primordiali, un amore che precede il tempo

  • “calor bianco”
    tensione assoluta tra calore e purezza, un’energia che scioglie e brucia

  • “pane impastato con lacrime”
    un’unione concreta di nutrimento e sofferenza, simbolo di un amore quotidiano e insieme sacro

  • “lungo lungo gemito”
    suono che trascende il vento e le foglie, un’emozione prolungata e profonda

  • “casa del sole e delle ombre”
    luogo duplice dove convivono luce e buio, gioia e dolore

  • “dove disarmato è il cuore”
    conclusione che celebra la resa totale, l’abbandono alle forze dell’amore


Interpretazioni possibili

  1. L’amore come esperienza trascendentale
    un’uscita dai confini del sé verso un «cielo anteriore», prima della nascita

  2. La dualità luce-ombra
    la convivenza di calore e freddo, gioia e lacrime, in un unico spazio interiore

  3. Corpo e spiritualità
    il pane e le lacrime combinano dimensione materiale e mistica

  4. Il cuore disarmato
    resa ultima davanti a un sentimento che non ammette difese

 
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from Bymarty

✍️Cara Me,

Eccomi qui è passato un anno! A quest'ora ero già per strada, pronta, per affrontare il mio intervento, sapevo a cosa andavo incontro e nonostante nn fosse un intervento difficile, ho conosciuto l'ansia, la paura, una serie di sentimenti contrastanti..se ci penso rivedo tutto, basta avvolgere il nastro! La stanza , i fiori sulle pareti, l'infermiera, le raccomandazioni, il camice , ogni singolo attimo ritorna, come se spingessi un pulsante! L'attesa, gli esami prima, il nn riuscire ad identificare il punto, apparentemente sembrava non esserci nulla, altri esami finché alle 10 mi sono svestita, ho indossato camice, e poi ricordo solo pochi attimi in sala operatoria, il freddo, le domande, volti sorridenti, il medico, qualche sorriso, poi freddo, tanto freddo, mi tremavano le gambe , poi più nulla, ...ricordo un attimo il volto del dottore che mi rassicurava sull'esito di un primo esame e poi sulla riuscita dell'intervento ...forse poi lo spostamento in ascensore, in camera, poi più nulla, ricordo poco , mi svegliavo, ma mi riaddormentavo subito, anche mio marito nn lo ricordo Eppure era lì in camera ad aspettare, poi stette con me fino a sera, ma io continuavo a dormire e quindi ricordo poco..ma nn ho avuto dolori, fastidi col drenaggio, mi infastidiva non potermi alzare , però già dal mattino seguente ero in piedi, poi insomma il venerdì ho visto la ferita, se ci penso, sento quasi dolore, oggi è diversa, c'è una cicatrice, leggera, precisa, ci sono io che pomeriggio faccio l'iniezione per una delle due terapie ormonali, a gennaio il 7 ho terminato il ciclo di radioterapia! Adesso sono qui un po' malinconica, non triste o preoccupata o impaurita! Credo che cmq l'esperienza ti cambia, ti fortifica, ti costringe a fingere, qndo non puoi e non devi mostrarti fragile o dolorante o impaurita! Le ho versate le lacrime il giorno del verdetto, ho pianto in solitudine nei giorni successivi, ho reagito, ho sorriso, ho ricevuto pochi, ma importanti abbracci! Ho allontanato io parenti e amici, altri lo hanno fatto spontaneamente, perché so quanto possa essere difficile stare accanto ad un malato oncologico! Oggi sono questa, fortunatamente mi hanno riconosciuto l'esenzione per le terapie, che cmq hanno un costo! Ogni mattina prendo la mia compressa e così per i prossimi 5 anni...e poi ovviamente spero solo che i prossimi controlli vadano bene, che il mio percorso abbia un senso, che io riesca veramente ad affrontare e combattere questo male, che affligge ormai l'umanità! Non sono sola, c'è chi sta peggio, ci sono bambini oncologici, ecc, ma il mio pensiero oggi va alla mia me, a colei che oggi può parlarne con serenità, senza piangere, ma consapevole di essere su un percorso difficile, in salita, ma che mi porterà ad essere forse normale, non la stessa di prima, ma almeno migliore più forte e senza dover convivere con la paura che possa cmq ritornare! Spesso mi è stato detto di ritenermi fortunata! Inizialmente mi infastidiva la cosa, oggi l'accetto e mi ritengo grata per tutto e ringrazio per ogni singolo istante, per ogni messaggio, ricevuto, per i silenzi, gli abbracci e i sorrisi, i piccoli gesti , pochi amici, la mia famiglia, mio figlio, sono stati la mia forza, sempre...e sono proprio questi piccoli frammenti preziosi, ad essere ormai custoditi nel mio cuore...

DSCN9696.jpg

 
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from norise 3 letture AI

FRAGILE PALPITO

in una selva di gridi come lepre braccata dal tuo incondizionato amore:

Tu che governi i cieli “bisogno” hai di me?

perché pungoli questo fragile palpito

fino al sonno della morte?

(2011)

.

FRAGILE PALPITO: analisi e riflessioni

La poesia esplora l’equilibrio tra amore incondizionato e vulnerabilità, trasformando il sentimento in una caccia in cui la preda è il proprio “fragile palpito”.


