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from Alviro

Nello specchio non mi compiaccio, ma nemmeno mi dispiaccio. Diciamo che mi osservo con la stessa attenzione con cui guardo il soffitto quando qualcuno mi parla di criptovalute. La neve intorno è spenta, il che mi sembra un problema da affrontare con il servizio meteorologico più che con la poesia, ma tant’è. E poi c'è questo vetro, questo riflesso, questa illusione che riscalda le esibizioni di seta… io con la seta non ci vado tanto d'accordo, mi scivola addosso come le promesse elettorali.

Ghiaccio, inconscio, abissi… insomma, sembra il titolo di un film indipendente che vincerà un premio che nessuno conosce. Però è vero, certi pensieri sono come la carta moschicida: ci resti incollato senza volerlo. Un’ossessione che nasce da un breve scatto mnemonico? Io direi che il vero problema è che ho visto troppi film horror da piccolo, e ora ogni scricchiolio in casa è una presenza ultraterrena e non, più semplicemente, il frigo che si accende.

E poi c’è questo concetto del varcare la soglia. Io la soglia la varco ogni giorno, quella del supermercato, della banca, del bagno quando mi rendo conto che ho dimenticato di portarmi dietro il telefono. Ma questa sembra una soglia più definitiva, di quelle che implicano un “finalmente potrò riabbracciarvi”, il che mi fa riflettere su quante persone mi abbraccerebbero davvero senza secondi fini (tipo fregarmi il cappotto nuovo).

Senza età né tempo sarete, dice. Bello, ma mi fa venire in mente quei momenti in cui il lunedì mattina perdo il senso dello spazio e del tempo e mi chiedo se sono in ritardo per qualcosa o se ho appena perso una settimana intera. Pace troverò in quell’abbraccio… oddio, spero sia un abbraccio sincero e non di quelli impacciati tipo “non so dove mettere le mani”.

E poi l’eterna questione degli errori fatti e delle cose non dette. Se dovessi scrivere una lista, servirebbe un papiro lungo quanto la fila alla posta il primo del mese. Ma alla fine, la vera domanda è: meglio pentirsi di quello che si è fatto o di quello che non si è fatto? Io, nel dubbio, continuo a rimandare tutto a domani. O a mai.

 
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from Bymarty

Per te..

Il vero amore è sempre, non è quello che ti promette il sole, la luna e le stelle, non ti porta le rose, non ti scrive poesie.

Non fa rumore sta nelle piccole cose, senza dire niente e quando ti crolla il mondo. Quando sei senza difese il vero amore è quella voce che ti avvolge e ti protegge.. Ti dà forza, anche quando non ci credi anche quando hai smesso di provarci…

Il vero amore non è un film non ha musica di sottofondo è tutto ciò che serve per restare… nonostante tutto..

 
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from pensierisparsi

Di nuovo qui. Con l'intento di scrivere almeno qualche parola, di fissare almeno qualche pensiero. La paura c'è, mi segue, il mio Mostro si fa sentire ma...c'è anche qualche spiraglio di luce. Qualche momento di pausa. Ci sono ricordi che spaventano. Ho paura di rivivere quei momenti.

Fallimento è la parola d'ordine al momento. Da qui parte tutto. Non merito niente, non merito il bene, il bello. Una cosa so fare abbastanza bene: la mamma. Il panico non mi farà fare nemmeno questo. E quindi il fallimento aumenta.

E poi ero diventata brava a gestire il mio Mostro. Ma ora? Mi sembra di essere tornata indietro di anni.

Ho un'idea. Potrei dividere queste mie pagine in due parti. Una di sfogo e un'altra con almeno un pensiero felice, positivo, bello. Un pensiero che scaldi, che illumini. Cosi non mi sentirò in colpa per questi pensieri, non arriverà il solito pensiero magico. Devo farlo e basta, sarà la mia regola.

E oggi? Quale potrebbe essere questo pensiero? Il profumo del mio piccolo, l'abbraccio stretto stretto dei grandi, il sole che scalda.

 
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from Gippo

Introduzione

In casa non si può palleggiare perché farebbe troppo rumore. Ma in generale é necessario esercitarsi senza che il pallone cada a terra per lo stesso motivo. Ci sono però varie manovre di “ball handling” che si possono comunque praticare per migliorare la presa e la gestione della palla. Di seguito una lista dei miei esercizi preferiti, tutti assolutamente silenziosi (almeno finché il pallone non vi sfugge di mano). Se anche voi volete diventare cestisti pantofolai, questa di seguito può divetare la vostra Bibbia del basket casalingo.

Gli 8 fra le gambe

Prendete il pallone e tracciate degli 8 (o dei simboli dell'infinito) facendolo passare in mezzo alle gambe. Possibilmente tenete la schiena dritta, le ginocchia ben flessibili e guardate avanti. Di tanto in tanto invertite il verso. E' un esercizio che coinvolge tutto il corpo.

Gira la palla

Girate la palla attorno alla pancia, tracciate tanti cerchi. Di tanto in tanto cambiate verso quando la palla si trova dietro la schiena, passandovela da una mano all'altra con decisione. Ad un certo punto, provate a combinare ed alternare con l'esercizio precedente degli 8 fra le gambe.

Palombelle da sinistra a destra e viceversa

Tirate il pallone con la mano sinistra, dal basso verso l'alto, a tracciare una palombella verso destra e raccoglietelo con la destra piú o meno alla stessa altezza alla quale ha abbandonato la mano del lancio. Poi rilanciatelo con la destra verso sinistra. Non é necessario lanciare tanto in alto. La palla deve ruotare su se stessa (importante). Questo é l'esercizio che faccio piú spesso per rilassarmi.

Palombelle sopra la porta

Quando vi sentite pronti, fate l'esercizio sopra utilizzando una porta aperta come ostacolo, facendo passare il pallone da un lato all'altro. L'altezza sarà quindi maggiore, se siete bassi. Se non lo siete, abbassatevi un poco. Questi ultimi due esercizi sono ispirati ai cosiddetti “Mikan drills”, esercizi ideati dal mitologico cestista George Mikan.

Palleggi tra i polpastrelli

Vi passate rapidamente la palla coi polpastrelli, varie volte al secondo, a distanza ravvicinata, di fronte a voi, all'alteza del petto e provando poi a variare altezza e posizione. In realtà questo dovrebbe essere l'esercizio propedeutico rispetto a tutti gli altri ma lo metto ora perché farlo coscientemente mi annoia un po'. Invece farlo sovrappensiero (almeno inizialmente) è ottimo, anche se poco zen.

Palla lanciata dietro la schiena

Lanciate la palla sopra la vostra testa e dietro le vostre spalle e raccoglietela al volo dietro la schiena. Consiglio di fare l'esercizio dando le spalle ad un letto, meglio ancora se il letto è accostato al muro. In generale anche certi esercizi precedenti sono praticabili in modo più sicuro sopra un letto che evita rumorose cadute del pallone.

Terzo tempo senza tiro

Il titolo è piuttosto chiaro. Provate dei terzi tempi in spazi angusti o più ampi, accennando solamente al tiro attraverso un abbozzo di “layup” (sollevate un po' la palla con una mano e siete a posto). Spazi piú stretti e ginkane artificiali possono mimare meglio le situazioni da lunetta affollata e magari perfezionare il vostro “Euro step”: anche Ginobili ha imparato cosí (forse).

