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from 📖Un capitolo al giorno📚

Giudizio contro i responsabili della città 1Uno spirito mi sollevò e mi trasportò alla porta orientale del tempio del Signore, che guarda a oriente. Ed ecco, davanti alla porta vi erano venticinque uomini; in mezzo a loro vidi Iaazania, figlio di Azzur, e Pelatia, figlio di Benaià, capi del popolo. 2Il Signore mi disse: «Figlio dell’uomo, questi sono gli uomini che tramano il male e danno consigli cattivi in questa città. 3Sono coloro che dicono: “Non in breve tempo si costruiscono le case. Questa città è la pentola e noi siamo la carne”. 4Per questo profetizza contro di loro, profetizza, figlio dell’uomo». 5Lo spirito del Signore venne su di me e mi disse: «Parla: Così dice il Signore: Avete parlato a questo modo, o casa d’Israele, e io conosco ciò che vi passa per la mente. 6Voi avete moltiplicato i morti in questa città, avete riempito di cadaveri le sue strade. 7Per questo così dice il Signore Dio: I cadaveri che avete gettato in mezzo ad essa sono la carne, e la città è la pentola. Ma io vi caccerò fuori. 8Avete paura della spada e io manderò la spada contro di voi, oracolo del Signore Dio! 9Vi caccerò fuori dalla città e vi metterò in mano agli stranieri e farò giustizia su di voi. 10Cadrete di spada: alla frontiera d’Israele io vi giudicherò e saprete che io sono il Signore. 11La città non sarà per voi la pentola e voi non ne sarete la carne! Alla frontiera d’Israele vi giudicherò: 12allora saprete che io sono il Signore, di cui non avete seguito le leggi né osservato le norme, mentre avete agito secondo le norme delle nazioni vicine». 13Non avevo finito di profetizzare quando Pelatia, figlio di Benaià, cadde morto. Io mi gettai con la faccia a terra e gridai ad alta voce: «Ohimé! Signore Dio, vuoi proprio distruggere quanto resta d’Israele?».

Promessa di salvezza per gli esuli 14Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: 15«Figlio dell’uomo, gli abitanti di Gerusalemme vanno dicendo ai tuoi fratelli, ai deportati con te, a tutta la casa d’Israele: “Voi andate pure lontano dal Signore: a noi è stata data in possesso questa terra”. 16Di’ loro dunque: Dice il Signore Dio: Se li ho mandati lontano fra le nazioni, se li ho dispersi in terre straniere, nelle terre dove sono andati sarò per loro per poco tempo un santuario. 17Riferisci: Così dice il Signore Dio: Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e vi darò la terra d’Israele. 18Essi vi entreranno e vi elimineranno tutti i suoi idoli e tutti i suoi abomini. 19Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, 20perché seguano le mie leggi, osservino le mie norme e le mettano in pratica: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. 21Ma su coloro che seguono con il cuore i loro idoli e i loro abomini farò ricadere la loro condotta». Oracolo del Signore Dio.

Epilogo della visione 22I cherubini allora alzarono le ali e le ruote si mossero insieme con loro, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. 23Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è a oriente della città. 24E uno spirito mi sollevò e mi portò in Caldea fra i deportati, in visione, per opera dello spirito di Dio. E la visione che avevo visto disparve davanti a me. 25E io raccontai ai deportati quanto il Signore mi aveva mostrato.

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Approfondimenti

Giudizio contro i responsabili della città 11,1-13 Un'ultima scena, nel c. 11, descrive la sorte riservata ai capi del governo, promotori dei gravi delitti del paese. Lo spirito trasferisce Ezechiele presso la porta orientale, dove si è posata la gloria. Lì si trovano radunati 25 rappresentanti del popolo, probabilmente i principali dirigenti della fazione antibabilonese, che istigavano alla ribellione contro Nabucodonosor e perseguitavano a morte i loro oppositori (cfr. Ger 26,20-24; 37; 38). Essi si illudono di poter resistere a nuovi attacchi degli eserciti stranieri, come era stato fino ad allora, al tempo di Ezechia (2Re 19) e nella invasione del 597 (2Re 24,10-17). I palazzi di Gerusalemme, essi affermano, sono lì intatti da secoli (non sono stati cioè rifabbricati in quei pochi anni, v. 3). La città sacra può essere paragonata a una pentola, nella quale essi («la carne») potranno stare al sicuro per tutta la vita. Ma il profeta ha l'ordine di proferire su di loro il giudizio divino (v. 7): la città è realmente una pentola per tutti quelli che sono stati trucidati dalla loro malvagità, mentre essi saranno cacciati fuori e eliminati (vv. 9-11). A quella parola cade morto improvvisamente uno di quei personaggi, Pelatia (il cui nome significa «JHWH libera»): è la conferma simbolica che non vi sarebbe stato alcun risparmio per tutta quella gente. Sicché il veggente ancora una volta con più ardore implora pietà per il “resto” d'Israele. Il portavoce di JHWH si dimostra molto sollecito per la sorte del suo popolo e proteso verso un traguardo di salvezza: la stessa meta a cui tende Dio in tutti i suoi interventi. Lo si constata chiaramente nel discorso finale qui inserito nei vv. 14-21, probabilmente da altro contesto, dal medesimo Ezechiele.

Promessa di salvezza per gli esuli 11,14-21 In risposta alla pretesa dei responsabili della Giudea (11,3) di dover restare per sempre nella città santa e alla ripetuta implorazione del profeta per la salvezza del “resto” (11,13), il Signore dichiara che gli abitanti di Gerusalemme si ingannano ritenendosi ormai gli unici proprietari della terra santa. Essi affermano che gli esuli di Babilonia, figli dello stesso popolo («fratelli tuoi») a cui Ezechiele è stato inviato e dei quali è stato fatto responsabile («uomini del tuo riscatto», traduzione preferibile a «deportati con te»), non hanno più alcun diritto al suolo dei padri. Essi sarebbero come dei morti (37, 11) e il possesso, secondo la legge, sarebbe passato esclusivamente agli eredi rimasti presso la dimora del sovrano divino (Lv 25,23-34; Ger 32,6-8). Ma si sbagliano. Benché allontanati dalla patria per le colpe della collettività, JHWH non ha abbandonato i compagni d'esilio del profeta: sarà loro santuario e difesa con la sua presenza per un certo tempo («per poco tempo»: v. 16), cioè in comunione di vita paracultuale con lui, fino a che non saranno raccolti da tutte le regioni e riportati nella sua terra: è la promessa che sarà più volte rinnovata in seguito (cfr. cc. 20; 34-37). Dio farà in modo che essi eliminino le radici delle loro iniquità e abbiano «un altro cuore» (secondo i LXX, invece «un solo», del TM) «e uno spirito nuovo» (v. 19), cioè un cuore di carne al posto di quello di pietra, e un animo docile, per cui si sentano spinti dall'interno a osservare tutte le leggi della torah e tornino a essere il suo popolo (36,26s.). La rovina cadrà invece su coloro che, pur rimasti in patria, persisteranno nella malvagità (v. 21). In altri termini, la salvezza e assicurata a quel Giudei che erano ritenuti diseredati; e sarà opera della benignità divina per via di una trasformazione sovrumana interiore, che li renderà aperti e disponibili alla voce del Signore; non potrà più dirsi di loro: «non vogliono ascoltar i miei profeti, perché non vogliono ascoltar me» (3,7)! Proprio come prospettava dalla Giudea il veggente di Anatot (cfr. Ger 24,5-8). Sempre lo stesso modo di agire di Dio nella storia dell'uomo: «umilia l'albero alto e innalza l'albero basso» (Ez 17,24); «ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,53).

Epilogo della visione 11,22-25 Con la suddetta dichiarazione di JHWH si conclude il grande giudizio in visione sulla città santa. Vi è specificato e sviluppato il messaggio di guai, già espresso nelle scene simboliche dei cc. 4-7, ed è stato pronunziato il verdetto definitivo sulla nazione ebraica. La gloria divina, sollevandosi sui cherubini, lascia Gerusalemme, indegna della sua presenza, e va a posarsi a oriente sul Monte degli Ulivi, in attesa di un'era migliore (v. 23: 43,2-4). Intanto il veggente, ridestatosi dall'estasi, si ritrova di fronte ai suoi visitatori, e riferisce loro tutto ciò che gli era stato mostrato (vv. 24s.).

Com'è chiaro, la visione vissuta da Ezechiele è in gran parte simbolica: non corrisponde precisamente alla realtà storica che poi si verificherà (cfr. ad es. 2Re 25,8-17). Ma nei tratti essenziali è densa di significati teologici.

Ci mostra anzitutto come Dio parla ai suoi profeti: creando nella loro immaginazione delle scene concrete, facendoli assistere alle azioni e ai dialoghi di determinati personaggi, coinvolgendoli nel dramma. Dà così ai suoi messaggeri la forza persuasiva dell'esperienza viva. Quale impressione ne avrà riportato il neo eletto di Tel-Aviv e quale incisività avrà esercitato negli astanti? Certo molto maggiore di quando alzava il braccio sul modello della città santa (c. 4) o profetizzava rivolto contro i monti di Giuda (c. 6). Il Signore prepara così i suoi fervidi araldi nel corso dei secoli.