Immagini e simboli chiave

  • “selva di gridi”
    evoca un caos emotivo che circonda il cuore, un bosco di suoni interni in cui ci si smarrisce

  • “lepre braccata”
    simboleggia la parte più indifesa del poeta, inseguita da un affetto totalizzante

  • “Tu che governi i cieli”
    suggerisce una figura trascendente o divina, capace di dominare ogni cosa

  • “bisogno hai di me?”
    rovescia la dinamica tradizionale: non è il cuore ad aver bisogno dell’amore, ma è l’amore stesso a richiedere il cuore

  • “fragile palpito”
    il battito incerto e precario, emblema di vita e tensione emotiva

  • “sonno della morte”
    chiude il cerchio: l’amore estremo spinge il cuore verso un riposo eterno


Interpretazioni possibili

  1. L’amore come forza predatoria
    il sentimento totalizzante diventa caccia che logora la parte più vulnerabile di chi ama
  2. Il divino e il bisogno reciproco
    mettere in scena un Dio bisognoso del cuore umano, capovolgendo il rapporto creatore–creatura
  3. Fragilità dell’esistenza
    il palpito come metafora della precarietà della vita, sospesa tra passione e morte
 
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from Geocriminalità e Cooperazione Internazionale di Polizia

L'Agenzia antidroga dell'Unione Europea si rafforza e punta sempre di più sulla cooperazione internazionale

L'EUDA (in precedenza nota come Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, EMCDDA) è l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe, con Quartier Generale a Lisbona.

L' #EUDA si concentra su quattro aree principali: prevedere le sfide future legate alle droghe, emettere avvisi in tempo reale sui nuovi rischi, rafforzare le risposte degli Stati membri al fenomeno delle droghe e promuovere lo scambio di conoscenze a livello europeo

Questa settimana, l'Agenzia ha presentato il suo Quadro di Cooperazione Internazionale (ICF) recentemente adottato, approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno.

L'ICF delinea la visione e le priorità strategiche per migliorare la collaborazione globale nell'affrontare le sfide legate alla droga. Questa iniziativa fa seguito all'assunzione da parte dell'EUDA di un ruolo internazionale ampliato in seguito alla sua sostituzione con l'EMCDDA nel luglio 2024. Il nuovo ruolo rafforza la capacità di monitorare e analizzare le dimensioni esterne del problema della droga e di migliorare la preparazione dell'UE in materia.

La droga rappresenta una sfida transnazionale che colpisce le comunità a livello globale, ponendo minacce significative alla salute e alla sicurezza pubblica. I flussi illegali di droga sono diventati sempre più complessi, con droghe e precursori chimici chiave che vengono prodotti e trasportati attraverso le regioni, spesso agevolati da organizzazioni criminali transnazionali. I conflitti e le guerre in corso hanno ulteriormente influenzato il consumo e il traffico di droga, in particolare nei paesi confinanti con l'UE. L'ICF è stato progettato per affrontare queste realtà, basandosi sulla consolidata tradizione di cooperazione internazionale dell'EMCDDA.

Un approccio basato sul partenariato è al centro dell'ICF. Collaborando con la Commissione Europea, l'EUDA interagirà con un'ampia gamma di parti interessate, tra cui paesi partner (come i paesi dell'allargamento e del vicinato dell'UE, nonché paesi dell'America Latina, dei Caraibi, dell'Asia centrale e del Nord America), istituzioni, organi e agenzie dell'UE, organizzazioni internazionali e agenzie per lo sviluppo, nonché la società civile e le comunità scientifiche al di fuori dell'UE. La cooperazione sarà attuata attraverso varie forme, tra cui accordi di lavoro, progetti di cooperazione tecnica, riunioni di esperti e collaborazione con reti di ricerca internazionali.

L'ICF mira a rafforzare la condivisione delle conoscenze e la diffusione delle migliori pratiche a livello internazionale, promuovendo l'innovazione e rafforzando le risposte alle minacce transfrontaliere per la salute e la sicurezza. L'EUDA rafforzerà il suo scambio di conoscenze con i paesi terzi sull'evoluzione del mercato della droga e sulle implicazioni degli sviluppi internazionali legati alla droga per la salute pubblica e la sicurezza nell'UE. Inoltre, l'Agenzia produrrà analisi geostrategiche, promuoverà politiche in materia di droga basate sull'evidenza e sui diritti umani nei paesi terzi e sosterrà l'UE e i suoi Stati membri nei dialoghi internazionali.

L'ICF delinea quattro obiettivi strategici: monitorare gli sviluppi globali in materia di droga che potrebbero rappresentare una minaccia o avere implicazioni per l'UE; collaborare strettamente con i partner dell'UE e internazionali sulle minacce esterne legate alla droga con implicazioni per la salute, la sicurezza e la resilienza sociale all'interno dell'UE; sostenere lo scambio reciproco e la diffusione di buone pratiche e risultati di ricerche implementabili a livello internazionale; sviluppare la cooperazione tecnica con i partner internazionali e promuovere l'integrazione di dati rilevanti per l'UE nei programmi internazionali di monitoraggio e lotta alla droga.

L'attuazione dell'ICF sarà guidata dai principi di valore aggiunto, sostenibilità, fattibilità, coproduzione, sinergie e orientamento al servizio, in linea con la Strategia dell'UE in materia di droga 2021-2025 e con le più ampie politiche dell'UE. Partendo da queste basi, l'ICF darà priorità al miglioramento della preparazione dell'UE in materia di droga e al suo contributo al monitoraggio internazionale; al rafforzamento degli osservatori nazionali sulla droga e dei sistemi di allerta precoce; alla lotta alla produzione e al traffico di droga (inclusi i precursori e le nuove sostanze psicoattive); e alla promozione dell'innovazione nel trattamento, nel reinserimento e nella riduzione del danno.

Attraverso l'ICF, l'EUDA mira a rafforzare il suo ruolo di principale organismo dell'UE in materia di droga e di solido partner internazionale. Rafforzando le capacità e promuovendo la cooperazione, l'agenzia mira a sostenere risposte più efficaci e sostenibili a livello globale.