Il pallone é il mio migliore amico

Esercizio il cui titolo e la cui filosofia sono ispirati ad Holly e Benji. Tenete il più possibile il pallone con voi, accarezzatelo, sentitene la superficie, godetevi il grip. Guardateci anche la TV assieme. Potete guardare anche altri sport, oltre ai film e alle fiction. Magari, per ragioni igieniche, è buona cosa tenere una palla deputata esclusivamente per questi esercizi, che non rimbalzi troppo per terra e che quindi si sporchi poco.

Bene, é tutto. Mi auguro che gli esercizi siano di vostro gradimento tanto quanto lo sono per me. Non importa se il basket vi fa schifo o non vi interessa, funzionano lo stesso, qualunque sia il vostro scopo nel farli.

Buon allenamento!

 
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from jens

Sermone narrativo su

Atti 16, 9-15

per ascoltare la versione audio cliccare qui

Mi presento, sono Lidia, Lidia di Tiatiri, una città che conoscete sicuramente, non solo perché è la mia città di origine, ma anche perché è una delle sette chiese di cui leggete nell'Apocalisse di Giovanni: « Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea». La mia città di origine si trova proprio sulla strada fra Pergamo e Sardi. Ai vostri tempi si chiama Akhisar e ha ben 74.000 abitanti, mentre ai miei tempi era molto più piccola.

Come me, Lidia, a Tiatiri e in tutta la zona che porta il mio stesso nome, ci sono moltissime donne che si chiamano come me. Sono donne di umili origini, alcune anche schiave. È un po' come da voi, dove certi cognomi hanno le loro origini nel passato, quando veniva dato il cognome “di Dio” o “Spiritosanto” a un trovatello.

Avete indovinato! Sono di origini umili, ma il mio padrone ci ha trattati benissimo e a un certo punto mi ha dato la libertà. La mia città non ha una lunga storia, non come Roma, che è la capitale. È stata fondata da poco più di 300 anni e da allora è diventata un centro di produzione tessile e di lavorazione di metalli. Gli schiavi lavorano il metallo, mentre le schiave sono impiegate nel settore tessile, nella produzione di tende e tappeti, e anche nella lavorazione di stoffe. Ho imparato il mio lavoro da schiava, e non è stato facile, soprattutto tingere la lana. Non potete neanche immaginare quanto pesa la lana quando la tiri fuori dalla botte dove l'hai immersa, e poi per fissare i colori la devi lavare e rilavare in acqua salata.

Quando il mio padrone mi ha liberata, sono partita da Tiatiri. Ho sentito che a Filippi, che è una colonia militare romana e un importante centro commerciale, c'è tanto lavoro. Il mio padrone andava in sinagoga a Tiatiri, lui credeva in un solo Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù, e io imparavo molto da lui.

Arrivata a Filippi, ho cercato la Sinagoga, ma non c'era. Allora ho scoperto che c'era un gruppo di donne, come me, che si incontravano al fiume il sabato. Erano poche, ma tutte impegnate nel tessile, proprio come me. E dato che c'era tanto lavoro, mi hanno insegnato una tecnica per tingere la lana e il lino di un rosso intenso. Usavamo il colore di una lumaca, ma c'erano anche metodi con coloranti rossi di origine minerale. I Romani a Filippi vanno matti per la porpora e una volta al mese passa un commerciante che compra da noi per portare i nostri tessili fino a Corinto.

La porpora è una cosa che rende tanto, e a un certo punto ho potuto mettermi in proprio con la mia attività. Certo, è logorante. La sera dopo un giorno di lavoro sento le mie mani e le braccia, e a volte non riesco più a aprire bene la mano. Però non mi voglio lamentare. Ho una casa dove vivo con altre donne. Alcune lavorano per me, ma non le tratto come schiave. Tanto il mio padrone mi ha lasciato libera e questo per me è un insegnamento importante. Penso che la storia del popolo d'Israele liberato dalla schiavitù in Egitto mi abbia influenzata e non me lo sento di avere delle schiave.

Durante la settimana lavoriamo insieme e il sabato andiamo al fiume a parlare di Dio, la liberazione, i profeti e a volte cantiamo dei salmi e preghiamo. Mi dà la forza riposare e lodare Dio il sabato e lo ringrazio che ci ha donato il giorno libero per riposare.

Ho una casa e sono libera. Credo in Dio, che si è rivelato a Mosè con un nome strano, ma ho capito che questo nome significa che Dio non è lontano e non è un Dio capriccioso come le altre divinità qui a Filippi o anche nella mia Tiatiri. È un Dio con cui puoi parlare. Ci ha dato delle leggi e delle regole che ci aiutano a vivere e a trattare le persone con rispetto. Insomma, ho una vita serena e sono contenta e felice. Solo che con l'avanzare dell'età, ho superato i 35 anni e sento il peso del mio lavoro, talvolta ho un po' di paura, perché non so come fare quando non sarò più in grado di lavorare. Non ho marito né figli, quindi non ho nessuno che possa badare a me quando sarò più vecchia, ma va bene lo stesso. Sono grata a Dio per ogni giorno che mi regala la forza di lavorare e guadagnare abbastanza per vivere.

Un giorno, un sabato di primavera, me lo ricordo ancora bene, mentre cantavamo il Salmo 139, da lontano vediamo arrivare un gruppo di uomini. “Non sono di qui”, penso subito, hanno un aspetto diverso e soprattutto danno l’impressione di aver fatto un lungo viaggio. Questo gruppo di uomini si dirige proprio verso il nostro posto al fiume. Forse cercano anche loro un posto dove riposare, lontano dal trambusto della città, dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Infatti, il fiume è un luogo di tranquillità dove la gente come noi donne viene a pregare, a trovare pace e semplicemente a non fare nulla per una volta. Il gruppo si presenta, il più importante di loro si chiama Paolo, dice di essere di Tarso, città che non conosco proprio, dev’essere davvero lontana. “Che strano”, penso, un gruppo di uomini che inizia una conversazione con un gruppo di donne, con noi donne che, nonostante la nostra professione e indipendenza dagli uomini, abbiamo pochi diritti. Non solo iniziano a parlare con noi, vogliono sapere di noi, si interessano di noi che in genere riceviamo poca attenzione se no da chi vuole comprare le nostre stoffe.

Ci ascoltano, quasi lo sento come miracolo. Parliamo a loro della nostra vita, delle nostre speranze e dei nostri sogni. Non so perché, ma racconto tutta la mia storia, la storia di fede, la storia della mia liberazione personale dalla schiavitù.

A quel punto Paolo parla direttamente a me. Dice che anche lui è stato un credente nel Dio d’Israele, un ebreo. Nel corso della sua vita ha fatto un'esperienza che ha cambiato la sua vita ma anche il mondo, parla di un certo Gesù di Nazareth, della libertà a cui lui, il Cristo – come lo chiama ora – lo ha liberato. Paolo ed i suoi compagni lo hanno preso come modello e vogliono vivere secondo le sue azioni e le sue parole, il che significa andare per esempio anche da noi donne che non contano molto nel mondo, emarginate, poco ascoltate e raramente prese sul serio.

In quel momento mi sento come se Dio stesso aprisse il mio cuore. Sento un calore in me e che capisco il passo che Paolo ha fatto dalla fede del mio ex-padrone alla fede liberante del Cristo risorto. Paolo ci dice che siamo tutti stati salvati in Cristo e che già Gesù di Nazareth si è relazionato in modo molto diverso con le donne.

