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from 📖Un capitolo al giorno📚

L’INSEGNAMENTO DELLA STORIA D’ISRAELE 1 Maskil. Di Asaf.

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.

2 Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

3 Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato

4 non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto.

5 Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli,

6 perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,

7 perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi.

8 Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio.

9 I figli di Èfraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia.

10 Non osservarono l'alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge.

11 Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato.

12 Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d'Egitto, nella regione di Tanis.

13 Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine.

14 Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco.

15 Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso.

16 Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l'acqua a fiumi.

17 Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all'Altissimo in luoghi aridi.

18 Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola.

19 Parlarono contro Dio, dicendo: “Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?“.

20 Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. “Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?“.

21 Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele,

22 perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza.

23 Diede ordine alle nubi dall'alto e aprì le porte del cielo;

24 fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo:

25 l'uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza.

26 Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe;

27 su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare,

28 li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt'intorno alle loro tende.

29 Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio.

30 Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca,

31 quando l'ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d'Israele.

32 Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie.

33 Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore.

34 Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui,

35 ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l'Altissimo, il loro redentore;

36 lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua:

37 il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza.

38 Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore;

39 ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna.

40 Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari!

41 Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d'Israele.

42 Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall'oppressione,

43 quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis.

44 Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero.

45 Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli.

46 Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica.

47 Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina.

48 Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi.

49 Scatenò contro di loro l'ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione, e inviò messaggeri di sventure.

50 Spianò la strada alla sua ira: non li risparmiò dalla morte e diede in preda alla peste la loro vita.

51 Colpì ogni primogenito in Egitto, nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.

52 Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto.

53 Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare.

54 Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato.

55 Scacciò davanti a loro le genti e sulla loro eredità gettò la sorte, facendo abitare nelle loro tende le tribù d'Israele.

56 Ma essi lo tentarono, si ribellarono a Dio, l'Altissimo, e non osservarono i suoi insegnamenti.

57 Deviarono e tradirono come i loro padri, fallirono come un arco allentato.

58 Lo provocarono con le loro alture sacre e con i loro idoli lo resero geloso.

59 Dio udì e s'infiammò, e respinse duramente Israele.

60 Abbandonò la dimora di Silo, la tenda che abitava tra gli uomini;

61 ridusse in schiavitù la sua forza, il suo splendore in potere del nemico.

62 Diede il suo popolo in preda alla spada e s'infiammò contro la sua eredità.

63 Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue fanciulle non ebbero canti nuziali.

64 I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove non fecero il lamento.

65 Ma poi il Signore si destò come da un sonno, come un eroe assopito dal vino.

66 Colpì alle spalle i suoi avversari, inflisse loro una vergogna eterna.

67 Rifiutò la tenda di Giuseppe, non scelse la tribù di Èfraim,

68 ma scelse la tribù di Giuda, il monte Sion che egli ama.

69 Costruì il suo tempio alto come il cielo, e come la terra, fondata per sempre.

70 Egli scelse Davide suo servo e lo prese dagli ovili delle pecore.

71 Lo allontanò dalle pecore madri per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d'Israele, sua eredità.

72 Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente.

_________________ Note

78,1 Ampio salmo sapienziale e lunga riflessione sulla storia d’Israele, tra le vicende dell’esodo e l’istituzione della monarchia. È la celebrazione dell’amore e della fedeltà di Dio, nonostante le infedeltà dell’uomo.

78,2 parabola ed enigmi: hanno qui il significato di insegnamenti (testo citato in Mt 13,34-35).

78,9 Passo di difficile interpretazione. Potrebbe riferirsi alla divisione del regno unitario, dopo la morte di Salomone (1Re 12). Èfraim designa il regno settentrionale (o di Samaria).

78,12 Tanis: importante città egiziana, nella zona nord-orientale del delta del Nilo. Vedi anche v. 43.

78,43-51 Rievocazione delle “piaghe” d’Egitto (Es 7-12).

78,58 alture sacre: le colline come luoghi di culto pagani.

78,60 Silo: era stata, all’epoca dei giudici, sede di un importante santuario.

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Approfondimenti

Infedeltà del popolo e fedeltà di Dio Salmo sapienziale

Il salmista passa brevemente in rassegna la storia biblica dall'esodo a Davide, evidenziando le infedeltà del popolo e gli interventi prodigiosi salvifici di Dio, perché si possa trarre insegnamento dalla storia passata, essere più fedele all'alleanza divina, e lodare il Signore per le sue meraviglie (v. 4). Il salmo è una composizione vivace, robusta, ricca di simboli e di numerose immagini che a volte mostrano una certa crudezza (vv. 65-66). Si ispira al Deuteronomio. Dopo il Sal 119 è il più lungo e uno dei meglio conservati di tutto il Salterio. Il metro nel TM è di 3 + 3 accenti. I versetti sono per lo più distici, ma non mancano i tristici. Tra un nutrito ventaglio di ipotesi per la sua datazione, la più attendibile lo fa risalire al sec. VIII a.C. a causa anche dell'espressione isaiana «Santo d'Israele» (v. 41). Il verbo «ricordare» (zkr) ha una certa importanza nel salmo (vv. 35.39.42) e si oppone a «dimenticare» (škḥ) (vv. 7.11). Inoltre lo distingue particolarmente la dottrina della “tradizione” della fede storica d'Israele esposta nei vv. 3-11. Il campo semantico e simbolico è spaziale, temporale, somatico, bellico, teriomorfo e antropomorfico.

Divisione:

  • vv. 1-2: introduzione sapienziale;
  • vv. 3-11: la teologia della storia;
  • vv. 12-72: il grande credo storico.

v. 1. «popolo mio»: il salmista con quest'espressione usuale sulla bocca di Dio (Sal 50,7) si sente suo rappresentante e sua voce. «mio insegnamento»: si usa in senso etimologico la parola torah (cfr. Prv 1,8; 3,1; 4,2; 7,2; Is 42,4).

v. 2. «parabole»: la voce māšāl (qui tradotta con «parabola») indica ogni genere di insegnamento sapienziale (sentenza, enigma, poema, detto, oracolo...). Qui sottolinea l'importanza dell'insegnamento della storia. «arcani»: il termine hîdôt designa i detti enigmatici che nascondono agli occhi superficiali verità profonde, che richiedono uno sforzo e un impegno per farle emergere. «dei tempi antichi»: il salmista sapiente delimita il campo della ricerca. Egli invita a scoprire il significato, la teologia della storia passata: è indicato così il contenuto del salmo.

vv. 3-11. In questi versetti si ha un richiamo al dovere della tradizione (vv. 3-6) e la finalità della stessa: porre in Dio la fiducia, e non dimenticare le sue meraviglie, i suoi comandi e dargli lode (v. 7) per non ricadere nei peccati di ribellione dei padri (vv. 8-11).

vv. 3-4. «Ciò che abbiamo udito e conosciuto... non lo terremo nascosto»: si esprime molto chiaramente il concetto di tradizione, cfr. Dt 4,9; 32,7; Sal 44,2; Prv 4,3-4.

v. 5. «testimonianza... legge»: i due termini sono in coppia anche in Sal 19,8, cfr. Sal 81,5-6. La testimonianza (‘edût) è il protocollo, l'attestazione ufficiale dell'alleanza di Dio con Israele, mentre la «legge» (torah) qui è intesa, a differenza del v. 1, proprio come contenuto pratico della testimonianza, cioè come «decreto» che obbliga e vincola Dio e l'uomo.

v. 9. «valenti tiratori d'arco..»: la tribù di Efraim è descritta come composta da forti soldati, ma che rifiutarono di combattere. È sconosciuta la circostanza storica della citazione; forse si allude a Nm 14,1-10; Gdc 1,22-36. Da alcuni il v. è ritenuto una glossa, che anticipa la polemica antisamaritana del v. 67.