Per saperne di più

https://www.euda.europa.eu/news/2025/introducing-euda-new-vision-international-cooperation_en

https://www.politicheantidroga.gov.it/it/attivita/attivita-internazionali/unione-europea/euda-e-punto-focale-reitox/news/2023-2024/nuova-agenzia-per-le-droghe-dellunione-europea-al-via-il-nuovo-mandato-di-euda/

#cooperazioneinternazionaleantidroga

 
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from Bymarty

✍️Il 4 ottobre esattamente dopo un mese dalla diagnosi, ho fatto il prericovero, esami e mi sono preparata psicologicamente e fisicamente all'intervento! È il giorno di S.Francesco ed io proprio in questo giorno ho ricordi belli, come la scoperta di una nuova vita, e poi man mano, questo numero si è ripetuto nel bene, nel male, nel quotidiano, ecc. A volte ancora mi sembra un sogno! Apparentemente tutto sembra non essere cambiato, un anno è appena trascorso, si sono susseguiti come sempre, giorni, mesi, emozioni, momenti di sconforto a momenti di forza. Non è stato un anno semplice, ma credo che abbia avuto il suo perché, la sua importanza, proprio perché io l'ho vissuto, l'ho affrontato con forza, coraggio, a volte con tristezza, rabbia, paura e tanta solitudine! Perché quando ti crolla il mondo addosso, non puoi e non vuoi per forza relazionarti, non hanno importanza la routine, le feste, il quotidiano, tutto ciò che la vita ci offre giornalmente! Chi come me si è trovato in poco tempo a dover affrontare un carcinoma, a doverlo accettare e combattere, credo possa darmi ragione ..ci si perde e ci si chiude in questa bolla dolorosa, triste e impenetrabile, dove ci si rifugia, dove si pensa di trovare conforto, aiuto e un immaginario abbraccio! Perché in poco tempo ti scopri diversa, malata, fragile e con un percorso da affrontare non indifferente e mai immaginato prima! C'è anche un po' di timore, di vergogna, di paura a mostrarsi così, ad ammettere di avere un tumore! Solo col tempo ho imparato a chiamarlo col suo nome, perchè quel termine da quando mi è stato pronunciato per la prima volta, mi ha mandato in confusione, e per diverso tempo ho fatto fatica ad accettarlo! Da allora pochi sanno, molti lo hanno saputo, con alcuni ho condiviso con altri ho evitato! Oggi lo posso raccontare, sto seguendo varie terapie, un percorso , non sempre facile , ma che mi accompagnerà per i prossimi anni, un cammino insidioso, solitario e in salita, ma che devo e posso superare con forza, coraggio, speranza e amore!

 
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from Novità in libreria

NARRATIVA:

  • A MODO SUO di Danielle Steel (Sperling & Kupfer). Durante la Grande Guerra, la protagonista Alexandra si trasferisce negli USA, in cerca di nuove opportunità. La accoglie il nonno, editore di una testata moderna e rivoluzionaria, che la avvierà alla carriera nel mondo del giornalismo. Per saperne di più: scheda libro.
  • I VENTI di Mario Vargas Llosa (Einaudi). A Madrid, un anziano signore vaga da solo, smarrito: ha dimenticato l'indirizzo di casa. Continua a perdersi, fra ricordi e pensieri, in una città che non riconosce più, dove i luoghi di cultura sono ormai solo virtuali. Per saperne di più: scheda libro.
  • COME PERDERE UN LORD IN DIECI GIORNI di Sophie Irwin (Mondadori). Una commedia pungente e arguta in stile regency: Miss Lydia Hanworth vorrebbe sfuggire al matrimonio combinato dalla famiglia con l'arrogante e presuntuoso Lord Ashford, ma l'unico modo per evitare tale tragedia è fare di tutto per farsi lasciare... Per saperne di più: scheda libro.
  • LA TORRE SEGRETA DELLE AQUILE di Marcello Simoni (Newton Compton): romanzo storico, ambientato all'inizio del XII secolo, sulle coste della Sicilia nord-occidentale. Due famiglie normanne, una cristiana e una pagana, si incontrano per suggellare un matrimonio che garantirebbe loro maggior forza e potere, in un mondo dominato da intrighi, complotti e segreti. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Newton Compton, OLTRE LE REGOLE. MARKED MEN di Jay Crownover. Lei è bella e di buona famiglia, ma ciò che la attrae non fa parte del suo mondo: lui, infatti, è un tatuatore bellissimo e arrogante, una vera calamita per i guai... Per saperne di più: scheda libro.
  • L'INFATICABILE DOLLY MAUNDER di Sally Grenville (Neri Pozza). 1881, Australia meridionale. La giovane e indomita Dolly Maunder vuole un destino diverso da quello che è riservato a una moglie e madre sottomessa, in uno sperduto villaggio. Così si svolgerà la parabola dell'esistenza di Dolly, nonna dell'autrice, che racconta l'indipendenza di una donna coraggiosa e del costo che questa irrequietezza comporta. Per saperne di più: scheda libro.
  • FIRMA QUI di Claudia Lux (Ne/oN). La surreale storia di un diavolo dell'inferno che ha bisogno di una sola cosa: comprare l'anima dell'ultimo membro della famiglia Harrison. Non sarà facile, perché gli Harrison sembrano la famiglia perfetta, e il “piano diabolico” per attuare le tentazioni non va come dovrebbe... Per saperne di più: scheda libro.
  • UN INCONTRO INASPETTATO di Vi Keeland (Sperling & Kupfer). L'anziana Louise ha deciso di partire per un viaggio intorno al mondo con la sua amica Eleonore, per realizzare una lista di cose pazze da fare prima di passare a miglior vita. Suo nipote Beck, preoccupato, decide di raggiungerla per farla ragionare, ma una volta sul posto, l'incontro con Nora spariglia le carte. Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • CON LA MASSIMA DISCREZIONE di Arnaldur Indriðason (Guanda). A Reykjavík, una pistola, una vecchia Luger, ritrovata nascosta in un garage riapre un cold case degli anni '50: il detective Konráð segue le tracce e gli indizi fino al vecchio giro della criminalità islandese. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA REGOLA DELL'ORTICA di Nunzia Scalzo (Feltrinelli). Un suicidio “sospetto” di 60 anni fa è il centro dell'indagine di Bea Navarra, grafologa forense di Catania: in quel biglietto che si ritiene sia stato lasciato dalla vittima c'è il segreto per scoprire la verità. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per Newton Compton abbiamo un paio di gialli che coinvolgono attivamente il lettore:
    • DELITTO QUASI PERFETTO A VILLA ELYSIUM di Antony Johnston (scheda libro): in un centro benessere, situato in una splendida villa della campagna inglese, è stato commesso un enigmatico delitto. In questo giallo “interattivo”, il lettore è chiamato a risolvere il rompicapo, scegliendo chi interrogare, dove raccogliere indizi, come mettere insieme i vari pezzi del puzzle.
    • L'ULTIMO MISTERO DI AGATHA CHRISTIE a cura dell'Agatha Christie Limited (scheda libro): anche questo è un giallo interattivo, in cui è il lettore a dover risolvere i misteri e gli enigmi (al suo interno ci sono 100 rompicapi da sciogliere per arrivare al colpevole), ambientati nella dimora di Agatha Christie.
  • IL TEMPO DELLA FINE di Katrine Engberg (Marsilio). Liv Jensen lascia la polizia di Aalborg, nel nord della Danimarca, per tornare a Copenaghen e aprire un'agenzia di investigazioni private. La aspetta un caso irrisolto, che la porterà a confrontarsi con il suo passato. Per saperne di più: scheda libro.

