Transit

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(SW)

La musica è importante, proprio per me, nella mia vita. Potessi ne ascolterei molte più ore, in una giornata. Premessa banale, premessa inutile.

Quando, solo in questi giorni, ho letto il messaggio (pubblico, riportato nella foto in cima) di #StevenWilson -chi è (qui)– sono rimasto molto perplesso. Prima. Mi sono incazzato, poi. Non starò qui a riaprire un dibattito vecchio almeno quanto me su come si possa o si voglia scindere l'arte dal vissuto di chi la fa. Siamo pubblico, perciò parziali. Immagino alcuni di voi (non siete migliaia) che porranno a paragone sulla vicenda #RogerWaters, o che scomoderanno #PierPaoloPasolini.

E' legittimo che anche un artista possa esprimere un pensiero politico, sociale, personale. Il web è di tutti e lo è anche l'arte (con dovuti distinguo che, per amore di brevità, eviterò di citare.) Pertanto non è qui l'incazzatura, non sta assolutamente qui. E' che ci sono dei limiti, anche questi suggeriti da se stessi. E non sono in discussione.

La coerenza non paga e nemmeno siamo pagati da chi ascoltiamo, dagli artisti che ci aggradano: almeno vale per il sottoscritto, che non becca un centesimo da nessuno, ma che ha speso migliaia di euro per la sua passione. Non morirà di fame -sic- il suddetto artista, cui cambia meno di una virgola che io esprima il totale dissenso verso la sua posizione, che io non compri mai più nessun suo prodotto (ahimè, anche quelli dei #PorcupineTree, che sono una band da adorare) o che perda dieci minuti della mia vita a scrivere per un #Blog che conta pochissimi lettori.

Questa cosa la dovevo dire, anche per la coerenza di cui sopra. Non si passano anni a dire che la Palestina è uno stato di diritto, che Israele è una “democrazia” solo per chi si arroga il diritto di negare anche un cessate il fuoco -Biden è uguale a tutti gli altri- e poi tace quando qualcuno “che conta” scrive cose gravissime. Notare come nel post ci siano quei toni che vanno bene per la massa, attenti a dire e contraddire nello stesso istante, così belli e poetici da far cascare i denti. Se non siamo proprio cotti e rincoglioniti non ci caschiamo.

Ecco, uno sfogo questo. Non ho verità assolute da spacciare, non sono né più bello, né più bravo, tantomeno intelligente, di nessuno. Ma che possa cascare immediatamente questo Governo se taccio o non ribadisco la mia (e per, fortuna, di milioni di altre persone) idea. Il “signor” Wilson può contare su tutti i suo fans. E si può vergognare con tutte le note musicali che conosce. (D.)

#Blog #Musica #Music #Opinions #Opinioni

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(Oppenheimer)

E' così. Amo i film lunghi, lenti e anche verbosi. Da due anni in qua, “Oppenheimer” (qui l'essenziale) ha catalizzato di tutto: sui #socialmedia credo di non aver mai visto così tante “recensioni”, così variegate opinioni e maree di cazzate (ma questo stupisce meno.) Come per tutte le opere cinematografiche, o musicali, o artistiche, gli unici occhi ed orecchie che contano davvero sono i nostri. Niente di ciò che pensiamo è realmente originale: il mondo ci influenza, ogni persona lo fa. Come arriviamo ad una conclusione sta a noi, però. Proprio ieri ho letto perfino una critica del tutto politica a questa pellicola. Un universo che racchiude in sè ogni cosa te la fa anche apprezzare. Poi li apri, quegli occhi. Essere semplicemente lì a farsi prendere da una storia -fin troppo zeppa di nomi, ma quello è- potrà mai essere una colpa? Di certo per le menti fini sì. Per coloro che amano essere alternativi a tutto e tutti pure. Per chi va a mangiare il popcorn certamente. Per chi pensa di sapere tutto, sempre, assolutamente. Per me, che ho ancora voglia di emozioni, solo un film stupendo. (D.)

#Blog #Cinema #Film #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 112

(Otto e mezzo)