v. 11. «Dimenticarono le sue opere...»: questo v. fa da cerniera. Conclude la prima parte del Salmo con un'inclusione del verbo «dimenticare» (škḥ) con il v. 7, e apre il corpo centrale del credo storico, accennando alle «opere» e «meraviglie» che verranno raccontate dopo (vv. 12-72).

vv. 12-72. La lunga pericope si può suddividere in: vv. 12-31: Egitto e deserto; vv. 32-41: infedeltà dei padri e pazienza di Dio; vv. 42-55: piaghe d'Egitto e possesso della terra; vv. 56-64: infedeltà al tempo dei giudici; vv. 65-72: risveglio del favore divino e elezione di Davide.

v. 17. «Eppure continuarono a peccare...»: tristemente l'orante commenta l'atteggiamento d'Israele che risponde in modo ingrato alla bontà di Dio.

v. 18. «tentarono Dio...»: si ricorda qui la tentazione di Massa e Meriba, più volte menzionata come tentazione “tipo” nella Bibbia, cfr. v. 15; Sal 95,9; 106,32.

v. 20. «Potrà forse dare anche pane..»: la frase si deve intendere come proferita dal popolo (cfr. qualcosa di simile in Gv 11,37). Si anticipa in questo versetto quanto sul «pane» (= manna) e sulla «carne» (quaglie) verrà descritto nei vv. 23-29. L'abbinamento dei due miracoli si trova anche in Es 16,12-13.

v. 24. «fece piovere.... pane del cielo»: è un paradosso, per esprimere l'abbondanza, cfr. Sal 105,40.

v. 25. «pane degli angeli»: secondo i LXX e Vulgata. II TM riporta «pane dei forti» (leḥem ’abbîrîm). La manna è il pane che rende forti.

v. 27. «fece piovere carne come polvere... come sabbia del mare»: il verbo «piovere» è già stato adoperato per il prodigio della manna (v. 24). Qui di nuovo con due paradossi si esprime la straordinaria abbondanza del prodigio divino.

v. 30. «cibo in bocca»: è una pennellata descrittiva della sazietà degli Israeliti, che aggrava il loro peccato e giustifica lo scoppio dell'ira di Dio del v. 31, cfr. Nm 11,33-34; Dt 32,15; Sal 106,14.

vv. 32-41. Il salmista riflette teologicamente e poeticamente sulla realtà del peccato d'Israele nel deserto. Si denuncia la perseveranza nel peccato (v. 32.40-41), il finto e insincero pentimento davanti al castigo (vv. 33-37) e il ripetuto perdono divino (v. 38-39).

v. 39. «ricordando che essi sono carne, un soffio...»: il ricordo della fragilità umana spinge Dio alla pietà verso il suo popolo, cfr. Gn 6,3.

v. 41. «il Santo d'Israele»: è un appellativo divino molto usato da Isaia. Nei salmi ricorre in 71,22 e 89,19.

vv. 42-55. Il salmista insiste ancora sul peccato di infedeltà del popolo che non si ricordò della sua mano prodigiosa e liberatrice dall'oppressione. Accenna alle piaghe d'Egitto (v. 43-51), alla partenza (v. 52), al passaggio del Mar Rosso (v. 53) e all'arrivo nella terra promessa (vv. 54-55). Si riportano solo sette piaghe: Nilo rosso (v. 44), tafani (v. 45a), rane (v. 45b), cavallette (v. 46), grandine (v. 47), moria del bestiame (v. 47), morte dei primogeniti (vv. 49-51), a differenza del Sal 105, 27-36 che ne elenca nove. Il salmista ha seguito la fonte J (che ne elenca sette) precedentemente all'unificazione con le altre tradizioni (E, P) confluite nella redazione finale del postesilio di Es 7-11 ove ne sono riportate dieci.

v. 51. «Cam»: appellativo poetico arcaico dell'Egitto (Gn 10,6; Sal 105,23.27; 106,12).

vv. 56-64. L'orante accenna all'infedeltà del popolo nella terra di Canaan all'epoca dei giudici. Si ricorda il peccato di idolatria (v. 58) e la forte reazione di Dio, che culmina con la grave disfatta d'Israele a opera dei Filistei, con le stragi e i lutti che ne seguirono, la cattura dell'arca e il rapido declino del tempio di Silo (vv. 56-64).

v. 58. «Lo provocarono con le loro alture»: ci si riferisce ai santuari cananei, luoghi di culto idolatrico sulle cime delle colline, cfr. Gdc 10,6-7; Dt 32,21.

v. 60. «Abbandonò la dimora di Silo»: ciò è significato dalla cattura dell'arca del Signore, cfr. 1Sam 4,1-11. Il santuario di Silo è ricordato in seguito solo in Ger 7,12.14; 26,6.

v. 61. «la sua gloria»: il poeta fa riferimento all'arca dell'alleanza, trono di Dio, e segno della sua gloria. L'espressione riecheggia 1Sam 4,22.

v. 64. «I suoi sacerdoti caddero di spada»: oltre al senso generale, probabilmente si allude ai due figli del sacerdote Eli, Ofni e Finees dimostratisi empi, che caddero nella battaglia di Afek (1Sam 4,11); «le loro vedove non fecero lamento»: cfr. in 1Sam 4,19-22 il comportamento della moglie di Finees, che fu colta dalle doglie del parto alla notizia della tragedia della morte del suocero, del marito e della cattura dell'arca.

vv. 65-72. Dopo queste alterne vicende della storia biblica, passate in rassegna tra infedeltà del popolo e perdono divino, il salmista negli ultimi versetti, chiudendo in positivo e con ottimismo, presenta il Signore che, in forza dell'elezione, non può abbandonare il suo popolo in preda alla più umiliante condizione. La rapida successione dei verbi di azione che hanno per soggetto Dio, in questi versetti, mostra, anche ritmicamente, la grande sollecitudine per il suo popolo.

v. 65. «si destò come da un sonno... come un prode...»: è un forte antropomorfismo. L'immagine può richiamare il risveglio di Sansone (Gdc 16,14). Si riferisce a Dio, in Sal 44,24-25; 59,5; Is 51,9.

v. 67. «Ripudiò le tende di Giuseppe..»: il salmista allude al rigetto delle tribù del centro-nord (costituenti in seguito il regno del Nord) rappresentate dalle tribù discendenti di Giuseppe, che viene ricordato con il figlio Efraim, per il ruolo avuto nella schiacciante sconfitta d'Israele al tempo dei giudici per opera dei Filistei, menzionata nei vv. 60-64. Per Giuseppe ed Efraim designanti il regno del Nord, cfr. Am 5,6; Os 4,17; Is 9,8; Ez. 37,16.

v. 68. «elesse la tribù di Giuda»: essa solo con la dinastia davidica acquista un ruolo importante nella storia d'Israele, sebbene già profetizzato in Gn 49,10; Nm 24,5-9.17-19. «il monte Sion»: cfr. Sal 87,3; 132,13-14.

v. 69. «Costruì il suo tempio»: secondo il salmista è Dio stesso a costruire il tempio. Questo però, progettato da Davide (2Sam 7,2-5), fu costruito difatti dal figlio Salomone (1Re 6); «alto come il cielo... stabile per sempre»: come la terra e come il cielo il santuario divino, fondato da Dio, non può non avere anch'esso stabilità cosmica. L'espressione «alto come il cielo» ricorda la torre di Babele (Gn 11,4).

v. 70. «scelse Davide...»: per l'elezione di Davide, cfr. 1Sam 16; 2Sam 7,8-9; 1Re 11; Sal 89.

v. 72. «Fu per loro pastore»: alla lett. «Fece pascere loro». Si elogiano le qualità di governo di Davide: egli è descritto come il perfetto sovrano che guida il suo popolo, come il Signore l'aveva guidato nel deserto (v. 52).

