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from My Little Grundgestalts

You probably heard of “The Dark Side of the Rainbow” — the pairing of “Dark Side of the Moon” with 'The Wizard of Oz”.

Well, I have been experimenting with pairings of that type, and have found that, unexpectedly, pairings that “work” are not as rare as one may think.

Consider for instance this case:

I took a famous short movie, “Ballet Mécanique”, and I played it in reverse — from its last frame to its first. Then I paired with my composition “GoHachi”. In order to match the video with the audio, I sped up the former: the reversed “Ballet Mécanique” was played at 64.58 frames per second instead of 25.

I found the result surprising: the music, “magically,” matched closely the action on the video.

Which was confirmed by other experiments! I'll tell you more, if you're interested.

https://en.wikipedia.org/wiki/Ballet_M%C3%A9canique

https://fb.watch/hxLZynE3A3/

https://www.youtube.com/watch?v=DVU9cuTjP5w

 
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from Adri

A volte ripensiamo a periodi felici della nostra vita, momenti in cui ci siamo sentiti bene, lieti di avere uno scopo nelle nostre giornate e persone con cui condividerlo. A me è capitato giusto ieri e ho provato un’immensa nostalgia. Anche se è finito (male) farà sempre parte di me. Ieri ho ripensato al mio vecchio personaggio, Venetia, un personaggio che mi ha aiutato in un modo in cui poche persone reali hanno potuto e potranno mai fare. E al luogo in cui ogni giorno ritrovavo lei e tutti gli altri: il teatro degli immortali. E oggi, per puro caso, la rivedo. Lì, nella mia bacheca. Come se lo avesse voluto il destino. E no, non è “merito” dell’algoritmo di g00gle perché non l’ho cercata, non ho cercato nessuno di quel periodo che potesse suggerire all'algoritmo di riportate alla mia attenzione immagini di quel forum. E’ solo lì, che mi guarda, con la sua aria altezzosa e distaccata. Probabilmente mi sta chiedendo quando tornerò a trovarla… Non sa che non l’ho mai lasciata.

 
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from Novità in libreria

Oggi finalmente sono arrivate le novità di Messaggerie che dovevano uscire due giorni fa. Eccole.

NARRATIVA:

  • LA MORRA CINESE di Marco Malvaldi (Sellerio): ecco il nuovo giallo della serie dei vecchietti del BarLume. In paese, la destra vince le elezioni e i vecchietti discutono animatamente intorno al biliardo. Ed ecco il delitto di uno studente venuto da Pisa, trovato cadavere.
  • NEL CERCHIO DEL MALE di James Patterson (Longanesi): un altro giallo con il detective Alex Cross. Forse un innocente è stato giustiziato sulla sedia elettica...
  • QUANDO UNA DONNA DIVENTA UN LAGO di Marjorie Celona (Bollati Boringhieri): una misteriosa scomparsa, a capodanno del 1986, di una donna e di un bambino è l'episodio da cui prende avvio questo “freddo” thriller canadese.
  • LA SONATA PERDUTA di Christiana Moreau (Nord): una vicenda che ruota attorno a uno spartito scomparso, ambientata nel 1723 veneziano e nel Belgio odierno. Protagoniste: due donne separate dai secoli, ma accomunate dalla musica.
  • ROMANZO SENZA UMANI di Paolo Di Paolo (Feltrinelli): un romanzo sui “disastri climatici delle nostre singole vite” (così dice la copertina). Credo che sia un romanzo sui ricordi, sulle relazioni perdute, sulle macerie che a volte punteggiano la vita delle persone.
  • SHAKESPEARE RELOVED di Pete Maggi (Solferino): romanzo storico (dall'orribile titolo, lasciatemelo dire) che ripercorre le vicende di un ipotetico giovane Shakespeare dalle origini italiane.
  • LA CASA DI EVA di Sadeqa Johnson (Solferino): due storie di riscatto sociale e razziale nell'America degli anni '50, tra Philadelphia e Washington.
  • DIARIO DI UN SEDUTTORE di Togawa Masako (Marsilio): un thriller ambientato in una Tokyo nera e violenta, scritto dall'autrice del celebratissimo RESIDENZA PER SIGNORE SOLE.

SAGGISTICA:

  • I NIPOTI DI MUSSOLINI di David Broder: un volume che si interroga sui rapporti tra il fascismo mussoliniano (mai rinnegato seriamente), l'estremismo extraparlamentare di destra e l'attuale classe di governo, a partire da Almirante, passando per Gianfranco Fini arrivando fino a Giorgia Meloni. David Broder è uno storico inglese, collaboratore di diverse testate tra cui “Internazionale”. È il suo primo libro tradotto in italiano.
  • GLI IN[DISPENSA]BILI DI SONIA di Sonia Peronaci (Gribaudo): un libro di cucina molto classico: ricette semplici ma non banali, da preparare con ingredienti base.
  • GENIALI di Philippe Daverio (Solferino): il sottotitolo dice tutto: “I 60 artisti che hanno segnato la storia dell'arte”.
  • IO AVRÒ CURA DI TE di Papa Francesco (Solferino): una serie di interventi e riflessioni sul volontariato.