Perciò Paolo ed i suoi hanno deciso di parlare a noi donne qui riunite al fiume. Dice più volte: Non c’è né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Un Dio che non fa come noi uomini e donne, un Dio che supera le barriere ed i muri di separazione, un Dio che non esclude nessuno. Allora, insieme alle altre donne, non desideriamo altro che appartenere a Cristo e farlo vedere, chiediamo di essere battezzate.

Una volta battezzata mi viene naturale dire: «Se avete giudicato che io sia fedele al Signore, entrate in casa mia e alloggiatevi».

E’ normale far vedere con l’ospitalità quanto Dio ha fatto per me e a me. E non mi chiedo cosa pensano gli altri vedendo che io donna invito degli uomini a casa mia.

Ho ricevuto una nuova fede, una fede nata dalla conversazione con il gruppo di uomini, nata dall’ascolto reciproco. Questa fede mi insegna di camminare nel mondo con occhi e orecchie aperti, in modo da poter riconoscere dove c'è qualcosa da fare per me.

Solo così mi troverò in situazioni in cui posso fare la differenza, dove le mie idee, le nostre idee e i nostri talenti sono necessari. Io vi auguro questa fede che ha cambiato la mia vita.

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

EUROPOL METTE IN GUARDIA DALLE COMUNITA' DI CULTO ONLINE CHE MINACCIANO I BAMBINI

Europol ha emesso una “notifica di intelligence” che richiama l'attenzione sull'ascesa di comunità di culto online dedicate all'abuso di minori estremamente violento

A preoccupare è l'ascesa di violente comunità online dedicate al grave danno dei bambini.

I principali obiettivi delle comunità online violente includono la recluta di giovani vulnerabili, la normalizzazione della violenza e l'estorsione di contenuti espliciti. Questi gruppi mirano a manipolare e indurre le vittime a compiere atti di autolesionismo, violenza contro altri e produzione di materiale sessualmente esplicito. Inoltre, cercano di diffondere ideologie estremiste e incoraggiare atti di terrorismo e caos sociale.

Le reti di estorsione online reclutano vittime cercando giovani vulnerabili su piattaforme accessibili come social media, servizi di streaming e giochi online. Analizzano il comportamento sui social media per identificare minori con segni di vulnerabilità e iniziano interazioni innocenti che si evolvono in comportamenti predatori. Una volta guadagnata la fiducia, spostano la comunicazione in spazi privati e utilizzano minacce di estorsione per costringere le vittime a condividere contenuti espliciti o compiere atti dannosi.

Queste comunità reclutano criminali e vittime su scala globale e funzionano come culti formati attorno a leader carismatici che usano la manipolazione e l'inganno per attirare e controllare le loro vittime. La gerarchia delle comunità ’ si basa sulla quantità di contenuti condivisi, con i collaboratori più prolifici che guadagnano classifiche più alte. I membri della comunità condividono contenuti estremamente violenti, che vanno dalla crudeltà verso gli animali al materiale di sfruttamento sessuale dei minori e alle raffigurazioni di omicidio.

Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, ha dichiarato: “Oggi, le piattaforme digitali consentono comunicazioni a livello globale; anche le comunità online estremiste violente sfruttano questa opportunità. Gli autori violenti diffondono ideologie dannose, spesso prendendo di mira la nostra giovinezza. Queste reti radicalizzano le menti nell'ombra, incitandole a portare la violenza nel mondo reale. La consapevolezza è la nostra prima linea di difesa. Famiglie, educatori e comunità devono rimanere vigili e dotare i giovani di capacità di pensiero critico per resistere alla manipolazione online. La cooperazione internazionale è anche indispensabile – condividendo l'intelligence e ritenendo responsabili gli autori, possiamo combattere queste comunità pericolose e salvaguardare le generazioni future dalla morsa della violenza estrema e del crimine”.

Minori vulnerabili colpiti attraverso piattaforme di gioco e comunità di auto-aiuto Gli autori sfruttano piattaforme di gioco online, servizi di streaming e piattaforme di social media per identificare e attirare le loro vittime. I membri di questi gruppi prendono di mira i giovani vulnerabili, in particolare i minori di età compresa tra 8 e 17 anni –, in particolare quelli che sono LGBTQ +, le minoranze razziali e coloro che lottano con problemi di salute mentale. In alcuni casi, gli autori si infiltrano nell'auto-aiuto online o supportano le comunità dedicate alle persone colpite da questi problemi.

Questi violenti attori criminali impiegano tattiche diverse per attirare e manipolare le loro vittime nel produrre contenuti sessuali espliciti, perpetrare l'autolesionismo, danneggiare gli altri e persino compiere omicidi. All'inizio, gli autori spesso usano espressioni estreme di cura, gentilezza e comprensione per ottenere la fiducia dei minori – mentre raccolgono informazioni personali sulle loro vittime. Gli attori criminali usano queste informazioni nella fase di sfruttamento, quando costringono i minori vulnerabili a produrre contenuti sessuali e commettere atti di violenza. Gli autori ricattano quindi le vittime per compiere atti ancora più dannosi minacciando di condividere le vittime ’ contenuti espliciti con le loro famiglie, amici o comunità online.

Una volta catturati nella rete dei predatori, i minori diventano ancora più vulnerabili: l'individuazione di queste attività criminali è cruciale.

Secondo Europol bisogna fare attenzione a questi comportamenti nei minori:

Segretezza sulle attività online Ritiro e isolamento Disturbo emotivo Interesse per contenuti dannosi Cambiamenti nella lingua o nei simboli utilizzati Nascondere segni fisici di danno

non ignorando questi segni nel comportamento online dei ragazzi:

Attività insolita su piattaforme Interazione con contatti sconosciuti Comunicazioni crittografate Esposizione a contenuti inquietanti

Per saperne di più: (in inglese) https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/files/documents/IN_The_rise_of_online_cult_communities_dedicated_to_extremely_violent_child_abuse.pdf

#europol #noticeintelligence #abusisuiminori

 
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from sottocutaneo

[sei]