Nel NT il v. 2 del salmo è citato da Mt 13,35.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Cyberdyne Systems

Fedora 42 da: fedoramagazine.org

L'aggiornamento a fedora 42 scorre abbastanza tranquillamente con dnf-plugin-system-upgrade nel mio solito modo, ormai consolidato dal passaggio di 7 major release.

Sempre sul filo del rasoio, con poco spazio (dovrò decidermi a ridimensionare un po' di volumi) ma i (più di) 6 giga di aggiornamento vanno via lisci. Dopo l'aggiornamento non noto particolari problemi. Un po' di estensioni saltate per aria (fisiologico), qualche repository ancora non aggiornato, Niente di tragico.

dnf repo list --disabled mi dà le indicazioni dei repo disabilitati.

Fra i tanti (sono di tipo “test” e “source” al 99%) ne spiccano due che non godono ancora della visibilità a fedora 42. Sono quelli relativi a vagrant e virtualbox. I binari di fedora 41 sono ancora compatibili con fedora 42 per cui, per non lasciare disabilitati questi repo o per non vedere gli irritanti errori 404 durante l'update, compio un'azione un po' indiscriminata:

  • riabilito i repo (e fin qui…)
dnf config-manager setopt hashicorp.enabled=1
dnf config-manager setopt virtualbox.enabled=1
  • modifico brutalmente il baseurl scolpendo il numero di versione:
dnf config-manager setopt hashicorp.baseurl=https://rpm.releases.hashicorp.com/fedora/41/x86_64/stable
dnf config-manager setopt virtualbox.baseurl="http://download.virtualbox.org/virtualbox/rpm/fedora/41/x86_64"

Nota a margine: quest'operazione mi ha dato modo di approfondire un po' la conoscenza di dnf5. La vecchia cartella /etc/yum/repos.d per le configurazioni dei repo viene mantenuta ancora per legacy. Le modifiche fatte attraverso dnf config-manager vengono mantenute in un file, solitamente 99-config_manager.repo posizionato in /etc/dnf/repos.override.d.

Sistemati i repository volevo rimettere a posto l'estensione per le notifiche delle app nella tray, visto che AppIndicator and KStatusNotifierItem Support si è rotta dopo l'aggiornamento.

La installo dal repository e semplicemente creo un link simbolico in ~/.local/share

ln -s /usr/share/gnome-shell/extensions/appindicatorsupport@rgcjonas.gmail.com ~/.local/share/gnome-shell/extensions/appindicatorsupport@rgcjonas.gmail.com

Così funziona. Mah…

Tutto il resto sembra ok. Mi ritrovo con i profili per il risparmio energetico finalmente funzionanti senza ricorrere a strani sotterfugi (prima per passare da un profilo all'altro dovevo staccare l'alimentazione, se no gli rimbalzava. Ora funziona), un nuovo font, il monitoraggio per il consumo, nuove notifiche ecc. (rif. https://fedoramagazine.org/whats-new-fedora-workstation-42/)

Insomma la solita Fedora, aggiornata e soddisfacentemente stabile.

#fedora42 #fedora #upgrade

 
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from PIXEL THROUGH YEARS

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🕹️ Dai Bar alle Metropoli: Quando il Videogioco Diventò Cultura

Negli anni ‘70 e ‘80, il mondo assistette alla nascita di un nuovo tipo di intrattenimento: gli arcade. Le sale giochi divennero rapidamente poli sociali, luoghi di aggregazione giovanile e spazi di espressione culturale.

Tutto iniziò con due titoli che segnarono una rivoluzione sociale:

Pong (1972) → Introdusse il videogioco nel mondo reale, trasformando i bar e le taverne in centri di aggregazione tecnologica.
Space Invaders (1978) → Creò la prima vera “febbre videoludica”, influenzando moda, musica, economia e persino la politica.

In questo articolo esploreremo come e perché gli arcade abbiano cambiato la società, diventando un fenomeno intergenerazionale.


🍻 Pong e la Nascita dell’Arcade come Ritrovo Sociale

Prima di Pong, i bar erano frequentati per giocare a biliardo o ai flipper. Ma nel 1972, il primo cabinato Atari segnò una trasformazione sociale epocale.

🔹 Curiosità: La prima macchina di Pong, installata all’Andy Capp’s Tavern, attirò così tante persone che i clienti regolari del bar si lamentarono di non riuscire più a ordinare da bere!

🔥 Perché Pong divenne un’attrazione sociale?

Semplicità e immediatezza → Non servivano istruzioni complesse: bastava ruotare una manopola.
Competizione locale → Le persone sfidavano amici e sconosciuti, creando rivalità e comunità.
Nuovo status symbol → Chi era bravo a Pong diventava popolare nei bar, come un campione di biliardo.

👀 Aneddoto poco conosciuto:
Nel 1974, in un pub di Londra, una studentessa universitaria di nome Jane Whittaker divenne famosa per essere “imbattibile” a Pong. La sua notorietà attirò persino una troupe televisiva della BBC, che la intervistò in uno dei primi servizi giornalistici sui videogiochi.

🔹 Risultato? La stampa iniziò a interessarsi ai videogiochi non solo come tecnologia, ma come fenomeno sociale.


👾 Space Invaders e la Cultura della “Febbre Arcade”

Se Pong rese i videogiochi popolari, Space Invaders li rese una dipendenza di massa. Quando il gioco arrivò nei bar e nelle sale giochi nel 1978, il mondo cambiò.

🔹 In Giappone, il governo dovette coniare più monete da 100 yen per soddisfare la domanda dei giocatori.

Nel giro di pochi mesi:
✔ Le sale giochi si moltiplicarono in ogni città.
✔ Il gioco entrò nella cultura pop: t-shirt, zaini, pubblicità, persino canzoni dedicate.
✔ Nasceva la figura del gamer “serio”, capace di dedicare ore e stipendi interi a superare i record.

👀 Aneddoto: Il ragazzo che batté il record di Space Invaders
Nel 1980, un giovane giapponese di nome Toshihiro Nishikado (nessuna parentela col creatore del gioco!) si allenò per sei mesi per battere il record mondiale di Space Invaders. Giocava fino a 15 ore al giorno, mangiando solo snack per non staccarsi dalla macchina. Alla fine, stabilì il punteggio più alto mai registrato: 55.160 punti.

🔹 Conseguenza culturale: Per la prima volta, i videogiochi venivano visti come un’ossessione, non solo come un passatempo.


🎸 I Videogiochi Entrano nella Musica e nella Moda

Nel 1980, l’industria musicale e quella della moda iniziarono a sfruttare il fenomeno arcade.

🎶 Musica e Arcade: Dai Queen agli Art of Noise

✔ La band Queen pubblicò Flash Gordon (1980), ispirato all’estetica fantascientifica degli arcade.
✔ Gli Art of Noise usarono suoni di Space Invaders nei loro remix sperimentali.
✔ Nel 1982, il brano “Pac-Man Fever” di Buckner & Garcia divenne un successo radiofonico.

👕 Moda e Gaming: T-Shirt e Accessori

✔ Le prime magliette con loghi di videogiochi iniziarono a comparire nei negozi americani nel 1981.
✔ Le giacche in stile cyberpunk iniziarono a prendere ispirazione dall’illuminazione al neon delle sale arcade.