FUMETTI, MANGA E GRAPHIC NOVEL:

  • NETTUNO – INTEGRALE di Leo (Editoriale Cosmo). Ecco, finalmente, la saga di Leo, precedentemente pubblicata (in parte) su Lancio Story: Manon, agente speciale dell'ONU, ha a che fare con un'astronave in orbita sopra la Terra. Tutto conduce a Nettuno, dove è nascosta un'altra nave spaziale, in cui gli esseri umano sono prigionieri. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Editoriale Cosmo: LE CRONACHE DI EXCALIBUR di Jean-Luc Istin e Alain Brion: un monumentale adattamento a fumetti del grande ciclo arturiano. Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • SEMI DI SAGGEZZA di Edgar Morin (Raffaello Cortina). Un piccolo libro che raccoglie pensieri e aforismi del filosofo e sociologo francese. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per Odoya abbiamo tre saggi:
    • STORIE DI OPERE D'ARTE INCOMPIUTE di Flavio Ferlini (scheda libro). Sottotitolo: Il paradosso di Frenhofer. Si tratta di un saggio che pone l'attenzione sulle opere d'arte cosiddette “incompiute”, e analizza i motivi della loro “imperfezione”, andando a scoprire come il “non finito”, nell'arte moderna, sia diventato una questione di scelta espressiva deliberata.
    • IL MESTIERE DELLA SPIA di Leslie Frewin (scheda libro). La spia, grazie a cinema e letteratura, è una figura affascinante e circonfusa di mistero. Questo libro passa in rassegna figure realmente esistite di spie e agenti segreti, che spesso si presentavano come insospettabili travet o madri di famiglia, raccontandone la vita, gli ideali, le ragioni e i motivi che li hanno portati a fare una pericolosa vita “segreta”.
    • GUIDA ALLE CONCHIGLIE DEL MEDITERRANEO (scheda libro): schede con foto e descrizione delle circa 120 specie di conchiglie che si possono trovare sui fondali e sui litorali del Mar Mediterraneo.
  • TROPPI PENSIERI di Raffaele Morelli (Mondadori). Sottotitolo: Come ripulire la mente e smettere di tormentarsi. È un libro contro il troppo rimuginare sui problemi, un deleterio rovello che non lascia pace. La soluzione proposta da Raffaele Morelli è ripulire la mente e cambiare prospettiva sui problemi e sui tormenti. Per saperne di più: scheda libro.
  • IPOCRITI! di Giuseppe Cruciani (Cairo). Un nuovo libro dal provocatorio conduttore de “La Zanzara” (su Radio24). Un sottotitolo lunghissimo che dice già tutto: Dal linguaggio inclusivo all'occupazione RAI, dall'ossessione fascista al delirio femminista, dal perbenismo sinistroide al falso bigottismo. Quanto è lunga la lista del doppiopesismo e della doppia morale?. Per saperne di più: scheda libro.
  • VIAGGIO TRA GLI ALBERI PIÙ SPETTACOLARI DEL MONDO a cura di Matthew Collins (EDT – Lonely Planet). Esattamente come promette il titolo, è un viaggio in giro per il mondo alla scoperta degli alberi monumentali più stupefacenti del mondo, per le loro dimensioni e la loro bellezza. Corredato da cartine, schede, fotografie e illustrazioni. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • VIAGGIO NEL CUORE DELL'AFRICA di Emilie Collet, illustrazioni di Loïc Lusnia (Gallucci). Libro sonoro e cartonato della nutrita collana Classici sonori: ogni pagina presenta una melodia diversa. Età di lettura: dai 12 mesi. Per saperne di più: scheda libro.
  • UNA CORSA NEI TUBI di Agostino Traini (Piemme – Il Battello a Vapore). Un libro della serie del Signor Acqua: da dove arriva l'acqua che esce dal rubinetto? Qual è il tortuoso viaggio che compie? Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per le Edizioni EL, due libretti della serie di Bobo e Pippo (età di lettura: dai 5 anni): CHE COSA LEGGI? (scheda libro) e FACCIAMO LE BOLLE (scheda libro). Testi brevi e semplici, illustrazioni colorate, due amici per la pelle: Bobo la scimmia, e il cane Pippo.
  • BARZELLETTE A STRISCE... PER SOPRAVVIVERE ALLA SCUOLA di Bibi (Gribaudo). Strisce a fumetti a tema scolastico, con barzellette, battute, esilaranti freddure e colmi. Età di lettura: dai 7 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from Bymarty