Tenere nota di tutto, non perdere niente per strada, infilare la testa sotto la pelle come se fosse una coperta o l'addome, ma prima di tutto tenere traccia dello strumento, di fronte al flusso continuo dei dati rendersi conto che questo flusso continuo non è una comunicazione ma un'interfaccia: quando negli anni ottanta sognavamo di potere accedere ad ogni informazione non credevamo che questo sogno fosse il sogno di un'interfaccia: non pensavamo ai paywall, non pensavamo all'annichilimento, non pensavamo allo streaming, non pensavamo ai drm, non pensavamo al fatto che questa massa oceanica di cultura, arte, suono e immagine in movimento, questa barriera corallina interattiva ci avrebbe sovrastato con i cavi elettrici infilati dentro all'acqua, che saremmo stati presi dalle scosse, viviamo in una elettroterapia che ci attraversa la mente e il corpo quando siamo svegli e quando dormiamo, quando la proliferazione dei nostri sitmoli nervosi continua a fare scrittura dati nella rete, a prendere i suoi like le sue condivisioni e ogni interazione è una scossa nel sonno al nostro corpo che si tende e rilascia, contrae i muscoli e li fa andare, per questo siamo qua ad aspettare il prossimo aggiornamento di sistema, a vivere la prossima festa a condividere il nuovo modo di pensare, di consumare, di nascondere i propri materiali fakeali, non pensarsi nel momento della connessione, quando scompariamo dal mondo esistente per dare propagazione a quello interconnesso – ricordi quando gli avatar rimanevano bloccati spenti nel momento della disconnessione? oggi è il corpo di carne, il suo odore, la sua consistenza che resta come spenta nel momento della connessione, sulla sedia, sul divano, in coda al semaforo rosso, tutti corpi abbandonati che stanno vivendo vite infinite che non potranno possedere mai completamente, la mia narrativa è la presentazione del mio cadavere al mercato, la selezione degli organi migliori, la bancarella con lo spezzatino di quello che sarei stato, di quello che sarei anche, delle forme di me comunicabili, iperallestite per la masticazione collettiva – l'unica volta che essere masticati fa godere la carogna (il corsivo è mio) – non c'è corsivo – dicevo essere sotto questa massa oceanica di cultura e alzare gli occhi e vedere attraverso il traslucido i segni della struttura e vederne le falle, gli enormi boccaporti da cui fuoriescono sbocchi di informazione, conati di storia che riversano i loro liquidi fino a rivelare che – no, dài, era tutto qua? lol – l'umanità e la sua carneficina erano una dizione così rozza, una paratia così fragile e sottile? tutto questo millenario arricchirci di segni e significati serviva solo come base dati per addestrare una macchina che mi scimmiottasse e mi mostrasse il culo mentre sale sull'albero della conoscenza? quello che qua vuole dire – ho detto ieri in classe – è che io, che ho cinquantacinque anni, che sono stato ragazzo come voi, poi mi sono innamorato, ho fatto uno, due, tre figli, sono qua di fronte a voi come una persona adulta che sente già i dolori di quello che sarà dopo, ecco io, qua, quello che c'è dall'altra parte del muro ancora non lo so, questo muro con i cocci di vetro in cima, a fianco al quale ho camminato per cinquantacinque anni e che mi impedisce la vista, io non lo so cosa c'è dall'altra parte e morirò senza saperlo, questo vuole dire, ci sono altre domande, è chiaro a tutti? ricordatevi che alla maturità questo ve lo trovate, ma cosa ci sia di là io non lo so e finirò così, all'improvviso, come una falena qualunque, come un insetto, come una lucertola che perde la coda e poi non ricresce e finisce sul fondo della vasca da bagno e cerca di uscirne, di notte, per ore e ore e la mattina non c'è nessun rumore nell'appartamento e quella continua, per giorni, settimane, ma scivola sulle pareti, muove le sue zampettine, vede da sotto il limite entremo della vasca da bagno, ma scivola, cade e si trova sempre nella comfort zone della normalità, nella piana standard della sopravvivenza

 
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from cronache dalla scuola

Ieri ero in corridoio che parlavo con una collega, citavo gli hackathon, si parlava di didattica. Parlavo con lei e intanto controllavamo la classe in cui stavamo facendo lezione: un terzo della classe era chiusa dentro, si stava registrando mentre creavano un video in cui commentavano – a gruppi – le mappe dell'ultimo Limes. Un altro terzo della classe era in aula di fisica, espropriata, e stavano discutendo di quello che avevano ascoltato durante la manifestazione di Limes a Genova, e intanto si riprendevano con il cellulare. L'ultimo terzo era nell'aula di cooperative learning che organizzava altri materiali per questo blog che stiamo preparando in cui mettere i nostri lavori di riflessione sulla geopolitica contemporanea

e vedevo i ragazzi uscire e entrare dalle diverse classi, allestire materiali, venire a chiedere delucidazioni e – vabbè – ogni tanto distrarsi e dicevo, vedi, così dovrebbe essere più spesso la scuola, un cantiere per fare qualcosa, come gli hackathon e – niente – viene fuori che nessuno tra i colleghi con cui parlo anche dopo ne avesse mai visto uno di hackathon.

Poi dopo, durante un banale tradizionale compito in classe per prepararsi alla maturità, tipologia b & c, nel silenzio che c'è in classe, sento un collega nella classe a fianco che fa una lezione frontale su Napoleone e ne sento dei pezzi e penso che non è male, ci sono cose che nemmeno io sapevo, e penso – di nuovo – allo spreco di avere in una scuola docenti che in classi a fianco le une alle altre spesso spiegano esattamente le stesse cose, ognuno a suo modo, quando ogni tanto sarebbe così utile a tutti vedersi in una bella aula di storia o di letteratura dove due o tre docenti spiegano a due o tre classi, girano, si ascoltano fra di loro, si criticano e si aiutano.

Alla fine ricordo ai ragazzi il compito per lunedì: ognuno deve registrare venti secondi di suoni ambientali che ricordino l'inferno dantesco, intermezzati dalla loro voce che per pochi secondi legge un verso di Dante. Poi creino una playlist con i due file mp3 e li faremo andare in loop, spargiamo tutti e trenta i cellulari in giro in un ambiente e poi ci giriamo dentro, camminiamo in un ambiente sonoro dantesco e vediamo se ci viene qualche idea. Un gioco. Una trasposizione dal mondo reale a quello virtuale. Una denuncia al Mim. Qualche idea ci verrà in mente.