Nel finale di “Otto ½” di #FedericoFellini, c'è la giostra di personaggi. Tutti, anche solo quelli immaginati da Guido, il protagonista (“Snaporaz” è più bello, però), sono lì. Anche lui e sua moglie si uniscono a questo girotondo immenso sulle note di #NinoRota. E' una liberazione, è un'accettazione dell'incompiutezza, la consapevolezza che possa esistere la felicità seppur intrisa di una totale mancanza di logica. Il regista del film, che è il regista del film, corre invano per comprendere che la comprensione è irraggiungibile. A me sembra una metafora perfetta, dopo sessant'anni, della illogica logica dei #SocialMedia: un correre affannato dietro a se stessi, in una sorta di cerchio in cui la fine è vedersi di spalle davanti a milioni di altri. Non è affermare che siano inutili, dato che sarebbe perlomeno ipocrita detto da chi li usa. Diciamo che la ricerca di un senso a questi mezzi declina sempre più verso una imperfezione che si maschera dietro alla parola “Social”, al #sociale. Che è tutt'altro, sempre detto personalmente. E poi, da qualche mese, sento che è meglio non esserci sempre e per forza. In maniera altalenante, certo. Perchè non scordiamo che ogni cosa che abbiamo inventato e che inventeremo è destinata a finire od a evolversi. Non è pessimismo, ma quello che è. E questa cos la ripeto da anni, con molte persone concordi. Sarebbe auspicabile una sorta di nuovo realismo, un disincanto, un battere il tempo in maniera che può andare oltre ad un ritmo imposto. Sempre scritto da chi non è nessuno, consapevolmente. (D. con A.)

#Blog #Opinioni #SocialNetwork #Opinions

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Dieci righe 102

(Twitter limits)

Sfrondiamo (questa notizia) da tutto ciò che la circonda, iniziando con l'opinione che si può avere di #ElonMusk, uno che se fa una cosa è solo per soldi. Nient'altro. Superiamo anche la nobile, quanto fuori tempo, idea che usare i #SocialMedia sia sempre a portata di tutti, senza alcuna restrizione: ciò che fa #Facebook, per dire, è il simbolo che la libertà non esiste, né gratis né se paghi. Non decidiamo nulla e ci siamo venduti dati ed anima molto tempo fa. Però, all'osso, dire che non si possono fare post o tweet a valanga -anche se i limiti non li consideriamo tali dati (questi) numeri- non è sbagliata in toto. Chi non si è fatto o si fa prendere la mano quasi ogni giorno la alzi, per cortesia. Forse questa cosa aiuterebbe a scrivere meglio, solo di argomenti che si ritengono importanti, con più cura, più ponderazione. E' un “forse” enorme come una montagna, visto il comportamento medio dell'utente medio del social media medio. Non ci va di passare per snob del piffero, dato che siamo anche noi eguali a tutti gli altri. Diciamo che non per forza ogni idea deve essere cattiva perchè immaginiamo che ci freni. Ogni cosa ed ogni persona può avere i suoi di confini. Basta che sia un modo per fare un po' meglio, a noi stessi e a questi strumenti. Tanto si scrolla come non ci fosse un domani. (A&D)

#Blog #DieciRighe #SocialNetworks #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 67

(Lavoro femminile)

La via del #GovernoMeloni per risolvere i problemi di #natalità e bassa occupazione passa dalle donne. Nel suo intervento a #Milano (qui) la #Premier continua in una vasta campagna di propaganda che sa molto di vecchio, di reazionario: e quando mai le donne non debbono salvare l'economia e anche fare più figli? Un mondo che le ostracizza, quello del #lavoro in Italia, sempre e continuamente, che è ancora pregno (sic) di un maschilismo neanche troppo sottile, che delega, delega e delega ancora alla forza del genere femminile quella parte così decisiva della crescita dei figli. Metterla giù così a me sembra, se non offensivo, quasi. Il tutto mentre, appunto, le politiche per il lavoro, gli aiuti alle famiglie, l'inserimento ad alti livelli dell'intelligenza femminile non mi pare siano al centro dei programmi. Quindi, le solite chiacchiere e distintivo. Il gioco che viene bene a questi. (D.)

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Dieci righe 62

(Servizi fiduciari)

Ottocentoquaranta. Questa è la cifra in euro sotto la quale l'#Italia considera una persona in stato di #povertà relativa. Quella assoluta è sotto i seicento. Come ho scritto più e più volte (sono egoista e me lo concedo) nel settore dove lavoro la media degli stipendi è sotto la prima cifra. In questo articolo su “Jacobin Italia” (qui) Giuseppe Martelli spiega bene la dicotomia interna stessa ad uno dei #Sindcati più grandi su questo #CCNL. E' importante comprendere come il sindacalismo debba rinnovare se stesso (importanti divengono, ormai, le organizzazioni di base), perchè l'esempio della vigilanza, con contratto scaduto da quasi otto anni, non depone di certo a favore della contrattazione svolta. Il #lavoropovero è anticostituzionale, porta a problemi insormontabili per chi lo fa, psicologicamente è devastante. L'unica cosa che si nota, su tutte, è la mancanza di una vera volontà di far uscire milioni di persone dalla difficoltà di sopravvivere. Vi chiedo se sia giusto, se ci si può sentire innocenti, (D.)