BAMBINI E RAGAZZI:

  • RIOT – AMORE E LOTTA di Edith Joyce (Magazzini Salani): un romanzo per ragazzi (adolescenti, direi) in cui quattro ragazzi (come dice il titolo) lottano e si amano nell'Irlanda del Nord degli anni '60.
 
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from cosechehoscritto

l'idea è che l'umanità scomparirà, così, si autodistruggerà da sola, aumenterà l'inquinamento e gli uni diranno che non si faranno dettare l'agenda dagli altri e gli altri diranno che non si faranno dettare l'agenda dai primi e l'umanità supererà il punto di non ritorno, ha anche un nome tecnico, adesso non me lo ricordo, non sto tanto bene stasera, dormito pochissimo, e comunque l'umanità sparirà

come è poco importante, magari un virus scappato da un laboratorio, magari una centrale atomica riconvertita a rave party in cui uno come me e te ma ubriaco perso preme un pulsante per errore, tipo cade su una ragazza con i tatuaggi vikinghi e iniziano a limonare forte e con un gomito danno un colpo a un pulsante e le caldaie dell'atomica diventano incandescenti e esplode tutto e si innescano una serie di esplosioni a catena e il mondo muore, oppure più semplicemente l'umanità diventa progressivamente abitata più da merde che da persone tolleranti, sempre più merde sempre meno persone tolleranti e alla fine come gli zombie, come gli zombie, oppure altre cose, tipo una modifica ai termini e condizioni d'uso di Facebook che tutti cliccano senza leggere e il mondo esplode

oh, c'era scritto nero su bianco, non voglio dare la colpa a Meta, ma la gente non legge e clicca, non legge e clicca

comunque secondo me il mondo continua lo stesso, moriamo noi umani ma una razza si salva e sono i delfini, non come li conosciamo adesso perché il mare sarà una pozza di acidi e materiale tossico che abbiamo sversato in mare, così i delfini si salveranno ma non volando in cielo come diceva quello scemo, quello americano che tutti lo adorano e io non ho il coraggio di dire che non lo amo perché poi mi ammazzano, ma secondo me fortemente sopravvalutato, comunque, niente delfini che saltano in alto, cristo che idiozia, ma vanno in basso, verso le profondità marine, perché non sono stupidi

e il primo delfino che scende, scende, scende va un basso e poi inizia a sudare, sente la pressione addosso e pensa che sia il lavoro o la famiglia o il fatto che tutti gli altri dipendono da lui che ha scelto di essere il maschio leader oppure il fatto che ne viene da una grossa delusione affettiva e sente questo senso di oppressione e continua a scendere e poi crack, implode

lui pensava fosse l'anima invece era la pressione oceanica, l'opposto di Freud se ci pensate, tutti credevano che le malattie nervose fossero pezzi di carne che non funzionano e Freud dice eh no, guardate che è l'anima, cioè l'io, il super io, l'irrazionale, l'inconscio, tutta roba software non hardware, comunque gli altri delfini quando vedono il delfino alfa che implode si fermano, tornano verso l'alto e dicono eh cazzo, finiamo come quei miliardari che andavano a vedere le navi relitto con mezzi inadeguati, dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo imparare dai loro sbagli, dobbiamo farci crescere le ossa

perché i delfini dentro non sono fatti di lische di pesce, ma di ossa e quindi iniziano a lavorare per indurire le loro ossa e il loro esoscheletro in modo da sopportare le pressioni delle profondità oceaniche ed è un lavoro millenario, sto proprio male stasera, come un mal di testa, forse ho dormito poco, alle cinque ero lì sveglio e stanco, stanco e sveglio, mi sono alzato al buio ho bevuto un po' d'acqua, ho aperto il portatile, ho cambiato il pubblico predefinito di un post da “tutti” a “solo io” e un altro da “solo io” a “tutti” ho chiuso il portatile, sono tornato a letto e sono sprofondato lentamente nel materasso, sempre più in basso, finché la pressione del letto materasso memory ha schiacciato i miei organi, gli arti, il corpo e l'anima in seconda battuta

 
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from Lo Hobbit a scuola

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Oggi ho barato con la classe che chiameremo B. Per introdurre loro l'opera, ho fatto vedere una scena da La Compagnia dell'Anello (2001), quella presente solo nell'edizione estesa, in cui Bilbo, nell'atto di cominciare il suo libro, Andata e ritorno. Un racconto hobbit di Bilbo Baggins, illustra nel primo capitolo intitolato Riguardo agli hobbit le usanze e le caratteristiche del suo popolo. Ho barato perché è una scena talmente bella ed emblematica che mi ha risparmiato gran parte del lavoro per far capire ai ragazzi che cos'è la Contea, chi sono gli hobbit e cosa li rende unici. Ho chiesto loro di annotare tutto ciò che poteva essere degno di nota e ciò che li colpiva maggiormente. Alla conclusione del video, una ragazza mi ha detto che ad averla colpita è il modo in cui, per dire che gli hobbit amano la terra in cui vivono, Bilbo dica che «tutti gli hobbit hanno amore per le cose che crescono». Ho chiesto loro cosa significasse.