 
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from monosillabica

#socialità #felicità

Che ci sarebbe stato sciopero oggi ne parlavano anche i TG. Per questo, forse, c'è un'aria strana in giro. Una gogliardica rassegnazione, direi. Sì. Alcuni si lamentano, certo, ma i più accettano, sorridono, si scambiano battute scherzose sul destino infame, sono più attenti a ciò che li circonda, più empatici. Devo tornare a casa e, come tutti su quel binario, aspetto un treno che tarda sempre di più. Un ragazzo mulatto si avvicina con un bicchiere di carta in mano. We, non è che c'hai qualche spicciolo? Un accento alquanto milanese. E non siamo a Milano. Sbatto le palpebre per sopprimere una risata. No, mi spiace. Se ne va barcollando. Mi giro verso due ragazzi sulla tarda trentina che commentavano la scena. Li guardo e gli faccio uno spontaneo... Taaac! spezzo l'aria in diagonale, dall'alto verso il basso, con la mano tesa. I due ridono a crepapelle. Siamo diventati amici di sventure, amici di sciopero. Indugiamo in quella gogliardica rassegnazione, chiacchieriamo e ridiamo per qualche minuto. 20 minuti rit. 30 minuti rit. Cancellato. Me lo aspettavo, non mi scopongo. Devo andare al binario 1, a prendere il treno successivo. Saluto ragazzi e vado. Il treno è lì. È un'Intercity, non il regionale che dovrei prendere. Ma non so quando passerà il prossimo treno. Attorno a me c'è gente che corre dappertutto. Ritardi. Cancellazioni. Salgo, anche se con mille timori. Squadro la gente sopra il treno. Molte di queste persone non sono tipiche di un Intercity. Di sicuro si trovano nella mia stessa situazione Mi siedo. Mi sento lievemente più sollevata. Ancora qualche goliardica battuta di rassegnazione attorno a me. Appoggio i miei guanti sul tavolino. Sospiro. È una giornata difficile. Pochi secondi dopo, un signore brizzolato mi chiede se può sedersi di fronte a me. Certo, ci mancherebbe! Indossa una giacca di pelle. È un motociclista, porta con sè un casco. Si sarà seduto qui perchè ha visto i miei meravigliosi guanti con i teschi. Gli sorrido. Lui fa un cenno poco caloroso ma entro i limiti della cordialità. Gli chiedo se anche lui, come me, ha un biglietto regionale invece che per l'Intercity. “Sì, ma ho chiesto alla capotreno e mi ha detto di salire comunque. Col cazzo che pago un altro biglietto con questo servizio!” Scambio qualche parola, per ringraziarlo e fargli capire che i miei timori sono spariti grazie a lui. Perchè scioperano, poi? Una volta mi sarei interessata di più... Arrivo alla mia fermata e saluto il motociclista. Scendo. Devo aspettare in stazione, mi vengono a prendere. Che ne dici di un bel bufalo? Ci mangiamo un bufalo, eh? Una tortina di carote, grazie. Il mio stomaco disapprova. Mi siedo nella saletta del bar. Molti pendolari erano lì, più del solito a causa dello sciopero. Mangio la mia tortina. Quanto basta per arrivare a casa. Una ragazza mi prende in simpatia... Saranno ancora i miei strepitosi guanti con i teschi.... ... e chiacchieriamo per qualche minuto. Mi saluta e va via. Mi guardo intorno, sono energica ora. Alcuni chiacchierano dello sciopero, molti sono con gli occhi fissi sul telefono. Noto un barboncino bianco accanto a me. Trema, ha un collare rosa. Il padrone è seduto di spalle. Lei lo fissa, nella speranza che lui accenni al fatto che è ora di andarsene. Ehi... Mi guarda e trema. Parlo con un sacco persone, oggi. Vuoi essere anche tu la mia amica di sciopero? Propende verso la mia mano. Direi che è un sì. Mi accovaccio. Stiamo lì insieme, ci isoliamo da resto. La accarezzo dolcemente e lentamente, per rassicurarla. Lei si calma un po', ogni tanto guarda il padrone ma con meno ossessione. Tutto vortica ma io e te abbiamo fermato il tempo. Non credi, cagnolina senza nome? Mi godo il momento. Noi, due perfette sconosciute, ci coccoliamo mentre fuori c'è il caos più totale. Sento di essere osservata e alzo lo sguardo. Una ragazza mi sta sorridendo geniunamente. Stavolta non sono i guanti, è il fatto di accarezzare un cane. La gente ama i cani. Ricambio e continuo a rilassarmi. Il padrone della cagnolina si alza con calma. È un uomo lievemente abbronzato, sulla quarantina. Mi nota. Ho le mani nel sacco... cioè sul cane. Mi sorride. Accidenti che sorriso. Impossibile tu sia single. Non lo dico, ovviamente. Più probabile che sia arrossita, come al solito in presenza di un bell'uomo. La cagnolina sguiscia via da me come fosse d'acqua e va verso l'uscita. Lui mi saluta. Ricambio. E aspetto da sola.

C'è quest'aria solidale quando c'è sciopero. Sono tutti propensi alla chiacchiera e al sorriso. Mi piacerebbe fosse tutti i giorni così. Mi sono venuti a prendere. Sorrido alla ragazza di prima ma lei ha immerso la faccia nel suo panino e gli dedica una doviziosa attenzione. Pazienza. Ho avuto abbastanza soddisfazioni per oggi, va bene così.

 
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from pensierisparsi

Ho bisogno di scrivere, di mettere tutto nero su bianco, tirare fuori pensieri, paranoie e paure, svuotare la mente per poter ricominciare.

Ho bisogno di un posto sicuro, in cui essere me stessa. Ho bisogno di un non luogo tutto mio.

Sono qui, esattamente dove vorrei essere, con le persone che vorrei accanto (tranne un'unica grande assente, anzi due) eppure...ho ritirato fuori dalla scatola il caro terribile vecchio Mostro.

Mi chiedo come sia possibile che dopo tutti questi anni sia ancora capace di spaventarmi. E' sempre lui, l'ho affrontato cosi tante volte, tenuto a bada per cosi tanto tempo. Come fa a rendere efficaci i suoi vecchi trucchi?

Si serve delle mie paure. Sa usare bene la mia ipocondria.

Spero che questo riesca ad essere uno strumento per combatterlo. So che non posso farlo sparire dalla mia vita ma voglio tenerlo a bada come ho fatto fino ad ora.

E allora inizio.

Stamattina per la prima volta ho avuto qualche momento di respiro. Ho dimenticato le paure e vissuto il momento. Niente di speciale, anzi ero presa da un'attività più che normale. Mi sono resa conto di questa cosa solo più tardi ed è stato bello ma...ovviamente ora ho paura. Mi spaventa perfino scrivere di essere stata bene, come se dovesse succedere qualcosa ora, perché non merito nulla di buono.

Il famoso pensiero magico. E so bene che invece parte della terapia è cercare di modificare questo pensiero. Cercare di godere del momento positivo, anzi prenderne nota, tenerlo da parte come ricordo di qualcosa di bello. Questi ricordi mi serviranno, per sostituire piao piano quelli negativi. E poi eliminare quel “sicuramente” (sicuramente succederà qualcosa di brutto). Ok potrebbe anche arrivare un attacco di panico, o qualcos'altro, ma non è detto. Potrebbe è meglio che sicuramente.

Ora devo andare, la vita chiama e ho maledettamente paura di affrontarla ma ci provo, mi butto.

 
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from Dispetto Sociosanitario

Il Direttore Generale fa visita al distretto con tutta la banda al seguito.

Raggiunge l'ufficio dei fisioterapisti domiciliari dove è presente solo la mia collega Sara.

D.G.: “Voi siete i fisioterapisti?”

S.: “Sì.”

D.G.: “Come mai non ci sono pazienti?”

*giù il sipario*

 
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from Il diario di Erik

Anche quest’anno l’anno prossimo cambio vita. Dico a me stesso mentre guardo il riflesso nel vetro appannato della finestra. Le stesse promesse, le stesse illusioni che mi rincorrono da anni. Eppure, ogni volta sembra che ci sia una qualche forza invisibile che mi frena, come se avessi paura di quel “nuovo” che tanto desidero.

Inizio a scrivere la lista delle cose da fare: nuovi hobby, viaggi, magari un lavoro che mi faccia veramente sentire vivo. Ma poi, come sempre, arriva il lunedì mattina, il suono della sveglia e la routine che mi risucchia in un vortice di impegni e doveri.

E allora mi ritrovo di nuovo qui, a sognare ad occhi aperti, ripetendo il mantra del “l’anno prossimo” mentre prendo un caffè, dimenticando il senso di avventura che una volta pulsava dentro di me.

Forse questa volta, però, voglio provare a cambiare qualcosa realmente. Non solo parole, non solo sogni, ma atti concreti. Magari iniziare con piccole cose: un libro che non avrei mai pensato di leggere, una passeggiata lungo il fiume, nuovi amici da incontrare.

Mi dico che questo sarà l’anno della svolta, che basterà un passo per cominciare. Eppure, c’è sempre quel timore di fallire, quella voce che sussurra che è più facile rimanere nella zona di comfort.

Ma poi ripenso a tutti i momenti persi, a quante avventure non ho vissuto. E sotto questa luce, un po' di coraggio inizia a farsi spazio. L’anno prossimo voglio cambiare vita: non solo per me, ma anche per gli altri. Perché, chissà, magari ispirando qualcuno, potrei trovare la mia strada.

E così, mentre osservo il cielo che si tinge di colori, decido che quest’anno sarà diverso. Inizio a muovere i primi passi, per quanto imperfetti possano essere, con la speranza nel cuore e un sorriso sulle labbra. Perché il cambiamento, alla fine, comincia sempre da una piccola scelta.