#Blog #DieciRighe #Italia #Lavoro #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 59

(Migrazioni)

A questo mondo ci sta tutto. Tutto ci deve stare. La fotografia dell'#Italia a Pasqua è quella di due diritti, agli opposti: quello dei #migranti alla ricerca di una vita (“vita” e basta, non serve altro) e quello delle persone a muoversi per turismo, benessere, cultura. Se sembra una dicotomia, uno sfregio alla sofferenza umana messa in parallelo con una floridezza diffusa, di massa, non siamo corretti. Mentre si muore e si cerca di sopravvivere (qui) sul mare, milioni di persone vivono vacanze e “relax” nei luoghi deputati o meno: non vi è posto, ormai, che non sia invaso dal turismo, non più. La riflessione dovuta è che, come si diceva nelle prime righe, se questo ci può stare, in un certo senso ci “deve” stare, non significa che sia giusto. Lo è perchè ogni essere umano ha diritto ad una vita dignitosa, confortevole e serena, ma se nasci in certi Stati è il contrario. Ecco: siamo nati dalla parte giusta, ma che così giusta non è più, non come prima. Illudersi serve a poco. Le migrazioni sono un monito che ancora non ascoltiamo. (D.)

#Blog #DieciRighe #Migrazioni #DirittiCivili #DirittiUmani #Opinions

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Dieci righe 58

(Assange)

Tredici anni fa #JulianAssange pubblicava il video dell'uccisione di dodici civili #Afgani. Glielo aveva consegnato la soldatessa #Manning. A quasi due anni dal ritiro degli #USA da quel martoriato paese, il giornalista americano si sta letteralmente consumando in una prigione #Inglese. Se volete conoscere la sua storia, continuo a consigliarvi il libro di #StefaniaMuarizi “Il potere segreto” (qui). Le “democrazie” occidentali continuano nella gara su chi si dimentica per primo di questo uomo, che ha la sola colpa di aver detto la verità. Lo sapete, se avete a cuore questa vicenda. Chi la insabbia, chi lo tortura è lo stesso che comanda, in qualche maniera, le nostre vite, i #SocialNetwork, il liberismo, l'avidità di denaro che mette in ginocchio i più poveri. Julian Assange deve essere liberato, perchè se vogliamo -dobbiamo- Noi essere liberi non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo chinare la testa. Mai e mai. E mai. (D.)

#Blog #DieciRighe #FreeJulianAssange #Opinioni #Opinions

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Dieci Righe 57

(Sciopero)

Un articolo di “Sinistra Quotidiana” (qui) fotografa in maniera esatta e circostanziata l'attuale situazione Sindacale e sociale nel nostro Paese. Certo, è di parte, ma se vedete solo questo non è stato compreso il problema. Come ho scritto molte volte, quella che ci troviamo a fronteggiare non è una “ultima spiaggia”: è molto peggio. Mi preme sottolineare come sia questo l'ostacolo che percepisco come maggiore. Una sorta di piatta ammissione della sconfitta, in termini economici e non solo: la debacle della #ClasseMedia non ha sollevato che pochissime proteste, quasi tutte fatte sui #SocialNetwork. I #Like danno da mangiare a pochissime persone, però. E tutti coloro che a quella “classe” non appartengono o non hanno mai appartenuto? Chi se ne frega? In queste poche e zoppe righe questo chiedo, con insistenza. E' questo che ci dobbiamo domandare, non se quello scritto è un pensiero di coloro con cui non andiamo d'accordo. O remiamo, tutti, o non ci saranno più divisioni politiche. Solo un silenzio insopportabile costruito sulla pelle dei più deboli. A me non va bene. (D.)

#Blog #DieciRighe #Italia #Economia #Sindacati #Opinioni #Opinions

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Dieci Righe 56

Potere d'acquisto

Resta una distanza abissale tra la vita di milioni di persone e un'#Italia che si vuole continuare a disegnare meglio di quello che è. Se da una parte il #GovernoMeloni insiste con decreti e discussioni sull'#AutonomiaDifferenziata o gli #Appalti, dall'altra si scivola senza alcun ostacolo verso un baratro umano e sociale con pochissimi precedenti. Anche riuscire a coprire i bisogni essenziali sta diventando quasi impossibile per tanta, ma tanta gente (qui). Appare evidente la quasi totale mancanza di volontà nel cercare di migliorare il mondo del #Lavoro, la #Sanità, la corsa impazzita dei prezzi. Aiutati da un fondo di menefreghismo diffuso verso le necessità dei più deboli, si tenta di salvaguardare chi già può farlo da solo, ovvero le fasce più agiate della società. Motivi per essere incazzati ce ne sono a migliaia ed ogni giorno di nuovi. Cosa si aspetti non è comprensibile. La “#PaceSociale” è una favoletta a cui non si deve credere. Come a tutte le favole che vedono vincere sempre quelli belli e ricchi. (D.)

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