👀 Aneddoto: Il Videogioco che ispirò Gucci
Nel 1983, lo stilista Karl Lagerfeld ammise di essersi ispirato ai colori di Space Invaders per una collezione di giacche al neon.


📺 I Videogiochi nella Cultura Pop e nei Media

Negli anni ‘80, gli arcade iniziarono a comparire in film, serie TV e persino in libri.

🎥 Film iconici
WarGames (1983) → Il protagonista è un hacker che gioca ai videogiochi per allenarsi.
Tron (1982) → Un film completamente basato sull’estetica arcade.

📺 Serie TV
✔ In Stranger Things, la sala giochi è il punto d’incontro principale del gruppo di amici.

📖 Libri e Fumetti
Ready Player One (2011) è un omaggio alla cultura arcade.


🏆 Il Primo Grande Torneo di Videogiochi della Storia

Nel 1980, Atari organizzò il primo torneo nazionale basato su un videogioco: il Space Invaders Championship.

📍 Location: New York
👥 Partecipanti: 10.000 giocatori
🏆 Vincitore: Rebecca Heineman (prima campionessa ufficiale di videogiochi!)

🔹 Effetto sul gaming moderno: Fu l’antenato degli eSports, dimostrando che i videogiochi potevano essere competitivi e professionali.


🎭 Critiche e Dibattiti: I Videogiochi come Minaccia?

Con la diffusione degli arcade, iniziarono le prime polemiche.

📌 Accuse dei media
❌ “I videogiochi creano dipendenza.”
❌ “I giovani passano troppo tempo nelle sale giochi.”
❌ “Rovinano la socialità.”

📌 Risposte della comunità videoludica
✔ “Gli arcade sono un luogo di socializzazione, non di isolamento.”
✔ “I giochi aiutano i riflessi e la strategia.”
✔ “L’arte interattiva è il futuro.”

👀 Aneddoto: Il Primo Caso Giudiziario sui Videogiochi
Nel 1981, un tribunale del New Jersey vietò temporaneamente le sale giochi vicino alle scuole, sostenendo che distraessero gli studenti. Dopo un anno, il divieto venne revocato, ma il dibattito era appena iniziato…


📢 Conclusione: Gli Arcade Sono Stati un Fenomeno Sociale Epocale

Pong e Space Invaders non furono solo giochi, ma movimenti culturali.
✔ Hanno influenzato musica, moda, cinema e competizioni sportive.
✔ Hanno dato inizio al dibattito sul ruolo dei videogiochi nella società.


 
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from Cambiare le cose

#riflessioni

dialogo — Sto cercando di ridurre il consumo di carne. — Però al Mac ci vai, eh?

— Non compro banane, frutti esotici o verdura fuori stagione. — Ma l'avocado toast con tuo figlio però te lo mangi...

— A casa non bevo acqua in bottiglia da anni. — Eh però ti ho visto ieri che la compravi al distributore automatico!

— Da un paio di mesi vado al lavoro in treno e cerco di usare l'auto il meno possibile. — Sì, vabbè, parli tanto però hai ancora la macchina diesel, visto che sei tanto “sostenibile” perché non te ne fai una elettrica?

— Se posso, viaggio in treno piuttosto che in aereo. — E allora com’è che quest’estate sei volato in Danimarca?

— Non trovo giusto comprare sempre l’ultima versione dei nuovi gadget elettronici in uscita. — Ma l’iPhone nuovo te lo sei preso però!

— Mi piacerebbe che il prato fuori dall’ufficio avesse un pezzetto che non viene falciato, per mantenere la biodiversità… — Hahaha, che cazzata!

Sento queste risposte di continuo, e ne ho piene le palle. Sono stanco di persone che stanno appollaiate come camaleonti sul proprio rametto, occupandosi solo di quello, ma che, come camaleonti, sono pronte a far schizzare in avanti la loro lingua appiccicosa per criticare chiunque provi a curarsi di qualcosa che va appena al di là del proprio ramoscello. camaleonte Non sono perfetto, su questo siamo tutti d’accordo. Ogni tanto ho voglia anch'io di carne alla griglia, o di coppiette; capita che sia stanco e prenda la macchina quando potrei andare a piedi; a volte, ma non ditelo in giro, se è buio e non c'è nessuno, non raccolgo la cacca che la mia cagnolina ha fatto sull'erba vicino al marciapiede. Il punto però è che ci provo, provo ad avere cura dell'ambiente, a consumare meno, a migliorare il posto dove vivo. Provo a costruire. qualcosa di piccolo, di sgangherato, ma qualcosa. Voi che vi riempite la bocca con tutte quelle critiche, che fate invece? Distruggere è facile, non costa quasi niente e ci dà un piacere perverso, ci fa sentire meno meschini: se sminuiamo quello che fanno gli altri, se gli togliamo importanza, sarà più facile per noi accettare che non stiamo facendo niente. Non siamo pigri, siamo solo molto più furbi degli altri perché abbiamo capito che è inutile sbattersi, tanto le cose non cambiano. Beh, è proprio a causa di quelli che si credono più furbi che le cose sono così ora, è per quelli che sanno solo distruggere che i pochi che cercano di costruire qualcosa vengono lasciati soli. Quando mio figlio ed io camminiamo in spiaggia, raccogliamo i rifiuti abbandonati. Ce ne sono tanti, e noi portiamo via solo un paio di bottiglie e pacchetti di sigarette vuoti, forse una scatola di polistirolo portata dal mare; non renderemo la spiaggia più pulita, sembrerà sporca uguale, ma il nostro è un piccolo gesto, che può essere visto da qualcuno e quel qualcuno potrebbe imitarci, o magari sta per buttare a terra una bottiglia e ci ripensa perché si accorge che arrivare al cestino non è poi così faticoso. Come per le formiche, tanti piccoli segni si sommano assieme per fare qualcosa di grande, ma la cosa funziona in due direzioni: possiamo scegliere di aggiungere ognuno il nostro mattoncino Lego alla costruzione, oppure possiamo provare a distruggerla per mascherare la nostra incapacità o la nostra poca voglia di sbatterci per fare qualcosa di bello. È una scelta, ma tutte le nostre scelte hanno conseguenze.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

MEDITAZIONE SUL PASSATO D’ISRAELE 1 Al maestro del coro. Su “Iedutùn”. Di Asaf. Salmo.

2 La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.

3 Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore, nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l'anima mia rifiuta di calmarsi.

4 Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito.

5 Tu trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare.

6 Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani.

7 Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando.

8 Forse il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi?

9 È forse cessato per sempre il suo amore, è finita la sua promessa per sempre?

10 Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell'ira la sua misericordia?

11 E ho detto: “Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell'Altissimo”.

12 Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.

13 Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze.

14 O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio?

15 Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli.

16 Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe.

17 Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque e ne furono sconvolte; sussultarono anche gli abissi.

18 Le nubi rovesciavano acqua, scoppiava il tuono nel cielo; le tue saette guizzavano.

19 Il boato dei tuoi tuoni nel turbine, le tue folgori rischiaravano il mondo; tremava e si scuoteva la terra.

20 Sul mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono riconosciute.

21 Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne.

_________________ Note

77,1 La prima parte di questo salmo (vv. 2-11) contiene un accorato lamento dell’orante (forse il re o un importante personaggio che prega a nome del popolo), il quale sollecita l’intervento di Dio in favore dell’attuale situazione di grave sofferenza. Il salmo appartiene perciò al genere delle lamentazioni ma, nella seconda parte (vv. 12-21), si trasforma in un inno di fiducia, illuminato dalla speranza di un nuovo intervento di Dio.