Ci fa vedere poi come opera il giudizio di Dio: interviene o lascia che intervenga la sventura quando si è raggiunto un culmine di malizia. Ma anche allora ha cura e riguardo per coloro che si sono dissociati dalla perversione collettiva; mette in azione un fuoco purificatore per l'intera nazione, ma si riserva un resto, lontano dal paese contaminato; la gloria divina abbandona il tempio profanato, ma sosta presso i monti di Sion in attesa di rientrarvi nel giorno della restaurazione interiore (43,1-4).

Gli uditori dovevano capire tutto ciò, e finalmente adeguarsi all'agire giusto e misericordioso del Dio dei padri. E un Dio che ama il suo popolo, lo istruisce con l'efficacia della sua parola, lo purifica dalle iniquità, guarda con sollecitudine paterna, persegue indefettibilmente il suo disegno di salvezza (il recupero del resto santo d'Israele e di tutti i suoi eletti).

(cf. GAETANO SAVOCA, Baruc – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from La Casa Di Ermete

Il paganesimo oggi Oggi essere pagano non è molto diverso da come lo era un tempo. Pagani e cristiani se le davano di santa ragione gli uni perseguitavano gli altri poi qualcuno creò la religione cattolica e il ruolo dei “gentili” cosi venivano chiamati i politeisti si affievolì nel tempo dileguandosi tra le varie forme neologistiche ma senza scomparire completamente. Il ruolo dei pagani oggi è ancora ben inquadrato nella cultura italiana ed europea forte di un bagaglio di grandi conoscenze e di tradizioni popolari che si sono tramandate nei secoli grazie soprattutto al cristianesimo che si è divertito arrogantemente a bandire sui ceppi ardenti coloro che sapevano e conoscevano le essenze ed i segreti pensando che una volta bruciati tutti e tutte le cose sarebbero finite nel mucchio di cenere. Invece il paganesimo o neopaganesimo oggi vive, respira, parla, scrive con le stesse motivazioni, anzi motivazioni molto piu’ forti di prima annullando lentamente e sostituendo altrettanto il surrogato religioso del cristianesimo occidentale. Una religione non muore mai. I suoi resti sono recuperati da quel che segue. I primi cristiani si stabilirono in templi pagani, di cui trasformarono i significati. Non ci fu tabula rasa. Tutta la cultura è un palinsesto. Allora saranno i cristiani a ringraziare i pagani di aver posto le basi per le loro cattedrali e saranno ancora i cristiani a ringraziare i pagani per averli illuminati di preghiere e indotti a studiare scritture che già nella notte dei tempi erano intrise di simbologie arcane ed esoteriche, Bibbia in primis (ne riparleremo). La gente comune è abituata a pensare ai dogmi come a delle regole che imprigionano il pensiero e i comportamenti dell’uomo. Il dogma, secondo la logica cristiana, è un atto di fede davanti al quale l’uomo rinuncia alla sua capacità critica perché deve credere. Ma questo appartiene esclusivamente all’ambito cristiano. Sia chi afferma il dogma cristiano sia chi nega il dogma cristiano, è sempre un cristiano. Il dogma cristiano dice ai fedeli cristiani: “Anche se ritenete che Dio non può aver creato il mondo come raccontato dalla Bibbia, lo dovete credere come atto di fede e agire nel mondo come se Dio avesse creato il mondo e, pertanto, fosse padrone del mondo.” Il paganesimo ribatte con molta precisione che il mondo è divenuto per trasformazione in sé e per sé e queste trasformazioni rappresentano l’aspetto divino del mondo. Sono gli Dèi che agiscono e divengono nel mondo di cui i pagani, come gli Dèi, si trasformano e ne fanno parte. Dogma? Certamente, è un dogma. Un principio su cui il paganesimo non può mediare. Pertanto se ragioniamo il pagano è responsabile delle proprie azioni e quindi attraverso le sue scelte costruisce il proprio futuro. Dal lato opposto c’è chi dice che per lavorare bisogna credere in Dio. Per migliorare non devo lavorare, dicono, ma confidare in Dio, nella sua provvidenza, sperare che Dio agisca benevolmente nei loro confronti. Ecco è qui che nasce la disparità secolare tra il pagano politeista o meno e tutte le altre forme di religioni monoteiste laddove tutte le azioni dipendono da Dio ma proviamo nell’esempio a commettere un omicidio, non verrà arrestato Dio e nemmeno verrà processato Dio ma condannato colui che ha commesso il reato. I responsabili del destino sono loro non Dio. Eppure i cristiani vivono questa contraddizioni pensano che Dio sia colui che determina la loro vita, ma vivono in una società civile che li ritiene responsabili per ogni scelta e ogni decisione che fanno. Il paganesimo è responsabilità del proprio essere perché privo di regole costrittive e dettati religiosi quindi liberale nelle scelte e anti-conformista.

Massy ©

 
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from La Casa Di Ermete

La Wicca Spesso, quando sentiamo o leggiamo il termine “wicca”, siamo portati a pensare che si tratti di un qualche culto misterioso, legato per lo più a pratiche occulte oscure e al satanismo. Niente di piu’ sbagliato e di piu’ lontano dalla realtà. Il fraintendimento è legato ad un retaggio che si è tramandato secoli dopo la grande inquisizione con la caccia alle streghe perché la Chiesa cattolica perseguitava coloro che professavano culti pagani associandoli al culto del male. La Wicca è solo ed esclusivamente un percorso di spiritualità incentrato sul culto della natura. dei suoi cicli e della vita stessa, dove non esistono regole imposte dalla divinità. È estremamente importante sapere che i wiccan non adorano né riconoscono il concetto di “Satana”, “diavolo” o altre entità simili. I wiccan vedono “Satana” come un simbolo contrario alle tradizioni ebraiche e cristiane. Sebbene i wiccan non utilizzino la Bibbia, considerano il cristianesimo e l’ebraismo come un sistema di miti mondiali che merita lo stesso rispetto di qualsiasi religione. Ognuno è libero di seguire i propri sogni e aspirazioni, con l’unica e inscindibile clausola di non fare del male al prossimo. Si basa principalmente su antichi culti sciamanici, sulle antiche religioni animiste e sulle credenze druidiche, con alcuni richiami alle filosofie e alle religioni orientali. Splendido vero? Il male non c’entra assolutamente niente è fuori contesto perlomeno non nella Wicca legata alla natura. Gerald Gardner ex funzionario inglese, che nella metà degli anni ’50 pubblicò una serie di libri dove esponeva i principi fondamentali di questa religione e fu proprio Gardner a fondare la “religione” della Wicca moderna. Le congreghe in cui i wiccan si riuniscono si chiamano coven e non sono riunite e strutturate secondo una gerarchia, ma indipendenti le une dalle altre, anche se collegate tra loro. Tutto ciò che esiste è formato dai cinque fondamenta (aria, acqua, fuoco, terra, spirito), che sono rappresentati attraverso il simbolo del pentacolo all’interno di un cerchio. Per quanto riguarda i riti, invece, ogni coven può decidere quali svolgere, anche in base alla corrente che viene seguita. Alcuni rituali vengono svolti solo all’interno delle coven, per cui chi pratica a livello individuale può conoscere la parte dei riti pubblici, ma non la parte iniziatica della religione. Il calendario della Wicca si divide in due feste: Sabbat dedicato a Dio sono 8 feste legate ai movimenti del Sole. Tra i più importanti ci sono Samhain (31 ottobre), il capodanno celtico che segna la morte del vecchio anno, e il suo opposto Beltaine (1 maggio), dove si festeggia la natura e la fertilità. Gli esbat, dedicati alla Dea, sono feste legate al ciclo lunare. Possono essere 12 o 13 a seconda di quante lunazioni ci sono in un determinato anno. Ogni corrente Wicca festeggia l’esbat in un momento diverso del ciclo lunare ed è un rituale più intimo e raccolto rispetto al sabbat. Spesso si festeggia da soli. Chi pratica la Wicca non fa alcun sortilegio o incantesimo, non invoca il male, non pratica rituali negativi perché la regola base del movimento wicca di tutto il mondo è proprio il rispetto di tutti gli esseri viventi, umani ed animali. La consapevolezza della responsabilità che queste persone hanno nei confronti di tutto il creato è altissima e concepiscono che il potere creativo dell’ Universo si manifesta sia nell’uomo quanto nella donna dando valore alla sessualità come piacere e come incarnazione della Vita. In sintesi possiamo dire che le streghe pagane della Wicca considerano la magia il mezzo più efficace per assumere il controllo della loro vita, per fare in modo che gli avvenimenti esterni prendano un corso che sia conforme ai loro desideri, per migliorare lo stato energetico del nostro pianeta e per entrare in contatto con la Dea. Le streghe della Wicca hanno elaborato una serie di regole che devono essere rispettate da quanti praticano la magia: tale serie di regole prende il nome di “Legge del Potere”. Le streghe della Wicca sostengono di non praticare la magia al fine di distruggere altri individui anche se in caso di necessità i poteri magici possono essere utilizzati per proteggere se stessi e per ottenere vantaggi personali.

