#film perduti, Notte italiana

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Notte italiana è il primo film girato ed arrivato nelle sale di proiezione, i cinema appunto, del compianto e mai dimenticato regista Carlo Mazzacurati, dopo un primo lungometraggio mai arrivato alla distribuzione per problemi economici. Notte italiana è, per qualche motivo che nemmeno so spiegare a me stesso, il mio film italiano preferito, anche più di quelli del grande amico di Mazzacurati, Nanni Moretti e più dei grandi classici della cinematografia tricolore. Notte italiana è anche una pellicola ormai pressoché introvabile, su eBay ho trovato solo una vhs (!!!), in streaming non c’è su nessuna piattaforma e non so più quando è stato trasmesso da un canale generalista l’ultima volta, probabilmente non in questo secolo. Al tempo, il 1987, ho visto il film al cinema e poi noleggiai la videocassetta nel periodo in cui lo streaming te lo inventavi da solo andando in negozio, credo poi di averlo anche duplicato, ma ormai sono reperti perduti, in casa mia la collezione di vhs ha dovuto cedere spazio ai libri, neanche per i dvd c’è più spazio. Il protagonista del film è Marco Messeri, grande attore raramente utilizzato in un ruolo principale, interpreta un avvocato che deve recarsi nelle campagne padovane per fare la stima di un terreno in odore di espropriazione. Nello stesso luogo, usato ed abusato in passato e nel presente per i gas naturali nel sottosuolo e per l’allevamento di pollame, già teatro della misteriosa scomparsa di un ispettore statale, vive una giovane donna, interpretata dall’allora emergente Giulia Boschi, con il figlio adolescente appassionato lettore de L’isola del tesoro. La donna nasconde un segreto, forse la partecipazione a gruppi armati durante le proteste del decennio precedente, ma non è l’unico intrigo che l’avvocato, che tra l’altro odia la campagna, si troverà a risolvere, mentre il rapporto tra lui e lei, all’inizio antagonistico, si evolverà in un modo certo prevedibile, ma non scontato nella delicata narrazione. Un film ironico e drammatico, ma lieve e ottimista come tutti quelli di Mazzacurati, che sapeva mettere risate e sorrisi in qualsiasi ambientazione, anche la più degradata, utilizzando attori secondari e caratteristi in modo magistrale. Uno dei primi film, velatamente di denuncia, ma anche precursore di un filone buonista poi molto presente negli anni 90 e primi 2000, vedere per esempio Silvio Soldini, Giuseppe Piccioni o Daniele Luchetti. Un film con dei cattivi non così cattivi, o che comunque non ispirano poi molta antipatia, con dei buoni, magari scontrosi, ma dal cuore d’oro e un lieto fine atteso, promesso e concesso, che non è che sia sempre una cosa così sgradita, al cinema, che la realtà aspetta fuori. Gente, se per caso vi imbattete in questo film facendo zapping o viene ripreso da una piattaforma streaming, regalatevi un po’ di buonismo ed un film fatto a regola d’arte. Post scriptum, mi vengono in mente un’altro paio di titoli di cui parlare in futuro, alla prossima con i film perduti.