Maria Maddalena
from jens
Predicazione su Giovanni 20, 11-18
Oggi siamo invitati a riflettere sulla Pasqua accompagnando Maria Maddalena e comprendendo per mezzo di lei che cosa è accaduto nel cimitero di Gerusalemme quasi 2000 anni fa.
Maria Maddalena, come tutti i seguaci di Gesù, ha alle spalle un fine settimana orribile. Non avrà dormito per due notti dopo la morte crudele del suo maestro. È pesante dover affrontare il fatto che Gesù è morto.
Quante volte sarà scoppiata in pianto ripetendo queste parole: «Gesù è morto, o Dio, perché?» Gesù per lei non è stato solo un maestro, solo uno che portava su di sé la speranza d'Israele. Gesù ha profondamente cambiato la sua vita, Maria Maddalena, dopo l'incontro decisivo con Gesù non è più la stessa.
Lei soffriva di gravi disturbi psichici, non era più se stessa. I suoi disturbi erano così gravi, Maria era talmente ammalata senza speranza di poter guarire, che la gente attribuiva ai demoni i suoi disturbi. Leggiamo da Luca: Con lui vi erano i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie fra cui Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni.
Gli antichi volevano dire con questo che Maria Maddalena non sembrava più padrona di se stessa. Non era capace di vivere una vita autentica. Gesù invece è stato capace di guarirla. Gesù ha tolto i suoi dubbi, ha tolto i gravi disturbi psichici. Nell'incontro con Gesù, Maria Maddalena ha sperimentato non solo la guarigione ma anche la salvezza. Gesù le ha regalato una vita nuova, senza paura, una vita gioiosa.
Ora però Gesù è morto e con la sua morte c'è il pericolo che i disturbi psichici tornino.
Giovanni ci racconta invece che le cose vanno in modo diverso, seguiamo il filo del suo racconto:
1 la fine? 2 lo sconvolgimento 3 la testimonianza
1 la fine?
Hanno trattato Gesù come un criminale. L'hanno processato, l'hanno crocifisso e l'hanno sepolto nel sepolcro di Simone di Cirene. Ora inizia una nuova settimana. Ancora non si vede il sole, ancora è buio completo, ma Maria Maddalena non ce la fa più, lascia il suo letto che ormai da due notti non le da conforto, prende il balsamo per imbalsamare Gesù, per fare un ultimo servizio a colui che ha profondamente cambiato la sua vita. Piange, ogni passo è accompagnato da singhiozzi profondi. Arriva al sepolcro e lo trova aperto, la pietra di chiusura è stata rimossa. Si spaventa, torna in città per dirlo ai discepoli, insieme corrono al sepolcro, lo trovano vuoto. I discepoli non sapendo cosa pensare, se ne vanno, Maria Maddalena invece rimane. Entra nella tomba e riflette: «Che cosa può significare questo? Non è già abbastanza difficile affrontare la morte di Gesù? E ora, perché devo soffrire ancora di più per un brutto scherzo? Dove l'avranno portato?»
Per Maria la tomba vuota è una realtà pesante che si aggiunge alle tenebre della morte, la prima Pasqua cristiana comincia nel buio. Che realtà diversa dalla nostra. Pasqua per Maria è un unico enigma. Non c'è ancora traccia di festa, di luce, di gioia, non c'è niente di vita, di vittoria e nessun canto di alleluia. Solo lutto e pianto, pensieri oscuri, domande, solitudine, non-senso, spavento.
La prima Pasqua comincia nella notte, radicata profondamente nella croce. La Pasqua quindi la possiamo solo avere insieme alla realtà della morte. Non c'è speranza senza dubbi, non c'è gioia senza lacrime, non c'è vittoria senza perdite. Questa è la Pasqua, il risorto porta ancora le ferite della crocifissione.
Maria Maddalena rimane nel lutto, i suoi sentimenti ed i suoi pensieri girano attorno alla morte e ai dolori, non è una situazione che sembra avere una via d'uscita.