Massy ©

 
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from La Casa Di Ermete

La numerologia È risaputo che la matematica e quindi i numeri di cui essa è composta è un metodo scientifico di calcolo ma non tutti però sanno che gli stessi numeri presi in considerazione da un punto di vista non scientifico ma assolutamente esoterico creano un percorso diverso chiamato numerologia. La numerologia attribuisce un significato ad ogni numero. Le tematiche in fatto di scienze esoteriche esprimono chiaramente il concetto che i numeri sono parte integrante della vita comune di ognuno di noi e che vanno dagli aspetti piu’ fantasiosi ad esempio, quando l’essere umano cerca di attribuire un significato a un numero che incontra ripetutamente in un determinato periodo della sua vita – a quelli più indicativi: la data di nascita è l’esempio più semplice e la composizione numerica più interessante per i numerologi, dato che rappresenta il primo riferimento numerico di una vita umana; anche perché, tenendo presente che i numeri in quanto simboli spaziano da 1 a 9, ogni essere umano è rappresentato da un numero appartenente a questa scala e la data di nascita suggerirebbe la sua indole naturale. Esistono numerose tipologie di calcolo, ma il metodo più condiviso corrisponde alla somma totale del giorno, del mese e delle ultime due cifre dell’anno. Il significato di un simbolo è il riflesso e il risultato di un ragionamento umano, i numeri non sono da meno, infatti, il primo simbolo numerologico che pone fine al vuoto è l’1. I numeri agiscono su quattro piani: 2, 3, 6 sono numeri emotivi; 1 e 8 sono numeri mentali; 4 e 5 sono numeri fisici e 7 e 9 sono numeri spirituali. Constatando che più si ripete un numero e più i significati di quel numero caratterizzano l’individuo, ciò significa che più numeri la persona ha su quel piano e più si comporterà in modo mentale, emotivo, spirituale o fisico. Una persona con tanti 2, 3, 6 che si ripetono dimostrerà maggiore sensibilità e empatia (e sovente anche le lacrime) rispetto ad una persona con una maggiore presenza dei numeri mentali 1 e 8 che, essendo detti numeri dominanti, razionalizzano e cercano di controllare le emozioni, qualità indubbia di fronte a situazioni d’emergenza da affrontare. Mentre chi ha una predominanza di numeri fisici sarà più predisposto ai piaceri sensoriali e alla curiosità delle nuove esperienze: ai viaggi il 5, e alle cose materiali e concrete il 4 che vuole i fatti e detesta i consigli. Nei numeri spirituali invece potremo trovare sia dei mistici 7: studiosi, perfezionisti e distaccati dalla realtà, perché così com’è non gli piace; oppure dei missionari 9, di mentalità e amore universale, nonché lottatori per i diritti umani. I numeri fanno parte della nostra vita spirituale e materiale e non c’è un giorno in cui non leggiamo o non sentiamo parlare di numeri e di cifre. La numerologia è una guida che ci accompagna attraverso il percorso del miglioramento di noi stessi, delle relazioni interpersonali e del nostro lavoro. Possiamo attraverso i numeri dare significato o prendere spunto in merito a dinamiche che stiamo vivendo, a relazioni che non comprendiamo e a schemi che si ripetono nella nostra esistenza. Diamo importanza ai numeri perché sono alla base della nostra vita.

Massy ©

 
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from Liberamente

Il Salone del libro di Torino Ogni anno a Torino nella cornice del Lingotto Fiere si riunisce tutta la filiera del libro: case editrici, scrittori, librai, bibliotecari, agenti, illustratori, traduttori e tanti, tantissimi lettori. Per gli editori, dai grandi gruppi agli indipendenti, il Salone è la più importante occasione di vendita e di presentazione delle novità editoriali. Per tutti i lettori, il Salone è un grande festival internazionale della cultura: 2.000 ospiti da ogni parte del mondo per un totale di 1.200 eventi. Ogni anno arrivano al Salone le autrici e gli autori che hanno fatto la storia della letteratura del Novecento e del nostro secolo. La prima edizione si tenne dal 18 al 23 maggio del 1988 e ogni anno sempre piu’ visitatori ed espositori hanno permesso di far crescere questa importante manifestazione culturale in un vero must del settore. Dalla letteratura alla filosofia, dalla scienza all’arte, dal giornalismo alla religione, dal cinema alla musica: ogni anno si danno appuntamento al Salone alcune personalità della cultura più influenti e interessanti a livello globale. Dentro al Lingotto, quasi quaranta sale per un programma che conta più di 1200 appuntamenti. Il Salone Off è l’iniziativa nata nel 2004 per portare libri e spettacoli fuori dai padiglioni del Lingotto, con uno sguardo privilegiato alle periferie, al territorio dell’area metropolitana. Il programma è una festa della cultura, per esplorare lo spazio urbano e il territorio. Biblioteche, librerie, teatri, ex fabbriche, locali, strade e piazze, case del quartiere, ospedali, parchi e giardini, carceri, cimiteri e stazioni della metropolitana. Da giovedi 9 maggio a lunedi 13 maggio compresi presso il Lingotto Fiere di Torino.

Visitate il sito Liberamente News https://liberamente.news

 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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Tubular Bells è l'album di debutto in studio del musicista inglese Mike Oldfield, pubblicato il 25 maggio 1973 come primo album su Virgin Records. Oldfield, che aveva 19 anni quando fu registrato, suonava quasi tutti gli strumenti dell'album prevalentemente strumentale. L'album inizialmente venne venduto lentamente, ma ottenne l'attenzione mondiale nel dicembre 1973 quando il suo tema di apertura fu utilizzato per la colonna sonora del film horror L'esorcista. Ciò ha portato a un aumento delle vendite che ha aumentato il profilo di Oldfield e ha svolto un ruolo importante nella crescita del Gruppo Virgin. Rimase nella top ten della classifica degli album del Regno Unito per un anno a partire dal marzo 1974, durante il quale raggiunse il numero uno per una settimana. Ha raggiunto il numero tre nella Billboard 200 degli Stati Uniti e ha raggiunto la prima posizione in Canada e Australia. L'album ha venduto oltre 2,7 milioni di copie nel Regno Unito e circa 15 milioni in tutto il mondo. Una versione orchestrale prodotta da David Bedford fu pubblicata nel 1975 come The Orchestral Tubular Bells. Oldfield ha registrato tre sequel: Tubular Bells II (1992), Tubular Bells III (1998) e The Millennium Bell (1999). Per il trentesimo anniversario dell'album, Oldfield ha ri-registrato l'album come Tubular Bells 2003. Un'edizione rimasterizzata è stata rilasciata nel 2009. Il suo contributo alla musica britannica è stato riconosciuto quando Oldfield ha suonato estratti durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive del 2012 a Londra.


Ascolta: https://songwhip.com/mike-oldfield/tubularbells


#ascolti

 
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from Il pinguino sul Ticino

È arrivato quel momento della vita.

No, non parlo dell'improvvisa voglia di guardare i cantieri.

Prima o poi, chi bazzica il fediverso sente l'impellente necessità di parlare del fediverso.

Se ci pensate è un po' come il Fight Club, ma al rovescio. Lì ci si scambiano botte da orbi ma non puoi parlarne con nessuno. Nel fediverso, invece, nella maggior parte dei casi i confronti verbali sono pacati e si ha voglia di parlarne con tutti. Sì, sì, ok, ci sono sempre i bisticci, come nelle grandi famiglie, però diciamo che non è ai livelli del caccaverso come avviene in altre realtà estremamente popolari.

Questo perché, in fin dei conti, non è un club esclusivo, bensì un universo virtuale aperto, interconnesso, libero, che si può seguire sia come iscritti che come osservatori occasionali, perché tutti i messaggi scambiati lì sono basati su protocolli aperti e standard.

Ora, se sei già nel fediverso da un pezzo e hai già compreso le sue meccaniche puoi benissimo interrompere la tua lettura qui. Usa meglio il tuo tempo, non ho niente di nuovo da dirti.

Se non ne sai nulla e vuoi scoprire cosa sia quest'affare, pronti, via. Si parte!

Una sola lingua per parlare con tanti servizi diversi

Immaginate di essere connessi al vostro account di Facebook. Scorrete distrattamente la pagina principale e vi imbattete in un interessante post di Instagram. Vi piace, lasciate un commento. Poi proseguite, sempre restando dentro Facebook. Un vostro contatto su Twitter ha appena fatto un intervento su Reddit, attraverso Twitter, eh! Non è mai uscito dalla sua piattaforma. Insomma, voi senza mai uscire da Facebook potete vedere e commentare quello che succede su Instagram, Reddit e Twitter. Comodo, vero?

Utopia?

Beh, per le piattaforme sopra citate, sì. È pura utopia, perché si chiudono nei propri recinti digitali e vi obbligano a restare lì dentro. Si aggrappano alla vostra attenzione con le unghie e con i denti, soprattutto di gattini, e fanno il possibile per non farvi mai distogliere lo sguardo. Meglio se non sbattete mai le palpebre. Chiudete gli occhi e siete virtualmente morti, vi siete persi potenzialmente il post che vi avrebbe svoltato la giornata! E guarda quante belle cose pubblicano i tuoi amici, non hai paura di perdertele?