“Significa che le cose vanno curate, sennò non diventano grandi.”

Questo mi hanno risposto e per una classe di prima media è più che sufficiente. Al ché, ho citato un'altra frase che viene detta qualche minuto dopo.

Così la vita nella Contea va avanti più o meno come in questa passata Era, piena dei suoi andirivieni con cambiamenti che avvengono lentamente – sempre che avvengano. Perché le cose sono fatte per durare nella Contea, passando da una generazione all'altra.

E si sono illuminati, la pelle d'oca – complice anche il bellissimo tema della Contea composto da Howard Shore. Sintetizzo quello che mi hanno detto con:

“Gli hobbit amano la loro terra perché con l'impegno possono fare cose che crescono e che li fanno sentire a casa per tanto tempo.”

Sono pronti per leggere come sentirsi a casa possa significare anche lasciarla.

 
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from edosecco

Da qualche tempo mi sono interessato a raccogliere una serie di brani musicali in cui vengono commisti sia allegria ed energia che malinconia (senza scadere nel lagnoso), sentimenti opposti eppure amalgamati ottenendo bellissime canzoni. Ecco qui un elenco, separato più o meno in gradi: ditemene altre!

Più energiche che malinconiche Little Talks – Of Monsters and Men (questa per me è il paradigma) Ordinary life – Liquido Fake it – Seether Can't repeat – Offspring Rebellion (Lies) – Arcade Fire Walking the wire – Imagine Dragons

Metà e metà Satura – L'Orage Welcome to my life – Simple Plan No cars go – Arcade Fire Tonight – Dommin Bones – Editors Message in a bottle – Police Satellite – Rise Against L'alba che vuoi – The Sun Entre dos tierras – Heroes del Silencio Everlong – Foo Fighters Someday – Nickelback

Più malinconiche che allegre Snap – Rosa Linn Tutti i miei sbagli – Subsonica Precious – Depeche Mode Adam's song – Blink-182 Iris – Goo Goo Dolls Sail Away – The Rasmus

 
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from Lo Hobbit a scuola

Image Oggi, in quella che chiameremo classe A, è andata bene. Ho presentato ai ragazzi l'opera, chiedendo loro cosa fosse tipico del genere fantasy e cosa conoscessero già del mondo di Tolkien. Mi ha molto sorpreso scoprire che conoscevano già abbastanza bene – chi più chi meno – la Terra di Mezzo, gli hobbit e il caro vecchio Gandalf, soprattutto perché avevano già visto l'adattamento cinematografico de Lo Hobbit di Peter Jackson. Quello che mi ha sorpreso ancora di più è stato come, alla fine dell'ora, i ragazzi fossero incuriositi da come l'opera si sarebbe svolta: ho fatto vedere loro una serie di illustrazioni del romanzo e, quando è capitata quella di Gollum, erano curiosi di sapere come aveva fatto a ridursi così... Se solo sapessero! Ma l'immagine che più li ha colpiti è la prima che incontreranno quando la prossima settimana cominceremo a leggere il romanzo: il caro vecchio Bilbo che fuma la sua pipa nel portico di Casa Baggins, ignaro che la sua vita stava per cambiare per sempre.

 
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from Novità in libreria

Anche oggi siamo inondati di nuovi titoli. Ecco una selezione per voi.

NARRATIVA:

  • RESISTI, CUORE di Alessandro D'Avenia (Mondadori): ecco una di quelle che io chiamo “bombe di Natale”, ovvero un bestseller destinato a contribuire al mio “stipendio”. Si tratta di un romanzo sull'Odissea di Omero e sul concetto di eroismo di Odisseo.
  • GRANDE MERAVIGLIA di Viola Ardone (Einaudi): torna l'autrice de IL TRENO DEI BAMBINI e OLIVA DENARO con una storia ambientata in un manicomio.
  • DOPPIO – IL MIO VIAGGIO NEL MONDO SPECCHIO di Naomi Klein (La Nave di Teseo): dopo il suo grande successo NO LOGO, diventato il manifesto del movimento no global mondiale, ecco un grosso romanzo dall'accattivante copertina a “specchio”. I temi sono quelli cari a Naomi Klein: complotti, complottismi, intelligenza artificiale, destra, sinistra, mutamenti sociali, democrazie liberali e autoritarismi.
  • LA NOTTE PIÙ BUIA DELL'ANNO di Malin Stehn (Rizzoli): thriller nordico pieno di segreti di famiglia.
  • IL MAGGIORDOMO di Danielle Steel (Sperling & Kupfer): classico romanzo “per signore” di questa autrice, di cui la Sperling sforna almeno un romanzo ogni due mesi. Stavolta è la storia (ambientata a Parigi) di un maggiordomo (vedi titolo) e di una donna che cerca la propria strada.
  • QUANDO LA NOSTRA TERRA TOCCAVA IL CIELO di Tzering Yangzom Lama (Einaudi): una saga familiare ambientata nel Tibet invaso dalla Cina.
  • Piemme pubblica due gialli: NON USCIRE NELLA NOTTE di Stacy Willingham e IL RUMORE DEL SILENZIO di Brian Freeman. Metto insieme questi due titoli perché fanno parte della stessa collana e perché entrambi riguardano segreti del passato che tornano a tormentare i protagonisti.