Le parole che utilizziamo spesso sembrano perdere significato quando le ripetiamo in contesti diversi. Il desiderio continuo di successi e traguardi sui social può creare un’enorme pressione per mantenere un’apparenza di perfezione, mentre in realtà dietro questa facciata si nasconde spesso disagio, inadeguatezza e insoddisfazione. Cerca di essere autentico con te stesso e con gli altri. Accetta i tuoi sentimenti, compresi quelli di disagio e insicurezza, senza giudicarli.

Non credo che gli anni a venire saranno gentili con noi. Credo infatti che saranno sempre più complessi e ci porranno davanti a prove sempre più difficili da superare. Quindi, riconsidera il concetto di successo e traguardi, ponendo maggiore enfasi sul benessere emotivo e sulle relazioni invece che solo sugli obiettivi esterni.

È importante riconoscere che la complessità e le sfide della vita non possono essere ridotte a semplici successi individuali o a una serie di traguardi raggiunti. Anche di fronte alle prove più dure che ci attendono, temo che spesso ci difendiamo con strategie inadeguate, erigendo muri protettivi o gonfiando il nostro ego, anziché affrontare apertamente il disagio e l’incertezza che proviamo. Ho sempre cercato di dimostrare il mio impegno e la mia bravura in quello che credevo ma arrivi ad un certo punto che capisci che non hai più bisogno di dimostrare alcunché.

I tempi in cui viviamo ci costringono ad avere una capacità di adattamento all’umanità senza precedenti. Ogni 10 anni, per sopravvivere in maniera almeno dignitosa, siamo costretti a riorganizzare gran parte dei nostri comportamenti. Fino a 30 anni fa questo era un compito che si verificava una sola volta nella vita di una persona. E posso dirlo in prima persona!

Anni fa riuscivo, studiando, a capire le tendenze del mio settore, cambiare rotta e adeguarmici. Oggi questa cosa mi riesce impossibile da capire.

Le abitudini, le mode, le tendenze, anche le più consolidate, possono mostrare segni di cedimento, e questa rottura inevitabile però può essere vista come un’opportunità per la crescita e la trasformazione personale ma non sono più prevedibile a lungo termine. In questo modo pur vivendo nel presente, unico punto di certezza, è importante riconoscere le sfide, le contraddizioni e i disagi che inevitabilmente emergono nel percorso della vita. I social sono un immenso pozzo di informazioni da usare, non dico bene, ma da usare per uno scopo. Come insegna la mia fisioterapia neurocognitiva, il cervello smette di funzionare se non ha uno scopo. Se uso i social ore e ore per nulla, anche il mio cervello si sintonizza sul nulla.

Quindi, usiamo i social per imparare, per comunicare, per esprimerci, ma non lasciamoci assorbire dal nulla.

Penso che dovremo bandire dal vocabolario la frase “non ne ho voglia” perchè la velocità dei cambiamenti ti farà sembrare di essere sempre in corsa per rincorrere un treno che è ormai inevitabilmente passato.

Questo perchè dovrò necessariamente cambiare vita e in fondo la fatica e la lotta per sopravvivere mai come in questo frangente mi farà sentire VIVO.

In conclusione, è fondamentale cercare un equilibrio tra l’apparenza di successo e la realtà delle sfide umane, riconoscendo la complessità delle emozioni e la necessità di trovare uno sbocco per il disagio interiore, in modo da affrontare le prove future con autenticità e coraggio.

Consigli Consigli pratici in fondo sono sempre i classici ma vale la pena ricordarli: stabilisci limiti di tempo per l’uso dei social media e cerca di rispettarli. L’eccesso di tempo trascorso online può contribuire a sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione.

Segui account e pagine che promuovono un’immagine positiva e autentica, evitando contenuti che possano generare sensazioni di confronto o insicurezza.

Dedica del tempo ogni giorno a riflettere su ciò per cui sei grato. La gratitudine può aiutare a contrastare i sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione.

Dedica del tempo a attività al di fuori dei social media che ti portano gioia e soddisfazione, come passeggiate all’aperto, hobby o incontri con amici, frequenta “il bar” oggi è passato di moda.

Ricorda che ciò che viene condiviso sui social media spesso rappresenta solo una parte della realtà. Cerca di mantenere una prospettiva realistica su ciò che vedi online.

Sii consapevole di come interagisci con gli altri sui social media. Promuovi la gentilezza e l’empatia nelle tue interazioni online.

Cerca di bilanciare il tempo trascorso a consumare contenuti sui social media con quello dedicato alla creazione di contenuti o attività che ti appassionano.

Con uno sguardo al passato e uno al futuro come un Giano bifronte, una migliore gestione dei social potrà fornire degli ottimi spunti di appoggio e di aiuto nei prossimi anni.

 
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from La vita in famiglia è bellissima

vedo mia figlia nel cellulare è una funzione, si muove per le strade che conosco di Genova, vedo i suoi spostamenti lenti mi immagino i passi che sta facendo la sua testa che scorrazza nella sua immaginazione

vedo la mappa che scorre il suo cursore che attraversa il mondo; mia figlia è geolocalizzata

d'improvviso parte lo scatto e vedo che vola per Genova, attraversa furiosamente il lungobisagno e capisco che è salita sull'autobus – me la immagino che si tiene agli appositi sostegni verticali, scatta chilometri di distanza da me che sono qua seduto che guardo lo schermo del mio cellulare e penso a quante cose potrebbero farle del male ora che lei è là nel mondo

e io qua nel cellulare che studio i suoi percorsi

; poi vedo che si ferma in un punto di Genova tra diverse vie e non si muove – tocco, tappo, niente – non si muove, cerco di capire dalla mappa cosa ci sia lì, cosa possa esserle successo, trasporto il mondo materiale che ho nella mia memoria, lo proietto su quella mappa vettoriale per visualizzare quel cursore nella forma di mia figlia in quel posto come un posto che esiste ed è fatto di cose che conosco

e poi realizzo:

lì c'è un'altalena ~

quel cursore immobile nella mappa digitalizzata, quella geolocalizzazione che sembra immobile, in realtà vibra, avanti e indietro, in alto e in basso e mentre vibra (questo la funzione non me lo dice)

quella vibrazione sogna

 
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from spaziovuoto

Rapporto annuale ILGA 2025

L'Italia scivola nella classifica al 36° posto dei 48 paesi monitorati.

Avviso: traduzione e riassunto generati con IA, fonte: https://www.ilga-europe.org/files/uploads/2025/02/Annual-Review-2025-Italy.pdf

Accesso ai beni e servizi

Una coppia gay a Modena è stata rifiutata per un affitto a causa delle preferenze del proprietario per una 'famiglia tradizionale'.

Asilo

A maggio, la lista dei “paesi di origine sicuri”, che permette un processo di asilo più rapido e restrittivo, è stata aggiornata per includere quattro paesi aggiuntivi in cui l'omosessualità è criminalizzata: Bangladesh, Camerun, Egitto e Sri Lanka. Ad ottobre, con l'approvazione del nuovo decreto sull'immigrazione, Camerun e Nigeria sono stati rimossi dalla lista dei “paesi sicuri”. Attualmente, la lista dei “paesi sicuri” include nove paesi che criminalizzano l'omosessualità, senza eccezioni per gruppi a rischio come le persone LGBTI: Bangladesh, Egitto, Sri Lanka, Tunisia, Algeria, Marocco, Senegal, Ghana e Gambia. In ottobre, un tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione della definizione di “paesi di origine sicuri”, chiedendo se un paese generalmente sicuro per la sua popolazione generale possa essere considerato sicuro anche se perpetua discriminazioni contro specifiche minoranze.