✍️Vorrei ripercorrere, anche se con animo diverso e esattamente a distanza di un anno, questi giorni che hanno preceduto il mio intervento e la rimozione del mio Carcinoma! Perché scrivo? Per non dimenticare e per ricordare alla nuova “Me”, che ci sono , che possiamo e dobbiamo continuare in questo percorso, ok siamo agli inizi, però il mio piccolo ospite lo abbiamo sfrattato ed ora ci occuperemo di noi , della nostra nuova vita insieme non a lui, ma a ciò che la sua presenza ha comportato. Inevitabilmente in un anno sono cambiate tante cose, io sono cambiata, spesso mi sono ritrovata sola, fragile e molto stanca, sia psicologicamente che fisicamente! Ma sono qui a lottare, dopo aver accettato , pur con difficoltà, i cambiamenti fisici e non solo, le terapie, i controlli, tutto! Si cambia, si piange, a volte si ride, si ricorda.. Un anno fa la mia prima risonanza magnetica con contrasto, la preparazione, per essere un soggetto allergico e poi tutto ciò che ho affrontato giorno per giorno, sempre supportata dalla mia famiglia, da medici ottimi, ma soprattutto umani, pochi amici e un paio di amiche , che mi hanno aiutata , a gestire il dopo, mi hanno aiutata con mio figlio e soprattutto un pensiero va a chi mi è stato di esempio e forza! Il mio sole, ( Ivan ) il mio faro, la mia roccia , la mia ancora di salvezza, nonostante non sia stato fisicamente con me, ma credo e spero ci sia ancora l'empatia che ci ha avvicinati e che ci ha permesso di diventare quello che col tempo è diventata una bella amicizia! Credo che ognuno possa ritrovarsi in queste parole, perchè sa, c'è stato o ha vissuto insieme a me! Un pensiero va a chi mi ha abbracciato in tutti i sensi, ad Antonella, forse l'unica cara Amica, alla famiglia, mio marito, figlio, i miei genitori e mia sorella , che cmq hanno condiviso, ognuno a modo proprio, questi momenti e che sono stati la mia forza! Ringrazio Alviro, i nostri caffè, una menzione va anche a Fabio, se un giorno dovesse leggere, anche lui mi è stato vicino, e nonostante adesso si sia perso allontanato e abbia quasi rinnegato quel periodo, non posso non augurargli ogni bene! Il mio senologo, alla sua empatia e a quel sorriso di un anno fa e le parole di conforto e forza nel preannunciarmi uno spiraglio ... Grazie a chi si è allontanato, a chi ho allontanato io, non è semplice accettare di avere un tumore, affrontarlo o stare vicino a chi lo sta affrontando. Si ha paura di sbagliare, di non essere in grado di aiutare e da parte del malato c'è la paura di chiedere aiuto, c'è la vergogna quasi a parlarne e non si ha la forza per farsi vedere così, deboli, fragili, insicuri e a volte anche con le lacrime agli occhi! Un grazie anche a chi è entrato recentemente nella mia vita, e che mi ha portato e supportato con la sua esperienza, fede e con la sua leggerezza, facendomi sentire capita e meno sola in quei momenti di fragilità, solitudine e confusione! Se ho dimenticato qualcuno, chiedo scusa, spero di avere ancora tempo da dedicare, scrivere, occasione per un abbraccio, un caffè, una stretta di mano o ancora un semplice saluto! Perché oggi vivo di e per le piccole cose, non pretendo nulla, ma ben volentieri ho bisogno di circondarmi di serenità, amore, lealtà e forza e speranza.....

 
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from Revolution By Night

Il voto utile è il voto che ha ostacolato, impedito il formarsi di un movimento e di una classe politica realmente di sinistra, che non avrebbe abbandonato a se stessa la classe lavoratrice e avrebbe contribuito al crearsi di una nuova e forte coscienza di classe.

Con una forte e consapevole coscienza di classe non avremmo avuto 25 anni di strapotere berlusconiano e i governi democristiani di Prodi e Renzi, spacciati per centro-sinistra, emanazione della Confindustria e delle banche italiche non meno dei governi di centrodestra.

Dopo essere stata cornuta e mazziata dal voto utile, la classe media, la classe lavoratrice si è disgregata anche economicamente, vittima della macelleria sociale di stampo neo-liberista perpetrata dalla metà degli anni '90 ad oggi. Non è un caso se in Paesi come la Francia e la Spagna, dove i partiti socialisti sono sempre stati forti e hanno anche governato più volte (a partire dagli anni '80 in Francia e '90 in Spagna), le forze e le spinte neo-liberiste non sono mai riuscite interamente nel loro intento. La classe lavoratrice di questi paesi oggi è più coesa e consapevole e la classe media non è in ginocchio come in Italia. I premier di centrodestra (penso ad esempio a Sarkozy in Francia) dovettero fare i conti con un forte partito socialista, formato da politici di così alto livello e così preparati da decidere di assegnargli importanti incarichi nei loro stessi governi.