SAGGISTICA:

  • QUANDO IL FUTURO SARÀ STORIA – OTTO LEZIONI DOPO HIROSHIMA di J. Robert Oppenheimer (Utet): otto lezioni e interventi a conferenze a firma di un personaggio di gran moda grazie al film di Christopher Nolan.
  • IL DIAVOLO di Giovanni Papini (Edizioni Clichy): ecco un libro che leggerò volentieri, non appena mi sarò liberato da tutti gli arretrati. Questo è un saggio del 1953 che Papini mandò in stampa verso la fine della sua esistenza. Aveva l'esigenza di esporre le sue teorie sul diavolo, teorie non sempre in linea con la dottrina ufficiale della Chiesa.
  • LA SPERANZA AFRICANA di Federico Rampini (Mondadori): un saggio in cui l'intellettuale bretelluto si occupa di Africa. Onestamente, non so cosa aspettarmi: 328 pagine mi sembrano un po' pochine per un libro che non sia un “volo d'angelo” necessariamente superficiale su un continente così grande, complesso e pieno di problematiche profonde. Forse si tratta più che altro di un racconto del continente africano ad uso e consumo di quei lettori che hanno un'idea semplicistica e stereotipata dell'Africa e delle sue (molte) popolazioni.
  • CACCIA AI NAZISTI di Marco De Paolis (Rizzoli): questo è il racconto delle indagini compiute dal 2002 al 2018 sulle stragi naziste avvenute nel nostro paese (Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Cefalonia e altri atroci episodi) e archiviate nel famoso “armadio della vergogna”.
  • I LIMITI NON ESISTONO di Andrea Pusateri: Andrea ha perso una gamba a 4 anni per un incidente, eppure corre, nuota, e affronta gare di Coppa del mondo in bicicletta e prove di Ironman. In questo libro racconta la sua storia in prima persona.

BAMBINI E RAGAZZI:

  • LA VENDETTA INDOSSA I TACCHI A SPILLO di Kendall Kulper (DeA): un giallo-thriller per ragazzi ambientato nella Chicago del '28.
  • LE CRONACHE LUNARI di Marissa Meyer (Mondadori): due volumoni coloratissimi con l'intera serie delle fiabe classiche (le cui protagoniste sono coraggiose ragazze) riscritte in chiave fantascientifica. Ovvero: Cappuccetto Rosso, Cenerentola e Raperonzolo, però toste e indomite contro una regina dei cyborg. Come di consueto per Oscar Vault, il prodotto editoriale è bellissimo a vedersi, curato nella grafica e nel lettering.
  • LA DEBOLEZZA DEL CUORE di Kerilynn Wilson (Rizzoli): bellissima graphic novel distopica e metafisica, che racconta di un mondo in cui le persone sono state private del cuore per curare i sentimenti negativi.
  • GASTONE MUSONE E IL PIGIAMA PARTY di Suzanne Lang (Il Castoro): un albo illustrato (il quinto) della serie del simpatico scimpanzé Gastone.
  • Due titoli per Mondadori: IL GIORNO IN CUI SCAMBIAI MIO PADRE PER DUE PESCI ROSSI e I LUPI NEI MURI, entrambi scritti da Neil Gaiman e illustrati da Dave McKean. In realtà ero in dubbio se inserire questi albi fra i libri per bambini e ragazzi. Si tratta di due (vecchi) capolavori di testi e illustrazione (lo stile eclettico e spigolosissimo di McKean mi piace da impazzire) inquietanti e assurdi nella loro bellezza.
 
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from Lo Hobbit a scuola

Oggi propongo per la prima volta ad una classe di prima media la lettura de Lo Hobbit come attività di potenziamento di materie letterarie. Chissà come verrà recepita dai ragazzi... Non volevo propinargli il classico libro scolastico, pieno di buoni propositi e ottime intenzioni, ma che non stimola minimamente l'immaginazione e il senso di avventura che i ragazzi di questa età devono e vogliono vivere. Mi rendo conto che potrebbe essere una lettura complessa per i meno avvezzi ai romanzi, ma mi auguro che la bella prosa del Professore e la meravigliosa storia della Terra di Mezzo possa conquistare questi giovani novelli lettori. Oggi ho la prima di tre classi a cui proporrò la lettura delle avventure di Bilbo, Thorin e i suoi seguaci per riconquistare Erebor. Vi terrò aggiornati su come andrà questa mia piccola avventura.