77,3 l’anima mia rifiuta di calmarsi: vedi Sal 13,3 e nota relativa.

77,17 Allusione al passaggio delle acque del Mar Rosso e poi (vv. 18-19) alla manifestazione di Dio sul monte Sinai.

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Approfondimenti

Inneggiando alle gesta passate si supplica Dio per l'oggi Supplica collettiva (+ inno)

Il salmista, pio e sensibile, uomo legato al suo popolo, di cui si fa interprete, è attento alle sorti della propria nazione che versa in uno stato, imprecisato storicamente, di malessere e di abbandono. Il salmo si presenta come una supplica individuale nella forma di un soliloquio notturno, per cui si avvicina al Sal 39; tuttavia per il contenuto di carattere generale e nazionale rientra nel genere delle “Suppliche collettive”. Si divide chiaramente in due parti, di cui la prima è una lamentazione (vv. 2-11) e la seconda un inno (vv. 12-21). Ma l'inno vero e proprio della seconda parte (vv. 14-21) riporta chiaramente nei vv. 17-20 un più antico inno preesistente. Ciò è segnalato tra l'altro nel TM dal cambiamento di ritmo (3 + 3 + 3 accenti) e dal linguaggio più arcaico e pittoresco rispetto al resto del carme, che è più lineare, meno vivace e più teologico. Il simbolismo è di carattere temporale, spaziale-cosmico e antropomorfico.

Divisione:

  • vv. 2-11 (I parte): lamento sulla situazione pre-sente;
  • vv. 12-21 (II parte): inno sulle gesta salvifiche e creatrici di Dio.

v. 2. «La mia voce sale a Dio»: lett. «La mia voce a Dio». L'espressione apre il primo e il secondo emistichio del versetto. È chiara la posizione enfatica di «la mia voce» (qôlî). Si tratta perciò di un grido pressante di aiuto al Signore perché interrompa il suo silenzio e intervenga in soccorso del salmista e insieme del popolo.

vv. 3-10. Il lamento si snoda a ondate in un'atmosfera di meditazione notturna. Il salmista «cerca» il Signore nel momento del travaglio e della prova, non può dormire e si interroga sull'amore di Dio, e sulla sua fedeltà all'alleanza (vv. 8-10).

v. 3. «io cerco il Signore»: l'orante esprime attraverso il verbo «cercare» (drš) il suo profondo anelito verso il Signore. «la mia mano è tesa»: in atteggiamento di preghiera (Sal 28,2; Es 17,11-12).

v. 4. «gemo, medito»: la preghiera è accompagnata anche dal pianto. Il tutto è avvolto da un'atmosfera di grande intensità di sentimenti.

v. 8. «ci respingerà per sempre?»: la domanda ricorre spesso nelle “Suppliche”, cfr. Sal 22,2; 74,1; 79,5.

v. 11. «è mutata la destra dell'Altissimo»: con un antropomorfismo il salmista conclude il suo soliloquio. Si convince che la mano destra del Signore, che ha compiuto i prodigi dell'esodo (Sal 118,15-16), ora è immobile, paralizzata, come la mano di un vecchio che non può più operare!

vv. 12-21. Ma la fede ha il sopravvento sull'amara finale della lamentazione. Anche se tutto porta a concludere a un cambiamento di atteggiamento di Dio, il ricordo del suo passato glorioso e prodigioso apre alla speranza e all'ottimismo.

vv. 12-13. Questi versetti incorniciano l'inno attraverso la teologia del “memoriale”. Due volte è ripetuto il verbo «ricordare» (zkr) nel v. 12 e verbi equivalenti nel v. 13.

14-16. Si esalta la grandezza di Dio e i suoi prodigi nella storia del popolo d'Israele. Il v. 21, che chiude allo stato attuale il salmo, ne è la continuazione.

v. 14. «santa è la tua via»: lett. «nella santità la tua via». Si esprime il comportamento (= via) di Dio nell'assoluta trascendenza e separazione (= santità) da altre ipotetiche divinità.

v. 16. «i figli di Giacobbe e di Giuseppe»: l'espressione ricorre solo qui nell'AT. Specifica «il tuo popolo» (del primo emistichio).

v. 17-20. Si fondono insieme nella stessa celebrazione corale due motivi: si esalta la potenza di Dio nel prodigio del Mar Rosso e sulle acque del caos primitivo nel momento della creazione.

v. 17. «Ti videro le acque»: le acque sono personalizzate come nel Sal 114,3.

vv. 18-19. La descrizione teofanica si riveste dei contorni delle manifestazioni teofaniche del Sinai (Es 19), ma cfr. anche Sal 18,8-16; 29; Ab 3,11.

v. 20. «Sul mare passava la tua via»: il riferimento è al Mar Rosso. «le tue orme rimasero invisibili»: sebbene Dio operò efficacemente per la liberazione, tuttavia, la sua azione ha sempre qualcosa di misterioso e trascendente. È la via della fede che fa scorgere la via di Dio. Per l'immagine, cfr. Sir 24,5; Sap 19,7-8.  v. 21. «Guidasti come gregge...»: Dio, pastore e guida invisibile del suo popolo (Sal 23), si è servito anche di guide visibili, politiche e religiose come Mosè e Aronne. Implicitamente si sottintende, poiché il carme è aperto alla speranza futura, che il Signore continuerà a farlo. La salvezza passata è caparra e anticipo della futura (Is 63,11-14). Così il Sal 77, apertosi con un lamento appassionato, si conclude con la fiducia e la speranza nel pastore divino.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Pay the Devil è il trentaduesimo album in studio del cantautore nordirlandese Van Morrison. È stato pubblicato nel 2006 dalla Lost Highway. L'album contiene dodici cover di brani country e western americani e tre composizioni originali. Ha debuttato al numero 26 della Billboard 200 e ha raggiunto il numero 7 della classifica Top Country Albums; è stato inserito al numero 10 nella classifica Amazon Best of 2006 Editor's Picks in Country nel dicembre 2006. Un'edizione deluxe di Pay the Devil con un video di cinque dei brani registrati durante l'esibizione al Ryman è stata pubblicata il 27 giugno 2006. I brani dell'album sono dodici cover e tre brani originali. Le cover sono scelte tra vecchie canzoni country registrate negli anni '50 e '60 da noti artisti country come Hank Williams, Webb Pierce, Merle Haggard e George Jones. I tre brani originali di Morrison sono scritti e cantati per fondersi con le classiche cover country. Erik Hage ha descritto la versione di Morrison di “Till I Gain Control Again”, scritta da Rodney Crowell: “C'è un senso di fragilità e sconfitta, ed è toccante in un modo in cui una canzone di Van Morrison raramente commuove l'ascoltatore. Il cantante sembra completamente distrutto e scosso: 'tienimi ora, tienimi ora', ripete barcollando, 'finché non avrò di nuovo il controllo'“. Persino i brani più emozionanti di Morrison in passato non hanno mai trasmesso una tale fragilità.


Ascolta: https://album.link/i/1030927449


 
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from lucazanini

[piriche] _ Fish are jumping out And the cotton, Lord Cotton's high, Lord, so high _

uno dimenticabile il] legante come alternativa la cavità] un centimetro di stagnato sul pericolo] del fondo il periodico con] le spugne sintetiche la città più] ospitale la villa che ospitava lo stivale] di Tolstoj un cecchino in scala estiva ridottissima ha] i buoni pasto finito alle quindici con] la strisciata accesi i led nell'edificio non sanno provano a] scardinare per [alzata di mano

 
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from jens

Apprendo con tristezza la notizia della morte di Papa Francesco.