Discriminazione motivata da pregiusdizio

Il Ministro della Famiglia ha criticato le politiche europee a favore delle comunità LGBT+ e ha sostenuto il 'binarismo di genere'. Durante le Olimpiadi, alcune figure pubbliche e politici hanno attaccato atleti LGBT+. A Milano, graffiti omofobici sono apparsi sui muri di una scuola media e un insegnante a Treviso è stato insultato da uno studente per il suo orientamento sessuale.

Violenza motivata da pregiudizio

Si è registrato un aumento della violenza contro le persone LGBTI in Italia. Gli incidenti includono attacchi fisici a giovani a Palermo, Napoli, Milano, Foggia, Cagliari, Torino, e Viterbo. Alcuni attacchi hanno portato a ferite gravi e, in un caso, un uomo si è suicidato a Palermo a causa della paura di essere giudicato e discriminato.

Raccolta dati

Un sondaggio di maggio ha rilevato che il 56,3% degli italiani ritiene che il Parlamento abbia sbagliato a respingere il disegno di legge Zan del 2021. Il 59,7% supporta la semplificazione del processo di modifica del genere sui documenti ufficiali, e l'83,4% è favorevole al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, ma con divisioni su come attuarlo. A luglio, l'ISTAT ha pubblicato un libro sui dati del progetto ISTAT-UNAR (2018-2023) sulla discriminazione lavorativa verso le persone LGBTI. A settembre è stato pubblicato uno studio sulla salute ginecologica e le identità LGBTI, evidenziando una mancanza di adeguata formazione sulle identità non conformi al genere.

Educazione

A maggio, una proposta di legge della Lega Nord mirava a vietare l'insegnamento delle “teorie di genere” nelle scuole. A settembre, la Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione per escludere contenuti legati all'“ideologia di genere” nelle scuole. A ottobre, sono state mosse critiche contro corsi e conferenze universitarie che trattano temi di genere, con richieste di chiusura e controversie parlamentari.

Occupazione

A settembre, il Ministro dell'Università ha richiesto un'indagine su un progetto di ricerca su bambini transgender, scatenando reazioni di odio e minacce verso i ricercatori.

Uguaglianza e non discriminazione

A gennaio, il Ministero dell'Istruzione non ha menzionato la persecuzione delle persone LGBTI nel Giorno della Memoria dell'Olocausto. A marzo, l'Italia ha votato contro un regolamento della Commissione Europea per il riconoscimento transfrontaliero dei genitori dello stesso sesso. A maggio, Papa Francesco ha ribadito la sua posizione contro l'ammissione di uomini gay nei seminari. A giugno, la regione Puglia ha introdotto una nuova legislazione per garantire i diritti LGBTI e combattere la discriminazione. A ottobre, è stato riesaminato un caso di discriminazione sul lavoro in una prigione, con un agente di polizia penitenziaria vittima di discriminazione.

Famiglia

Il tribunale di Bergamo ha condannato l'INPS per discriminazione contro le famiglie con genitori dello stesso sesso, ma l'INPS ha fatto appello senza modificare il suo sistema. La corte d'appello di Milano ha stabilito che solo la madre biologica può essere riconosciuta nei certificati di nascita di coppie dello stesso sesso, obbligando l'altro genitore a perseguire l'adozione. La corte d'appello di Brescia ha confermato la validità del certificato di nascita per un bambino con due madri, sostenendo un'interpretazione evolutiva delle leggi. La corte d'appello di Roma ha stabilito che i documenti dei minori dovrebbero usare termini inclusivi come “genitori”. Il tribunale di Padova ha confermato la validità dei certificati di nascita con due madri, enfatizzando la protezione legale dei minori. Il tribunale di Lucca ha sollevato una questione costituzionale riguardo gli articoli che limitano la genitorialità legale ai genitori biologici, decisione attesa. il ministero dell'interno e corte d'appello di Venezia hanno presentato un reclamo contro decreti giudici a Padova, in attesa della decisione della corte costituzionale. La corte costituzionale ha dichiarato i conviventi di fatto come membri della famiglia.

Libertà di espressione

L'Espresso a settembre, ha licenziato Simone Alliva, giornalista e attivista LGBTI, che ha denunciato pressioni, insulti e minacce.

Politica estera

A giugno l'Italia ha rifiutato di supportare una lettera aperta degli Stati Uniti contro la discriminazione LGBTI in Ungheria. A novembre l'ambasciatore italiano in Argentina non ha firmato una dichiarazione di sostegno alla comunità LGBTI.

Libertà dalla tortura e trattamenti degradanti

A Ottobre Un ragazzo di 15 anni si è tolto la vita a causa di bullismo e violenza per il suo orientamento sessuale percepito.

Salute

A gennaio, il Ministro della Salute ha avviato un'indagine sull'Ospedale Careggi di Firenze riguardo l'uso di triptorelina, un bloccante ormonale, per i giovani trans, minacciando l'accesso a questo trattamento salvavita.

Abitazione

A maggio, l'Associazione Gay Center ha istituito un rifugio co-housing LGBTI a Roma, il terzo rifugio nella capitale, per ospitare giovani LGBTI che hanno subito violenza e discriminazione. A dicembre, è stata ufficialmente istituita la Rete Nazionale dei Centri Antidiscriminazione LGBTQIA+ durante l'iniziativa “Spazio ai Cad” a Bologna.

Sostegno Istituzionale

A marzo, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa ha pubblicato un rapporto esortando i governi, tra cui l'Italia, a sviluppare campagne di sensibilizzazione sui diritti delle persone LGBTI. Ad aprile, il Parlamento Europeo ha denunciato l'aumento della retorica anti-LGBTI in alcuni governi europei. A luglio, l'UNAR ha emesso un bando per la selezione di progetti contro la discriminazione motivata dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere. A ottobre, il Consiglio d'Europa ha espresso preoccupazione per l'aumento dei discorsi di odio e della xenofobia in Italia, esortando il governo a combattere il razzismo.

Riconoscimento Legale del Genere

Torino ha introdotto una politica che consente alle persone trans e non binarie di utilizzare il nome scelto sulla tessera del trasporto pubblico. A luglio, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di riconoscimento legale del genere per le persone non binarie, ma ha esortato il Parlamento ad affrontare la questione. A luglio, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'obbligo per le persone trans di chiedere l'autorizzazione del tribunale per sottoporsi a un intervento di riassegnazione del genere. Ad agosto, il Presidente della Corte Costituzionale ha ribadito che il Parlamento dovrebbe riconoscere le identità di genere non binarie e lo status legale dei figli delle coppie dello stesso sesso.

Partecipazione alla Vita Pubblica, Culturale e Politica

A novembre, la sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma è stata vandalizzata con graffiti omofobi. A dicembre, un evento giubilare LGBT+ è stato rimosso dal sito ufficiale del Vaticano senza spiegazioni.

Diritti Sessuali e Riproduttivi

Ad aprile, il Primo Ministro italiano ha condannato la genitorialità surrogata come pratica “disumana” e ha esortato il Parlamento a criminalizzare gli italiani che viaggiano all'estero per la surrogacy. A giugno, il partito Lega Nord ha proposto un emendamento per vietare la surrogacy anche all'estero, con pene detentive e multe elevate. A ottobre, la legge è stata firmata, estendendo le pene ai cittadini italiani che cercano la surrogacy all'estero. La legge ha suscitato controversie tra i gruppi per i diritti umani.