 
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from Troppacaffeina

PIAN DELLA TORTILLA – John Steinbeck

Un romanzo epico e picaresco di eroi straccioni. A una lettura superficiale, i temi del libro sembrano essere le vicende di Danny e del suo gruppo di amici, la coesione di una piccola comunità, e infine la storia di un luogo, Pian della Tortilla. In realtà, credo che tutto questo sia un “depistaggio”, una maschera ingannevole indossata fin dall'incipit. Il vero protagonista è la casa di Danny, un “contenitore” vivo e disposto ad accogliere chiunque: personaggi, storie ed esistenze. La struttura del romanzo è simile a una raccolta di episodi “boccacceschi”: ogni capitolo ha un suo titolo che lo riassume e lo “spiega” al lettore, fornendogli così una chiave di lettura. A proposito di stile, è particolarissimo il legame che il narratore stabilisce proprio con il lettore: come un menestrello, Steinbeck racconta i personaggi e i loro aneddoti, gli mostra i luoghi, gli sussurra all'orecchio i pettegolezzi e le dicerie dei paisanos. Un elemento peculiare ed essenziale del romanzo è infine il richiamo a un misticismo popolare che pervade gli episodi in profondità: dalla devozione per i simboli dell'amicizia (la casa stessa è chiamata “talismano”) alla venerazione (quasi pagana) di San Francesco, santo-ipostasi della Natura.

 
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from Adri

Parlando di minimalismo applicato farò alcuni esempi di cosa ho eliminato dalla mia vita senza che queste mi siano mancate assolutamente.

Cose che non compro più da quando sono minimalista:

  1. acqua in bottiglia; non riuscirò mai a capacitarmi di come sia possibile che esistano persone che spendono soldi per avere una cosa che esce letteralmente dal rubinetto di casa tua*. La plastica è il veleno di questo pianeta e c'è chi ne copra chili per trasportarla dal supermercato a casa. E sì, lo so che ci sono realtà in cui l'acqua di casa ci viene detto non è sicura, ma sinceriamocene consultando le strutture adeguate invece di dare retta a cosa dice ammiocuggino.

  2. fast fashion; H&M, Zara, Benetton, Pull&Bear... tutte quelle marche che ti permettono di portarti a casa una maglietta a 5 euro per poi ritrovarti tutte le cuciture spostate, buchi o un colore diverso dopo il primo lavaggio. Meglio pochi capi, ma scelti con cura, adatti a me, alla mia figura, alla mia personalità, ai miei bisogni. Niente più acquisti sull'onda dell'entusiasmo per poi lasciarli abbandonati nell'armadio perché, in fondo, quella gonna è davvero troppo sgargiante e non mi sento di indossarla...

  3. libri cartacei; le biblioteche sono la più meravigliosa invenzione che l'umanità potesse concepire. Compro ancora qualche libro in carta, ma si tratta di artbook o manuali che mi serve avere sottomano o libri che mi servono per il mio lavoro. Per il resto: romanzi, saggi, tutto quello che posso lo prendo in prestito. Non occupa spazio, non prende polvere e non richiede ulteriore dispendio di carta.

  4. cd, dvd, vinili; da quando frequento il fediverso ho scoperto valide alternative open al dover comprare fisicamente musica, film o serie. E ho eliminato scatole e scatoline di dischi.

  5. gioielli; ho passato in rassegna la mia collezione di bigiotteria e l'ho decimata. Oggi non ne compro più. I gioielli in oro o argento che non mi piacevano li ho scambiati in gioielleria per acquistare regali.

  6. cibo spazzatura; questa è una scelta che oltre che al pianeta e alle tasche fa bene anche alla salute.

  7. souvenir; quando viaggio non compro più quelle stupidaggini per turisti che a niente servono se non per ingombrare ulteriormente casa tua. Come se avessi bisogno di un oggetto per ricordarmi di una vacanza, molto meglio le foto.

  8. creme, cremine, lozioni, olii...; più cose ci mettiamo addosso peggio è. La pelle sa già ripararsi e proteggersi da sola, è programmata geneticamente per farlo. Quando hai una crema per il giorno che protegga la pelle del viso dallo smog della città (se vivi in città) e una lozione per struccarti (se ti trucchi) o semplicemente per pulire il viso la sera non ti serve altro. Tutto il resto è solo pubblicità.