Tuttavia è possibile fare quello che ho descritto poco fa con i servizi connessi attraverso il protocollo chiamato ActivityPub, è come una lingua che mette in ordine i contenuti in modo che chiunque altro la comprenda riesca a ricostruirli e presentarli all'utente correttamente. Tra le piattaforme più famose che usano questa lingua per parlarsi certamente c'è Mastodon, molto simile a Twitter. Ce ne sono molte altre, che si comportano esattamente come Instagram, come Reddit, come YouTube, come Medium per tenere semplici blog, come Goodreads per tracciare e condividere le proprie letture e altre ancora che aiutano a organizzare eventi, per esempio. Tutte queste sono capaci di parlarsi a vicenda in questo universo federato chiamato, appunto, fediverso.

Figo, vero?

Ci sono un paio di cosine da capire prima. Non che siano difficili, più che altro sono fondamentali per non trovarsi spiazzati di fronte a un'esperienza simile ma non uguale a quella vissuta sulle piattaforme più grandi.

Non basta scegliere la piattaforma

E qui arriva il primo scoglio. Appurato che il mio uso principale sia pubblicare foto come Instagram non è sufficiente dire “Ok, vado su Pixelfed”, perché Pixelfed è solo l'applicazione che si comporta come Instagram, ma attenzione, attenzione, esistono tante diverse installazioni di Pixelfed nel mondo e posso scegliere a quale di queste iscrivermi.

Come, scusa?

Sì, ti ho sentito.

La domanda è logica.

È proprio a questo punto che ti chiedo di non pensare più come hai fatto finora, cioè a dire: “Mi iscrivo su Facebook, mi iscrivo su TikTok”, ma bisogna dire: “Mi iscrivo a questa o a quell'altra ISTANZA perché ne condivido la filosofia o perché in proporzione è più probabile trovare argomenti affini ai miei”.

Le istanze sono infatti installazioni diverse dello stesso software e la scelta su dove iscriversi dipende da alcuni fattori, che possono essere:

  1. Regole e filosofia dell'istanza. Prima di iscriversi a qualsiasi istanza vengono mostrate le regole di condotta e le idee che muovono la creazione di quell'istanza. Se queste rispecchiano in media quello che mi aspetto dal mio pubblico o quello che intendo pubblicare, perfetto, vivrò bene e magari arricchirò la comunità. Se non vado d'accordo con qualcuno di questi punti posso cercare altrove.
  2. Il nome dell'istanza. Può sembrare una fesseria, ma il dominio rispecchia in parte anche una porzione del mio nome. Perché è vero che posso scegliere un nome utente, ma questo sarà sempre seguito da @nomeistanza. Perciò può essere divertente essere gianfilippo@gattiniallegri.net, ma se voglio usare questo profilo per condividere i miei articoli sulla divulgazione scientifica, forse non è proprio il luogo più adatto.
  3. Nazionalità e popolazione dell'istanza. Voglio avere a che fare con tante o poche persone? Voglio parlare solo la mia lingua o sono aperto anche alla comunicazione internazionale? Prima di iscriversi è possibile sbirciare qualche post pubblicato sull'istanza e vedere il tenore e la frequenza delle discussioni.

Che confusione! Sono troppe cose da considerare!

Hai proprio ragione. Al primo approccio è un vero guaio trovarsi davanti a così tanta scelta. Non dimenticherò mai la prima volta che sono entrato in una gelateria enorme in una grande città. Così tanti gusti mi hanno destabilizzato ed ero tentanto di andarmene.

Però mi sono preso il mio tempo, mi sono accorto che effettivamente c'era qualcosa di mio interesse (come può non essere interessante il gelato?) e alla fine ho scelto.

Non è poi molto diverso dall'email

Pensaci un attimo: usare la posta elettronica ormai è un esercizio quotidiano al quale non badiamo nemmeno più. Probabilmente controlliamo anche più indirizzi diversi: quello personale, quello del lavoro, quello del club del cricket, quello di riserva perché mi sono dimenticato la password. Se avete cominciato a usare internet prima del 2010 magari avete ancora il vostro indirizzo con Libero, con Yahoo, con Alice o con Fastweb, poi è arrivata Gmail e ha uniformato un po' tutto, ma spesso per lavoro vi viene assegnato un indirizzo col dominio della vostra azienda. Esistono anche molte altre soluzioni molto più sicure e attente alla privacy. Eppure tutte sono in grado di comunicare tra loro. Cambia l'aspetto del sito dove compongo il mio messaggio, qualche servizio mi permette di programmare l'invio, altri mi fanno gestire più indirizzi contemporaneamente ma tutte offrono uno spazio per i destinatari, un oggetto, il corpo del testo che posso formattare a piacimento e degli allegati. Composti in una forma o in un'altra arrivano comunque al destinatario tutte le informazioni.

Questo è quello che succede tra piattaforme che comunicano nel fediverso.

Ma se scelgo l'istanza sbagliata me ne pentirò per sempre?

No, perché è possibile spostare il proprio profilo su un'istanza diversa se dopo qualche tempo mi accorgo di non trovarmi bene in quella comunità. È semplicissimo farlo tra piattaforme uguali: Mastodon con Mastodon, Pixelfed con Pixelfed, Friendica con Friendica, si chiama migrazione. Come le rondini in primavera posso salutare la mia istanza di partenza, iscrivermi a un'istanza nuova e avvisarle entrambe del viaggio, ma a differenza delle rondini posso farlo in qualsiasi momento dell'anno. La mia storia resterà registrata fino a quel momento sull'istanza precedente e se qualcuno mi trovasse su quella vecchia verrebbe reindirizzato su quella nuova.

È un po' più complicato passare su un software diverso. Sappiate comunque che potete esportare in semplici file di testo tutte le vostre informazioni importanti come i contatti che seguite, i post salvati, le liste di utenti bloccati e altre cose in base alla disponibilità di ogni istanza per poterli poi importare in un'altra. Questo perché siete voi ad avere il controllo sui vostri dati e nessun altro.

Posso parlare solo con i miei compagni d'istanza?

E viene proprio qui il bello! Ogni piattaforma offre tre viste per organizzare i post:

  1. Abbiamo la timeline personale che mostrerà i post di tutte le persone che seguo, anche iscritti su istanze diverse.
  2. La timeline locale dove posso vedere i post di tutti gli utenti iscritti alla mia istanza.
  3. Infine la timeline federata dove vedrò i post recenti pubblicati da qualsiasi parte nel fediverso.

La libertà di godermi i contenuti in pace

Tutto questo avviene in totale relax perché non esiste un algoritmo che mi proponga cosa vedere. I post vengono organizzati in ordine cronologico e non ricompariranno ciclicamente a meno che qualche mio contatto non scelga di ricondividerli per dare loro maggior visibilità. Ho la capacità pensare e di scegliere quando e cosa vedere in autonomia, non ho bisogno di una macchina che mi proponga le cose già pensate solo per stuzzicare un po' di discussione.

Come trovare contenuti interessanti

La propria timeline va coltivata piano piano. All'inizio nella schermata principale di Mastodon vedevo bene o male la stessa gente, ma qualcuno magari ogni tanto condivide i post da altre istanze. Se il post originale mi interessa vado a guardare il profilo di questa persona e magari lo seguo. Le sue ricondivisioni portano a conoscerne molti altri.

È come una valanga, ma tranquilla.

Per esempio, anche se non sono iscritto a Mastodon.art ho scoperto quell'istanza grazie alla condivisione di un utente che seguivo e di conseguenza ho conosciuto una marea di bravi disegnatori e disegnatrici proprio grazie alla ricondivisione, ho cominciato a seguirli e adesso i loro disegni compaiono anche nella mia timeline, nonostante viviamo su istanze diverse. Questo è il potere di un linguaggio condiviso come ActivityPub.


Questo articolo è in continuo aggiornamento, perciò se qualcosa non fosse chiaro o se volessi farmi notare qualcosa di importante che ho tralasciato scrivimi pure.


Link utili

  • Una panoramica di Informapirata sulle piattaforme che compongono il fediverso: leggi l'articolo.
  • Qui è possibile filtrare tutte le istanze di Mastodon, scegliendo tra quelle europee, quelle che parlano in italiano oppure per interesse e trovare quella perfetta per le proprie esigenze: Joinmastodon.org.
  • Trova la comunità Pixelfed perfetta per te: sfoglia i server.
  • Il Post spiega cosa sia e come funziona il fediverso: leggi l'articolo.
  • Sempre su Il Post un articolo di Francesco Macchia, che vive il fediverso non solo come utente ma anche come amministratore di tre modi di viverlo diverse, tra Friendica, Mastodon e Lemmy: leggi l'articolo.
  • Un articolo in inglese su The Verge che spiega bene cosa sia la federazione: leggi l'articolo.
  • Anche il browser Vivaldi ha creato la propria istanza.
  • Mozilla invece ha creato la propria piattaforma, Mozilla Social, anch'essa federata. Iscriviti alla lista di attesa.

Ps. Questo è il primo articolo che scrivo interamente con Emacs a seguito di questa importante rivelazione per la vita, l'universo e tutto quanto, ma che fatica! Devo proprio sistemarmelo per bene.