 
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from Novità in libreria

Finalmente eccoci a febbraio. Vediamo cosa ci offre lo scaffale delle novità.

NARRATIVA:

  • MALBIANCO di Mario Desiati (Einaudi). Il protagonista di questo libro torna al paese di origine per cercare di risolvere un malessere che lo porta di frequente a perdere i sensi. Così, la Puglia lo riaccoglie fra le sue braccia, con i suoi anziani genitori e la sua intricata storia familiare, piena di misteri che dovrà scoprire per ritrovare un po' di pace. Per saperne di più: scheda libro.
  • BENITO, PRESENTE! di Paolo Ruffini (Baldini+Castoldi). Il professore Edoardo Meucci, rude e infelice, maschera la sua frustrazione infervorandosi a scuola con un intransigente antifascismo che gli procura un sacco di guai. Per uno scherzo del destino, però, un fulmine lo catapulta indietro nel tempo e si ritrova a insegnare in una scuola a Predappio nel 1890. In classe, fra i suoi alunni, eccolo lì: il piccolo Benito Mussolini. Il dilemma che attanaglia il professor Meucci, dunque, è il seguente: far fuori il futuro fondatore del fascismo finché è un tenero virgulto o cercare di educarlo in modo da evitare il disastro? Per saperne di più: scheda libro.
  • LA PRIMA REGINA di Alessandra Selmi (Editrice Nord). Un romanzo storico le cui protagoniste sono la regina Margherita di Savoia e la sua cameriera: entrambe devono lottare, e fronteggiare (oltre agli intrighi di corte) anche la loro condizione di pedine, in uno scacchiere che vorrebbe emarginarle. Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • LA LISTA DELLE COSE SOSPETTE di Jennie Godfrey (Bollati Boringhieri). Nell'Inghilterra del 1979, in Yorkshire, la comunità è agitata dalle drastiche misure del governo Thatcher. E un serial killer semina il panico, uccidendo giovani donne. La dodicenne Miv e la sua amica Sharon decidono di indagare sulla faccenda: stilano una lista dei personaggi “strani” del quartiere e delle cose sospette, scoprendo così che i luoghi comuni non sempre corrispondono alla realtà. Per saperne di più: scheda libro.
  • È NOTTE SUL CONFINE di Pietro Spirito (Guanda). Thriller ambientato a Trieste nel 1970. Un giornalista con un passato oscuro accetta di collaborare con i servizi segreti per raccogliere informazioni sui vari gruppi estremisti che operano approfittando dei sotterranei conflitti della Guerra Fredda. A mescolare le carte, però, compare sulla scena un giovane militare di stanza sul Carso, morto in circostanze misteriose. Per saperne di più: scheda libro.
  • L'EREDE di Camilla Sten (Fazi). Dall'autrice de IL VILLAGGIO PERDUTO (che già avevo illustrato fra le novità di luglio dell'anno scorso), ecco un thriller ambientato nei boschi svedesi. La protagonista Eleanor soffre di prosopagnosia, ovvero l'incapacità di riconoscere i volti delle persone. Così, quando per puro caso incontra una persona sconosciuta che sta fuggendo dalla casa di sua nonna (che ritrova assassinata sul tappeto), crede di aver visto l'omicida. L'eredità della nonna, una casa isolata nei boschi, è l'occasione perfetta per sfuggire a quell'assassino che teme ritornerà per lei, ma il maniero nasconde oscuri segreti... Per saperne di più: scheda libro.
  • TRA POCHE ORE È BUIO di Giovanni Pizzigoni (Mondadori). Tommaso Rovi, giovane reporter, e Paride Rinaldi, tenente del ROS, indagano su un delitto orribile. Nell'isola di San Giorgio, sud della Sardegna, è stato trovato un corpo mutilato: si tratta del progettista del grande resort di lusso dell'isola, oggetto di scontro tra i proprietari, magnati internazionali, e la popolazione locale. La violenza serpeggia attraverso una terra antica e selvaggia, in cui si scontrano un passato atavico e un futuro spietato. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per Mondadori: LA RAGAZZA DEI TAROCCHI di Anna E. Pavani. Una ragazza appassionata di tarocchi pare sia l'ultima persona che abbia incontrato il defunto Carlo Bonfati, imprenditore di successo nell'industria dei dolciumi, ritrovato cadavere in un vicolo di Verona. Il delitto impegna il commissario Giovanni Russo in un'indagine difficile, anche a causa delle pressioni dalle alte sfere. Per saperne di più: scheda libro.
  • MARIANO DI GESÙ AL PRINCESS HOTEL di Giuseppe Sorgi (Salani). Una serie di decessi misteriosi colpisce l'hotel dove Jole e i suoi genitori sono in vacanza, a Edimburgo. Un ospite italiano dell'albergo, tale Mariano di Gesù, impiccione come Miss Marple e sagace come Poirot, coinvolge Jole nelle indagini... Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • NORD NORD di Marco Belpoliti (Einaudi). Un reportage poetico e sentimentale sul Nord dell'Italia, partendo da Milano, città adottiva dell'autore, fino ad arrivare ai vari concetti di “nord”: storia, geografia, letteratura (con i personaggi chiave del mondo culturale), suggestioni e ricordi si intrecciano in questo personale percorso “nordico”. Per saperne di più: scheda libro.
  • SOURCE CODE – I MIEI INIZI di Bill Gates (Mondadori). L'autobiografia di uno dei più influenti personaggi pubblici del mondo: in questo libro racconta la sua infanzia e la sua famiglia, le sue prime amicizie, l'abbandono della carriera universitaria per dedicarsi all'informatica e l'avvio di una piccola azienda di software chiamata Microsoft... Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • CACCIA ALLE UOVA di Giuditta Campello (Edizioni El). Albo illustrato a tema “pasquale”. Riccio, Scoiattolo, Lepre e Cincia devono trovare le uova decorate che Coniglia Esterina ha nascosto nella foresta. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LE STORIE DELLA MAESTRA LINDA di Linda Giupponi (Il Battello a Vapore). Albo illustrato (scritto in stampatello maiuscolo) in cui la maestra Linda (star di TikTok – @lindaquasimaestra) racconta una storia per ogni giorno della settimana. Al termine di ogni storia, la maestra Linda suggerisce un'attività pratica. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • DIEGO IL DINOSAURO IN GITA SUL FIUME di Raffaella Bolaffio (Emme Edizioni). Piccolo albo in stampatello maiuscolo. il dinosauro Diego fa una divertente gita sul fiume: testo semplice e illustrazioni simpatiche. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • Sempre per le Edizioni El, CALCIO – UN GOL DA SOGNO di Luca Tebaldi. Si tratta di un Librogame ambientato nel mondo del calcio: il piccolo lettore, alla fine di ogni paragrafo, deve scegliere come far continuare la storia. Dalle scelte dipenderà il risultato di ogni partita del torneo. Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • SO COSA HAI FATTO di Faridah Àbíké-Íyímídé (Sperling & Kupfer). In un'accademia d'élite, la Niveus Private Academy, tutto è apparenza e ambizione. La perfetta facciata, però, rischia di crollare quando un anonimo utente comincia a diffondere sui social foto e rivelazioni imbarazzanti su Devon e Chiamaka, i due studenti più popolari della scuola. Questi rischiano di veder distrutte le loro vite, se non faranno qualcosa... Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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