 
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from Casa Giulia Grignani

IL PORTALE

Un giorno come tanti, un giorno buono per portare a spasso la vita, per trascorrere momenti senza dare adito a pensieri, mi ritrovo immersa in secoli di storia; decido di fermarmi. Davanti a me si stagliano nella loro magnificenza sedici bianche colonne, dedicate a San Lorenzo, vestigia d’antico splendore e dal fascino millenario al tempo di Mediolanum capitale. Alzo gli occhi al cielo per incontrare quella maestosità sentendomi piccola nella mia umana imperfezione, insignificante al solo pensiero di chi fondò le civiltà del mondo. Osservo il colonnato prendendomi il mio tempo con la calma che permette alla mente di capire e agli occhi di vedere. Al centro delle colonne c’è una sorta d’apertura, in quel preciso momento si fa luogo d’entrata verso qualcosa che non dovrebbe essere, sembra un passar di porta che forse al nulla conduce. Mi avvicino, appare come un deforme specchio, mi guardo attorno per vedere se qualcun altro se n’è accorto, ma la gente passeggia incurante, ignara di quel che sta accadendo. Stranamente nessuno fa caso a me e a quella cosa apparsa immantinente. Solo io la vedo? Possibile? Sono forse quegli strani sogni a occhi aperti, oppure quelli soliti concessi da Morfeo? O potrebbe forse essere un’evasione inventata dalla mente a destare preoccupazione? Non so che cosa fare, vorrei chiedere aiuto, ma il coraggio mi viene meno, perciò rimango lì ferma, immobile allo sguardo, indecisa sul da farsi in balia d’incontrollabili eventi. Tergiverso basita nel timor panico che inspiegabilmente dilaga attratta comunque da ciò che mi si è parato innanzi. Ma che cos’è? Non capisco, sembra quasi un portale spazio-tempo. Le certezze vengono meno se di fiducia in se stessi si tratta. Decido di fare un respiro profondo che immancabilmente non dà alcun frutto, certe idee si sa, se non sono supportate da un credo, non danno risultato alcuno, perciò, con tutta la tensione di cui sono capace faccio qualche passo e mi avvicino alla strana apparizione. Tendo la mano con l’intenzione di toccare quel che a parere mio ha l’apparenza di un informe vetro, la superficie, un po’ opaca e un poco trasparente, è mutevole di forma, sembra inquieta, mi viene quasi da pensare che non sia soddisfatta di sé. Mi specchio deformandomi, inseguendo visioni distorte che per niente appagano il mio stato. Decido di toccare. Nell’esatto punto del tocco immediatamente s’allargano innumerevoli cerchi concentrici come goccia che cade nell’acqua e d’imperitura forza ondeggiando avanza. Incantata, incredula e alquanto impressionata rimango in silenzio e osservo. Al tatto non ho sentito nulla. Come spiegarlo? Com’è fatta questa cosa che all’apparenza sembra impalpabile niente? Perché apparire proprio davanti a me? Lo specchio sembra chiamarmi, mi attrae, ancora una volta non mi tiro indietro, mi faccio coraggio e varco il passo. Il senso del perdersi nell’aria immota, quasi lattiginosa, mi destabilizza sgretolando rimasugli d’esigue certezze. È un salto nel buio, nel consapevole timore del non tornare, ma con la speranza e il desiderio di sapere, di poter vedere l’ingombrante e scomodo passato troppo spesso opportunamente dimenticato. Un dono dunque. Cerco risposte alle mille e più domande sul creato e sul privilegio dell’esistere. Spero di poter osservare il tempo nel suo evolversi e nel costante dipanarsi. Strano questo retrocedere lento che pare quasi immoto, osservo il ritorno delle lancette dell’ora e quelle dei minuti, non lo percepisco questo ripensamento dell’incedere. Dimentica d’impossibilità preconcette grata accolgo il diverso e inusuale che mi attende e che cede il passo all’eccezione portando in palmo di mano il seducente e inquieto ignoto. Com’è strana la misurazione di stelle e giri di pianeti, del battere e levare del cielo e degli astri che fan di vita l’uomo. Tempo, entità astratta priva di materia, ma credibile metamorfosi che in vecchiaia avanza. Così ritorno all’antico, al tempo lontano, che pare quasi battito di ciglia, tempo che si fa tempo. Il mio sguardo da attonito muta attento, da timoroso diventa audace, la mente trepida nel vuoto che ovatta nell’attesa d’esistenza aspettando ciò che potrà essere in corsi e ricorsi rincorrendo eventi. Il nulla sembra nulla, ma in un modo che colma e in un silenzio che pare lontananza. Sa d’abbandono questo spazio-tempo. Mutevole l’opaca trasparenza risulta ancora impalpabile, m’impressionano i prismi di colore, i bagliori di luce e le oscure ombre che inquiete avanzano facendosi tormento. La realtà travalica la ragion d’essere del mutevole tempo ordinario. Interessante questa smaterializzazione di confini in un evadere che sa d’infinito silente e d’ignoto deforme. Vacillo nell’attimo stesso di un ripensamento, poi però la brama di sapere si fa pressante invadendo cuore e ragione facendosi esistenza che già mi appartiene. Procedo in timorosi passi, lasciandomi levitare in leggerezza, come in etereo sogno dimentico me stessa in un rilassamento di corpo e mente. Improvvisamente tutto si dipana come impalpabile nebbia che si scioglie scomponendosi e disvelando immagini che si fanno storie di passato. Un muro di basse case intonacate in bianco appare dal nulla e mi ritrovo fuori dallo spazio-tempo in una stretta via di pietra lastricata. Dove andare? Osservo inquieta, forse a mano manca? All’improvviso da quella parte uno scalpitare di zoccoli avanza vorticosamente rimbombando feroce sul selciato. Un uomo a cavallo lanciato arramba senza intenzione alcuna di fermarsi. Faccio un passo indietro cercando di sottrarmi al furore del galoppo, percepisco l’intento dell’uomo di travolgermi nell’implacabile indifferenza della vita umana. I miei passi retrocedono nella paura in cerca di salvezza ed ecco sono di nuovo nel portale, inghiottita nell’ignoto senza possibilità alcuna di sapere, di conoscere ciò che è stato. Fortunatamente nella nebbia ritrovo l’equilibrio evitando di cadere. Palpita ancora il cuore nella gola, mi faccio forza avanzando di alcuni passi, mi perdo, per un attimo, ma già sono fuori nel mio tempo, quello familiare. Osservo le colonne che fanno da spalla al traffico di una città in veloce mutamento, nessuno sembra accorgersi di nulla, nessuno mi guarda. Ritorno in me. Sollievo, delusione e rimpianto d’occasioni perse s’affacciano sul mio animo al triste evaporare di un sogno. Mi volgo a osservare nuovamente il portale per cogliere un’altra occasione, non c’è più tempo, scomparso, dissolto come neve al sole ben attento a non lasciare traccia! Non saprò mai se fu onirico sogno o desiderio d’evasione o forse più semplicemente un’opportunità che nel bel mezzo della vita non ho saputo, potuto, voluto cogliere.