#fediverso

 
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from Cooperazione Internazionale di Polizia

OPERE D’ARTE TRAFUGATE. LA BANCA DATI DELL’INTERPOL E L’ATTIVITÀ DEI CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE. E C’È ANCHE L’ APP PER ANDROID E IPHONE

Recentemente sono state rese note le attività svolte lo scorso anno dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale #TPC (https://www.beniculturali.it/comunicato/26175). Si tratta di una articolazione dell’#Armadeicarabinieri che è posta nel contesto del Ministero della cultura, con una struttura centrale, e Nuclei e una Sezione nelle varie Regioni italiane. È un comando istituito sin dal 1969, a rinforzo dell’articolo 9 della Costituzione italiana (“la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) che, in oltre mezzo secolo di vita, ha restituito ai legittimi proprietari, pubblici e privati, più di tre milioni di beni culturali. Molti dei beni culturali dei quali parliamo vengono recuperati all’estero, e ciò presuppone una collaborazione internazionale e un database nel quale catalogare quelle sottratte da ricercare mediante indagini. Lo scorso anno si è consolidata la collaborazione con il Manhattan District Attorney's Office di New York (DAO), l’Homeland Security Investigations (HSI) – Immigration and Customs Enforcement (ICE) ed il Federal Bureau of Investigation (FBI), così da individuare, sequestrare e rimpatriare 1.093 opere d’arte di pregevole valore, provento di furti e/o scavi clandestini, esportazioni illecite e ricettazioni, per un valore complessivo (oltre a quello storico-culturale) di centinaia di milioni di euro.

Proprio della banca dati vogliamo parlare: in Italia il traffico illecito di beni culturali viene contrastato con il supporto di piattaforme e archivi informatici sviluppati nel corso degli ultimi decenni. Il crescente utilizzo dei canali telematici per il traffico di opere sospette e la natura internazionale della criminalità di settore ha portato ad individuare alcune aree di potenziamento delle soluzioni e metodologie impiegate, con successo dal TPC, in modo da evolverle ed espanderle sia in termini tecnologici (es. big data, machine learning) che architetturali (blockchain). Si tratta di un approccio che consente alla Banca Dati dei carabinieri (denominata S.W.O.A.D.S., ovvero Stolen Works Of Art Detection System) di convogliare tutte le nuove funzionalità, unendo la raccolta dei dati effettuata in forma automatica – dal Web, dal deep Web, dai social media – a quella derivante dalla trasmissione delle fotografie di beni ottenute nel corso di ordinarie attività operative da parte degli addetti delle forze di polizia. Sviluppata come entità separata, la piattaforma italiana va a costituire la base di partenza per uno o più eventuali progetti di respiro internazionale, che prevede la realizzazione di una rete S.W.O.A.D.S. costituita da diverse cellule nazionali comunicanti e interoperanti. Una simile rete, sviluppata a livello internazionale, permette di contrastare e prevenire con più forza i reati contro al patrimonio culturale, incrementando al contempo il numero dei recuperi dei beni trafugati. Tale aspetto concettuale è stato ben compreso da #Interpol, che ben ha chiaro che il traffico di beni culturali è un'attività a basso rischio e alto profitto per i criminali legati alla criminalità organizzata, e come dalle opere d'arte rubate agli artefatti storici, questo crimine può coinvolgere tutti i paesi, sia che essi siano origine, transito o destinazione. Pertanto, Interpol ha fatto proprio il concetto proposto dall’Italia di tale banca dati “federata”, costituendo uno #SWOADS che combina descrizioni e immagini di oltre 52.000 oggetti. È l'unica banca dati a livello internazionale con informazioni certificate di polizia sugli oggetti d'arte rubati e scomparsi. I paesi inviano informazioni sugli oggetti rubati, che vengono aggiunti al database. In conformità con le norme sul trattamento dei dati, solo le informazioni fornite da enti autorizzati (Uffici centrali nazionali INTERPOL e specifiche organizzazioni partner internazionali, come UNESCO, ICOM e ICCROM) sono inserite nel database, ove vengono ospitati solo gli oggetti completamente identificabili.

Ci piace inoltre segnalare che da tale Banca Dati è gemmata una App: si tratta della ID-Art, che aiuta a identificare i beni culturali rubati, ridurre il traffico illecito e aumentare le possibilità di recuperare gli oggetti rubati. Accessibile al pubblico, l'app ID-Art può essere utilizzata quindi non solo da da agenti di polizia, funzionari doganali, ma dal pubblico in generale, collezionisti privati, mercanti d'arte, giornalisti, studenti o appassionati d'arte per accedere al database dell'INTERPOL delle opere d'arte rubate per verificare se un oggetto è registrato come rubato, creare un inventario delle collezioni d'arte private, segnalare un oggetto come rubato oppure siti culturali potenzialmente a rischio o scavi illeciti. ID-Art può essere scaricata (naturalmente gratuitamente) per dispositivi mobili Apple e Android.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

1Io guardavo, ed ecco, sul firmamento che stava sopra il capo dei cherubini, vidi come una pietra di zaffìro e al di sopra appariva qualcosa che aveva la forma di un trono. 2Disse all’uomo vestito di lino: «Va’ fra le ruote che sono sotto il cherubino e riempi il cavo delle mani di carboni accesi, che sono fra i cherubini, e spargili sulla città». Egli vi andò, mentre io lo seguivo con lo sguardo. 3Ora i cherubini erano fermi alla destra del tempio, quando l’uomo vi andò, e una nube riempiva il cortile interno. 4La gloria del Signore si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore. 5Il fragore delle ali dei cherubini giungeva fino al cortile esterno, come la voce di Dio onnipotente quando parla. 6Appena ebbe dato all’uomo vestito di lino l’ordine di prendere il fuoco fra le ruote in mezzo ai cherubini, questi avanzò e si fermò vicino alla ruota. 7Il cherubino tese la mano per prendere il fuoco che era fra i cherubini; ne prese e lo mise nel cavo delle mani dell’uomo vestito di lino, il quale lo prese e uscì. 8Nei cherubini appariva la forma di una mano d’uomo sotto le loro ali. 9Guardai, ed ecco che al fianco dei cherubini vi erano quattro ruote, una ruota al fianco di ciascun cherubino. Quelle ruote avevano l’aspetto del topazio. 10Sembrava che tutte e quattro fossero di una medesima forma, come se una ruota fosse in mezzo all’altra. 11Muovendosi, potevano andare nelle quattro direzioni senza voltarsi, perché si muovevano verso il lato dove era rivolta la testa, senza voltarsi durante il movimento. 12Tutto il loro corpo, il dorso, le mani, le ali e le ruote erano pieni di occhi tutt’intorno, tutti e quattro con le loro ruote. 13Io sentii che le ruote venivano chiamate Tùrbine. 14Ogni cherubino aveva quattro sembianze: la prima quella di cherubino, la seconda quella di uomo, la terza quella di leone e la quarta quella di aquila. 15I cherubini si alzarono in alto: erano gli stessi esseri viventi che avevo visto al fiume Chebar. 16Quando i cherubini si muovevano, anche le ruote avanzavano al loro fianco: quando i cherubini spiegavano le ali per sollevarsi da terra, le ruote non si allontanavano dal loro fianco; 17quando si fermavano, anche le ruote si fermavano, e quando si alzavano, anche le ruote si alzavano con loro perché lo spirito degli esseri viventi era in esse. 18La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. 19I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. 20Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d’Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini. 21Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d’uomo sotto le ali. 22Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar. Ciascuno di loro avanzava diritto davanti a sé.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti

Nei vv. 1-7 l'esecuzione del castigo si estende per un nuovo comando di JHWH a tutta la città: sarà il pauroso incendio che coinvolgerà ogni costruzione e le mura stesse del tempio (2Re 25,9). La gloria divina si farà presente in tutto il suo splendore (vv. 1-5). Ezechiele potrà ammirarne e precisarne i singoli componenti: riempirà con la sua nube luminosa il santuario e inciterà l'uomo in abito sacerdotale ad appressarsi al fuoco sacro che arde fra i cherubini. Egli lo riceverà nelle sue mani, offertogli da uno dei cherubini, e andrà via per spargerlo dappertutto. Il figlio del sacerdote Buzì si compiace di rilevare l'osservanza delle norme rituali dell'uomo vestito di lino nell'accostarsi al trono di JHWH: non gli basta avere l'abito sacerdotale per toccare il trono del Dio santissimo (vi può accedere solo il sommo sacerdote: Lv 16,2); attende che il fuoco sacro gli venga consegnato dall'assistente speciale. Nel frattempo il veggente può osservare con più esattezza alcuni aspetti del cocchio celeste (v. 9): le 4 ruote accanto agli esseri viventi, il loro muoversi sincronico in ogni direzione, il folgorio delle ruote, delle ali, dei corpi quadriformi, come fossero costellati di occhi (vv. 9-17).

Finché tutto l'insieme, trono e gruppo dei cherubini, sollevandosi in alto non escono dal cortile interno e vanno a posarsi all'ingresso orientale del santuario (vv. 18-22).