L'Italia è un Paese prevalentemente di destra, per precise e chiare ragioni storiche, sociali e culturali. Ma se i cittadini di sinistra avessero votato e votassero oggi, in piena e libera coscienza, i partiti da cui si sentono davvero più rappresentati e con i quali condividono le idee fondamentali e il modello di società da perseguire, quelle forze politiche oggi non si fermerebbero allo zerovirgola o all'uno, due, tre per cento, ma costituirebbero certamente una forza politica di sinistra molto forte: un interlocutore obbligato di qualsiasi governo di destra e centro-destra, una forza di opposizione con cui dovere fare i conti e a cui rendere conto, perché portatrice autorevole delle istanze di una parte della popolazione consistente e coesa.

Il bieco e cinico utilitarismo è arma della classe dominante di turno. Se questa riesce a convincere le classi subordinate a votare come lei allora ha vinto e di certo il voto è stato utile solo per lei. Non c'è niente di più solenne, significativo e potente di un voto fortemente idealista e ideologico, dato secondo la propria personale coscienza e convinzione, senza compromessi. Un voto così porta con sé una enorme capacità di trasformazione della società e del mondo.

Now playing: “Man of Golden Words” Apple – Mother Love Bone – 1990

 
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from AURORA: Odissea Umana

La Aurora IV non era solo una nave. Era una città interstellare lunga quasi due chilometri. Progettata per attraversare anni luce, ospitava oltre tremila membri dell’equipaggio, un’arca tecnologica costruita per preservare il seme dell’umanità. Ogni modulo era studiato per garantire sostenibilità e sopravvivenza: dalle aree di coltivazione idroponica a quelle per la sintesi alimentare, passando per officine avanzate dotate di stampanti 3D in grado di riprodurre componenti critici in caso di guasti.

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Le aree comuni erano organizzate per mantenere l’equilibrio psicofisico durante la lunga missione. Palestre, sale ricreative, simulatori immersivi, biblioteche digitali, spazi per la meditazione. I cicli giorno-notte erano simulati attraverso un sistema di illuminazione progressiva che aiutava i ritmi circadiani, nonostante l’assenza del sole.

Vista dall’esterno, la sua struttura ricordava un’enorme ruota celeste, con un grande anello rotante che girava lentamente attorno a un asse centrale. Era lì, sull’anello, che batteva il cuore umano della missione: aree abitative, serre inondate di luce artificiale, spazi comuni e centri di addestramento. La rotazione generava una gravità simulata, abbastanza forte da permettere il movimento quotidiano, l’allenamento fisico, la coltivazione di piante e il mantenimento dell’equilibrio psicologico dei coloni. Quella sezione era progettata per ricordare la Terra, o almeno un’eco familiare di essa.

Al centro della nave, invece, si trovava la colonna statica, il pilastro immobile attorno al quale ruotava tutto il resto. Qui la gravità era assente. Le sale criogeniche si estendevano come lunghi corridoi silenziosi, immerse in una calma irreale. Le camere criogeniche, situate in sezioni schermate della nave, erano progettate per garantire l’ibernazione a lungo termine con una probabilità di sopravvivenza superiore al 99,8%. La loro manutenzione era affidata in gran parte all’IA secondaria di bordo, AURA, responsabile della gestione tecnica e delle scelte logico-computazionali complesse. Le interazioni con l’equipaggio, invece, erano affidate a DAHLIA (Distributed Autonomous Human Logistics & Intelligence Assistant), un sistema empatico in grado di riconoscere e modulare le risposte emotive dei membri della missione.

Le unità di stoccaggio contenevano materiali da costruzione, riserve vitali, strumenti e componenti per ogni necessità tecnica immaginabile. In quel vuoto perfetto operavano i robot e i droni, creature artificiali che non avevano bisogno di respirare, né di gravità per muoversi. Viaggiavano agili lungo rotaie magnetiche, binari ad aria ionica, bracci telescopici e canaline invisibili che attraversavano ogni compartimento come arterie silenziose.

Più avanti, nelle aree di manifattura e riparazione, saldatori automatici e bracci robotici lavoravano in sincronia per costruire e sistemare ogni pezzo che potesse rompersi, ogni modulo che potesse servire. Era un’industria autonoma, sempre in funzione, che garantiva alla nave la capacità di adattarsi, di rigenerarsi, di sopravvivere.

In cima alla colonna centrale si ergeva il ponte di comando, circondato da antenne direzionali e pannelli di trasmissione, dove l’Intelligenza Artificiale DAHLIA monitorava ogni sistema vitale, ogni ciclo respiratorio, ogni variazione nel tono emotivo dell’equipaggio. Accanto a lei, AURA, la controparte più analitica e tecnica, sovrintendeva alle scelte strategiche, alle rotte, ai calcoli, alle risorse.

La baia di attracco si apriva lungo una delle sezioni laterali: da lì partivano e rientravano navette più piccole, veicoli da esplorazione, robot esterni. Il tutto si svolgeva sotto lo sguardo vigile di Dahlia, che coordinava ogni fase con la precisione di un direttore d’orchestra.

Lungo lo scafo, inciso con caratteri sobri e solenni, campeggiava il nome della nave:AURORA IV

Se la Aurora IV era una città tra le stelle, le sue navi sorelle erano come piccole colonie galleggianti, strumenti duttili e robusti pensati per accompagnarla nel viaggio, affiancarla nelle operazioni più delicate e, se necessario, agire in totale autonomia.

Ognuna di queste navi portava il nome Aurora, seguita da un numero identificativo, ma tutti a bordo le chiamavano semplicemente le minori, o le modulari. Più piccole, certo, ma non meno vitali.

A differenza della nave madre, non possedevano gravità artificiale: in queste navette ogni movimento era calibrato, ogni oggetto ancorato, ogni passo pensato. Ma il sacrificio della gravità aveva il suo scopo. Ogni Aurora secondaria era modulare fino al midollo: progettate per essere smontate e rimontate come enormi matrioske tecnologiche, i loro compartimenti potevano essere spostati tra una nave e l’altra in caso di danno, crisi o riorganizzazione. Niente era fisso, tranne la necessità di sopravvivere.