Giulia Grignani ©

 
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from Corsa disordinata

Il Primo Lungo e

Domenica il primo lungo da 25Km in preparazione della Maratona di Ottobre. Giro Verde, non una Fiasp ma LA Fiasp della mia società, arrivati alla 36esima edizione. Il Giro Verde in zona ormai è un istituzione, perchè da anni ha rappresentato un giro diverso dagli altri per lo spirito che si respira, sarà stato questo che mi ha spingo ad entrare nel Camisano Running, non lo so fatto sta che quest'anno lo sentivo un po' più mio. Giro fatto in compagnia del Tapo, visto che entrambi abbiamo la stessa Maratona. Fatto discretamente bene direi, caldo ma gestibile, i ristori fatti tutto per bere, forse troppo, ma comunque giro non troppo impegnativo.

Pomeriggio al lavoro e solo un po' di mal di gola, ma niente di che, la mattina del Lunedi uno straccio e come da copione ero già pronto a fare testamento perchè agonizzante! Non avevo la febbre ma stavo malissimo, verso sera pero un barlume di vitalità si affaccia, il martedi vado al lavoro ma ancora non sto benissimo e per una serie di vicissitudini, fisiche e non, come direbbe qualcuno” Sei un minkia!“, non vado a corre!

Ma oggi, oggi allenamento al campo 4x2000 in 9'10” pioviggina clima perfetto, io sto benone, solo un po' intasato e secondo me questo più le partenze a fiamma mi hanno fatto detonare malissimo all'ultima. Non riuscivo più a respirare bene verso gli ultimi 1000, rantolavo. Ma portati casa sui gomiti ma portati a casa!

E ora? Sto benone, ho anche preso il kit di automassaggio della Decathlon che voglio provare e domani recupero sia la bici che la corsa...forse/spero/vediamo.

 
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from 𝓟𝓮𝓷𝓼𝓲𝓮𝓻𝓲 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓢𝓮𝓻𝓪

Un giorno a meza cap biribim, biribim, biribim, bombom

Un giorno a meza cap biribim, biribim, biribim, bombom

L'ARQ arrivò, oo, oo L'ARQ arrivò, oo, oo L'ARQ arrivò, fii, bum.

L'evento era funesto biribim, biribim, biribim, bombom

L'evento era funesto biribim, biribim, biribim, bombom

La testa gli partì, ìì, ìì La testa gli partì, ìì, ìì La testa gli partì, fii, bum.

Aveva gli occhi rossi biribim, biribim, biribim, bombom

Aveva gli occhi rossi biribim, biribim, biribim, bombom

La rabbia lo rapì, ìì, ìì La rabbia lo rapì, ìì, ìì La rabbia lo rapì, fii, bum.

Il bianco lo guardava biribim, biribim, biribim, bombom

Il bianco lo guardava biribim, biribim, biribim, bombom

Con terrore lo osservò, òò, òò Con terrore lo osservò, òò, òò Con terrore lo osservò, fii, bum.

Alfine è arrivato biribim, biribim, biribim, bombom

Alfine è arrivato biribim, biribim, biribim, bombom

Meza cap bestemmiò, òò, òò Meza cap bestemmiò, òò, òò Meza cap bestemmiò, fii, bum.

Vincenzo dì qualcosa biribim, biribim, biribim, bombom

Vincenzo dì qualcosa biribim, biribim, biribim, bombom

O tra poco me ne andrò, òò, òò O tra poco me ne andrò, òò, òò O tra poco me ne andrò, fii, bum.

Qui ci sta un bel ricorso biribim, biribim, biribim, bombom

Qui ci sta un bel ricorso biribim, biribim, biribim, bombom

Il bianco suggerì, ìì, ìì Il bianco suggerì, ìì, ìì Il bianco suggerì, fii, bum.

Era meglio per te tacere biribim, biribim, biribim, bombom

Era meglio per te tacere biribim, biribim, biribim, bombom

Il folle lo aggredì, ìì, ìì Il folle lo aggredì, ìì, ìì Il folle lo aggredì, fìì, bum.

Al colmo del furore biribim, biribim, biribim, bombom

Al colmo del furore biribim, biribim, biribim, bombom

Meza cap lo frustò, òò, òò Meza cap lo frustò, òò, òò Meza cap lo frustò, fii, bum.

La fine della storia biribim, biribim, biribim, bombom

La fine della storia biribim, biribim, biribim, bombom

Ancora adda venì, ìì, ìì Ancora adda venì, ìì, ìì Ancora adda venì, fii, bum.