Benché alcuni tratti, specialmente dei vv. 8-17, potrebbero essere delle amplificazioni posteriori, non è da escludere che il brano sostanzialmente possa provenire dal nostro profeta: egli ha voluto mettere in risalto la riverenza con cui ci si deve avvicinare al supremo Signore e la trascendenza della sua gloria al di sopra delle costruzioni del tempio e della città santa. JHWH si eleva su tutte le forme contingenti del culto e degli ordinamenti terreni; nessuna cosa al mondo potrà nuocere alla sua infinita maestà: occorre adorarlo soprattutto «in spirito e verità» (Gv 4,24).

(cf. GAETANO SAVOCA, Baruc – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


🔝C A L E N D A R I OHomepage

 
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from Kiu de Triangle

Inicio.

Esto es un mensaje de prueba para ver cómo quedan las publicaciones aquí. En primer lugar quiero darle las gracias al creador de esta instancia o espacio y hacerlo gratis, gracias a los que contribuyen al Fediverso altruistamente.

Escribo este blog como afición y sin ninguna pretensión, más allá de la curiosidad.

Lo escribo con la certeza de que nadie llegará a encontrarlo. Hoy en día ni siquiera Blogger tiene alcance como plataforma de blogeo, y esto en cierto modo es un alivio, me da paz. Si encuentras este blog por casualidad y tienes algo negativo que comentar, guárdatelo y vete, no necesito leerlo.

Al resto que quiera disfrutar de este blog y participar con alegría y buen rollo, os doy la bienvenida.

 
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from Cyberdyne Systems

cartella con lucchetto Image by d3images on Freepik

Introduzione a cryptsetup + LUKS

Supponiamo di voler creare una piccola cassaforte digitale come faremmo con Veracrypt. Ma senza Veracrypt.

Ciò sarà possibile grazie a dm-crypt. dm-crypt è un modulo del kernel che usa il framework device mapper per fornire funzionalità trasparenti di crittografia per dispositivi a blocchi usando le crypto api del kernel. L’uso di device mapper consente, tra l’altro, di “poggiare” dm-crypt sopra ogni possibile mapping dei dispositivi e quindi può cifrare partizioni, volumi raid o volumi logici. 1. Introduzione a cryptsetup + LUKS 2. Inizializzazione 2. Apertura 2. Chiusura 1. Come creare il file container cifrato 1. Header detachable e keyfile 1. Partizionare un “volume” cifrato

Poi, essendo a tutti gli effetti anche un dispositivo a blocchi (virtuale), può essere utilizzabile a sua volta come volume nel file system, come swap o come disco fisico per lvm.

La configurazione della cifratura avviene di solito (non è l’unico modo ma è lo standard de facto) con l’utility cryptsetup + LUKS

Come avviene di base la cifratura di un dispositivo?

Le operazioni principali di cryptsetup (con estensioni LUKS) sono:

  • luksFormat: stabilisce le modalità di cifratura (consigliato il default)
  • luksOpen: (deprecato. Si usa open --type luks2) attiva la cifratura sul device associandolo (grazie a device mapper) ad un dispositivo a blocchi virtuale
  • luksClose (deprecato. Si usa close --type luks2): disattiva la cifratura

Inizializzazione

  • attacco il dispositivo fisico, viene creata la entry per /dev/<id_dispositivo_a_blocchi_fisico>
  • cifratura del dispositivo a blocchi /dev/<id_dispositivo_a_blocchi_fisico> con LUKS (cryptsetup luksFormat)
  • al di sopra del dispositivo a blocchi fisico, viene creato un dispositivo a blocchi virtuale, che troverò sotto /dev/mapper/<nome_fittizio>, che eroga le funzionalità di cifratura (cryptsetup open) al dispositivo a blocchi fisico sottostante.
  • Infine, partiziono e/o formatto nella maniera canonica il dispositivo a blocchi virtuale (cifrato) /dev/mapper/<nome_fittizio>.

Apertura

  • attacco il dispositivo, viene creata la entry per /dev/<id_dispositivo_a_blocchi_fisico>
  • attivo il dispositivo a blocchi virtuale che eroga le funzionalità di cifratura (cryptsetup open) e che creerà l’occorrenza sotto /dev/mapper/<nome_fittizio>
  • faccio il mount del dispositivo a blocchi virtuale /dev/mapper/ su un punto di montaggio che è una cartella che creerò per l’occasione

Chiusura

  • faccio l’unmount del punto di montaggio
  • chiudo il dispositivo a blocchi virtuale (cryptsetup close) /dev/mapper/<nome_fittizio>
  • stacco il dispositivo fisico

Fermo restando che questi restano i passaggi generali per qualunque dispositivo fisico, per creare un file container cifrato come farebbe Veracrypt, basta che cryptsetup formatti un file invece che un dispositivo a blocchi e automaticamente assocerà il file al primo loop device disponibile. È veramente semplice [1] .

Come creare il file container cifrato

Divido le operazioni in 3 fasi:

  • Init: fase di inizializzazione del “dispositivo” (il file). Andrà fatta solo la prima volta.
  • Open e Close: sono le operazioni che farò ogniqualvolta dovrò usare il container.

Gli oggetti su cui andrà a lavorare sono:

  • disco_cifrato.img: il file container cifrato.
  • disco_cifrato: il nome con cui disco_cifrato.img (o meglio, la sua rappresentazione come loop device visibile con losetup) viene mappato da device mapper.
  • disco_in_chiaro: il punto di montaggio.
## Init
# creazione di una cartella che sarà il nostro punto di mount
mkdir disco_in_chiaro
 
# creazione di un file vuoto di 2 GiB
sudo fallocate -l 2g disco_cifrato.img
 
# preparazione cifratura LUKS 
sudo cryptsetup luksFormat \
     --type luks2 \
     --hash=sha512 \
     --key-size=512 \
     disco_cifrato.img
 
# creazione dispositivo a blocchi virtuale che eroga le funzionalità di cifratura
sudo cryptsetup open \
     --type luks2 \
     disco_cifrato.img disco_cifrato
 
# formattazione
sudo mkfs.ext4 /dev/mapper/disco_cifrato
## Open
# creazione dispositivo a blocchi virtuale
sudo cryptsetup open \
     --type luks2 
     disco_cifrato.img disco_cifrato
 
# monta il dispositivo nel punto di montaggio
sudo mount -t ext4 -o defaults /dev/mapper/disco_cifrato disco_in_chiaro
## Close
# smonta il dispositivo
sudo umount disco_in_chiaro
 
# chiudo il dispositivo a blocchi virtuale staccandolo dai loop device
sudo cryptsetup close disco_cifrato

Header detachable e keyfile

Volendo aggiungere una complessità ulteriore, si può creare il dispositivo cifrato:

  1. facendo in modo che l’intestazione sia detachable;
  2. e che usi un keyfile, qualcosa di più robusto di una password;

L’apertura del volume cifrato sarà così vincolata alla disponibiltà sia del keyfile che dell’header, senza il quale il volume cifrato sarebbe comunque inservibile.

Creo il keyfile protetto da una cifratura simmetrica di gpg [2] :

## Creazione di un keyfile di 4KiB basata sulla pseudocasualità di /dev/urandom
# creazione del keyfile
dd if=/dev/urandom bs=1024 count=4 | gpg --yes -o disco_cifrato.key.gpg -c --s2k-cipher-algo aes256 --s2k-digest-algo sha512 -

Creo l’header detachable del volume cifrato fornendo il keyfile invece della passphrase classica:

# creazione header LUKS
gpg -d disco_cifrato.key.gpg | \
sudo cryptsetup luksFormat --type luks2 \
     --hash=sha512 \
     --key-size=512 disco_cifrato.img  \
     --header header.img \
     --key-file - 

Ed è così che l’apertura del volume cifrato è ora vincolata al possesso dell’header e del keyfile:

# attivazione dispositivo a blocchi virtuale passando header e keyfile protetto da gpg
gpg -d disco_cifrato.key.gpg | \
sudo cryptsetup open --type luks2 \
     --header header.img \
     --key-file - \
     disco_cifrato.img disco_cifrato

Provando ad aprire container cifrato senza fornire l’header (non tanto il keyfile che è una passphrase evoluta) succede questo:

sudo cryptsetup open --type luks2 disco_cifrato.img disco_cifrato
Il dispositivo disco_cifrato.img non è un dispositivo LUKS valido.

Partizionare un “volume” cifrato

Per concludere, visto che prima ho accennato al fatto che dm-crypt, grazie al sottosistema device mapper, fa in modo che i dispositivi a blocchi (virtuali) mascherino i dispositivo a blocchi sottostanti (un file montato su un loop device, nel nostro caso), i dispositivi a blocchi mappati possono anche essere partizionati invece che sempicemente formattati. O potrebbe essere volumi fisici di un gruppo di volumi LVM, and so on…

Difficilmente avremo bisogno di partizionare un file container cifrato, è solo l’occasione per speculare un po’ su quello che potrebbe succedere su un device fisico.