2 lo sconvolgimento
Nel lutto, nel suo pianto riconosce due angeli nel sepolcro. «Donna, perché piangi?» Finalmente il silenzio della disperazione viene rotto. «Hanno tolto il mio Signore e non so dove l'abbiano deposto» Finalmente lei ha qualcuno con cui sfogarsi. «Il mio Signore» Le sue parole fanno emergere il suo dolore, la sua nostalgia. Fa bene potersi sfogare, parlare delle cose che pesano sul cuore, vedere che c'è qualcuno che si interessa allo stato d'animo altrui.
Con questa domanda degli angeli quindi, il racconto prende la sua svolta verso ciò che si rivelerà come sconvolgimento totale non solo dello stato d'animo di Maria Maddalena, ma dell'intera storia umana. Dopo il buio arriva l'alba.
Una volta ho visto un quadro con cui l'artista ha voluto rappresentare in olio su tela il racconto di Maria Maddalena alla tomba vuota.2 L'artista ha disegnato un cimitero con tante tombe. Maria è inginocchiata davanti alla tomba aperta e vuota. È inclinata verso la tomba e nello stesso momento sembra che guardi indietro. L'artista così ha voluto esprimere che Maria Maddalena è inginocchiata al confine fra vecchia e nuova creazione senza saperlo.
Il cielo che fa da sfondo ha tanti colori, dal nero, al blu, al rosso. C'è poca luce nello sfondo. Maria, con la mano destra tocca la lapide crollata ma intera su cui è scritto: Gesù di Nazareth. A sinistra e a destra su lapidi spezzate si leggono nomi come Adamo, Eva. La vecchia creazione ora fa parte del passato.
L'artista ha disegnato proprio la scena precedente all'arrivo del giardiniere. Ora Maria sente la sua voce. «Maria» e lei risponde, dopo i dubbi riconosce Gesù. Ora lo vuole toccare, vuole verificare ciò che è successo e che la sconvolge.
Ora, e solo ora è Pasqua per Maria. La Pasqua è la via verso la vita. La Pasqua è più di un ritorno. La Pasqua non è comprensibile. Il risorto non si fa toccare. Ma egli ci parla. Così il percorso di Maria ci insegna: la Pasqua è lì dove siamo nel lutto e piangiamo per i nostri peccati, la Pasqua è lì dove il risorto si volge verso di noi.
Gesù vive, questo è il messaggio di Pasqua. Forse abbiamo dei dubbi come Maria, ma possiamo arrivare proprio con lei alla gioia e possiamo sperimentare con essa la forza vitale del risorto nella nostra vita.
3 la testimonianza
La Pasqua per Maria diventa così molto di più della semplice guarigione di cui ci parla l'evangelista Luca. Ciò significa che la nostra vita, nonostante le guarigioni da parte di Gesù rimane fragile. Solo perché Gesù vive vivremo con lui. Nessuno ci può togliere il risorto e con lui l'amore di Dio.
Il percorso di Maria non finisce alla tomba vuota. Maria viene incaricata dal Signore e torna, torna a Gerusalemme e parla di ciò che ha visto. «Ho visto il Signore!»
Chi ha visto il risorto, chi ha sperimentato la forza vitale del risorto nella propria vita non può restare indifferente. La gioia e la nuova vita si fanno strada, vogliono essere testimoniate. Possiamo buttare tutto ciò che per noi è pesante, tutte le mura di odio erette dagli esseri umani, tutto il nostro dolore nella tomba, che ora è vuota e vuole contenere tutto ciò che è morte e sofferenza nella nostra vita, lo possiamo fare perché dove Gesù è in mezzo a noi, le lacrime diventano riso pieno di gioia.
Concludo: il quadro dell'artista di cui ho parlato mostra sul cimitero un mare di rose rosse, simbolo della fede, della speranza dell'amore. Le rose fioriscono e il loro colore rosso spalanca le porte del regno della morte. Perciò possiamo testimoniare come Maria: Io ho visto il Signore.