 
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from Blogicamente

Vedere non è guardare Per quanto a qualcuno possa sembrare paradossale, guardare ha un suo significato, vedere ha tutt’altro significato. Infatti il ‘guardare’ non presuppone che si riesca anche a ‘vedere’! Vedere deriva dal latino videre e si pone come significato la percezione della realtà attraverso l’uso della vista. Quindi vuol dire capire, scoprire ed interpretare ciò che ci circonda; molte volte chi guarda non vede, perché guardare è un’azione riflessiva come fare attenzione a qualcosa o qualcuno, ma non si va oltre! Se la gente vedesse e non si limitasse a guardare, probabilmente vivremmo in un mondo migliore. Guardarsi, come vedersi, è legato in modo particolare alla percezione di una persona del proprio corpo. Ma a differenza del secondo verbo, guardarsi può significare anche preservarsi e difendersi (es. guardati alle spalle). Quando si tratta di vedere invece, si abbandona ciò che è materiale per penetrare in profondità; si va oltre l’apparenza di sé stessi.

“Non importa quello che stai guardando, ma quello che riesci a vedere.” (cit. Henry David Thoreau)

 
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from La vita in famiglia è bellissima

Oggi ho avuto questo ricordo, pensavo al mondo in cui sono alle cose che avevo fatto, e ho avuto questo ricordo del 2003. Quindi avevo trentatre anni. Troppo pochi. Quelli avevo. In pratica 2003 viene fuori che l'Iraq ha delle armi di distruzione di massa e Stati Uniti e Inghilterra premono per una azione di forza per rovesciare il regime di Saddam Hussein.

A questa cosa delle armi di distruzione di massa non ci crede nessuno. Quando oggi leggo i complottisti sorrido, perché non c'è bisogno di nessun complotto per fare azioni insensate e dettate dal puro potere e dagli interessi personali. In questo caso nessuno crede a queste armi di distruzione di massa e le piazze più volte si riempiono dei soliti rompicoglioni: i pacifisti, ma tanti.

Non ricordo se anche io ho parteciapato, il venerandi trentatreenne era più coglione di quello contemporaneo. Non tantissimo eh, ma abbastanza da non farmi ricordare se ero sceso o meno in piazza. Pensavo, nel 2003, che avrei avuto sempre tempo di scendere in piazza se fosse stato il caso.

Che coglione.

Comunque, che fossi sceso o meno ero davvero convinto che quella guerra non ci sarebbe stata. Voglio dire, avevano tutta l'opinione pubblica contro, tutta. Sono anche la stessa persona che ha pensato che l'iPod e l'iPhone sarebbero stati due fiaschi colossali, per dire la lungimiranza.

Ecco, quando ancora la guerra non era scoppiata e non si sapeva se sarebbe scoppiata o meno c'è stata questa cosa che oggi mi è venuta in mente mentro ero in auto e mi sono detto, appena sono a casa me la riguardo su Youtube.

Tony Blair, il primo ministro inglese, era andato su MTV a convincere i ragazzi che la guerra ci voleva, che l'Iraq aveva delle armi di distruzione di massa. Dico “convincere i ragazzi” perché di fronte non aveva un altro politico o un intervistatore, ma aveva 40 ragazzi di 16 – 24 anni, provenienti, cito dall'articolo che ho trovato in rete, da “United States, Britain, the Netherlands, France, Germany, Iraq, Israel, Italy, Kuwait, Libya, Norway, Palestine, Romania, Russia, Serbia, Spain, Sudan, Sweden and the Ukraine”.

Ecco, io quella sera ho acceso MTV e ho guardato Tony Blair rispondere alle domande di questi ragazzi MTV di tutto il mondo scioccati che l'Inghilterra e gli Stati Uniti partissero per una guerra che era chiaramente senza fondamento.

Di quella trasmissione ricordo una cosa: il volto attonito di Blair, confuso, incerto. All'epoca, sono ricordi di vent'anni fa, mi era sembrato come una mosca inchiodata dai ragazzi alla verità. Cioè: si vedeva che stava mentendo. Che stava provandoci, che ce la metteva tutta per essere convincente e le sue parole cadevano nel vuoto e rimbalzavano sui volti freddi dei ragazzi e si vedeva che lui provava imbarazzo, che non era a suo agio. Capiva che stava fallendo. Avrebbe dovuto convincere e più lo guardavo più si capiva che era tutto falso.

Ora: è un ricordo di vent'anni fa. Ero in auto, oggi, mi sono detto, magari è una deformazione della mia memoria. Magari non era stato così e all'epoca il mio giudizio sulla guerra mi ha fatto vedere in maniera pregiudiziale il tono, i gesti, la mimica di Blair.

E così sono tornato a casa e ho cercato su Youtube la registrazione di quella trasmissione, su Youtube c'è di tutto, per rivederlo e giudicare di nuovo quel momento, quell'azione politica. Magari – ho pensato – potrebbe venire bene per una lezione a scuola.

E qua arriviamo alla momento della memoria e della verità.

Su Youtube non c'è.

Ho cercato un po', ho messo anche il titolo della trasmissione, ho cercato su Google e – almeno a una rapida ricerca non ho trovato nessuna registrazione della trasmissione.

Tutto rimosso.

[se poi qualcuno la trova in qualche anfratto di internet mi avverta, grazie]

 
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