## Init
mkdir disco_in_chiaro
sudo fallocate -l 2g disco_cifrato.img
sudo cryptsetup luksFormat --hash=sha512 --key-size=512 disco_cifrato.img
sudo cryptsetup open --type luks2 disco_cifrato.img disco_cifrato
 
# Creo 1 partizione primaria da 600 MiB, una estesa da 1400 MiB
# contenente 2 partizioni logiche da 600 MiB e 829 MiB (mancano i
# 16 MiB dell'intestazione luks e i 3 MiB delle intestazioni delle
# partizioni primarie ed estese per un totale di 2GiB tondi tondi)
sudo fdisk /dev/mapper/disco_cifrato
n,,,,+600M,n,e,,,,n,,+600M,n,,,w
 
# il partizionamento potrebbe richiedere l'esecuzione di partprobe
# affinché il kernel carichi la tabella delle partizioni aggiornata
sudo partprobe /dev/mapper/disco_cifrato

# stato delle partizioni
sudo fdisk -l /dev/mapper/disco_cifrato
Disk /dev/mapper/disco_cifrato: 1,98 GiB, 2130706432 bytes, 520192 sectors
Units: sectors of 1 * 4096 = 4096 bytes
Sector size (logical/physical): 4096 bytes / 4096 bytes
I/O size (minimum/optimal): 4096 bytes / 4096 bytes
Disklabel type: dos
Disk identifier: 0x6d65a06f

Device                     Boot  Start    End Sectors  Size Id Type
/dev/mapper/disco_cifrato1         256 153855  153600  600M 83 Linux
/dev/mapper/disco_cifrato2      153856 520191  366336  1,4G  5 Extended
/dev/mapper/disco_cifrato5      154112 307711  153600  600M 83 Linux
/dev/mapper/disco_cifrato6      307968 520191  212224  829M 83 Linux

#procedo con la formattazione
sudo mkfs.ext4 /dev/mapper/disco_cifrato1 #formatto la partizione
sudo mkfs.ext4 /dev/mapper/disco_cifrato5 #formatto la partizione
sudo mkfs.ext4 /dev/mapper/disco_cifrato6 #formatto la partizione

Rispetto all’init di prima, invece che formattare subito il device “fisico”, l’ho partizionato. Esattamente come avrei fatto con un dispositivo realmente fisico.

## Open
sudo cryptsetup open --type luks2 disco_cifrato.img disco_cifrato
 
# di nuovo, potrebbe essere necessario a meno di non riavviare
sudo partprobe /dev/mapper/disco_cifrato
 
# mount delle partizioni
sudo mount -t ext4 -o defaults /dev/mapper/disco_cifrato1 disco_in_chiaro_1
sudo mount -t ext4 -o defaults /dev/mapper/disco_cifrato5 disco_in_chiaro_2
sudo mount -t ext4 -o defaults /dev/mapper/disco_cifrato6 disco_in_chiaro_3
## Close
sudo umount disco_in_chiaro_1
sudo umount disco_in_chiaro_2
sudo umount disco_in_chiaro_3
sudo cryptsetup close disco_cifrato1
sudo cryptsetup close disco_cifrato2
sudo cryptsetup close disco_cifrato5
sudo cryptsetup close disco_cifrato6
sudo cryptsetup close disco_cifrato

Note:

  1. cryptsetup --open luks2 e cryptsetup --close luks2, quando applicate direttamente al file container, includono implicitamente la parte di accoppiamento al loop device. In altre parole,

    cryptsetup open --type luks2 disco_cifrato.img disco_cifrato
    

    equivale a

    cryptsetup open --type luks2 $(losetup -Pf --show disco_cifrato.img) disco_cifrato
    

    e

    cryptsetup close --type luks2 disco_cifrato
    

    equivale a [↵]

    cryptsetup close --type luks2 disco_cifrato
    losetup -D
    
  2. Se si incorre in questo errore usando gpg:

    gpg: cancelled by user
    gpg: error creating passphrase: Operation cancelled
    gpg: symmetric encryption of '[stdin]' failed: Operation cancelled
    

    vuol dire che la variabile d’ambiente GPG_TTY non ha lo stesso valore del comando tty. Per ovviare basta settare correttamente la variabile:

    GPG_TTY=$(tty)
    export GPG_TTY
    

    come suggerito dalla documentazione GnuPG [↵]

#cryptsetup #devicemapper #dmcrypt #gpg #loseup #luks #lvm

 
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from ut

Il dolore è un sentiero che dobbiamo percorrere da soli. Andare da uno specialista del dolore – un medico, un prete, uno psicoterapeuta – vuol dire affidare a qualcuno il compito di far rientrare il proprio dolore in una narrazione: ossia di renderlo comune: e dunque falso. Perché tutto ciò che è sociale è falso, radicalmente incapace di verità. E tutto ciò che è vero è indicibile, perché irrimediabilmente singolare. Come la direzione, il verso-dove di questo dolore – che non è stanchezza, non è debilitazione, non è depressione, non ha alcun nome sociale, non è scritto su nessun libro: perché è mio. Perché sono io.

 
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from 📖Un capitolo al giorno📚

Esecuzione della condanna 1Allora una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». 2Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo. 3La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. 4Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». 5Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. 6Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte. Cominciate dal mio santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. 7Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città. 8Mentre essi facevano strage, io ero rimasto solo. Mi gettai con la faccia a terra e gridai: «Ah! Signore Dio, sterminerai quanto è rimasto d’Israele, rovesciando il tuo furore sopra Gerusalemme?». 9Mi disse: «L’iniquità d’Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza. Infatti vanno dicendo: “Il Signore ha abbandonato il paese; il Signore non vede”. 10Ebbene, neppure il mio occhio avrà pietà e non avrò compassione: farò ricadere sul loro capo la loro condotta». 11Ed ecco, l’uomo vestito di lino, che aveva la borsa al fianco, venne a rendere conto con queste parole: «Ho fatto come tu mi hai comandato».

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti

Esecuzione della condanna 9,1-10,22 Da 9,1 appare sullo scenario, la terribile esecuzione. A un ordine divino si fanno avanti 7 esseri celesti, ministri della giustizia: sei hanno con sé gli strumenti di sterminio; il settimo, in veste sacerdotale («di lino»: 44,17), porta al fianco un astuccio da scrivano. Vengono dal nord, come al solito, gli eserciti invasori (Ger 1,15).

Contemporaneamente la maestosa figura di JHWH, lasciando i cherubini, viene a posarsi sulla soglia del Santo, e di là dà le sue direttive: – il ministro scrivano vada innanzi, segnando con un tau (ultima lettera dell'alfabeto ebraico, allora a forma di croce) coloro che sinceramente si dissociavano dalla malvagità generale: così l'angelo segnò in rosso le case degli Ebrei da risparmiare al momento dell'esodo (cfr. Es 11,5s.; 12,22s.). I sei lo seguiranno, colpendo a morte tutti gli altri, senza pietà.

Assistendo alla strage, un grido di dolore si leva verso Dio dal cuore del veggente a favore del “resto” sacro d'Israele (cfr. Am 7,3.5), temendone la fine. La risposta del Signore per il momento è inflessibile: l'enormità dei delitti del suo popolo contro i propri simili e contro la loro fede dev'essere esemplarmente punita: «non userò misericordia» (v. 10), «manderanno alte grida... ma non li ascolterò» (8, 18). È il delenda Carthago del profeta di guai (2,9), confermato dall'angelo-scriba (v. 11), che alcuni accostano al settimo dio planetario Nabû, il dio babilonese del fato, con la sua frase lapidaria «così è scritto e così si farà». Dio ha i suoi precisi disegni di amore e di purificazione nelle grandi tribolazioni dei popoli e dei singoli individui; e, quando si è raggiunto il colmo della malizia e della corruzione, egli lo persegue con decisione, nostro malgrado: ci vuol salvare a ogni costo.

(cf. GAETANO SAVOCA, Baruc – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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from Novità in libreria

Rieccoci al resoconto delle nuove pubblicazioni, nella settimana della Fiera del Libro di Torino.