Sono triste perché con nessun altro Papa ho avuto il privilegio di avere contatti diretti: ero presente quando ha fatto visita alla chiesa Valdese di Torino il 22 giugno 2015, pochissimi giorni dopo la pubblicazione della sua Enciclica “Laudato Sì”, ed ero presente quando il nostro esecutivo nazionale, la Tavola valdese, è stato ricevuto in udienza privata il 5 marzo 2016. Due incontri che mi hanno fatto conoscere l’uomo di fede e di umiltà e mi hanno in certo senso aperto anche un orizzonte nuovo di lettura dei suoi documenti.

La “Laudato Sì”, la vedo come programma di un Papa che non ha mai nascosto il lato veramente evangelico del suo ministero, cioè la sua vicinanza agli ultimi e alle ultime della terra insieme alla grande sensibilità per il Creato. La spiritualità ecologica e il mettere insieme ecologia ed economia, perché entrambe chiamate a gestire la casa comune, sono pensieri su cui l’umanità dovrà riflettere e agire per non perdersi.

L’esortazione apostolica “Laudate Deum” ha dimostrato con quanta urgenza Papa Francesco vedeva la necessità di agire e di contrapporsi con il coraggio della fede alle correnti negazionisti e quanti frenano una politica per gli ultimi e il Creato.

Dalla Enciclica “Fratelli tutti” mi ricordo la lucida analisi profetica in merito alle piattaforme di rete, il cui “funzionamento ... finisce spesso per favorire l’incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio.” (Fratelli tutti, 45)

L’impegno per la pace, seguito con insistenza dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il genocidio in atto in Palestina, da una direzione in cui il mondo di oggi si deve muovere, direzione opposta, contro corrente a quanto oggi vogliono farci credere “normale”.

 
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from lucazanini

[rotazioni]

disarmanti in quantità o] variabili il colloquio il rabbocco] di una parte due] parti lo] sbocco o] scoppio la falsa pista pelle [interni integrale effimeri effetti del gasoline la pipeline lo] stacco l'arco di quinta finto precede la parete] serve alle finestre con l'elica piccola per il ricambio gli umori chiude] lo schermo sanno di antipasto di] poligono tre passi cambia l'automatico in pressione lo stentòre trasmetterlo] l'elemento successivo un] [altro un] Plutarco parallelo

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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9 è il secondo album in studio del cantautore e produttore irlandese Damien Rice, pubblicato nel 2006. L'album è uscito il 3 novembre in Irlanda, il 6 novembre nel Regno Unito e il 14 novembre negli Stati Uniti. È stato seguito dal singolo “9 Crimes”, pubblicato il 27 novembre 2006. Il disco è stato certificato disco d'oro nel Regno Unito. L'album è stato pubblicato con reazioni contrastanti da parte della critica e del pubblico. NME gli ha dato 4/10, descrivendolo come “rock IKEA”. Hot Press ha scritto: “Se Rice fosse davvero un'ala ferita e nervosa, non c'è modo che si avvicini così tanto ai paragoni con Nick Drake come fa in 'The Animals Are Gone'” e, riferendosi al “rumore” che precede la prima traccia, “c'è un altro rumore che si percepisce vagamente ma distintamente: il suono dei Gray, dei LaMontagne, dei Johnson e dei Blunt di questo mondo che rompono le punte delle matite sui loro quaderni per pura invidia e frustrazione”. Sia Mojo che Q hanno dato all'album 4/5. Il Sunday Times lo ha eletto “Album della Settimana”. È stato scelto dalla critica nel novembre 2006.


Ascolta: https://album.link/i/203046247


 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

CANTO DI VITTORIA 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto.

2 Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome.

3 È in Salem la sua tenda, in Sion la sua dimora.

4 Là spezzò le saette dell'arco, lo scudo, la spada, la guerra.

5 Splendido tu sei, magnifico su montagne di preda.

6 Furono spogliati i valorosi, furono colti dal sonno, nessun prode ritrovava la sua mano.

7 Dio di Giacobbe, alla tua minaccia si paralizzano carri e cavalli.

8 Tu sei davvero terribile; chi ti resiste quando si scatena la tua ira?

9 Dal cielo hai fatto udire la sentenza: sbigottita tace la terra,

10 quando Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra.

11 Persino la collera dell'uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa.

12 Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli, quanti lo circondano portino doni al Terribile,

13 a lui che toglie il respiro ai potenti, che è terribile per i re della terra.

_________________ Note

76,1 È questo il terzo dei “canti di Sion” (vedi nota a Sal 46). Dio è visto ergersi a difesa della città, sua dimora, e intento a sbaragliare i nemici che la minacciano (l’appellativo terribile al v. 8 intende designare questa sua opera di difensore della città). Il salmo probabilmente allude alla vittoria riportata sull’esercito del re assiro Sennàcherib che, nel 701, aveva assediato Gerusalemme (2Re 19,35).

76,3 Salem: l’antico nome di Gerusalemme (vedi Gen 14,18).

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Approfondimenti

Inno a Dio splendido e terribile in Sion Cantico di Sion

Sulla scia dei Sal 46 (di cui è chiamato “salmo fratello”) e 48, il Sal 76 celebra Dio grande e terribile abitante in Sion, che mostra la sua potenza invincibile, sconfiggendo i suoi nemici e salvando gli «umili» della terra. Come per i Sal 46 e 48 i sostenitori dell'interpretazione storica adducono prevalentemente la circostanza della disfatta di Sennacherib alle porte di Gerusalemme (701 a.C.) sotto il re Ezechia (2Re 18,13-19,37). La traduzione greca dei LXX sembra accreditare tale tesi aggiungendo dopo il titolo (v. 1) l'espressione odē pros ton Assyrion (canto sull'Assiro). Tuttavia, come per i precedenti salmi, l'interpretazione storico-escatologica, che va al di là del fatto storico particolare, è più convincente. La simbologia spaziale è evidente: Sion e Dio dimorante in essa sono al centro della scena. È presente inoltre la simbologia militare (vv. 2-7) e quella giudiziaria (vv. 8-13). La lingua è arcaizzante e il salmo è ben ordinato e equilibrato nel suo impianto strutturale. Gerusalemme è chiamata con il nome antico di Šālēm (Gn 14,18; Eb 7,1-2). Non manca una certa solennità. Il ritmo nel TM è dato prevalentemente da 3 + 3 accenti. La divisione è in quattro strofe, di cui le prime due hanno carattere specificatamente bellico, e le altre giudiziario. Le prime due iniziano con un participio passivo (nifal) in posizione enfatica: «conosciuto» (nôda‘), «splendido» (na’ôr).