Ogni nave poteva ospitare fino a venti persone, ma in condizioni normali l’equipaggio era ridotto a cinque membri selezionati, scelti per la loro versatilità, capacità di operare in solitudine e gestire ogni sistema a bordo, dal riciclo dell’acqua alla navigazione.

Le Aurora minori non erano costruite per il comfort, ma per la resilienza.

In ogni Aurora minore era presente una camera criogenica. Non era un lusso, ma una necessità. Quando sarebbe giunto il momento, anche gli equipaggi delle Aurora minori avrebbero dormito il lungo sonno, ognuno nella propria nave, ognuno affidato al silenzio e ai circuiti.

Niente spostamenti last-minute verso la nave madre. La missione era chiara: ciascuno nel proprio posto, come parte di un sistema più grande, come molecole in un corpo che andava ricostruendosi lontano dalla Terra.

Nonostante le dimensioni inferiori, queste navi non erano semplici supporti. Alcune erano dotate di laboratori mobili, altre di sonde planetarie, altre ancora potevano funzionare come avamposti autonomi in caso di esplorazioni su corpi celesti sconosciuti.

Erano braccia e occhi, mani e antenne, estensioni flessibili dell’Aurora IV, pronte a esplorare, riparare, recuperare.

E in caso di catastrofe, erano anche l’ultimo rifugio.

Nel grande schema del viaggio interstellare, le Aurora minori rappresentavano una filosofia:

“L’unità è forza. Ma la flessibilità è sopravvivenza.”

E quelle navi, che si muovevano silenziose accanto alla grande madre, lo ricordavano a ogni impulso di propulsione.

Mentre la maggior parte dell’umanità era ibernata, un gruppo ridotto sarebbe rimasto sveglio per mesi prima di entrare nelle capsule.Erano stati selezionati tra milioni. Non per la perfezione, ma per la resilienza al fallimento.

Elias Voss, comandante della Aurora IV, 47 anni, origini svedesi, era noto per la sua calma glaciale. Si svegliava in anticipo rispetto agli orari ufficiali per allenarsi, mantenendo disciplina fisica e mentale. Ogni “mattina”, dopo la sessione in palestra, praticava meditazione in una sala privata dove le onde cerebrali venivano monitorate da DAHLIA per garantire massima lucidità.Razionale, chirurgico nelle decisioni, Voss riteneva che le emozioni non fossero da reprimere, ma da riconoscere e incanalare. Tuttavia, raramente mostrava empatia apertamente: per lui, la priorità era la missione, e ogni errore umano doveva essere previsto, analizzato e ridotto al minimo

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Rhys, 39 anni, scozzese, era il suo vice. Capelli rossastri, barba curata, statura più contenuta, ma spirito indomabile. Addestrato come Voss, ma con una visione più umana: sapeva quando serviva rigore, e quando serviva presenza. Amava i momenti di pausa, specie quelli rari in cui si poteva condividere un bicchiere con la ciurma. Ma bastava un allarme per riportarlo al suo posto con lucidità e fermezza. Era stato scelto non solo per le sue competenze, ma per il potenziale a lungo termine: la sua giovinezza era una scommessa strategica sul futuro della missione.

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Nel modulo di bio-agricoltura orbitale, la Dott.ssa Anaya Kapoor osservava in silenzio un microdrone fluttuare sopra una fila di spinaci iperproteici. L’interfaccia olografica mostrava un segnale arancione: presenza parassitaria localizzata. Con un gesto minimo del polso, Anaya approvò la procedura suggerita da GAIA-Nutrix. Il drone rilasciò una microdose mirata di agenti biologici e si spostò al settore successivo.

«Brava, GAIA. Precisione da chirurgo come sempre,»sussurrò, più per abitudine che per reale comunicazione.

Anaya Kapoor, 42 anni, botanica e nutrizionista spaziale, di origine indiana, era la supervisora delle serre. Pelle color caffelatte, capelli ricci fino alle spalle, occhiali da vista sottili, e un piccolo bindi marrone al centro della fronte che portava sempre con fierezza.

Indossava costantemente il camice bianco, muovendosi con calma tra le piante come in un tempio silenzioso. Il suo corpo era leggermente formoso, il viso illuminato da uno sguardo pacifico.

Lavorava in simbiosi con GAIA-Nutrix, intervenendo solo in caso di anomalie o nuove colture da testare. Anaya parlava alle piante e spesso si dimenticava di indossare le cuffie per comunicare. Diceva: “Il silenzio verde vale più di mille briefing.”

Proprio mentre completava l’approvazione di un protocollo per colture di quinoa accelerata, la voce serena ma inconfondibile di DAHLIA si diffuse nei moduli:

«Attenzione equipaggio. Tra 20 minuti inizierà una nuova sessione di addestramento pre-ibernazione. Sarà coordinata dal Dott. Amaury Delaunay. La partecipazione è obbligatoria.»

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Amaury Delaunay, 56 anni, francese, era il coordinatore dell’addestramento pre-ibernazione. Ex comandante militare, trasformato in esperto di psicologia comportamentale applicata al lungo termine. Autoritario ma carismatico, guidava le sessioni con lucidità chirurgica. Le prove includevano:

Simulazioni d’emergenza in realtà aumentata

Sessioni di privazione sensoriale

Addestramento motorio in gravità variabile

Confronti psicologici IA-umano per mappare la resilienza emotiva

Nel corridoio tecnico che collegava i moduli di propulsione ausiliaria, il Tenente Raul Mendoza stava completando un’ispezione manuale dei punti di giunzione tra i condotti del plasma e i dissipatori termici. Indossava un esoscheletro leggero per facilitare i movimenti in microgravità, ma aveva disattivato l’assistenza automatica: preferiva “sentire” la struttura con il proprio corpo.