NARRATIVA:

  • RACCONTI di Franz Kafka (BUR – Rizzoli). Sì, è vero, dovrei elencare qui solo le novità, altrimenti non finirei mai. Eppure non me la sento di escludere questa nuova raccolta di racconti dello scrittore di Praga (di cui ricorre il centenario della morte), a cura di Giulio Schiavoni (professore emerito dell'Università del Piemonte Orientale). Questa raccolta completa comprende anche i celeberrimi LA METAMORFOSI e NELLA COLONIA PENALE. Per saperne di più: scheda libro.
  • LE FORMIDABILI DONNE DEL GRAND HÔTEL di Ruth Kvarnström-Jones (Nord). È il 1901 e sta per aver luogo la prima cerimonia di assegnazione del premio Nobel. Purtroppo il Grand Hôtel, scelto per l'occasione, è sull'orlo del fallimento, e per risollevarne le sorti viene scelta Wilhelmina Skogh, una donna che è stata in grado di fondare dal niente una catena di alberghi di successo. Una storia di emancipazione e di imprenditoria al femminile, in cui si incrociano i destini di umili ma determinate cameriere con ricche nobildonne e gran dame. Per saperne di più: scheda libro.
  • BE MY AGENT di Nora Cardinale (SEM). Sottotitolo: Con il cuore non si negozia. Due amici d'infanzia, Emma e Nicolas, che hanno sempre condiviso l'amore per la lettura si ritrovano rivali nello spietato mondo dell'editoria. La lotta per accaparrarsi lo scrittore di grido pregiudicherà il loro rapporto? Per saperne di più: scheda libro.
  • Vi segnalo la nascita di Gramma, un nuovo marchio Feltrinelli (lo trovate qui). Ecco i titoli che ho fatto arrivare in libreria:
    • LEGAMI di Eskol Nevo (scheda libro): una raccolta di racconti che ha per tema la passione e il desiderio, che muove i rapporti tra le esistenze umane.
    • LE CITTÀ DEL MONDO di Eraldo Affinati (scheda libro): Affinati raccoglie 300 città da tutto il mondo, reali o immaginarie, e ne racconta le affascinanti storie, come piccoli romanzi in un labirinto che parte da New York e arriva a Gerusalemme.
    • AUTOBIOGRAFIA DEI MIEI CANI di Sandra Petrignani (scheda libro): l'autrice racconta sé stessa attraverso le storie dei suoi amati cani, testimoni e compagni di tutte le fasi della sua vita.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • Per Newton Compton abbiamo due titoli, che metto insieme per amore di brevità:
    • DELITTO ALL'ORA DEL TÉ di Catherine Coles (scheda libro): giallo classico ambientato nella tranquilla campagna inglese degli anni '40, durante una gara canina. Secondo episodio per Martha Miller, dopo UN MISTERIOSO OMICIDIO E MOLTI SEGRETI.
    • IL CHIRURGO di Leslie Wolfe (scheda libro): il chirurgo Anne Wiley ha alle spalle una carriera impeccabile, tuttavia un paziente muore durante un intervento di routine... ma quell'uomo non era un paziente come un altro...
    • LUNA ROSSO SANGUE di Antonio Lanzetta (scheda libro): due fratelli costretti ai margini della società, per via una tragedia che ha distrutto la loro famiglia negli anni '90, vivono tra furti e crimini vari. La scomparsa di una ragazza e il ritrovamento macabro del suo corpo su una spiaggia della costa cilentana li spinge a dare la caccia loro stessi all'assassino.
  • GLI INCANTATORI di James Ellroy (Einaudi). Una storia brutta sporca e cattiva in pieno stile Ellroy: tra la morte di Marilyn Monroe e una starlette liberata dalla polizia lo stesso giorno sembra non esserci un collegamento ma un investigatore corrotto e maledetto la pensa diversamente. Per saperne di più: scheda libro.
  • GIOCHI DI RUOLO di Gabriella Genisi (Marsilio). Un uomo viene ritrovato morto, seduto in poltrona davanti alla televisione con una siringa infilata nel braccio: una morte sospetta, perché la vittima non faceva uso di sostanze stupefacenti, ambientata nel mondo dei giochi di ruolo. È un'indagine di Giancarlo Caruso, vicequestore fresco di trasferimento, che troviamo nei libri della serie di Lolita Lobosco. Per saperne di più: scheda libro.
  • Di nuovo per Marsilio: IL MIRAGGIO di Camilla Läckberg e Henrik Fexeus. Natale a Stoccolma: il ministro della Giustizia riceve una telefonata che dà il via al conto alla rovescia verso la sua morte, e in un tunnel abbandonato della metropolitana vengono rinvenuti dei resti umani. La poliziotta Mina Dabiri dovrà chiedere aiuto di nuovo al mentalista Vincent Walde per risolvere questo mistero. A quanto pare si tratta del finale della serie di Mina e Vincent, quindi gli appassionati non possono lasciarselo sfuggire. Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • LE LANCETTE DELL'UNIVERSO di David J. Helfand (Apogeo). Un interessante saggio che ricostruisce la storia dell'universo e del nostro pianeta attraverso le strutture degli atomi. Per saperne di più: scheda libro.
  • CANTI DI GUERRA di Stefano Nazzi (Mondadori). La ricostruzione (scritta quasi come un romanzo) di una Milano degli anni '70, capitale della malavita, in cui gangster come Francis “Faccia d'Angelo” Turatello, Renato Vallanzasca (ovvero “il bel René”) e Angelo “il Tebano” Epaminonda si contendono il dominio della città. Per saperne di più: scheda libro.
  • NON HANNO UN AMICO di Luca Bizzarri (Mondadori). Una serie di riflessioni amare, ironiche, a tratti grottesche, sui nostri tic e manie di uomini comuni immersi in una realtà sempre più straniante, deformata dal rumore di fondo e dalle situazioni paradossali. Un libro di feroce satira sociale. Per saperne di più: scheda libro.
  • L'ULTIMA DINASTIA di Jennifer Clark (Solferino). Molto semplicemente, la storia degli Agnelli dal capostipite Giovanni, che fondò la FIAT nel 1899, fino a John Elkann e agli ultimi eredi passando per tutte le vicissitudini della famiglia lungo le due guerre mondiali e le alterne vicende della più grande industria automobilistica d'Italia. Per saperne di più: scheda libro.
  • TI RACCONTO DI TE E DI NOI di Carla Tomasini (in arte Pediatra Carla) (DeAgostini). Con un'attenzione alle diverse fasi dello sviluppo, la Pediatra Carla guida i genitori nell'educazione dei bambini alla scoperta della sfera sessuale e affettiva fin dai primi anni dell'infanzia, con esempi e buone pratiche. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • CIAO MAESTRA... di Sabina Colloredo, illustrato da Serena Mabilia (Emme). Per una volta, sono i bambini a raccontare una storia alla maestra, per ringraziarla di tutta l'attenzione e l'affetto con cui ha guidato tutta la classe durante l'anno. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • PICCOLA VOLPE E I DOLCI SUONI DELL'ESTATE di Julia Rawlinson (Emme). La povera Coniglietta è triste perché non sa cinguettare, né frinire, né fare altri suoni come gli altri animali. Così, Piccola Volpe organizza per lei uno spettacolo perché possa mettere in pratica il suo talento. Albo illustrato sull'amicizia e sulla fiducia in sé stessi. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • LA PEGGIOR CLASSE DEL MONDO di Joanna Nadin (EL). Stanley e Manjit vogliono vincere a tutti costi la gara “Mostra e racconta” della classe. E quando si dice “a tutti i costi”, vuol dire proprio infrangendo tutte le regole! Età di lettura: dai 7 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • CHIARE, FRESCHE ET DOLCI ACQUE – PETRARCA RACCONTA IL CANZONIERE di Daniele Aristarco, illustrazioni di Glenda Sburelin (Einaudi). A distanza di 650 anni dalla morte del grande poeta Petrarca, come nel precedente lavoro su Dante (LA DIVINA COMMEDIA – IL PRIMO PASSO NELLA SELVA OSCURA che potete vedere qui), anche stavolta lo scrittore per l'infanzia si fa ispirare della grande letteratura italiana e la racconta ai più piccoli, con l'aiuto di raffinate illustrazioni. Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • IL SENTIERO DEGLI ORSI di Francesco D'Adamo (Mondadori). Caterina è in vacanza, ma per lei la montagna è noiosissima. Cambierà idea, quando si troverà a dover salvare, con l'aiuto di Matias, un ragazzo del luogo, un'orsa col suo cucciolo. Età di lettura: dagli 11 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • COSÌ SI ARRIVA ALLE STELLE di Daniele Coluzzi. Il sottotitolo dovrebbe spiegare tutto: Parole, frasi e citazioni dal mondo antico per capire sé stessi e il presente. La frase del titolo è ciò che Apollo dice ad Ascanio, figlio di Enea, per incoraggiarlo a puntare ai massimi obiettivi, senza lasciarsi scoraggiare. Questo libro, infatti, rappresenta una summa di frasi di saggezza tratte dagli autori della classicità per aiutare il lettore a trovare una direzione in tutti gli ambiti. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • SETTE MINUTI E CINQUE SECONDI di Callie Evermore (Cairo). L'incontro tra una ragazza, trasformata da un evento traumatico che le ha lasciato dentro cicatrici profonde, e un ragazzo deciso ad affrontare la lunga lista delle proprie fobie. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
  • UPROOTED – SPINNING SILVER di Naomi Novik (Mondadori). Un fantasy ispirato alla mitologia dell'Europa orientale. La copertina è bellissima e l'edizione è double face: da un lato il romanzo UPROOTED già uscito in Italia, e dall'altro SPINNING SILVER, finora inedito, sempre ispirato al folklore dell'Europa dell'Est. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
 
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from ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

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You Are the Quarry è il settimo album in studio del cantante rock alternativo inglese Morrissey. È stato pubblicato il 17 maggio 2004 dall'etichetta discografica Attack ed è stato il suo primo album in sette anni dopo Maladjusted del 1997. L'album è stato un grande ritorno per Morrissey; tutti e quattro i suoi singoli raggiunsero la top 10 della UK Singles Chart, e l'album stesso raggiunse il numero 2. L'album raggiunse anche il numero 11 della Billboard 200, rendendolo l'album di Morrissey con le classifiche più alte negli Stati Uniti.


Ascolta: https://songwhip.com/morrissey/youarethequarry


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from inclaveteam

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