Divisione: vv. 2-4 (I strofa): scena bellica in Gerusalemme; vv. 5-7 (II strofa): scena bellica sui monti; vv. 8-10: (III strofa): scena giudiziaria in cielo; vv. 11-13 (IV strofa): scena giudiziaria sulla terra.

v. 2. «Dio è conosciuto». Il participio «conosciuto» (nôda‘) è in posizione enfatica. Indica una conoscenza vera, profonda secondo il significato biblico del verbo «conoscere». «in Giuda e in Israele»: a ragione del parallelismo sinonimico dei due emistichi, il binomio Giuda-Israele ha forza di coppia di termini-polari, indicanti la totalità del popolo eletto e soprattutto l'unità religiosa nella professione di fede in Dio (cfr. Sal 114,2). «è grande il suo nome»: la grandezza di Dio (nome = Dio stesso) è contemplata dal punto di vista della sua permanenza in Gerusalemme (v. 3) e della sua azione liberatrice in favore de suo popolo (v. 4).

v. 3. «Gerusalemme»: in ebr. Šālēm. E una designazione poetica e arcaizzante di Gerusalemme. In Gn 14,18 si parla di Melchisedek come «re di Salem». Chiamando Sion con tale nome la si vuole collegare ad Abramo (Gn 14) e a Davide (Sal 110,4) e farvi risalire l'origine del culto. Nel Sal 46,5, si accenna al Dio «altissimo» (‘elyôn) di cui Melchisedek era sacerdote (Gn 14,18-19).

v. 4. «Qui spezzò...»: si indica il trionfo del Signore con simboli militari. «saette, scudo, spada, guerra»: cfr. Sal 46,10. Con la figura retorica della sineddoche è significata la totalità delle armi belliche, e la completa vittoria di Dio (Is 3,25; 21,15; 22,2; 30,32; Os 1,7; 2,20).

v. 6. «furono spogliati i valorosi...»: tutte le immagini di questo versetto denotano lo smarrimento dei nemici colti di sorpresa nel sonno, atterriti e confusi dall'azione militare sorprendente del Signore. Vengono alla mente le imprese rapide e fulminee descritte in particolar modo nel libro dei Giudici, cfr. Gdc 7,16-22.

v. 7. «Dio di Giacobbe»: cfr. Sal 20,2; 24,6; 46,8.12; 84,9. «carri e cavalli»: c'è il richiamo all'esodo (Es 15,1).

vv. 8-10. La scena si trasforma in giudiziario-escatologica. Dopo il Dio «conosciuto» e «splendido» che inizia le strofe precedenti, ora si incontra il Dio «terribile» (nôra’) in atto di giudicare dal cielo, sua abitazione eterna per eccellenza.

v. 8. «chi ti resiste...»: l'irresistibilità all'ira divina, è caratteristica del genere profetico-apocalittico, cfr. Gl 2,11; Ml 3,2.

v. 10. «per giudicare»: il verbo «giudicare» è di carattere militare-giuridico e di grande importanza nella teologia dei salmi (Sal 9-10,20; 35,23; 44,23.26; 74,22). «per salvare tutti gli umili della terra»: si sottolinea l'aspetto positivo del giudizio di Dio.

vv. 11-13. La scena giudiziaria si sposta sulla terra. Si accenna agli effetti della sentenza di Dio (v. 11) e si invita a essere fedeli al Signore «adempiendo i voti fatti», e a prestargli il culto dovuto portandogli «doni», in segno anche di sottomissione, se si vuole tener lontana la sua ira. Egli infatti è «terribile», soprattutto verso chi si vuole confrontare con lui: i potenti e i re della terra. Essi, colpiti dalla sua ira, rischiano anche di morire (Sal 2,12).

v. 11. «L'uomo colpito dal tuo furore...»: secondo Ger 13,11 e Sal 109,19, anche chi è stato colpito dalla potenza e giustizia di Dio, riconoscendolo, gli rende lode. Ma il v. 11 è soggetto anche ad altre interpretazioni a causa della corruzione del testo.

(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from GRIDO muto (podcast)

Ottime notizie! (e buona Pasqua a tutti).

E' da un po' che non scrivo nulla: da quando è uscita l'ultima puntata del podcast, com'è normale, ho sospeso la trascrizione delle puntate ma ora è arrivato il momento di riprendere la scrittura, per iniziare a raccontare qualcosa di nuovo.

Quindi...seguite questo profilo nel Fediverso: @gridomuto@castopod.it, così non vi perderete le novità e gli aggiornamenti della mia complicata storia, che da ora seguirà un ritmo dettato dalle parole scritte anziché dalle trascrizioni di un discorso registrato al microfono. Da ora su questo blog leggerete soltanto cose nuove, “fresche”, che non si trovano da nessun'altra parte e in nessuna altra forma.

Bene, dicevamo...ottime notizie!

A settembre scorso ero stato da una reumatologa dopo anni che non ci andavo, perché ogni volta mi spingevano a fare il famoso “biologico”, di cui ho parlato in maniera approfondita nella puntata n. 19 del Podcast, che puoi trovare qui: – https://castopod.it/@gridomuto/episodes/quali-farmaci-per-l-artrite-scopri-la-cura-che-funziona-per-me-m1tip

In sostanza si tratta di anticorpi monoclonali che dovrebbero annullare gli effetti del mio sistema immunitario impazzito, che attacca le cellule del corpo anziché le minacce esterne.

Si tratta di farmaci che hanno una certa dose di rischio e di complicazioni, e nella puntata n. 19 spiegavo appunto che non mi piaceva molto l'idea di prenderli benché i reumatologi, com'è normale, spingano ad intraprendere questa strada.

Li capisco: l'artrite psoriasica può diventare invalidante e anche in breve tempo, per cui quando ti ritrovi davanti un giovane non puoi che consigliargli quella strada.

Ero arrivato dalla reumatologa dopo un paio di mesi di “vuoto assoluto” nell'assunzione di qualsiasi tipo di farmaco, perché c'era bisogno di capire a che punto fosse la malattia e quanto dolore avessi per una eventuale diagnosi di fibromialgia. Non avrei potuto arrivare a quella visita imbottito di antidolorifici, con il rischio che alla domanda “quanto le fanno male i piedi, le mani, il bacino, la colonna vertebrale?” la mia risposta sarebbe stata “per nulla!”.

Avevo deciso, così, di sospendere l'assunzione di qualunque cosa.

I peggiori 2 mesi della mia vita. Il dolore mi aveva portato ad un principio di depressione in poche settimane.

Il 2 settembre, dicevo, la reumatologa mi aveva trovato in condizioni pessime, almeno in base a quanto riportavo. Di nuovo mi propose il biologico, e di nuovo dissi di no. Non me la sentivo proprio, nonostante tutto.

La reumatologa mi prescrisse alcuni esami di controllo per vedere a che punto fosse tutto, come stava evolvendo la malattia, immagino per avere dei dati oggettivi su cui poi basare eventuali terapie, magari sperando che nel frattempo, per il gran dolore, mi sarei convinto a cominciare il biologico.

Bene, proprio nelle scorse settimane ho effettuato una approfondita ecografia a mani/polsi, piedi/caviglie, più 2 risonanze al bacino. Si sa...tempi della sanità, ci sono voluti 7 mesi.

Durante l'ecografia il reumatologo che la stava svolgendo ha insistito più volte in moltissimi punti diversi. Ad un certo punto ha chiamato una collega. “Guarda qui, può esserci qualcosa qui?” “No, prova di qua”, dice lei. “Ecco, forse qui...” “Mmm, no, nemmeno”.

Dopo diversi minuti di indagine hanno chiamato un altro reumatologo. Nulla.

Mi hanno chiesto se io fossi effettivamente io, se c'era stato un qualche errore nella prenotazione dell'appuntamento. Hanno avanzato l'ipotesi che i miei esami di 5 anni prima, in cui si vedevano chiaramente gli arti con attività erosiva in corso tipica dell'artrite, forse erano stati scambiati a livello di sistema con gli esami di un altro paziente.

Ma c'è una calcificazione in una mano che è quei oggi come era già lì 5 anni fa, quindi no: quegli esami erano effettivamente i miei.

Hanno dovuto concludere che l'artrite in questo momento non è in corso.

Capite?

In effetti io sento la differenza da un paio di mesi a questa parte, ma da lì a...questo! Non ero minimamente preparato.

Ve lo spiego in un altro modo: questo è il risultato che si ottiene (a volte mai, a volte dopo anni e anni) con il famoso Biologico che avrebbero voluto farmi prendere. La condizione in cui la malattia c'è ma non è attiva è lo status che tutti i pazienti desiderano raggiungere.

