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Dieci righe 104

(Sessismo)

#Facci e simili (sono milioni) fanno pornografia (qui). Non quella cui state pensando tutti, ma la più diffusa attualmente: il desiderio di essere qualcuno, soprattutto on-line. Hanno capito quello di cui scriviamo spesso, ovvero che ormai si vive nella mente altrui. E' quello l'obiettivo. Influenzare, velocemente e soprattutto sguaiatamente, il “pensiero” delle masse che vivacchiano sui #SocialMedia. Già di per sé molti uomini, spaventati a morte dall'intelligenza ed indipendenza femminile, si difendono offendendo e con la violenza -purtroppo-. In questo schifo si insinuano certi tristi mestatori, come quelli di cui sopra. Persone assai mediocri, di solito vendute all'ideale dell'effimera fama, che sicuramente si porteranno nella tomba. Ci sarebbero i mezzi per difendersi, ma servono cultura e sforzi. Non scherziamo. Fa già caldo e non si può pretendere molto da una società, come quella Italiana, che non sa mai e mai andare avanti, ma solo divenire più cialtrona e retrograda. In quello è “numero uno.” (A&D)

#Blog #DieciRighe #Italia #Opinioni #RAI #SocialNetworks

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com

Dieci righe 102

(Twitter limits)

Sfrondiamo (questa notizia) da tutto ciò che la circonda, iniziando con l'opinione che si può avere di #ElonMusk, uno che se fa una cosa è solo per soldi. Nient'altro. Superiamo anche la nobile, quanto fuori tempo, idea che usare i #SocialMedia sia sempre a portata di tutti, senza alcuna restrizione: ciò che fa #Facebook, per dire, è il simbolo che la libertà non esiste, né gratis né se paghi. Non decidiamo nulla e ci siamo venduti dati ed anima molto tempo fa. Però, all'osso, dire che non si possono fare post o tweet a valanga -anche se i limiti non li consideriamo tali dati (questi) numeri- non è sbagliata in toto. Chi non si è fatto o si fa prendere la mano quasi ogni giorno la alzi, per cortesia. Forse questa cosa aiuterebbe a scrivere meglio, solo di argomenti che si ritengono importanti, con più cura, più ponderazione. E' un “forse” enorme come una montagna, visto il comportamento medio dell'utente medio del social media medio. Non ci va di passare per snob del piffero, dato che siamo anche noi eguali a tutti gli altri. Diciamo che non per forza ogni idea deve essere cattiva perchè immaginiamo che ci freni. Ogni cosa ed ogni persona può avere i suoi di confini. Basta che sia un modo per fare un po' meglio, a noi stessi e a questi strumenti. Tanto si scrolla come non ci fosse un domani. (A&D)

#Blog #DieciRighe #SocialNetworks #Opinioni #Opinions

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Ci vorrebbe un bugiardino, proprio come quello delle medicine. Ci vorrebbe per i #socialnetwork. Non eviterebbe gli effetti collaterali, che di norma sono molti più dei benefici, ma almeno qualcosa si potrebbe evitare. O no? Quando discutiamo di un mezzo usato da miliardi di persone nello stesso giorno non ci sono formule o avvertimenti che tengano. E' un paradosso. E' impossibile.

La parola che più posso, con i miei limiti, avvicinare a quel foglietto è “netiquette.” Ammetto che era da qualche tempo che non ne leggevo così diffusamente: è certo che sia data per scontata, ormai, come molte cose da molte persone. E' implicita, ma dandola per ovvia, tante persone fanno finta che non esista più. Premettendo che io per primo sono colpevole (e da qui in avanti questa affermazione non va dimenticata), c'è da domandarsi come mai adesso, su #Mastodon, si accetti con entusiasmo. Anzi, che sia premessa per ogni interazione di questa piattaforma, che venga ricordata tanto frequentemente, che sia “esposta.”

Mettiamo che il presupposto sia la saturazione che deriva dalla tossicità (definiamola così per brevità) di cui sono intasati i social. Malattia che è prodotta unicamente dai fruitori. Chi fornisce le piattaforme ne trae guadagno, nel caso non sia “Mastodon”: quindi ha un ritorno dalle interazioni, da tutte le interazioni, senza discernere di che tipo siano. Lasciamo perdere le moderazioni ed i manifesti anti qualcosa. La realtà fattuale è quella di un far west più o meno senza regole. Tutto è fagocitato dai numeri che si traducono in soldi: quindi, adattarsi o crepare.

Però sembra che di regole chiare, non fraintendibili, ci fosse bisogno come l'acqua in un deserto. Il che può presupporre un'analisi di coscienza approfondita. O solo del buonismo. La seconda ipotesi mi sento di volerla scartare a priori: tanto vale restare su “Twitter” o “Facebook” e raccontare un monte di fregnacce. Mica esiste un controllo dei pensieri. La prima è molto migliore. Implica il raggiungimento di un livello di saturazione elevato, un rifuggire dall'ipocrisia che tutti abbiamo usato (e usiamo) con troppa disinvoltura. Non appaia un pensiero paternalistico: se si ha un Blog si scrive, prima che ad ogni altro, a se stessi.

Non è una cosa semplice ribaltare anni ed anni di incazzature, strali, offese e risposte violente: quando ci vuole ci vuole, non si dice così? Non è affatto facile rivedere il proprio modus operandi mettendo tanti e tanti paletti. Non è solo immediato, è anche faticoso. Quello che non si vuole da un social: l'arduo compito di mettersi d'impegno. Se dovessi andare dietro all'ego, al carattere, alle mie (e di tantissimi) brutte abitudini, alla mia ipocrisia su “Mastodon” non ci sarei dovuto arrivare. Invece, contravvenendo a tutto questo, mi sento fiducioso. Assai. Potrei dire che sudo, che mi mordo la lingua, che lascio metà delle risposte nella mia mente, ed è tutto vero. Ma è altrettanto vero che il tempo che ho va speso bene, meglio, anzi parecchio (per citare uno dei Maestri.) E siccome non mi pagano, meglio averne un ritorno in termini di pacificazione. Il che non significa essere buonisti o passare per fessi, ma rimettersi in gioco. Palla al centro e pedalare.

(Sempre e solo con l'avallo di Alessandra.)

#netiquette #Mastodon #socialnetworks #Blog #opinioni #opinions

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