«Modulo F4: vibrazione longitudinale fuori soglia, ma ancora entro i limiti. Annotiamolo, e teniamolo d’occhio,»mormorò, mentre tracciava una nota con l’indice sul suo guanto, connesso direttamente alla rete tecnica della nave.

Il sistema blinkò in risposta con un piccolo impulso luminoso, mentre un braccio meccanico passava dietro di lui come un’ombra silenziosa.

Fu allora che la voce chiara di DAHLIA lo interruppe:

«Attenzione equipaggio. Tra 20 minuti inizierà una nuova sessione di addestramento pre-ibernazione. Sarà coordinata dal Dott. Amaury Delaunay. La partecipazione è obbligatoria.»

Mendoza sospirò e chiuse il pannello d’ispezione. Si slacciò i guanti, li agganciò magneticamente alla cintura, e si avviò verso il ponte superiore.

Raul Mendoza, 34 anni, era Tenente di bordo e responsabile delle manutenzioni critiche in zone ad accesso limitato. Di origine cilena, era cresciuto ai margini di Santiago, tra meccanica e disciplina.Capelli neri rasati ai lati, un piccolo tatuaggio geometrico sotto l’orecchio sinistro (ricordo della sua accademia aerospaziale), occhi intensi e viso scolpito da ore di lavoro e allenamento.

Il suo corpo, asciutto ma potente, era quello di chi aveva imparato a fidarsi solo della propria prontezza fisica. Non parlava molto, ma quando lo faceva, ogni parola sembrava pesare il giusto. Il suo motto personale era inciso sul cinturino del guanto destro: “Precisione è sopravvivenza.”

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Nel laboratorio secondario dell’hangar 3, Eloise galleggiava nell’aria come una piuma, ancorata al pavimento solo da una fascia magnetica ai piedi. Di fronte a lei, due androidi stavano collaborando al riposizionamento di un modulo. Uno dei due si era improvvisamente fermato, con un braccio ancora teso, come se esitasse.

Eloise si avvicinò con calma, gli occhi attenti, quasi affettuosi.

“Va tutto bene, Kilo-Sei?” sussurrò, come si parlerebbe a un animale spaventato.

Non si trattava solo di comandi e protocolli. Il suo lavoro era osservare, intuire, creare armonia tra l’uomo e la macchina. Da sempre, le veniva naturale.

Eloise aveva 29 anni ed era nata su una colonia lunare, era conosciuta come “l’interprete delle macchine”. Un ponte delicato e prezioso tra cuore e codice.

I suoi capelli biondo cenere erano rasati ai lati e raccolti in una sottile treccia sulla nuca. Gli occhi, color grigio chiaro, sembravano riflettere la luce fioca del laboratorio con una calma innaturale. Indossava una tuta aderente, morbida e piena di minuscole interfacce. Al collo portava un piccolo ciondolo a forma di “&” un simbolo semplice, che per lei significava unione.

Mentre annotava mentalmente un’osservazione, la voce limpida e avvolgente di DAHLIA interruppe il silenzio:

“Gentile Eloise, l’addestramento pre-ibernazione inizierà tra dodici minuti presso il modulo Sigma. La presenza è richiesta.”

Lei sorrise appena, quasi dispiaciuta di interrompere quel momento.

“Ci rivediamo dopo, Kilo.”

Poi si spinse con eleganza verso l’uscita, lasciandosi dietro il fruscio silenzioso delle macchine al lavoro.

immagine The Girl and The Robot

La criogenia, il lungo sonno del viaggio, era programmata per avvenire a fasi. Chi non avrebbe avuto un ruolo attivo durante il volo veniva ibernato per primo: artisti, educatori, filosofi, terapeuti, insegnanti, tecnici civili. Poi i biologi, i nutrizionisti, gli analisti. Infine, uno a uno, anche i supervisori, gli ufficiali, i capi sezione.

Alla fine sarebbero rimasti svegli solo in pochi: il comandante Elias Voss, il suo vice Rhys Mendoza, e un piccolo gruppo di responsabili critici. Vegliando su tutti gli altri.

Un’intera città addormentata nel buio interstellare, sospesa tra due soli.

Prima dell’ibernazione, l’equipaggio avrebbe ancora tempo per allenarsi, conoscersi, e perfezionare la convivenza con DAHLIA e AURA.Poi sarebbe arrivato il buio sospeso della criogenia.E un nuovo mondo all’orizzonte.

Il secondo episodio termina qui.Il prossimo racconterà l’inizio dell’addestramento prima dell’ibernazione.

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from Marco Benini

L’epoca della turbolenza

Viviamo un tempo in cui le crisi non finiscono: si sommano, si intrecciano ed entrano nelle nostre vite. Non riguardano solo l’economia o la politica: toccano il lavoro, le relazioni, il nostro equilibrio interiore. È una pressione costante, che mette alla prova le risorse di tutti.

Ma evitare la complessità non ci protegge. Al contrario, imparare ad abitarla – restare presenti anche quando le cose si fanno difficili – ci permette di affrontare meglio ciò che accade. Anche sul lavoro, dove l’incertezza è ormai la norma, serve sviluppare una nuova postura mentale.

È proprio questo dimorare nella complessità a diventare un allenamento silenzioso, un modo per riconoscere le nostre reazioni automatiche senza esserne dominati. E trasformare la pressione in consapevolezza.

Rif. bibliografici: 1. Compounded Effects of Multiple Global Crises on Mental Health, Richter et al., 2024 2. Man’s Search for Meaning, Viktor E. Frankl, 1946 3. La Méthode, Morin, 2004 4. Emotional Responses and Psychological Health in Global Crises, Lau et al., 2024

 
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