Mi hanno detto che, se provo ancora dolore, la causa è un'altra ma non è l'artrite.

E io ne provo, eccome! Ma effettivamente è qualcosa di muscolare. Per quanto riguarda un dolore persistente all'anca sinistra invece, molto probabilmente si tratta del peso (sono pur sempre 105 KG a quasi cinquant'anni...).

La prima delle due risonanze al bacino si è conclusa con un risultato identico a quello dell'ecografia: nulla di nulla, niente che sia attivo in questo momento.

Ora, aspettiamo a cantare vittoria. Aspettiamo anche la terza risonanza, quella al rachide lombo sacrale. Ma sento che la strada è quella giusta.

Forse è un caso, forse no, ma significa che tutto ciò che sto facendo (vedi puntata n. 19 del podcast) serve a me per mantenere un equilibrio tra salute e malattia. Il mio scopo, ora, deve essere questo: mantenere questo equilibrio.

Non so dire se le soluzioni che ho trovato per me valgano per tutti, ma posso dire che non bisogna arrendersi mai. Magari la soluzione più adatta per noi è dietro l'angolo, e non lo sappiamo.

Certo, è necessario che queste informazioni circolino il più possibile, perché potrebbero aiutare qualcuno.

Se sei arrivato/a a leggere fino a qui, valuteresti la possibilità di fare circolare questo post? Io te ne sarei grato, e magari anche altre persone che potrebbero trarne beneficio.

In questo video, ieri, ho raccontato questa storia su Youtube: eventualmente si può fare circolare anche quello.

https://youtu.be/XtJl_iqbb7E

#Artrite #ArtritePsoriasica #ArtriteReumatoide #Fibromialgia #AnticorpiMonoclonali #Podcast #PodcastItaliano #MalatiInvisibili #MalattieCroniche #GRIDOmuto #RisonanzaMagnetica #Reumatologia #GuarigioneArtrite #Guarigione #Sanità #Biologico #Remissione

 
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from Revolution By Night

Faccio parte di Gruppi di Acquisto Solidale dal 2012. Qualche volta ho cambiato G.A.S. nell'ambito della stessa città, altre dopo essermi trasferito ad abitare altrove. Con il G.A.S. compro buona parte di ciò che serve nel quotidiano alla mia famiglia: ortofrutta biologica, pasta e cereali, legumi, latte e derivati, olio, detersivi e saponi, carta igienica, cancelleria per la scuola e altro**.

Quella che segue è secondo me la migliore definizione di che cosa sia un G.A.S.(grazie ad AmicoGas di Samarate (VA), di cui ho fatto parte per alcuni anni):

Un Gruppo di Acquisto Solidale è un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune solitamente di produzione biologica o eco-compatibile, rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori, da ridistribuire tra loro.

In queste poche righe ci sono tutti i principi che dovrebbero essere alla base di ogni Gruppo di Acquisto Solidale e che dovrebbero essere contenuti nel suo atto costitutivo di associazione senza scopo di lucro.

Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del Gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, ai popoli del sud del mondo e a tutti coloro che subiscono le conseguenze inique dell'attuale modello di sviluppo.

I G.A.S. cercano prodotti biologici e eco-sostenibili provenienti da piccoli produttori, possibilmente locali ma non necessariamente. Non molti G.A.S. per esempio hanno il privilegio di potersi rifornire di olio o pasta a Km 0, soprattutto al Nord. In ogni caso, ciò che conta è avere la garanzia di una filiera il più corta possibile. Gruppo di Acquisto Solidale deve concentrare il suo impegno nel:

  • remunerare con un giusto prezzo il lavoro di chi produce ciò che consumiamo;
  • instaurare un rapporto diretto di fiducia reciproca con i produttori;
  • pagare un prezzo sensibilmente più basso per prodotti biologici e sostenibili rispetto a quello della GDO, più basso anche del prezzo dei prodotti non biologici!
  • consentire anche a chi ha poche possibilità economiche di accedere a prodotti sani, ecologici e di alta qualità;
  • sostenere le economie locali;
  • ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dallo stoccaggio, dal trasporto, dai metodi di coltivazione intensiva convenzionali e dai processi produttivi ad alto input energetico.

Non sono cose semplici da ottenere e serve l'impegno di tutti i soci. Non tutti i G.A.S. sono uguali: ci sono quelli rispettosi dei principi fondativi e quelli che lo sono meno; quelli partecipati fattivamente da tutti e quelli invece dove “a fare” sono sempre gli stessi pochi soci, mentre gli altri usano il G.A.S. come una comoda e vantaggiosa alternativa al supermercat, partecipando raramente alle attività che fanno stare in piedi il Gruppo: ricerca, contatti e relazione con i fornitori, gestione degli ordini, tenuta di cassa, turni di smistamento settimanale delle cassette per ogni socio.

Se non ci si trova in sintonia con la gestione e condotta del Gruppo lo si lascia per passare ad un altro. Per fortuna trovare un G.A.S vicino, o abbastanza vicino, a casa è piuttosto facile. Ne esistono molti, più di quanti si possa immaginare. Talvolta sono riuniti e coordinati da una Rete G.A.S a livello provinciale o regionale, anche sostenuta dalle amministrazioni pubbliche.

Now playing: “Childhood’s End?” Misplaced Childhood – Marillion – 1985

And it was morning And I found myself mourning for a childhood That I thought had disappeared I looked out the window And I saw a magpie in the rainbow The rain had gone I'm not alone, I turned to the mirror I saw you, the child, that once loved

 
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from Nò Blog' di eletronico2

La lista dei perché.

Perché mettere gli AFI (Alfabeto Fonetico Internazionale)?

Why not? ¯\_(ツ)_/¯ No no siamo seri, perché il mio nickname originale, “eletronico2” si legge /eletˈtrɔniko/ (o semplicemente elettronico), visto che non tutti che sanno che si legge così ho cominciato da poco ad allegare l'AFI (Ho giusto un po' esagerato).

Hai veramente scritto tutto quel post perché ti da fastidio che se ti si cerca non si trova nulla. Ehm... SI.

UDS, cos'è? L'Unione degli studenti (UDS) è un'organizzazione studentesca italiana, di ispirazione sindacale, confederata con Unione degli Universitari e con la Rete della Conoscenza. Fa parte dell'OBESSU[1], rete che riunisce le principali associazioni studentesche presenti in Europa. cit. Wikipedia Cosa dite? Dovevo spiegarlo io facendone parte?! NAH (Vi amo UDS Avellino e Campania <3).

Sei finito sul giornale locale e ti lamenti? SI. Ci sono finito 5/6 volte ma mi hanno sempre coperto il volto per sbaglio (una volta mi ha coperto il volto la mia stessa bandiera)

Perché eletronico2? Uhm... dovrei scriverlo su “Chi sei ele?”

Perché Mastodon.social apposto di Mastodon Uno? IDK, Copilot ha deciso che è meglio indicizzato l'uno che l'altro, a quanto pare il mio profilo principale non esce.

Ma chi cazzo ti cagava nel 2023? EHHHHH, prossimo post (^_<)〜☆

 
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from lucazanini

[provetecniche] -Aida come sei

selci su misura dove] le prove a misura il cantiere nel] segmento di fango e unghie con batteri sporigeni retropalco [dove i camerieri parlano ai francesi inclusione] di bussole nei ghiacciai la] comunità scientifica come le giornate si allungano parte] [prima l'opera il dietrofront l'operatore è disponibile valuta] la posizione del terrorista triste vuole] un delivery coast to coast un antidolorifico] [per il giudizio

 
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